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mi piaci ma non è il momento giusto!


Chaos

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Stasera, su Voyager, rifletteremo su uno dei misteri dell'umanità, una mistero a cui nemmeno Andrea Diprè ha saputo rispondere.

Vi siete mai sentiti dire o avete mai detto dire frasi come

"mi piaci molto, ma in questo momento non me la sento di frequentare qualcuno"

"mi piaci, ma ho una vita molto incasinata in questo momento"

 

come trovare lavoro, forse anche in amore è importante trovarsi nel posto giusto al momento giusto con la giusta persona.

 

- Perché molte persone preferiscono aspettare di avere "sotto controllo" alcuni aspetti della loro vita (studio, lavoro, soldi, casa, sentimenti, salute...) prima di imbarcarsi in una vera frequentazione?

É giusto come modo di fare? o solo solo scuse?

 

Effettivamente a volte capita che ci sono dei periodi frenetici nella vita o altri motivi (dimenticare qualcuno precedente, fare chiarezza su cosa si vuole, ecc) , e proprio allora capita di incontrare una persona che ci interessa, e magari a causa di tutto ciò non ci spingiamo più di un tot con lui/lei.

E poi quella persona si aggiungerà all'elenco delle possibilità mancate.

 

É capitato anche a voi? 

 

includo anche me stesso in questo "modo di fare"che sto rivalutando, e citando I.Turgenev:

- If we wait for the moment when everything, absolutely everything is ready, we shall never begin. -

Edited by Chaos
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Io dirò una cosa che aprirà gli occhi a milioni di voi: <Se si vuole qualcosa, seriamente, si trovano i mezzi per farcela.>

 

Andando al di là dell'agire sociale rispetto al valore di Weber.

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ovviamente è capitato pure a me.

ma sai, son quei discorsi tipo "sliding doors" in cui finisci che:

o ti fai un miliardo di seghe mentali a base di rimpianti e/o rimorsi

o la chiudi lì con una sgrullata di spalle e via, verso nuove avventure!

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Buh secondo me vivere con troppa razionalità è sbagliato... non dico di farsi guidare dalla direzione del vento senza meta o obiettivi però bisogna anche saper cogliere l'attimo!

Dici che ci sta che uno magari è in un periodo in cui vuole fare chiarezza su certe cose, con se stesso ecc... ma chi ti dice che proprio conoscere qualcuno non ti dia poi le risposte di cui hai bisogno? O quanto meno non ti aiuti a fare chiarezza? Bisognerebbe imparare a prendere quello che ci troviamo davanti, senza pianificare troppo, senza snobbare le persone o le situazioni perché pensiamo di non essere pronti o di non essere in grado di gestire le cose... chi lo dice che sappiamo sempre quello che vogliamo o che fa per noi in ogni momento? A volte non sappiamo un bel niente...quindi a mio parere non ci si dovrebbe mai precludere niente.

Edited by Beppe_89
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davydenkovic90

 

 

"mi piaci molto, ma in questo momento non me la sento di frequentare qualcuno"
= "non mi piaci ma non ho le palle per dirtelo".

Ci sono delle frasi fatte. Imparate il linguaggio dell'amour, amori dello zio. 

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Stasera, su Voyager, rifletteremo su uno dei misteri dell'umanità, una mistero a cui nemmeno Andrea Diprè ha saputo rispondere.

Vi siete mai sentiti dire o avete mai detto dire frasi come

"mi piaci molto, ma in questo momento non me la sento di frequentare qualcuno"

"mi piaci, ma ho una vita molto incasinata in questo momento"

 

come trovare lavoro, forse anche in amore è importante trovarsi nel posto giusto al momento giusto con la giusta persona.

 

- Perché molte persone preferiscono aspettare di avere "sotto controllo" alcuni aspetti della loro vita (studio, lavoro, soldi, casa, sentimenti, salute...) prima di imbarcarsi in una vera frequentazione?

É giusto come modo di fare? o solo solo scuse?

 

Effettivamente a volte capita che ci sono dei periodi frenetici nella vita o altri motivi (dimenticare qualcuno precedente, fare chiarezza su cosa si vuole, ecc) , e proprio allora capita di incontrare una persona che ci interessa, e magari a causa di tutto ciò non ci spingiamo più di un tot con lui/lei.

E poi quella persona si aggiungerà all'elenco delle possibilità mancate.

 

É capitato anche a voi? 

 

includo anche me stesso in questo "modo di fare"che sto rivalutando, e citando I.Turgenev:

- If we wait for the moment when everything, absolutely everything is ready, we shall never begin. -

Si  anni fa   più da "ragazzo" e successo pure  a  me  per troppi impegni   allora facevo l' operaio  e  tempo  poco ero stanchissimo la sera  .

 

Poi  impegni a parte ognuno ha i suoi "tempi"  almeno e stato sincero  e te l' ha detto senza farti aspettare.

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Sì, secondo me è vero.
È una frase che io stesso mi sono detto più volte. 

- Una volta ero fortemente depresso, era una fase in cui avevo pochi amici.
Avevo iniziato a frequentare un amico di una mia amica che mi era sempre piaciuto e che mi baciò dopo che facemmo reciprocamente coming out tra di noi ad una festa.
Nonostante avessi fantasticato anni prima tante volte su di lui, in quel periodo non avevo mai voglia di parlare con nessuno e dopo un po' che era sempre lui a cercarmi, finì che si stancò e non mi contattò più. Probabilmente non gli sembravo interessato.
Molti mesi dopo passai un periodo allegro e si accese il mio interesse nei suoi confronti, ma era ormai fidanzatissimo con un ragazzo.

- L'altra volta avvenne quando non avevo alcuna esperienza
Ci provò con me un ragazzo bellissimo, simpatico e con un carattere abbastanza affine al mio.
Aveva già avuto 5 ragazzi in passato e mi chiese di uscire solo 3 settimane dopo la rottura col suo ex.
Aveva avuto inoltre decine di frequentazioni (durate poco) alle spalle; io invece no, era il primo ragazzo con cui avevo un appuntamento... E avevo un sacco di perplessità verso l'idea di iniziare una frequentazione o una relazione.
Lui sembrava farmi pesare la mia inesperienza, mi raccontava spesso le sue esperienze nonostante avesse intuito che io non ne avevo avuto.
Non ero abituato, non ero a mio agio alle prime uscite. Feci un grande sforzo, provai a mettercela tutta, ma non bastò.
Con lui mi sentivo un po' in imbarazzo e nonostante la sua pazienza durata quasi due mesi forse si stufò della mia insicurezza.
Poi disse più di una volta che sperava che iniziassi a baciarlo con più passione e mi fece, dal terzo appuntamento fino all'ultimo (saranno stati dieci/undici) un sacco di inviti impliciti a farci sesso che però io fingevo di non cogliere perché non mi sentivo ancora pronto. 
Ero troppo timido persino per invitarlo a uscire, faceva quasi tutto lui, gli avevo solo detto che mi piaceva tanto.
Nonostante la cosa stesse durando da un po', arrivò l'estate e piano piano perse interesse nei miei confronti.
Dopo un po' smettemmo di uscire e di mandarci messaggi e la cosa svanì nel nulla senza pronunciare una parola.
Fu colpa mia principalmente: ero poco presente e non ero pronto per una relazione né per nient'altro.


Ora ho un ragazzo che amo, che ho conosciuto in un momento giusto.
Ero di buonumore, molto più a mio agio all'idea di frequentare un ragazzo e benché abbia avuto piccole difficoltà anche con lui, è stato sempre molto presente e molto paziente, forse anche troppo. 
Ha rispettato ogni mio momento di allontanamento cercando di avvicinarsi, non ha mai mollato la presa, nemmeno il giorno in cui aveva un esame universitario. 
Ora, dopo questa relazione, penso di essere cambiato molto: sono molto più sicuro, più felice e sono più spontaneo e meno distaccato. 

Lui è giusto per me, ma probabilmente il me stesso di uno o due anni fa, quello che frequentò quei ragazzi, non sarebbe stato giusto per lui. 
E chissà, non ci penso né mi pongo questa domanda, ma può darsi che il me stesso di oggi sarebbe giusto per quei due ragazzi con cui fallii. 

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Sì, secondo me è vero.

È una frase che io stesso mi sono detto più volte. 

 

- Una volta ero fortemente depresso, era una fase in cui avevo pochi amici.

Avevo iniziato a frequentare un amico di una mia amica che mi era sempre piaciuto e che mi baciò dopo che facemmo reciprocamente coming out tra di noi ad una festa.

Nonostante avessi fantasticato anni prima tante volte su di lui, in quel periodo non avevo mai voglia di parlare con nessuno e dopo un po' che era sempre lui a cercarmi, finì che si stancò e non mi contattò più. Probabilmente non gli sembravo interessato.

Molti mesi dopo passai un periodo allegro e si accese il mio interesse nei suoi confronti, ma era ormai fidanzatissimo con un ragazzo.

 

- L'altra volta avvenne quando non avevo alcuna esperienza

Ci provò con me un ragazzo bellissimo, simpatico e con un carattere abbastanza affine al mio.

Aveva già avuto 5 ragazzi in passato e mi chiese di uscire solo 3 settimane dopo la rottura col suo ex.

Aveva avuto inoltre decine di frequentazioni (durate poco) alle spalle; io invece no, era il primo ragazzo con cui avevo un appuntamento... E avevo un sacco di perplessità verso l'idea di iniziare una frequentazione o una relazione.

Lui sembrava farmi pesare la mia inesperienza, mi raccontava spesso le sue esperienze nonostante avesse intuito che io non ne avevo avuto.

Non ero abituato, non ero a mio agio alle prime uscite. Feci un grande sforzo, provai a mettercela tutta, ma non bastò.

Con lui mi sentivo un po' in imbarazzo e nonostante la sua pazienza durata quasi due mesi forse si stufò della mia insicurezza.

Poi disse più di una volta che sperava che iniziassi a baciarlo con più passione e mi fece, dal terzo appuntamento fino all'ultimo (saranno stati dieci/undici) un sacco di inviti impliciti a farci sesso che però io fingevo di non cogliere perché non mi sentivo ancora pronto. 

Ero troppo timido persino per invitarlo a uscire, faceva quasi tutto lui, gli avevo solo detto che mi piaceva tanto.

Nonostante la cosa stesse durando da un po', arrivò l'estate e piano piano perse interesse nei miei confronti.

Dopo un po' smettemmo di uscire e di mandarci messaggi e la cosa svanì nel nulla senza pronunciare una parola.

Fu colpa mia principalmente: ero poco presente e non ero pronto per una relazione né per nient'altro.

 

 

Ora ho un ragazzo che amo, che ho conosciuto in un momento giusto.

Ero di buonumore, molto più a mio agio all'idea di frequentare un ragazzo e benché abbia avuto piccole difficoltà anche con lui, è stato sempre molto presente e molto paziente, forse anche troppo. 

Ha rispettato ogni mio momento di allontanamento cercando di avvicinarsi, non ha mai mollato la presa, nemmeno il giorno in cui aveva un esame universitario. 

Ora, dopo questa relazione, penso di essere cambiato molto: sono molto più sicuro, più felice e sono più spontaneo e meno distaccato. 

 

Lui è giusto per me, ma probabilmente il me stesso di uno o due anni fa, quello che frequentò quei ragazzi, non sarebbe stato giusto per lui. 

E chissà, non ci penso né mi pongo questa domanda, ma può darsi che il me stesso di oggi sarebbe giusto per quei due ragazzi con cui fallii. 

Avete la stessa età   o c' è differenza ??

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Avete la stessa età   o c' è differenza ??

Abbiamo praticamente la stessa età (8 mesi di differenza).

 

Con gli altri due avevo rispettivamente due anni di differenza e un anno di differenza. Quindi non credo c'entri il fattore differenza d'età.

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Abbiamo praticamente la stessa età (8 mesi di differenza).

 

Con gli altri due avevo rispettivamente due anni di differenza e un anno di differenza. Quindi non credo c'entri il fattore differenza d'età.

Bene un fattore  in meno ;   poi anche se un boy ha passato la stessa situazione  ho similare  e difficile   scrivere un parere o 2 righe  .

 

Molte volte bisogna viverle sulla pelle certe situazioni e esperienze  .

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Che bello il racconto di @Targaryen, m'ha messo di buonumore. :D

Comunque, anche io credo che possano esserci momenti della vita più o meno "sbagliati" per interagire con gli altri al massimo delle proprie possibilità. Avere una relazione non è banale, richiede pazienza, voglia di conoscersi e di mettersi in gioco - ed è legittimo che queste cose possan venire a mancare se si vive una fase d'incertezza.

Però, ammettere in tutta onestà di vivere una situazione di disagio non è cosa da tutti. Specialmente se l'interlocutore è un tipo che si frequenta saltuariamente.

Come già detto da alcuni di voi, capita insomma assai più spesso che le suddette frasi sian solo una massa di scuse per liquidare l'altro - oppure, più verosimilmente, per tenerlo in caldo in vista d'un paio di spinte nei periodi di magra.

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La verità è che non gli piaci abbastanza

 

 

E' il mio motto di vita preferito.

 

Quando ti piace realmente una persona, fai i salti mortali per vederla o trovi almeno il modo di far funzionare le cose.

 

Anche perché in generale, nella vita,  quando vuoi ottenere qualcosa a prescindere da cosa sia quel qualcosa (relazione, lavoro o quel che ti pare), investi tempo ed energie.

 

Il resto è solo fuffa.

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io capisco molte cose: distanza, lavoro, impegni, stress, periodi no... ma se si trova meritevole qualcuno, un qualcuno di speciale su cui valga la pena giocarsi il tutto per tutto (soprattutto al giorno d'oggi, che i meritevoli sono una razza in via d'estinzione) trovo sia imperativo non farselo scappare. io almeno ragiono così. va da sé che se uno mi dice "mi piaci ma non è il momento giusto" di conseguenza quello che recepisco è un "per me non vali la pena" e ho già tratto tutte le conclusioni del caso.

 

poi, ci sono anche molti che pensano all'oggi piuttosto che al domani, e trovano che una persona sia facilmente rimpiazzatile con un'altra in un momento magari più sereno (...............ripeto tra parentesi, che al giorno d'oggi, nel 2015, tutto ciò mi sembra molto utopistico).

Edited by pulvis
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La domanda dovrebbe essere: ma se sei veramente così incasinato per una

frequentazione perché incontri lo stesso persone?

 

E la risposta universalmente valida ed implicita è : per il sesso

 

Ed anche in questo caso i gay manifestano un comportamento che

oscilla fra la patologica timidezza e la spudoratezza

 

Chi è stato spudorato prima, ha messo le mani avanti per il dopo ma

deve mercanteggiare il rapporto sessuale

 

Chi è stato timido prima, non può certo apparire ipocrita o bugiardo dopo

e quindi deve inventarsi qualcosa

 

Ovviamente in un contesto sociale come quello gay, dove "ti richiamo"

significa "addio" ci si fa il callo velocemente

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LocoEmotivo

OT

 

includo anche me stesso in questo "modo di fare"che sto rivalutando, e citando I.Turgenev:

- If we wait for the moment when everything, absolutely everything is ready, we shall never begin. -

Scusami, ma perché citiamo un grande autore russo in inglese?

Mi si sta accapponando la pelle.

 

OT

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Io credo che possano esserci fasi in cui non si è pronti per delle frequentazioni e anche se si presenta la persona giusta, non è il momento giusto. 

Per non parlare di chi non si è ancora accettato o di chi deve abituarsi alle dinamiche delle frequentazioni e delle relazioni sentimentali. 

 

La domanda dovrebbe essere: ma se sei veramente così incasinato per una frequentazione perché incontri lo stesso persone?   E la risposta universalmente valida ed implicita è : per il sesso
 
Sarò un caso a parte, ma non sono d'accordo. 
Spesso è anche perché ci si sente soli, si pensa che con una persona accanto si risolverebbe tutto e si finisce col rendersi poi conto che manca il terreno fertile su cui costruire un rapporto solido.
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Spesso è anche perché ci si sente soli, si pensa che con una persona accanto si risolverebbe tutto e si finisce col rendersi poi conto che manca il terreno fertile su cui costruire un rapporto solido

 

Certo è possibile, ma come fai a capire che manca il "terreno fertile" se non

la frequenti neanche questa persona?

 

O ti piace fisicamente,  la frequenti ( sesso o meno non importa ) e poi

con il tempo ti rendi conto che era solo un "piacersi" fisico privo di reali

possibilità di intesa

 

O non ti piace fisicamente e neanche provi a vedere se c'è questa possibilità

di intesa

 

Le cose più o meno vanno così, fra gay

 

Ovviamente è possibile scoprire che una persona è diversa da come appare

anche in positivo, ma questo presupporrebbe un vedersi ed una frequentazione

accidentale, perchè Tizio è amico di Caio, perchè entrambi si va a ballare allo stesso

locale o si frequenta la stessa associazione etc

 

In poche parole una socialità gay...è difficile che accada invece attraverso appuntamenti

"mirati" a due dove la persona che non piace è subito scartata

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Io non credo che il fatto che sia "il momento sbagliato" sia da bollare automaticamente come un modo gentile per dire "guarda, non mi interessi". Certo, spesso è così, e dobbiamo ammettere che è comunque apprezzabile che uno cerchi di avere tatto nel respingere una persona "parlando d'altro" (per quanto la rabbia di chi viene rifiutato non gli permetterà di apprezzare questa cortesia per molto tempo).

 

Però può effettivamente succedere che uno si accorga di non avere le forze per impegnarsi in una relazione in un particolare momento della propria vita in cui le priorità sono altre: magari ciò non toglie che la persona che stai allontanando non ti piaccia, però proprio il fatto che "non è il momento giusto" potrebbe essere lo specifico motivo che, ben prima di giungere al chiarimento, ti aveva spinto ad avvicinarti ad una persona con la quale non hai il minimo interesse a costruire qualcosa.

 

Insomma boh è più carino sentirsi dire "non è il momento giusto" piuttosto che "guarda non mi interessi proprio per niente, non so nemmeno perché ti frequento, però mi fa comodo quindi fattela passare e continuiamo così", ecc.

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Insomma boh è più carino sentirsi dire "non è il momento giusto" piuttosto che "guarda non mi interessi proprio per niente, non so nemmeno perché ti frequento, però mi fa comodo quindi fattela passare e continuiamo così"


Sì, son d'accordo. Tra l'altro in caso di disinteresse conclamato, spesse volte si sparisce nel nulla senza nemmeno uno straccio di risposta. Magari dopo qualche incontro, che l'è teRibile.

La formula del "non è il momento giusto" adoperata in chiave di scusa potrà anche esser vigliacca - ma almeno è una manifestazione di un non interesse. Sempre ci si mangia il limone, ma almeno il fatto di ritrovarsi con la porta in faccia permette di razionalizzare un po' l'accaduto.
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Chi si relaziona solo quando ha sotto controllo gli altri aspetti della propria vita a volte si comporta così perché attribuisce ad uno o più di quest'ultimi dei modelli attrattivi per suscitare interesse.

In sintesi: Oltre al cazzo il portafogli, o un meno volgare : è bello e bravo

perché diciamolo chiaro, essere scelti per qualcosa che abbiamo fatto (es. ho un lavoro superfigo, ho un pacco di soldi) annulla all'istante tutte le insicurezze e aggiunge "punteggi"

dire "sai Luca, il mio ragazzo è project management senior" fa più figo che dire "campicchia con i lavori da elettricista"

 

 

 

"ti richiamo" significa "addio"
 

va tanto di moda anche il più elegante "ci si becca in giro" che tradotto significa "ma vaffanculo/non mi interessi/puoi anche crepare"

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@@Hinzelmann,
Sì, ciò che dici è vero... ma per farmi capire meglio ti presento un altro scenario.
Frequenti questa persona, ti piace sia per l'aspetto che per il carattere e sei ricambiato, ma temi di non essere abbastanza: sei in un periodo in cui hai bassa autostima e non credi di non riuscire a gestire una frequentazione (o una relazione) dato il tuo caos mentale. 
Ti rendi quindi conto che non ci sono i presupposti per costruire qualcosa di solido. 
In quella fase della vita possono sembrare mancare possibilità di vera intesa, ma la stessa frequentazione un anno prima o un anno dopo sarebbe potuta/potrebbe andare in un modo decisamente differente.

Le persone cambiano nel tempo, così come le loro esigenze e il loro modo di affrontare le situazioni.
Quindi anche la compatibilità di coppia può dipendere dal fattore tempo.

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Tutto è possibile

 

Può essere vi siano una serie di persone - non mi riferisco a te, ma in 

generale - che non vogliono impegnarsi e quindi si creano un alibi, esagerando

una serie di elementi negativi certamente veri, ma non dirimenti che vengono

elevati a "caos mentale"

 

D'altronde è anche possibile che questo accada per un difetto di autostima

che rende tutto insormontabile veramente, come dici tu

 

Resta la contraddizione fra il pensare una cosa e farne un'altra

Può essere un conflitto fra desiderio e realtà, è vero

 

Io credo però che mediamente le persone si comportino razionalmente

magari in modo "stupido" ma razionale e quindi sono portato a ritenere

mediamente più vera l'ipotesi che sia solo un alibi

 

Con delle eccezioni, come la tua

 

PS

 

Poi non stiamo parlando di "delitti"....beninteso. E' chiaro che ci sono

comportamenti ben peggiori che scaricare un ragazzo con questi argomenti,

tanto di peggio si sente e si vede...XD

 

 

 

va tanto di moda anche il più elegante "ci si becca in giro" che tradotto significa "ma vaffanculo/non mi interessi/puoi anche crepare"
 

 

Se sia più elegante non saprei dire XD

 

Credo che se si è scopato si debba dire : Ti richiamo

cioè far finta di volersi rivedere

 

Mentre se non lo si è fatto forse è ok anche : Ci si becca in giro

per chiarire che non ci sarà del sesso Lol

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Però prendere sempre in negativo "non è il momento giusto" come,

Questo mi stà raccontando una palla perché non gli piaccio...

È sbagliato.

Ci vuole impegno per avere una relazione.

Se non si è apposto con la testa...

La gatta frettolosa fa i gattini ciechi.

Non è mica una scopata, almeno se non si ha problemi di air erection vigorsol

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davydenkovic90

Subito, con le prime parole che le rivolse, volle avvisarla che non intendeva compromettersi in una relazione troppo seria. Parlò cioè a un dipresso così: - T'amo molto e per il tuo bene desidero ci si metta d'accordo di andare molto cauti. - La parola era tanto prudente ch'era difficile di crederla detta per amore altrui, e un po' più franca avrebbe dovuto suonare così: - Mi piaci molto, ma nella mia vita non potrai essere giammai più importante di un giocattolo. Ho altri doveri io, la mia carriera, la mia famiglia.

La sua famiglia? Una sola sorella non ingombrante né fisicamente né moralmente, piccola e pallida, di qualche anno più giovane di lui, ma più vecchia per carattere o forse per destino. Dei due, era lui l'egoista, il giovane; ella viveva per lui come una madre dimentica di se stessa, ma ciò non impediva a lui di parlarne come di un altro destino importante legato al suo e che pesava sul suo, e così, sentendosi le spalle gravate di tanta responsabilità, egli traversava la vita cauto, lasciando da parte tutti i pericoli ma anche il godimento, la felicità. A trentacinque anni si ritrovava nell'anima la brama insoddisfatta di piaceri e di amore, e già l'amarezza di non averne goduto, e nel cervello una grande paura di se stesso e della debolezza del proprio carattere, invero piuttosto sospettata che saputa per esperienza.

(Incipit di Senilità di Italo Svevo)

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Però prendere sempre in negativo "non è il momento giusto" come,

Questo mi stà raccontando una palla perché non gli piaccio...

È sbagliato.

Ci vuole impegno per avere una relazione.

Se non si è apposto con la testa...

La gatta frettolosa fa i gattini ciechi.

Non è mica una scopata, almeno se non si ha problemi di air erection vigorsol

Sono d'accordo. 

 

Anch'io vi ho raccontato delle mie esperienze in cui io non ero proprio pronto a iniziare una relazione o un rapporto di qualsiasi natura. 

Ci vuole impegno e ci vuole molta presenza e attenzione verso l'altro.

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Sono d'accordo. 

 

Anch'io vi ho raccontato delle mie esperienze in cui io non ero proprio pronto a iniziare una relazione o un rapporto di qualsiasi natura. 

Ci vuole impegno e ci vuole molta presenza e attenzione verso l'altro.

Ecco anche questo punto e molto importante ; non solo c' è l' atrazione reciproca  molto importante  ma  anche  avere tempo per conoscersi e portare avanti una relazione e fondamentale .

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Credo che se si è scopato si debba dire : Ti richiamo

cioè far finta di volersi rivedere

 

Che ipocrisia... :P

 

- Perché molte persone preferiscono aspettare di avere "sotto controllo" alcuni aspetti della loro vita (studio, lavoro, soldi, casa, sentimenti, salute...) prima di imbarcarsi in una vera frequentazione?

É giusto come modo di fare? o solo solo scuse?

 

Sì, è giusto come modo di fare; per lo meno, rispetto chi mette in chiaro quali siano le priorità.

Mi infastidirebbe però che il mio stare, chessò, al secondo posto nella lista di un ipotetico amante/ragazzo venisse dato per scontato.

D'altro canto, credo che se si è superata l'adolescenza sia chiaro che per mantenere una relazione occorre rispettare le esigenze altrui, di studio o lavorative...

 

Ha rispettato ogni mio momento di allontanamento cercando di avvicinarsi, non ha mai mollato la presa, nemmeno il giorno in cui aveva un esame universitario. 

Ora, dopo questa relazione, penso di essere cambiato molto: sono molto più sicuro, più felice e sono più spontaneo e meno distaccato. 

 

Sono felice per voi, anche se trovo poco educato da parte tua allontanarti proprio quando lui ha da fare...che so' questi, dispetti?

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HyvanRimbaud

Ma che topic interessante! :)

 

Personalmente condivido l'idea del "mi piaci, ma non è il momento giusto"... che forse sarebbe meglio correggere in "mi INTERESSI, ma non è il momento giusto per me", in quanto il "piacere" è qualcosa che comunque presuppone già una conoscenza, l'interesse generalmente anche no.

 

Se sto passando un periodo incasinato della mia vita, se mi sono appena lasciato e quant'altro, dubito seriamente che mi brucerei una possibile bella frequentazione contaminando la persona che mi interessa col mio stato d'animo del momento. Se poi venisse "presa" da qualcun altro pazienza, avrei comunque la coscienza a posto perché saprei di essermi comportato correttamente. C'è un però...

Qualora mi sentissi dire una roba del genere dagli altri, buona fede a parte, se mi rendo conto che nonostante tutto stanno sempre connessi sulle chat frocie alla ricerca di non si sa che cosa, do' per scontato si tratti solo di chiacchiere/scuse. E se non si tratta di scuse allora è soltanto una profonda insicurezza/indecisione/incoerenza, tutte cose che tra virgolette "me la fanno scendere", if you know what I mean... ;)

Preferisco sinceramente un "guarda, non mi piaci", anche perché come ha già detto qualcuno sopra di me, c'è chi soprassiede nel sentirsi "ruota di scorta" e chi no. Per quanto mi riguarda è una cosa che non sopporto (specie se lasciata morire in silenzio), ma che so comprendere (e rispettare soprattutto) se c'è comunicazione e reciproca sincerità. 

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