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La storia di Esqui: un ragazzo sociofobico e omosessuale


Esqui

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Uno dei motivi principali per cui mi sono iscritto su Gay-Forum, a parte ovviamente far parte della community, è quella di poter raccontare la mia storia a persone che magari hanno provato o provano tuttora sensazioni simili alle mie. Penso che scrivere e nel frattempo leggere le risposte di chi ha il piacere di replicare al mio topic, possa essere in un certo senso terapeutico. Il post potrebbe essere un po' lungo quindi chiedo scusa in anticipo se doveste sentirvi male durante la lettura x)

 

Soffro di fobia sociale. Lo stare in contesti sociali particolari e fuori dalla mia routine, generano in me ansia, tachicardia e malesseri sia fisici che mentali (stanchezza, desiderio di scappare ...). Si può dire che mi porto dietro questa merda da quando ero un bambino, 10-11 anni. Adesso ne ho 19 e solamente da poco tempo sto iniziando a capire quali possano essere le cause di questo "cancro dell'anima" che ho. Mi riferisco al mio orientamento sessuale. 

 

Sono gay, ne sono consapevole da quando ho 12 anni più o meno, ma ho sempre evitato di accettare la cosa, anche inconsciamente. La mia famiglia è piuttosto omofoba, religiosa, di destra. Insomma sono sfigato su questo aspetto. Ho subito bullismo alle medie e alle superiori a causa della mia voce che, almeno in apparenza, potrebbe destare non pochi sospetti sul mio orientamento sessuale. In parole povere non posso essere me stesso.

 

Sono in cura da uno psichiatra da qualche mese e devo dire che sto facendo molti passi in avanti sull'auto-accettazione. Un anno fa per me sarebbe stato impensabile parlare di questo "segreto" con qualcuno. Oggi invece ho già fatto coming out con un paio di amici, un componente della mia famiglia e una mia ex professoressa delle superiori. Sto male. A prescindere dalla mia fobia sociale, sto iniziando ad alimentare una voglia di uscire allo scoperto che prima non avevo, e sapere di non poter fare coming out almeno con la mia famiglia, mi devasta. Purtroppo nelle condizioni in cui sto per ora, sono molto dipendente da loro. Devo prima riuscire ad abbattere la mia fobia sociale per potermi fortificare e acquisire fiducia in me stesso.

 

Almeno una volta al giorno, mio padre o mia madre fanno battutine ridicole sui gay: "Oh, guarda un frocio in TV, che schifo" - per portare un esempio. Tutte le volte che lo fanno, è come se mi pugnalassero alle spalle. Una persona "sana di mente", vivrebbe la sua vita non curandosi del pensiero della sua famiglia, ma a causa della mia fobia sociale, sono costretto a stare molto a contatto con loro, a prescindere dal fatto che comunque sia, credo farebbe male a chiunque sentirsi non accettato dalla propria famiglia. Sono i miei genitori, mi hanno messo al mondo e mi insultano così tanto indirettamente. Ma fossero solo loro! Sarò sfigato io ma la maggior parte delle persone che ho conosciuto fra amici di famiglia, scuola, amici di amici, sono tutti omofobi, chi più chi meno. Si salvano in pochi.

 

Probabilmente Palermo non è la miglior città per un gay represso insicuro che cerca di farsi strada in un mondo dove ti puntano il dito anche solo se non tifi la loro stessa squadra di calcio. Dovrei cambiare aria, me lo dicono in tanti ma... Sarò ripetitivo, la fobia sociale mi debilita veramente troppo per fare una cosa simile.

 

Come ho detto prima, sto facendo dei passi avanti. Non so fin dove lontano arriverò. Il mio sogno è poter vivere la mia vita da fiero omosessuale convinto e privo di questa fobia sociale che mi ha, tra le tante cose, obbligato ad abbandonare la scuola a causa dell'eccessivo stress che mi portava.

 

Se avete letto tutto vi ringrazio. In effetti pensavo di dilungarmi un po' di più, sono stato bravo :)

Edited by Esqui
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LocoEmotivo

Ho letto. Con interesse e piacevole, vista la prosa fluida e scorrevole che usi.

Non ho da darti consigli né suggerimenti, però volevo soffermarmi su un punto:

 

Una persona "sana di mente", vivrebbe la sua vita non curandosi del pensiero della sua famiglia

Qui ti sbagli.

Perché "nessun uomo è un'isola": una persona che riesca a fregarsene della sua famiglia non è sana di mente quanto pericolosa. O bugiarda.

Non si può vivere a stretto contatto con delle persone che magari ti hanno fornito anche dei bellissimi ricordi e poi non soffrire di fronte a questi loro attacchi: questo ti renderebbe un mostro, un essere amorale, una persona dissociata da se stessa. Viviamo in osmosi con gli altri, che ci piaccia o no. E quando non sappiamo gestire questo scambio reciproco e continuo, lì probabilmente nasce la tua sociofobia.

Probabilmente nel tuo caso si tratta di una risposta non tanto alla mancata accettazione quanto alla mancata imposizione, e cioè: i tuoi colpiscono (credo volutamente) i gay per cercare di instillarti il loro way of life e tu, da questa parte, troppo piccolo e inesperto e circondato per saper fronteggiare questi attacchi e ancor più per ribaltare la situazione.

Credo che il passo successivo all'auto-accettazione sarà l'etero-accettazione: gli altri esistono e sono preziosi, ma quando "la fanno fuori dal vaso" devono essere rimessi al loro posto. Da noi.

Ti auguro che i tuoi passi in avanti diventino passi da gigante, e che possa scriverci presto che questo thread è ormai ampiamente superato ;)

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ciao, ho letto la tua storia e sono colpito da alcune cose: anzitutto dal fatto che sei in cura da uno psichiatra, cosa che evidentemente riflette un quadro di sintomi piuttosto gravi ed invasivi (e del resto se hai dovuto abbandonare la scuola, evidentemente la sociopatia è ben manifesta nella tua vita)

nonostante i tuoi ti abbiano mandato in cura, sono anche sorpreso dal fatto che perseverino nelle battute omofobiche: escludo che lo facciano per farti soffrire, evidentemente non si sono resi ben conto della sofferenza che il loro atteggiamento ti causa, o forse davvero non hanno compreso fino in fondo la situazione

prima o poi dovranno anche loro affrontare la questione e risolverla, accettandoti per quello che sei: spero che questo possa accadere presto

a 19 anni giustamente scalpiti per uscire allo scoperto e desideri

 

poter vivere la mia vita da fiero omosessuale convinto e privo di questa fobia sociale

cosa che ti auguro di poter fare quanto prima ;)

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 Grazie a tutti per i vostri interventi, lo apprezzo molto  :)):

 

 

Ci sono altri ragazzi sul forum con fobie simili. Ci sono anche altri palermitani.

http://www.gay-forum.it/forum/index.php/topic/32744-disturbi-dansia-e-di-panico/#entry922477

Il fatto che hai un terapeuta ti aiutera' sia per i coming out che per la fobia sociale.

 

Più tardi guarderò quel video, sembra molto interessante. Grazie per averlo condiviso

 

 

Ho letto. Con interesse e piacevole, vista la prosa fluida e scorrevole che usi.

Non ho da darti consigli né suggerimenti, però volevo soffermarmi su un punto:

 

Qui ti sbagli.

Perché "nessun uomo è un'isola": una persona che riesca a fregarsene della sua famiglia non è sana di mente quanto pericolosa. O bugiarda.

Non si può vivere a stretto contatto con delle persone che magari ti hanno fornito anche dei bellissimi ricordi e poi non soffrire di fronte a questi loro attacchi: questo ti renderebbe un mostro, un essere amorale, una persona dissociata da se stessa. Viviamo in osmosi con gli altri, che ci piaccia o no. E quando non sappiamo gestire questo scambio reciproco e continuo, lì probabilmente nasce la tua sociofobia.

Probabilmente nel tuo caso si tratta di una risposta non tanto alla mancata accettazione quanto alla mancata imposizione, e cioè: i tuoi colpiscono (credo volutamente) i gay per cercare di instillarti il loro way of life e tu, da questa parte, troppo piccolo e inesperto e circondato per saper fronteggiare questi attacchi e ancor più per ribaltare la situazione.

Credo che il passo successivo all'auto-accettazione sarà l'etero-accettazione: gli altri esistono e sono preziosi, ma quando "la fanno fuori dal vaso" devono essere rimessi al loro posto. Da noi.

Ti auguro che i tuoi passi in avanti diventino passi da gigante, e che possa scriverci presto che questo thread è ormai ampiamente superato ;)

 

Grazie per la tua riflessione. Spero di acquisire prima possibile quella sicurezza da permettermi di poter replicare, di non dovermi nascondere con la mia famiglia ed essere pronto ad un eventuale e ipotetico rifiuto da parte loro o di chiunque altro incontri per la mia strada. Purtroppo ancora oggi sono molto "delicato" e sensibile alle opinioni degli altri, nonostante razionalmente so che esse possono essere sbagliate, vengo ferito facilmente. Tuttavia credo di stare leggermente migliorando sotto questo aspetto. Essendomi aperto con alcune persone, ho ricevuto da parte loro tantissima accettazione e questo mi ha fortificato e mi sta spingendo ad andare avanti e ad immaginare un futuro felice :)

 

ciao, ho letto la tua storia e sono colpito da alcune cose: anzitutto dal fatto che sei in cura da uno psichiatra, cosa che evidentemente riflette un quadro di sintomi piuttosto gravi ed invasivi (e del resto se hai dovuto abbandonare la scuola, evidentemente la sociopatia è ben manifesta nella tua vita)

nonostante i tuoi ti abbiano mandato in cura, sono anche sorpreso dal fatto che perseverino nelle battute omofobiche: escludo che lo facciano per farti soffrire, evidentemente non si sono resi ben conto della sofferenza che il loro atteggiamento ti causa, o forse davvero non hanno compreso fino in fondo la situazione

prima o poi dovranno anche loro affrontare la questione e risolverla, accettandoti per quello che sei: spero che questo possa accadere presto

a 19 anni giustamente scalpiti per uscire allo scoperto e desideri

 

cosa che ti auguro di poter fare quanto prima ;)

 

Ciao Conrad, grazie per il tuo intervento. Come ha detto Marco7, i miei genitori non sanno della mia omosessualità, e la cosa già di per se è strana perché non penso ci voglia una cima per capirlo e vivendo nello stesso tetto è ancora più assurdo. L'atteggiamento omofobo che pongono, ha come origine un'ignoranza di base condita da del bigottismo che non guasta mai. Loro mi voglio bene, mi stanno sostenendo abbastanza per quanto riguarda la mia fobia sociale (anche per il costo dello psichiatra) e forse, se sapessero della mia omosessualità, inizierebbero a riconsiderare le cose. Su questo punto non ne sono certo perché sono veramente molto ignoranti su tutta la sfera della sessualità dell'uomo. Ma io non sono ancora pronto per affrontare un CO con loro. Sei mesi fa non avrei neanche considerato la cosa, oggi sì, a testimonianza di come io stia crescendo e stia iniziando ad accettarmi di più per quello che sono.

 

Spero che questo processo di auto-accettazione che sto vivendo, possa in qualche modo scacciare la mia fobia sociale che sì, è veramente molto invalidante. Parlare con sconosciuti, fare commissioni, andare in negozi, a delle feste sono tutte situazioni che mi fanno stare molto male. Per carità, se sono costretto lo faccio, ma inizio a sudare freddo :( E quindi a causa di ciò, le mie esperienze nel mondo reale sono poche. Chissà come questa situazione evolverà in futuro  :)):  

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Mi dispiace per la tua situazione, non dissimile dalla mia.

Cerca di realizzare la tua autonomia economica e "psicologica" (impresa ardua, ma possibile).

 

Non hai stretto un patto di matrimonio con i tuoi familiari; 

Appena puoi e Vuoi, vattene da loro : non c'è peggior cosa che stare in mezzo a delle persone che ti fanno sentire continuamente una M.

 

Capirai, senza bisogno che io te lo dica, che le ''M'' sono quelle persone che cercano di umiliarti, pur essendo tuoi familiari e pur dovendo almeno teoricamente volerti bene.

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I tuoi familiari olimpo sanno che sei gay mentre i suoi non lo sanno.

 

Magari quando lo sapranno smetteranno di offendere i gay, non lo possiamo sapere ora come reagiranno.

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Efestione7

Capita Esqui, come hai scritto tu stesso succede di essere sfigati nel piccolo mondo che ci circonda. Diciamo che alcune paure sociali le ho condivise pure io e che insieme ad un ambientino di amici e familiari ignoranti e bigotti, tutto ciò ha ritardato il mio ingresso nella consapevolezza di ciò che fossi.

Può essere problematico perchè anche alcuni nostri "simili" non capiscono quanto possa segnarti una cosa del genere, figurarsi chi non ha a che fare con l'omosessualità.

Però stai affrontando le tue paure, hai inziato un percorso che ti sta concretamente aiutando, mi spiace molto che non possa stare a tuo agio neanche nelle mura di casa tua ma continua a tener duro, sai che questa è la strada giusta per essere pienamente te stesso. Evidentemente ti è toccata una sorte difficile che però ti renderà una persona più completa, che ha sperimentato tanto su di se e che può mostrare una sensibilità e una consapevolezza maggiori.

Avrai poi tempo per capire come raggiungere la tua autonomia sia economica che affettiva e magari potrai anche fare CO con i tuoi ma ora non caricarti di aspettative o responsabilità.

Intanto ti facciamo i nostri migliori auguri e quando vorrai, troverai qua sul forum persone disposte ad ascoltarti e capirti. Buona fortuna per tutto

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Soffro di fobia sociale. Lo stare in contesti sociali particolari e fuori dalla mia routine, generano in me ansia, tachicardia e malesseri sia fisici che mentali (stanchezza, desiderio di scappare ...). 

Sono gay, ne sono consapevole da quando ho 12 anni più o meno, ma ho sempre evitato di accettare la cosa, anche inconsciamente.

 

Ciao!

Anch'io soffro di disturbi ansiosi, tachicardia parossistica, capogiri...so che la cosa non sarà consolante, ma volevo comunicarti che non sei solo ecco :D

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Ciao :)
Allora, io tutt'ora (16 anni) soffro di alcuni problemi relativi ad ansia, nulla di troppo eccessivo, per mia fortuna, ma non è il meglio, per esempio io, per le prime due settimane di liceo, non parlavo con NESSUNO.

Certo, dopo quasi due anni le cose sono migliorate, tra litigi e altro, anche se a volte mi blocco nelle cose più semplici, mi sale un ansia immane, mi sento un vuoto nel petto e non riesco a camminare come una persone normale.

Per fortuna la Sardegna è più "gay friendly", le eccezioni ci saranno sempre, ma dettagli.

 

Per quanto riguarda i tuoi progressi sono felice per te, io non sarei in grado di andare da uno psichiatra/psicologo, forse perché ho un carattere molto (troppo) calmo e rilassato.

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Se sei in una classe nuova é NORMALE avere difficoltà a socializzare.

 

Non ogni cosa può essere chiamata "problemi di ansia e sociofobia e blabla"

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JellyfiShy

 i miei genitori non sanno della mia omosessualità, e la cosa già di per se è strana perché non penso ci voglia una cima per capirlo e vivendo nello stesso tetto è ancora più assurdo

 

Non è una cosa sorprendente, dopotutto anche i miei non sospettavano nulla, e io non brillo di certo per il mio machismo.

 

La tua situazione invece risulta davvero complicata: normalmente ti consiglierei di saziare il tuo desiderio di CO e di accettazione andando in un'associazione come potrebbe essere un arcigay, ma la tua fobia sociale è un ostacolo a dir poco immane per questo percorso. Come tu stesso hai detto, in situazioni e contesti non famigliari ti senti fisicamente e psicologicamente male, e questo è esattamente l'opposto del risultato che si vuole ottenere

Però già il fatto che tu stesso senta che andare dallo psicologo ti fa sentire meglio e ti ha aiutato a migliorarti è un grandissimo lato positivo. Ci vorrà del tempo, ci saranno ancora occasioni in cui ti sentirai la sicurezza venire a meno, ma credo che tu ce la possa assolutamente fare a superare la tua fobia :D e a sentirti libero di incontrare nuove persone.

Quanto alla tua situazione familiare, detesto dare la cosa per persa, ma credo che non ci sia molto da fare. Per ora evita il CO/Outing con loro e poi, un giorno che sarai indipendente, spiegagli come stanno le cose e fa la cosa più cristiana: porgi l'altra guancia, poi alzati e vai via

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Icoldibarin

Uno dei motivi principali per cui mi sono iscritto su Gay-Forum, a parte ovviamente far parte della community, è quella di poter raccontare la mia storia a persone che magari hanno provato o provano tuttora sensazioni simili alle mie. Penso che scrivere e nel frattempo leggere le risposte di chi ha il piacere di replicare al mio topic, possa essere in un certo senso terapeutico. Il post potrebbe essere un po' lungo quindi chiedo scusa in anticipo se doveste sentirvi male durante la lettura

 

Intanto benvenuto :)

 

 

Sono in cura da uno psichiatra da qualche mese e devo dire che sto facendo molti passi in avanti sull'auto-accettazione. Un anno fa per me sarebbe stato impensabile parlare di questo "segreto" con qualcuno. Oggi invece ho già fatto coming out con un paio di amici, un componente della mia famiglia e una mia ex professoressa delle superiori.

 

Direi che si percepisce anche da questo tuo messaggio che, sebbene le grosse difficoltà, stai migliorando e compiendo dei passi molto importanti. Quindi congratulazione e avanti così!

 

A prescindere dalla mia fobia sociale, sto iniziando ad alimentare una voglia di uscire allo scoperto che prima non avevo,

 

Questo capitò anche a me, è del tutto normale e positivo, fino alla tua completa apertura sarà un processo in espansione ed inarrestabile

 

sapere di non poter fare coming out almeno con la mia famiglia, mi devasta. [...] Almeno una volta al giorno, mio padre o mia madre fanno battutine ridicole sui gay: "Oh, guarda un frocio in TV, che schifo" - per portare un esempio. Tutte le volte che lo fanno, è come se mi pugnalassero alle spalle.

 

Beh, dai tempo al tempo, non tutto si può fare subito. Senza dichiararti potresti iniziare a controbattere ed argomentare sul perché queste battutine sono spiacevoli e di cattivo gusto. Non serve certo essere gay per ribellarsi all'omofobia.

 

Sarò sfigato io ma la maggior parte delle persone che ho conosciuto fra amici di famiglia, scuola, amici di amici, sono tutti omofobi, chi più chi meno. Si salvano in pochi.

 

Vedrai che le persone buone arriveranno e più sarai te stesso maggiormente troverai persone con cui stare bene senza avere patemi. Ti consiglio per il momento di iniziare da quei pochi, capire se meritano la tua fiducia, se possono condividere qualcosa in più con te.

Come ho detto prima, sto facendo dei passi avanti. Non so fin dove lontano arriverò. Il mio sogno è poter vivere la mia vita da fiero omosessuale convinto e privo di questa fobia sociale

 

E il mio augurio è quello di poterlo realizzare presto quel sogno, tanto poi ne verranno molti altri a cui dare la caccia. In bocca al lupo!

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Non mi aspettavo che così tante persone intervenissero nel mio topic. Grazie di cuore ragazzi, faccio tesoro di ogni vostro messaggio.  :blush:

 

 

Mi dispiace per la tua situazione, non dissimile dalla mia.

Cerca di realizzare la tua autonomia economica e "psicologica" (impresa ardua, ma possibile).

 

Non hai stretto un patto di matrimonio con i tuoi familiari; 

Appena puoi e Vuoi, vattene da loro : non c'è peggior cosa che stare in mezzo a delle persone che ti fanno sentire continuamente una M.

 

Capirai, senza bisogno che io te lo dica, che le ''M'' sono quelle persone che cercano di umiliarti, pur essendo tuoi familiari e pur dovendo almeno teoricamente volerti bene.

 

Certo, comprendo il tuo messaggio e ti ringrazio. Penso che facendo un passo per volta, riuscirò a staccarmi  dai miei familiari e vivere un po' da protagonista

 

 

Capita Esqui, come hai scritto tu stesso succede di essere sfigati nel piccolo mondo che ci circonda. Diciamo che alcune paure sociali le ho condivise pure io e che insieme ad un ambientino di amici e familiari ignoranti e bigotti, tutto ciò ha ritardato il mio ingresso nella consapevolezza di ciò che fossi.

Può essere problematico perchè anche alcuni nostri "simili" non capiscono quanto possa segnarti una cosa del genere, figurarsi chi non ha a che fare con l'omosessualità.

Però stai affrontando le tue paure, hai inziato un percorso che ti sta concretamente aiutando, mi spiace molto che non possa stare a tuo agio neanche nelle mura di casa tua ma continua a tener duro, sai che questa è la strada giusta per essere pienamente te stesso. Evidentemente ti è toccata una sorte difficile che però ti renderà una persona più completa, che ha sperimentato tanto su di se e che può mostrare una sensibilità e una consapevolezza maggiori.

Avrai poi tempo per capire come raggiungere la tua autonomia sia economica che affettiva e magari potrai anche fare CO con i tuoi ma ora non caricarti di aspettative o responsabilità.

Intanto ti facciamo i nostri migliori auguri e quando vorrai, troverai qua sul forum persone disposte ad ascoltarti e capirti. Buona fortuna per tutto

 

Grazie mille Efestione per le belle parole. Sicuramente "sfrutterò" il forum come un rifugio dove potermi confidare come sto iniziando a fare, e magari perché no, poter essere d'aiuto io stesso nel mio piccolissimo, per qualcun altro  :sorriso:

 

Ciao!

Anch'io soffro di disturbi ansiosi, tachicardia parossistica, capogiri...so che la cosa non sarà consolante, ma volevo comunicarti che non sei solo ecco :D

 

Ciao Schopy, grazie per aver condiviso questa parte di te, lo apprezzo molto ^_^ E' una bella scocciatura ma sicuramente col tempo si migliora!

 

 

Ciao :)
Allora, io tutt'ora (16 anni) soffro di alcuni problemi relativi ad ansia, nulla di troppo eccessivo, per mia fortuna, ma non è il meglio, per esempio io, per le prime due settimane di liceo, non parlavo con NESSUNO.

Certo, dopo quasi due anni le cose sono migliorate, tra litigi e altro, anche se a volte mi blocco nelle cose più semplici, mi sale un ansia immane, mi sento un vuoto nel petto e non riesco a camminare come una persone normale.

Per fortuna la Sardegna è più "gay friendly", le eccezioni ci saranno sempre, ma dettagli.

 

Per quanto riguarda i tuoi progressi sono felice per te, io non sarei in grado di andare da uno psichiatra/psicologo, forse perché ho un carattere molto (troppo) calmo e rilassato.

 

Ciao Sempavo! Io inizialmente ero un po' titubante sul parlare con uno specialista delle mie situazioni ma devo dire che è molto liberatorio e anche funzionale, almeno nella mia esperienza personale :) Penso che comunque sarei potuto nascere in un posto peggiore dal lato dell'accettazione, senza dubbio... Bisogna circondarsi della giusta compagnia solo che nel mio caso è un po' più complicato dato i miei problemi d'ansia XD

 

Non è una cosa sorprendente, dopotutto anche i miei non sospettavano nulla, e io non brillo di certo per il mio machismo.

 

La tua situazione invece risulta davvero complicata: normalmente ti consiglierei di saziare il tuo desiderio di CO e di accettazione andando in un'associazione come potrebbe essere un arcigay, ma la tua fobia sociale è un ostacolo a dir poco immane per questo percorso. Come tu stesso hai detto, in situazioni e contesti non famigliari ti senti fisicamente e psicologicamente male, e questo è esattamente l'opposto del risultato che si vuole ottenere

Però già il fatto che tu stesso senta che andare dallo psicologo ti fa sentire meglio e ti ha aiutato a migliorarti è un grandissimo lato positivo. Ci vorrà del tempo, ci saranno ancora occasioni in cui ti sentirai la sicurezza venire a meno, ma credo che tu ce la possa assolutamente fare a superare la tua fobia :D e a sentirti libero di incontrare nuove persone.

Quanto alla tua situazione familiare, detesto dare la cosa per persa, ma credo che non ci sia molto da fare. Per ora evita il CO/Outing con loro e poi, un giorno che sarai indipendente, spiegagli come stanno le cose e fa la cosa più cristiana: porgi l'altra guancia, poi alzati e vai via

 

Grazie Jelly per il tuo messaggio. Purtroppo hai ragione, anche se in cuor mio mi piacerebbe frequentare dei posti dove percorre un'accettazione sicuramente maggiore rispetto ai luoghi in cui sono abituato a vivere, i miei malesseri s'intensificano, però rimango dell'idea che se metto completamente a fuoco che non c'è niente di sbagliato in me, sicuramente guadagnerò fiducia e potrei anche fare un salto in qualche associazione del genere! Tempo al tempo :)

 

Guarda io non me la sento di alzare bandiera bianca immediatamente con i miei genitori. Ho sempre quel briciolo di speranza che la loro mentalità retrograda possa mutare se emotivamente coinvolti nella situazione. In ogni caso sì aspetterò sicuramente tutto il tempo di cui necessito per acquisire quella fiducia di cui ho bisogno per essere più indipendente  :)):

 

@@Icoldibarin, Grazie mille per il tuo messaggio. Solitamente non controbatto per paura che loro possano farsi due domande se effettivamente sono gay. Vorrei posticipare questa cosa e quindi evito qualunque cosa possa far insorgere in loro delle domande. Sto cercando di parlare della mia omosessualità con tutte quelle (pochissime) persone che so che possono accettarmi senza problemi. Penso che iniziare a "vivere" sapendo che la persona che ho davanti sa che io sono gay, mi faccia solo bene. Purtroppo sono veramente poche ma confido nelle tue parole che prima o poi riuscirò a circondarmi della giusta compagnia ^_^

 

Grazie ancora a tutti 

Edited by Esqui
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Probabilmente Palermo non è la miglior città per un gay represso insicuro che cerca di farsi strada in un mondo dove ti puntano il dito anche solo se non tifi la loro stessa squadra di calcio. Dovrei cambiare aria, me lo dicono in tanti ma... Sarò ripetitivo, la fobia sociale mi debilita veramente troppo per fare una cosa simile.

Palermo è una delle città più aperte e meno omofobe d'Italia, che gode anche dell'appoggio delle istituzioni locali, che ha visto nascere l'Arcigay nel lontano 1980. Certo, non offre chissà cosa dal punto di vista dello svago, ma le associazioni LGBT sono molto attive e disponibili per supporto psicologico o consigli o dubbi :)

 

Sia io che il mio ragazzo siamo di Palermo, entrambi dichiarati in famiglia e con gli amici. Di me l'hanno saputo anche i colleghi di università e i compagni di scuola. E in 13 anni che ho fatto coming out non ho mai avuto problemi con nessuno. Certo, le battute qualcuno le farà sempre, ma ci si passa sopra eheheh ;) Questo per dirti che a Palermo puoi provare a vivere serenamente la tua sessualità, che non ci sono solo omofobi (per fortuna).

 

Per quanto riguarda il tuo caso, posso solo dirti che, a mio parere, non devi avere fretta di fare coming out. Il tempo ti aiuterà, e capirai tu stesso quando sarà il momento opportuno per venire fuori. L'importante è che tu riesca a poco a poco a fare passi in avanti, come già stai facendo!

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Palermo è una delle città più aperte e meno omofobe d'Italia, che gode anche dell'appoggio delle istituzioni locali, che ha visto nascere l'Arcigay nel lontano 1980. Certo, non offre chissà cosa dal punto di vista dello svago, ma le associazioni LGBT sono molto attive e disponibili per supporto psicologico o consigli o dubbi :)

 

Sia io che il mio ragazzo siamo di Palermo, entrambi dichiarati in famiglia e con gli amici. Di me l'hanno saputo anche i colleghi di università e i compagni di scuola. E in 13 anni che ho fatto coming out non ho mai avuto problemi con nessuno. Certo, le battute qualcuno le farà sempre, ma ci si passa sopra eheheh ;) Questo per dirti che a Palermo puoi provare a vivere serenamente la tua sessualità, che non ci sono solo omofobi (per fortuna).

 

Per quanto riguarda il tuo caso, posso solo dirti che, a mio parere, non devi avere fretta di fare coming out. Il tempo ti aiuterà, e capirai tu stesso quando sarà il momento opportuno per venire fuori. L'importante è che tu riesca a poco a poco a fare passi in avanti, come già stai facendo!

 

Probabilmente ho sbagliato a fare di tutta l'erba un fascio e mi scuso. Nei luoghi in cui ho vissuto tutta quest'accettazione non l'ho mai vista. Anche a scuola, un indirizzo tecnico con la maggioranza di studenti maschi le battutacce erano all'ordine del giorno. Venivo visto male anche solo per la mia voce lol. Poi sì come ho detto prima con le mie fobie non ho avuto modo di vivere a pieno una vita per le strade di Palermo e per questo il tuo intervento è molto prezioso, ti ringrazio tanto :) 

Edited by Esqui
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LocoEmotivo

a scuola, un indirizzo tecnico con la maggioranza di studenti maschi le battutacce erano all'ordine del giorno.

Sto per fare un discorso generale, eh, che non vuole assolutamente un attacco a te.

(Premessa obbligata.)

Bisogna imparare a convivere con la nostra Diversità. Una Diversità maiuscola, perché non riguarda solo la sessualità ma anche la squadra di calcio, la taglia dei tuoi calzoni, l'estrazione sociale più o meno abbiente: se vai a scuola a Roma e tifi Juve dovrai convivere per tutta la vita con l'essere chiamato "gobbo de mmerda", se indossi una XL sarai necessariamente un "ciccione" e così via.

Siamo animali sociali e ragioniamo per gruppi, così che chiunque non rispetti in toto le caratteristiche del nostro macrocosmo dovrà essere stigmatizzato per le sue individuali Diversità.

Ecco perché bisogna imparare a convivere (più che sperare/aspettare che cessino), perché non smetteranno mai. E per "convivere" non intendo "mera rassegnazione" quanto un approccio differente al problema. Ricordo un'intervista a Vladimir Luxuria: raccontava come, ad un compagno di scuola che gli aveva dato del "Brutto frocio!", aveva replicato con un: "Brutto a me?". Il punto è questo: imparare a non dare soddisfazione agli altri, a non farli nutrire dei loro comportamenti (più o meno involontariamente) cattivi.

C'è sempre qualcuno o qualcosa che ti farà male: solo partendo da questa premessa, a mio avviso, possiamo costruirci una vita migliore.

 

Ripeto: era una riflessione estemporanea, non un J'accuse verso il ragazzo che ha dimostrato una notevole consapevolezza nello scrivere questo thread.

Edited by LocoEmotivo
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Sto per fare un discorso generale, eh, che non vuole assolutamente un attacco a te.

(Premessa obbligata.)

Bisogna imparare a convivere con la nostra Diversità. Una Diversità maiuscola, perché non riguarda solo la sessualità ma anche la squadra di calcio, la taglia dei tuoi calzoni, l'estrazione sociale più o meno abbiente: se vai a scuola a Roma e tifi Juve dovrai convivere per tutta la vita con l'essere chiamato "gobbo de mmerda", se indossi una XL sarai necessariamente un "ciccione" e così via.

Siamo animali sociali e ragioniamo per gruppi, così che chiunque non rispetti in toto le caratteristiche del nostro macrocosmo dovrà essere stigmatizzato per le sue individuali Diversità.

Ecco perché bisogna imparare a convivere (più che sperare/aspettare che cessino), perché non smetteranno mai. E per "convivere" non intendo "mera rassegnazione" quanto un approccio differente al problema. Ricordo un'intervista a Vladimir Luxuria: raccontava come, ad un compagno di scuola che gli aveva dato del "Brutto frocio!", aveva replicato con un: "Brutto a me?". Il punto è questo: imparare a non dare soddisfazione agli altri, a non farli nutrire dei loro comportamenti (più o meno involontariamente) cattivi.

C'è sempre qualcuno o qualcosa che ti farà male: solo partendo da questa premessa, a mio avviso, possiamo costruirci una vita migliore.

 

Ripeto: era una riflessione estemporanea, non un J'accuse verso il ragazzo che ha dimostrato una notevole consapevolezza nello scrivere questo thread.

 

Anche senza la tua premessa non lo avrei inteso come un attacco alla mia persona, davvero! 

 

Hai assolutamente ragione e da parte mia mi pongo una domanda: Come cazz si fa? Metto sempre in primo piano l'opinione degli altri alla mia, è un tratto che odio di me. Cerco di apparire il più accettabile possibile per le persone che mi circondano magari eclissando le mie opinioni personali. Ecco, sono sempre alla ricerca dell'accettazione del prossimo. Adesso, penso sia inutile cercare di trovare una spiegazione psico-analizzandomi (anche perché questo spetta al mio psichiatra  :rotfl: ). Spero solo di riuscire a cambiare questo lato di me, in modo tale da non avere più paura degli altri. Secondo me è tutta una catena:

 

Dare meno importanza alle opinioni degli altri sapendole affrontare adeguatamente > Acquisire fiducia, carattere e personalità > Sconfiggere la fobia sociale > Vivere la vita da gay in modo tranquillo

 

Comunque un plauso alla tua saggezza

 

 

Bisogna imparare a convivere con la nostra Diversità. Una Diversità maiuscola, perché non riguarda solo la sessualità

 

Hai centrato il punto perfettamente

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LocoEmotivo

Sono contento di sapere che non l'avresti mai presa sul personale! Fa piacere sapere di poter parlare "in libertà".

 

Come cazz si fa?

Io posso darti la mia risposta, che per me è valida.

Dalle mie parti c'è un modo di dire molto simpatico: ti tolgo la sete col prosciutto. Io l'ho sempre trovata deliziosa, perché rende perfettamente l'idea quasi sadica del fornirti l'esatto contrario di ciò che vuoi: forse è proprio per questo se, nel corso degli anni, questa massima paradossale è diventata una delle metafore centrali della mia vita.

Mi aggredisci? Mi insulti? Mi provochi? Hai sete. Non risponderò alle tue aggressioni o la butterò sul ridicolo o semplicemente ti ignorerò. Béccate 'sto prosciutto.

Questo è il mio stile, questa è la mia risposta.

L'ho utilizzata quando hanno cercato di tirarmi dentro una rissa (roba da maschi alpha lobotomizzati). L'ho utilizzata quando cercavano di divertirsi a spese di un adolescente (che poi ero io). L'ho utilizzata quando mi hanno bersagliato di attenzioni poco carine.

Ha funzionato? Quello che so è che non ha fatto degenerare queste situazioni, e tanto mi basta.

Nel corso degli anni, questo atteggiamento ha formato il mio modo di pensare. La mia è una sorta di conflitto morbido, in cui so di non poterti evitare ma rifiuto comunque di giocare secondo le tue regole.

Perché la vita è mia e le regole le detto io.

 

Senza cadere troppo sul personale, in più di un'occasione ho riscontrato come le normali dinamiche interpersonali si possano spezzare attraverso una variabile impazzita. Se stanno per volare botte da orbi e tu ti rovesci una bottiglia d'acqua in testa, per dire, il processo degenerativo si arresta.

(Roba da barre di raffreddamento dei reattori nucleari, a pensarci ora.)
Gli altri ci spingono nel loro campo da gioco specialmente se capiscono che quello non è il nostro sport. 'Fanculo, allora: io la soddisfazione di vincere facile non te la do. Dovrai fare molto meglio di questo per catturare la mia attenzione.

Ti tolgo la sete col prosciutto.

 

Questo vale.

Per me. Per il mio carattere. Per la mia storia.

Se te lo racconto non è tanto per fare il riuscito o il gradasso ma per spingerti a scoprire dov'è che tu puoi intervenire in quei processi che non sai governare.

Analizza. Valuta. Cerca di capire, anche ricostruendoli, i vari processi che ti feriscono. E sabotali.

C'è una vecchia vignetta dei Peanuts (e questa cosa farà impazzire di gioia Rinopap) in cui Linus chiede non mi ricordo cosa con molta impazienza a Lucy, col risultato di guadagnarci un bel pugno. La striscia si chiude su Linus stordito che dice (più o meno): "Ad esempio, io sapevo benissimo quando ho iniziato a esagerare...". Ecco: i rapporti umani sono davvero così. Sono sequenze che tendono a restringere il campo delle scelte successive, ed il "cattivo di turno" cercherà di ridurre sempre più le tue. Prova a scomporre questi procedimenti e identifica il momento in cui, che ne so, raccontare una barzelletta avrebbe bloccato il processo.

Quando riconoscerai che questi meccanismi stanno per scattare, puoi provare a sabotarli: fingi, inventa, crea, dai sfogo alla tua tensione e al tuo malessere in un modo che non sia esclusivamente autodistruttivo.

 

Un'ultima considerazione e chiudo questo lungo e palloso papier.

Acquista la consapevolezza che la realtà fa male. Specialmente le persone.

Sappi che non si può attraversare indenni il mare della vita. Alcuni ne riportano graffi, altri lesioni, altri mutilazioni. C'è addirittura chi ci resta secco. Nessuno, su questa terra, non ha mai sofferto.

Col tempo, capirai che ci sono addirittura persone che possono farti male ma che non vogliono farlo: alcuni li chiamerai amici; altri, amanti.

Ci sono anche persone che non vogliono farti del male ma che poi lo fanno, e queste sono le più difficili da gestire: ti sono vicinissime, le chiami "mamma" o "papà", eppure alcune volte sono il tuo avversario più letale.

Io vorrei poterti offrire una soluzione, ma non ne ho.

Tutto quello che posso dirti è: soffriamo tutti, e tutti ne veniamo fuori. Ce la farai anche tu: devi solo trovare il tuo modo di affrontare il mondo.

Una cosetta da poco, non trovi?

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Sono contento di sapere che non l'avresti mai presa sul personale! Fa piacere sapere di poter parlare "in libertà".

 

Io posso darti la mia risposta, che per me è valida.

Dalle mie parti c'è un modo di dire molto simpatico: ti tolgo la sete col prosciutto. Io l'ho sempre trovata deliziosa, perché rende perfettamente l'idea quasi sadica del fornirti l'esatto contrario di ciò che vuoi: forse è proprio per questo se, nel corso degli anni, questa massima paradossale è diventata una delle metafore centrali della mia vita.

Mi aggredisci? Mi insulti? Mi provochi? Hai sete. Non risponderò alle tue aggressioni o la butterò sul ridicolo o semplicemente ti ignorerò. Béccate 'sto prosciutto.

Questo è il mio stile, questa è la mia risposta.

L'ho utilizzata quando hanno cercato di tirarmi dentro una rissa (roba da maschi alpha lobotomizzati). L'ho utilizzata quando cercavano di divertirsi a spese di un adolescente (che poi ero io). L'ho utilizzata quando mi hanno bersagliato di attenzioni poco carine.

Ha funzionato? Quello che so è che non ha fatto degenerare queste situazioni, e tanto mi basta.

Nel corso degli anni, questo atteggiamento ha formato il mio modo di pensare. La mia è una sorta di conflitto morbido, in cui so di non poterti evitare ma rifiuto comunque di giocare secondo le tue regole.

Perché la vita è mia e le regole le detto io.

 

Senza cadere troppo sul personale, in più di un'occasione ho riscontrato come le normali dinamiche interpersonali si possano spezzare attraverso una variabile impazzita. Se stanno per volare botte da orbi e tu ti rovesci una bottiglia d'acqua in testa, per dire, il processo degenerativo si arresta.

(Roba da barre di raffreddamento dei reattori nucleari, a pensarci ora.)

Gli altri ci spingono nel loro campo da gioco specialmente se capiscono che quello non è il nostro sport. 'Fanculo, allora: io la soddisfazione di vincere facile non te la do. Dovrai fare molto meglio di questo per catturare la mia attenzione.

Ti tolgo la sete col prosciutto.

 

Questo vale.

Per me. Per il mio carattere. Per la mia storia.

Se te lo racconto non è tanto per fare il riuscito o il gradasso ma per spingerti a scoprire dov'è che tu puoi intervenire in quei processi che non sai governare.

Analizza. Valuta. Cerca di capire, anche ricostruendoli, i vari processi che ti feriscono. E sabotali.

C'è una vecchia vignetta dei Peanuts (e questa cosa farà impazzire di gioia Rinopap) in cui Linus chiede non mi ricordo cosa con molta impazienza a Lucy, col risultato di guadagnarci un bel pugno. La striscia si chiude su Linus stordito che dice (più o meno): "Ad esempio, io sapevo benissimo quando ho iniziato a esagerare...". Ecco: i rapporti umani sono davvero così. Sono sequenze che tendono a restringere il campo delle scelte successive, ed il "cattivo di turno" cercherà di ridurre sempre più le tue. Prova a scomporre questi procedimenti e identifica il momento in cui, che ne so, raccontare una barzelletta avrebbe bloccato il processo.

Quando riconoscerai che questi meccanismi stanno per scattare, puoi provare a sabotarli: fingi, inventa, crea, dai sfogo alla tua tensione e al tuo malessere in un modo che non sia esclusivamente autodistruttivo.

 

Un'ultima considerazione e chiudo questo lungo e palloso papier.

Acquista la consapevolezza che la realtà fa male. Specialmente le persone.

Sappi che non si può attraversare indenni il mare della vita. Alcuni ne riportano graffi, altri lesioni, altri mutilazioni. C'è addirittura chi ci resta secco. Nessuno, su questa terra, non ha mai sofferto.

Col tempo, capirai che ci sono addirittura persone che possono farti male ma che non vogliono farlo: alcuni li chiamerai amici; altri, amanti.

Ci sono anche persone che non vogliono farti del male ma che poi lo fanno, e queste sono le più difficili da gestire: ti sono vicinissime, le chiami "mamma" o "papà", eppure alcune volte sono il tuo avversario più letale.

Io vorrei poterti offrire una soluzione, ma non ne ho.

Tutto quello che posso dirti è: soffriamo tutti, e tutti ne veniamo fuori. Ce la farai anche tu: devi solo trovare il tuo modo di affrontare il mondo.

Una cosetta da poco, non trovi?

 

Mi permetto, prima di rispondere al tuo messaggio, di criticare un punto da te scritto:

 

 

 

chiudo questo lungo e palloso papier.

 

 

Ogni lettera che tu e tutti gli altri avete scritto nel mio topic e il tempo annesso che mi avete dedicato gratuitamente, per me è infinitamente importante e per questo vi ringrazio. Non ho trovato il tuo messaggio palloso affatto, anzi. Hai raccontato di un meccanismo che utilizzi per fronteggiare ad alcune situazioni che trovo assolutamente affascinante e che sicuramente cercherò di sfruttare per trarne qualche vantaggio anch'io.

 

Perché sì, riuscire a smontare in maniera intelligente e come hai detto tu, in modo non auto-distruttivo, le argomentazioni e le azioni mirate a ferirti è notevole. Ci vuole una forza interiore non da poco. Forza che io non credo in questo momento di avere ma può diventare un obiettivo da raggiungere per me. Penso che questo possa far parte della crescita di ognuno di noi. Adesso, non so perché io sia così indietro a fronteggiare tutto ciò, magari per un fattore genetico o per le mie poche esperienze di vita vera; penso però che non sia poi importante trovare una motivazione a questo. Come ho già scritto in precedenza, non avrei mai pensato di arrivare oggi anche solo con il desiderio di venire fuori per quello che sono. Mi sono un po' sorpreso di me stesso per i passettini che ho fatto. Possibilmente riuscirò ad acquisire anche questa maturità-forza-coraggio-convinzione di fronteggiare chi ho davanti. Che si tratti di "Togliere la sete col prosciutto" o in qualunque altro modo, posso riuscirci. Spero solo che non passi troppo tempo.

 

Grazie, davvero. Faccio tesoro di ogni vostro consiglio ed esperienza di vita. minecraft_heart_full_by_x_obliviate_x-d7

Edited by Esqui
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  • 2 months later...

Ciao a tutti :)

 

Volevo aggiornare questo topic con gli avvenimenti e i progressi che ho fatto negli ultimi due mesi.

 

Inizio col dire che ho acquisito una fiducia e una consapevolezza molto più forti riguardo la mia identità sessuale rispetto a prima. Forse è un po' complicato da spiegare a parole ma ci provo lo stesso: le sensazioni che provo nell'identificarmi come gay, sono molto più piacevoli rispetto a prima. Sono gay e mi sta iniziando a piacere esserlo. Se vedo un ragazzo carino, non mi pongo più il problema se dirlo ai miei migliori amici. Se vedo qualcuno fare discriminazioni, adesso mi arrabbio. Prima provavo solo paura e angoscia, adesso scatta in me un senso di nervosismo perché riconosco che l'omofobia (o comunque, l'attaccare ciò che è diverso da se stessi) è una cosa patetica e da ignoranti e non posso tollerarla. Insomma, sono decisamente più sicuro rispetto a prima.

 

Sono stato al Gay Pride di Palermo per la prima volta ed è stata una delle esperienze più liberatorie e sane che abbia mai fatto in vita mia. L'alcool prima di dirigermi alla parata è stato necessario a causa della mia fobia sociale ma ne è valsa la pena totalmente. Ho fatto cose che non avrei mai pensato di fare: ho portato lo striscione principale della parata per tutto il centro di Palermo e vicino al sindaco, ho conosciuto una persona piuttosto famosa in città che mi ha supportato e aiutato durante l'evento, sono stato ripreso, insieme agli altri, da molti giornalisti e telecamere varie. Insomma, la libertà di poter essere ciò che si è senza aver paura, è stata la cosa che più mi ha colpito in positivo di quest'evento. Ognuno era felice, ogni cosa era più colorata rispetto ai giorni passati. Ero eccitato all'idea di non dovermi più nascondere, almeno quel giorno. Ho visto anche Immanuel Casto dal vivo in una delle serate organizzate dal coordinamento del Pride, pazzesco. E' stato veramente incredibile. Purtroppo la mia fobia sociale mi limita moltissimo... Ho avuto modo di parlare con alcuni ragazzi di Arcigay Palermo che ho trovato molto simpatici ma non riesco proprio ad avvicinarmi a loro a causa della mia ansia, infatti in questo momento non so come muovermi. Vorrei addentrarmi in questo mondo e conoscere nuove persone ma questo va in conflitto con le mie emozioni e i miei malesseri. Purtroppo ho una cerchia di conoscenze e amicizie molto limitata.

 

Ho fatto coming out con una mia amica di Palermo e altri amici online,  l'ho fatto anche con mia sorella: una delle persone che più temevo. Con lei (come con gli altri) è andata bene, non mi ha creato problemi di alcun tipo anche se non la trovo totalmente a suo agio all'idea di avere un fratello omosessuale. Ma le mie sono sensazioni. Lo dico perché non riesco a concepire il fatto che dopo quasi un mese dal mio CO, non mi abbia chiesto praticamente niente di me, delle mie emozioni, di come sto realmente. Non so bene come interpretare questa cosa. Pazienza, spero le passi perché averla al mio fianco è importante. Mi rendo conto che è una notizia che ha bisogno di tempo per essere compresa, soprattutto per un soggetto ignorante in materia come lei. So che mi vuole bene e sono sicuro che riuscirà ad assimilare la cosa come sto facendo io.

 

Tirando le somme che dire, le cose negli ultimi due mesi sono migliorate molto, soprattutto nell'accettazione di me stesso. Purtroppo la mia ansia rimane molto forte e assolutamente non giustificata. Vorrei poter essere più libero, incontrare gente (magari anche un fidanzato) ed essere me stesso, ma la fobia sociale continua ad essere per me un cancro. Mi rendo però conto che oggi, uscire con una persona che sa della mia omosessualità, mi pesa meno rispetto a quando ancora non sapeva nulla. Quindi forse è questione di tempo anche per questo. Lo spero con tutto il cuore perché ho bisogno di vivere e ora che ho assaporato per la prima volta la libertà, vorrei togliermi queste catene una volta per tutte.

 

Grazie per avermi letto

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LocoEmotivo

Ehi, Esqui!

Bravo, bravissimo! Hai scritto delle cose bellissime, e fa piacere vedere che stai tentando di cambiare una situazione che ti va sempre più stretta e sempre più scomoda.

Aspettiamo trepidanti i tuoi prossimi progressi!

 

Sono stato al Gay Pride di Palermo per la prima volta ed è stata una delle esperienze più liberatorie e sane che abbia mai fatto in vita mia. [...] Ho fatto cose che non avrei mai pensato di fare: ho portato lo striscione principale della parata per tutto il centro di Palermo e vicino al sindaco, ho conosciuto una persona piuttosto famosa in città che mi ha supportato e aiutato durante l'evento, sono stato ripreso, insieme agli altri, da molti giornalisti e telecamere varie. [...] Ognuno era felice, ogni cosa era più colorata rispetto ai giorni passati. Ero eccitato all'idea di non dovermi più nascondere, almeno quel giorno. [...] Vorrei addentrarmi in questo mondo e conoscere nuove persone ma questo va in conflitto con le mie emozioni e i miei malesseri.

Ti auguro che ogni giorno della tua vita diventi un Pride ;)

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Trovo quasi emozionante leggere dei tuoi passi in avanti dopo un tempo relativamente breve, sei stato bravissimo e spero che tutte queste esperienze ti stiano spingendo nella giusta direzione.

Dai tempo a tua sorella di metabolizzare ma anche tu dimostrati volenteroso di comunicare con lei, oltre l'imbarazzo eventuale, se hai bisogno che lei ti stia vicino faglielo capire.

Non avere fretta di eliminare in un solo colpo queste fobie che ti bloccano, hai già fatto tanto e voltati a farti i complimenti per i traguardi insaspettati rispetto al topic di apertura, vedrai che continuerai a controllare meglio queste paure e blocchi man mano che ci fi esperienza.

Bravo Esqui e buona fortuna.

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