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Omofobia interiorizzata e relazioni


Specchioinfranto

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Specchioinfranto

Buongiorno a tutti.

 

Sapete cos'è l'omofobia interiorizzata? Per chi non avesse familiarità con il termine proverò a riassumere il concetto in poche righe e per chi fosse interessato posto un link.

Con questa espressione si intende: l'incameramento automatico, più o meno conscio, da parte di gay e lesbiche di tutti quei pregiudizi, stereotipi e atteggiamenti negativi riguardo l'omosessualità, frutto del contesto sociale, eterosessista e omofobo, in cui viviamo.

Ovviamente essa può nuocere seriamente al benessere psicologico della persona omosessuale in quanto quest'ultima rivolge contro se stessa tutti quei (pre)concetti e pensieri errati, sviluppando inconsciamente un'immagine negativa di sè che la porterà a percepirsi come un essere sbagliato, difettoso, inadeguato e indegno d'amore. Insomma, che la porterà a condurre una vera e propria guerra contro se stessa!

Gravi sono le conseguenze dell'omofobia interiorizzata, alcune di queste sono: profondo senso di insicurezza, depressione o maniacalità, ansia, difficoltà nelle relazioni intime e affettive, comportamenti autodistruttivi ( abuso di alcol o sostanze alteranti) e in casi estremi suicidio!

 

Tutti noi (in modo maggiore o minore) abiamo sperimentato questa subdola forma di omofobia, tutti ne siamo stati (o ne siamo ancora) vittime, considerato il luogo in cui viviamo.

 

Ora vorrei rivolgervi due domande:

 

- c'è qualcuno di voi che ne ha risentito fortemente? Come?

 

- c'è qualcuno che crede di aver avuto o di avere difficoltà a legarsi e amare a causa dell'omofobia interiorizzata? Sensazioni, esperienze?

 

Grazie anticipatamente a tutti coloro che risponderanno.

Edited by Specchioinfranto
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Dunque, io personalmente non sono stato vittima dell'omofobia interiorizzata, né ho mai risentito del giudizio della società in tal senso.

 

Io ho cominciato a prendere coscienza del orientamento sessuale intorno ai 13-14 anni e mi sono dichiarato universalmente a 16 anni, consolidando alcune amicizie e gettandone nel cassone dei rifiuti altre.

Mi piacerebbe che funzionasse per tutti così, ma son consapevole che purtroppo la realtà è ben diversa.

 

Però, il mio migliore amico gay ha sofferto un travagliato periodo di accettazione con inclusa una buona dose di omofobia interiorizzata: sinteticamente, dava credito a chi li discriminava autoconvincendosi di essere in difetto, rigettando ogni barlume di serenità.

 

Ho vissuto a stretto contatto con le sue problematiche per diverso tempo, aiutandolo con quanto in mio potere ad uscire da questo vortice disastroso. 

Era quasi diventato omofobo in senso stretto, odiava che io parlassi di omosessualità e non voleva sentir parlare di locali gay o mie eventuali conoscenze. 

 

L'unico modo per uscirne è vivere a pieno la propria sessualità, cercando di seguire i propri istinti senza farsi flagellare dai giudizi pregni di ignoranza.

 

Io credo che l'omofobia interiorizzata si manifesti in persone già vittime di bassa autostima, scarsa fiducia nelle proprie potenzialità e di difficoltà a relazionarsi con gli altri, ma che non ne sia direttamente la causa.

 

Una persona deficitaria in sicurezza tenderà maggiormente a sviluppare omofobia interiorizzata, perché priva di una corazza sufficientemente stabile per schermare la negatività.

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Specchioinfranto

Grazie per la risposta, gentilissimo. Dal canto mio non credo che si manifesti soltanto in chi abbia già un'autostima fragile o sia temperamentalmente più "suscettibile" ai giudizi altrui (sebbene ciò renda il percorso di accettazione più difficile, senza dubbio). Io ho descritto l'omofobia interiorizzata più patente e più virulenta, ma esistono forme più insidiose che non si estrinsecano necessariamente in "rifiuto" o "odio" manifesto nei confronti di omosessuali, o in una repressione totale del proprio orientamento. Purtroppo è un meccanismo che agisce nell'inconscio. Tutti da bambini abbiamo ricevuto  dalla nostra famiglia in primis e poi da altre istituzioni (scuola, chiesa etc...) condizionamenti e insegamenti rispecchianti "la normativa eterosessuale" e quando siamo bambini siamo delle spugne che assorbono acriticamente ciò che ci viene presentato come moralmente giusto e inconfutabile. Il bambino gay o la bambina lesbica suo malgrado, attraverso messaggi più o meno diretti, impara che la sua omosessualità nel più felice dei casi è qualcosa di tollerabile però comunque sporadico e innaturale, nel peggiore che la sua natura è qualcosa di aberrante, malato e perverso. A mio avviso tutto ciò crea, anche nella persona omosessuale più serena, un nucleo di percezioni distorte riguardo se stessa. Poi c'è chi riesce a uscirne alla grande e chi invece non ce la fa. Anche io ho preso consapevolezza molto ma molto presto e ho sempre vissuto "bene" il mio orientamento però poi facendo un percorso ho capito che inevitabilmente, anche io inconsciamente avevo introiettato credenze e stereotipi sbagliati. Ad ogni modo sono contento del percorso che sei stato in grado di fare. Grazie ancora della risposta.

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C'è anche tanto conformismo, però.

Io - come tantissimi altri adolescenti - sono stato "ribelle"

e ho metodicamente rifiutato credenze, stereotipi e roba varia.

Non sono stato un "omofobo interiorizzato" come gay

per gli stessi motivi per cui non sarei stato "omofobo" fossi stato etero

(non ho neanche mai avuto amici omofobi)

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Io ho avuto una certa forma di omofobia interiorizzata

Per qualche mese appena prima della mia accettazione..

 

Ma devo dire che non sapevo manco cosa fosse un gay..

Ne avevo sentito parlare in qualche film ma pensavo fossero una leggenda..

Bisex non sapevo nemmeno come si scrivesse..

Quindi se fossi stato meno ignorante non avrei sofferto così tanto per nulla..

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Specchioinfranto

Ciao Gaysha, grazie per il commento! Quello che ti dici è giusto, però c'è da dire che vuoi o non vuoi,in quanto esseri umani e soprattutto quando siamo piccoli si sente il bisogno di conformarsi e di "appartenere" a un gruppo del quale si tendono a condividere idee e modi di pensare. Nell'essere umano è radicato il bisogno di sentirsi accolti, stimati e amati dai proprio pari e un bambino/adolescente omosessuale vive il suo orientamento come qualcosa di sbagliato, stigmatizzato dalla maggioranza omologata e perciò lo percepisce come una condanna, qualcosa che potrebbe condurlo all'emarginazione o peggio!

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Specchioinfranto

Grazie Faby, è molto comune quello che racconti, ma ti assicuro che il problema non è conoscere o meno la propria natura il problema risiede nel viverla conflittualmente e in maniera non serena a causa dei messaggi omofobici che ingoiamo fin da piccoli! Anche la persona che apparentemente non ha problemi , probabilmente potrebbe risalire a un nucleo interiorizzato di omofobia, se scavasse dentro di sè! E' fisiologico. Come può un omosessuale crescere sereno e sviluppare un'identità gay serena e assertiva in un contesto che considera i gay anormali, difettati, malati o nella migliore delle ipotesi fenomeni da baraccone?

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Io penso di aver "sofferto" abbastanza di omofobia interiorizzata in passato, ma ancora adesso un po' ne soffro. Per esempio, quando ero piccolo (terza media, primo liceo) mi dicevo che, sì, provavo attrazione per i ragazzi, ma che potevo innamorarmi solo delle ragazze, mi convincevo che volevo avere una moglie. Oppure cercavo di indirizzare il mio autoerotismo verso l'eterosessualità, con scarsi successi. Adesso non posso dire di pensare le stesse cose, ora ho capito quanto esse siano assurde e allucinanti, però ogni tanto mi capita di pensare che l'amore e il sesso omo sia sbagliato, o simili. So che sono stronzate, non ci credo minimamente, difatti da qualche mese sono dichiarato con tutti i miei amici nonché fidanzato. Però i rimasugli di questa lotta contro me stesso permangono, non so quando riuscirò a superarli, anche perché mi creano ansia.

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Ora vorrei rivolgervi due domande:

 

- c'è qualcuno di voi che ne ha risentito fortemente? Come?

 

- c'è qualcuno che crede di aver avuto o di avere difficoltà a legarsi e amare a causa dell'omofobia interiorizzata? Sensazioni, esperienze?

 

Sì ne ho sofferto per molto tempo...dai 15 ai 20-21 anni direi.

Diciamo che la cosa più "pesante" era dover mascherare eventuali innamoramenti, reprimere eventuali slanci emotivi verso i ragazzi (e fin qui passi) cercando comunque di mantenerci un buon rapporto d'amicizia; poi certo, il timore di essere "checca" o non abbastanza virile qualche volta mi ha spinto a consumare eccessivamente alcolici, a fare "spacconate" di vario tipo...anche magari a legarmi a ragazzi gay molto "virili", nell'aspetto e nei modi, un po' per compensare la mia autostima credo.

Poi col tempo le cose si stemperano.

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Specchioinfranto

Io penso di aver "sofferto" abbastanza di omofobia interiorizzata in passato, ma ancora adesso un po' ne soffro. Per esempio, quando ero piccolo (terza media, primo liceo) mi dicevo che, sì, provavo attrazione per i ragazzi, ma che potevo innamorarmi solo delle ragazze, mi convincevo che volevo avere una moglie. Oppure cercavo di indirizzare il mio autoerotismo verso l'eterosessualità, con scarsi successi. Adesso non posso dire di pensare le stesse cose, ora ho capito quanto esse siano assurde e allucinanti, però ogni tanto mi capita di pensare che l'amore e il sesso omo sia sbagliato, o simili. So che sono stronzate, non ci credo minimamente, difatti da qualche mese sono dichiarato con tutti i miei amici nonché fidanzato. Però i rimasugli di questa lotta contro me stesso permangono, non so quando riuscirò a superarli, anche perché mi creano ansia.

Sei stato comunque una persona molto coraggiosa! Ti auguro di poterti liberare anche degli ultimi residui di questa omofobia. Intanto ti ringrazio per la tua testimonianza e ti chiedo il permesso di contattarti in privato perchè vorrei approfondire l'argomento e mi servirebbe qualche consiglio. Grazie ancora!

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Specchioinfranto

Sì ne ho sofferto per molto tempo...dai 15 ai 20-21 anni direi.

Diciamo che la cosa più "pesante" era dover mascherare eventuali innamoramenti, reprimere eventuali slanci emotivi verso i ragazzi (e fin qui passi) cercando comunque di mantenerci un buon rapporto d'amicizia; poi certo, il timore di essere "checca" o non abbastanza virile qualche volta mi ha spinto a consumare eccessivamente alcolici, a fare "spacconate" di vario tipo...anche magari a legarmi a ragazzi gay molto "virili", nell'aspetto e nei modi, un po' per compensare la mia autostima credo.

Poi col tempo le cose si stemperano.

Grazie anche a te! Posso domandarti come vivevi le tue relazioni a causa di ciò? Erano problematiche, difficili, ti sentivi in difficoltà?

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Sei stato comunque una persona molto coraggiosa! Ti auguro di poterti liberare anche degli ultimi residui di questa omofobia. Intanto ti ringrazio per la tua testimonianza e ti chiedo il permesso di contattarti in privato perchè vorrei approfondire l'argomento e mi servirebbe qualche consiglio. Grazie ancora!

Certo che puoi :)

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Grazie anche a te! Posso domandarti come vivevi le tue relazioni a causa di ciò? Erano problematiche, difficili, ti sentivi in difficoltà?

m be relazioni con altri ragazzi gay come accennavo sì, più che altro avevo confusione in testa.

Con ragazzi/ragazze etero è andato tutto meglio con gente che m'ha conosciuto quando ero già dichiarato diciamo.

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Specchioinfranto

m be relazioni con altri ragazzi gay come accennavo sì, più che altro avevo confusione in testa.

Con ragazzi/ragazze etero è andato tutto meglio con gente che m'ha conosciuto quando ero già dichiarato diciamo.

Scusami, forse sono stato poco specifico io nella domanda. Intendevo dire se l'omofobia interiorizzata ha influito sulle tue relazioni sentimentali non interpersonali o amicali, quello mi interessava sapere.

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Scusami, forse sono stato poco specifico io nella domanda. Intendevo dire se l'omofobia interiorizzata ha influito sulle tue relazioni sentimentali non interpersonali o amicali, quello mi interessava sapere.

 

Sì, durante la prima relazione con un ragazzo. Ogni tanto gli dicevo delle cose molto stupide come "forse un giorno cambio e mi sposo e metto famiglia"...oppure "ma io non sono davvero gay". Facevo ragionamenti astrusi del tipo "Il mondo sta andando a rovescio. Un rapporto anale sarà sempre solo il fantasma di un rapporto eterosessuale. Noi gay siamo finti, siamo la parodia di una coppia uomo-donna". Questo ragazzo poi si è stufato delle mie nevrosi e mi ha scaricato.

E di seguito ho capito che mi importava più di lui che delle mie convinzioni religiose, dei miei pregiudizi...così un po' alla volta li ho lasciati andare.

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Specchioinfranto

Sì, durante la prima relazione con un ragazzo. Ogni tanto gli dicevo delle cose molto stupide come "forse un giorno cambio e mi sposo e metto famiglia"...oppure "ma io non sono davvero gay". Facevo ragionamenti astrusi del tipo "Il mondo sta andando a rovescio. Un rapporto anale sarà sempre solo il fantasma di un rapporto eterosessuale. Noi gay siamo finti, siamo la parodia di una coppia uomo-donna". Questo ragazzo poi si è stufato delle mie nevrosi e mi ha scaricato.

E di seguito ho capito che mi importava più di lui che delle mie convinzioni religiose, dei miei pregiudizi...così un po' alla volta li ho lasciati andare.

Le sensazioni e i pensieri che dici di aver provato nel tuo intervento non sono affatto inusuali. Due frasi mi hanno colpito molto perchè rispecchiano la concezione che la grande maggioranza delle persone etero e anche gay (ahinè) hanno: "credevo che il rapporto anale fosse solo il fantasma.... che i gay fossero la parodia della coppia uomo-donna". Tutti noi, almeno nella prima fase del nostro percorso di accettazione della nostra omosessualità abbiamo avuto queste sensazioni e convinzioni più o meno conscie (ma più che altro inconsce) che hanno fortemente influenzato la considerazione di noi stessi e hanno gravato pesantemente sul nostro modo di vivere le relazioni affettive; e forse ce li portiamo ancora dietro gli strascichi di questi pensieri nocivi. Proprio questo significa aver interiorizzato l'omofobia! Significa aver introiettato automaticamente gli assunti della società in cui siamo nati e cresciuti, una società avvelenata in primo luogo dal sessimo e di conseguenza dall'eterosessimo; e l'omofobia non è altro che la sommatoria di questi due tendenze  errate e disumanizzanti radicate nel nostro contesto socio-culturale. Il sessista propugna la superiorità del maschio, l'eterosessista vede nell'eterosessualità l'unico orientamento possibile e legittimo, ne consegue che un qualsiasi individuo, che organizzi la sua vita in base a quest'ottica consideri come unico rapporto possibile quello tra uomo e donna, pensandolo tra l'altro come un rapporto basato su ruoli di potere e "giochi di forza" (uomo = dominante, decisionista, razionale; donna= remissiva, passiva, sottomessa); va da sè che dal punto di vista sessista-eterosessista la coppia omosessuale sia vista come una versione distorta, malfatta e minore di quella etero e che perfino il sesso anale venga concepito come goffa riproduzione del coito vaginale (quando dovrebbe invece essere pensato semplicemente come esplorazione di altre zone erogene).Pr gli eterosessisti in una coppia gay deve per forza esserci un partner che ricopre il ruolo femminile e l'altro che ricopre il ruolo maschile. Purtroppo anche i gay hanno assorbito questa ottica applicandola agli stessi ruoli sessuali; non a caso gli omosessuali "attivi" sbandierano il loro ruolo sessuale come vessillo di virilità mentre quelli "passivi" talvolta fanno molta difficoltà ad affermarsi tali quasi come se essere passivo li relegasse allo status di donne  e svilisse la loro mascolinità.

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Ho sofferto di omofobia interiorizzata, il mio è stato un percorso di accettazione abbastanza atipico :

 

ho preso coscienza della mia omosessualità a 13 anni e l'ho vissuta tranquillamente, anche con felicità, poi a 16 anni iniziarono i problemi ( devo dire che ci sono stati anche dei retroscena personali che nulla hanno a che vedere con l'essere gay ma che comunque mi spinsero a pensare male di me stesso ), non ho mai pensato di essere sbagliato o di dover cambiare, diciamo che fino a 18 anni ho preferito nascondere e negare il mio essere ( con la stupida convinzione di poter fare a meno di innamorarmi, di desiderare i ragazzi etc. ) ma comunque credo che simili atteggiamenti possano rientrare a pieno titolo nell'ambito dell'omofobia interiorizzata, intendo il fatto di negare e continuare a mentire a se stessi e agli altri, pur essendo coscienti di ciò che si è ( e fidati se t dico che fa davvero male )...poi a 18 anni, con la maturità ho deciso di iniziare ad amarmi me stesso e ho ritrovato il mio spirito originario, ovvero quello del gay felice ed orgoglioso di esserlo che per niente al mondo vorrebbe essere diverso, e che, se anche potesse, non cambierebbe...adesso posso dire che mi piace essere un uomo che ama gli uomini e posso dire di esserne veramente molto fiero.

Personalmente occasioni di legarmi a qualcuno non ne ho mai avute, ma ti posso dire che secondo me è inevitabile che l'omofobia interiorizzata porti con se delle difficoltà ad amare ( come si può amare se siamo noi stessi i primi a non farlo ) e quindi anche a stringere dei legami...

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Specchioinfranto

Ho sofferto di omofobia interiorizzata, il mio è stato un percorso di accettazione abbastanza atipico :

 

ho preso coscienza della mia omosessualità a 13 anni e l'ho vissuta tranquillamente, anche con felicità, poi a 16 anni iniziarono i problemi ( devo dire che ci sono stati anche dei retroscena personali che nulla hanno a che vedere con l'essere gay ma che comunque mi spinsero a pensare male di me stesso ), non ho mai pensato di essere sbagliato o di dover cambiare, diciamo che fino a 18 anni ho preferito nascondere e negare il mio essere ( con la stupida convinzione di poter fare a meno di innamorarmi, di desiderare i ragazzi etc. ) ma comunque credo che simili atteggiamenti possano rientrare a pieno titolo nell'ambito dell'omofobia interiorizzata, intendo il fatto di negare e continuare a mentire a se stessi e agli altri, pur essendo coscienti di ciò che si è ( e fidati se t dico che fa davvero male )...poi a 18 anni, con la maturità ho deciso di iniziare ad amarmi me stesso e ho ritrovato il mio spirito originario, ovvero quello del gay felice ed orgoglioso di esserlo che per niente al mondo vorrebbe essere diverso, e che, se anche potesse, non cambierebbe...adesso posso dire che mi piace essere un uomo che ama gli uomini e posso dire di esserne veramente molto fiero.

Personalmente occasioni di legarmi a qualcuno non ne ho mai avute, ma ti posso dire che secondo me è inevitabile che l'omofobia interiorizzata porti con se delle difficoltà ad amare ( come si può amare se siamo noi stessi i primi a non farlo ) e quindi anche a stringere dei legami...

Grazie mille per la tua testimonianza! Sono felice che tu sia riuscito a ritrovare la serenità. Posso immaginare quanto sia stato doloroso il viaggio dentro te stesso ma sono davvero contento che tu ce l'abbia fatta a sconfiggere lo spauracchio dell'omofobia che avevi incamerato. Quindi, se ho capito bene, quando racconti del periodo in cui ti eri convinto di poter fare a meno di desiderare eroticamente e innamorarti di ragazzi era come se tentassi di tenere al di fuori della tua coscenza gli aspetti emotivi e affettivi collegati al tuo orientamento, come se effettuassi una scissione tra la tua parte razionale e la tua parte più puramente affettiva poichè vivere quest'ultima ti avrebbe posto faccia a faccia con la tua omosessualità che invece tu cercavi di silenziare e negare e non volevi affrontare.

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Grazie mille per la tua testimonianza! Sono felice che tu sia riuscito a ritrovare la serenità. Posso immaginare quanto sia stato doloroso il viaggio dentro te stesso ma sono davvero contento che tu ce l'abbia fatta a sconfiggere lo spauracchio dell'omofobia che avevi incamerato. Quindi, se ho capito bene, quando racconti del periodo in cui ti eri convinto di poter fare a meno di desiderare eroticamente e innamorarti di ragazzi era come se tentassi di tenere al di fuori della tua coscenza gli aspetti emotivi e affettivi collegati al tuo orientamento, come se effettuassi una scissione tra la tua parte razionale e la tua parte più puramente affettiva poichè vivere quest'ultima ti avrebbe posto faccia a faccia con la tua omosessualità che invece tu cercavi di silenziare e negare e non volevi affrontare.

Grazie a te per avermene dato l'occasione ;)

Comunque si hai centrato il punto, la situazione che mi ero creato era più o meno quella di cui parli, diciamo che pensavo che la mente potesse comandare sul cuore e così facendo continuare a tenere sotto controllo le pulsioni erotiche e i sentimenti...ma quanto mi sbagliavo....a raccontarlo oggi un po' me ne vergogno anche ma è la verità, poi per fortuna grazie ad una analisi del mio essere, al sostegno di altre persone molto importanti, e al fatto cho ho iniziato a ragionare i base ai sentimenti e al cuore ne sono venuto fuori e tutti i muri che mi ero stupidamente imposto sono crollati come non fossero mai stati costruiti...mi dispiace solo di averli edificati e se ripenso a quel periodo provo vergogna e dispiacere per me stesso e per tutte le ferite che mi sono inferto senza ragione.

Edited by Gabry18
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@specchioinfranto

Io ho avuto una lieve depressione ad 11\12 anni, ma ero piccolo e forse è stato lo "shock" per-accettazione e poi avevo anche problemi personali, quindi non posso dirti con certezza se è stato un caso di omofobia interiorizzata, anche perché non sono mai stato omofobo.

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Specchioinfranto

Grazie a te per avermene dato l'occasione ;)

Comunque si hai centrato il punto, la situazione che mi ero creato era più o meno quella di cui parli, diciamo che pensavo che la mente potesse comandare sul cuore e così facendo continuare a tenere sotto controllo le pulsioni erotiche e i sentimenti...ma quanto mi sbagliavo....a raccontarlo oggi un po' me ne vergogno anche ma è la verità, poi per fortuna grazie ad una analisi del mio essere, al sostegno di altre persone molto importanti, e al fatto cho ho iniziato a ragionare i base ai sentimenti e al cuore ne sono venuto fuori e tutti i muri che mi ero stupidamente imposto sono crollati come non fossero mai stati costruiti...mi dispiace solo di averli edificati e se ripenso a quel periodo provo vergogna e dispiacere per me stesso e per tutte le ferite che mi sono inferto senza ragione.

Mi dispiace immensamente! Posso soltanto immaginire l'inferno che avevi dentro e tutta la sofferenza che devi aver patito! Non devi provarne vergogna o crucciarti di non aver agito diversamente, evidentemente non hai potuto agire diversamente! Sei soltanto stato vittima di un sistema sbagliato che ti ha procurato un'angoscia e un dolore immani! Guarda a ciò che sei oggi; sei stato coraggiosissimo a intraprendere quel cammino dentro di te e a demolire quei muri, ce l'hai fatta, puoi essere orgoglioso di te!

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Specchioinfranto

@specchioinfranto

Io ho avuto una lieve depressione ad 11\12 anni, ma ero piccolo e forse è stato lo "shock" per-accettazione e poi avevo anche problemi personali, quindi non posso dirti con certezza se è stato un caso di omofobia interiorizzata, anche perché non sono mai stato omofobo.

Mi dispiace... :-(

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evidentemente non hai potuto agire diversamente
E questa invece la cosa per la quale mi rimprovero, che se solo non mi fossi fatto trascinare dagli eventi e dalle situazioni, se solo fossi stato più forte e sicuro di me stesso non ne arei avuto bisogno, sarebbe stato tutto più semplice e mi sarei risparmiato due anni di sofferenza...Ma comunque adesso è tutto passato e sto bene con me stesso, mi amo e mi rispetto per ciò che sono e non vorrei essere altro, poco importa se a qualcuno non va bene, che si giri dal'altra parte XD cmq grazie della solidarietà ;)
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Più che di omofobia interiorizzata credo si tratti di aspettative e pressioni sociali, almeno nel mio caso.

Non credo d'essermi mai incolpato di nulla, tantomeno di chi sono e chi amo: ma -a causa anche della più agevole situazione/scappatoia della bisessualità- potrei aver negato talune verità. Non essermi negato, ma negato una certa mia essenza/apparenza a terzi.

E certamente ciò è riconducibile al timore d'essere giudicato, frainteso o rifiutato. Ben sapendo, ribadisco, di esser sempre stato conscio di trovarmi inconfutabilmente nel giusto nell'essere come sono..

Edited by Mina Vagante
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Specchioinfranto

Più che di omofobia interiorizzata credo si tratti di aspettative e pressioni sociali, almeno nel mio caso.

Non credo d'essermi mai incolpato di nulla, tantomeno di chi sono e chi amo: ma -a causa anche della più agevole situazione/scappatoia della bisessualità- potrei aver negato talune verità. Non essermi negato, ma negato una certa mia essenza/apparenza a terzi.

E certamente ciò è riconducibile al timore d'essere giudicato, frainteso o rifiutato. Ben sapendo, ribadisco, di esser sempre stato conscio di trovarmi inconfutabilmente nel giusto nell'essere come sono..

Grazie ....

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Nelle vostre esperienze mi sembra di leggere i miei pensieri e la mia vita. Io questo periodo di "omofobia interiorizzata" lo sto attraversando proprio ora. Anch'io penso (spero, più che altro)che un giorno cambierò e che se non cambiassi non potrei innamorarmi mai di un uomo. Perchè? Semplicemente non riesco a concepire un amore tra persone dello stesso sesso. Mi vedo come un errore, un fottuto scherzo della natura che condurrà una vita in solitudine. Non vedo altro che questo nel mio futuro. Forse è una fase precedente all'accettazione, bho.

Scusate lo sfogo, non volevo annoiarvi o comportarmi da bimbominchia depresso e scusate ancora se l'ho fatto.

Edited by Freyr
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Specchioinfranto

Nelle vostre esperienze mi sembra di leggere i miei pensieri e la mia vita. Io questo periodo di "omofobia interiorizzata" lo sto attraversando proprio ora. Anch'io penso (spero, più che altro)che un giorno cambierò e che se non cambiassi non potrei innamorarmi mai di un uomo. Perchè? Semplicemente non riesco a concepire un amore tra persone dello stesso sesso. Mi vedo come un errore, un fottuto scherzo della natura che condurrà una vita in solitudine. Non vedo altro che questo nel mio futuro. Forse è una fase precedente all'accettazione, bho.

Scusate lo sfogo, non volevo annoiarvi o comportarmi da bimbominchia depresso e scusate ancora se l'ho fatto.

Ma quale annoiare!?!?! Anzi sono felice che tu abbia scritto e che sia riuscito a "vomitare" almeno in parte il tuo malessere! Mi dispiace immensamente per ciò che stai attraversando, posso solo immaginare che inferno tu stia vivendo e sono consapevole del fatto che qualsiasi cosa positiva ti dicessi ora forse non servirebbe a molto.  Scrivimi quando vuoi anche in privato, quando senti bisogno di parlare,  di "urlare" ciò che hai dentro e di sfogarti un po'....

Io ci sono...

Edited by Specchioinfranto
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