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La ricerca in Italia: destinata a morire.


Akira86

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Negli ultimi anni i tagli alla ricerca sono stati devastanti, e sembra che a nessuno interessi questo argomento. La situazione delle crisi in Italia è molto dura, è innegabile, ma un paese senza cultura e senza uno sviluppo scientifico e tecnologico è destinato a morire.

 

La manovra Tremonti ha intenzione di fare ulteriori tagli alla ricerca, rischiando di far chiudere molti istituti italiani. L'argomento in questione mi riguarda molto da vicino perché il mio sogno sarebbe quello di essere un ricercatore un domani, ma vista la situazione non so davvero cosa pensare. L'unica soluzione sarebbe andare all'estero, ma questo mi fa incazzare tremendamente.

 

Voi cosa ne pensate?

 

http://www.lavoroediritti.com/2010/05/il-governo-prepara-la-manovra-economica-e-taglia-la-ricerca-isfol-occupata/

 

PS Forse l'argomento del topic potrebbe anche essere inserito in "Spunti&Riflessioni", nel caso chiedo scusa alla moderazione.

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chissà come mai, l'istruzione e la ricerca sono sempre le prime cose che vengono tagliate in tempo di crisi... e invece in questo modo si distrugge la base delle future generazioni che dovranno poi lavorare nel nostro Paese, e sì, anche governarlo. Come andrà avanti l'Italia?

ho convinto mio padre a destinare il 5x1000 all'università di milano per la ricerca, così come ho fatto io nella dichiarazione dei redditi l'anno dopo aver lavorato.

Se contasse solo sui fondi statali, la ricerca non andrebbe più avanti... che amarezza ^_^

Lfn :look:

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Guest camaleontico

che tristezza... tutti questi tagli. l'istruzione oggi è come se non fosse fondamentale. il lavoro è quello che è... la ricerca giù altri tagli. mi chiedo dove andrà a finire quello che veniva chiamato il bel paese, ma che di certo oggi, non lo è più...  ^_^

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chissà come mai, l'istruzione e la ricerca sono sempre le prime cose che vengono tagliate in tempo di crisi...

 

a dire il vero sono sempre e continuamente tagliate, perfino il centrosinistra ha fatto dei tagli, quindi puoi immaginare...

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WistonSmith
Voi cosa ne pensate?

 

Mio pensiero: Wow, Che novità!

 

Se qualcuno ha in mente la storia delle dosi di cioccolato in 1984; ecco, penso che funziona proprio così, questa storia della ricerca.

Uno scaricabarile di colpe, ma alla fine dei conti, i tagli, come dice giustamente Coeranos, vengon fatti a destra e a sinistra, poi ovviamente a seconda di chi ci governa la colpa è dell'uno e dell'altro, e tutti credono all'ultima parola detta.

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Il vero problema infatti non è chi governa... :asd:

A me pare che sia proprio la mentalità italiana ad essere sbagliata! Trovo assurdo che in paesi come l'Olanda o come la Germania, un ricercatore prenda uno stipendio base di 1800 euro, quando in Italia si deve sperare di non finire in mezzo ad una strada.

Parliamoci chiaro, gli italiani vedono i ricercatori come delle figure inutili...

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Concordo in pieno con Akira, l'Italia non ha un cultura basata sulla ricerca e questo non vuol dire che non ci siano menti brillanti o determinate, ma non esiste un substrato fertile che promuova la ricerca stessa. E questo, secondo me, è un fatto gravissimo per un paese che oggettivamente partorisce ed ha sempre partorito gente qualificata e valida nel settore della ricerca. La stranezza della ricerca in Italia la vedo di continuo: io ho iniziato quest'anno l'università, e quello che mi ha lasciato un po' sorpreso è stato vedere le reazioni della maggior parte degli studenti del mio corso (scienze biologiche) quando dicevo loro che se avevo scelto biologia era per due semplici motivi: perchè mi affascina all'ennesima potenza  :P e perchè vorrei diventare un ricercatore  :(. La loro reazione di sorpresa la spiego in due modi, ovvero che la maggior parte degli iscritti al primo anno di biologia sono in realtà i bocciati al test d'ingresso di medicina (o simili), e che sentirsi dire da uno di voler intraprendere una carriera che dopo almeno 8 anni di duro studio (se va bene  :() non ti garantisce neppure uno stipendio di un commesso in profumeria (o al supermercato  :asd:), effettivamente fa un po' strano. Tutto ciò succede in Italia.

Oltre al fatto dello stipendio in sè, che disincentiva questa scelta ma non ha impedito molta gente a continuare a fare ciò in cui crede, c'è la ancor più grave carenza di fondi stanziati per la ricerca, come se fosse un qualcosa di opzionale o di facciata; non a caso i paesi che influenzano di più a livello mondiale (o i paesi emergenti) sono prorpio quelli che hanno investito e investono sempre di più sulla ricerca. Ma questo non sembra interessare.  :(

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la ricerca universitaria in Italia, almeno per quanto riguarda la parte scientifica, non è destinata a morire

è morta moltissimi anni fa

i fondi residui, continuamente tagliati, sono utilizzati

secondo il consueto costume italiano

soprattutto a garantire posti e prebende agli amici degli amici e ai figli dei nipoti dei cognati

o finanziamenti alle cattedre più autorevoli

molti concorsi sono pilotati

si entra nell'università soprattutto per cooptazione

il che non vuol dire che non valga la pena entrarci, ma solo che queste sono le "regole" e conviene prenderne atto

 

ma non potebbe essere diversamente: la ricerca è sempre legata

al tessuto industriale innovativo del paese

in Italia non abbiamo alcuna industria in settori di punta

non farmaceutica, chimica, elettronica civile, informatica, aeronautica...

quindi non si fà ricerca in questi settori

è rimasto qualcosa di interessante nell'elettronica militare (Finmeccanica)

nell'industria automobilistica (Fiat)

nell'industria meccanica (molte piccole e medie industrie del centro-nord)

nella robotica

 

poi c'è tutta la filiera del design (moda, scarpe e cuoio, arredamento, piastrelle e ceramiche, gioielleria, occhiali)

dove però non si fa ricerca (se non nell'innovazione del design e nell'ambito delle macchine industriali per produzione confezionamento e packaging)

c'è anche l'industria alimentare, dove colossi come Barilla e Ferrero sono all'avanguardia

c'è più tecnologia oggi in un ovetto kinder che in tante altre cose apparentemente più "complesse"

 

insomma questa è l'Italia, conviene prenderne atto

se si vuol fare ricerca in settori diversi occorre andare all'estero

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giovane12345

purtroppo gli investimenti sulla ricerca sono un azzzardo... certo però potremmo mttere qualche soldo per ricerca di sicuro sviluppo e profitto come per esempio le energie rinnovabili.... ma in italia purtroppo nn lo capiamo e la germania ci mangia la pappa in capo...

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i fondi residui, continuamente tagliati, sono utilizzati

secondo il consueto costume italiano

soprattutto a garantire posti e prebende agli amici degli amici e ai figli dei nipoti dei cognati

o finanziamenti alle cattedre più autorevoli

molti concorsi sono pilotati

si entra nell'università soprattutto per cooptazione

il che non vuol dire che non valga la pena entrarci, ma solo che queste sono le "regole" e conviene prenderne atto

 

non posso che darti ragione su questo... :asd:

 

non a caso i paesi che influenzano di più a livello mondiale (o i paesi emergenti) sono prorpio quelli che hanno investito e investono sempre di più sulla ricerca. Ma questo non sembra interessare.  :(

 

esattamente...l'idea che mi sono fatto è che si tende a non pensare in prospettiva di "un domani", si ragiona soltanto in termini di presente, senza investire nei giovani e nella capacità delle nuove generazioni...questo a mio parere ci porterà al collasso, ne sono quasi certo...

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Concordo con la disamina di Conrad, grandissima parte della ricerca in Italia (in questo caso sarebbe meglio dire itaGlia) è morta, devo fare un piccolo appunto solo su una cosa

 

in Italia non abbiamo alcuna industria in settori di punta

non farmaceutica, chimica, elettronica civile, informatica, aeronautica...

 

nel settore aeronautico (meglio, aerospaziale) l'Italia ha ancora una reale punta di eccellenza con l'Alenia Spazio e la Ansaldo (Divisione Materiali di Ansaldo Nucleare)..ma sono più che altro le "eccezioni che confermano la regola", in quanto ormai lavorano e tirano avanti unicamente su "commissioni" dall'estero o delll'UE..

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Rispondo a tutti e nessuno... avete tutti postato opinioni interessanti!

La ricerca richiede fondi e, con l'attuale situazione ingenerata da decenni di sperpero, ovviamente non siamo nelle condizioni degli USA o altri paesi emergenti che possono eccellere in moltissimi settori.

Ma analogamente, il discorso "esistono ALCUNE nicchie in cui si fa innovazione" non mi trova concorde, per il semplice fatto che è una pretesa assurda quella di avere aziende o enti che eccellano in OGNI settore: a me sembra scontato che l'eccellenza sia, per definizione, limitata! Come potrebbe essere altrimenti?

Ad ogni modo, abbiamo aziende leader mondiali o comunque con posizioni di rilievo negli ambiti più disparati. Peccato non averne di più, ma meglio poco che niente (data anche la congiuntura economica degli ultimi 10 anni).

Purtroppo, come scritto da molti prima di me, i miliardi che i nostri nonni, i nostri genitori e noi stessi hanno/abbiamo versato e verseremo in futuro allo Stato sotto forma di tasse e balzelli vari, sono stati/sono e saranno in larga parte SPRECATI. Questo è il dramma di questa nazione.

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@Wolf

hai perfettamente ragione

avevo mentalmente incluso Alenia Spazio nel calderone Finmeccanica

nell'industria aerospaziale esistono ancora competenze e posizioni da difendere

 

volendo essere ancora più precisi abbiamo anche cose interessanti nell'elettrotecnica

nella cantieristica navale

e nel settore delle tecnologie per esplorazioni e trivellazioni petrolifere (Saipem)

 

ma: l'Olivetti, che pure è stato un assoluto innovatore nel campo dell'elettronica e dei pc, è morta

morta tutta la chimica (Montedison)

morta l'industria farmaceutica (Carlo Erba etc.)

morta l'elettronica per TLC (Italtel e Telettra)

morta l'eccellente Nuovo Pignone, che faceva cose egregie nel campo delle turbine per produzione di energia elettrica (oggi una branca di GE)

morta l'informatica (Finsiel praticamente si è estinta)

e sicuramente c'è dell'altro che adesso non mi viene in mente

dietro ognuno dei nomi fatti in precedenza

c'è spesso un fallimento "politico" e non industriale

su cui sarebbe troppo lungo dilungarsi

per fare un esempio calzante, la Francia, che aveva un tessuto industriale molto simile a quello italiano

(in larga parte dominato dall'economia di stato)

non lo ha lasciato andare in malora o "malamente" privatizzato come è stato fatto qui

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Perchè piangersi addosso? Questo paese è grande e può dare tanto a tutto e a tutti noi e agli altri. Ha sempre imitato e copiato gli altri Paesi per potersi dichiarare moderno e progredito o competitivo, arriverà anche per noi, il giorno della svolta, ne sono sicuro e sono ottimista, perchè col pessimismo credetemi, non si va da nessuna parte....da nessuna parte.

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Anelif, qui non è questione di essere ottimisti o pessimisti, è questione di guardare in faccia alla realtà.

Posso riportarti come esempio il settore in cui vorrei fare ricerca: il settore biomedico-fisiopatologico.

Io studio scienze biologiche, e parlando con diversi ricercatori della mia università mi sono davvero reso conto che le speranze di un cambiamento sono pochissime, e te lo dice uno che cerca sempre di essere ottimista su qualunque tematica.

Per farti un esempio: qualche anno fa ho affrontato questo problema con il mio professore di microbiologia molecolare, un professore ordinario che ha pubblicato articoli scientifici nelle migliori riviste internazionali, e mi ha raccontato che il suo laboratorio percepiva dallo Stato 4000 euro all'anno per far ricerca.

Ti assicuro che 4000 euro all'anno per un laboratorio del genere sono spiccioli. Hai idea di quanto costi la strumentazione? Hai idea di quanti soldi servano per mettere a norma un laboratorio?

Con questa manovra non faranno altro che diminuire i finanziamenti, ma cosa rimarrà per i poveri ricercatori? 

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AndrejMolov89

la ricerca in italia non è mai stata tanto considerata, si crede che la figura del ricercatore sia quasi superflua, basti pensare che talune persone credono che gli scienziati abbiano una fede, più che un metodo.

In italia ci sono problemi strutturali profondi, radicati in una malaorganizzazione e soprattutto nell'incapacità di controllo: la maggior parte delle beghe fatte in questi ultimi anni sono state fatte per pigrizia. I problemi di un sistema si risolvono, la maggior parte delle volte, controllandolo e correggendolo durante l'utilizzo, in italia si crede e si ha la convinzione che i giocattoli a trazione meccanica si muovano da soli, e quando stanno fermi si tagliano via dall'angolo giochi.

Università e Ricerca sono sfortunatamente i settori più colpiti. la gente non fa più niente contro questo scempio perché non si mostrano i risultati della scienza, nè si concepisce l'idea di un sacrificio per un tempo molto lungo: in italia manca la fiducia nel futuro, la voglia di sacrificarsi.

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ecco un altro aspetto per il quale ci facciamo ridere dietro dal resto del mondo.

Ho una cara amica che fa la ricercatrice biomedica, lavora 14 ore al giorno (sabato e domenica inclusi) per 900 euro con un contratto che fa ridere i polli...è semplicemente ABOMINEVOLE...la sua credo sia una missione perchè personalmente a queste condizioni avrei mandato a fare in c..o tutto già da un bel po'.

Viva l'Italia...paghiamo un tamarro che corre dietro ad un pallone milioni di euro e facciamo morire di fame persone che fanno qualcosa di concreto ed importante per la società

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FleurDeLys

 

La ricerca richiede fondi e, con l'attuale situazione ingenerata da decenni di sperpero, ovviamente non siamo nelle condizioni degli USA o altri paesi emergenti che possono eccellere in moltissimi settori.

 

 

Fortunatamente non siamo messi come Inghilterra ed in particolare USA, con un deficit del 12% ed un debito pubblico pari al 100% del Pil poi loro hanno pure il debito privato..  Noi di questi tre elementi abbiamo solo il debito pubblico un pò più alto.. L'America rischia grosso, non è certo esempio di avanguiardia ,oggi non più...  

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Max Dorian

Sono passati i tempi in cui l'Italia era un faro per la civiltà ed il progresso culturale e scientifico.

Il punto è che i ricercatori ci sono, ma vengono trattati come professionisti inutili, superflui. E perciò sono costretti ad emigrare, spesso e volentieri, per inseguire la speranza di fare carriera.

Eppure un governo coscienzioso non dovrebbe sottovalutare i meriti e i benefici della ricerca, e quindi dovrebbe favorirla, porla tra le priorità.

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