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Un giovane su 5 non studia e non lavora,l'Italia ha il primato negativo nella Ue


Frattaglia

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In Italia un giovane su cinque non studia né lavora: i ragazzi "non più inseriti in un percorso scolastico-formativo, ma neppure impegnati in un'attività lavorativa, sono poco più di due milioni, il 21,2% tra i 15-29enni (anno 2009), la quota più elevata a livello europeo". E' quanto emerge dal rapporto dell'Istat 'Noi Italia' 1. Un altro dato che salta agli occhi è che quasi una donna su due non ha un'occupazione e neppure la cerca: il tasso di inattività femminile italiano nel 2009 (48,9%) è così il secondo più alto dell'Ue a 27, inferiore solo a quello di Malta. Un Paese, il nostro, che tra l'altro è secondo solo alla Germania in termini di anzianità, con evidenti ricadute sulla spesa sociale.

 

Il rapporto, che l'Istituto di statistica propone per il secondo anno consecutivo, elabora oltre 100 statistiche tra aspetti demografici ed economici, culturali e sociali nel tentativo di scattare una fotografia di come cambia l'Italia. La base di partenza sono i numeri prodotti nell'ultimo Annuario statistico italiano, ma alcuni elementi chiave vengono messi a confronto con gli altri Paesi europei, dando un quadro d'insieme anche delle differenze regionali che lo caratterizzano.

 

Ecco alcune delle statistiche più significative contenute nel dossier.

 

Reddito e povertà

In termini di reddito, il dossier Istat rileva come nel 2009 il 10,8% delle famiglie residenti

viva in condizioni

di povertà relativa: in cifre, 7,8 milioni di individui, il 13,1% della popolazione residente. "La povertà assoluta - aggiunge l'Istituto - coinvolge il 4,7% delle famiglie, per un totale di 3,1 milioni di individui". Non sorprende che la povertà colpisca soprattutto l'Italia meridionale e insulare, "con valori di incidenza più che doppi rispetto alla media nazionale. Nel Mezzogiorno le famiglie in povertà relativa sono il 22,7% di quelle residenti (contro il 4,9 del Nord e il 5,9 del Centro) e quelle in povertà assoluta ne rappresentano il 7,7% (contro il 3,6 e il 2,7 rispettivamente)". Nel 2008, circa il 61% delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore a quello medio (29.606 euro, circa 2.467 euro al mese). Al rischio povertà corrisponde una sensibile diminuzione della ricchezza pro capite prodotta nel Paese. Nel 2009, il Pil pro capite ai prezzi di mercato è diminuito del 5,7% in termini reali rispetto all'anno precedente, con un permanente e invariato divario tra Mezzogiorno e Centro-Nord. In particolare, "il livello del Pil pro capite, misurato in parità di potere d'acquisto, è pari a 24.400 euro, valore che colloca l'Italia al dodicesimo posto della graduatoria europea, immediatamente sopra la Spagna ma sotto Francia, Regno Unito e Germania rispettivamente di 1.000, 2.000 e 3.000 euro (2009)". Inoltre, il dossier sottolinea che l'Italia è tra i Paesi dell'Ue caratterizzati da "un rapporto debito-Pil molto elevato. Nel 2009 si è attestato al 116,0%, valore inferiore solamente a quello della Grecia". Quanto alla pressione fiscale, fa sapere l'Istituto, nel 2009 si è attestata al 43,2%, "il valore più elevato dal 1997".

 

Lavoro, disoccupazione e sommerso

"Circa il 45% dei disoccupati è in cerca di lavoro da oltre un anno", una tra le quote di disoccupazione di lunga durata (44,4%) più alte nell'Unione europea a 27, con riferimento a dati del 2009.

 

Ma la foto più inquietante riguarda il mondo giovanile: l'Italia è prima in Europa per numero di ragazzi che abbandonano gli studi e non lavorano dai 15 ai 30 anni. Il dossier Istat rileva che "il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è pari al 25,4%, in aumento di oltre quattro punti" rispetto al 2008 "e superiore a quello medio dell'unione (19,8%)". Per quanto riguarda la fascia di età 15-64 anni, "è occupato il 57,5% della popolazione".

 

Quanto al lavoro femminile, i livelli dell'occupazione nazionale restano ben al di sotto delle medie europee. "Permangono notevoli le differenze di genere - rileva l'Istat - Le donne occupate sono il 46,4%, gli uomini il 68,6%. Nel 2009 il tasso di occupazione è diminuito di 1,2 punti percentuali rispetto al 2008 dopo un lungo periodo di crescita, tornando ai livelli del 2005".

 

Ci sono poi i dati sul lavoro nero. Con riferimento alla situazione nel 2008, "la quota di unità di lavoro irregolari è pari all'11,9%. Nel Mezzogiorno può essere considerato irregolare quasi un lavoratore su cinque; nell'agricoltura circa uno su quattro". La quota del sommerso si mantiene così ai livelli del 2007, in lieve calo rispetto al biennio 2005-2006. La Regione con la percentuale più alta è la Calabria (26,6%), mentre quella con la  più bassa è l'Emilia Romagna (8,5%).

 

 

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simply_dreamer

non mi stupisce...  :love: io ho sentito dire che un giovane su tre in Italia, non lavora. che poi uno su cinque, non studiasse, ne lavorasse, mi è nuova, ma non mi stupisce affatto, visti i tempi che corrono...  :ok:

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I cosiddetti NEET (Not in Education, Employement or Training), nulla di nuovo (in quanto a fenomeno, non a estensione, intendo).

Ora non mi azzardo in interpretazioni, nella mia ignoranza credo di essere privo degli strumenti per poter andare oltre alla constatazione dell'ovvio.

Ma il sito del rapporto è stupendo. È un quadro, impietoso, di tutto, e riesce ad esserlo senza sconfinare nel caos. Forse sono io ad essere malato di grafici, ma c'è da perderci delle ore.

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Bhe.....è normale! Io ora sto cercando lavoro e solo ora mi accorgo di quanto sia sbagliato il sistema. Ogni tipo di lavoro oramai richiede un minimo di 2 anni di esperienza. Ma un ragazzo che è appena entrato ne mondo del lavoro, cosa deve fare? Carte false? Perdonate l'attimo di rabbia ma è snervante...

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Per forza che ill'Italia è in fondo alla lista dei meriti scolastici e lavorativi: ha un sistema che non funziona e non è meritocratico.

Troppe riforme scolastiche hanno indebolito il già precario sistema educativo, gli insegnanti non sono preparati e sono  troppo vecchi per poter continuare insegnare, non seguono corsi di aggiornamento e continuano ad usare sempre lo stesso programma per loro diventato ormai il solo che conoscono a memoria; i ragazzi non vengono seguiti, vengono incolpati di essere stupidi, ignoranti e incapaci quando basterebbe invece seguirli e motivarli per ottenere dei risultati eccellenti.

Le Scuole superiori e l'Università non preparano al mondo del lavoro e dopo aver completato il ciclo scolastico i giovani si trovano in un limlabirinto da cui non sanno uscire, a meno che non siano raccomandati, allora ottengono subito un posto di lavoro anche se non lo meriterebbero.

Il mondo del lavoro poi fa schifo: contratti al limite della legalità, precariato che si protrae all'infinito, pensioni inesistenti, stipendi da fame. E meno male che gli Italiani sono tutti bamboccioni...

Ma come può un ragazzo che vuole costruirsi un futuro vivere con 400/500 euro al mese?

Io ho preferito lasciare l'Italia ma non tutti hanno questa possibilità, perchè dunque quei buffoni che governano l'Italia invece di occuparsi di festini a luci rosse, prostitute minorenni e trans non si occupano del paese che non funziona?

I loro stipendi vengono pagati dal popolo e di tasse in Italia ce ne sono tante, troppe e ingiuste.

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Era previsto dal capitalismo.

Se si leggono testi marxisti e post marxisti che mettono anche a critica una parte del marxismo come quelli di Rosa Luxemburg, si scopre che questa cosa era stata prevista, personalmente sarei per il reddito minimo di cittadinanza anche quello però si dipana in diverse direzioni e in diverse filosofie, però con l'avvento della tecnologia (parlo specificatamente dei computer) quello sarà l'unico modo che ci permetterà di emanciparci e di avere maggiori diritti di cittadinanza, non mi dilungo perchè potete cercare facilmente tutte e tre le teorie (marxismo, socialismo alla Luxemburg e reddito minimo) su internet.

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...il vero problema dell'Italia è il debito pubblico.... se in Germania si crescie del 3%, in Italia si crescerà solo dell'1%, ma non perchè noi italiani lavoriamo meno... è solo che tutti gli sforzi, investimenti che facciamo vengono quasi annullati da tutti gli interessi che dobbiamo pagare ogni anno...

L'Italia è sempre stata in fondo alla classifica di quasi tutti gli indici della UE (forse adesso un po' meno perchè sono entrati nell'UE anche i paesi ex comunisti)... per invertire questa tendenza e recuperare terreno bisogna assolutamente ridurre la burocrazia per velocizzare il paese, ridurre la spesa pubblica per ridurre di deficit, fare delle rinforme coraggiose e liberali, avviare al contempo delle grandi opere, specie sul piano energetico.

Forse così nel giro di 2/3 decenni potremo colmare il gap con il nord e centro Europa.

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Sissy, potessi condividere il tuo ottimismo...

Purtroppo non credo che all'Italia basteranno 2/3 decenni per colmare il gap con il nord e il centro europa.

Avete una classe politica corrotta, fatta di vecchi, un paese che si tiene in piedi a suon di bustarelle e festini e mi costa dirlo perchè anch'io sono Italiana anche se vivo a Parigi.

E poi c'è stata la maledizione dell'Euro. Paesi forti come la Francia e la Germania hanno avuto tutto da guadagnarci (in effetti a parte le case che hanno un costo spropositato, qui a Parigi riesci a vivere benissimo e anche a metterti qualcosa da parte), ma paesi come l'Italia ha perso e molto con la moneta unica. E' brutto che ragazzi giovani, intelligenti e con tanta voglia di fare siano costretti a lasciare il paese per cercare di realizzarsi...

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Cat infatti io sto facendo le valige XD direzione Bruxelles U_U (no  vabbe ora no, ma tra qualche anno si....)

Io pure ho in programma di fare la valigia dopo la laurea

Perchè devo stare a sprecarmi qua...  :ok:

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...però secondo me l'Euro è stato un bene per tutti quanti..  certo c'è stata tanta speculazione all'inizio...  certo il Prodino doveva fare un braccio di ferro per portare il cambio Lira/Euro da 1,936 a 1,75 (sarebbe stato più giusto)...  però a parte questo non si può fare a meno di considerare come l'economia Italiana è più stabile, riusciamo a controllare meglio il debito, non ci prendiamo più in giro pompando le esportazioni con la svalutazione della Lira (a discapito però delle importazioni  ...e in un paese come l'Italia che importa tutte le materie prime non è il massimo) e noi italiani quando andiamo in giro per il mondo ora non siamo più dei poveracci... insomma, nell'era ante Euro, chi di noi si faceva le vacanze all'estero??? pochissimi perchè la Lira non valeva un cavolo! Ora invece l'Euro ci permetterà di costruire un'economia solida e di rigore...  perchè alla fine le svalutazioni selvagge, più che ad aiutare veramente l'economia, la viziano.

Svalutavamo la Lira per sopravvivere... ma le svalutazioni non sono gratis, si pagano a caro prezzo con la perdita del potere d'acquisto.

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Sissy in italia il problema non è il debito pubblico. Il debito pubblico ha degli effetti sullo stile di vita, in Italia esiste un problema da sempre. Ovvero non si rispetta la meritocrazia! l'unica merce di scambio per un buon lavoro è il sesso, oppure conoscere......esempio? Bene....Donna di 35 anni laureata in giurisprudenza con la votazione di 108 che non sa assolutamente nulla di pedagogia o di scuola a livello cognitivo, lavora come MINISTRO DELL'ISTRUZIONE!

Ragazzo di 20 e passa anni, BOCCIATO due volte all'esame di stato, senza una laurea è consigliere della regione lombardia! L'italia mi fa proprio schifo per quanto riguarda questi argomenti. Sono disgustato!

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simply_dreamer

e l'igienista dentale, ex valletta di colorado cafè, oggi consigliere regionale della Regione Lombardia, dove la metti?!  :ok: la Gelmini ne ha 37 di anni, anche se ne dimostra molti di più a mio avviso. e comunque non è la Gelmini o la ex valletta raccomandata il problema reale, ma è il SISTEMA che è antimeritocratico in Italia. e combattere contro questo sistema scorretto è come combattere contro i mulini a vento, come si suol dire...  :ok:

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Sissy in italia il problema non è il debito pubblico.

:ok:  ...scusami...  ma avere un debito pari al 130% (+ o - siamo su questi valori) del nostro PIL annuo complessivo significa avere un debito immenso...  l'Italia se anche non riesce a pagare i debiti, è obbligata comunque a pagare gli interessi... e parliamo di miliardi di Euro REGALATI ai nostri creditori...   certo è vero che l'Italia è da anni che ha un debito pubblico immane, ma questo non toglie che più andiamo avanti, peggio è... ogni anno aggiungiamo un 3% (se ci va bene) al debito che già abbiamo, e ogni anno che passa paghiamo sempre più interessi.

 

comunque è vero che in Italia c'è un problema di meritocrazia... ma è una cosa diffusissima e certo non solo tra i politici di destra... pensiamo alle università, ai baroni, ai professori universitari (spesso nomitani dai parenti!)...  questo è certamente un problema grave che va risolto.  :ok:

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Sissy infatti ho aprlato dell'italia generale, non della politica. Ho fatto esempi lampanti. La miglior cosa è lavorare per l'estero  vivere in italia!  :ok:

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In realtà, se proprio vogliamo fare le pulci, fino a prima del 2008 (anno di insediamento di questo attuale governo) il debito pubblico era rimasto stabile intorno al 100%, con una tendenza al ribasso sotto il governo Prodi.

Ora siamo intorno al 120-130%, casualmente  :ok: :ok:

 

Scherzi a parte, il nostro debito è alto (e paghiamo un sacco di interessi) ma decentemente saldo rispetto alla Grecia, Portogallo & co... il discorso grosso è l'altro che avete nominato, la meritocrazia. E per quanto mi riguarda, uno dei motivi che mi convince ad andare via è anche la distruzione totale dello stato sociale... vorrei crescere i miei eventuali figli in una nazione in cui posso mandarli all'asilo senza essere spennata dagli asili privati, che possano avere una scuola buona e che funziona e che esista una sanità (che esiste anche qui, ma che stanno smontando anche quella... almeno qui nel lazio).

Inoltre all'estero mi pagherebbero il doppio come ingegnere. Perchè restare?

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http://it.wikipedia.org/wiki/File:Debito_pubblico.jpg

 

...questa è la tabella del debito pubblico in Italia...  è evidente come la "cazza.." è stata fatta tra il 1982 e il 1992 (presumibilmente dai socialisti e dai democratici che erano al governo)... l'avvento di Berlusconi, come dimostrato dai dati, ha portato una certa stabilità del nostro debito (del resto eravamo costretti, altrimenti non ci avrebbero mai fatto entrare nell'Euro) e solo la crisi economica planetaria (che ha fatto aumentare considervolmente i debiti pubblici in quasi tutte le altre nazioni ad un tasso molto più elevato del nostro) ha invertito in parte questa tendenza facendoci ripiombare sui livelli di 15 anni fa.

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Frattaglia scappa! XD un mio amico lavora sia in italia che in francia, per la stessa azienda. Nei periodi in cui lavora in italia prende circa 1600 euro, quando è in francia circ 3000 praticamente il doppio -.-"

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??? Ma è Prodi che ci ha fatto entrare nell'euro!

 

Vabbè, cambiamo discorso... tornando in tema lavoro, almeno il 50% dei miei colleghi iscritti alla magistrale ha intenzione di trasferirsi altrove, dopo la laurea...  :asd: Veramente Lunaville, c'hai proprio ragione  :ok: :ok:

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