Jump to content

il caso Oscar Pistorius


Out_of_order

Recommended Posts

Mentre tornavo a casa da lavoro ho sentito quello che la federazione internazionale di atletica ha deciso nei confronti del corridore sudafricano Oscar Pistorius. estrapolo tale e quale il pezzo della stessa ansa che ho sentito per radio:

 

"...Le protesi, secondo la relazione della Federazione, "dovrebbero essere considerate aiuti tecnici in chiara violazione dell'articolo 144.2. Pertanto, Oscar Pistorius non è ammesso alle competizioni della Iaaf. E' evidente che un atleta che usi le protesi cheetah sia in grado di correre alla stessa velocità dei normodotati, con un consumo inferiore di energie. ..."

 

da:

yahoo eurosprt

 

e diciamo che non sono per nulla d'accordo con la decisione. è stato ammesso che non lo fa correre più veloce, e accettando anche che ci sia un consumo inferiore di energie,... premetto pure che io di atletica ne so praticamente nulla, ma non riesco comunque, anche sforzandomi, a comprendere il perchè di questa decisione.

 

In più, leggendo altri articoli ora e già in precedenza, non tutti i pareri tecnici indicano le protesi come un evidente vantaggio sugli altri corridori; mi chiedevo quindi voi che ne pensavate.

 

Se ho sbagliato cartella, chiedo cortesemente di spostarla, perchè effettivamente qui siamo a cavallo tra l'attualità (cosa per cui propenderei) e lo sport. :look:

Link to comment
Share on other sites

Ti dirò, pur non avendo seguito da vicino la vicenda, istintivamente mi vien da dare ragione alla federazione di atletica. Il fatto che non sia agevolato su un fattore di velocità ma lo sia in quanto a riserve è un elemento significativo: alla fine vuol dire non aver bisogno di ossigenare i polpacci, non aver crampi ed abbassare l'urto di impatto del piede dal suolo, ed in una gara queste cose contano. Capisco che sia una persona disabile,però a livello agonistico tutti i concorrenti dovrebbero esser alla pari e lui, nonostante la menomazione, anche se ha solo un briciolo di vantaggio in piu' rispetto al livello di tutti gli altri concorrenti, non dovrebbe esser ammesso alle gare.

 

:look:

Link to comment
Share on other sites

Premetto che non seguo questo sport e quindi non posso parlare con cognizione di causa al 100%. Condivido quanto detto da GostHunter 77. Si potreebbe cadere, curiosamente, quasi in un caso di discriminazione al contrario. Dopotutto anche gli atleti normodotati si allenano molto, come fa lo stesso Pistorius, ma hanno diritto a competere in gare dove tutti possano competere alla pari. Pistorius potrebbe comunque competere con successo alle Paralimpiadi a cui ha già partecipato, mi pare, in passato. 

Link to comment
Share on other sites

Io la scelta di escluderlo dalle gare la condivido, pur manifestando la mia ammirazione per questo atleta e la mia solidarietà per la sua condizione di diversamente abile.

Supponiamo per assurdo che un atleta senza le proprie gambe si presentasse con delle gambe bioniche in grado di garantirgli delle prestazioni da record: sarebbe giusto farlo partecipare? la risposta è senza dubbio no.

Se vi è anche solo un dubbio (e vi è mi pare nel caso d specie) che le protesi gli diano un seppur minimo vantaggio sugli altri allora è giusto escluderlo.

Link to comment
Share on other sites

che ironia, un uomo che ha perso le gambe viene rifiutato dalle olimpiadi in quanto troppo avvantaggiato in una gara di corsa...

Davvero!! Il colmo proprio...Comunque, per quanto anch'io sia ben poco preparata sull'argomento atletica, devo ammettere che mi è dispiaciuto per oscar, benché sicuramente la decisione sia stata presa tenendo conto di considerazioni e conclusioni opportune.

Link to comment
Share on other sites

Pistorius deve poter partecipare.

 

Non mi convincono coloro che sostengono la sua inammissibilità alla competizione per via di un supposto vantaggio.

Ha un vantaggio reale: bene si apportino i necessari correttivi (zavorra, modifica delle protesi, ... )

Non ha un vantaggio reale: bene lo si faccia partecipare così com'è.

 

Il discorso del presunto vantaggio ha poi una sua ambiguità di fondo.

Chi potrebbe sostenere che un giocatore di pallavvolo alto 2,10 mt non sia avantaggiato rispetto ad un pur allenatissimo giocatore di 1,50 mt? Il fatto che il suo vantaggio sia di tipo "genetico" e non "tecnologico" non mi pare che sposti più di tanto la questione.

 

Ma se ci limitassimo a parlare di vantaggi "tecnologici" nel mondo sportivo non mancherebbero gli esempi: facile citare la Formula1 od il MotoGP ma tanta tecnologia esiste anche nello sci di fondo, nella vela, nel ciclismo, nel tennis... dove non sempre si perde per l'incapacità del "valore umano" quanto per l'inferiorità dell'"equipaggiamento tecnologico".

 

Ora, ad esempio, proprio nella Vela, dove è spesso assai complicato poter organizzare regate (soprattutto d'altura) con barche dello stesso modello, si calcolano tutta una serie di penalizzazioni che possono essere meramente tecnologiche (la zavorra) o calcolate sul tempo impiegato per completare la prova. Questo proprio al fine di poter permettere la partecipazione di imbarcazioni anche molto diverse tra loro senza compromettere la competizione.

 

Il problema di Pistorius è che non esistono altri come lui. Almeno in questo momento. Non è che tutti gli atleti privi di gambe e muniti di protesi come le sue sono in grado di ottenere i suoi stessi risultati... Tagliarlo fuori dalle competizioni nelle quali ha la possibilità di gareggiare mettendo a frutto il duro lavoro degli allenamenti sarebbe come limitare la sua dignità.

Link to comment
Share on other sites

ecco, anch'io sarei d'accordo con funeralblues. se effettivamente si è riusciti a capire che è avvantaggiato, gli si diano degli "handicap" tecnici. :look:

 

lo so mi è venuta male, ma non volevo fare nessuna battuta di cattivo gusto :look:

Link to comment
Share on other sites

Ma se ci limitassimo a parlare di vantaggi "tecnologici" nel mondo sportivo non mancherebbero gli esempi: facile citare la Formula1 od il MotoGP ma tanta tecnologia esiste anche nello sci di fondo, nella vela, nel ciclismo, nel tennis... dove non sempre si perde per l'incapacità del "valore umano" quanto per l'inferiorità dell'"equipaggiamento tecnologico".

 

Argh. A me definire "sport" la Formula1 e il Moto Gp e pensare di accostarli alla pallavolo o al ciclismo mi provoca un moto di repulsione. Non sono a conoscenza della definizione ufficiale della parola "sport", ma per come l'ho sempre vissuto io ciò che fa la differenza, ciò che determina la vittoria o la sconfitta, devono essere in massima parte le prestazioni fisiche e tecniche dei concorrenti. Mi sta bene che ci sia una minima componente di vantaggio di tipo "innovazione tecnologica" ma solo finchè rimane appunto minima, e che ad ogni modo giunga immediatamente a livellarsi in quanto tutti i concorrenti riescono a sfruttarla.

 

Insomma, la barca a vela delle regate di luna rossa non è uno sport nel senso in cui lo è il rugby o il calcio. Nel momento in cui tengo nascosto lo scafo della mia barca su cui ho speso miliardi in simulazioni numeriche e sperimentali per trovare la forma più idrodinamica possibile... troppi e troppo importanti sono i fattori estranei alla prestazione fisica. Certo è una forma di competizione che suscita comuque interesse e emozioni...  però chiamar sport sta roba qua mi fa molto storcere il naso: non so voi ma io quando dico "sport" ho in mente altro.

 

Vabè, per quanto riguarda il "caso Pistorius" (non una novità, ne ero al corrente da un po' di tempo) io sono d'accordo con la decisione della IAAF. Nel campo dell'atletica leggera tutto il discorso delle "tecnologie in aiuto" fatto in precedenza è ridotto men che all'osso. L'unico "espediente tecnologico" permesso in atletica sono le calzature (vedi ad esempio scarpe chiodate per la corsa e i salti), e vi garantisco per esperienza personale che con o senza chiodate la differenza si sente... ma tra un modello di scarpe chiodate da 100€ e uno da 1000 beh... non è un dettaglio in grado di avere un effetto sull'esito di una gara. Mentre per quanto riguarda i vari attrezzi per i lanci e aste per i salti ovviamente è tutto regolamentato e controllato.

 

Ora, bisogna prendere atto del fatto che qui si stia introducendo un elemento assolutamente alieno e mai visto prima d'ora sulle piste di atletica. Cioè, un CORRIDORE che al posto delle gambe ha due alette in fibra di carbonio. Io già in linea di principio metterei le mani avanti, pur con tutto il rispetto per l'atleta in questione e per la dedizione mostrata per la disciplina: dimostrare che correre su due alette di carbonio è la stessa cosa che correr con una struttura organica di ossa e muscoli capite anche voi che non è proprio una cosa banale... mi puzza come una questione su cui si finirebbe per fare un tot di studi diversi solo per non riuscire ad arrivare ad un parere uniforme.

 

Una regola sul divieto dell'utilizzo di protesi per me è sacrosanta, altrimenti chi ne esce più? Si farebbe a gara a chi riesce a rubacchiare di più senza farsi beccare dai controlli. E i controlli come si fa a metterli in opera? Bisognerebbe regolamentare pure quelli e sviluppare un organo di verifica. Se si presenta un lanciatore del peso con una protesi al braccio? Un saltatore in alto con una protesi alla caviglia? Vai a verificare te se ci sono o non ci sono vantaggi... diventerebbe davvero impraticabile secondo me come cosa. E le alette? Dovrebbe fornirle la IAAF stessa immagino. Se te ne approvo un "modello", chi mi dice che poi non ti presenti in pista con un modello diverso e più efficiente? Insomma, complicazioni a non finire.

 

Ad ogni modo... in questo caso pare che la maggior parte degli studi fatti dimostrino che un qualche guadagno in termine di prestazioni ci sia veramente. Anche pensando di abbassare l'efficienza delle alette per eliminare il vantaggio mi spiace ma ci si inizierebbe ad inoltrare su un sentiero che per come la vedo io porta un po' ad allontanarsi dallo spirito dell'atletica leggera, o almeno dal rigore e chiarezza e imparzialità di regolamento che richiedono le competizioni di alto livello.

Link to comment
Share on other sites

Pistorius deve poter partecipare.

 

Non mi convincono coloro che sostengono la sua inammissibilità alla competizione per via di un supposto vantaggio.

Ha un vantaggio reale: bene si apportino i necessari correttivi (zavorra, modifica delle protesi, ... )

Non ha un vantaggio reale: bene lo si faccia partecipare così com'è.

 

Il discorso del presunto vantaggio ha poi una sua ambiguità di fondo.

 

 

E che ambiguità di fondo...

 

Sono d'accordo con funeralblues: Pistorius deve poter partecipare, e l'alternativa che egli pone (ha un vantaggio reale/non ha un vantaggio reale) è quella giusta.

Link to comment
Share on other sites

...certo non si può giocare a tennis senza racchette o fare X gare di corsa per atelti di ogni possibile peso, altezza o altro.

 

Nessuna sopresa se il caso Pistorius ha destato attenzione, e se inizialmente c'è baruffa. E' un problema di convenzioni, che volendo si può allargare anche altrove: chiedersi ad esempio se una racchetta particolarmente costosa sia un vantaggio rispetto a chi non può permettersela. Finora, pare che nessuno si sia posto questo problema, o almeno non con così tanta eco da farlo arrivare sui giornali.

 

Comunque la soluzione più ragionevole sarebbe effettivamente regolarizzare le protesi, anche se è meno semplice di quanto sembri: per Pistorius quelle protesi sono le sue gambe (ma le userà sempre o solo per gareggiare/allenarsi? Non credo sia un dettaglio trascurabile...), non è come chiedere a un tennista di cambiare racchetta o a un velista di zavorrarsi la barca. Immagino sia molto più complicato per lui adattarsi diversamente, anche se forse farlo dovrebbe essere vista da lui come una sfida sportiva.

 

Poi è naturale che c'è chi ha le sue stesse protesi ma non corre allo stesso modo. Come è naturale che ci siano atleti migliori e peggiori di altri.

 

Come pure, naturalmente, mi spiace per lui...

Link to comment
Share on other sites

Credo che quelle siano protesi progettate per la competizione, tanto è vero che per simulare l'efficacia di una gamba si è dovuto

costruire qualcosa di molto difforme da una gamba, mentre nella protesi normale si cerca esteticamente di imitare la presenza di

una gamba assente: singolare rovesciamento di esito tecnico, no?

 

Da qui la percezione del senso di "alieno" che Morning Star ha ben spiegato, rispetto ad un suo ideale di sport,

molto classico, tendenzialmente puro, incontaminato, antitecnologico ( anche io non ho predilezione per il tecnologico nello sport

in linea generale... )

 

Ma il tecnologico negli sport senza strumenti ( siano racchette o macchine...) non si sposta direttamente sull'adulterazione del fisico?

Possiamo cioè tacere in questo discorso, il problema che gran parte dei medagliati olimpionici, lo sappiamo, sono fisici dopati ( il caso Jones necessitava veramente di una conferma giudiziaria...a livello di percezione? ) integralmente costruiti in modo artificiale?

 

Per certi versi gli sport con gli strumenti e con la competizione per lo strumento più performante sono gli sport con meno doping

perchè la gara sullo strumento è regolabile e palese. E lo dico pur ammettendo che a me piacciono di meno...

 

Qui si chiede di omologare delle protesi, ovvero uno strumento sostitutivo necessario, in uno sport senza strumenti.

Per prima cosa deve essere chiaro che sarebbe permesso in via di ipotesi come "protesi" per persone invalide attualmente

escluse. Certamente queste protesi non sono strumenti passivi ( come un'asta o un peso ) ma strumenti attivi e questo

pone enormi problemi di misurabilità sul vantaggio, ma secondo me è giusto concedere agli esclusi il diritto alla misurazione.

Link to comment
Share on other sites

Sicuro, mentre scrivevo il mio intervento avevo ben presente il problema del doping: dove non si può imbrogliare con l'espediente tecnologico si arriva comunque ahimé a farlo con quello farmacologico (con il dettaglio aggiuntivo che a volte l'atleta ci lascia la pelle oltre che alla faccia e alle medaglie nel caso lo becchino).

Il problema doping è vasto quanto il sistema di controlli presenti, controlli che sono tanto più severi quanto più è alto il livello della competizione (e i quattrini in palio).

Link to comment
Share on other sites

Discorso per me ipocrita, scusate.

 

Quelle protesi in carbonio mi sanno molto da "carrozzella a motore", scusate.

 

Forse non avrei dovuto leggere tanta letteratura cyberpunk;, ma do per scontato che presto (se già non nè così) le protesi meccaniche saranno davvero migliori dell'arto naturale.

 

Condivido l'eliminazione di Pistorius e invito lui e il suo ingegnere di pensare a una gara tra atleti "diversamente abilissimi".

Link to comment
Share on other sites

Il discorso di Hinzelmann non fa una piega.

Gran parte del bottino di medaglie vinte dalla Germania dell'Est nell'atletica (soprattutto femminile) tra gli anni '70 e gli anni '80 sono il risultato di esperimenti dopanti privi di ogni scrupolo e concepiti con il solo obiettivo di raggiungere la vittoria ad ogni costo.

Sulla "tecnologia" invisibile che attraversa anche il mondo dell'atletica si potrebbe aprire un dibattito importante ( pensate, al di là delle scarpette citate da The Morning, al ruolo del medico sportivo, delle diete alimentari cui sono sottoposti puntigliosamente gli atleti e che forniscono importanti miglioramenti delle prestazioni... ).

 

Ho letto proprio oggi che alcuni sportivi che hanno gareggiato utlimamente con  Pistorius hanno evidenziato un notevole handicap dell'atleta sui primi 200 metri ed un plausibile vantaggio nei successivi 200. Ho letto che molti non riescono a capacitarsi di come possa gestire una competizione atletica con strumenti assolutamente privi di ogni sensibilità. Ho letto di come sia riuscito in 4 anni a migliorare le sue prestazioni di circa 3 secondi (non il risultato di un semplice apporto tecnologico). Ho letto che i suoi avvocati hanno esplicitamente rischiesto di poter quantificare l'eventuale vantaggio affinchè possa essere opportunamente compensato. Ho letto che il suo attuale rendimento è comunque almeno di un secondo al di sotto dei tempi necessari per poter accedere alla fase conclusiva dei giochi olimpici...

Link to comment
Share on other sites

 

Una regola sul divieto dell'utilizzo di protesi per me è sacrosanta, altrimenti chi ne esce più? Si farebbe a gara a chi riesce a rubacchiare di più senza farsi beccare dai controlli. E i controlli come si fa a metterli in opera? Bisognerebbe regolamentare pure quelli e sviluppare un organo di verifica. Se si presenta un lanciatore del peso con una protesi al braccio? Un saltatore in alto con una protesi alla caviglia? Vai a verificare te se ci sono o non ci sono vantaggi... diventerebbe davvero impraticabile secondo me come cosa. E le alette? Dovrebbe fornirle la IAAF stessa immagino. Se te ne approvo un "modello", chi mi dice che poi non ti presenti in pista con un modello diverso e più efficiente? Insomma, complicazioni a non finire.

 

 

Tutto cose che andrebbero fatte, a mio parere. Di certo lo sport dovrebbe essere l'ultima cosa ad arroccarsi su stesso e rifiutare ogni apertura verso l'allargamento delle possibilità umane, peraltro, poi, solo per timore delle complicazioni. Al contrario, se non ci sono motivi per credere che una qualche innovazione, pur introducendo complicazioni, non pregiudichi la sportività, allora diventa un dovere includerla come valida, pur con un attenta regolarizzazione.

 

Poi, senza dubbio Pistorius non è che si è fatto mettere le protesi e il giorno dopo era già campione di corsa. Su questo possiamo stare sicuri. Ed è forse il lato più trascurato della faccenda. Sinceramente non ho ragione di dubitare che Oscar non si sia meritato con i suoi sforzi di arrivare dov'è.

 

Quanto al doping, c'è poco da fare: ci sarà sempre. Se dovessimo pensare che in fondo la sportività è già pregiudicata dalle varie frodi chimiche, allora le olimpiadi le dovremmo toglierle di mezzo e basta.

Link to comment
Share on other sites

Boh, in effetti in teoria immagino si possano benissimo legalizzare con una adeguata regolamentazione le alette in composito comunemente usate da atleti con menomazioni agli arti inferiori.

 

oscarpistorius_wideweb__470x312,0.jpg

 

width=320 height=400http://www.disabiledoc.it/it/wp-content/it-it-wp-udloads/2007/09/pistorius-gambe-2.jpg[/img]

 

Secondo me però la IAAF non lo fa per un discorso di "purezza" del fisico dell'atleta che sta molto a cuore all'atletica.

"Quello che riesci a fare devi arrivare a farlo col tuo corpo così com'è, pulito, senza (o quasi) aggiunte e alterazioni di nessun tipo che non siano la pratica e l'allenamento"

(considerazione che funziona benissimo applicata anche al problema doping)

 

Per protesi, carrozzine, ecc d'altra parte sono state create apposta le paralimpiadi.

Link to comment
Share on other sites

Sì, non lo metto in dubbio...secondo me Morning il discorso della IAAF è quello.

 

Lo stesso concetto viene però esaltato esteticamente in Olympia Fest der Schönheit

da Leni Riefenstahl.  Il chè ci deve mettere in allarme...soprattutto se dal piano estetico

passiamo alla sua razionalizzazione. Non dimentichiamoci che lo spirito olimpico è una

creazione tardo-romantica...una rivisitazione del classicismo in quella chiave.

 

Poi si potrebbe pure discutere del fatto che questi signori per l'appunto senza

gambe pretendono di cimentarsi in uno sport che necessita di gambe, con chi,

al contrario di loro, le ha...ma abbiamo noi il diritto di psicanalizzare questi signori?

 

Il ragionamento su questi signori inizia pericolosamente ad essere analogo a discorsi

che io ho sentito fare da Sgarbi, Buttiglione e Ferrara su di noi omosessuali....

E questo è un secondo campanello d'allarme.

 

Il terzo sono proprio le paraolimpiadi. Meritevole iniziativa nel momento in cui consente

socializzazione e agonismo a chi altrimenti non potrebbe...ma quando invece la possibilità

tecnicamente si pone, il discorso cambia. Il buonismo veltroniano che inventa le paraolimpiadi,

rischia di diventare, nella sua intrinseca debolezza, un pensiero discriminante: del tipo separate

but equal.

Link to comment
Share on other sites

Sulle Olimpiadi e sui campionati in genere ci sarebbero molte cose da dire.

Gli annali del Comitato Olimpico Internazionale sono pieni di situazioni paradossali.

 

Dorando Petri, maratoneta.Alle olimpiadi del 1908 primo assoluto al traguardo, con incolmabile vantaggio sul secondo venne squalificato perchè un giudice di gara gli sorresse un braccio in prossimità del traguardo.

Seppure il gesto fosse del tutto ininfluente sul risultato, venne considerato come aiuto indebito ( anche se non richiesto) e Petri perse il titolo

 

Francis Thorpe, meraviglioso e possente atleta, vincitore di diverse medaglie d'oro. Venne squalificato su reclamo di un concorrete perchè aveva gareggiato in precedenza come professionista, in una squadra di base ball.

Peccato che la squadra di base ball fosse poco piu' di una squadra dell'oratorio e che il meschino lo fece solo per guadagnare qualche soldo , per sbarcare il lunario.

Parentesi, il denunciante era un abbiente figlio di papà, che non aveva nessun bisogno di fare il professionista per vivere.

 

Poi c'è la questione del doping. Per doping si intende tutto l'insieme di sostanze che in qualche modo possono avvantaggiare il concorrente.

La materia è quanto mai opinabile in quanto l'elenco delle sostanze dopanti è chilometrico e continuamente riveduto e ampliato.

Qualora venisse dimostrato che l'azulene contenuto nella camomilla possa fornire dei "vantaggi", anche la bionda tisana della nonna verrebbe messa al bando.

 

Diciamo che lo sport agonistico "dilettantistico" è una mostruosa ipocrisia mutuata da tutti i comitati olimpici nazionali per puro interesse di bottega.

Sapete quale definizione da il CONI di "professionismo"? : "quello che tale viene definito dalle singole Federazioni"

Capito la morale? Per una Federazione un certo status è definito "professionista" e per altre no.

 

Poi ci sono i professionisti "mascherati" quelli che fanno i carabinieri, finanzieri, guardie forestali....sono "sponsorizzati" dall Stato ma non da imprese private; dunque sono considerati come dilettanti.

 

Poi c'è il fatto che gli sportivi non possono essere "pagati" dalle Federazioni; altrimenti rischierebbero di essere considerati professionisti. Nessun problema: basta erogare un lauto "assegno di studio" e la cosa è fatta.

 

In questo quadro idilliaco, quando vedo un caso come quello di Pistorius non posso fare altro che pensare che sia l'ennesimo episodio che conferma il teatrino dell'ipocrisia

Link to comment
Share on other sites

  • 3 months later...

pistorius.jpg

 

Ve lo ricordate Oscar Pistorius, atleta 20enne amputato bilaterale dotato di due protesi in fibra di carbonio (Cheetah)che fece richiesta di far parte dei Giochi Olimpici per atleti senza disabilità fisiche, visive o intellettive (in pratica, le Olimpiadi "classiche")?

 

Bene, all'inzio la richiesta fu respinta dall'IAAF (l'Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera), il quale definì le Cheetah un "vantaggio" nei confronti dell'atleta, che tramite il loro uso consumerebbe il 30% meno energia durante la corsa. Ora, invece, il TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) ha accettato la sua richiesta, definendo le prove portate contro di lui insufficienti a dimostrare il "bonus" che l'atleta trarrebbe dalle protesi.

 

Fonte

 

Pistorius dunque potrà tentare di partecipare a Pechino (il che non è automatico - deve ancora migliorare i suoi tempi per passare le selezioni), non nelle Paralimpiadi.

 

Voi cosa ne pensate? Io la trovo una decisione giusta e rispettabile. Non per buonismo, per carità - non me ne frega niente di Pistorius in sé come uomo - ma proprio per l'idea di un uomo determinato e con un obiettivo ambizioso in testa che riesca a competere contro la massa di gente idiota che lo relega ad "handicappato che cerca di correre contro i normali" (sic.)

Link to comment
Share on other sites

Ohhappyday

Sono molto contento per lui anche se a dire il vero rimane un pò il dubbio che paradossalmente sia facilitato. Se non altro potrà essere un simbolo per persone come lui :salut:.

Link to comment
Share on other sites

alysonmichelle

Discorso per me ipocrita, scusate.

 

Quelle protesi in carbonio mi sanno molto da "carrozzella a motore", scusate.

 

Forse non avrei dovuto leggere tanta letteratura cyberpunk;, ma do per scontato che presto (se già non nè così) le protesi meccaniche saranno davvero migliori dell'arto naturale.

 

Condivido l'eliminazione di Pistorius e invito lui e il suo ingegnere di pensare a una gara tra atleti "diversamente abilissimi".

 

 

 

Oh meno male che c'è qualcuno che la pensa come me.

 

Personalmente capisco e comprendo la situazioni nella quale si trova sto povero ragazzo senza gambe ma per questo mi dovrebbe far pena e dovrei abbonargli la sua partecipazione alle gare olimpiche?

 

Per sua disgrazia non ha più le gambe ed è giusto che gareggi nelle categorie di quelli "diversamente abili" e non con chi ha tutte le cosette apposto.

 

Mi rendo conto che è un discorso estremamente cinico e "bruto" ma io non sono mai stata una col cuore tenero e i casi umani non mi hanno mai addolcito e quello di Pistorius non è un eccezione. Questo voler essere bravi e buoni con tutti è un segno di ipocrisia bello e buono e io personalmente se gareggiassi alle gare olimpiche mi lamenterei non poco con chi ha avuto questa brillante idea di ammetterlo alle corse "normali"

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

×
×
  • Create New...