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La Cassazione: l'omosessualità è un diritto!


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Nel giorno in cui una coppia gay veniva arrestata per essersi baciata per strada a Roma, la Cassazione stabiliva che "l'omosessualità è espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità". Ironico, a dir poco.http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/cassazione-gay/cassazione-gay/cassazione-gay.html

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Finalmente una buona notizia!!Anche se le sentenze della corte non sono vincolanti nel futuro è già un grande passo avanti per tutta la comunità lgbtCosa diranno ora i cattolici? :asd: :P

Roma, 27 lug. - (Adnkronos) - La Cassazione apre ai gay, riconoscendo che "l'omosessualità va riconosciuta in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propriapersonalità".Insomma, sottolinea piazza Cavour, ognuno ha il diritto di vivere "senza condizionamenti".Un unico passaggio di una sentenza (la 16417 della prima sezione civile) nella quale la suprema Corte si è occupata del caso di un senegalese che sostenva di essere gay che chiedeva di non essere espulso nel Senegal poiché nel suo paese d'origine l'omosessualità era punita con la reclusione.L'extracomunitario, come prova della sua omosessualità, adduceva il fatto di essersi iscritto a due associazioni omosessuali, una delle quali l'Arcigay, subito dopo il suo ingresso in Italia.Per la verità la suprema Corte, pur non decidendo sul caso specifico in quanto sottolinea che la semplice iscrizione ad una associazione gay non è di per se indice dell'omosessualità della persona, in un passaggio della sentenza concorda in pieno con il giudice di pace di Torino che nel dicembre del 2004, dando ragione al senegalese Cheick F., aveva sostenuto che l'omosessualità va riconosciuta "come condizione dell'uomo degna di tutela, in conformita ai precetti costituzionali".Assunto ritenuto pienamente "condivisibile" da piazza Cavour che sottolinea come "la libertà sessuale va intesa anche come libertà di vivere senza condizionamenti e restrizioni delle proprie preferenze sessuali, in quanto espressione del diritto alla realizzazione dellla propria responsabilità tutelato dall'art. 2 della Costituzione".La difesa dell'omosessualità, dunque, come principio generale perché nel caso specifico la suprema Corte deve invece mettere in guardia sul fatto che la dichiarazione di omosessualità per evitare un'espulsione "potrebbe dare adito a strumentalizzazioni e ad agevoli elusioni della disciplina generale".Nel caso in questione, infatti, la prova della omosessualità del senegalese era stata dedotta dal giudice di pace torinese sulla base del fatto che l'uomo, "in tempi non sospetti, subito dopo il suo ingresso in italia" si era iscritto all'Arcigay e ad un altro club riservato agli omosessuali.A tale riguardo la suprema Corte ricorda che "la semplice iscrizione ad un club di omosessuali non" rappresenta "una prova sufficiente a dare dimostrazione di una omosessualità dichiarata dell'iscritto".Detto questo, il relatore Carlo Piccininni al giudice di pace di Torino al quale ha rinviato il caso accogliendo il ricorso della Prefettura torinese, ricorda che "ai fini dell'accertamento della ravvisabilità o meno di un fatto persecutorio occorre stabilire se la legislazione senegalese preveda come reato il fatto in sedell'omosessualità (ipotesi che certamente varrebbe in se ad integrarne gli estremi), ovvero soltanto l'ostentazione delle pratiche omosessuali non conforme al sentimento pubblico di quel paese atteso che, in tale ultimo caso, il divieto non si sottrarrebbe al principio di ragionevolezza".In conclusione, gli 'ermellini' ricordano che solo nella prima ipotesi "sarebbe ravvisabile un fatto persecutorio, alla stregua dei principi generali di libertà e dignità della persona" che vogliono che anche l'omosessualita' vada riconosciuta "in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria personalita'" tutelato dalla Costituzione stessa.---Nota stampa. On. Grillini (SD). Cassazione. Positiva sentenza su omosessualità diritto identità.Non possiamo che essere soddisfatti per la sentenza della Corte di Cassazione che, in riferimento ad un procedimento per la richiesta di non espulsione di un immigrato senegalese gay perseguitato come tale nel suo Paese, ha affermato: “l'omosessualità va riconosciuta in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità”.E' la prima volta che la Cassazione fa riferimento all’omosessualità per ribadire che il diritto alla realizzazione della propria identità è universale ed è garantito dalla Costituzione. È molto importante che questo sia ribadito anche dalla sentenza della Corte che ne interpreta correttamente l’articolo due.La sentenza conferma quanto già più volte affermato dalla Corte Costituzionale, in particolare quando, nel 1983, riconobbe e difese il diritto all’identità e realizzazione personale in riferimento alle persone transessuali.Per quanto riguarda gli omosessuali il diritto all’identità si esplica, in particolar modo, nella possibilità, di viversi come tali senza doversi nascondere, in un ambiente privo di discriminazioni, persecuzioni, omofobia e violenza.Un omosessuale realizza la propria identità se non è costretto alla doppia vita e alla clandestinità.Nel caso specifico occorrerà stabilire criteri di accertamento in modo tale che le richieste di non espulsione motivate da orientamento sessuale possano avere un iter certo e rapido.On. Franco GrilliniSinistra Democratica
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Molto bene ... solo una cosa mi lascia un pò perplesso:

A tale riguardo la suprema Corte ricorda che "la semplice iscrizione ad un club di omosessuali non" rappresenta "una prova sufficiente a dare dimostrazione di una omosessualità dichiarata dell'iscritto"
e che prove vogliono per essere sicuri che uno sia omosessuale? che faccia un pom**no al giudice? :asd:Purtroppo i gay non si possono sposare altrimenti quella sarebbe stata una prova inconfutabile :kiss:
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Beh, c'è gente che si sposa solo per il visto o il permesso del soggiorno o cose del genere... :)Le prove dovrebbero essere ricercate a monte... prima del motivo scatenante... però in questo caso che si fa? Si và nel paese di provenienza della persona e si indaga? :SIn effetti anche l'iscrizione a circoli e associazioni non so quanto valga come prova...Però tanto i furbi ci sono comunque, quindi meglio in questo modo forse... :kiss:

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Sì infatti! L'iscrizione ad un circolo gay non è una prova altrimenti tutti s'iscriverebbero e nessuno sarebbe rimpatriabile :kiss:

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Singolare che i Giudici del diritto usino del vocabolo di "omosessuale", il quale, com'è noto, fu escogitato, dalla medicina del secolo trascorso, per significare quella demenza, per cui un uomo inclinasse ad accendersi d'amore per un altro uomo del suo medesimo sesso.Come dire che, se alcuno sia malato di lebbra e non voglia essere curato, ha diritto di vivere senza impedimenti la propria condizione di malato di lebbra, "in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità tutelato dall'art. 2 della Costituzione".Sia pure: le opinioni possono essere varie circa ciò che sia sanità o che sia morbo. Tuttavia mi pare che la Corte di Cassazione non tratti dell'affezione amorosa tra uomini, ma bensì solamente degli atti venerei che questi possano compire.In vero essa scrive, se la citazione è corretta: "la libertà sessuale va intesa anche come libertà di vivere senza condizionamenti e restrizioni delle proprie preferenze sessuali, in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità tutelato dall'art. 2 della Costituzione".In somma, se alcuno vuole giacere con un aratro, perché reputa eccitante il timone e voluttuosa la lama, può ben farlo, in virtù della libertà di vivere stimolando il suo sesso come meglio reputi opportuno ed infilandolo dove meglio creda.Quale concessione all'amor Greco mi pare assai angusta, benché io non possa negare che, come ammonisce il proverbio, chi si contenta goda.In somma, nessuno potrà, a norma di legge e di morale, giurare fedeltà all'amato; ma chiunque voglia potrà, a buon diritto e benedetto dalla giurispudenza, inserire il suo pube eccitato in ogni buco; anche nel buco d'un ragno.Anakreon.

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Singolare che i Giudici del diritto usino del vocabolo di "omosessuale", il quale, com'è noto, fu escogitato, dalla medicina del secolo trascorso, per significare quella demenza, per cui un uomo inclinasse ad accendersi d'amore per un altro uomo del suo medesimo sesso.
I giudici non sono medici e possono non sapere la storia del termine: il termine è entrato tranquillamente nel linguaggio comune quindi non capisco la critica. Mi sembra una puntigliosa critica alimentata da un politicamente corretto estremo.Per il resto bisognerebbe la sentenza. Probabilmente la corte considera inevitabile e non patologica la condizione omosessuale allineandosi alla letteratura scientifica maggioritaria :salut:P.S. La stampa cattolica intanto tace: forse stanno aspettando direttive dal vaticano :kiss:
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Caro Zucchero,è possibile che i giudici ignorino anche le leggi:non sarebbe cosa, per cui stupire.Per altro, non mi pare che i giudici Italiani e, singolarmente, quelli della Corte di Cassazione, siano per lo più molto giovani:difficile supporre che ignorino quale sia stato l'uso della voce ai tempi della loro gioventù e della mia adolescenza.Comunque sia, a me il vocabolo non piace, ancorché io possa consentire Teco che abbia oggi assunto un significato un po' diverso, che abbia avuto in principio:ma l'origine immonda permane.Anakreon.

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Singolare che i Giudici del diritto usino del vocabolo di "omosessuale", il quale, com'è noto, fu escogitato, dalla medicina del secolo trascorso, per significare quella demenza, per cui un uomo inclinasse ad accendersi d'amore per un altro uomo del suo medesimo sesso.
Non è neanche troppo singolare, se ci pensi.Certe persone si accorgono del tempo che avanza e dei cambiamenti che intervengono nel legame tra significante e significato delle parole. Altre persone, invece, no...
Comunque sia, a me il vocabolo non piace, ancorché io possa consentire Teco che abbia oggi assunto un significato un po' diverso, che abbia avuto in principio:ma l'origine immonda permane.
Immagino che quelli della Corte suprema saranno ben lieti di stilare una Anakreon Special Edition della sentenza per non ferire il tuo senso estetico. "L'amor Greco va riconosciuto in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità" suona decisamente meglio, in effetti...
Come dire che, se alcuno sia malato di lebbra e non voglia essere curato, ha diritto di vivere senza impedimenti la propria condizione di malato di lebbra, "in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità tutelato dall'art. 2 della Costituzione".
Come dire che, ovviamente, si sta parlando d'altro e che, altrettanto ovviamente, l'esempio non è dei più azzeccati.
Quale concessione all'amor Greco mi pare assai angusta, benché io non possa negare che, come ammonisce il proverbio, chi si contenta goda.
Non sono affatto d'accordo. Quello che ai più disturba dell'omosessualità è, guarda un po', la dinamica del rapporto (omo)sessuale: vedono due ragazzi che si tengono per mano per strada e inorridiscono, immaginandoli – meglio: tentando di non immaginarli – nell'atto della penetrazione. Poi, magari, vanno in Parlamento e legiferano contro le unioni civili, parlando di etica, valori e princìpi morali...Una sentenza come questa, quindi, non è un passo così modesto, secondo me.Ossequi all'aratro,Gerione.
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Caro Mostro Tricipite,mi pare intendere che Tu Ti contenti.Saluti al godimento ed ossequii all'immodestia dei passi.Anakreon.

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Caro uomo che fuggì dal futuro, dal presente e pure dal passato prossimo,per quale motivo non dovrei essere soddisfatto della sentenza? Perché negli stralci che i giornali riportano si parla "solo" di libertà sessuale? Perché la Cassazione - nel validare l'interpretazione dell'articolo 2 da parte del giudice di Torino - non ha colto la palla al balzo per sostituirsi al Parlamento e redigere, già che c'era, la legge sulle unioni civili?Saluti,Gerione.

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Caro Mostro Tricipite,è lecito essere sia sodifatti sia insodisfatti d'ogni atto umano e d'ogni caso mortale:siano essi sentenze, passati, più o meno prossimi, presenti o futuri, se pur li possiamo congetturare.Per parte mia, ho voluto notare che cosa, a mio giudizio, la sentenza dica e che cosa non dica:mi pare, cioè, essa tratti piuttosto di congiunzioni veneree, che d'affezioni amorose.Non ho lette confutazioni di quest'interpretazione mia, che pure potrebb'essere errata; ma solo querele perché l'ho interpretata altrimenti, che l'avete interpretata Voi.Per altro, anch'io so contentarmi.Anakreon.

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NorwegianWood
E quale termine non obsoleto avrebbero dovuto usare, di grazia, i non troppo giovani giudici della Cassazione? Gay, Frocio, Pinguino, Finocchio, Cippirimerlo? Va bene l'etimologia, d'accordo la ricostruzione storico-filologica di un termine e di ciò che implica(va), ma non cavilliamo. Stiamo ai fatti e lasciamo fuori la retorica e il vuoto di cui i retori amano riempirsi la bocca. Non è questione di essere umili o di contentarsi; è questione di scendere da un piedistallo. E finiamola coi calembour sui nick degli altri utenti, ridotti ad improbabili italianizzazioni.
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Aahahah Anak non si smemtisce mai. :asd:Caratteristiche Anakreontiche:1 stile classicheggiante2 lessico puristico3 idee controcorrente e in gran parte antiquate (vedi amor greco)4 spaccatura del capello in otto  :DCmq a parte la sentenza della cassazione che magari si può leggere in modo meno "cattivo" de quello di Anakreon, lui ha toccato un punto importante quando diceIn somma, nessuno potrà, a norma di legge e di morale, giurare fedeltà all'amato;  ma chiunque voglia potrà, a buon diritto e benedetto dalla giurispudenza, inserire il suo pube eccitato in ogni buco;   anche nel buco d'un ragno.E' un fatto che molti etero sopportano l'amore gay esclusivamente come un fatto di espressione della sessualità e magari sono pure disposti a chiudere gli occhi e a farsi il "frocio" di turno in nome della libertà sessuale e della ricerca del massimo piacere.Ma riconoscere che c'è pure un affettività gay che si chiama amore con lo stesso diritto di quello etero e non solo è solo sesso/scopate/piacere è un'altra faccenda.Certo ci si può accontentare è un passo avanti,però non dimentichiamo che matrimonio/adozioni/diritti della coppia etc etc dipendono dal riconoscimento dell'affettività gay non della sessualità omo.Mica per nulla i preti assolvono chi si confessa perchè ha scopato con un uomo. Ma provate a chiedere l'assoluzione se convivete con un ragazzo perchè lo amate anche senza fare sesso.Il peccato della sessualità omo può essere perdonato con quattro Ave Pater Gloria etc ma l'affettività gay è disordinata moralmente a prescindere e finché si realizza.  Anakreon sarà cavilloso  :kiss:  ma ha messo il dito nella piaga  :D

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NorwegianWood

D'accordo, Expertise, ma di norma la legge non si occupa di sentimenti ma di diritti. Amore e affetto non sono materia giuridica, lo sono invece il diritto a condurre una vita sociale senza discriminazioni: sul lavoro, a scuola e in qualunque altro ambito. Un giudice non può costringere nessuno a perdonare, amare o voler bene, ma può far sì - con una sentenza - che si venga rispettati come persone e che venga riconosciuta la dignità di ciascuno, la sua uguaglianza di fronte alla legge "senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" (come recita l'articolo 3 della Costituzione). Del resto un diritto riconosciuto solo a una parte della popolazione è in realtà un privilegio. E mi pare che la sentenza della Cassazione cerchi proprio di spezzare questa concezione (v)etero-elitaria del contratto sociale. ;)

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Anche l'affettività gay è un diritto. sessualità e affettività in genere vanno o dovrebbero andare di pari passo. Vogliamo il riconoscimento della parità fra amore gay ed amore etero!Gesù era uno di noi, e il suo regno è in noi. e Gesù ci dice che l'Amore non ha confini, e non distingue fra gay ed etero. Non ho quindi bisogno di confessarmi da nessuna tonaca

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NorwegianWood

E difatti è solo la Chiesa (che in linea teorica discende da Gesù tramite Pietro) a parlare di "amore coniugale". Il diritto civile si limita a concetti come "fedeltà" contrapposta a "adulterio" - quest'ultimo, tra l'altro, depenalizzato e depennato come reato dal Codice Penale. Anch'io credo che ogni persona abbia diritto all'amore e a una sua affettività, ma - ripeto - non è compito della legge, e di chi la amministra o la propone, legiferare sui sentimenti di un cittadino. Lo stesso matrimonio civile "è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi" e in nessun articolo, né della Costituzione né del Codice Civile - si parla di amore.

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OK Norwegian però le leggi le fanno gli uomini. Se i legislatori (uomini) non credono che l'affettività gay meriti riconoscimento non daranno mai il permesso ai diritti civili relativi. Certo possono tuttelare la scopata omo in nome della libertà sessuale della persona. Però nel contempo possono rifiutare (come fanno)il matrimonio o l'adozione o le tutele di coppia perchè a monte non c'è il riconoscimento dell'affettività gay. Perchè se no la chiesa cattolica e non solo lei parla dell'amore gay come di un'amore inferiore,non vero amore?Il problema non è il sesso ma l'affettività.Come per gli etero il problema non è il buon padre di famiglia che cerca sesso con le puttane.Se è un bravo marito un bravo padre etc gli si perdona tutto con una bella confessione.Il problema nasce se lui si innamora fuori dal matrimonio perchè l'affettività è riconosciuta e tutelata solo dentro al matrimonio.Allora non c'è confessione che tenga se rimane nel "peccato".L'idea di fondo è che sulla scopata (sessualità)si può chiudere occhi e orecchie perchè funziona da valvola di sfogo.Sulla relazione stabile (afettività) si tengono gli occhi e le orecchie aperti per le implicazioni ideologiche/morali/religiose.Ovvio allora che si deve rompere il muro contro l'affettività gay più che sulla sessualità (che cmq al giorno d'oggi è molto libera anche tra i credenti). Ottenere il riconoscimento dela sessualità omo magari sembra una grande conquista però mi sembra un contentino più in funzione di una pienezza di sessualità individualistica (omo o etero)che di riconoscimento diaffettività di coppia (gay). Non è questo quelloche vogliamo.  

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Concordo pienamente con te Expertise, soprattutto sull'ultimo post!Però NorvegianWood ha ragione dicendo che questo tipo di fine distinguo più che lecito non può essere fatto attraverso la legge e il diritto perchè sono due sfere completamente diverse.Il cambiamento che auspichi e che condivido può avvenire dopo che almeno i diritti fondamentali come l'unione siano riconosciuti.Da lì toccherà ai singoli dimostrare che esiste anche un'affettività al di sotto del discorso della preferenza sessuale e del sesso puro e semplice (cosa che comunque si può dimostrare anche nel momento in cui i diritti ancora non ci sono o sono solo parziali).Se le cose vanno bene, dopo il riconoscimento dei diritti, finalmente anche i legislatori, nel caso dovessero affrontare tematiche analoghe, potranno pensare anche alla sfera affettiva oltre a quella della libertà (cosa che spero qualcuno faccia già... ;)) personale.Però di per sè la legge non prende in considerazione queste cose (teoricamente) ed è anche giusto che sia così perchè dovrebbe essere il più possibile scevra da considerazioni particolaristiche. Tutto il resto, secondo me, spetta a noi. ;)

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NorwegianWood

No, Expertise, ha ragione Redcloud. Anche se a tutti, magari, farebbe piacere non fosse così. Il punto è che il diritto non mette becco (cioè non legifera) sull'affettività in generale. Per la legge, insomma, non ha alcun senso fare riferimento all'amore, né etero né gay né bisex o di qualunque altro genere. Non vedo perché ora dovrebbe iniziare a farlo. Tanto più che la Corte di Cassazione si limita a emettere sentenze in base alle leggi esistenti, non ne propone di nuove. Quindi è già tanto che il termine "omosessualità" sia introdotto, dato che non compare mai né nella Costituzione né nel Codice Civile. Il passo in avanti è innegabile.

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Dire che è un diritto alla realizzazione della propria personalità è per certi versi comprensivo di ogni espressione della persona. Da un lato ci dice che è una scelta in cui ci si realizza, dall'altro che in essa si realizza l'intera persona (personalità = il complesso delle caratteristiche di un individuo umano in quanto organizzate in un tutto unico che ne fa una persona distinta da tutte le altre ) Quindi direi che non è che la legge voglia ignorare un aspetto, semplicemente cerca l'impiego di un termine comprensivo che non implichi la scelta di un unico aspetto a danno di un altro o la teorizzazione di una omosessualità.D'altronde l'art. 2 dice che la Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell'uomo, senza definirli, perchè lo stato non può pretendere di definire ciò che spetta irriducibilmente alla persona ( principio personalistico ).Evidentemente stiamo parlando di un principio fondamentale e proprio per questo generale, cui poi dovrebbero seguire altre declinazioni di principio ( uguaglianza...)

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Caro Nube Rossa, annoti:"questo tipo di fine distinguo più che lecito non può essere fatto attraverso la legge e il diritto perchè sono due sfere completamente diverse".Benché non sia affatto vero che la legge ed il diritto non investighino mai le affezioni umane, non di meno è pur vero ch'essi tendono a considerare ed a regolare piuttosto gli atti esterni, che gli affetti interni o, al meno, a considerare in tanto gli affetti, in quanto si manifestino in atti.Comunque sia, come ben osserva il nostro Perizia, le leggi e le sentenze sono parto d'uomini, i quali, perché vivono in un certo tempo ed in un certo luogo, non possono per lo più allontanarsi troppo dalle opinioni correnti e comuni in quel tempo ed in quel luogo.Se, per tanto, l'opinione comune e corrente è che l'amore lecito e decente e sincero sia solo quello, il quale, perché congiunge uomini di sesso diverso, abbia in sé, al meno in potenza, una virtù genitale; nessuna legislatore e nessun giudice, nessuna legge e nessuna sentenza potranno mai discostarsene troppo; al più, come nella sentenza citata, potranno concedere che alcuni atti, che possono essere effetti d'un altro amore, non siano giudicati illeciti, indecenti, immondi e, quindi, degni che siano, se non impediti, al meno riprovati perché contrarii alla morale.Ma questa concessione, ed anche qui consento col nostro Perizia, può essere fatta piuttosto in nome della libertà di ciascun cittadino di disporre di sé stesso, come meglio crede, pur che non violi la legge od il diritto altrui; che in nome della ricognizione che l'amor Greco abbia dignità e liceità e decoro pari d'ogni altro amore.E, nel caso singolare della sentenza, mi pare veramente che la concessione sia fatta in nome di quella libertà, ma non di questa ricognizione.Mi s'opporrà:ma il legislatore, il giudice altro non debbono fare, che concedere la liceità degli atti, gli affetti essendo un evento privato di ciascuno, che nessuno può intimamente perscrutare.Senza dubbio.Ma io esamino propriamente quegli atti, i quali, secondo la mia interpretazione, la sentenza della Cassazione concede leciti e questi argomento siano solamente degli atti venerei che due uomini del medesimo sesso vogliano l’uno coll’altro compire, nell’esercizio della propria libertà privata.Come già scrissi in un commento predente, mi pare che i Giudici del diritto ammoniscano:se alcuno vuole giacere con un aratro, perché reputa eccitante il timone e voluttuosa la lama, può ben farlo, in virtù della libertà di vivere stimolando il suo sesso come meglio reputi opportuno ed infilandolo dove meglio creda. Tant’è vero che, se esaminiamo un altro luogo della sentenza di cui si tratta, leggiamo:"ai fini dell'accertamento della ravvisabilità o meno di un fatto persecutorio occorre stabilire se la legislazione senegalese preveda come reato il fatto in sé dell'omosessualità (ipotesi che certamente varrebbe in se ad integrarne gli estremi), ovvero soltanto l'ostentazione delle pratiche omosessuali non conforme al sentimento pubblico di quel paese atteso che, in tale ultimo caso, il divieto non si sottrarrebbe al principio di ragionevolezza".La Cassazione, in somma, concede che, in casa sua, privatamente, nell’esercizio della sua libertà, ciascuno scelga lo strumento di voluttà che meglio crede, animato od inanimato e che questa sua libertà debba essere legittimamente difesa.Cosa questa non di poco conto, è certo, se consideriamo che, in altre repubbliche, ancor oggi, gli atti di sodomia possono essere perseguiti anche se siano compiuti in luoghi privati, inaccessibili ad altri, che agli amanti.Ma è cosa, a mio giudizio, assai diversa e lontana dalla concessione che l’amor Greco sia parimenti lecito, degno e decente, in pubblico ed in privato, che ogni altra affezione amorosa.Anakreon.

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il dato rilevante e fondamentale credo sia il fatto che la Cassazione ha preso una posizione netta a favore del diritto della persona a non essere discriminata in base al suo orientamento. E' questo il grande passo necessario. Che poi la sua sentenza possa essersi incentrata piu sul congiungimento venereo che non sull'affezione amorosa, a mio avviso - per il progresso in discorso - è di secondo piano. L'importante è puntualizzare la necessità che non siano messe in atto discriminazioni tra cittadini in base al proprio orientamento.

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Posso tentare di spiegare il ragionamento della Cassazione?Viene espulso un irregolare senegaleseIl giudice di pace accoglie il ricorso contro l'espulsione sulla base del fatto che quel senegalese è omosessuale ( circostanza provata con iscrizione arcigay precedente all'espulsione e quindi diciamo in buona fede ) la prefettura ricorre in Cassazione contro la sentenza del Giudice di Pace, probabilmente sostenendo che se passasse questa interpretazione basterebbe iscriversi all'Arcigay per evitare ogni espulsione.Ciò che dice il giudice potrebbe essere discutibile ma non certo per la definizione di omosessualità che giustamente si astiene dal dare.Il giudice dice che la espulsione verso un paese che persegua penalmente la sodomia come reato, sarebbe una violazione irragionevole dell'art 2 della Costituzione perchè l'omosessualità è un diritto alla realizzazione integrale della persona umana e poichè la Repubblica Italiana riconosce i diritti umani li riconosce anche ai non cittadini e pure agli immigrati irregolari. Quindi pur in assenza di una legge italiana che riconosca il diritto di asilo in questo caso il giudice non deve in ogni caso consentire di espellere pena la violazione della norma costituzionale. Fermo rimanendo che il giudice di primo grado ovrà decidere caso per caso se è provata la circostanza addotta dell'omosessualità, nessuna altra considerazione ( di ordine pubblico o di polizia ) potrà valere a consentire l'espulsione in caso d5 persecuzione legale dell'omosessualità.Quindi la definizione sessuale del reato sarebbe Senegalese : il giudice italiano la assume solo come ragione necessaria e sufficiente a non espellere il senegalese...in quel paese, tutto quiAl contrario se il paese verso il quale si è espulsi è un paese che non persegue l'omosessualità ma è semplicemente più omofobo dell'Italia, questo non basterebbe ad affermare che l'espulsione è costituzionalmente illegittima, perchè si tratterebbe di situazioni che sono rimesse all'apprezzamento del Parlamento che può decidere in un modo o in un altro, a seconda delle sensibilità politiche prevalenti.Questo è il senso della sentenza.  ;)

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NorwegianWood

Sei stato chiarissimo, Hinzelmann, e la tua spiegazione sarà sicuramente utile a chi nutrisse dubbi sul significato della sentenza. Chapeau! ;)

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Singolare lezione d'una sentenza, fatta da chi vuole ch'essa dica non solo quello ch’essa non dice, ché sarebbe interpretazione, ma perfino il contrario di quello ch'essa dice, che è sostituire all'altrui dizione l’allucinazione della propria speme.In vero la sentenza non dichiara affatto che sia illecito espellere alcun uomo, consegnandolo ai magistrati patrii, che lo perseguano per sodomia.Essa bensì dichiara che sia illecito riconsegnare il delinquente, se quei magistrati lo perseguano, in virtù di leggi patrie che puniscano la sodomia anche quale atto privato che permanga occulto ai più; ma riconosce, di contro, che sia lecito riconsegnare il reo, se essi magistrati perciò lo perseguano, perché le leggi patrie puniscano la sodomia, quando sia pubblicamente ostentata.E’ sufficiente leggere:“ai fini dell'accertamento della ravvisabilità o meno di un fatto persecutorio occorre stabilire se la legislazione senegalese preveda come reato il fatto in se dell'omosessualità (ipotesi che certamente varrebbe in se ad integrarne gli estremi), ovvero soltanto l'ostentazione delle pratiche omosessuali non conforme al sentimento pubblico di quel paese atteso che, in tale ultimo caso, il divieto non si sottrarrebbe al principio di ragionevolezza". Dunque, si concede protezione all’atto meramente privato ed occulto, ma non per certo all’affezione aperta o, tanto meno, a quella pubblicamente mostrata, quando questa offenda la morale corrente e comune.In somma, Adriano Augusto sarebbe stato riconsegnato ai persecutori per l’ostentato amore verso il bel Bitino, se pur fosse stato un amore castissimo; chi, vice versa, privatamente ed occultamente, fotta tutti i maschi che voglia, senza rispetto né d’età né di consenso, non sarà riconsegnato, ma godrà sicuramente dell’amplissima protezione della nostra beneficentissima patria.L’amante che abbia baciata la bocca dell’amato, sulla piazza pubblica d’una città Maomettana, non meriterà la difesa della nostra legge; di contro, il dissoluto che abbia riempito del suo vigore ogni buco maschile o femminile, sotto il cielo di qual si voglia nume Maomettano o Cristiano, pur che sia stato callidamente cauto, sarà legittimamente preservato da ogni persecuzione.Anakreon.

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Anakreon, posso capire che tu non condivida personalmente una sentenza, ma per quanto riguarda l'aspetto giuridico - e non etico o filosofico - di essa, il discorso di Hinzelmann non fà una grinza. Giuridicamente non spetta al giudice dare una definizione di omosessualità.Il giudice si limita ad applicare norme esistenti, e nel caso in discorso in Italia c'è un art. 2 Cost. (ma gli si potrebbe affiancare anche l'art 3 sull'uguaglianza tra i cittadini) la cui applicazione ha portato a questa sentenza. Non era affatto suo il compito (sempre giuridicamente parlando) di addentrarsi nella questione sul come definire l'omosessualità.

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