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Sembra che la legge italiana non vieti il matrimonio gay


sugar85

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tratto da Gay news

 

TRIESTE. “AAA Cercasi coppie omosessuali a scopo matrimonio”: con questo slogan l’associazione radicale “Certi Diritti” lancia l’iniziativa che, dal primo al 15 giugno, si propone di coinvolgere il maggior numero di coppie omosessuali della regione che desiderano richiedere al loro comune la pubblicazione degli atti. Il passaggio che precede, secondo la legge, la celebrazione del matrimonio. Un atto simbolico – ha spiegato ieri a Trieste in una conferenza stampa la presidente nazionale di “Certi diritti”, Anna Comelli – per rivendicare la parità dei diritti e, quindi, la possibilità di sposarsi. Affiancata dalla scienziata astrofisica Margherita Hack e dal consigliere comunale del capoluogo giuliano, Fabio Omero, Clara Comelli ha spiegato che «la legge italiana non solo non vieta il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma – ha evidenziato - prevede esplicitamente che chiunque può chiedere la pubblicazione degli atti e ha diritto ad un documento ufficiale da poter impugnare». L’iniziativa, a cui hanno aderito finora 16 coppie in Italia – tutte nel Centro Nord, ancora nessuna in Friuli Venezia Giulia – per Comelli «è di affermazione civile». «L’obiettivo – ha spiegato ancora - è innescare i conseguenti atti amministrativi per impugnarli in giudizio, con la collaborazione degli avvocati della Rete Lenford». «In Italia, il Codice Civile non prevede come requisito di validità dell’atto matrimoniale la differenza di sesso tra i coniugi. È un regola non scritta alla quale si perviene interpretando altre norme. A esempio, quelle sulla filiazione. Infatti, in questo modo si potrebbe arrivare, per assurdo ad escludere dal matrimonio le persone sterili per malattia o per l’età avanzata». «Uno dei modi per modificare un’interpretazione errata – ha aggiunto Comelli - è provocare una nuova interpretazione giurisprudenziale, ossia sollecitare i giudici ad esprimersi sul comportamento dell’ufficiale dello stato civile che negasse le pubblicazioni a due persone dello stesso sesso. Chi desidera conoscere i dettagli dell’iniziativa può collegarsi al sito www.certidiritti.it». Per Margherita Hack, «tutti devono avere pari diritti: la famiglia si basa sull’affetto reciproco. E’ vergognoso che si metta difficoltà al riconoscimento delle coppie di fatto».

 

Sonia Sicco

 

Qualcuno di voi che si deve sposare vuole far causa allo Stato Italiano  :asd:

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Avevo letto questa notizia due giorni fa su un altro blog e letto le loro FAQ. Purtroppo si dimenticano di menzionare che ci sono dei costi da affrontare se si vuole aderire all'iniziativa, che sono mi pare 70 euro per le pubblicazioni. Non mi stupisco a questo punto che abbiano aderito in così pochi. Ok un'iniziativa di protesta, o di "disobbedienza sociale" come la chiamano loro, come quando qualche anno fa furono celebrati matrimoni simbolici e senza valore legale... ma se oltre alla beffa ci si devono perdere anche soldi, lo dico chiaramente, io non lo farei.

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Avevo letto questa notizia due giorni fa su un altro blog e letto le loro FAQ. Purtroppo si dimenticano di menzionare che ci sono dei costi da affrontare se si vuole aderire all'iniziativa, che sono mi pare 70 euro per le pubblicazioni. Non mi stupisco a questo punto che abbiano aderito in così pochi. Ok un'iniziativa di protesta, o di "disobbedienza sociale" come la chiamano loro, come quando qualche anno fa furono celebrati matrimoni simbolici e senza valore legale... ma se oltre alla beffa ci si devono perdere anche soldi, lo dico chiaramente, io non lo farei.

 

Beh si potrebbe scatenare un azione collettiva però

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...il senso sarebbe quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema?

Cioè il risultato ultimo sarebbe al massimo una sentenza della corte costituzionale... non credo che la discussione arriverebbe mai in parlamento insomma...

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Cioè il risultato ultimo sarebbe al massimo una sentenza della corte costituzionale... non credo che la discussione arriverebbe mai in parlamento insomma...

 

Credo di si! Sarebbe un opzione che potrebbe essere percorsa. Se si riesce in un tribunale a sollevale il quesito di costituzionalità si potrebbe costringere la corte costituzionale ad esprimersi sull'argomento.

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L'obbiettivo sarebbe quello di ottenere una sentenza che apra il matrimonio anche ai gay, come è appena accaduto in Florida. L?intento è sicuramente meritevole e non vedo perchè non tentarlo. Io personalmente lo farei, però nn mi voglio sposare al momento quindi sarà per la prossima volta.

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Questa la sapevo già!

Difatti mi fanno ridere tutti quelli che si appellano alla costituzione come "base d'appoggio" per impedire il matrimonio a persone dello stesso sesso.

La costituzione non parla di uomo e donna! Parla di individui, senza specificarne il sesso.

Sarebbe appunto sufficiente una modificazione dell'interpretazione dell'articolo, senza bisogno di modificare nulla.

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Come spunto aggiuntivo: entrambi i prof che ho avuto di diritto all'università sostenevano che di fatto la costituzione non è affatto contro la tutela delle unioni gay anzi sostiene che la le forme di aggregazione sociale devono essere sostenute e incentivate dallo stato quindi...

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me ne ero reso conto da un po' andandomi a spulciare i testi dove si parla di "coniugi" non "uomo e donna"

 

E' vero questa cosa l'avevo notato settimane fa mentre studiavo il codice civile: non c'è nessun impedimento al matrimoni otra persone dello stesso sesso. Per me una class action ndrebbe fatta  :asd:

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orsù...se non ci fanno sposare lanciamolo le molotov in municipio, così alemanny si riempirà d'orgoglio per aver rivissuto la giovinezza

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questione molto interessante che sollecita la curiosità e l'interesse del giurista e non.

E però tutt'altro che nuova, posto che i precedenti giudiziari in materia sono numerosi.

In argomento ne ho trovato alcuni curiosi, tutti negativi, nel senso che negano l'estensibilità del matrimonio alle unioni fra soggetti dello stesso senso

Per la Cassazione (sentenza 1808 del lontano 1976) nel caso di matrimonio fra persone di sesso diverso siamo di fronte a un caso di "inesistenza" del matrimonio in quanto " l'inesistenza si ravvisa nella mancanza della realtà naturalistica della fattispecie, i cui requisiti minimi sono dati dalla presenza di due persone di sesso diverso, manifestanti la volontà matrimoniale all'ufficiale di stato civile"

Più di recente si registra la sentenza del 10 giugno 2005 del Tribunale di Latina che dà anche un fondamento giuridico al requisito della diversità di sesso fra i nubendi, che rinviene addirittura nella stessa carta costituzionale, più precisamente nell'articolo 26 : «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società NATURALE fondata sul matrimonio»; e nell'articolo 2 che  riconosce anche" l'esigenza fondamentale dell'uomo di realizzarsi nella comunità familiare, quale formazione sociale, fondamentale e preesistente, in cui si realizza la personalità dei singoli."

Argomenta il Giudice che "con l'attributo naturale sembra voler configurare la possibilità di istituti di diritto naturale e non di diritto positivo quello che rileva, ai fini che qui interessano, è che il costituente, nel riconoscere i diritti della famiglia come società naturale, ha inteso far riferimento al tradizionale rapporto di coniugio tra soggetti appartenenti a sesso diverso, secondo una concezione, che prima ancora che nella legge, trova il suo fondamento nel sentimento, nella cultura, nella storia della nostra comunità nazionale".

Ciò premesso, temo che l'iniziativa,che prende le mosse per così dire dalla scoperta dell'acqua calda, sia destinata a naufragare miserabilmente ed ad infrangersi sugli scogli della manifesta infondatezza della questione.

Invece mi sembra interessante rilevare un'altra cosa.

Nella riforma del diritto di famiglia del '75, si suggerì di introdurre l'articolo 83 bis che recitava testualmente "Il matrimonio si costituisce con la volontà, legittimamente espressa davanti ad un competente ufficiale dello stato civile di un uomo e di una donna, che abbiano i requisiti fissati dalla legge, di prendersi reciprocamente in marito e moglie".

Questa proposta però non andò mai in porto e l'art.83 bis non vide mai la luce.

Il che, a mio avviso, è un segnale inequivocabile di quella che era la volontà del legislatore, se é vero che ubi lex voluit dixit

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Ritengo le tue affermazioni interessanti. Tuttavia la cassazione può cambiare orientamento e la sentenza del tribunale di latina da un fondamento giuridico molto debole: molti giuristi interpretano l'articolo 29 della costituzione in modo diverso per cui il dibattito credo sia aperto. E' interessante l'episodio che racconti dell'art 83 bis del codice civile potrebbe essere usato come un elemento in più

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rispetto i Tuoi (oh scusa, i Vostri  :asd:) giovanili entusiasmi, e tuttavia non credo minimamente alla possibilità di un renvirement della Suprema.

Carnelutti la sapeva lunga quando sentenziò "chi disse Corte, ne misurò le menti" :asd:

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Questo cavillo legislativo l'avevo notato da tempo.

Ma sembra strano che la strada non sia stata già battuta.

Comunque credo che arrivare al matrimonio gay attaverso un cavillo legislativo non aiuti la lotta al riconoscimento dei diritti dell'intyera società.

Il riconoscimento delle unioni gay in modo esplicito dalla legislazione è si utile ai diritti ma ancora di più al livello di società, sarebbe un impulso all'accettazione della diversità e dell'ugualianza di ognuno nella socità!

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orodeglistupidi

ba_gaywed_01_lm.jpg

Phyllis Lyon e Del Martin, attiviste lesbiche che sono state insieme per 51 anni, si abbracciano dopo la cerimonia del loro matrimonio nel municipio di San Francisco. 

 

ba_gaymarriage136pc.jpg

Con le loro figlie gemelle in braccio, Elizabeth e Sophia, Eric Etherington e Doug Okun si scambiano i loro voti matrimoniali.

(da http://sfisonline.com/)

 

SarahAngi2.jpgSarahAngi3.jpg

Il matrimonio di Angi e Sarah a Victoria, B.C. (da http://lesbianlife.about.com/)

 

E noi intanto aspettiamo Godot...

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Rei_Kashino

...il senso sarebbe quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema?

Cioè il risultato ultimo sarebbe al massimo una sentenza della corte costituzionale... non credo che la discussione arriverebbe mai in parlamento insomma...

 

Più che altro credo che si voglia arrivare alla Corte di Giustizia Europea. Poi voglio vedere che fa il Parlamento... Sarebbe in teoria impossibile legiferare per impedire l'applicazione di una sentenza della Corte. Sarebbe un precedente gravissimo.

Speriamo che si trovino comunque giudici illuminati.

Anche perchè il codice civile non preclude l'accesso al matrimonio a coppie dello stesso sesso.

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Rei_Kashino

Nella riforma del diritto di famiglia del '75, si suggerì di introdurre l'articolo 83 bis che recitava testualmente "Il matrimonio si costituisce con la volontà, legittimamente espressa davanti ad un competente ufficiale dello stato civile di un uomo e di una donna, che abbiano i requisiti fissati dalla legge, di prendersi reciprocamente in marito e moglie".

Questa proposta però non andò mai in porto e l'art.83 bis non vide mai la luce.

Il che, a mio avviso, è un segnale inequivocabile di quella che era la volontà del legislatore, se é vero che ubi lex voluit dixit

 

Non sapevo della vicenda dell'art. 83bis.

A questo punto bisogna davvero pensare che il legislatore di 30 anni fa fosse più illuminato e avanzato di quello attuale e degli ultimi anni.

Davvero interessante questa cosa. E giustamente, quando la legge vuole, lo dice. :gh:

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