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Fenomenologia della Binetti


G77

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Vi segnalo un articolo di Luca Telese che credo sia la più lucida analisi del fenomeno Binetti esistente a tutt'oggi. Di come sia inscalfibile nelle sue convinzioni e di come anzi essere bersagliata da tutti la fortifichi ancora di più. Di come sia davvero un cavallo di Troia dentro il PD e di come sia il piccolo sassolino in grado di incastrare un meccanismo enorme. Eccone un estratto:

 

L’avevo intervistata più volte, quanto basta per capire che lei non inseguiva tornaconti, non ha ambizioni personali. Piuttosto si sente come una guerriera crociata, che deve difendere la croce e Cristo in questa battaglia di testimonianza in Parlamento, esattamente come un soldato del medioevo si doveva immolare per il santo sepolcro. Dopo la valanga di polemiche che le precipitarono addosso per aver definito l’omosessualità una malattia inventò una sua forma di espiazione privata, credo sincerissima. Andò ad accudire la collega Paola Concia, che all’epoca conosceva appena, in un delicato intervento per un tumore. Non era una furbata, come ha volgarmente ipotizzato qualcuno: era l’unico contrappasso umano che potesse aggirare il suo problema ideologico anti-gay, il suo dogma identitario. Era la via del samaritano, imboccata per controbilanciare la ferocia della guerriera crociata. Ieri, l’inconciliabilità di questa soluzione si è risolta teatralmente con il voto della Binetti speso per affondare la legge della Concia. La pietas umana non poteva distogliere il guerriero di Cristo dalla sua missione. Ed è questo il vero motivo per cui la Binetti deve essere laicamente espulsa dal Pd: lei non se ne andrebbe mai, perché affermare la sua fede tra gli infedeli è ai suoi occhi un elemento di merito: essere dileggiata, attaccata, odiata, è parte della sua missione di testimonianza, solo un altro modo di indossare un cilicio.

 

L'articolo completo è qui: http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2356501&title=2356501

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lo trovo molto condivisibile.

 

Soprattutto nella parte in cui si spiega che con il "problema binetti" si maschera in realtà un problema politico, frutto dell'incapacità del PD di fare scelte in campo di laicità e diritti LGBT. Rutelli e Veltroni a mio avviso sono molto piu colpevoli della Binetti, visto che son loro ad averla candidata, e tutto si puo dire tranne che la binetti sia ipocrita, perché non ha mai negato le sue posizioni.

 

Che Franceschini lo scopra adesso é davvero surreale. E strumentale alla corsa per la segreteria.

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Mi spaventa non la presenza della Binetti nel Pd, mi spaventa immaginare le ragioni per le quali

ci può essere arrivata ed è stata accolta.

 

Mi spaventa la sua stessa presenza in Parlamento, a prescindere da quale sia la parte politica in

cui sieda. In qualunque parte politica vada, la peggiorerà fino all'inverosimile.

 

La storia dell'assistenza alla Concia mi ferisce per quest'ultima. Non sapevo che avesse avuto e sia stata

operata di un cancro. Se la Binetti è andata a trovarla, e la Concia ha creduto in un atteggiamento di amicizia, è

stata usata, o beffata, in un momento in cui qualunque persona sarebbe debole e impaurita.

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Beh, sono rassicurato dal racconto di Anna Paola Concia: credevo ci fosse stato qualcosa di più intimo,

personale, viceversa è stata una visita di cortesia condotta con garbo e con stile: «niente di più,

niente di meno». Anch'io come Anna Paola preferisco un avversario aperto

che un subdolo amico: magari i nostri nemici o avversari fossero tutti dichiarati, non è così.

 

Dove dissento totalmente da lei è nel credere che noi abbiamo la missione o il compito di persuadere

gli omòfobi che hanno torto. Qui c'è una grande ingenuità, e anche dei limiti culturali, della Concia.

In un certo senso, anche lei santifica la sua vita costringendosi a questo confronto/missione che è

destinato a fallire: e non vorrei che i fallimenti le procurassero qualche incitamento a continuare in questo,

qualche strano e sbagliato senso di ricompensa - non voglio dire di piacere, perché non mi va di

esagerare nel parallelo con la Binetti, con il suo cilicio. Però però.

 

Forse la Concia non ha riflettuto abbastanza sulla natura simbolica dello sport: il gioco duale, lo scontro

agonale, è una magnifica astrazione, è un corpo a corpo sublimato, mentre la politica è tutt'altro.

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Guest glitter

Preferirei vedere il Diavolo in persona piuttosto che la Binetti al mio capezzale.

 

Certa gente, così fuori luogo nel 2009, dovrebbe tornarsene ai canoni del Medio Evo da cui proviene.

 

Vuoi portare la croce, vuoi portare il cilicio? Fatti tuoi, ma sei pregata di non intrometterti nè mettere bocca in cose che non ti riguardano, come ad esempio la mia vita, nè dispensare consigli ove non sono richiesti.

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Secondo me la presenza della Binetti è una delle cose che rendono il Pd un partito insensato.

 

Come insensato? E' un mischione di tutti i politicanti che si trovavano fuori dalla destra "moderata", proprio come il pdl è un mischione dei politicanti di centro destra  :sisi:

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Il PD è un'operazione commerciale, un'alleanza elettorale tra due partiti sul cui acceleratore spinse Prodi per avere un partito dietro di sé che lo sostenesse nell'azione di governo.

Quest'accelerazione è stata fatale per svariati motivi:

- non c'è stato il tempo di elaborare una piattaforma programmatica realmente condivisa, al di là di programmi di amore per tutto e per tutti;

- non sono stati creati veri organi: lo statuto è scritto a cazzo di cane, l'assemblea è troppo numerosa e quindi non può fare altro che votare si/no senza discutere, c'è un comitato esecutivo nominato non si sa da chi che di fatto detiene tutti i poteri;

- non c'è una visione comune del mondo, e quindi un motivo per stare insieme che non sia un generico riferimento ad un riformismo di stampo moderato.

- non c'è un vero leader, e chi ci prova viene massacrato in nome del potere e delle convenienze personali e di corrente.

 

A destra l'operazione maquillage piacque così tanto che fu replicata. Ma lì era più semplice, perché visione del mondo, statuto, organi... lì decide Berlusconi punto e basta.

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