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Artefici di una noiosa routine?


Laen

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Ho sempre pensato di non necessitare di nessuno per poter condurre una serena esistenza all'infuori della famiglia e degli amici, e anzi, la prevalente sensazione è sempre stata l'ansia all'idea di condividere le mie giornate insieme a qualcuno che, lecitamente, auspica d'essere considerato parte integrante del contesto routinario del partner.

 

E' da qualche settimana, però, che la questione ha iniziato a dirigersi su un altro punto, che potrebbe essere la chiave del problema.

 

Vi è mai capitato di abortire in partenza possibili frequentazioni a lungo termine a causa del timore, fondato o meno, di poter risultare noiosi e pesanti in un contesto di relazione stabile?

Il tutto può derivare dalla convinzione di non essere stimolanti e/o appaganti a livello di contenuti, di hobby, di semplici passatempi cazzari per poter tirare le giornate senza infossarsi in un baratro di noia.

Questo timore potrebbe estendersi anche al piano amicale nel rapporto tra due individui, ma vorrei dare enfasi al lato di coppia della tematica.

 

Mi chiedo se questo timore possa realmente inficiare la buona stabilità di un rapporto a due e se possa essere alla base di una tendenza alla toccata e fuga.

 

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Vi è mai capitato di abortire in partenza possibili frequentazioni a lungo termine a causa del timore, fondato o meno, di poter risultare noiosi e pesanti in un contesto di relazione stabile?

Il tutto può derivare dalla convinzione di non essere stimolanti e/o appaganti a livello di contenuti, di hobby, di semplici passatempi cazzari per poter tirare le giornate senza infossarsi in un baratro di noia.

Un'infinità di volte.

Il punto è: vuoi tu offrire a qualcuno anche la tua noia, anche la tua pesantezza?

Perché di questo si parla quando si nominano i rapporti a lungo termine.

Non entriamo nel merito, come suggerisci tu, se sia vero o se si tratti di suggestioni: però, chiediamoci se sei pronto a offrire tutto te stesso all'altro.

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Per me, in generale, no

 

Nel senso che se parliamo di coppia l'ho sempre messa in termini di incompatibilità

cioè di divergenza di interessi, fra me ed il mio partner, ma non ho mai ritenuto che

questo implicasse una valutazione negativa né di lui, né di me

 

Ovviamente sono del tutto consapevole che un ipotetico gay discotecaro potrebbe

sinteticamente definirmi "noioso", ma so anche che io potrei definirlo "superficiale"

e nella realtà abbiamo solo interessi diversi, quindi se ognuno si trincera nei suoi il

risultato è una incompatibilità, se ci si viene incontro ha senso frequentarsi fuori dal

letto

 

Certo può esistere un periodo negativo, in cui si è "depressi" ( in senso lato ) e quindi

anche "noiosi" nel senso di privi di voglia di vivere. In questi casi la "toccata e fuga" è una

iniezione di vitalità, che si alterna a momenti di "malessere" ( non vorrei dire depressione nel

senso stretto del termine, possono esserci dei fatti negativi delle sfighe varie etc  )

 

Questo mi è capitato ed il punto è capire da dove nasce questo "malessere"

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VermillionLie

Ho sempre pensato di non necessitare di nessuno per poter condurre una serena esistenza all'infuori della famiglia e degli amici, e anzi, la prevalente sensazione è sempre stata l'ansia all'idea di condividere le mie giornate insieme a qualcuno che, lecitamente, auspica d'essere considerato parte integrante del contesto routinario del partner.

 

E' da qualche settimana, però, che la questione ha iniziato a dirigersi su un altro punto, che potrebbe essere la chiave del problema.

 

Vi è mai capitato di abortire in partenza possibili frequentazioni a lungo termine a causa del timore, fondato o meno, di poter risultare noiosi e pesanti in un contesto di relazione stabile?

Il tutto può derivare dalla convinzione di non essere stimolanti e/o appaganti a livello di contenuti, di hobby, di semplici passatempi cazzari per poter tirare le giornate senza infossarsi in un baratro di noia.

Questo timore potrebbe estendersi anche al piano amicale nel rapporto tra due individui, ma vorrei dare enfasi al lato di coppia della tematica.

 

Mi chiedo se questo timore possa realmente inficiare la buona stabilità di un rapporto a due e se possa essere alla base di una tendenza alla toccata e fuga.

Purtroppo mi è capitato e, ancora oggi, ho paura che la noia sia sempre in agguato. 

Mi sento spesso noioso e pesante, a volte ho un'ansia tremenda, tanto che non riesco a mandare avanti la conversazione. 

Per me è uno dei principali motivi per cui fatico a rimanere in un rapporto stabile.

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Vi è mai capitato di abortire in partenza possibili frequentazioni a lungo termine a causa del timore, fondato o meno, di poter risultare noiosi e pesanti in un contesto di relazione stabile?

Il tutto può derivare dalla convinzione di non essere stimolanti e/o appaganti a livello di contenuti, di hobby, di semplici passatempi cazzari per poter tirare le giornate senza infossarsi in un baratro di noia.

ma scusa, cosa pretendi?

che una relazione stabile -magari sfociata anche in una convivenza- sia sempre fatta solo di.. fuochi d'artificio???

 

Se te l'immagini così, levatelo dalla testa: una convivenza (e la mia dura da 9 anni) è fatta di corse in ufficio, bollette da pagare, panni da lavare/stirare, frigoriferi da sbrinare eccetera.

insomma, la quotidianità, stressante & banale.

 

poi certo, ci sono ANCHE momenti di intensa passione, dolcezza eccetera.

ma trattasi di momenti...

Edited by freedog
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Mi è capitato più volte all'inizio di una storia di chiedermi perché l'altro/a  mi stesse frequentando.  Ho anche provato a chiederlo all'interessato. Mi sembrava incredibile che volesse iniziare una storia con me. Questo atteggiamento allontanava non poche persone. Poi quando sentivo di potermi fidare tutto passava. Ma credo che sia una cosa diversa.

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però, chiediamoci se sei pronto a offrire tutto te stesso all'altro.

 

Non saprei...

Rispetto al passato, la sicurezza in me stesso è notevolmente aumentata, tale da potermi definire un'altra persona rispetto anche a non molti anni fa.

Resta però l'assenza, nel mio background d'esperienze attuali, di una storia a lungo termine: diverse tra le (non così tante) frequentazioni intrattenute, di relativa breve durata e costellate di paranoie evidenti in ogni interstizio, non sono andate a buon fine perché io, consapevolmente, ho deciso d'interromperle sul nascere nell'esatto momento in cui ho avvertito tangibile l'inizio di qualcosa di più profondo.

 

 

che una relazione stabile -magari sfociata anche in una convivenza- sia sempre fatta solo di.. fuochi d'artificio???

 

No, assolutamente, sono consapevole che la routine inoltrata sia fatta - fisiologicamente - d'alti e bassi.

Il mio intento era quello di porre l'attenzione sull'avvio di una papabile relazione e le relative insicurezze/ansie preventive circa la sensazione di inadeguatezza di contenuti.

Edited by Laen
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Vi è mai capitato di abortire in partenza possibili frequentazioni a lungo termine a causa del timore, fondato o meno, di poter risultare noiosi e pesanti in un contesto di relazione stabile?

Il tutto può derivare dalla convinzione di non essere stimolanti e/o appaganti a livello di contenuti, di hobby, di semplici passatempi cazzari per poter tirare le giornate senza infossarsi in un baratro di noia.

 

Sì; c'è da dire che comunque io non sono "facile"...sono arrogante e dev'esserci qualcosa nel rapporto con un ragazzo che, da subito, ai miei occhi lo renda un po' "speciale" (cosa che non si verifica più da qualche anno), perciò non solo sono noioso, sono pure esigente :D

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No, assolutamente, sono consapevole che la routine inoltrata sia fatta - fisiologicamente - d'alti e bassi.

Il mio intento era quello di porre l'attenzione sull'avvio di una papabile relazione e le relative insicurezze/ansie preventive circa la sensazione di inadeguatezza di contenuti.

 

Messa così mi pare una preoccupazione un po' cerebrale...l'adeguatezza di contenuti dev'esserci, chessò, col relatore di tesi o col collega con cui porti avanti un progetto di lavoro, ma con un partner...? Direi piuttosto che si tratta di cercare di frequentare una persona che "parli la tua lingua", inteso in senso lato; qualche volta è facile trovarsi in sintonia anche se si hanno difetti simili, o le stesse "debolezze". Per non annoiarsi direi che ci si deve trovare anche simpatici, condividere lo stesso senso dell'umorismo; dev'esserci anche un po' di stima intellettuale.

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Il mio intento era quello di porre l'attenzione sull'avvio di una papabile relazione e le relative insicurezze/ansie preventive circa la sensazione di inadeguatezza di contenuti.

mmhh..

sarà perchè quando è iniziata la nostra storia ero preso dalla.. foga della passione, però non mi sono mai fatto ste domande,

e l'ho vissuta -allora come adesso- un po' come viene.

 

insomma, se all'inizio non avevo pianificato una durata -nè avrei mai pensato fosse una storia *importante*-

ora non pianifico una fine.

anche perchè sinceramente non la vedo proprio all'orizzonte!

 

Messa così mi pare una preoccupazione un po' cerebrale...l'adeguatezza di contenuti dev'esserci, chessò, col relatore di tesi o col collega con cui porti avanti un progetto di lavoro, ma con un partner...? Direi piuttosto che si tratta di cercare di frequentare una persona che "parli la tua lingua", inteso in senso lato; qualche volta è facile trovarsi in sintonia anche se si hanno difetti simili, o le stesse "debolezze". Per non annoiarsi direi che ci si deve trovare anche simpatici, condividere lo stesso senso dell'umorismo; dev'esserci anche un po' di stima intellettuale.

ti stimo, fratello!

-mi sembra adeguato a quanto giustamente scrivi; o no?-

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Resta però l'assenza, nel mio background d'esperienze attuali, di una storia a lungo termine:

 

ma sei ancora un cucciolo... non ti mettere troppe paranoie! :-) 

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Come diceva giustamente Hinz, strano che tu non ne faccia un discorso semplicemente di compatibilità, ma dove le incontri queste persone così interessanti tanto da farti ritenere noiosa la tua vita?

 

In tutta sincerità nelle mie (poche) esperienze che ho avuto relazionali, anche lunghe, in genere ero io quello più dinamico nonostante mi ritenga, e tutto sommato sono, pigro.

La mia però è una pigrizia fisica ma non intellettuale, sono una persona abitudinaria ma francamente non mi ritengo noioso o meglio posso esserlo, anzi di sicuro lo sono, per persone molto differenti da me.

Non sono un'amante della musica, potrei ritenere simpatico incontrare un ragazzo appassionato e che sappia coinvolgermi ma tutto sommato chissenefrega, nei rapporti di coppia la condivisione è importante ma ancora più importante non prentedere di forgiare l'altro a propria immagine e somiglianza o viceversa.

 

 

Il punto è che tu vuoi perchè non voui scombinare il tuo equilibrio sociale, vuoi perchè non ti senti pronto ad innamorarti, tendi a tenere lontane le persone da te.

Il vero motivo lo sai tu, un pò ti capisco, io essendo una persona così orgogliosa delle proprie abitudini non ho mai frequentato qualcuno nella stessa città, preferisco metterci sempre una 30ina di chilometri di distanza, hai visto mai la sera qualche improvvisata non programmata?

Che noia che sonO!

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qualche volta è facile trovarsi in sintonia anche se si hanno difetti simili, o le stesse "debolezze". Per non annoiarsi direi che ci si deve trovare anche simpatici, condividere lo stesso senso dell'umorismo; dev'esserci anche un po' di stima intellettuale.

 

Grazie, sei stato chiaro, conciso ed efficace. ;)

 

 

nei rapporti di coppia la condivisione è importante ma ancora più importante non prentedere di forgiare l'altro a propria immagine e somiglianza o viceversa.

 

Sì, è verissimo, però a volte ho idea che la sintonia si crei soltanto in presenza di una buona base d'affinità generata tra interessi in comune.

La voglia di condividere i propri contenuti - so che si tratta di un termine rozzo, ma racchiude perfettamente il senso di quanto voglio esprimere - è importante, ma siamo sicuri che funzioni anche tra due persone opposte, magari con consuetudini e stili di vita diversi?

Domanda che lascia il tempo che trova... ma io mi riempio di domande particolari ;-)

Edited by Laen
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Sì, è verissimo, però a volte ho idea che la sintonia si crei soltanto in presenza di una buona base d'affinità generata tra interessi in comune.

La voglia di condividere i propri contenuti - so che si tratta di un termine rozzo, ma racchiude perfettamente il senso di quanto voglio esprimere - è importante, ma siamo sicuri che funzioni anche tra due persone opposte, magari con consuetudini e stili di vita diversi?

Domanda che lascia il tempo che trova... ma io mi riempio di domande particolari ;-)

 

 

Guarda bisogna distinguere tra interessi e stile di vita, per quel poco di esperienza ti posso dire che ho provato un forte feeling con persone completamente diverse da me, io amavo i cani loro no, io disordinato loro ordinate e precise, io con tanti amici loro casalinghi riservati ecc.

Per quanto certe dinamiche ci rendessero opposti in realtà condividevamo gli stessi valori e la stessa visione della vita, l'insicurezza, magari l'ansia , la riflessività, insomma approcciavamo agli eventi e alle persone nello stesso modo eppure di interessi in comune veramente pochi.

In realtà durante una frequentazione è altamente improbabile non trovare qualche punto d'incontro, quindi ci si può compensare purchè si condivida il nucleo comune.

 

Poi certo se ci sono gli interessi in comune meglio ancora, però il ruolo della condivisione può nascere, il feeling emotivo o c'è o non c'è-

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Guarda bisogna distinguere tra interessi e stile di vita, per quel poco di esperienza ti posso dire che ho provato un forte feeling con persone completamente diverse da me, io amavo i cani loro no, io disordinato loro ordinate e precise, io con tanti amici loro casalinghi riservati ecc.

Per quanto certe dinamiche ci rendessero opposti in realtà condividevamo gli stessi valori e la stessa visione della vita, l'insicurezza, magari l'ansia , la riflessività, insomma approcciavamo agli eventi e alle persone nello stesso modo eppure di interessi in comune veramente pochi.

In realtà durante una frequentazione è altamente improbabile non trovare qualche punto d'incontro, quindi ci si può compensare purchè si condivida il nucleo comune.

 

Poi certo se ci sono gli interessi in comune meglio ancora, però il ruolo della condivisione può nascere, il feeling emotivo o c'è o non c'è-

Concordo  ;  non tutte  le relazioni sfociano nella  noia  ; altrimenti tutti single saremmo.

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Vi è mai capitato di abortire in partenza possibili frequentazioni a lungo termine a causa del timore, fondato o meno, di poter risultare noiosi e pesanti in un contesto di relazione stabile?
no. Ho dei buoni livelli di autostima per quanto riguarda tutta la parte intellettuale/mentale.
Semmai posso farmi paranoie di non essere abbastanza bello o attraente... ma lì poi c'è una prova sul campo abbastanza immediata, voglio dire, se non gli piaci abbastanza, lo noti, quindi non mi faccio più di tanto problemi... specie preventivamente, perché ognuno è il tipo ideale di qualcuno... bisogna solo sperare di beccarlo. 
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Domanda che lascia il tempo che trova... ma io mi riempio di domande particolari ;-)

 

La domanda in realtà avrebbe un senso più generale, che trascende il

tuo caso particolare

 

Nel senso "queer" del termine, cioè di tutti quegli interessi che i gay

formano nelle loro testoline prima di iniziare una vita gay, durante la

loro lunga e spesso solitaria adolescenza

 

Poichè spesso sono interessi nati più per colmare un vuoto di socialità

che per socializzare, sono interessi "solitari" ( il ché non significa che non

possano essere condivisi a posteriori )

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Ma vai tranquillo, un partner compatibile lo trovi senza troppi problemi. Scaccia via la paranoia e l'insicurezza!

Comunque la storia della noia non l'ho mai capita, in primis perché che la routine fa parte della vita ed è del tutto naturale (che uno sia single o in coppia), almeno che uno non abbia la fortuna di essere ricco sfondato (magari xD). Quello che fa la differenza è la qualità della routine, se soddisfa o rende depressi e frustrati. Da single si ha una vita falsamente più dinamica perché obbligati in fondo a dover continuamente socializzare ed uscire per non stare da soli.

È vero che le coppie tendono ad abbandonare in parte la vita sociale(erroraccio!), ma in parte trova le sue ragioni 'ciniche' nel fatto che l'utilità della vita sociale viene meno. Esempio, si può pure evitare di uscire il sabato sera se tanto stai con la migliore compagnia (il tuo partner), nella vostra casetta e in totale comodità. Ovviamente da lì molte coppie esagerano e abusano di comodità di coppia che alla fine possono anche danneggiare la coppia stessa e farla uscire da una sana socialità.

Edited by Ilromantico
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Poichè spesso sono interessi nati più per colmare un vuoto di socialità

che per socializzare, sono interessi "solitari" ( il ché non significa che non

possano essere condivisi a posteriori )

 

Hinz, a quali alluderesti, ad esempio?

Lettura, scrittura, etc?

 

Che siano interessi solitari e inducenti alla socializzazione, non credo che in sostanza cambi molto ai fini del quesito posto in essere... In coppia, è importante che siano condivisi o che destino interesse nello scoprirli e "stimolazione mentale"....

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Un esempio in cui il "cozzo" è frontale te lo posso anche fare

 

La passione di certi gay per il musical o il melodramma, cioè un romanticismo

assolutizzato, a cui spesso corrisponde una indisponibilità ad un amore realistico

Questo è un qualcosa su cui si è scritto, quindi è un esempio "preconfezionato" che

mi limito a citare senza difficoltà. Io stesso però ho già scritto, che può diventare una

passione condivisa nella coppia, non è una predestinazione.

 

Altri gay si trincerano magari in una sorte di passione inestinguibile per il proprio mondo

infantile ma questo non significa certo che siano predestinati a rimanere infantili etc

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  • 4 weeks later...

 

Mi chiedo se questo timore possa realmente inficiare la buona stabilità di un rapporto a due e se possa essere alla base di una tendenza alla toccata e fuga.

 

Chissà, forse hai raggiunto già una conclusione con questa frase. Forse il timore è quello di essere "diverso", non essere capito appieno. Quindi molto meglio la solitudine, a mio parere, che non un rapporto che - ovviamente - andrà a finire in nulla. Questo a me è successo. L'ultimo mio ragazzo era il mio ideale fisico ma le molle del letto non reggono un rapporto mentale, per nulla. Finita la "bolla speculativa di stampo sessuale" finisce tutto e si rimane con l'amaro in bocca (non faccia nessuno battute hard  :nyam: ).

 

Oppure si ha paura di non essere all'altezza dei sentimenti altrui, di non dar loro quello che vorrebbero, di illuderli, e di tanto altro.

 

Rimango tuttavia di un'idea: se uno ha incontrato l'anima giusta se ne accorge ed ogni problema grosso svanisce. La perfezione non esiste, per carità, ma di certo mille pippe vanno a farsi fottere (strano calembour, no?)   :haha:

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Rimango tuttavia di un'idea: se uno ha incontrato l'anima giusta se ne accorge ed ogni problema grosso svanisce. La perfezione non esiste, per carità, ma di certo mille pippe vanno a farsi fottere (strano calembour, no?)   :haha:

 

Confermo, David, dovrebbe essere il postulato generale risolutivo...

Let's hope that ;-)

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  • 2 weeks later...

Un'infinità di volte.

Il punto è: vuoi tu offrire a qualcuno anche la tua noia, anche la tua pesantezza?

Perché di questo si parla quando si nominano i rapporti a lungo termine.

Non entriamo nel merito, come suggerisci tu, se sia vero o se si tratti di suggestioni: però, chiediamoci se sei pronto a offrire tutto te stesso all'altro.

si ti quoto , è quello il punto , tutti noi abbiamo dei pregi e dei difetti e uno si deve buttare sapendo che poi può anche finire la relazione ,mai mollare dai

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