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caso Elettrolux


faby91

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http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-01-27/electrolux-gruppo-svedese-propone-forte-taglio-salari-153728.shtml?uuid=ABQ4LYs

 

Ormai trovare lavoro è come trovare un ago in un pagliaio..

E anche se lo trovi, non è detto che ti rimanga..

 

Che cazzo dovrebbero fare gli italiani??

In un paese dove se hai meno di 25 anni sei snobbato

Per la mancanza di esperienza, e dai 25 sei troppo vecchio.

 

Non ci resta che andare all'estero?....

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E' sbagliato andarsene all'estero, bisogna restare qui e reagire, bisogna che i giovani tirino fuori le palle, che inizino ad interessarsi di più dei problemi di questo Paese e che muovano le chiappe per prendersi ciò che è loro di diritto, non solo il lavoro, ma anche il loro stesso futuro che gli è stato rubato da una banda di incompetenti e di delinquenti autorizzati.

Sono i giovani che devono lottare, che hanno la forza di farlo, che possono portare innovazione e progresso...di certo i problemi non si risolvono scappando all'estero ( per quanto la soluzione sia allettante ) o piangendosi addosso...bisogna solo ragionare e dopo aver ragionato agire.

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Il caso Electrolux è l'ennesima dimostrazione di quanto si sia sbagliato negli ultimi 20 anni.

Tassazione alle stelle, infrastrutture penose,un sistema parassitario di mangiapane a tradimento che, a Roma, stanno nella bambagia alle spalle dei cittadini onesti che strisciano.

A None, in provincia di Torino, gli stabilimenti Indesit (gruppo Merloni) sono un deserto. Le ultime produzioni sono state spostate alcuni anni fa in Polonia.

Da quasi 12mila dipendenti degli anni 70-80, ora, non resta praticamente nulla.

 

I miei clienti stanno delocalizzando sempre di più le produzioni. O fanno così o non si salvano, perché la concorrenza producendo appunto all'estero, venderebbe a prezzo inferiore. Solo alcuni clienti richiedono esplicitamente che i prodotti top di gamma continuino ad essere prodotti in Italia, dove il processo produttivo è più controllato in modo reattivo per la presenza dei reparti ricerca e sviluppo.

 

Io sono ancora dell'idea che sia ora di sbattere i pugni sul tavolo. E, detto fuori dai denti, è ora di mandare un messaggio chiaro a quelli che sono stati al timone negli ultimi 20 anni. Almeno.

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l'italia si è ridotta da se al punto dove si trova. dopo la seconda guerra mondiale aveva le stesse opportunità degli altri paesi europei ma ha marciato sempre dietro gli altri.

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http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-01-27/electrolux-gruppo-svedese-propone-forte-taglio-salari-153728.shtml?uuid=ABQ4LYs

 

Ormai trovare lavoro è come trovare un ago in un pagliaio..

E anche se lo trovi, non è detto che ti rimanga..

 

Che cazzo dovrebbero fare gli italiani??

In un paese dove se hai meno di 25 anni sei snobbato

Per la mancanza di esperienza, e dai 25 sei troppo vecchio.

 

Non ci resta che andare all'estero?....

Ma no! siamo fuori dal tunnel ormai... si vede la luce!

 

Tornando seri.. Finchè l'italiano cerca di riproporre la stessa classe politica, riavrà perpetuamente le stesse cose: tasse, meno spesa, tasse, meno spesa... Quindi.. Sì, estero.

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se io fossi un italiano povero scapperei all'estero se potessi. se fossi un italiano ricco potrei anche rimanere in italia o andare all'estero.

 

siete giovani. la merda in cui l'italia si trova non l'avete generata voi e allora perchè vi sentite in dovere di restare nella merda ? discorso diverso per le generazioni non giovani secondo me che hanno fatto sprofondare l'italia sempre più a fondo nella merda.

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@ican Hai ragione, ma gli italiani in cabina elettorale diventano scemi e votano sempre i soliti, gli italiani hanno paura di cambiare perché fondamentalmente a tanti questa situazione fa comodo, sono quelli che sulla crisi riescono a rimanere a galla e a non andare giù, quelli che hanno paura di perdere  privilegi, i contentini, i favori etc. quelli che non vogliono che cambi niente...magari gli italiani sfanculizzassero tutte le sigle politiche attuali e votassero le alternative, troppo bene staremmo.

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Io lavoro per una multinazionale italiana con stabilimenti oltre che in Italia (Lombardia e Veneto) anche in Polonia e Cina. Il mio presidente ha detto tempo fa' che un operaio costa all'azienda in Italia circa 2500/2800 euro, in Polonia 900 euro e in Cina 250 euro. Capite che non possiamo competere con le grandi produzioni, prima o poi verranno tutte abbandonate e rimarremo con le produzioni di qualità e con i servizi.....

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@cangrande E' normale che sia così, ma la vita in Polonia o in Cina non costa come in Italia, la qualità della vita non è uguale, la qualità finale del prodotto nemmeno è uguale, non devo dirlo io che il Made in Italy è rinomato in tutto il mondo...questi ragionamenti sono tipici di questo maledetto capitalismo globalista e dell'economia liberal-liberista che non tiene conto delle dignità delle persone ma solo del profitto

Edited by Gabry18
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@cangrande

 

in svizzera c'è il costo del lavoro più alto d'europa credo ma la svizzera è anche il paese che cresce di più nell'europa e penso anche il paese con la bilancia commerciale (rapporto tra esportazioni ed importazioni) più alto d'europa.

 

dunque: il costo di un operaio in una nazione non è importante, l'importante è quanto innovativo è quello che la nazione produce.

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C'è un aspetto che non mi quadra, comunque, in tutte queste cose. 

In questi giorni riflettevo che, se è vero che in Polonia (per fare un esempio) il costo della vita è più basso che in Italia o Germania, i prodotti che vi si producono (ad esempio una lavatrice) hanno circa lo stesso prezzo in tutta Europa (altrimenti non saremmo di fronte a questi problemi) e quindi... mentre a noi una lavatrice da 300 € costa 1/4 di uno stipendio, ad un polacco costa 1/2 stipendio?!? :look:

 

C'è qualcosa che mi sfugge...  :scratchhead:

 

A questo punto se si cercasse di livellare questa cosa dovremmo aspettarci una diminuzione della filosofia "dell'elettrodomestico usa e getta", che da noi costerebbe di più permettendo anche una maggiore redditività e, quindi, di produrre anche in Italia.

 

Uhm... questione complessa....

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@Casper

 

tutto dipende su che beni si basa il "costo della vita", se è solo per vestiti e cibo, se include anche gli affitti degli appartamenti, le auto, gli elettrodomestici,.....

 

forse la lavatrice non è compresa nelle spese che "il costo della vita" comprende.

 

in romania una signora rumena mi ha detto ad esempio che la gente guadagna magari 200-300 euro e che un pacco di pasta costa 2-3 euro, fai tu..... a me sembra che con quello stipendio e quel costo della vita i rumeni sono poveri.

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Il mio presidente ha detto tempo fa' che un operaio costa all'azienda in Italia circa 2500/2800 euro,

Un operaio che prende circa 1000€, all'azienda

Costa circa 1700-2000€ al massimo.

Poi i titolari dicono sempre ste cazzate cosí hanno

La scusa per farti lavorare in nero.

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Beh bisogna vedere che operaio è, se generico se

specializzato

 

Il problema è la tassazione dei redditi bassi che porta

già un reddito minimo di 1000 a costare 1800 e 1200 a

2000

 

Certo....è chiaro che in Polonia gli operai sono pagati

di meno, quindi lavorando per multinazionali non possono

spesso comprare i beni che producono ( o li comprano

con difficoltà maggiori )

 

Ma il costo della vita è più basso, perchè l'operaio che

costruisce la macchina, va a lavorare in bici etc.

 

Non c'è difesa da questa cosa se non mettere valore aggiunto

nel prodotto made in Italy ( vedi automobili tedesche ) e cercare

di diminuire la tassazione

 

Direi però che il valore aggiunto della lavatrice e di altri beni stia

nel gadgets e nell'evoluzione continua del prodotto più che nella

sua durata

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Tenete presente che un operaio, almeno nella mia azienda non prende 1000€, inoltre nella tassazione complessiva intervengono anche premi di produzione, bonus, ecc...

 

Io dico solo che se un operaio cosa 3 o 4 volte di più in Italia, un nostro imprenditore non resterà nel nostro Paese a produrre merce di bassa o media qualità perchè non ha convenienza con la nostra tassazione, perchè i suoi margini sono bassi se non nulli. Per cui il famoso made in  Italy deve puntare su cose di lusso o ad alto valore. Inoltre non pensate che in Polonia la vita sia tanto più bassa che da noi, su una buona parte di merci i prezzi non sono molto distanti dai nostri e comunque all'imprenditore italiano non interessa quanto è l'inflazione o il costo della vita per un polacco, interessa pagare il polacco 900 euro.

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Fabio, guarda che il cuneo fiscale è al 50%, l'azienda per un lavoratore paga il doppio di quanto egli percepisce di netto. Se l'operaio prende 1200, l'azienda ne sborsa 2400/2500.. Ci sono tasse sul lavoro, contributi previdenziali inps e inail (molti a carico del datore di lavoro)..

Il lavoratore ha come trattenute una parte di inps e inail e l'irpef..

Il vero problema in Italia (oltre a tanti altri) è proprio il cuneo fiscale, dove basta andare in Europa (anche in Austria, Svizzera, UK, Irlanda...) per avere un costo del lavoro più basso, e i lavoratori di netto prendono di più!! Un operaio specializzato in Germania prende 2500 netti, più i premi di produzione che quando arrivano sono anche di 2/3000 euro..

 

Oltre a questo, abbiamo una burocrazia lentissima che non tutela affatto le imprese (sistema giudiziario lento, lentezza per avere i permessi e avviare l'attività, infrastrutture inadeguate, costo dell'energia più alto, scarsi incentivi per ricerca e sviluppo, sistema scolastico non adeguato) e tasse alte che non danno nulla in cambio.. Per avere queste cose, non serve andare in Cina, basta andare in Austria, Svizzera, Germania dove le imprese vengono aiutate e hanno servizi adeguati a ciò che pagano..

 

Da un lato sti qui li capisco anche che delocalizzano, l'Italia non è un paese competitivo e sembra che l'unica categoria di persone che vogliamo sono statali e pensionati.. gli imprenditori ci fanno schifo invece

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Tra i motivi per cui le aziende non investono in Italia, oltre al cuneo fiscale e alla burocrazia lenta, io ci aggiungerei anche logistica, corruzione, mancanza di certezza del diritto, lentezza dei processi, assenza di investimenti in ricerca, costo dell'energia.

L'idea che l'unica strada che le nostre aziende hanno per essere competitive sia quello di abbassare il costo del lavoro (inteso come abbassamento dei salari) è un ignobile ricatto.

"Come mai, come mai, sempre in culo agli operai" ? 

Edited by Orfeo87
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Ho letto l'articolo ieri sulla Gazzetta. Ragazzi, c'è poco da fare: l'Italia non è un Paese competitivo, punto. Ci sono troppi sprechi, una politica del lavoro assurda (mia sorella lavora con contratto part-time da 20 ore e prende 600€, il suo capo ne deve sborsare 2000!), la burocrazia fa schifo e le tasse sono alle stelle. A questo ritmo, o emigrano tutti gli italiani, o non so... non sono un esperto di economia, ma anche un cieco si accorgerebbe di tutto il magna-magna che si porta via un bel pezzo di busta paga dei dipendenti, o delle pensioni. A che scopo? I lavoratori giustamente fanno bene a lamentarsi, caspita si troverebbero lo stipendio dimezzato, ma anche i datori di lavoro sono oberati dalle tasse...

Edited by Kador88
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Mah, c'è un fatto : in Polonia per lo stesso lavoro prendono la metà esatta degli italiani, eppure in Polonia le tasse sono più o meno le stesse ed il costo della vita anche, stiamo parlando di un altro paese dell'Unione Europea non certo della Cina o dell'India. Il problema è che qui si è vissuto ampiamente al di sopra delle proprie possibilità, con un boom fasullo iniziato negli anni '60 e finito negli anni '90, basato su una moneta iper-svaltuata che favoriva le esportazioni di prodotti, ma a differenza di Germania, Regno Unito, Francia, Scandinavia non ci siamo specializzati in prodotti di alta qualità ma bensì in qualità medio-bassa...

A questo va aggiunto un magna-magna che in Europa oltre a noi ha solo la Grecia : pensioni baby, pensioni altissime per i lavoratori di certi settori (tipo ferrovie, porto, ecc...), numero spropositato di persone dipendenti nell'apparato statale (vedi la Rai, che ha un numero di sedi locali e dipendenti che non ha nessun altro ente radiotelevisivo pubblico in Europa), era ovvio che un falso welfare, in realtà assistenzialismo di stato, in un economia priva sia di risorse naturali che di manifatturiero di qualità dovesse prima o poi implodere.

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Se veramente in Italia si vuole ripartire e far funzionare le cose bisogna smantellare un intero sistema marcio e corrotto alla radice punto e basta. C'è poco da fare...

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manufatturiero italiano non di qualitá?  Ma in che settore??? O_O

 

bah per il resto nn entro nemmeno nella discussione.  Dico solo che la faccenda sono sí i costi dovuti alle tasse, ma sopratutto é che le tasse che le aziende e i lavoratori pagano vengono sprecate nei due modi classici: magna magna, e lavori pubblici inutili.

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