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Corte di Cassazione: Se l'intento è offensivo è reato l'uso del termine gay


lux

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Dare del gay a qualcuno, con l'intenzione di denigrarlo, è reato. La Corte di Cassazione con la sentenza n. 10248 bolla come ingiuria il contenuto di una lettera, con cui un 71enne offendeva il destinatario ricordando il suo "essere gay". Una preferenza sessuale, si faceva notare nella missiva, che era chiaramente emersa durante una vacanza in montagna trascorsa dall'interlocutore con un marinaio. Nello scritto si faceva riferimento anche a un allontanamento subito dal destinatario da un club sportivo frequentato da ragazzini.

 

Ma non basta.

 

Uscendo dalla sfera delle preferenze sessuali l'imputato accusava l'uomo anche di aver sottratto dei documenti dai pubblici uffici e di aver favorito in un concorso la nipote dell'imputato stesso. Tanto era bastato per far scattare una condanna per ingiurie nei primi due gradi di giudizio.

Scelta confermata dalla Suprema corte che ha sottolineato come l'uso del termine gay - che in genere non ha una connotazione offensiva -  l'aveva acquistata nel caso specifico per il suo collegamento con due precisi episodi, da cui si evinceva il chiaro intento denigratorio e l'intenzione di adombrare un'accusa di pedofilia. Paradossalmente ha giocato contro l'imputato anche il suo dichiarare di essere "laico e apertissimo" e di "non giudicare i costumi sessuali di nessuno": una "excusatio non petita" che il Pm aveva invece interpretato come la chiara dimostrazione della "riprovazione dell'imputato per le tendenze sessuali del contraddittore".  

 

Fonte: Il sole 24ore

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Non mi è molto chiara la motivazione di questa sentenza... cioè... spero di sbagliarmi ma mi pare di capire che sia stato stabilito che dare del gay a qualcuno è reato in quanto "dare del gay è offensivo per la persona che riceve l'insulto" e non perchè "dare del gay a qualcuno per offenderlo è offensivo per i gay in generale". Ho capito male vero?

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Dare del ''gay'' in generale non è offensivo ma come dice alla fine in quell'articolo può diventarlo in taluni specifici casi in cui c'è un intento denigratorio e in cui si cerca di accusare di pedofilia:

la Suprema corte ha sottolineato come l'uso del termine gay - che in genere non ha una connotazione offensiva -  l'aveva acquistata nel caso specifico per il suo collegamento con due precisi episodi, da cui si evinceva il chiaro intento denigratorio e l'intenzione di adombrare un'accusa di pedofilia.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2010/03/cassazione-gay-reato-sentenza.shtml?uuid=55e20fb8-310c-11df-b27c-5b7931933a22&DocRulesView=Libero

 

Diverso invece il discorso per la parola ''frocio'' che è di per sè un insulto:

Dare del "frocio" a qualcuno è un reato. Lo sostiene la Cassazione in una sentenza appena pubblicata: "Si ravvisa nel termine frocio un chiaro intento di derisione e di scherno espresso in forma graffiante".

http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/cronaca/cassazione-2/cassazione-2/cassazione-2.html

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Andrebbe letta bene la sentenza per esteso, cosa che farò.

 

Se io scrivo a Tizio che Caio è stato espulso da un club perchè ci provava

coi ragazzini ed il fatto non è vero, sarebbe diffamazione. Se io scrivo a

Tizio che Tizio è stato espulso dal club per gli stessi motivi, non lo sto

diffamando perchè non spargo la voce ( parlo solo a lui ) quindi per poterlo

condannare devo trovare una espressione che sostanzi il reato di ingiuria,

altrimenti lo dovrei assolvere.

 

I giudici stanno applicando la legge che c'è cioè il Codice Rocco fascista.

Vi pare che si possa in esso configurare una condotta offensiva per i gay

in generale?

 

Per quel che dici tu  Mic ci vorrebbe una legge sull'omofobia e nella fattispecie

una legge che non si limiti a prevedere delle aggravanti per i reati già esistenti

ma ravvisi nella condotta potenzialmente ingiuriosa del singolo ANCHE un reato

di omofobia. A legge invariata l'unica cosa che un giudice può fare è consentire

ad associazioni di categoria ( tipo Arcigay ) di costituirsi parte civile in processi di

rilevante interesse pubblico, ma non altro.

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Ammetto di essere abbastanza confuso e di non riuscire a capire se questa sentenza introdura qualche sfumatura positiva o negativa per il mondo lgbt oppure non introduca proprio nulla di nuovo o comunque di rilevante al di fuori dello specifico caso.

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Le sentenze è sempre meglio leggerle tutte perchè i giornali tendono ai resoconti sensazionalistici e ad effetto.

 

Comunque da quello che si è capito sembra che l'ingiuria sia stata vista nel fatto che l'ingiuriato non era gay o non riconosceva di esserlo....

 

Se dico che uno sembra avere la licenza delle scuole elementari e quello invece è laureato a pieni voti, lo ingiurio primo perchè dico il falso, secondo perchè la falsità riduce di molto la sua conoscenza certificata da un pubblico diploma, anche se avere la licenza elementare per sè non è certo una cosa di cui vergognarsi.

 

Proprio per questo (quanto meno se la sentenza va in questo senso) c'è però una certa assimilazione dell'essere gay a una condizione relativamente meno apprezzabile di quella di chi non è gay....

 

E' lo stesso che avere la licenza elementare rispetto all'essere laureato.

Se dici che un laureato parla e ragiona come uno che abbia la licenza elementare lo insulti.

Se invece dici a uno con licenza elementare che parla e ragiona come un laureato, gli fai (normalmente) un apprezzamento.

 

Perchè?

Ovviamente perchè la laurea vale culturalmente e socialmente di più della licenza elementare (non per niente molti pagano per averla).

 

Sottilmente la sentenza (stando ai resoconti) insinua la stessa cosa!!  che cioè essere gay è una condizione peggiore nel senso di meno apprezzabile eticamente e socialmente che non esserlo e quindi dire che uno è gay (mentre non lo è) può essere un'ingiuria.

 

Controprova:

sarebbe stata riconosciuta come ingiuria se l'accusato avesse detto all'accusatore che era etero e questi l'avesse citato in giudizio dicendo di sentirsi insultato perchè lui realmente non è etero ma gay?  ne dubito....

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A occhio e croce, secondo me, la sentenza non dice molto di nuovo:

l'uso contestualizzato ad insinuazioni di varia natura del termine gay può

costituire una ingiuria per la singola persona, a prescindere se la persona

sia o meno effettivamente gay.

 

Se io dico gay e non frocio e però collego a questa qualifica una serie

di qualità e fatti negativi non veri, di per sè non ingiuriosi ma denigratori

e calunniosi di quella persona, io di fatto la sto offendendo.

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Se io dico gay e non frocio e però collego a questa qualifica una serie

di qualità e fatti negativi non veri, di per sè non ingiuriosi ma denigratori

e calunniosi di quella persona, io di fatto la sto offendendo.

 

E già, ma come faccio a collegare qualità e fatti negativi alla parola gay?

Evidentemente perchè in un certo contesto socio-culturale la parola gay riconduce a una condizione meno apprezzabile di quella di non gay.

Se dico a uno che è handicappato mica gli faccio un encomio, anche se essere handicappato non è in sè una colpa o una vergogna, però è senza dubbio una condizione meno apprezzabile di quella di non handicappato.

Quando uno non vede una cosa evidente gli diciamo: ma sei cieco? sottintendendo che l'essere cieco è nel nostro contesto socio-culturale meno apprezzabile che non esserlo...

 

Ripeto la controprova: sarebbe giudicato ingiuria se uno dice a un altro"etero, d'un etero che non sei altro" ?

Non credo proprio e questo indipendentemente dal fatto che lui sia realmente etero o no.

 

La sentenza (per quello che si sa) può forse essere letta come un aiuto contro affermazioni e/o giudizi omofobi, ma certo non costruisce un'eguaglianza tra l'essere gay e l'essere etero.  Anzi costruisce la difesa del gay (se la costruisce) propio sulla sua condizione di minus habens rispetto alla normalità dell'etero che invece non potrà mai essere insultato come "etero".

 

 

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Il collegamento sta nel tenore sessuale dell'insinuazione negativa.

 

Gay non può di per sè essere riferibile al favore concorsuale, a meno

che tu non mi dica che ho favorito il mio amante, ma può essere riferito

alla insinuazione di essere cacciato da un club per aver insidiato dei ragazzini.

 

Così come è ingiurioso dire: sei handicappato quindi non capisci

un tubo

 

E' ingiurioso dire: sei gay e ti hanno cacciato dal club per aver insidiato dei ragazzini

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E' ingiurioso dire: sei gay e ti hanno cacciato dal club per aver insidiato dei ragazzini

 

Ma allora è ovvio che l'ingiuria non starebbe nell'essere chiamato "gay" che sarebbe parola "neutra" ma nell'essere chiamato "insidiatore di ragazzini".....

 

Se la sentenza dice questo è un altro paio di maniche, ma allora è sbagliato come l'hanno riportata..... però vedremo quando si potrà leggerla tutta!

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fallendaydreamer

Bisogna guardare la società in cui tutto ciò viene applicato. Sappiamo benissimo che l'omofobia esiste, di conseguenza ha anche senso dare il giusto peso a qualcuno che utlizza la parola gay come offesa. E' come per il colore della pelle. Se io sono nero, non sono nè meglio nè peggio degli altri, però se qualcuno mi addita dandomi del nero, automaticamente la parola nero non è più semplicemente una mia caratteristica ma diventa un insulto discriminatorio ingiustificato sulla base di un retaggio culturale preesistente e razzista. E se qualcuno mi da del nero è giusto che venga condannato per averlo detto in tono negativo, a prescindere dal fatto che possa o non possa costituire effettivamente motivo di inferiorità (ovviamente sappiamo che come per l'omosessualità non è motivo di inferiorità). Stesso discorso per la parola gay perchè nella nostra società c'è omofobia.

L'eterofobia non esiste, quindi dare a qualcuno dell'etero non è un problema perchè l'eterosessualità appartiene alla maggioranza ed è anche socialmente accettata... quindi, senza aver letto la sentenza completa, non mi sembra che ci sia da storcere il naso...

 

Edit: rileggendo i post precedenti, qualcuno aveva già detto, parola più parola meno, le stesse cose che ho detto io adesso :asd:

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Io ho parlato di insinuazione negativa, l'esempio fatto da me è una denominazione

diretta per far capire il collegamento fra le due cose, senza dover ricorrere a perifrasi.

 

correggo allora in:

 

Io dico gay + un lungo discorso insinuante e spregiativo da cui emerge senza

dirlo apertis verbis, ma in modo inequivoco, che ti sto dando del molestatore-insidiatore.

 

Io devo fare 1+2 per avere la condotta ingiouriosa

 

1 non basta

2 non basta

1+2 bastano

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Io ho parlato di insinuazione negativa, l'esempio fatto da me è una denominazione

diretta per far capire il collegamento fra le due cose, senza dover ricorrere a perifrasi.

 

correggo allora in:

 

Io dico gay + un lungo discorso insinuante e spregiativo da cui emerge senza

dirlo apertis verbis, ma in modo inequivoco, che ti sto dando del molestatore-insidiatore.

 

Io devo fare 1+2 per avere la condotta ingiouriosa

 

1 non basta

2 non basta

1+2 bastano

 

 

Certo, i casi sono due

1) la sentenza collega il termine "gay" in sè a qualcosa di poco lodevole in qualche modo (così sembrerebbe da come è stata riportata)

2) la sentenza non ricollega il termine "gay" in sè a qualcosa di poco lodevole in qualche modo, ma il collegamento deve essere fatto con altre parole e/o allusioni

 

Nel primo caso non è certo una sentenza gay friendly anche se può essere utilizzata contro l'omofobia.

Nel secondo caso è certamente una sentenza gay friendly anche se l'utilizzo contro l'omofobia mi sembra difficile.

 

Però, nel secondo caso, al posto di "gay" devo poter mettere "X"  cioè qualsiasi parola, altrimenti ricadiamo nel primo.....

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Bisogna guardare la società in cui tutto ciò viene applicato. Sappiamo benissimo che l'omofobia esiste, di conseguenza ha anche senso dare il giusto peso a qualcuno che utlizza la parola gay come offesa. E' come per il colore della pelle. Se io sono nero, non sono nè meglio nè peggio degli altri, però se qualcuno mi addita dandomi del nero, automaticamente la parola nero non è più semplicemente una mia caratteristica ma diventa un insulto discriminatorio ingiustificato sulla base di un retaggio culturale preesistente e razzista. E se qualcuno mi da del nero è giusto che venga condannato per averlo detto in tono negativo, a prescindere dal fatto che possa o non possa costituire effettivamente motivo di inferiorità (ovviamente sappiamo che come per l'omosessualità non è motivo di inferiorità). Stesso discorso per la parola gay perchè nella nostra società c'è omofobia.

L'eterofobia non esiste, quindi dare a qualcuno dell'etero non è un problema perchè l'eterosessualità appartiene alla maggioranza ed è anche socialmente accettata... quindi, senza aver letto la sentenza completa, non mi sembra che ci sia da storcere il naso...

 

Edit: rileggendo i post precedenti, qualcuno aveva già detto, parola più parola meno, le stesse cose che ho detto io adesso :asd:

 

 

Il caso del "nero" o meglio del "negro", non collima bene perchè non mi sembra che i "negri" chiamino se stessi "negri", anzi mi risulta che si offendano, mentre i gay mi risulta che generalmente chiamano se stessi "gay" e non si offendano.

 

Il caso del "negro" collima bene se paragonato con il termine "frocio" o "culo" o "ricchione" ecc.

 

Infatti non dimentichiamo che stiamo parlando del termine "gay" che non è spregiativo per chi è gay (quanto meno di norma perchè io ho conosciuto qualche gay che si offende.....)

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Scusami...ma non capisco tutti questi paragoni.

 

Frocio= ingiuria e non ci piove

 

Gay di m****a = ingiuria

 

( esattamente come se io dicessi ad un etero:

 

Etero di m****a ; Che poi il gay non lo dica spesso e l'etero sì, è

 

altro paio di maniche è un problema psicologico, sociale, ma non giuridico )

 

La peculiarità di questo caso è solo il fatto che a gay non segue un insulto esplicito

ma una lettera sostanzialmente diffamatoria. In sintesi non esiste una parola o un

aggettivo esplicitamente ingiurioso e offensivo, ma il contenuto diffamatorio viene

ritenuto denigratorio della omosessualità e quindi denigratorio di questa persona.

 

Non vedo il problema

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fallendaydreamer

Concordo con Hinzelmann.

Il caso del "nero" o meglio del "negro", non collima bene perchè non mi sembra che i "negri" chiamino se stessi "negri", anzi mi risulta che si offendano, mentre i gay mi risulta che generalmente chiamano se stessi "gay" e non si offendano.

Il caso del "negro" collima bene se paragonato con il termine "frocio" o "culo" o "ricchione" ecc.

Infatti non dimentichiamo che stiamo parlando del termine "gay" che non è spregiativo per chi è gay (quanto meno di norma perchè io ho conosciuto qualche gay che si offende.....)

Io ho usato apposta la parola "nero". A parte che io anche nella parola "negro" non vedo nulla di dispregiativo, dato che significa "Che fa parte di una delle razze di ceppo negroide, caratterizzate da pelle scura, naso schiacciato e capelli crespi". E' tutta una convenzione sociale, per la quale si utilizza "di colore" per indicare chi ha la pella scura, e per la quale nero e negro hanno assunto col tempo un'accezione negativa. Ma nero è un aggettivo perfettamente neutro che è stato demonizzato in seguito... perchè veniva utilizzato in modo dispregiativo appunto, da noi però, perchè i neri erano discriminati, non perchè nasceva come dispregiativo... Stesso discorso per la parola gay. Non ha nulla di negativo, dipende da come la si usa, sapendo che nel sentire comune l'omosessualità non è socialmente accettata e quindi può essere utilizzata per denigrare qualcuno.

 

Io non so come i neri chiamino se stessi... ma mi farebbe sorridere sentirli dire "noi che siamo di colore" :asd:

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Dal mio canto se qualcuno mi desse del "gay" lo sentirei come una piccola offesa (c'è anche da chiarire che c'è gente che lo dice involontariamente, e quelli sono perdonati all'istante). Ma ragioniamo su questo punto: gli eterosessuali non hanno "secondi nomi". Sono eterosessuali. Punto. Perchè io, a causa della mia sessualità, devo sentirmi rivolgere la parola "gay" e non "omosessuale"? Eterosessuali:etero=omosessuali=omo.

 

Che ne pensate?

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Mah, a me sembra un pò una cavolata.

Alla fine il termine gay in se non ha in nessun modo significato negativo per cui non vedo perché una persona dovrebbe offendersi. Cosa del tutto diversa se prendiamo in esempio termini come: frocio, checca, sfranta, culattone, ecc.. ecc.

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Cioè se io vi dicessi:

"Non ti meriti questa promozione,

perché sei una lesbica/un gay"

voi non mi offendereste?

Perché il caso è questo.

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