Fernanda Pivano compie novant'anni

[yrian]

Nata a Genova il 18 luglio 1917, Fernanda Pivano, una delle massime personalità culturali italiane, sta per compiere novant’anni.Peraltro li compie in piena attività, dato che sta per andare in scena, ad opera di Judith Malina (altro mostro sacro, essendo una delle fondatrici del teatro contemporaneo) un suo testo pacifista intitolato “La guerra di Piero”.Fin dai tempi della su tesi di laurea, dedicata al “Moby Dick” di Melville (1941), e dal suo debutto editoriale, la prima traduzione italiana (anche se parziale) della “Antologia di Spoon River” di Masters per Einaudi (1943), collaboratrice di Primo Levi, Cesare Pavese, Nicola Abbagnano, la “Nanda” è stata una instancabile divulgatrice dei più validi fermenti (non solo letterari, ma anche teatrali, musicali, fumettistici) del secondo Novecento, soprattutto delle istanze della Beat Generation.Grazie a lei l’Italia ha imparato a conoscere almeno tre generazioni di autori americani e non solo: Melville, Masters, Hemingway, Fitzgerald, Faulkner, Dorothy Parker, Richard Wright, Ginsberg, Kerouac, Burroughs, Corso, Ferlinghetti, Bukowski, Bret Easton Ellis, Chuck Palahniuk.Ha portato la letteratura americana in Italia e – di conseguenza – quella italiana ai livelli americani, se è vero che nuova ispirazione si trae sempre dal confronto con ciò che scrivono gli altri: una specie di “madrina” degli scrittori italiani, a maggior ragione per la sua costante attenzione verso i giovani (Chuck Palahniuk, per intenderci, è l’autore di “Fight Club”) e verso tutte le esperienze “alternative” (è anche un autorevole critico musicale, con lavori fondamentali in particolare su De Andrè e Bob Dylan).Inoltre, essendo stata non solo critica ma anche amica personale di molti di questi autori, il suo lavoro letterario non è mai stato separato da un appassionato impegno sociale e da una profonda umanità.Ben venga, oltre a tutti gli innumerevoli riconoscimenti da lei già ricevuti, anche la nomina a senatore a vita che da più parti si richiede.Grazie, Nanda!