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Fuga dall'affetto


AndrejMolov89

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AndrejMolov89

Salve utenti!

Volevo esporvi un mio problema.

Quando faccio sesso non ho molti problemi a toccare e a farmi toccare, ma qualora instauro un contatto di tutt'altra natura evito in qualsiasi modo le manifestazioni d'affetto come baci abbracci. A volte quasi mi difendo instintivamente. Tipo, sguscio via, oppure parlo, oppure evito qualsivoglia contatto, anche visivo. Non riesco a capire per quale ragione, siccome è qualcosa che si manifesta ovunque, anche con gli amici, amiche, genitori e parentame vario.

Devo preoccuparmi? XD

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e perché? il solipsismo è tipico di una generazione cresciuta su internet, che è capace di organizzare incontri di sesso a tre senza essersi mai visti ma non di giostrarsi con le dimostrazioni di istinti meno fisici e più profondi (fonte: molti topic in "consigliamoci"). kudos alla misantropia comunque, approvo, e se non sbaglio anche dario scriveva di essere (non-anaffettivo) difficile da raggiungere emozionalmente.

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AndrejMolov89

Ma guarda, sono abbastanza estroverso di mio, in teoria. Non è che non riesca a manifestare affetto è che non sopporto l'affetto altrui. C'è gente che prima di abbracciarmi fraternamente ha atteso un anno e passa dal primo tentativo. Comprendo che potrebbe essere un non problema, visto che è distribuito omogeneamente, ma mi dicono sempre che ho questo difetto. Se sono contatti privi di significato e giocosi riesco a non evitarli, ma quelli troppo sentiti da una parte li evito come se mi sentissi in colpa .

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Io mi preoccuperei.

 

Certo che vi stuzzicate per bene voi due xD

 

Cmq Greed è solo più chiuso con gli altri e ha bisogno di più tempo per aprirsi. Ogniuno è fatto a modo suo, non ci vedo nulla di preoccupante ...

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Ciao Greed89, se ricordo bene hai praticamente fin da subito vissuto il tuo relazionarti con gli altri in maniera esclusivamente fisico-sessuale. Il contatto sessuale è un relazionarsi meccanico, utilitaristico, materiale con le altre persone. E' "facile" perchè non mette in gioco l'intera persona con cui fai sesso, ma solo il suo corpo e per quel tanto che basta per divertirsi un po'.

Poi finisce tutto, e non resta nulla finchè non ti torna la voglia. Però sarà sempre e solo un bisogno meccanico, perchè sembra che tu dal momento in cui ti sei accettato hai deliberatamente relegato ogni aspetto affettivo dei tuoi rapporti con gl ialtri ragazzi ad una specie di taboo da non toccare.

 

E' vero, il contatto affettivo con l'altro è molto più "difficile" ed impegnativo, perchè mette in gioco l'intera persona sotto TUTTI i punti di vista, non semplicemente quello fisico; il contatto affettivo ti costringe a condividere ogni aspetto della tua vita con l'altra persona, non solo quello sessuale ma anche tutto il resto. Ciò che pensi, ciò che fai, ciò che studi, ciò in cui credi, coem ti comporti, le tue passioni, le tue preferenze. Tutto ciò sarà in qualche modo un elemento di te rilevantissimo all'interno di un legame affettivo. Ma spesso si può avere paura del giudizio altrui proprio dove meno uno se lo aspetta, proprio in ambiti in cui si teme di non poter piacere perchè non ci si è mai esposti cercando di comprimere il proprio relazionarsi con gli altri al sesso.

 

Il momento dell'accettazione è quindi cruciale... o meglio il MODO in cui essa avviene è fondamentale perchè secondo me un ragazzo gay per poter realmente stare bene con se stesso non può limitarsi a "fuggire" nell'aspetto sessuale delle sue relazioni omosessuali perchè le persone non sono oggetti, e egli stesso prima o poi sentirà l'esigenza di trovare una soddisfazione in più.

 

Anche entrare in contatto con ambienti sociali ed ideologici (che sono tantissimi) nei quali la relazione sentimentale omoaffettiva è degradata, denigrata, svilita perfino dagli stessi gay per i più disparati motivi (che si aggiungono, ovviamente, ai motivi di ulteriore svilimento che provengono dal sentire comune più omofobo ma anche da parte del mondo etero verso tutti i tipi di affettività, prefino quella eterosessuale!) può notevolmente contribuire a ingenerare falsi processi di autoconsapevolezza nei ragazzi gay soprattutto nei momenti più delicati e difficili coem quelli dell'accettazione.

 

Ho notato che molti ragazzi gay "credono" di essersi accettati nel momento in cui giungono all'equazione "sono gay = ok quindi mi piace fare sesso con ragazzi e di conseguenza, essendomi accettato, lo faccio"

 

Ma è un'equazione incompleta. L'elemento dall'altra parte dell'uguale è carente.

Bisogna riformularla: io proporrei un più coerente "sono gay = quindi mi innamoro di ragazzi, e lascierò che ciò possa accadere se se ne presenta l'occasione".

 

Molto più onnicomprensiva. Ma molto più difficile da apprendere e da interiorizzare sul serio, non è detto che tutti lo facciano o lo possano fare automaticamente, perchè le inibizioni provenienti dall'ambiente frequentato, dalle convizioni di cui ci si è appropriati aprioristicamente, da questioni magari anche caratteriali o attitudinali è fortissima.

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Telemaco il tuo intervento non fa una grinza e concordo con te, ma credo che col discorso di Greed magari c'entri poco. Insomma conosco un paio di persone etero che sono un po' come sembra essere Greed. Sinceramente queste persone non sono cambiate di una virgola e non credo cambieranno mai. Le emozioni mica si imparano, o le provi o non le provi.

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Dài evitiamo di trasformare questo topic nella

consueta lotta ideologica...sesso vs affetto!

 

E' una assoluta stupidaggine che denuncia solo

l'esistenza di un altro problema: la sessuofobia

 

I contatti sessuali sono più difficili per le persone

che hanno problemi sessuali e quelli affettivi sono

più difficili per coloro che hanno problemi affettivi.

Ma i due aspetti non sono intercomunicanti, lo sono

solo per chi abbia un approccio ideologico-sessuofobico

 

Non è detto che chi ha una sessualità scadente sia

realmente più affettivo, non è detto che chi ha una

affettività bloccata sia un satiro sessuale.

 

Se poi una persona è consapevole di avere un problema,

lo dice, ne parla...ragionevolmente non è il tipo di persona

che compensa un aspetto con l'altro ( meccanismo che

appartiene semmai agli inconsapevoli )

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Bè, innanzi tutto, sei consapevole di questo tuo comportamento e del resto, essendone consapevole, puoi provare a migliorare la situazione. Nel senso, magari la prossima volta che ti abbracciano e ti viene da scappare, fuggire, schivare e/o evitare l'atto dell'abbraccio, prova a rimanervi o a fermarti un attimo, tornare indietro e riabbracciare volontariamente la persona schivata e/o evitata. Se ti viene da parlare, continua a farlo, ma pensando a ciò che stai dicendo e rallentando l'atto del parlare. Prova a concentrarti sulle emozioni che provi quando succede che ti viene da scappare o evitare atti d'affetto. O le emozioni che fanno si che ti venga da parlare mentre ti abbracciano. Prova anche ad abbracciare volontariamente qualcuno, qualcuno che però ti susciti fiducia e affetto. Una persona importante per te. Fallo solo se te lo senti e non come atto dovuto. Quando non ti viene da abbracciare una persona o da schivarla, prova a pensare al perchè, che emozioni ti suscita quella persona e l'atto di (non) doverle di-mostrare affetto. (Sono solo consigli, non sei obbligato a fare niente di tutto ciò)

 

Poi vorrei chiederti, quando percepisci che qualcuno ti vuole abbracciare, ti senti emozionato? Ti è successo che ti sentissi anche spaventato? Capita lo stesso quando succede all'improvviso? Cioè; quando succede che tu non sappia e non percepisca che stanno per abbracciarti/di-mostrarti affetto? Quando ti viene da parlare mentre ti abbracciano, pensi che sia per riempire l'atto, stemperare la tensione o... what else? Che idea ti sei fatto a riguardo?

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AndrejMolov89

@Fra86 Di solito sento paura e nervoso, come se non volessi essere toccato, come quando ti obbligano a fare qualcosa che non vuoi fare, ma non qualcosa che non ti piace, ma qualcosa che cerchi di evitare. Un po' come stare vicino a uno stormo di api e sei apofobico.

Non lo so che idea mi faccio, da un lato voglio allontanarmi dall'altro credo di non avere dei sentimenti eguali e che debba mostrarmi coerente con quell'impressione per evitare problemi.

Sento paura, pressione e mi sento un ingannatore quando vengo abbracciato e cerco di ricambiare. Invece, nell'atto sessuale, cerco di stare fermo per evitare di offendere le altre persone e cerco di emularle quanto mi è possibile.

@Hinzelmann : c'è il romantico che cerca di farmi reagire perché ho criticato certe sue risposte dal dubbio gusto, non che qui si stia facendo lo stesso. Telemaco è comprensibile :)

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e perché? il solipsismo è tipico di una generazione cresciuta su internet, che è capace di organizzare incontri di sesso a tre senza essersi mai visti ma non di giostrarsi con le dimostrazioni di istinti meno fisici e più profondi (fonte: molti topic in "consigliamoci"). kudos alla misantropia comunque, approvo, e se non sbaglio anche dario scriveva di essere (non-anaffettivo) difficile da raggiungere emozionalmente.

 

non metterci tutti nello stesso paniere..

 

ti posso dire perché io non voglio affetto da "on gli amici, amiche, genitori e parentame vario. "

 

gli etero dicono che i gay sono viscidi e ci provano... e io non solo non ci provo (sessualmente) ma evito anche gesti d'affetto.

siamo sempre lì, se vivi in una famiglia cattolica, vai al doposcuola dalle suore, vai in una scuola privata cattolica, stai in un collegio cattolico... si suppone che i maschi non abbiano sentimenti, perlomeno non li mostrino.

Ricordo che quando nacque il mio secondo nipote, le mie sorelle lo coccolavano... e volevano che partecipassi anche io... a me faceva schifo per 1 motivo in particolare...

mi sembrava che mi trattassero come se fossi una donna... incazzato gli ho detto: volete dargli "un bacino" ebbene fateglielo dare dal padre (mio cognato)... che in tutta risposta ha fatto un passo indietro e ha detto no.

Eravamo in sala... c'erano i miei due cognati di 35 e 41 anni... è mai possibile che le femmine con un bebè di carne si mettano a fare le sceme ? e poi... perché non hanno chiesto al 41enne di "tenere in braccio il bimbo e dargli un bacino"

e se nemmeno il padre di 35anni se l'è sentita... vorrà dire qualcosa... ci sono famiglie che sono cattoliche, fredde, dove i maschi non devono mostrare sentimenti e comportarsi come kiss me licia la babysitter...

 

Se mi dici che odi sentire i problemi della gente, poi non mi devi rompere il cazzo che sono una persona "chiusa" che non mi apro e non mi confido con te.

Se mi dici che i maschi non devono mostrare sentimenti e mostrarsi rammolliti, non è che poi ti lamenti se non mi metto a fare l'idiota con il nipotino... (che tra parentesi avrò visto 3 volte nella mia vita...)

 

se voglio dare affetto, lo dò a chi voglio, non certo a dei bigotti teste di cazzo cattolici, che poi magari vogliono pure che io vada a fare il testimone al loro matrimonio, quando loro stra divorziate sono tutto tranne che vergini...

 

 

 

cmq. tornando in topic... quando ero in collegio, è capitato che giocassi a calcio perché mancava una persona...

dopo un po' di volte è successo un fatto: istintivamente e senza pensarci ho dato una "sculacciata" NON forte, più per goliardia... a un ragazzo che era stravaccato sul materassone, io l'ho fatto senza malizia, ma per scherzare dicendogli di togliersi da lì, perché dovevamo alzare e spostare il materassone... ma voi non avete idea di quanto mi abbiano spaccato le palle e preso in giro perché io ho dato 1, dico 1 sculacciata per scherzo... per farlo scendere dal materassone...

sono stato 4 anni in quel collegio, e al loro successivo reinvito di rigiocare perché gli mancava un giocatore ho detto no, e ho continuato a dire no.

Ti basta ? sul perché non ho intenzione di dare affetto, o lasciarmi andare in gesti goliardici (tipo cameratismo da spogliatoio) con gli etero ?

 

perché me ne sono strarotti i coglioni, e anche per questo non ho ALCUN interesse a frequentare etero nel mio tempo libero, perché sono degli stracciapalle loro e le loro domande/affermazioni etero.

 

 

chiaramente questa è la mia opinione, e no non centra nulla che io faccia parte o no della generazione internet :D

 

(la domanda era: perché gli etero tra loro fanno i froci, ma se un gay senza malizia fa qualcosa lo bruciano sul rogo... o era la risposta ?)

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se non sbaglio anche dario scriveva di essere (non-anaffettivo) difficile da raggiungere emozionalmente.

 

Apro una parentesi strettamente dedicata alla mia sfera personale, sperando che però possa magari servire a Greed anche per far luce su alcuni aspetti di sè.

Il topic in cui ho accennato a questa problematica era quello in cui parlavo della mia ex amica che ha iniziato ad assillarmi con una costante pretesa di presenza e addirittura contatti fisici quasi coatti, forzati, non voluti e fastidiosi.

Lei e altre persone sono stati i motori, nel tempo, del mio cambiamento.

Io non so se ho sempre avuto questo problema; so che ho sviluppato questo distacco emotivo perenne come reazione a persone che, volenti o nolenti, ho portato all'ossessione e che non mi hanno lasciato tregua.

Mi dispiace dover arrivare a dire queste cose. Ma io devo tutelarmi.

Sono capace di grande amore e trasporto emotivo, affettivo, sentimentale, tutto quello che volete; ma la mia sfera privata non si tocca, soprattutto fisicamente. Ho il mio spazio e non va invaso.

Siccome, però, su 10 persone che ho amato (fra amici, parenti, fidanzati, non fa differenza), 9 hanno poi sviluppato nei miei confronti un morboso attaccamento fisico (ispirerò coccole, che ne so), ho dovuto corazzarmi e tenere a quel punto lontani tutti.

Per questo sul topic specificai che anaffettivo non lo sono, in risposta a chi mi consigliava una terapia.

Sono solo una persona che ha bisogno di respirare. Spesso e volentieri questo diritto basilare mi è stato negato.

Coccole post sesso vanno benissimo; se però a una certa mi alzo dal letto per andarmi a fare un caffè, non voglio un chihuahua che mi si attacca alla gamba.

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AndrejMolov89

Per me è un po' diverso, non mi piace dare qualcosa che non sono sicuro di poter dare. Mi sembra di ingannare, cioè, io non ho il problema di farmi invadere, il problema è che mi dà fastidio che mi si giudichi centimetro cubo per centimetro cubo ed è inutile che mi si dica che vado bene così, perché so chenn è così. Ogni volta che le persone entrano nella mia vita, so già per certo che devo proteggermi da cattiverie poco costruttive, che poi mi assileranno chiamandomi egoista qualora faccio qualcosa di sbagliato. E' una continua invasione negativa, un modo per lasciare solo disordine. Da piccolo mi rifiutavo di invitare i miei amici a casa, perché avevo paura che trovassero qualcosa di squallido o esoso per appigliarsi e criticare. Anche nei gusti musicali, una volta ho lanciato via il mio lettore mp3 pur di non far ascoltare quello che stavo ascoltando. Dovevo essere sicuro che venisse giudicato normale o comunque profondo. Non c'è un attaccamento morboso a chiwawa, ho avuto sempre persone come @@Ilromantico tra i piedi, sia a casa che fuori.(gente che non fa altro che criticare distruttivamente). Un conto è una critica costruttiva, una cosa è una continua offesa senza pace su come sono, non su come mi presento.

Non mi sento mai libero. Cioè, certe volte faccio degli sforzi verso e mi si critica anche per gli sforzi piccoli che faccio, perché sono piccoli, mi sento costantemente sotto esame, squadrato nelle mie passioni, in come mi comporto, in come vesto, in come parlo, in cosa penso eccetera. Questa è la sensazione imperante.

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Se poi una persona è consapevole di avere un problema,

lo dice, ne parla...ragionevolmente non è il tipo di persona

che compensa un aspetto con l'altro ( meccanismo che

appartiene semmai agli inconsapevoli )

 

Hinzelmann che noioso che sei, non c'è alcuna "contrapposizione" ideologica, che sei l'unico a vedere qui. Sei sempre sulla difensiva eh? Ma perchè poi? Se ci sono "aspetti ideologici" possono essere solo una delle infinite concause che possono portare alle difficoltà relazionali che greed89 ha espresso in questo thread. Nessuno ha mai accusato gree89 di essere sessuomane.

 

L'atteggiamento di Ilromantico è un po' astioso perchè ci sono forti attriti fra lui e greed89 per via di altre discussioni di ordine generale.

Un po' come alcuni utenti che fanno un po' i provocatori verso di me quando scrivo qualcosa in "zona CO" perchè secondo loro chiunque non sia dichiarato è un fedifrago che non si immola per la Santa Causa Gay. :lol:

 

Ma qui stiamo parlando di una singola persona che espone una sua riflessione, un suo problema intimo e personale che vorrebbe risolvere o almeno capire un po' più in profondità.

 

Devono essere vagliati tutti i possibili condizionamenti che rendono così difficoltosa la sua omoaffettività. Anche perchè è palese che lui non stia "compensando" affatto l'aspetto sessuale con l'aspetto affettivo, anzi, mi sembra piuttosto che lui sia molto attento a ciò che prova e ciò che vorrebbe provare (o a ciò che si aspetta di provare) e vuole capirci qualcosa in più.

 

E per questo motivo ci possono essere sia spiegazioni più "interiori" sia fattori più "esteriori", i quali ovviamente sono tutti da prendere in considerazione astrattamente perchè io greed89 non lo conosco di persona nè conosco l'ambiente in cui vive.

 

Perciò, come ho già detto, si può riflettere 1) tanto sul modo in cui greed89 vive l'affettività "privata", e quindi sulla piega che ha assunto il suo percorso di accettazione attestandosi più sul lato fisico ma non riuscendo a superare blocchi emotivi, magari dovuti al modo in cui è stata vissuta l'affettività fra i suoi genitori, oppure a brutte esperienze passate che lo spingono a non riuscire a fidarsi degli altri, o anche semplicemente a questioni di ordine caratteriale, come il timore del giudizio degli altri, la poca fiducia di poter piacere in tutte le proprie caratteristiche umane e caratteriali, non solo fisiche 2) quanto su questioni di tipo ambientale, ossia se greed89 frequenta persone che vivono l'omosessualità o anche solo la sessualità in generale come un qualcosa di completamente avulso dall'affettività, allora per forza di cose lui non avrà la possibilità concreta di sperimentare un'"affettivizzazione" dei suoi rapporti sessuali con l'altra persona, perchè si tratta di un'eventualità che viene scartata o ritenuta irrilevante dalla realtà sociale in cui lui si muove e che lui prende inevitabilmente come riferimento.

Una molteplicità di punti di vista è importante, ma può capitare che molti non la possano avere proprio perchè sono immersi in contesti di pensiero, di comportamento "diffuso" e "concorde" molto omogenei, in cui una deviazione dalla confomità al "sentire comune" è molto difficile perchè vista di cattivo occhio (o magari, più semplicemente, oggettivamente non contemplata) dall'ambiente di riferimento.

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Greed89, sei banalmente Veneto. :)

 

Dimmi la verità: ma quanti maschi tuoi coetanei conosci

che si abbracciano o si coccolano con "amici, amiche, genitori e parentame vario" ?

 

La cosa più interessante è che ti stia facendo un problema

di un atteggiamento che negli altri - sono convinto - tu reputi normale.

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AndrejMolov89

@@Almadel Beh, è che continuano a farmi notare che sono freddo e senza sentimenti. Alla fine ho iniziato a crederci pure io. Il fatto è che non trovo neanche una corrisposta emotiva interna, è questo che a volte mi fa preoccupare. Le emozioni ci sono, poi scompaiono. Mi preoccupa questo fatto e mi sto creando anche un problema su questo fatto.

Sinceramente conosco poche persone coetanee, devo dire che ce ne sono relativamente poche che corrispondo a questa descrizione...

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Sei tu che devi sentirti per prima cosa a tuo agio con le tue dimostrazioni d'affetto, se a te va semplicemente bene trasmettere il tuo affetto senza usare il contatto fisico, io non ne farei un problema. Ti consiglio di affrontare il problema in maniera molto meno analitica: prova a muoverti meno di ragionamento e più di emozioni, se te la senti di cercare un contatto fisico fallo, se non vuoi evitalo e se ti senti incerto sperimenta. Trovo che cercando di risolvere questi problemi usando la logica si finisca solo a confondersi di più sulle proprie sensazioni ^_^

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Nayoz ha toccato un argomento interessante: le convenzioni sociali nelle società occidentali (ma anche in altre) impongono al maschio di essere tendenzialmente anaffettivo, perchè altrimenti ciò sarebbe "sintomo di debolezza".

 

L'affettività maschile dev'essere quindi meno espansa possibile, e soprattutto relegata all'interno della coppia nei confronti della partner.

 

In una coppia composta da due ragazzi quindi sarà ancor più difficile gestire pacificamente manifestazioni affettive, appunto per via di questo forte retaggio sociale.

Eppure secondo me un relazionarsi affettivo è comunque tranquillamente raggiungibile fra ragazzi gay, ma è chiaro che la persona verso cui si manifesta questo (per dirla secondo il sentire comune) "aspetto di debolezza" dovrà essere una persona di cui ci si fida seriamente, una persona di cui si sa già che apprezzerà la manifestazione di affetto, non considerandola un segno di "pusillanimità", ma considerandola come una reale e concreta volontà di esprimere a gesti l'importanza che si dà al legame con quella persona.

 

E' chiaro che il presupposto migliore è che legame che si è instaurato sia di un certo tipo, cioè di reale confidenza e affidabilità reciproca, per questo in realtà il contatto affettivo sembra in teoria un qualcosa di molto agognato e auspicato ma poi nella prassi è difficile da realizzare per chiunque, non solo per te greed89.

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@ Telemaco io non sono affatto sulla difensiva, vorrei solo evitare

di dover leggere l'ennesima discussione sempre uguale...al di là

delle risposte "astiose" de Il Romantico.

 

Nella fattispecie mi sono limitato ad una osservazione elementare

se Greed89 fosse il tipo di persona che vive la propria omosessualità

in modo avulso dalle emozioni non lamenterebbe un difetto di attaccamento

sul piano sentimentale :giusto o sbagliato che sia questo tipo di giudizio su

se stesso può o svelare un complesso di colpa o la consapevolezza su un

problema di attaccamento.

 

Nel caso di Dario poi si sottolinea il timore della invadenza degli altri nei

suoi confronti, il fatto cioè di essere vittima dell'altrui dipendenza affettiva

( che se vogliamo è l'eccesso contrario....a volte si scappa per il timore

fondato di essere soffocati e non per freddezza emotiva )

 

Io non credo che le convenzioni sociali possano spingersi fin dentro

l'intimità, non fra gay che in coppia mancano di convenzionalità sociale

e sono liberi più degli etero

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Io non credo che le convenzioni sociali possano spingersi fin dentro

l'intimità, non fra gay che in coppia mancano di convenzionalità sociale

e sono liberi più degli etero

Ne sei proprio sicuro? Sarebbe bello se fosse come dici tu, perchè così l'intimità delle persone sarebbe libera, spontanea, autentica, però io noto invece il contrario: i ragazzi gay, perfino quelli che sembrano esser riusciti ad emanciparsi completamente da ogni residuo di omofobia interiorizzata, sono comunque tutti inevitabilmente nati, cresciuti e plasmati da una società che è eterocentrica: un ragazzo gay si rifà comunque in maniera automatica alle convenzioni sociali del suo tempo e del suo luogo (come potrebbe evitarlo?), e anche dell'implicito ruolo affettivo che maschio e femmina assumono nell'idea della coppia eterosessuale.

 

E' per questo che osservo ragazzi che temono di mostrare un proprio lato "affettivo" nei confronti del fidanzato o di un maschio perchè ciò è "inusuale" per i maschi e fra i maschi; ecco che il loro relazionarsi con gli altri ragazzi gay dev'essere per forza solo un relazionarsi di tipo sessuale, perchè tutto ciò che concerne l'affettività viene percepito come sbagliato, come antisociale, come un'edulcorazione di un comportamento che non dovrebbe esistere ma cui ci si attiene giusto perchè i propri istinti sono sopprimibili solo fino ad un certo punto. Ragazzi che faticheranno moltissimo a relazionarsi in maniera lineare con gli altri maschi perchè vedranno il rapporto come una sfida, una competizione, o un soddisfacimento reciproco che è fine a se stesso e non è finalizzato ad una condivisione di altro genere se non sessuale, perchè il soddisfacimento "affettivo" non è appropriato se avviene nei confronti di un ragazzo e non di una ragazza.

 

Però dalla parte esattamente opposta ci sono altri ragazzi gay che invece ribaltano la prospettiva all'eccesso e, pur di riuscire a "tollerare" l'omoaffettività addirittura riconfigurano se stessi e il proprio ruolo in chiave femminile, arrivando a confondere l'omosessualità con la disforia di genere (ci sono addirittura ragazzi gay che parlano di se stessi al femminile pur non avendo in realtà problemi con il loro sesso biologico).

 

Secondo me non solo le convenzioni sociali più profondamente striscianti nelle società riescono ad infiltrarsi nell'intimità delle persone, ma la condizionano in maniera inconsapevole e pesante al punto da creare queste situazioni un po' paradossali nelle quali il ragazzo gay si trova un po' stritolato da messaggi contraddittori provenienti dall'esterno e che cerca di gestire comprimendo e alterando il naturale e spontaneo rapporto paritario fra sessualità e affettività.

 

Eppure penso che sia comunque possibile riuscire a ripristinare un rapporto lineare e sereno del ragazzo gay con l'affettività e la sessualità, anche se è un po' faticoso, ma ciò deve avvenire proprio evitando di cadere nell'adesione involontaria ad una convenzione sociale piuttosto che a un'altra.

 

Ma detto questo, dalle ultime aggiunte di greed89 mi pare di notare che il problema si attesta sulla paura di un'eccessiva "invasività" di un legame affettivo, oppure sulla paura che esso possa in realtà nascondere un giudizio altrui.

Beh non è niente di particolarmente "strano" perchè chiunque può sentirsi soffocare da un legame affettivo... è chiaro che si tratterà di un legame che egli non vuole, perchè non si trova nella relazione di sufficiente confidenza, complicità, condivisione di esperienze che invece favorisce l'instaurarsi di un legame affettivo piacevole.

 

Ma d'altra parte non bisogna nemmeno fraintendere l'instaurarsi del legame affettivo con il "completamento della persona";

a questo proposito mi ha colpito l'immagine di greed89 che butta via l'mp3 per non far capire i propri gusti musicali a chi li voleva sapere.

Ognuno ha una propria identità autonoma, autoreferenziale e indipendente dalle altre; ognuno è completo con se stesso perchè è solo da se stesso che può derivare l'effettiva realizzazione della propria esistenza. Il rapporto affettivo è un qualcosa in più, che si può eventualmente aggiungere più avanti per sentirsi ancor più realizzati (secondo alcuni, non secondo tutti).

Ma appunto il legame affettivo è un "di più" che non intacca nè modifica l'identità della persona che lo instaura. E' per questo che qualunque gusto musicale possa avere greed89, esso non potrà essere criticato, giudicato, distorto, modificato dalla persona che lo vuole conoscere: esso dovrà essere solo un elemento neutrale di valutazione su cui fondare l'idea che ci si è fatti di greed89. Ma greed89 non potrà mai pretendere che indovinando il gusto musicale perfetto potrà ricevere l'approvazione dell'altra persona: se il gusto musicale di greed89 non è condiviso, ciò potrà essere o irrilevante o al massimo sarà indice che greed89 ha tutto il diritto di scartare la persona che non condivide tale musica per pensare a qualcuno che invece la condivida o non si faccia questi problemi.

(ho esemplificato, l'mp3 può essere sostituito con qualsiasi caratteristica di greed89).

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Per Greed89: Sono d'accordo con quello che ti ha scritto Dreamer_, ascolta le tue emozioni e comportati di conseguenza. Se non ti va di abbracciare qualcuno, dimostrargli affetto ecc, sei libero di farlo e non possono costringerti a provare qualcosa che non senti nei confronti di quelle persone. E incolparti di qualcosa o farti venire dubbi ed insicurezze sulla tua interiorità, capacità e volontà affettiva, non ti farà di certo sentire magicamente qualcosa nei confronti della persona che ha insinuato ciò. Viceversa, se senti di farlo, perchè ti va e lo senti, non aver paura di dimostrare affetto. In quel caso prova a lasciarti andare. Se in futuro dovessero farti altre pressioni di questo tipo, prova a dirgli che se non sei espansivo è perchè non ti hanno dato modo o motivo di esserlo. Che per essere espansivo hai bisogno di sentire e che non sempre le emozioni sono chiare ed immediate. E che tu sei fatto così. Non è aumentando le pressioni su di te che riceveranno sensazioni positive in cambio. Sarebbe difficile supporlo. Più che a tenerli a debita distanza e ad evitarli, cerca di spiegargli cosa senti, in modo che almeno capiscano che ti stanno facendo del male, che più ti giudicano più tu ti allontani. E quindi anche loro potrebbero venirti incontro. Cerca di confrontarti coi tuoi amici, se ne è il caso. Parlarne potrebbe migliorare la situazione. Va bene cercare di migliorarsi, ma modificarsi costantemente per una richiesta altrui che non corrisponde ad un tuo bisogno reale e personale, è, penso, nocivo. Se sei introverso, non significa che non hai sentimenti ed emozioni, semplicemente esprimi quelle cose in maniera differente rispetto ad altri e neanche perchè sei introverso piuttosto che estroverso, ma semplicemente perchè sei tu, che ti esprimi in maniera differente da Tizio, che si esprime diverso da Caio e così all'infinito. Poi ci si incastra e comprende, ma ognuno ha le sue molteplicità e si esprime a suo modo. Mi sta venendo l'ansia a me a parlare di sta roba, provo ad immaginare quanta te ne verrà a te a sentirti ste manfrine...

 

ot: sto leggendo ora quello che ha scritto Telemaco prima di me.

ot 2: ho letto e sono completamente d'accordo.

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Sai fra86, proprio a proposito delle convenzioni sociali, mi viene da pensare che ci sia un'altra "convenzione" che poi è quella che addirittura ti fa venire l'ansia; mi invento una definizione sul momento: la chiamerei la "visione matrimonializzata del legame affettivo".

 

Queste paure, questi dubbi, questa sensazione di soffocamento possono derivare appunto da questo equivoco, cioè il credere che l'idea di legame affettivo che si propone nel mondo omosex debba essere identica a quella imposta dal senso comune cattolico-eterocentrico.

Ma io penso che la nostra società è ormai sufficientemente evoluta per poter archiviare un'idea così primitiva del legame affettivo, tanto in campo eterosessuale quanto, a maggior ragione, in campo omosessuale: il legame affettivo è null'altro che la condivisione che due persone scelgono di avere al di là del solo sesso, quindi comprendendo anche gli altri aspetti della loro vita. In questa ottica è tutto molto più semplice, anche per un ragazzo omosessuale: il legame affettivo è appunto una condivisione di esperienze, di emozioni, di opinioni, che avviene in un clima di fiducia e complicità nei confronti di una persona "privilegiata" che per noi diventa speciale.

Non dico che tutti debbano sentire questo bisogno, però immagino sia una prospettiva che può fare piacere a molte persone, e quindi anche ad un ragazzo gay (o ad una ragazza lesbica, chiaramente).

 

Però possono insorgere dei blocchi emotivi perchè questo ragazzo gay ha introiettato, suo malgrado, questa visione "matrimonializzata" del legame affettivo, che glielo fa vedere come impone la cultura cattolica, cioè come un legame finalizzato a congelare la comunione di vita di due persone in vista di una convivenza meramente strumentale alla procreazione.

 

Ma sia per eterosex che per omosex una tale visione è terribilmente fuoriviante, perchè ci si dimentica che il legame affettivo, di per se stesso, non è null'altro che il soddisfacimento delle esigenze affettive della persona, un rapporto che dovrebbe essere concepito come spontaneo piacere personale, e non come gelida convenzione sociale o religiosa semi-obbligatoria di natura eteronoma (eteronoma nel senso che trova la sua giustificazione al di fuori del singolo individuo, in esigenze organizzative della collettività).

 

Vivendo il legame affettivo, come quello sessuale, senza percepire obblighi o divieti che pendono dall'alto come una spada di Damocle penso che il buon greed89 potrà sentirsi più sereno e orientare le proprie scelte solo verso ciò di cui ha voglia e che lo fa sentire bene.

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Ma vi rendete conto che state sfoggiando papiri di teorie per spiegare qualcosa che sinceramente non ha alcuna spiegazione?Lo dico in tono leggero e quasi ironico, non in tono offensivo, però ci tengo a dirlo.

 

Perché poi scomodare sempre gli etero, la etero-normativa... che pizza davvero... Ora il modo di provare emozioni e le ragioni del provarle derivano da una normativa e dalla società?Ma dai...!

 

Ma tu guarda poi se dove trovarmi a concordare con Hinzelmann che dice le convenzioni sociali non possono arrivare fin dentro all'intimità, e per me c'ha ragione da vendere stavolta!:)

 

Per quello che ho capito Greed ha un problema generale a relazionarsi con gli altri e a dimostrare affetto, se non a provare semplicemente determinate emozioni. Non lo dico davvero per fare l'antipatico (sto cercando di essere il più onesto e pacato possibile), ma a me sembra una cosa preoccupante.

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AndrejMolov89

@@Ilromantico se è un tuo parere sincero, ben venga. Io mi preoccupo perché a volte non me ne frega nulla, non mi piace essere indifferente. Però ammetto che non ho molti contatti sociali spontaneamente, pur avendo un certo grado di estroversione. Le persone che mi conoscono mi giudicano eccentrico, strano ma soprattutto amichevole nelle mie sparate acide eccetera. La questione è risolvere questa freddezza perché la considero debilitante razionalmente parlando.

Diciamo che la maggior parte delle volte sento inquietudine o sto male a contatto con le persone. Soprattutto quando cerco di conoscerle, perché a volte ammetto che voglio confrontarmi a loro... è automatico...

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Beh, prova a reagire e a cercare di dimostrarlo questo affetto, non pensarci troppo e goditi quelle sensazioni. Sono sicuro e spero che una volta che ti sarai sbloccato cambierai idea ;)

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Io voglio sapere solo una cosa: se io spontaneamente facessi per abbracciarti, @, o ti mettessi

un braccio intorno alle spalle, tu ti ritrarresti? sgusceresti, o prima ancora ti metteresti in condizione di

sfuggire, perché infastidito?

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AndrejMolov89

Io sguscerei a volte sono infastidito, ma non sempre dipende.

La maggior parte delle volte sguscio. Quando sono in pubblico invece sono veramente infastidito dal contatto, non so perché, in privato invece sguscio :)

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