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Ma vale davvero la pena innamorarsi ?


davi89

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Allora, mi rendo conto che questa domanda è un po' ridicola eh eh XD

 

Quando bene o male si incontra l'amore (o qualcosa che gli si avvicina) è inutile girarci attorno, si corre il rischio di soffrire.

Ma l'inevitabile sofferenza (ovviamente accanto a tantissimi momenti belli), almeno per me, non è l'unico ostacolo che vedo ad una storia d'amore veramente seria e duratura nel tempo.

 

Un altro ostacolo è la domanda : qual è il senso di una storia di questo tipo ? Cerco di spiegarmi meglio: di fronte a sacrifici, ostacoli da superare, si cerca sempre un senso, per poterli affrontare con determinazione e coraggio. Per esempio, un medico che ha il rischio di causare sofferenza ai suoi pazienti, sa che deve convivere con questo perché il suo dovere è assistere e provvedere alla salute. Una coppia eterosessuale con figli, sa che il senso della sua relazione è educarli nel migliore dei modi (ovviamente ci sono anche altre ragioni, è un esempio per farsi capire).

 

Ora, veniamo a un progetto di vita che può essere quello di una coppia gay. Supponendo che se è davvero duratura, allora inevitabilmente porterà con se difficoltà, compromessi, etc. A vostro parere, quali sono i motivi che possono portarci a superarli con convinzione ? Se qualcuno di voi vive questa situazione, che cosa vi fa sempre superare le difficoltà?

 

Le risposte che si potrebbero dare sono tante, si va dalle più di "basso livello" (poter avere sempre una persona con la quale soddisfare la propria sessualità) a quelle nobili ed elevate (compiere un cammino in due, assistersi ed essere vicini nelle difficoltà e nelle gioie)... Ma per esempio, perché compiere un cammino in due è così bello ? Ora, mi vergogno un po' di quello che sto per dire, ma voglio essere sincero: in questo "essere in due", certe volte vedo quasi una prigione... So che non è così, però certe volte mi viene quest'idea.

 

Insomma, ad un giovane ragazzo gay, perché suggerireste di abbracciare questo progetto ?

 

Molti vedranno la mia data di nascita e ovviamente vi verrà spontaneo rispondermi che è ovvio non avere certezze di questo tipo alla mia età. Sta di fatto che, dopo un'unica esperienza che mi ha messo un po' in crisi, io mi chiedo se valga la pena innamorarsi e soprattutto cercare una storia intensa e duratura, ovvero se è un progetto di vita che può davvero realizzarmi. Diciamo che ora come ora non mi piacciono le cose a metà , se conosco una persona e comincio a innamorarmi, allora mi viene spontaneo pensare di costruire qualcosa di serio e importante, sarà magari un'illusione, ma credo che ogni storia d'amore, non possa che vivere in quest'illusione (che comunque una volta o l'altra si spera diventi una realtà) quindi mi viene spontaneo pormi questa domanda...

 

Spero che vi farete avanti con tante risposte :-)

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Non è che si può decidere non mi innamoro XD

 

L'idea della convivenza, del percorrere tutto il tempo che si può insieme viene naturale dopo qualche anno... E nell'amore, col tempo, subentra anche il lato egoistico della questione... Non è più tanto voglio stare con questa persona, diventa anche voglio che questa persona mi stia vicino, sempre (o, almeno finchè non si cambia idea)... Il discorso è che sono i progetti di vita futura che definiscono un rapporto, siano essi il mettere su famiglia o altro... È impossibile dopo qualche anno non cominciare a pensarci, perché se qualcuno fa parte della nostra vita (e se vogliamo che continui a farne parte) lo dobbiamo tenere in considerazione per tutte le scelte che prendiamo, dalle cose minime a quelle fondamentali.

 

Secondo me ne vale la pena, le sofferenze ci sono, i momenti difficili anche, ma un percorso in due è enormemente migliore di uno in solitaria...

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Non ho capito qual è il problema. Cinicamente parlando se ti fai queste domande non sembri avere una bella predisposizione o atteggiamento per avere una storia di quel tipo. Non è che lo stare per forza in coppia fissa con qualcuno debba essere visto come un obbligo per la propria felicità, c'è anche chi è single ed è felice, non ci vedo nulla di strano.

 

Per farti capire a me non è mai passato per l'anticamera del cervello di pensare in una relazione che fossi "in prigione", o aver paura di soffrire o vedere la relazione come una serie di ostacoli da superare a vicenda. Gli "ostacoli" in una relazione sono relativi, trovo che sia una descrizione orrenda di una relazione, io una relazione non la vedo per nulla nell'ottica del "aiutamoci a vicenda nelle difficoltà" o "nel facciamoci compagnia nella vita". Sembra che ci sia uno scopo o un utilizzo del partner più o meno velato. La mia ragione per stare col qualcuno è molto più semplice, si sta con una persona perché la ami, è una cosa che viene dal cuore senza nessun ragionamento.

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@Il romantico

 

In realtà ho specificato che non la relazione con un'altra persona non è semplicemente superare una serie di ostacoli, ma anche tante altre cose belle...

 

Non so diciamo che queste domande mi vengono dalle altre storie che ho sentito, sia etero che gay. Forse sono gli esempi vicino a me che mi fanno vedere quante difficoltà ci siano, dopo che magari si attraversa il primo periodo di innamoramento allo stato puro. Forse sarà che la mia prima esperienza mi ha un po' traumatizzato, non ho trovato la persona giusta etc.

 

Può darsi che come dici non sia pronto, altrimenti non vi farei queste domande.

 

Però sono felice di avere una risposta come la tua. :nyam:

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Imbattersi in una relazione sentimentale dando troppo peso alle eventuali sofferenze non farà altro che farti vivere male un qualcosa che invece potrebbe essere splendido.

L'innamoramento è un qualcosa che difficilmente si gestisce razionalmente, salvo particolari menti acute e cuori di ghiaccio, e secondo me, anche qui salvo casi particolari, vale la pena di essere vissuto.

Una coppia che si ama supera gli ostacoli che gli si pongono davanti proprio in forza di quell'amore che li lega e il piacere reciproco di stare in coppia.

 

E' chiaro che se questo piacere non è così importante e gli ostacoli vengono visti come una montagna insormontabile, è inutile portare avanti il rapporto.

Ad un ragazzo giovane (quale sono io, 19 anni), io consiglierei sempre di vivere quello che gli si presenta davanti, senza correre e senza farsi troppe idee per il futuro. Quelle verranno automatiche, gradualmente, con la maturazione personale che naturalmente si riflette anche nella coppia.

 

Certo è che affacciarsi all'amore pensando subito alle sofferenze, è un pessimo modo per cercare la serenità!

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Forse sono gli esempi vicino a me che mi fanno vedere quante difficoltà ci siano, dopo che magari si attraversa il primo periodo di innamoramento allo stato puro.

Il primo periodo è spensierato e passionale, ma secondo me non è il più bello di una relazione; io preferisco il periodo delle difficoltà come dici tu, perché è lì che si forma la coppia, è lì che l'innamoramento diventa Amore. Gli ostacoli che si possono incontrare all'interno o all'esterno di una coppia sono, secondo me, ciò che fortifica il rapporto, ciò che rende chiaro il sentimento reciproco. Nessun ostacolo è veramente tale quando ci si ama davvero perché stando uniti si trova un modo per superarlo, la visione del futuro insieme non è un'illusione ma è un progetto che la coppia porta avanti credendoci e sforzandosi per realizzarlo. Forse la mia visione dell'amore è troppo romantica ma credo che se l'amore è vero allora è un sentimento che fa bene a chi lo prova tanto quanto a chi lo riceve.

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Vedila come un percorrere un tratto di strada ( cioè di vita ) in due

piuttosto che come un progetto di vita dall'inizio alla fine.

 

Può accadere che ad un certo punto ci si separi ed ognuno va

per la sua strada, come si può continuare a camminare insieme

gli ostacoli che la strada ci riserva sono gli stessi però.

 

A parte ovviamente ciò che "rema contro" la coppia gay nella

nostra società, che rappresenta una serie di difficoltà in più

rispetto ad una coppia etero

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Diciamo che ora come ora non mi piacciono le cose a metà , se conosco una persona e comincio a innamorarmi,

allora mi viene spontaneo pensare di costruire qualcosa di serio e importante, sarà magari un'illusione, ma credo che ogni storia d'amore,

non possa che vivere in quest'illusione (che comunque una volta o l'altra si spera diventi una realtà) quindi mi viene spontaneo pormi questa domanda...

 

Questa tua asserzione sembra in contrasto con la tua precedente, e invece forse non lo è. Voglio dire, la tua problemtica nasce dal fatto che

tu vorresti, per tua natura, costruirti e vivere una storia d'amore seria e importante, ma temi che non si possa realizzare perché hai avuto un'esperienza

deludente? Oppure perché (come accenni nella prima parte del tuo post) hai paura che in una storia tra due uomini non ci sia quel «terzo» elemento che c'è in una coppia etero, e che da un lato le conferisce maggiore stabilità, dall'altro dà un senso alla coppia stessa e a tutta la

vita.

Quello che posso dirti è questo.

 

[1] Se tu non volessi avere storie durature perché, per i prossimi 20 anni della tua vita, vuoi vivere interamente te stesso, la tua libertà, il tuo lavoro e le

tue opportunità di vita e lavoro - una vera vita da "uomo", alla Clint Eastwood - io ti direi che fai bene e che è un'ottima scelta e un bellissimo stile

di vita.

 

[2a] Se mi dici che non.....perché ti senti frenato dalla tua esperienza precedente, o [2b] perché hai paura di soffrire, io ti direi di farti accorto, esaminare bene con chi ti metti, o potresti mettere, che cosa ti puoi aspettare dalla persona in questione, e valutare come impostare la storia. E' l'unico - ma non

insignificante - correttivo che si può dare alla passione.

 

[3] Se invece mi dici che non.....perché la coppia gay non ha quel collante, è svantaggiata, eccetera, ti direi di fregartene totalmente, di non pensare a queste cose, e anzi di di liberartene, perché funzionano come elementi scoraggianti alla (intera?) tua vita.

 

 

Tuttavia vorrei dare anche una risposta fuori dagli schemi. No, non è un guaio non innamorarsi, né sempre vale la pena innamorarsi. Ma questa

risposta ha forza solo se è ricondotta alla [1], alla forza della [1].

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Compiere il cammino in due è così bello perchè se non hai una persona con cui condividere le gioie e i dolori della vita non ti senti nessuno. Condividere le tue emozioni con chi ami ti rende più felice, basta anche solo uno sguardo con la persona che ami per farti capire quanto sia bello vivere. Io trovo piacere nel far stare bene le persone con cui sto, se con me non sono felici preferisco allontanarmi.

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@@davi89, a parte il fatto che con Isher alla fine mi trovo sempre abbastanza d'accordo ti aggiungo questo specchio della mia esperienza personale, dei miei 40 anni, la cui maggioranza etero.

 

Innamorarsi non è mai una scelta, non puoi scegliere di innamorarti di una persona per quanto questa persona sia fantastica, è una cosa che capita. Puoi scegliere di "non innamorarti", ovvero di evitare di farti coinvolgere troppo, ma è un altro discorso.

 

L'amore, è una cosa successiva, e questo lo abbiamo detto. Significa andare a un passo ulteriore, cominciare a pensare, dopo un po', cose del futuro come "noi", (il che @@Ilromantico, non significa sfruttare o complicare, significa costruire), e questo già lo sai.

 

Per molti anni, Davi, io non mi sono innamorato. Per un motivo o per un altro ho fatto la (1) di Isher, ho guardato allo sviluppo di me, del mio mondo, al crescere e al correggere (o tentare) i miei mille difetti etc. Quando una persona si avvicinava troppo, sono scappato.

 

Poi, ho vissuto l'anno scorso una storia d'amore, relativamente breve (1 anno) anche se per me è stato un record, ma sicuramente molto molto intensa. Spesso si è parlato di "per sempre" e non tra ragazzini, proprio guardando il futuro come "noi", valutando un periodo in cui il nostro lavoro si sarebbe sistemato e avremmo potuto fare scelte in cui il denaro non fosse un problema continuo.

Questa storia è finita e ho sofferto molto e ancora sono un pezzettino attaccato alla cosa.

 

Però io confronto le due ere. E ti dico che quell'anno è stato molto più prezioso dei 39 precedenti.

 

Io credo che, anche considerando l'inevitabile sofferenza per il distacco, le crisi e i problemi e tutto quello che di male può capitare in una storia, anche sommando tutto quanto ancora c'è tanto tantissimo a favore dell'amore e dello stare insieme.

 

Io so stare solo. Conosco la solitudine. La mia indipendenza ha un valore enorme. Non la svenderei per chiunque e sono molto consapevole che forse non mi innamorerò più e forse non troverò un'altra persona.

 

Ma, francamente, in due è tutta un'altra esistenza. Amare è tutta un'altra esistenza. Essere amati è tutta un'altra esistenza.

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Un altro ostacolo è la domanda : qual è il senso di una storia di questo tipo ? Cerco di spiegarmi meglio: di fronte a sacrifici, ostacoli da superare, si cerca sempre un senso, per poterli affrontare con determinazione e coraggio. Per esempio, un medico che ha il rischio di causare sofferenza ai suoi pazienti, sa che deve convivere con questo perché il suo dovere è assistere e provvedere alla salute. Una coppia eterosessuale con figli, sa che il senso della sua relazione è educarli nel migliore dei modi (ovviamente ci sono anche altre ragioni, è un esempio per farsi capire).

 

...

 

Le risposte che si potrebbero dare sono tante, si va dalle più di "basso livello" (poter avere sempre una persona con la quale soddisfare la propria sessualità) a quelle nobili ed elevate (compiere un cammino in due, assistersi ed essere vicini nelle difficoltà e nelle gioie)... Ma per esempio, perché compiere un cammino in due è così bello ? Ora, mi vergogno un po' di quello che sto per dire, ma voglio essere sincero: in questo "essere in due", certe volte vedo quasi una prigione... So che non è così, però certe volte mi viene quest'idea.

 

 

c'è un'altra interpretazione, se vuoi, se ritieni, se può esserti utile, che si riassume in un aggiunta al titolo che proponi: "Ma vale davvero la pena innamorarsi prima dei 30?" dove per innamorarsi intendo una relazione seria e duratura come la intendi tu, con tutti i sacrifici che ne derivano. io me la sono fatta questa domanda, perché sin da quando avevo 18 anni mi sono guardato intorno e vedevo gente che giocava a fare gli sposini e io, a immaginarmi nella loro situazione, mi sentivo solo ingabbiato. ho capito che il problema non è essere anaffettivi e/o non trovare quello giusto (perché fortunatamente le occasioni non mi sono mancate): il problema è saper gestire il proprio tempo, che è poco, e spenderlo nel massimizzare i profitti tagliando i rami secchi, quelli che non ti portano a niente, ovvero molti partner nella fase adolescenziale-barra-prima età adulta. non conosco nessuno, oggi trentenne, che sta con il fidanzatino/a di quando aveva 18 anni. ma è ovvio che sia cosi. credo anche che tra dieci anni svariate persone di questo stesso forum (oggi 18-28enni) non saranno nemmeno in contatto con il partner attuale, e non è certo perché gliela voglio tirare (anzi se vi sposate invitatemi come moderatore d'onore) semmai cerco di essere onesto. è davvero molto difficile passare "tutta la vita" con il primo, o il secondo, ma anche il quinto fidanzato. a volte manca un pezzo di maturità necessario, altre le strade si dividono durante gli studi, altre ancora ci sono idee diverse sulle prime convivenze.

 

allora, che fare? io ti dico questo: certo vale la pena innamorarsi, ci mancherebbe, condividere sé stessi con qualcuno, soffrire e crescere individualmente & insieme fa parte della vita. ma quando mi sono reso conto che la maggior parte di quelli che ho avuto modo di conoscere/frequentare/diventare amicone di/ecc non stanno certo con il partner di quando avevano 20-22-25 anni, mi sono detto: saltiamo a piè pari la fase in cui, nel decennio 18-28, ho le storie che mi fanno sentire grande e mi fanno battere il cuore, e arriviamoci direttamente dopo i 30 (ma anche 35 o 40), così nel decennio precedente ho avuto tutto il tempo di realizzarmi a titolo personale, studiare, lavorare, viaggiare, visitare il mondo, scoprire dov'è che voglio vivere e sopratutto maturare e lasciarmi alle spalle i miei vent'anni, che si hanno una volta sola e secondo me vanno vissuti alla "clint eastwood" (come diceva isher) e no a rendere conto a qualcuno che, ripeto, dieci anni dopo non saprei nemmeno che fine ha fatto. ragionando in questo modo mi sono stra-divertito, ho visto e conosciuto luoghi/cose/gente che magari tanti altri sono persi (e non mi riferisco certo a saune o sex party) e la mia prima storia seria arrivò totalmente inaspettata quando avevo 25 anni. timidamente deciso di perseguirla, nel tempo mi resi poi conto di non avere ancora quella scintilla che mi avrebbe portato a difenderla con le unghie e con i denti, benché tenessi molto a lui, ma sono grato di ciò che ho vissuto. in questo modo, in età "adulta" (dopo i 30..."adulta" almeno tecnicamente i cretini sono anche 80enni) quando hai una tua posizione, una direzione e soprattutto un passato, secondo me è più facile portare avanti una storia, perché vuoi farlo, perché ti rendi conto che l'altro collima perfettamente con la tua vita e le tue esigenze, e tu non devi rendere conto a niente e nessuno. per tutti questi motivi, alla tua domanda "vale la pena innamorarsi?" rispondo un sentitissimo "sì, se ritieni, e tutto lo suggerisce, che sia l'ultima e definitiva volta" (che non è a 25 anni). clint eastwood pro >>>

 

 

attenzione: le precedenti riflessioni sono personalissime e non alludono a niente o nessuno né tantomeno insinuano qualcosa o vogliono colpire la sensibilità di qualcuno. l'utente declina ogni responsabilità per manifesta rabbiosità, trollaggine, itterizia e aracnofobia che potrebbe scaturire nel lettore più irascibile. leggere attentamente il topic illustrativo prima di flammare.

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Certo è che affacciarsi all'amore pensando subito alle sofferenze, è un pessimo modo per cercare la serenità!

 

Nella mia domanda forse ho esagerato troppo nel descrivere eventuali sofferenze. Ovviamente c'è ben altro in una relazione, molte cose belle e momenti magici ... Io mi sono affacciato all'amore e mi è sembrata una favola all'inizio, non pensavo certamente alle sofferenze. Però poi ho incontrato delle difficoltà, e insieme all'altro non siamo riusciti a superarle, forse per l'immaturità, o chissà quale altro motivo. Sta di fatto che la prossima volta vorrei cambiare atteggiamento, avere più pazienza e motivazione per superare eventuali ostacoli che si mostrassero in un'eventuale relazione, forse è questo il motivo della mia domanda. L'esperienza che ho avuto mi ha lasciato l'amaro in bocca perché sono consapevole che è finita non forse per mancanza di interesse, ma per non aver saputo gestire le mie emozioni e i sentimenti ...

 

Vedila come un percorrere un tratto di strada ( cioè di vita ) in due

piuttosto che come un progetto di vita dall'inizio alla fine.

 

Può accadere che ad un certo punto ci si separi ed ognuno va

per la sua strada, come si può continuare a camminare insieme

gli ostacoli che la strada ci riserva sono gli stessi però.

 

A parte ovviamente ciò che "rema contro" la coppia gay nella

nostra società, che rappresenta una serie di difficoltà in più

rispetto ad una coppia etero

...

 

Diciamo che forse una visione più realistica dovrebbe portarci a pensare che prima o poi anche le cose più belle possono finire... Non credo che potrò facilmente accettarlo, però forse è proprio così .Comunque io credo che, in effetti, almeno nel mio caso, questa mia domanda sul senso, la motivazione che può spingerci ad andare oltre l'innamoramento per costruire qualcosa di solido e duraturo, sia dovuta come dici tu anche a difficoltà che interessano nello specifico una coppia gay... Non so forse solo tremendamente confuso e immaturo, ma anche cose che possono sembrare banali, ho notato che possono dare una certa difficoltà... Tanto per fare un esempio, il doversi nascondere, ( io ho vissuto questa mia prima storia con un compaesano ) ... Acuito anche da prese in giro che abbiamo ricevuto...

 

la tua problemtica nasce dal fatto che

tu vorresti, per tua natura, costruirti e vivere una storia d'amore seria e importante, ma temi che non si possa realizzare perché hai avuto un'esperienza

deludente? Oppure perché (come accenni nella prima parte del tuo post) hai paura che in una storia tra due uomini non ci sia quel «terzo» elemento che c'è in una coppia etero, e che da un lato le conferisce maggiore stabilità, dall'altro dà un senso alla coppia stessa e a tutta la

vita.

 

...

 

Le mie paure sono in parte secondo me giustificate, altre sono le classiche (scusate il termine) "seghe mentali" che accompagnano la fine di una storia secondo me, ne sono consapevole.

Tanto per dirne una, ho ancora il ricordo di quanto mi piaceva il ragazzo con cui ho avuto questa mia prima storia, le emozioni che mi suscitava, e l'unicità di tutto questo mi sembra quasi che mi impedisca di incontrare nuovamente in futuro qualcosa di simile... So che mi sbaglio, ma mi viene spontaneo pensarci certe volte...

 

Alla prima domanda posso rispondere che sì, ho avuto un'esperienza deludente, e certamente questo influisce su questi miei dubbi. Ammetto che è stata deludente non tanto per l'altro, ma forse perché mi ha mostrato che io stesso non sono stato capace di gestire sentimenti ed emozioni, tanto che li ho sentiti come un peso che non sono riuscito a reggere, e mi domando se anche in futuro mi comporterò così. Probabilmente non era la persona giusta, ma credo che in ogni caso un mio comportamento diverso mi avrebbe consentito di portare avanti la relazione, conoscendo meglio l'altra persona, arrivando insomma ad una decisione più riflettuta.

Alla seconda domanda, no, non credo che l'assenza dei figli, sia all'origine di queste mie paure. Credo che aldilà di tutto una coppia che si ama sia capace di fare progetti insieme che possono impegnarla, aprirla a responsabilità, alla pari dell'educazione di eventuali figli.

 

 

@@davi89,

 

Ma, francamente, in due è tutta un'altra esistenza. Amare è tutta un'altra esistenza. Essere amati è tutta un'altra esistenza.

 

Non so, questa frase con la sua semplicità mi sembra essere una bellissima risposta. Voglio dire, ok le domande, i dubbi, cercare di riflettere, ma è indubbio che dall'esperienza un po' di tutti, l'amore vale sicuramente la pena di essere vissuto. Ovviamente è sempre meglio la semplicità, amare senza porsi interrogativi come i miei... Quando ami non te li poni...

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la domanda in se per se è veramente sciocca... solo perchè hai avuto un esperienza negativa e hai dei dubbi sul tuo futuro, pensi che non valga la pena innamorarsi? o.O l'uomo per sua natura è un animale sociale, in quanto tale è nella sua natura cercare di accoppiarsi... i sacrifici in amore ci sono come ci sono anche tante gioie, ma non fare di un erba un sol fascio. tutti noi, penso abbiamo passato quello che hai passato tu, ma comunque crediamo nell'amore e nel rapporto a due a prescindere sia esso etero o omo...

 

prova a chiedere a un malato (che non potrà mai guarire dal proprio male) se ne vale la pena innamorarsi... solo allora capirai che la tua domanda per quante risposte, frittate, salti in padella si baserà solamente su una situazione negativa che ti è capitata.

 

poi il rapporto di una coppia gay è uguale a quello etero (secondo me) basta solo che si abbia presente che due persone sono come due binari di un treno, vicini e infiniti.

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c'è un'altra interpretazione, se vuoi, se ritieni, se può esserti utile, che si riassume in un aggiunta al titolo che proponi: "Ma vale davvero la pena innamorarsi prima dei 30?" dove per innamorarsi intendo una relazione seria e duratura come la intendi tu, con tutti i sacrifici che ne derivano.

 

Accidenti, devo dire che secondo me questo è un punto molto importante !

 

Guarda, se ci penso bene, molte delle difficoltà riscontrate in questa mia esperienza sono forse riconducibili proprio all'età e fase della vita che entrambi stavamo attraversando... Pensa che Andrea ( si chiamava così ) si è accettato da meno di un anno, mentre io pur con i miei dubbi mi trovavo in una fase diversa probabilmente, in cui non avevo tutto questo desiderio di conoscere nuove realtà come possono essere discoteche gay, amicizie, etc, ma mi attirava proprio l'intimità di coppia ... Inoltre lui era al primo anno di università, non sapeva se era la scelta giusta, io devo ancora terminare gli studi. Lui prospettava spesso di trasferirsi dopo gli studi, io invece ho più l'idea di rimanere nei posti dove sono cresciuto... Insomma, a quest'età la vita futura è un'incognita, è difficile intravedere il futuro, e sicuramente portare avanti una storia seria come la intendo io (ovviamente esagerando come è il mio solito eh eh )... Quindi hai ragione, è un punto importante...

 

Certo però che ha il suo fascino anche affrontare tutte queste difficoltà insieme, crescere insieme, piuttosto che incontrarsi quando magari si è già formati, no ? Chissà...

 

Sta di fatto che , per quanto come dica tu nel "campo" gay anche io conosco numerose storie durature, ma nessuna che va avanti addirittura dagli anni dell'università o comunque primi 20 anni, al contrario gli esempi nel campo "etero" si sprecano... La mia famiglia è "campione" in questo, eh eh... I miei si conosco da prima dei 20 anni, e sono insieme da una bella quarantina XD... Le mie sorelle, non parliamone, anche il loro primo ragazzo è poi diventato attuale marito, e vi dico solo che all'incirca stanno insieme da quando sono nato io, quindi dalla bellezza di circa 20 anni XD... Insomma, com'è che noi gay non riusciamo a portare avanti queste storie di una "vita"? O sono io a non conoscerne ?

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Boh non lo so a me mi è venuto in mente uno spezzone del film di Benigni che ok è un sacco banale, ma dice parecchio.

 

 

"La bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere"...

Fantastica...

 

No no era quello che ci vuole, alla fine l'amore è una cosa semplice come dice Tiziano Ferro (ahahah XD) a parte gli scherzi, le mie domande trovano il tempo che trovano e ovviamente tutto è riconducibile a un'esperienza personale un po' negativa, niente di nuovo lo so bene...

 

Bella anche la parte in cui dice di non aver paure di soffrire... Credo sia attinente con questa discussione :nyam:

 

 

 

 

 

PS

 

Ragazzi tenete conto che la mia domanda è ovviamente una provocazione, so bene che vale la pena innamorarsi, che per quanto faccia soffrire è la cosa più bella del mondo ...

 

E' solo che certe volte è difficile... E proprio perché è un'esperienza così bella, molte volte forse si potrebbe essere un po' più accorti e motivati... Solo questo intendevo dire, e i miei dubbi nascono da questo desiderio.

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ritengo sempre che ci voglia grande attenzione a distinguere innamoramento da amore.

Innamorarsi è una cosa fiammante, e una delusione dall'innamoramento brucia forse ma non lascia grandi scorie.

 

E' l'amore che è diverso, che richiede un passo successivo di impegno, e che per questo è tanta roba, così come è tanto difficile poi lasciarselo dietro.. Forse è vero che un po' è una questione di età, o meglio, di maturazione personale.

Questo brano me lo dedicò il mio ex una vita fa..

 

Mentre mi caccio due lacrimucce per la cosa ve lo giro a voi :)

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Secondo me l'amore è un pò come il Natale "quando arriva arriva!". Capisco in effetti che le esperienze e la maturità possano aiutare ancor di più a capire se è un amore vero o no o se si è pronti a una relazione seria, ma non ci vedo una logica impeccabile. E se trovi una persona fantastica prima che fai?te la lasci scappare perché tanto a 30 anni troverai di meglio?

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Io sgombrerei il campo da alcuni elementi accidentali, che hanno il loro peso

e possono però essere circoscritti.

 

E' chiaro che, rispetto alla età, pesa il "paese", pesa il percorso di accettazione,

il fatto di non essere dichiarati, la voglia di fuga rispetto al far nido, la necessità

di farsi una educazione sentimentale fra maschi senza coordinate, tutta una serie

di insicurezze e difficoltà superabili, ma che in giovane età pesano.

 

Questi fattori pesano contro una coppia gay giovane, allora di fatto o si butta il cuore

oltre l'ostacolo e si parte in due, ma non nel senso del progetto, quanto proprio nel

fare insieme qualcosa ORA : prendiamo casa a Milano, andiamo a cercare lavoro

nella grande città, costruiamo insieme la nostra indipendenza dalle famiglie etc. etc.

 

Ed allora la coppia diventa un fortissimo collante, forse più forte di quanto non possono

avere gli etero.

 

Oppure si rischia di cadere nell'autoinganno di un qualcosa ( il progetto ) che di fatto

parla al futuro, Non c'è niente di male nel prevedere-pianificare un futuro, ma la coppia

vive nel presente, se vagheggiare un futuro significa non affrontare le difficoltà che ci pone

il presente, chiaro che qualcosa non funziona

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Il senso è una semplice questione di "calcolo" (Anche se non è corretto il termine, visto che in realtà è una considerazione personale su aspetti non quantificabili, che non significa non proporzionabili)

 

Se la felicità che ottieni dalla relazione è superiore all'infelicità che ne ottieni, è questo ha infondere senso a una storia

 

Poi la concezione romantica (nel senso proprio di topos della cultura romantica) largamente diffusa dall'amore può benissimo realizzarsi nel momento in cui la misura di felicità che ne ottieni diviene più grande di qualsiasi infelicità la vita possa riservarti per la tua vita di coppia

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Non aggiungo molto a ciò che hanno detto gli altri, ma dico che essere single è bello, essere innamorati è stupendo. Innamorarsi è un qualcosa che viene spontaneo. Certo può far soffrire è vero, però le gioie e le emozioni che vivi in quelle situazioni sono secondo me così belle che sarebbe un peccato lasciarsele sfuggire. In più credo che anche la sofferenza che ne può scaturire sia qualcosa, che anche se brutta, ci aiuta a crescere e maturare. Io penso questo, le gioie (compreso e anzi soprattutto l'amore) non ti fanno ne crescere ne maturare, ma in realtà ti fanno tornare bambino, mentre i momenti brutti (compresa la sofferenza per amore) ti aiutano a crescere e a rafforzarti. Entrambe le situazioni ci servono e per quanto noi possiamo desiderare solo momenti belli, non possiamo comunque fare a meno di quelli brutti. Non so se è chiaro e condivisibile come pensiero, ma per me è così.

Poi se veramente in una coppia ci si ama, nessuna difficoltà sarà in grado di distruggere quel bellissimo sentimento.

Quindi vale la pena innamorarsi? Certo, vale la pena vivere certe emozioni.

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E se trovi una persona fantastica prima che fai?te la lasci scappare perché tanto a 30 anni troverai di meglio?

 

tra i 20 e i 30 anni secondo me è l'età in cui ci costruiamo quello che faremo dai 30 in poi (a meno di professioni che richiedono particolari percorsi lunghi di titoli e specializzazioni), io non perderei tempo a star appresso a qualcuno per cui, magari, dovrei pure rinunciare a spostarmi-viaggiare-trasferirmi. nulla ti vieta di non lasciarti scappare il ragazzo che ti piace a 23 anni, però devi essere consapevole che a meno di un miracolo a 35 non ci starai più insieme e, guardandoti le spalle, non potrai far a meno di dirti "certo che però, chissà quante cose non ho fatto perché ero impegnato e dovevo rendere conto anche a lui..." e da qui il mio ragionamento.

 

 

 

 

 

Sta di fatto che , per quanto come dica tu nel "campo" gay anche io conosco numerose storie durature, ma nessuna che va avanti addirittura dagli anni dell'università o comunque primi 20 anni, al contrario gli esempi nel campo "etero" si sprecano... La mia famiglia è "campione" in questo, eh eh... I miei si conosco da prima dei 20 anni, e sono insieme da una bella quarantina XD... Le mie sorelle, non parliamone, anche il loro primo ragazzo è poi diventato attuale marito, e vi dico solo che all'incirca stanno insieme da quando sono nato io, quindi dalla bellezza di circa 20 anni XD... Insomma, com'è che noi gay non riusciamo a portare avanti queste storie di una "vita"? O sono io a non conoscerne ?

 

 

guarda per me è un vanto che le coppie gay non si comportino come quelle etero. a parte che a me il modo in cui hanno vissuto i miei nonni, i miei genitori e i miei parenti (anziani) mi mette tristezza e non vorrei mai stare tutta la vita con quello che ho conosciuto a 15-18-22 anni (anche perché a oggi non saprei nemmeno dirti che fine ha fatto) come invece è stato per loro, e siamo al limite del comico se penso che per alcuni quello con cui si sono sposati era il primo in assoluto. brividi. un grande vantaggio della comunità gay è che, in quanto comunità, risponde a leggi (cultura) diverse, perciò viva dio che si cambi spesso partner e non ci siano figli di mezzo a fare da collante laddove i sentimenti sono già spariti da tempo (e purtroppo è cosi per tanti etero). io credo che il "vero amore", quello che tu erroneamente incarni nei nonnini che stanno insieme da 80 milioni di anni, sia proprio stare con l'altro per il sentimento nudo di volerlo accanto.

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Dato che ci siamo, voglio far presente come al solito il punto di vista alternativo: le coppie non necessariamente durano fino a ottant'anni solo perché costrette dei figli non necessariamente amare veramente vuol dire nomadismo sentimentale, non necessariamente una relazione deve essere a tempo determinato. Quando si parla di questo, però, ecco che arrivano i Mario Monti del sentimento: la relazione fissa è noiosa, abituatevi a cambiare. Gli si obbietterà la stessa cosa che si obbietta al Monti: lascialo scegliere a noi se la relazione fissa è noiosa o meno, tu occupati di darci una mano a realizzarci come noi desideriamo, se ti va di renderti utile. Anche perché noi non siamo presidenti del consiglio o potenti banchieri come te, in amore...

Io dico che il "progetto di vita" è perfettamente compatibile con l'amore, così come la ricerca di stabilità in un rapporto. Il voler costruire è una cosa perfettamente naturale, per alcuni si tratta di un'inclinazione quasi genetica... c'è chi è in grado di avere storie trentennali col primo fesso che vede e chi ne scarica mille senza essere mai contento.

Si potrebbe fare un lungo discorso sui vantaggi e gli svantaggi dell'uno e dell'altro approccio; ad esempio chi vive sempre e solo senza una prospettica a lungo termine se la gode di più e ha meno preoccupazioni, ma non accumula capitale, emotivamente parlando, e arrivati alla vecchiaia aver costruito qualcosa è importante, checchè se ne dica. D'altro canto chi progetta molto corre il rischio opposto, che secondo è reso esemplare dalla domanda posta in questo topic, ovvero di prendere ciò che ha progettato troppo rigidamente, al punto da trasformarlo in un dovere, invece che in un piacere. Ma queste discussioni sono inutili, perché adottare l'uno o l'altro stile di vita è secondo me un fatto di inclinazione naturale che radica nei geni e nella nostra educazione, insomma nelle fondamenta della personalità. Una volta che si sia compreso qual è la propria, si può guardare a quella opposta con una certa serenità, e vedere cosa se ne può imparare.

 

Ad ogni modo, io non conosco le vostre storie familiari, che tipo di exempla avete avuto davanti e via dicendo. Ma io ho avuto occasione di confrontarmi seriamente con i miei genitori sull'argomento... Il figlio a volte mantiene la coppia "attaccata" anche senza amore, è vero. Ma quando si dice che funge da collante non si intende quello, l'effetto che fa è appunto di cambiare la prospettiva; l'alleanza col partner procede nella filiazione, e in essa trova un compimento che le dà maggiore solidità, perché ne è il frutto. L'errore fatto dai clericali è negare ogni ruolo all'alleanza, vista come mero epifenomeno della filiazione, in realtà l'alleanza, quando giunge alla sua più perfetta realizzazione, è matura ed in grado di passare ad un altro livello attraverso la filiazione.

Va detto che negli etero la filiazione è spesso un fatto puramente o principalmente biologico. Ciò le fa perdere la sua forza di collante dell'alleanza, e anzi addirittura può portarla ad essere un fattore destabilizzante.

 

Diciamo che alcune coppie etero ci mostrano quanto possa degenerare un'impostazione troppo rigida del rapporto di coppia, basata sulla formula assoluta del "finché morte non ci separi". Le coppie etero, quando scoppiano, spesso lo fanno per via di vessazioni, incomprensioni, asimmetrie. Il legame diventa una catena, è vissuto male, logora.

Le coppie gay scoppiano più frequentemente per noia, perché non di rado assumono una prospettiva che non ammette progresso.

 

Per me è sempre come la colomba: se la stringi troppo soffoca e si ribella, se la stringi troppo poco vola via. Bisogna vedere poi se effettivamente tenertela stretta ti interessa. Ma dicono sia molto bello.

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Si potrebbe fare un lungo discorso sui vantaggi e gli svantaggi dell'uno e dell'altro approccio; ad esempio chi vive sempre e solo senza una prospettica a lungo termine se la gode di più e ha meno preoccupazioni, ma non accumula capitale, emotivamente parlando, e arrivati alla vecchiaia aver costruito qualcosa è importante, checchè se ne dica. D'altro canto chi progetta molto corre il rischio opposto, che secondo è reso esemplare dalla domanda posta in questo topic, ovvero di prendere ciò che ha progettato troppo rigidamente, al punto da trasformarlo in un dovere, invece che in un piacere.

 

Io non mi preoccuperei di un "progetto troppo rigido".

Mi preoccuperei piuttosto che soli a sessantanni possono arrivarci tutti;

tristi quelli che hanno avuto solo brevi relazioni passionali

ma disperati quelli che hanno visto naufragare un progetto.

 

E' solo un discorso puramente virtuale, comunque.

La stabilità affettiva è una cosa che accade, secondo me;

a un certo punto si smette di pensare al singolare

e tutte le nostre proiezioni sul futuro sono declinate come coppia.

 

A me è capitato così e non avevo motivo di credere

di essere "geneticamente predisposto" per la stabilità sentimentale;

né l'esempio della mia famiglia mi è mai sembrato d'aiuto.

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Ma è chiaro che perdite e guadagni dipendono tutti dall'investimento iniziale, non trovi?

Quanto alla genetica, deformazione professionale, ma effettivamente esiste un gene che sembra essere collegato nel maschio alla monogamia :P

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nulla ti vieta di non lasciarti scappare il ragazzo che ti piace a 23 anni, però devi essere consapevole che a meno di un miracolo a 35 non ci starai più insieme e, guardandoti le spalle, non potrai far a meno di dirti "certo che però, chissà quante cose non ho fatto perché ero impegnato e dovevo rendere conto anche a lui..." e da qui il mio ragionamento

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E' proprio questo che io non condivido. Se una persona ti piace davvero e il tuo sogno è quello di trovare la persona adatta a te perché dovresti metterla DOPO quello che vuoi fare tu?E' il concetto di "tanto dopo a 30 anni o dopo ne troverò un'altra" che mi lascia perplesso, il pensiero che "tanto una persona vale l'altra" e possa essere sostituita o trovata con facilità. Non metto in dubbio che per fortuna l'essere umano può innamorarsi e trovare mille e più partner, ma non mi metterei a considerare una persona "come qualcosa di sostituibile e rimpiazzabile in futuro". Poi ovviamente entra molto in gioco la personalità e i valori e le preferenze che si hanno nella vita, se preferisci avere una carriera brillante questo ti porta tempo e difficoltà (in genere). Io personalmente sin da giovane ho deciso che l'affetto, le amicizie e l'amore valgano molto di più di anni chiusi a studiare per realizzarsi, per non parlare che quando ottieni il lavoro per cui hai tanto sudato (in genere) guadagni magari tanto, ma non hai tempo per nulla. Sia ben chiaro che comunque ammiro tantissimo le persone ambiziose (hanno davvero tutta la mia stima), ma sinceramente l'amore voglio farlo solo col mio compagno, non certo con la mia carriera o il lavoro :P!

Abbandonando un poco l'OT involontario(scusate) non è poi mica detto che il ragazzo che è costretto a studiare all'estero (o lavorarci per un periodo) debba rinunciare alla sua relazione. Conosco varie coppie che per motivi di studio/lavoro stanno a Km di distanza e resistono, non si sono certo dette "devo realizzarmi, ti scarico perché tanto tra 10 anni troverò sicuramente qualcos'altro di simile alla nostra relazione", ma le vedi lì che lottano perché stanno facendo dei sacrifici enormi per dare alla coppia un futuro economico.

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Ma sinceramente mi pare lo stesso principio del 'perché pulirmi se poi alla fine mi sporcherò di nuovo' .. Sarà carattere o sarà infatuazione, io a 23 anni ho una relazione da 9 mesi ormai con un ragazzo, è il primo ragazzo in assoluto x me e spero duri molto. "mai pensato di conoscere altre persone, fare esperienze, a maggior ragione xke è il primo?" si ci ho pensato ma perché devo interrompere una cosa che mi fa stare bene x andare alla ricerca, di cosa poi?! Di uno che gli somiglia?! Boh io penso proprio che vale la pena innamorarsi e costruire qualcosa...

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Ma è chiaro che perdite e guadagni dipendono tutti dall'investimento iniziale, non trovi?

Quanto alla genetica, deformazione professionale, ma effettivamente esiste un gene che sembra essere collegato nel maschio alla monogamia :P

 

A parte l'OT clamoroso...

io ho sempre pensato che la monogamia, la promicuità e l'harem nei Primati

fossero in correlazione col dimorfismo sessuale.

I Maschi identici alla Femmine (come i Gibboni) sono monogami;

con poche differenze sono promiscui (come gli Scimpanzé)

e con molte differenze (come i Gorilla) tendono a una struttura ad harem.

Lo penso perché si nota anche in altri animali: il leone ha l'harem, la tigre è monogama;

il pavone ha l'harem e il pappagallo è monogamo.

Se hai ragione sulla componenete genetica,

mi aspetterei che tendano alla monogamia i maschi bassi e glabri.

 

In realtà credo che la tendenza alla stabilità affettiva

dipenda principalmente dalla libido.

E' facile a quarant'anni e difficile a vent'anni...

Chiaro che se mi dici che il dimorfismo sessuale e la libido

dipendono entrambi dal testosterone,le due cose non sono in contraddizione....

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