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I "Mille lire" diventano "Un euro"


funeralblues

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Era il lontano 1989 quando la casa editrice "Stampa Alternativa" iniziò la pubblicazione di volumetti - grezzi, pinzati e minuti - che prendevano il nome dal loro prezzo assolutamente accessibile: "Millelire". Tra questi spopolò la "Lettera sulla felicità" di Epicuro che vendette milioni di copie. Alla faccia di chi sosteneva fosse improponibile presentare il libro in un formato super-economico!Seguirono altre collane a 1000 lire. Ricordo quella della Newton Compact, distribuita in edicola (prevalentemente ristampe di classici in carta da macellaio) e quella umoristica di Comix ("Le Pillole") che ebbe un grandissimo successo con il titolo "Nutella Nutellae" di Riccardo Cassini.La mitica collana "Millelire" ha avuto il merito di divulgare alcuni inediti nel panorama letterario italiano facendo del libro non più una reliquia da conservare con diligenza nell'ordinatissima libreria di casa ma un oggetto quotidiano, tascabile nel vero senso della parola, capace di accompagnare lo spinello al parco o le ore di svago quando si marinava la scuola.Da un po' di tempo queste pubblicazioni erano completamente scomparse. Forse nella confusione del cambio Lira-Euro la collana "Millelire" non poteva che essere relegata nel dimenticatoio.Qualche mese fa però si è mosso qualcosa! Il Corriere della Sera ha proposto i "Corti di Carta". Volumetti inediti di più o meno giovani scrittori italiani in gradevoli versioni da 1 euro.E, girovagando per la libreria Feltrinelli di Firenze, proprio sul banco della cassa cosa ti ritrovo? La "Lettera sulla felicità" nello stesso formato del 1992 (mi sono sentito molto molto vecchio... ) al costo European Correct di 1 euro.Pensate che questo tipo di pubblicazione potrebbe evere una qualche utilità, anche al giorno d'oggi?Vi ricordate con nostalgia qualche vecchio titolo della collana che spopolava negli anni '90?

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ne ho a centinaia...quelli che più tengo in considerazione e che rileggo volentieri sono un testo teatrale di murakami, la lettera sulla felicità, i sonetti di shakespeare.Io credo siano stati, nella mia formazione, utilissimi. Me li potevo tranquillamente permettere, anche uno al giorno rinunciando magari a prendere qualcosa da mangiare o da bere.Tra la'ltro qui a roma ci sono edizioni simili ma date gratuitamente in metro, di giovani esordienti, con durata di fermate annessa XD (veramente piacevoli alcuni).Io personalmente son rimasta molto male nel vedere i libri della newton assestarsi a prezzi normali, non più 100 pagine a mille lire, ma libro a 11 euro...Io credo che i libri meritino buone edizioni, ma credo anche che le edizioni carta igenica ad uo o due euro siano un'ottima cosa per permettere a tutti di avvicinarsi ad alcuni libri. Almeno per me lo sono stato.

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quelli che più tengo in considerazione e che rileggo volentieri sono un testo teatrale di murakami,
di Mishima semmai :PDi libri a 1000lire invece ne ho pochini pochini, mia madre ha una predilezione per i volumi rilegati e quando può evita gli economici.La cosa buona è che permettevano di far circolare testi un po' inusuali, ma penso che le ragioni del successo fosse anche perché erano, per costare così poco, brevi. Spesso la gente si spaventa davanti ai "mattoni", mentre questi volumetti smilzi smilzi sono adatti alla lettura da metro o da treno.
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I "Mille lire"! Quanti ricordi!Potrei praticamente dire che mi hanno salvato la vita.Cresciuto in un paese piccolo e privo di servizi bibliotecari, dopo aver esaurito tutti i libri (non pochi, comunque) presenti in casa dei miei genitori e in quelle di amici, parenti, conoscenti, insegnanti... be', se qualcuno non avesse lanciato la stampa super-economica, non so come avrei fatto ad avere costantemente qualcosa da leggere.Anche se qualche perplessità al riguardo ce l'ho, per esser sinceri. All'epoca non me ne rendevo conto, in quanto amavo profondamente la lettura ma non ero solito rifelettere sul concetto di "cultura" in sé.Ebbene, dovendo la "Newton" rimanere per ovvie necessità editoriali entro il limite massimo delle "Cento pagine", la scelta dei titoli a volte cadeva su opere minori o autori desueti, creando un panorama bibliografico piuttosto frastagliato e frammentario.Si rimediò presto al problema quando, grazie all'enomre successo dei "Cento pagine Mille lire", si poté ampliare l'iniziativa, arrivando ai "Duecentocinquanta pagine Duemilacinquecento lire" e infine ai "Mammut" (numero illimitato di pagine, massimo diecimila lire)... però nel frattempo l'Italia era stata invasa da legioni di casalinghe che citavano aforismi a sproposito e falangi di studenti che smozzicavano improvvidamente assaggi di cultura.Ancora ricordo il mio ingenuo sbalordimento davanti a un libero professionista con me imparentato che si rimepiva la bocca con il "Saggio sulla visione degli spettri" di Schopenhauer senza aver mai sentito parlare de "Il mondo come volontà e rappresentazione"...Ecco: da un lato la Newton compì opere di bene, dall'altro ogni tanto mi viene il dubbio che avrebbe fatto meglio a mandar fiori, piuttosto. Fu la definitiva resa della vita culturale italiana a quel progressivo improntarsi all'approssimazione, a quel diventare sempre più un mikebongiornesco e postmodernista "frullato di nozioni", a quel processo che allora appena inziava e che ormai domina inesorabilmente.Ma si tratta della più subdola caratteristica della massificazione del gusto: tutto ciò che viene proposto, anche con le migliori intenzioni, viene centrifugato inesorabilmente.Perciò, per ora, bando alle analisi sociologiche e un pensiero affettuoso a quegli economici volumetti, sì grigi e fragili, ma profumati, succulenti e... provvidenziali.

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