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Alessandro Baricco


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Adoro ciò che quell'uomo scrive, e non avendo visto nessun post che lo riguardasse... Beh, si è capito, no?

"Castelli di Rabbia" è il primo libro suo che ho letto. L'ho trovato semplicemente incredibile. Il personaggio di Mormy mi ha colpito tantissimo, strutturato alla perfezione con il suo sguardo che rimaneva fissato alla partenza...

"Novecento" è semplicemente stupendo, il modo in cui descrive i suoni del pianoforte, le note alte come una cascata di perle...

"Senza sangue" non è nei miei prediletti, ma per quanto sia smilzo merita...

"Oceano mare" mi ha sconvolto. è geniale. è perfetto. Ogni perifrasi mi ha lasciato attonito, perplesso e sconvolgentemente incantato. Personaggio preferito: Dira. In assoluto.

Rispondete vi prego, non posso credere che Baricco resti in ombra in questo forum!

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Tutto quello che ho letto di suo mi è piaciuto: Oceano Mare, City, Castelli di Rabbia e i due Barnum, mi pare.

Più che altro mi piace come parla, ti fa sembrare bellissima e interessante qualsiasi cosa. Sono andata a vederlo a teatro, alla lezione su "La paga del sabato" di Fenoglio, un libro che mai e poi mai avrei lo sbattimento di leggere... e invece spiegato da lui sembra una cosa meravigliosa :asd:

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Mi sto avvicinando ora a Baricco. Ho avuto modo di leggere prima Seta, poi Oceano Mare. Inutile dire che lo adoro alla follia, che mi piace in maniera superba. E' il modo in cui scrive che riesce a catturarmi, a prendermi nelle viscere. Un grande.

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io amo visceralmente quell'uomo  :eek:

l'ho conosciuto quasi controvoglia

in seconda superiore quando il profs ci diede da leggere novecento

poi ho continuato con oceano mare e non ho piu' smesso  :eek:

oceano mare e' quello che mi piace di piu' in assoluto

l'uso che fa della punteggiatura

e le pause

bho prima di lui non pensavo che anche la "forma"

nello scrivere...potesse essere un contenuto

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  • 2 weeks later...

Io trovo che Baricco sia magnifico come divulgatore (specialmente musicale), tanto è vero che gli ho dedicato un intero capitolo della mia tesi di laurea.

 

Sono invece molto scettico sul Baricco narratore: è così autocompiaciuto del proprio stile - che poi tanto originale non è - da rendermisi odioso. Vorrei che si tenesse a freno, quando scrive, altrimenti finisce per essere solo una Liala con in più qualche effetto speciale linguistico... e non si fa arte solo con gli effetti speciali.

 

Per i miei gusti solo in "Oceano mare" ha trovato il giusto rapporto tra sostanza e forma della narrazione.

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Guest Trisketto87

Baricco, uno dei pochi scrittori italiani che stimo davvero molto.

Lo stile di Baricco può risultare abbastanza pesante alle volte, per cui è difficile invaghirsi dei suoi libri. Ma se ci si innamora di Alessandro Baricco e si leggono tutti i suoi libri, altri scrittori rischiano di risultare noiosi e piatti. Io ad esempio ho conosciuto lo scrittore torinese leggendo "Novecento". Ma il suo capolavoro vero e proprio è secondo me "Seta".Seta è un vero e proprio Racconto, uno scritto che non ha l’ariosità di un romanzo ma che regala fiammate emozionali assolutamente fantastiche. Proprio quello, cioè, che un racconto deve a mio parere possedere nel suo DNA. In questo suo lavoro Baricco parla, in modo tutt’altro che banale, dei desideri, dei sentimenti, del bisogno emotivo dell’uomo di vivere il mistero “esotico” dell’amore. Chi come me ama la cultura Giapponese si renderà conto di come Baricco sia riuscito a cogliere il sentimento Nipponico così profondamente da potersi permettere un posto d'onore al fianco di "Shogun di Cawell".Nei piu' piccoli particolari, e' riuscito a impregnare i protagonisti giapponesi della vera "anima del Bushido".Eccezzionale. Un libro delicato, quasi un sogno.

 

L'unico libro di Baricco che ritengo sia troppo ripetitivo e noiosetto è "City" Ma consiglio ugualmente la lettura.

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Guest NSAIBOY

Qualcuno mi nominò Baricco sostenendo una inverosimile (lui è un grande!) tra il suo stile e il mio.

A me piace molto ed utilizza lap unteggiaturo come piace a me. In modo enfatico.

Seta è legato ai miei ricordi più teneri...§

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Io trovo che Baricco sia magnifico come divulgatore (specialmente musicale), tanto è vero che gli ho dedicato un intero capitolo della mia tesi di laurea.

Questa da te non me l'aspettavo. E' una pugnalata alla schiena. :D

Baricco ci capisce poco e nulla, di Musica; questo al di là della visione terribilmente beethoven-centrica della Storia. Ti ricordo che Baricco ha praticamente affermato che nella Musica prima di Beethoven non c'è sentimento, non c'è spirito, non c'è ispirazione; ti ricordo che ha detto che la Musica atonale non può essere apprezzata perché esistono "invalicabili limiti fisiologici" dell'orecchio umano (non la apprezzo neanche io, ma non per questo gli altri sono mutanti); ti ricordo che ha consigliato ai compositori di scrivere Musica semplice per riavvicinarsi al pubblico (leggasi=è meglio la leggera).

Per piacere, ripensaci. :D

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:D

 

Ma, tesoro, io non ho mica scritto che Baricco è un insigne musicologo! Ho scritto che è un magnifico divulgatore. Il che non implica cognizioni musicali troppo approfondite e nemmeno pareri troppo raffinati. Implica sopratutto capacità comunicativa; che lui ha a bizzeffe, nonostante il ben noto narcisismo.

 

Inoltre la mia tesi di laurea era una tesi "tecnica" (si trattava pur sempre di una tesi di sceneggiatura): analizzava le forme della divulgazione musicale nel sistema radiotelevisivo e quindi io parlo di qualità complessiva dei programmi: prova a confrontare Baricco con Lubrano e poi sappimi dire. Se vuoi ti spedirò i capitoli incriminati.

 

Quanto alle boiate sulla musica antica e quella contemporanea, ha il diritto di esprimere un parere come ogni altro critico... E i pareri inutili a questo mondo si sprecano.

 

La frase sulla musica leggera - invece - è una provocazione e mi trova d'accordo. Viene da "L'anima di Hegel e le vacche del Wisconsin", che è un libro DAVVERO intelligente a proposito del rapporto tra musica colta e modernità. In sostanza, se non ritroviamo le vere ragioni per cui è IMPORTANTE salvaguardare la cultura alta al giorno d'oggi, allora simao sulla cattiva strada. Cito a memoria, quindi fallacemente, e prafrasando: "La maggior parte dei capolavori di Mozart venne da lui composta con le stesse modalità e finalità con cui oggi si produce la musica dei Backstreetboys" e "A volersi trovare dove accade l'oggi, siamo sicuri che sia meglio trovarsi in un auditorium semivuoto piuttosto che a un megaconcerto rock?". Niente di più giusto, secondo me. Come definiamo la cultiura e che ruolo le attribuiamo? Questa è la domanda.

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[citando Baricco]

"La maggior parte dei capolavori di Mozart venne da lui composta con le stesse modalità e finalità con cui oggi si produce la musica dei Backstreetboys"

 

Dal vocabolario De Mauro:

be|stém|mia

s.f.

[...]

3 affermazione senza fondamento, giudizio completamente errato

 

Questa a casa mia si chiama "ignoranza". Forse la Piccola Musica Notturna è stata scritta "con le stesse modalità e finalità" dell'attuale Musica leggera, ma non il Requiem; e non sono io a doverti dire quale di queste due opere sia considerata più importante nel catalogo mozartiano.

 

Che poi Baricco sia un ottimo divulgatore, non lo metto in dubbio. Ma se deve divulgare vaccate (e in tal senso, il titolo del suo saggio è veramente azzeccato), forse è meglio che sta fermo e buono.

 

Ultima precisazione:

[sempre citando Baricco]

"A volersi trovare dove accade l'oggi, siamo sicuri che sia meglio trovarsi in un auditorium semivuoto piuttosto che a un megaconcerto rock?"

Sì.

 

Ma soprattutto:

Come definiamo la cultiura e che ruolo le attribuiamo? Questa è la domanda.

Ti risponderei pure, ma non è meglio che apri un topic a parte?

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Ahahaah! Quint, Quint, mi fai morire!

 

Non stiamo a pesare il valore relativo di una sonata o di una messa... Quella è una riflessione sull'artista classico in toto. Mozart ai suoi tempi - lo sai meglio di me - non era certo uno che andava in giro con l'albagia di noi intellettuali contemporanei. Se potesse vedere che fine hanno fatto le sue opere nella testa della gente - retaggi di un passato tremendo e amuffito - rimarrebbe disgustato. Credo che Mozart oggi andrebbe ben oltre le porte degli auditorium.

 

Baricco è un ottimo divulgatore. Ma non divulga vaccate. Non va in televisione a dire che Mozart vale quanto i Backstreetboys; semmai va a dire che noi dovremmo trovare il modo di pensare a Mozart con la stessa semplicità con cui pensiamo ai Backstreetboys... Perché, lo vedi, la cultura non può continuare ad essere confinata com'è adesso. Non è cultura: è solo un museo.

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"Pensare a Mozart con la stessa semplicità con cui pensiamo ai Backstreetboys" è un concetto per me a metà tra l'eretico e il fantascientifico. :asd:

Penso che abbiamo una concezione un po' troppo diversa, della cultura. :eek:

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Trisketto, Baricco è legato ad alcuni dei ricordi più teneri che ho col mio ragazzo.

Sosteneva qualcosa di molto lusinghiero e mi consigliò un paio di sui libri che conto di comprare a breve...

Amo il mio ragazzo e sto cominciando ad amare Baricco...§

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Da questo punto in poi divido un OT tra il sottoscritto e Quint, che prende le mosse dall'idea che Baricco ha della divulgazione culturale e si allarga fino a chiedersi se sia possibile, al giorno d'oggi, la "cultura per tutti". La discussione prosegue nel nuovo topic linkato in calce, qui torniamo a parlare solo di Baricco.

 

http://www.gay-forum.it/forum/index.php?topic=4079.msg109724#msg109724

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  • 5 months later...

Davvero un grande scrittore...Novecento, in assoluto il mio preferito...e devo dire che anche il romanzo pubblicato a puntate su Repubblica...è stato un'idea eccezionale, soprattutto innovativa

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  • 1 month later...

Quoto interamente Yrian per quanto riguarda la presunzione e l'inutile "virtuosismo" dello Stile. Molte volte leggendo Baricco sono rimasto piuttosto perplesso, laddove altri miei conoscenti cadevano in delirio... Insomma, ho l'impressione che Baricco se la tiri non poco.

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  • 3 weeks later...

I giudizi sopra citati da Quint di Baricco sono di una superficialità disastrosa, ma soprattutto mancano totalmente di intelligenza. Non gli manca presunzione, invece, come ben nota Wotan. Divulgatore senz'altro, per chi ama la divulgazione che spruzza - ben evidente - il fru fru della "cultura", mentre la vera, alta divulgazionedi quel fru fru, di quella nuvola di cipria, fa volentieri a meno.

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Non modifico la mia opinione (nel bene e nel male) su Baricco, ma devo dire che - con la sua recente riscrittura torinese del "Flauto magico" - presso di me ha perso non pochi punti... :P

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Vado un po' controcorrente: a me Baricco piace, quando non si masturba pubblicamente (come fa in "Senza Sangue", ad esempio).Trovo abbia una scrittura molto formale, forse un po' vuota a livello contenutistico (ma tra gli italiani c'è chi sa far di peggio), e piena di tecnicismo; scrittura che però non posso non apprezzare, perché, non sarà originale, ma è pur vero che non è da tutti padroneggiare questo stile (io potrei arrivare a uccidere per averlo, ma questa è un'altra storia...). Prendete "Novecento", per esempio: nel racconto si sente solo parlare della musica meravigliosa del "pianista sull'oceano", nel film la si sente (o, in ogni caso, se ne sente una che dovrebbe assomigliarle); eppure il primo, secondo me, è sicuramente meglio riuscito del secondo. Questo vorrà pur dire qualcosa...

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  • 3 years later...

Ho trovato questo post e anche se molto vecchio volevo dire la mia su Baricco. Io ho letto tutto di Baricco (dai saggi ai romanzi), mi sono avvicinata a lui perché la ragazza di cui ero segretamente innamorata ne andava pazza e volevo capirne il perché. Mi sono innamorata della sua scrittura e del modo in cui riesce a sparare certe frasi. Secondo me è bravissimo anche se alla lunga non mi è piaciuto tutto quello che ha scritto. Tra i romanzi i migliori secondo me sono: "Castelli di rabbia", "Oceano mare" e "Questa storia". Poi ho amato la sceneggiatura di 900.

Tra i saggi l'unico che mi è veramente piaciuto è stato Next, penso che ne "I barbari" abbia solo voluto ripetere alcuni concetti che c'erano in "Next" e il primo l'ho trovato decisamente migliore del secondo.

Infine ho adorato i due libri di raccolte di suoi articoli di giornale "Barnum 1 e 2".

 

Le altre cose non mi sono piaciute e gli hanno fatto perdere un po' di punti.

 

So che tantissimi non lo amano perchè lo reputano pomposo e pieno di sè. A me personalmente lui, a pelle, non mi sta nemmeno tanto simpatico, ma non posso rinnegare che molti dei suoi scritti mi hanno suscitato molte emozioni (forse sarà stato anche a causa del mio status di innamorata cotta).

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  • 2 years later...

Riesumo questo topic per chiedere un consiglio: tra i vari libri che volevo leggere c'è anche un po' di Baricco. Avevo scelto Seta, perché ce l'avevo già a casa, ma una cara amica mi ha consigliato assolutamente Oceano mare, voi che dite? con quale libro iniziereste se doveste suggerirne uno?=)

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Seta è quello che ho preferito. Oceano mare è scritto meglio (in Seta c'è una tecnica di scrittura che punta sulla ripetizione e diventa scomoda leggendo il libro tutto d'un fiato) ma ho preferito la trama e l'inquadramento di Seta.

C'è chi va matto per "Novecento", il monologo teatrale. Io lo trovo appena carino, anche se la palese teatralità dei dialoghi sono certo renda molto meglio sul palco.

 

Se ti piacciono i virtuosismi stilistici e i temi poetici finto-filosofeggianti, ti piacerà Baricco.

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[beh, potevo aspettare anche fino a mercoledì per una risposta, tanto te lo avrei chiesto]

 

Ho già letto alcuni suoi pezzi su Repubblica, tende un po' a divagare e ad autocompiacersi della sua stessa scrittura; specie per il formato di articolo/inchiesta giornalistica non è affatto incisivo, ma lo stile non mi dispiace.

Proprio per questo volevo "testarlo" in un romanzo vero e proprio, stretto tra la venerazione che ne ha mio cugino e la repulsione di mio padre per la sua fumosità XD

 

 

 


la palese teatralità dei dialoghi sono certo renda molto meglio sul palco.

Pienamente d'accordo. Mai sopportato la lettura delle opere teatrali, forse il fatto che è un monologo lo renderebbe appena più digeribile; in ogni caso, se scrivo per il teatro e poi ne faccio una lettura individuale, inevitabilmente perderò gran parte del fascino che potrebbe avere recitata dal vivo.

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