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Come sono i ragazzi 20eeni di oggi? Ecco uno di loro....


cangrande

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Mi sembra un ottimo spunto l'articolo/lettera di oggi sul Corriere di un ragazzo di 20anni di Firenze, che parla della sua generazione e come esistano esempi positivi oltre a quelli che si vedono ai telegiornali o si legge sui giornali. Ovviamente è una cosa banale quanto vera che non tutti i ragazzi siano assassini o ladri, però leggerlo da uno di loro, da uno di voi, visti i 20enni (e dintorni :D ) che ci sono sul forum. Da un minimo di speranza in più ecco, secondo me:

 

Buongiorno, sono Andrea Chimenti, studente dell’università di Firenze e figlio di questa cultura narcisista come l’ha definita lei. Sarà l’ultima volta che estrapolo un concetto dal contesto del suo articolo; odio quando viene fatto da giornalisti e politici, sarei incoerente a farlo anch’io. Per questo vorrei focalizzarmi con lei sul totale. Mi dispiace ma lei di questa società moderna, di questi giovani, di questi ragazzi del nuovo millennio ha analizzato soltanto quello che risalta di più, e quello che risalta di più, in televisione, sui giornali e molto spesso sui media «tradizionali» è quello che ha descritto lei. Si è perso più di metà del mondo dei giovani italiani. Si è perso chi studia, chi lavora, chi aiuta in famiglia. Si è perso tutte quelle storie che non fanno numeri in televisione e sui giornali. Si è perso tutta quella gioventù che non trovando più le possibilità e i lavori che facevano i padri, si è inventata nuove occupazioni; grazie a Internet, grazie alle start-up, grazie alla voglia di fare e alla fantasia. Youtubers innovativi, sviluppatori di app, giovani agricoltori e giovani imprenditori nati grazie ai fondi Ue, ragazzi che affrontano studi innovativi, tutte queste persone, uomini e donne, sono dimenticate dai suoi discorsi.

 

Quello che le voglio dire è che il mondo narcisista che ha analizzato lei è solo una parte, e nemmeno così vasta, che ha creato questo mondo. Questo mondo ha creato anche molti che del narcisismo se ne fregano, e se ne fregano perché cresciuti da genitori capaci di fare i genitori, insegnanti che fanno gli insegnanti; e non da genitori che si permettono di fare gli insegnanti. Fare il genitore di un ragazzo di questo millennio è più difficile, perché come ha scritto lei il benessere si è abbassato, ma anche perché il mondo si evolve velocemente, il linguaggio, i media, la tecnologia. Infine, però, i principi sono gli stessi e se un genitore è capace di farli vedere e di trasmetterli, non importa del linguaggio, della tecnologia e di tutto il resto.

 

Si ricordi di vedere anche chi non viene mai raccontato e prenda le loro storie così da poter far vedere a quelli che ha descritto lei che in questo mondo l’unica cosa che conta è la voglia e il sudore, soprattutto il secondo. Non mi è piaciuto il suo articolo, troppo negativismo e nessuna propensione verso una soluzione o un riferimento da seguire. Un consiglio spassionato da un ragazzo di vent’anni: giornalisti e media in generale, raccontateci storie da cui poter imparare, raccontateci anche quello che secondo voi non va ma dateci sempre la parte positiva. Cercatela, c’ è sempre.

Cordiali saluti

P. S.

Mi scuso per la prolissità.

 

Fonte: corriere.it

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sinceramente non vedo nulla di nuovo o interessante... mi sembra una lettera per calcare la scena... i giovani di oggi, imho devono essere tutti twink. Questo sarebbe un ottimo spunto. 

Edited by Zafkiel
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sinceramente non vedo nulla di nuovo o interessante... mi sembra una lettera per calcare la scena... i giovani di oggi, imho devono essere tutti otter. Questo sarebbe un ottimo spunto. 

 

Fixed.

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L'articolo originario ha qua e là delle cadute, ma diciamo che offre degli spunti interessanti e per me assolutamente reali. Il problema sta proprio in quei mantra da spot che vengono inculcati da ogni dove, con l'autorealizzazione individualistica come unico fine...però va detto che viene inculcata a tutti e in una società in cui quei dettami dominano non si può solamente puntare il dito sui giovani. Colpiscono i giovani perché sono prodotti dagli adulti.

Bisogna poi vedere quanto si adatti al singolo caso dei due ragazzi di vicino Ferrara, perché magari qualcosa va rintracciato nei singoli profili dei ragazzi e della famiglia e da qui a sociologizzare troppo ad minchiam è un attimo.

 

Sul discorso scuola: a me è capitato di insegnare per un anno, poi mi hanno offerto un altro lavoro. Dalla mia breve esperienza, mi sento di concordare moltissimo sull'incapacità dei ragazzi di affrontare e di imparare da dei NO: messi di fronte a delle difficoltà, o rifiutano o piangono o si ribellano o si abbattono. Il sistema scolastico si avvia sempre più a tutelare a prescindere l'"utenza" a scapito di tante altre cose, i genitori considerano sempre di più la scuola come un parcheggio (e su questo il discorso da fare sarebbe lungo), un qualcosa da sfangare e se non si sfanga io vado a protestare perché è un affronto subito a me come padre o madre. Quindi, si torna sempre a un contesto sociale che tende all'iper-protezione, a far loro evitare a ogni costo ogni insuccesso e a scaricare altrove ogni loro responsabilità. Inoltre, scarsissima è la considerazione del futuro di questi ragazzi: una sorta di buco nero, figli di questi tempi (sembra un buco nero a me e a molti che conosco, figuriamoci a loro), che si aspettano solo cetrioli nel retto. Meglio vivere alla giornata.

 

La lettera di risposta mi sembra però alquanto risibile, uno di quei temini pieni di luoghi comuni. In primis e grazie al cacchio che non ci sono solo modelli negativi, ci mancherebbe pure. Sul solito polpettone della start-up e dei mestieri innovativi, siamo di fronte a un fenomeno ancora minoritario che è più che altro pompatone dai media e che non ha alcun sostegno se non di facciata, almeno qui da noi (e su cui ci sarebbe molto altro da dire). Il raccontare buoni esempi si fa pure, in mezzo a tanta cronaca nera, (certamente però i buoni racconti sono sempre riferiti o a quei polpettoni di cui sopra o a belle agiografie cattolichette di gente irreale, quindi improntati a ciò che si vuol far diventare e far essere i cosiddetti giovani).

Io credo che il narcisismo esista e sia dilagante, ma è riduttivo farlo passare per una questione solamente giovanile e farei attenzione a fare il collegamentino con il caso di cronaca.

Edited by Fred
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Ma che avrebbero dovuto dire dei Paninari anni '80

 

Io dopo aver visto le vecchie interviste ai ggggggiovani della rai ho notato che cambiano i decenni ma si dicono sempre le stesse robe

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lecosechenondici

Ma che avrebbero dovuto dire dei Paninari anni '80

 

Io dopo aver visto le vecchie interviste ai ggggggiovani della rai ho notato che cambiano i decenni ma si dicono sempre le stesse robe

Anche io noto che si dicono sempre le stesse cose.

Ho sempre sentito i miei coetanei (classe 97) le generazioni sono sempre peggio, dal 98 in poi sono tutti irrispettosi e troie.

L'altra sera, in uno speciale TG1 sulla maleducazione, le stesse cose sono state dette da alcuni ragazzi di circa 15-16 anni.

 

Credo ci siano molti arroganti che si considerano migliori o più saggi perchè più vecchi/grandi (e in certi casi può anche essere vero) e considerano i se stessi di una volta migliori dei ragazzi della stessa età di oggi.

Questo mi fa sorridere perchè oggi uno di questi sommi saggi mi ha accusato di arroganza dicendo che sono piccolo e che mi credo saggio ma non lo sono al contrario suo. W la coerenza, che Dio non ci lasci senza.

 

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Sia l'articolo di Polito sia la replica dello studente mi paiono un po' banalotti; ma d'altra parte che genere di sociologia vuoi fare se lo spunto di riflessione sono casi (fortunatamente) isolati come quello del delitto di Ferrara?

 

Sul discorso scuola: a me è capitato di insegnare per un anno, poi mi hanno offerto un altro lavoro. Dalla mia breve esperienza, mi sento di concordare moltissimo sull'incapacità dei ragazzi di affrontare e di imparare da dei NO: messi di fronte a delle difficoltà, o rifiutano o piangono o si ribellano o si abbattono. Il sistema scolastico si avvia sempre più a tutelare a prescindere l'"utenza" a scapito di tante altre cose, i genitori considerano sempre di più la scuola come un parcheggio (e su questo il discorso da fare sarebbe lungo), un qualcosa da sfangare e se non si sfanga io vado a protestare perché è un affronto subito a me come padre o madre. 

 

Che età avevano? :D

Bah forse pure gli insegnanti a volte un po' d'autocritica dovrebbero farla.

Edited by schopy
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Oggi si fa prima a parlare male dei millennials, insultando così un bella fetta di società (e buona parte degli utenti del forum).

 

Credo che sia più realistico pensare che i ventenni di ogni epoca siano sincronici tra loro, a parte le ovvie differenze d'epoca. E comunque se iniziate a sproloquiare contro di loro sappiate che è iniziata per voi la senilità.

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Che età avevano? :D

Bah forse pure gli insegnanti a volte un po' d'autocritica dovrebbero farla.

Terzo e quarto superiore.

Autocritica: AVOJA!

Però le sollecitazioni dall'esterno sono fatte spesso per depotenziare la scuola (pubblica specie) o per farsi i cazzi propri, non per migliorarla veramente.

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""Vedo che c’è un gran tormento sulla perdita dei valori. Bisogna aspettare di storicizzarli. Io penso che non è che i giovani d’oggi non abbiano valori; hanno sicuramente dei valori che noi non siamo ancora riusciti a capir bene, perché siamo troppo affezionati ai nostri.. La nostra vita deve essere sostenuta da dei valori che portiamo in fondo al cuore, che abbiamo a mente e che ci conducono nel nostro cammino nel tempo.
Questi valori fondamentali li ritroviamo in tutto ciò che facciamo e che pensiamo, nella vita quotidiana, nei progetti futuri, nelle reazioni di tutti i giorni"

 

-Faber De Andrè-

eternamente attuale

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Sicuramente è un articolo che ricorda che la nuova generazione, non è solo quella dei casi singoli negativi, riportati dai mass media in modo eccessivo quotidianamente, con i casi ben noti di questi giorni e non solo. I quali fanno molto più notizia e ascolti in tv, rispetto ai casi positivi o semplicemente normali di giovani che si mettono in gioco nella società Italiana e anche all'estero.

 

Penso sia sbagliato fare di tutta l'erba un fascio, è necessario, prima di dare giudizi approfondire il tema e non basarsi solo su ciò che è più facile da reperire.

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Nulla di nuovo insomma, i vecchi dimenticano com'erano da giovani e insultano una generazione che conoscono solo per sentito dire. È un po' miope pensare che tutti i 20enni di oggi siano mele marce distruttrici di quei bei vecchi valori su cui potevi contare (semicit.)

 

E comunque l'età anagrafica è poco significativa, purtroppo le teste di cazzo ci sono in tutte le generazioni D:

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i vecchi dimenticano com'erano da giovani e insultano una generazione che conoscono solo per sentito dire. È un po' miope pensare che tutti i 20enni di oggi siano mele marce distruttrici di quei bei vecchi valori su cui potevi contare

 

Dici il vero:

spesso noi vecchi ci lamentiamo delle intemperanze dei giovani, benché quando noi stessi eravamo giovani non fummo meno intemperanti rispetto ai nostri vecchi, i quali a loro volta si lamentavano delle nostre intemperanze giovanili.

 

E c'è anche da aggiungere che, se i giovani odierni non hanno più i vecchi valori che avevamo noi da giovani (alcuni dei quali peraltro è forse un bene che siano stati accantonati.....),  è anche e soprattutto perché noi li abbiamo accantonati ed abbiamo insegnato loro ad accantonarli.

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