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E' morto Don Oreste Benzi


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Riminese d'adozione, non posso negare l'opera meritoria di questo individuo che - se ne potranno condividere o meno le idee - ha speso una vita in aiuto del prossimo, occupandosi di emarginati e bisognosi. Una vocazione che mi piacerebbe osservare con maggior frequenza nelle fila della Chiesa.

 

Di seguito posto l'articolo di Quotidiano.net (Resto del Carlino) in verde e le citazioni di Don Benzi sull'omosessualità raccolte da Gay.it in rosso.

 

Nel caso sarà più facile intavolare una discussione costruttiva.

 

 

Rimini, 2 novembre 2007 - Don Oreste Benzi, sacerdote fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, è morto questa notte per un attacco cardiaco. Il prelato aveva 82 anni. In base a quanto comunicato dalla segreteria della sua Comunità, don Benzi è deceduto intorno alle 2 presso la parrocchia della Resurrezione di Rimini. I funerali sono previsti per lunedì 5 novembre nel Duomo di Rimini, dalle 12 di oggi sarà allestita la camera ardente presso la parrocchia della Resurrezione.

 

Nato il 7 settembre 1925 a San Clemente in provincia di Forlì, don Benzi è entrato in seminario nel 1937 ed è stato ordinato sacerdote nel 1949. A lungo impegnato con i giovani, cui propone "un incontro simpatico con Cristo", nel 1972 ha guidato l'apertura della prima Casa Famiglia dell'Associazione Papa Giovanni XXIII a Coriano (Forlì).

 

Nell'ottobre 1950, come spiega il sito della sua Comunità, don Benzi viene chiamato in seminario a Rimini quale insegnante e quindi è nominato vice assistente della Gioventù Cattolica di Rimini (ne sarà poi Assistente nel 1952). E' in questo periodo che matura in lui la convinzione dell'importanza di essere presenti ai giovani adolescenti nei quali si formano i metri di misura definitivi dei valori di vita.

 

Riteneva fondamentale, infatti, realizzare una serie di attività che favorissero un "incontro simpatico con Cristo" per coinvolgere la maggior parte di teenager che venivano ad avere incontri decisivi per la loro formazione con tutti ad eccezione di Cristo. In questo progetto rientra anche la costruzione di una casa alpina ad Alba di Canazei (TN) per soggiorni di adolescenti, realizzata dal 1958 al 1961.

 

Mantenendo l'impegno fra gli adolescenti, nel 1953 don Benzi è nominato direttore spirituale nel seminario di Rimini per i giovani tra i 12 e i 17 anni. Attraverso tale compito (protrattosi fino al 1969) ha potuto approfondire più intensamente la conoscenza dell'animo giovanile. Nel frattempo, dal 1953, oltre al seminario, insegnava religione alla scuola Agraria "S. Giovanni Bosco" di Rimini, frequentata dagli adolescenti nei primi tre anni dopo le elementari. Nel 1959, continuando l'ufficio di padre spirituale in seminario e la presenza fra gli adolescenti in Diocesi, viene trasferito al Liceo Classico "Giulio Cesare" di Rimini, poi nel 1963 al Liceo Scientifico "Serpieri" di Rimini, ed infine nel 1969 al Liceo Scientifico "Volta" di Riccione. Tale esperienza, spiegano dalla Comunità, gli ha permesso di portare numerose attuazioni sul piano educativo tendenti a migliorare l'insegnamento di religione nella scuola, con il coinvolgimento dei giovani nella propria vita e nella presenza ai più poveri.

 

Nel 1968, con questo gruppetto di giovani e con alcuni altri sacerdoti dà vita all'Associazione Papa Giovanni XXIII. Dall'incontro con persone che nella vita non riuscirebbero a cavarsela da sole e grazie alla disponibilità a tempo pieno di alcuni giovani, Don Oreste Benzi guida l'apertura della prima Casa Famiglia dell'Associazione Papa Giovanni XXIII a Coriano (FO) il 3 luglio 1972. Nel 1983 l'associazione di don Benzi ottiene il riconoscimento di "aggregazione ecclesiale" da parte del vescovo della Diocesi di Rimini Mons. Giovanni Locatelli. Il 7 ottobre 1998 l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è riconosciuta come "Associazione Internazionale Privata di Fedeli di Diritto Pontificio" riconosciuta dal Pontificio Dicastero dei Laici.

 

Da oltre trent'anni la Comunità Papa Giovanni XXIII opera nel mondo dell'emarginazione in Italia e all'estero . E' presente in: Albania, Australia, Bangladesh, Bolivia, Brasile, Cile, Cina, Croazia, India, Italia, Kenya, Romania, Russia, Tanzania, Venezuela e Zambia. La vocazione specifica della Comunità è riassunta così: "Mossi dallo Spirito a seguire Gesù povero e servo, i membri della Comunità Papa Giovanni XXIII, per vocazione specifica, si impegnano a condividere direttamente la vita degli ultimi mettendo la propria vita con la loro vita, facendosi carico della loro situazione, mettendo la propria spalla sotto la loro croce, accettando di farsi liberare dal signore attraverso loro. L'amore ai fratelli poveri di cui si condivide la vita deve spingersi fino a cercare di togliere le cause che provocano il bisogno e quindi porta la Comunità ad impegnarsi seriamente nel sociale, con un'azione non violenta, per un mondo più giusto ed essere voce di chi non ha voce".

 

GLI ULTIMI MOMENTI DI VITA

 

"È stato sorridente fino alle fine, ci ha lasciato col sorriso". Così Giampiero Cofano, della segreteria dell'Associazione Giovanni XXIII, racconta la morte di Don Benzi, avvenuta nella notte. "Due giorni fa aveva avuto un dolore al cuore, all'aeroporto di Fiumicino, dopo un incontro con rappresentanti dei ministeri della Solidarietà sociale e della Salute. È stato subito assistito dai medici ma ha voluto comunque continuare il viaggio - riferisce Cofano - La notte è andato in discoteca, con il vescovo di San Marino, a parlare ai giovani. Ieri si era sottoposto a dei controlli e questa mattina avrebbe dovuto fare un intervento di angioplastica". Invece, all'1,30 di notte, l'attacco cardiaco: Don Benzi era in camera sua ed ha chiamato un altro sacerdote.

 

Tempestivo l'intervento dei medici del 118 che per 40-50 minuti hanno tentato di salvarlo. Ma il cuore non ha retto e intorno alle 2,20 è spirato. "Era consapevole, ha detto 'muoio, muoiò", prosegue Cofano. Secondo i medici da tempo doveva sopportare dolori fortissimi, ma non si lamentava mai e continuava la sua vita di viaggi incessanti in tutto il mondo, nelle 500 case-famiglia dell'Associazione presenti in 27 paesi (di cui 200 in Italia).

 

Da pochi giorni era tornato dal Cile e prossimamente doveva recarsi in Croazia e in Bolivia. "Faceva 25-30 viaggi intercontinentali l'anno. Non si è mai voluto fermare. Diceva di sè: "Sono una dinamo, se mi spengo mi fermo".

Alla parrocchia della Resurrezione, di cui Don Benzi è stato parroco per 25 anni, sono attese centinaia di persone per la camera ardente allestita dalle ore 12: ma molte migliaia di fedeli e amici accorreranno per il funerale, lunedì nel Duomo di Rimini.

 

IL TELEGRAMMA DEL PAPA

 

Un ''infaticabile apostolo della carita' a favore degli ultimi e degli indifesi'', capace di farsi carico ''di tanti gravi problemi sociali che affliggono il mondo contemporaneo''. Cosi' papa Benedetto XVI ricorda la figura di don Oreste Benzi in un telegramma di cordoglio, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, inviato al vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi.  "Non esiste scientificamente l'omosessualità, è una devianza". (Don Benzi durante il "Family Day", 12 maggio 2007, Roma.)

 

 

"Io mi rivolgo direttamente alle persone interessate: non esiste il diritto al riconoscimento delle unioni omosessuali. L'omosessualità può essere corretta e la deviazione psichica che le è propria rimossa. Io mi rivolgo a voi perché salviate l'identità del matrimonio naturale e cristiano. Solo voi potete salvarlo rifiutando ciò che non vi è proprio." (Don Oreste Benzi, appello pubblicato sul Corriere Romagna del 14 maggio 2006)

 

"Gli omosessuali acquisiti sono gli effeminati di cui parla la Scrittura e ai quali non è dato di entrare nel regno dei cieli. L'omosessualità acquisita è possibile superarla ed essendo un vizio deve essere rimossa a tutti i costi." (da La coppia oggi tra libertà dell'uomo e mistero di Dio - Editrice Guaraldi, Rimini)

 

"Il crollo dei parametri di riferimento per accettarsi come maschi nella società attuale completa il quadro degli elementi che creano condizioni favorevoli all'omosessualità." (da La coppia oggi tra libertà dell'uomo e mistero di Dio - Editrice Guaraldi, Rimini)

 

'A metà maggio, se il Family Day si farà, don Benzi porterà a Roma tutta la sua Comunità. "Saremo in prima fila - spiega - e con me vorrei ci fossero anche quei tantissimi gay e lesbiche cattolici che conosco da anni e che stimo immensamente". Gay e lesbiche cattolici? "Esattamente. Sono tantissimi e vivono la loro condizione cristianamente, fedeli cioè a una vita di castità, impegnati in tutti i campi dell’attività umana".' (da il Riformista - 17 marzo 2007)

 

"E' tanto vero che l'omosessualità è dovuta all'ego-distonico che non sono pochi gli omosessuali che diventano schizofrenici per il contrasto interiore che si crea nell'inconscio in cui il maschio e la donna che vivono da omosessuali permangono veri maschi e vere femmine mentre il comportamento pratico è contro la loro vera identità sessuale. Il riconoscimento delle cosiddette coppie omosessuali è un’offesa agli stessi omosessuali sia perché coppie non sono e nemmeno omosessuali.soltanto il 25 percento degli omosessuali maschi è in grado di avere relazioni prolungate. Il 28 percento degli omosessuali maschi riferisce di aver avuto più di mille partner e a causa di questa promiscuità sono molto frequenti le malattie a contagio sessuale come l'Aids.(...) Soltanto il 5 percento degli omosessuali maschi ha atteggiamenti di effeminatezza, mentre la maggior parte è disgustata da questi comportamenti. In molti omosessualli c’è una prevalenza di depressioni, malattie psicosomatiche, e suicidi maggiore rispetto alla popolazione generale. Molti omosessuali col passare dell'età vengono respinti dalla stessa cultura omosessuale (Merck). Il Parlamento, non può creare nuovi tipi di famiglia che non esistono e non possono esistere". (dalla sua rubrica sul Corriere Romagna a proposito dei DiCo)

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Esistono individui - anche preti - che pur dedicando la loro vita al prossimo non spalano merda sugli omosessuali. Bruci all'inferno questo Oreste Benzi, per quanto mi riguarda.

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Quoto Eru e ringrazio THX 1138 (bentornato! :gha:) per il link. Escludo che una simile persona, con questa omofobia di rango, peraltro, bassissimo, possa avere compreso realmente l'animo dei giovani o concepito il sentimento della carità. Nella sue espressioni omofobe c'è risentimento, esclusione, condanna, deiezione. Al massimo sarà stato uno schizofrenico.

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Pur trovando il commento di Isher piuttosto duro, non posso che condividerlo in toto.

 

Io d'istinto ho avuto una reazione dai toni ben peggior, infatti, quando ho saputo della sua morte, ho subito pensato:"uno di meno".

 

Gia', uno di meno che predica l'omofobia, uno di meno che semina ignoranza, uno di meno che non ha voluto capire e aprire il cuore sino in fondo.

 

Nessuno qui critica cio' che l'uomo ha saputo fare, ma bisogna prendere atto, con tristezza, anche di tutto cio' che non ha saputo vedere, forse colpa anche di una generazione che, dal punto di vista della realta' omosessuale, e' nata nelle preistoria, ma questa non potra' mai essere un'attenuante nei suoi confronti, perche' se loro predicano tanto l'amore, quello assoluto, allora perche' ne praticano invece uno che discrimina?  Il relativismo, che tanto deprecano, non e' forse il loro che esclude una parte di uomini e donne dall'amore e dal rispetto?

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Don Oreste Benzi...sicuramente deve essere rispettato per la sua generosità ed umiltà verso il prossimo perchè diciamo di questi uomini ce ne sono veramente pochi a questo mondo, anche se sarebbe stato perfetto se avesse compreso del tutto l'omosessualità. E di questo non credo che si possa fargliene una colpa  :(, o comunque non gli si può inveire contro...ci credeva veramente nonostante dicesse cose assurde secondo molti del mondo omosessuale. Pace all'anima sua :gha:.

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Non aveva ben chiaro il senso di amore e quello di perdono ed è forse la cosa peggiore che si può dire a un cristiano che ha la pretesa di essere tale.

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FreeSpiritRis

Alcuni giudizi post morte mi sembrano eccessivi... perfetto nn lo è nessuno...

nn si può negare la sua opera pastorale... sicuramente diversa dai molti "preti" chiusi nelle loro sacrestie.

Buon viaggio.

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nn si può negare la sua opera pastorale... 

 

 

Il problema, FreeSpiritRis, è che l'espressione omofobica e antigay di don Benzi faceva parte integrante, per lui stesso e per lui per primo, della sua opera pastorale...

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Auguro a Don Benzi di avere una prossima vita piena di opportunità per avvicinarsi al vero sentiero dell'amore assoluto, il sentiero che i santissimi buddha anno tracciato per noi verso il Nirvana

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Don Oreste Benzi...sicuramente deve essere rispettato per la sua generosità ed umiltà verso il prossimo perchè diciamo di questi uomini ce ne sono veramente pochi a questo mondo, anche se sarebbe stato perfetto se avesse compreso del tutto l'omosessualità. E di questo non credo che si possa fargliene una colpa  :(, o comunque non gli si può inveire contro...ci credeva veramente nonostante dicesse cose assurde secondo molti del mondo omosessuale. Pace all'anima sua :gha:.

 

La penso così anche io...

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Personalmente mi ha fatto davvero male leggere alcuni commetti sull'ormai defunto don Benzi. Mi fa invece ridere con un certo sarcasmo leggere alcuni post che predicano l'amore assoluto e che poi spalano chili di merda su un uomo che ha dato tutta la sua vita per ciò che credeva e al quale deve comunque andare tutto il nostro rispetto.

 

Lo so che l'omofobia era un punto saldo della sua azione pastorale, ma lui condannava la pratica omosessuale e non l'omosessuale, che anzi, attraverso la sua opera (antica, superata, omofobica fin che volete), lui voleva aiutare, indicando un modo diverso per vivere la propria condizione. E questo lo faceva per "amore" e non certo per odio, partendo probablmente da una visione distorta dell'omosessualità, e rileggendola in chiave cristiana.

 

Permettetemi di dire un disgustato VERGOGNA! a tutti coloro che si sono permessi di mancare di rispetto a quest'uomo, che non merita certo di bruciare nell'inferno.

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Caro Orpheo, non dubito che Don Benzi volesse aiutare gli omosessuali, il punto è che lui intendeva aiutarli a non essere omosessuali, più o meno come intendeva aiutare le prostitute, facendole smettere di prostituirsi ( e NELLA misura in cui fossero decise a cambiar Vita...)

 

Già questo sarebbe un aiuto "peloso", di stampo caritatevole, che sembra fatto più per ( e a misura de) la coscienza di chi la carità impartisce,

piuttosto che per il destinatario d'aiuto... ( ma dov'è allora la generosità dell'aiuto? )

 

Ma c'è di più, se ti vai a leggere le sue dichiarazioni sull'omosessualità:

1) nel momento in cui gli omosessuali rivendicano l'omosessualità politicamente, da peccatori impenitenti diventano nemici della chiesa

2) per sostenere che gli omosessuali sbagliano a porre rivendicazioni, non basta più dire che peccano ( argomento che pure i cattolici oramai ritengono irrilevante ai fini di un pubblico dibattito ) bisogna dire che sono malati di mente ( distonici, schizofrenici )

3) bisogna dirlo a tutti, non ai fedeli e nei termini della chiesa, ma con termini sceintifici in modo laico ( e allora l'amore cristiano diventa retorica

mera cornice di un discorso ideologico )

 

Ora, io mi sono visto la videointervista...

onestamente non ho provato rabbia: mi son parse le dichiarazioni di una persona ignorante, intellettualmente insignificante, francamente ridicola nell'approccio al tema. Mi sono anche chiesto come una persona, diciamocelo così modesta e mediocre, possa aver rivestito un ruolo di tale preminenza nella chiesa...potendo sembrare al più un curato di campagna semianalfabeta, ma questo è un altro discorso.

 

Restano le sue dichiarazioni:

1) non posso ignorare quanto male possano aver fatto a chi le abbia recepite, non avendo i mezzi critici per respingerle

2) sono dichiarazioni al veleno,rivestite di miele...la loro pericolosità, come quella di tutti questi personaggi, è appunto il fatto che dicono cose che potrebbero essere dette da persone con i bracciali con la svastica, ma che vengono legittimate dal miele con cui son circonfuse.

 

Quindi è ammissibile non arrabbiarsi, nella misura in cui il meccanismo perverso sia scoperto e riconosciuto, che si rifiuti proprio ciò che tu ravvisi e rivendichi: il presunto "amore" di chi le abbia proferite.

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Non vedo in base a quale idiotissima logica dovrei del rispetto ad una persona sulla sola base del fatto che abbia dedicato la sua vita a qualcosa in cui credeva. Anche Eichmann ha dedicato la sua vita a qualcosa in cui credeva.

Per quanto mi riguarda, questo Oreste Benzi non era altro che una lurida serpe, dedita unicamente alla produzione di sordide deiezioni malamente rivestite di falso amore e falsa carità cristiana ma trasudanti veleno.

Disprezzo a lui e sommo compatimento per chi abbocca.

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Lo so che l'omofobia era un punto saldo della sua azione pastorale, ma lui condannava la pratica omosessuale e non l'omosessuale, che anzi, attraverso la sua opera (antica, superata, omofobica fin che volete), lui voleva aiutare, indicando un modo diverso per vivere la propria condizione

 

Adesso mi sento proprio sollevato, grazie per avermi chiarito le idee.

 

In effetti ero proprio uno sciocco per non aver colto la differenza fra omosessuale e omosessuale praticante.

 

Noi gay praticanti dovremmo comprendere che quelli che ci vogliono "raddrizzare" lo fanno solo perche' spinti da un'amore profondo, e siamo noi a spalare "merda" su di loro che invece vorrebbero cambiarci per renderci idonei ed acettabili in questa societa' che noi stessi contribuiamo a rendere immonda!

 

GRAZIE!

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Mi ha colpito ed in una certa misura condivido  il ritratto che ne dà Michele Marziani:

 

"Don Oreste Benzi è morto. Non lo frequentavo più da tanti, tantissimi anni, ma una persona che se ne va riapre sempre dei pezzi di vita. In passato ho molto apprezzato del suo lavoro, il suo stare con i poveri, con quelli che lui chiamava gli ultimi. L'ho apprezzato al punto che a metà degli anni Ottanta mi sono avvicinato alla religione proprio affascinato dal lavoro che svolgevano allora don Benzi e la comunità Papa Giovanni XXIII. Il nostro rapporto è stato talmente forte che ho diretto il giornale della sua comunità, Sempre, dal 1986 fino al 1989. Ed è stato un percorso importante: mi viene in mente solo lo spazio enorme che abbiamo dato ai "dissociati", a chi si staccava dalla lotta armata senza "pentirsi" e le inchieste, forti, che abbiamo fatto sul carcere, sulla povertà, sull'handicap, sulla droga. Sulla droga ci siamo separati: lui convinto assertore del divieto, della punizione, di uno stato etico, appoggiò la legge Jervolino Vassalli, io antiproibizionista da sempre, su quella legge che puniva chi già era punito dalla vita non riuscì a trovare un compromesso con me stesso e me ne andai. E non ci avevano prima separato le questioni su Dio, perché su quelle lui sapeva andare forse più a fondo. Mi permetto un ricordo, personale, intimo, molto forte. Quando ho provato ad avvicinarmi alla fede, ho fatto quello che nella comunità Papa Giovanni XXIII si chiama "anno di esperienza", cioè un percorso, in una casa famiglia, in una struttura di accoglienza, per sperimentare i cinque punti su ci si basa la "vocazione" della comunità: condividere la vita degli ultimi, condurre una vita da poveri, lasciarsi guidare nell'obbedienza, dare spazio alla preghiera e alla contemplazione, vivere la fraternità secondo il Vangelo. Alla fine di quest'anno parlammo a lungo e io spiegai a don Benzi che di tutte quelle cose l'unica che mi affascinava, in cui potevo credere, era condividere la vita degli ultimi, su molte delle altre non ero proprio d'accordo e mi rimanevano i dubbi sull'esistenza di Dio. Quindi la cosa non faceva per me. Don Benzi sapeva stupire e infatti mi stupì dicendo che in fondo bastava, che il resto non era importante. Neppure l'esistenza di Dio? No, mi rispose, tanto esiste lo stesso anche se tu pensi che non sia possibile. Conclusione: sicuramente avevo la vocazione per far parte della sua comunità. La storia poi ci ha portati lontano, felici di incontrarci le volte che capitava, di abbracciarci, ma sempre più distanti, su alcune scelte ci sono stati abissi. Dell'uomo, dell'Oreste Benzi che ho frequentato a lungo, posso dire che ci credeva davvero, sempre e fino in fondo. Occupandosi di persone e di cose di cui tutti, spesso in modo colpevole, ci dimentichiamo. Magari lo faceva in maniera sbagliata, però lo faceva."

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Secondo me si sta un pò esagerando, non vedo il motivo di tutto questo accanimento contro quest'uomo...ok, ci dice che siamo dei malati di mente e viviamo nel peccato, ma bisogna anche considerare che era una persona molto anziana(e nella Chiesa ce ne sono molte), quindi è anche normale che sia di un certo "stampo". Credo che qui non ci si debba riferire tanto sul cosa ha fatto, ma con quali intenzioni. Ora, non voglio agitare polveroni inutili :roll:, ma anche noi non possiamo confermare al 100% i motivi per cui esiste l'omosessualità o perchè lo si è: non credo ci si possa basare tanto sul fatto che "per istinto" o "per logica" sappiamo che è una cosa naturale. Non ci sono prove nè da una parte(la nostra), nè dall'altra(Chiesa & Co.)...ora, almeno secondo il mio vivere e agire, fino a quando qualcuno non mi nega la libertà e diritti sinceramente di quello che pensa sull'omosessualità me ne frego assai, ma appena cominciare a mettere i bastoni fra le ruote, lì si che bisogna cominciare a criticare(sempre nel rispetto della persona). Quindi, la Chiesa non può danneggiarci grandemente, per tre semplici motivi:

1)La Chiesa non governa l'Italia

2)Tutto ciò che il papa (e di conseguenza i suoi seguaci) afferma riguardo l'omosessualità, è fuori ex cathedra.

3)Le Sacre scritture non si riferiscono sempre direttamente all'omosessualità e sono state scritte da UOMINI ispirati da Dio(non possiamo neanche sapere se siano state modificate)

 

Ragion per cui a mio parere non si dovrebbe condannare in questo modo Benzi, perchè in primis ci credeva anche se in errore, in secundis si occupò anche di bisognosi ed emarginati, quindi la sua carità o generosità o umiltà chiamatela come volete, non era incentrata solo sugli omosessuali. Prendiamo questo clerico nella sua totalità, non sembra giusto rimproverarlo per un'opinione (nonostante fosse estrema) diversa dalla nostra.

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Mi verrebbe da dire...

 

Già gli "ultimi" sono ultimi....pure Don Benzi gli deve toccare !!??!! :roll:

 

Cioè intendo, non è che i Don Benzi della situazione servono per rimuovere

i sensi di colpa per problemi di cui non vogliamo occuparci e per i quali pure

una soluzione alla "Don Benzi" può bastare?

 

Don Benzi diceva che per far parte della sua Comunità non era necessario credere in Dio, ma bastava avere la vocazione di servire gli ultimi,

tuttavia questo non gli impediva di essere rigidamente a favore dello stato etico.

 

Diamo per scontato che non fosse un espediente pretesco per trattenere un collaboratore abile...e che gli serviva :ok:

( d'altronde qualche talento organizzativo, avrà pur dovuto averlo....)

 

Non mi sembra un modo esemplare di andare a fondo sui temi della religione e della spiritualità.

 

Io preferirei un prete spiritualmente più esigente, ma meno sensibile ai temi dello stato etico.

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Sicuramente Don Oreste Benzi a fatto molto per molte persone, ma ciò non toglie che lui non è riuscito a comprendere fino in fondo il vero significato della parola amore.

l'amore verso il prossimo non è tirarlo fuori dalle tenebre per giudicarlo e spingerlo a seguire la nostra strada, il vero amore e tirare fuori dalle tenebre chiunque rivolgendo sempre uno sguardo affettuoso e una mano con il palmo rivolto verso l'alto in segno di disponibilità (E non un dito a indicare in segno di giudizio), ed essere sempre pronti a ritirare fuori lo stesso individuo un infinità di volte, anche a costo di farci del male, senza mai pretendere niente e senza mai giudicare.

 

é questa l'infinità compassione che i Bodhisattva ci insegnano, sentire il dolore altrui fino a farlo nostro, e non è possibile raggiungere questo stato amore e perfezione se ci crediamo immuni dal dolore e estranei ai sofferenti

 

Don Oreste Benzi, a mio avviso, non ha saputo spogliarsi della propria carica e scendere dal piedistallo delle proprie convinzioni, ed e per questo che non si può sapere con sicurezza se a lui si destinato reincarnarsi in un piano di esistenza superiore o inferiore (O per chi è cristiano, non possiamo sapere  a quale regno dei 3 sarà destinato)

 

Se c'è gente che ora come ora che desidera augurargli ogni male, non c'è da stupirsene, questo accade anche grazie al karma negativo che deve aver prodotto, e non c'è niente di vergognoso nel esprimere i propri pensieri. Don Oreste come tutti riceve (meritatamente a mio avviso) quello che si è meritato

 

Concludo augurando a Don Oreste Benzi, di avere l'opportunità di raggiungere velocemente la comprensione del verò amore che spero lo conduca all'illuminazione

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Non vedo perchè la sua morte dovrebbe in qualche modo cambiare quello che ho sempre pensato di lui.

Era un integralista cattolico omofobo della peggiore specie.

Certo, per la maggiorparte delle persone questo è un aspetto del tutto  inisignificante, di certo non lo è per me.

Alla fine la penso come Dago: -uno di meno-

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