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etichette e raziocino


phepye

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spesso al tg o su youtube sento frasi di ragazzi che lasciano a bocca aperta :

-io sono emo perchè mi taglio ... ;)-

oppure a politeama (piazza Castelbuono ribattezzata piazza sk8 .. :ok:;)) ci sono ragazzi (anche grandi tipo diciotto anni venti ;)) che si spacciano per metallari emo truzzi fighetti punkabbestia senza neanche sapere cosa siano di preciso queste etichette. ;)

ora il problema è : perché i ragazzi tende ad etichettarsi in base alla musica che ascolta ? è un argomento che mi colpisce...la musica  è stata sempre libera da pregiudizi (house e napoletana esclusa poiche quello è rumore)quindi  perchè affibbiarsi un etichetta in base alla musica che si ascolta ? la società è impazzita o sono io che sono disadattato? oppure pensare a certi buffoni che si credono metallari e urlano un growl quando in realta sono solo palliati e poser  ;) ?

se qualcuno vuole rispondere al mio dubbio  o vuole parlarne è libero di dire cio che pensa !

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ciao Phepye :ok:

Diciamo che avevo la testa piena di musica commerciale...o meglio non ho nulla in contrario contro la musica commerciale ma ero confusa.

Avevo un'idea del punk rock e altro completamente sfasata!

Emo=ragazzo/a con il ciuffo che si taglia

Punk=ragazzo/a con la cresta

Metallaro=ragazzo con lunghi capelli,che veste sempre nero

.

Ma riprendendomi fortunatamente ho capito che questi gruppetti di ora,come possono considerarsi emo...punk o il resto?

Insomma è un modo per essere fighi dato che ora vestirsi da ''emo'' va di moda.

Avrei voglia di conoscere persone che ne sanno un sacco di musica...e queste persone credo che non sappiamo quali siano le origini di questi generi (neppure io ma mi sto finalmente documentando)  ;)

E' una cosa commerciale...insomma frasi del tipo:''sono emo perché mi taglio...''verrebbe da prenderli a schiaffi  ;)

Purtroppo tu hai detto che la musica è sempre stata libera da pregiudizi? Bè dopo tutte queste cose che ho vissuto anche di persona ;) dimmi un pò te  ;)

Troppo fissati sul modo di apparire starò divagando xD ma è quello che mi succede!

Sentirmi dire:''tu sei emo!'' cacchio o.o avevo solo la frangia agli occhi! e personalmente non mi sento emo punk o il resto! Sarebbe un'insulto non sono abbastanza informata...xD e quei tipini ripeto che dicono sono emo perché emo è emozione...ok nulla in contrario...ma loro seguono dico la maggiorparte la musica emo nata in questo periodo.

Poi la musica napoletana e house non mi è mai piaciuta...poi ognuno ha i propri gusti ^^

 

Sai cosa sarebbe bello e cosa per me è davvero giusto? La musica che uno ascolta non deve necessariamente influenzare il modo di vestire.Voglio dire non è che mi sveglio la mattina e dico ora sono punk! Solo nel vestire...questo ripeto è un'insulto bello e buono.

La mia amica me lo ripete da anni...essere diversi sta andando di moda.Non hai notato? Migliaia di ragazzi che seguono questo solo per sentirsi fighi.Anche io vedevo questo mondo favoloso ma poi ho capito e mi sono detta ma chi prendo in giro.Non posso essere qualcosa solo per seguire gli altri o peggio la moda.

Sarebbe bello se mi facessi anche un bel bagaglio culturale sulla musica  ;)

Spero di non aver divagato e di non essermi ripetuta ^^

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"Palliati"? Cosa significa?

 

Io non ho ben capito la questione.

Se io dico "sono emo"

di cos'altro ho bisogno

per essere considerato emo?

C'è un modo giusto per esserlo?

 

L'idea di identificarsi per la musica che si ascolta

è una tendenza nata negli anni Ottanta,

mentre nei Settanta ci si divideva

soltanto per le idee politiche.

 

Ma mentre negli Ottanta

ci si odiava per le diverse appartenenze;

ora si è aggressivi verso chi non è veramente

quello che sembra.

 

E' una tendenza quella di dare del poseur

che mi pare sia cresciuta moltissimo.

Ora si dice:

"Non mi piaci perchè NON sei un VERO metallaro, punk, truzzo..."

e non più: "Non mi piaci perchè sei un vero metallaro, etc..."

 

Il termine "poseur" è un termine dei Goth,

ma ora viene esteso indistintamente

a tutte le sotto-culture giovanili.

 

Ormai se io indico un punk per la strada,

il ragazzo vicino a me dice sempre:

"Massì, quello farà il punkabbestia coi soldi di papi"

senza neppure conoscerlo.

 

Allo stesso modo quando mi indicano qualcuno

tutto truzzetto e firmato, io aggiungo sempre:

"Poverino, chissà quanti sacrifici fa per sembrare ricco"

 

Gli Anni Zero sono gli Anni dei Poseur.

Tutti considerano tutti poseur e danno per scontato

che "non sappiano davvero cosa significhi essere xxx"

La trovo una condizione ben strana :ok:

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è strana si come situazione Amedel :ok: diciamo che non riesco molto a esprimere un pensiero sensato su questo argomento. A me da fastidio solo che ora vada di moda essere emo,punk,insomma essere diversi!

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Le etichette sono degli artfici adolescenziali nati per rendere meno noiosa la vita sociale e per rendere più facile l'aggregazione in gruppi.

Assolutamente inutili e depersonalizzanti, raggruppano delle masse in uno stesso vestiario e "stile" con la stessa musica.

Tristezza di sottofondo... non esiste un "non saper come essere X"

esiste solo un "sanno benissimo perchè esserlo".

Ps. xkè poseur? non viene dall'inglese il poser?

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Credo che alla base ci sia il bisogno di sentirsi parte di un gruppo, e per esserne parte ovviamente è necessario adeguarsi ad un certo stile che renda il soggetto in questione riconoscibile dagli altri membri di questo gruppo.

 

Almadel, è verissimo quello che dici, in questo periodo chiunque dichiari di essere un determinato qualcosa va quasi inevitabilemte incontro ad un terzo grado per stabilire se è "autentico" o no, o meglio, per dimostrare che non lo è! E questo credo che accada perchè ultimamente dilaga una tale superficialità nel diachiararsi questo o quello, che chi al contario si riconosce davvero in una determinata corrente, conosce, ad esempio, la storia della musica o la filosofia su cui si basa quella corrente, diventa prevenuto nei confronti di tutti gli altri.

 

Come fare ad essere DAVVERO ciò che si dichiara di essere? Certo, non è semplicissimo da stabilire, ma farò un esempio: prendiamo la solita ragazzina con le extencions fuxia e la magliettina a righe che dichiare di "essere una PUNK!". "Ah sì, e che musica ascolti?" rispondo io, magari con le più sincere intenzioni di parlare di buona musica. "Ascolto Avril Lavigne!"

Ora, dimmi tu se una non dovrebbe prendere un soggetto simile a colpi di dischi dei Sex Pistols...

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Marigold, riporti un dramma frequente...

io non capisco, perchè un "punk" non dovrebbe poter ascoltarsi Avril Lavigne...

perchè, non può adottarne solo il vestiario?

Visto? Le etichette sono limitanti,

e ridicole.

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Può adottarne solo il vestiario se vuole, ma in tal caso io non lo definirei un punk. Sono daccordissimo riguardo al fatto che le etichette sono riduttive e spesso sfociano nel ridicolo, e senza dubbio un punk può benissimo ascoltare Avril Lavigne se ne ha voglia (se no veramente si diventa integralisti!) ma almeno, se ti prendi la briga di definirti punk (e quindi inserirti tu stesso, di tua spontanea volontà all'interno di un'etichetta) abbi anche la coerenza di documentarti un pochino sulla storia di quel movimento. Tra l'altro, metti che poi scopri che ti fa schifo!!  :ok:

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Credo che alla base ci sia il bisogno di sentirsi parte di un gruppo, e per esserne parte ovviamente è necessario adeguarsi ad un certo stile che renda il soggetto in questione riconoscibile dagli altri membri di questo gruppo.

 

La maggior parte dei giovani non pensa, è questo il problema. Tutti prendono per oro colato quello che i media trasmettono.

 

Non si interessano di politica, lettura e per quanto riguarda la musica si limitano a conoscenze superficiali, dettate dalle mode. Quel tanto che gli basta a dire perchè sono emo, punk o metallari. Le mode stanno portando le nuove generazioni verso un barato di stupidità, superficialità e banalismo dal quale difficilmente usciranno... E io sarò dall'altra sponda a guardarli mentre precipitano come una massa di pecore, soddisfatto.

 

Se Politica, Letteratura e Musica in linea di massima erano ciò che permettevano di "riunire i giovani in gruppi" ora lo sono, ad esempio, il seguire le mode... vedere chi si ubriacherà nel week-end o sfottere... uno schifo... E parlo per esperienza diretta, visto che ci convivo ogni giorno con comportamenti del genere.

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Già, mi sa che il problema è proprio questo: la superficialità, la tendenza a seguire la moda del momento senza porsi troppe domande. E questa mancanza di senso critico riguarda, purtroppo, anche la politica, l'attualità e tutto il resto. Bel problema davvero.

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Può adottarne solo il vestiario se vuole, ma in tal caso io non lo definirei un punk. Sono daccordissimo riguardo al fatto che le etichette sono riduttive e spesso sfociano nel ridicolo, e senza dubbio un punk può benissimo ascoltare Avril Lavigne se ne ha voglia (se no veramente si diventa integralisti!) ma almeno, se ti prendi la briga di definirti punk (e quindi inserirti tu stesso, di tua spontanea volontà all'interno di un'etichetta) abbi anche la coerenza di documentarti un pochino sulla storia di quel movimento. Tra l'altro, metti che poi scopri che ti fa schifo!!  :ok:

definirsi ed etichettarti però, come ben dici, è riduttvo.

Però se io mi vesto da punk, e vado in giro, e mi ferma una persona e mi dice "wow che figo sei punk... che ascolti?" io rispondo: "guarda, io ascolto i Green Day..." e un pò le cadono le braccia ma voglio dire, problemi suoi.

Allo stesso tempo io personalmente di etichette ne ho provate varie durante la mia adolescenza, e solitamente mi ci chiudevo anche negli stili musicali... ora invece posso dire felicemente che trovo molto più figo essere me stesso, e mi piace! (:

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ora invece posso dire felicemente che trovo molto più figo essere me stesso, e mi piace! (:

 

Ben detto! Dopotutto credo che siamo tutti individui troppo sfaccettati per ingabbiarci in un'etichetta striminzita  :ok:

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Sarà che mi scandalizzano altre cose...

di Cristiani che non hanno mai letto il Vangelo

ce ne sono di più che non di Punk

che non sanno chi sia Sid Vicious

o di Emo che non... boh, non so cosa serva

per essere un vero emo...

 

Se lo fai a sedici anni per sentirti inserito

in un gruppo di ragazze che ti sembrano "fighi",

è sicuramente meglio piuttosto che sposarsi in Chiesa a trent'anni

- anche se te ne freghi - per sentirti inserito in parrocchia

o fare bella figura con le nonne

(fossero "fighe" le nonne o i parrocchiani, capirei...)

 

Di "mode" ce ne sono quante ne volete;

da ragazzi si ha bisogno di socializzare,

ma di "poseur" ce ne sono sempre stati e di tutte le età.

"Comunisti" per fumarsi le canne, "fascisti" per andare allo stadio.

senza nessuna idea di Marx o Nietzsche.

 

La musica è importante, ma non così tanto;

sparate un colpo in testa a un Punk

proprio solo se ascolta Iva Zanicchi.

:ok:

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le etichette sono comode per definire e definirsi, senza le etichette non ci sarebbero romanticismo e illuminismo, futurismo e impressionismo. Magari quelli che noi chiamiamo cubistu un tempo venivano etichettati come quelli che vogliono rappresentare un'oggetto in tutte le sue facce, anche quelle nascoste.

Senza dubbio c'è un uso inflazionato di etichette soprattutto nel definire appartanenze poco chiare e indefinite ma non possiamo criticare l'utilizzo delle categorie nel classificare (azione innata dell'uomo)

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Secondo me tutto il discorso non ha senso.

 

Io sono metallaro perché la musica che mi piace di più è il metal. Il resto è fuffa e volersi mostrare troppo attaccati ad un'etichetta non è altro che una poserata.

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questo è discorso interessante...

mi sono sempre chiesto perchè mi si dovesse inserire per forza in qualche categoria...  :look:

è stata una costante della mia vita scolastica (appena finiti evvai!)

alle medie ero una "zecca" :look:

i primi anni di superiori ero un "satanista"  :cool:

poi sono stato un "punk"  :cry:

poi un "emo" [e certo se ti lisci i capelli sei un emo(poveri capellini miei :look:)]

ora variano da metallaro a goth a dark ma la categoria più gettonata è "darkettone" (one a chi?)

 

ma io non ho mai voluto essere inserito in qualche gruppetto facevano tutto da soli

anche perchè con gruppi di questo genere non puoi avere delle vere discussioni

appena tocchi una loro band-idolo diventi indegno di frequentare il gruppo

 

e poi in base a quale principio dovrei rientrare in una categoria piuttosto che in un'altra?

in base all'abbigliamento sarebbe superficiale e anche abbastanza stupido visto che posso variare da un giorno all'altro

in base alle preferenze musicali sarebbe impossibile visto che nello stesso i-pod convivono felicemente i Cinema Strange, Loreena McKennitt, David Bowie e tanti altri...

 

si potrebbe dire che nessuno può etichettarti ma lo puoi fare da solo ma a questo punto che senso ha dire "io sono un punk"(ehmbè?)?

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io nel periodo medie  e liceo ero "diversa" perché ero normale.

bel paradosso  :cool: prima ti facevi un tatuaggio o un percieng e eri strano, uno sbandato che il tatuaggio se lo sarà fatto fare in carcere.

adesso se non hai piercing e/o tatuaggi sei un alternativo.

 

comunque le etichette di questo genere sono sempre esistite,

quando avevo 14 anni c'erano zecche, pariolini e coatti, ora ci sono emo, truzzi e indie, non capisco che c'è da stupirsi... cioè, in realtà c'è da stupirsi ma solo da una certa età in poi, tipo se un/una 18 enne mi si presenta con "ciao, io sono emo. tu che sei?" mi preoccupo alquanto, mentre se lo sento da un under 18 penso solo che sia scemo.

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BASTA.

Io mi sono rotto di vivere in una società che non fa altro che sfornare etichette a profusione. Ne ho i 'cosiddetti' pieni di vedere persone sbandierare il proprio stile o il proprio modo di essere di qua e di là. Ma perché ci si deve sempre catalogare in qualcosa che è esterno a noi? a me tutto ciò pare più una limitazione che un ampliamento della conoscenza umana.

Salve a tutti, sono Giacomo, ho 18 anni, non sono bellissimo (anzi), ascolto la musica che mi pare e piace, ho una mente pensante e trovo ridicolo chi agogna una propria etichetta, tant'è che trovo estremamente bello essere al di fuori di tutto ciò. Non ne posso più di sentire 'emo', 'metal', 'alternative', 'twink', 'punk', 'minimal', 'popkillerino', 'gay', 'etero'.

Siamo fatti tutti della stessa pasta. TUTTI. Non ho mai capito perché l'uomo si sia sempre spinto nel voler frazionare il suo essere. Si può essere tutto e niente, l'alfa e l'omega. Che senso ha sbandierare, ad esempio, il proprio esser metal e comportarsi di conseguenza? questo è un mondo che deve proseguire sulla strada della felicità, perché creare dissapori all'interno della categoria 'homo sapiens'?

Continuo a rimanere basito - ed a tratti inebetito.

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io nel periodo medie  e liceo ero "diversa" perché ero normale.

bel paradosso  :rotfl: prima ti facevi un tatuaggio o un percieng e eri strano, uno sbandato che il tatuaggio se lo sarà fatto fare in carcere.

adesso se non hai piercing e/o tatuaggi sei un alternativo.

 

cmq le etichette di questo genere sono sempre esistite,

quando avevo 14 anni c'erano zecche, pariolini e coatti, ora ci sono emo, truzzi e indie, non capisco che c'è da stupirsi... cioè, in realtà c'è da stupirsi ma solo da una certa età in poi, tipo se un/una 18 enne mi si presenta con "ciao, io sono emo. tu che sei?" mi preoccupo alquanto, mentre se lo sento da un under 18 penso solo che sia scemo.

 

Quanto è vero... senza contare che se non ricordo male tu sei più giovane di me. Quando andavo al liceo io, di gente con piercing in faccia ce n'erano pochissimi e mio padre li guardava come fossero il diavolo!

Io purtroppo conosco, o meglio conoscevo, una persona che ormai è più vicina ai 30 che ai 20, e che è inseritissima nella "cultura" (pfui) emo, al punto da fare su Youtube una risposta acidissima a un video parodia che era tipo "10 buoni motivi per essere emo". La persona in questione se l'è presa a malissimo e ha fatto una video-risposta stizzita che voleva essere divertente e non ci riusciva per nulla - il genere di cosa che ti aspetteresti da una 15 enne a cui hai toccato il suo idolo e allora ti dice che sei uno stronxiximo. Non da un cosiddetto adulto.

Quando uno si trova a fare queste cose passati i propri teen è solo il segno che da solo non riesce ad essere qualcuno, e deve per forza inserirsi in qualcosa di più grande per sentirsi parte di qualcosa.

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Guest macavity

Riguardo questo argomento mi considero abbastanza fortunata.

Vivo infatti in una città dove, per quanto certe etichette siano di moda soprattutto tra i ragazzini delle medie, sono in realtà molto deboli. E anzi alcuni "generi" (non so come altro definirli) sono davvero poco diffusi tanto che, se incontrassi un emo, tanto per fare un esempio, avrei difficoltà a riconoscerlo, semplicemente perchè dal vivo ne ho visti pochi. (ebbene sì, vivo sulla luna!)

Questa poca importanza che in genere si dà alle etichette, e il fatto che frequento persone con un cervello, mi permette di uscire con ragazzi con gusti musicali molto diversi dai miei, senza che nessuno per questo si scanni. Se con una persona non ho la musica in comune, semplicemente non si parla di musica. Non vedo dove sia il problema!

Il punto è che non capisco quest'importanza che si dà alla musica. Alla fine dei conti, "sono solo canzonette!"

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BASTA.

Io mi sono rotto di vivere in una società che non fa altro che sfornare etichette a profusione. Ne ho i 'cosiddetti' pieni di vedere persone sbandierare il proprio stile o il proprio modo di essere di qua e di là. Ma perché ci si deve sempre catalogare in qualcosa che è esterno a noi? a me tutto ciò pare più una limitazione che un ampliamento della conoscenza umana.

Salve a tutti, sono Giacomo, ho 18 anni, non sono bellissimo (anzi), ascolto la musica che mi pare e piace, ho una mente pensante e trovo ridicolo chi agogna una propria etichetta, tant'è che trovo estremamente bello essere al di fuori di tutto ciò. Non ne posso più di sentire 'emo', 'metal', 'alternative', 'twink', 'punk', 'minimal', 'popkillerino', 'gay', 'etero'.

Siamo fatti tutti della stessa pasta. TUTTI. Non ho mai capito perché l'uomo si sia sempre spinto nel voler frazionare il suo essere. Si può essere tutto e niente, l'alfa e l'omega. Che senso ha sbandierare, ad esempio, il proprio esser metal e comportarsi di conseguenza? questo è un mondo che deve proseguire sulla strada della felicità, perché creare dissapori all'interno della categoria 'homo sapiens'?

Continuo a rimanere basito - ed a tratti inebetito.

Come non quotare?

Questo ragazzo ha capito il "vero" senso del topic.

 

Noi stessi ci affiggiamo etichette, da quando siamo nati. Cioè "persone inserite in società".

Cosa vuol dire? Che la società ci ingloba, noi ne siamo permeati, a tal punto da denigrare chi appartiene ad un'altra categoria.

 

E' questo quello che siamo realmente? No, sono sicuro di no. Noi siamo uomini, siamo esseri umani, non abbiamo bisogno di ridicole etichette, che saranno anche comode per omologarci, ma che alla fine non servono a nulla, se non a contenere invano l'universo presente nella nostra mente.

 

A che scopo cercare di dare un ordine al caos, dato che inevitabilmente tutto vi ritornerà?

Personalmente, io sono io, e ciò mi basta. Tutte le parole atte a descrivermi o, ancora peggio, catalogarmi sono strettamente, inevitabilmente e sicuramente inutili.

 

Poi, ovviamente questo è il mio pensiero: con questo non voglio ledere la sensibilità di nessuno (ammesso che il mio commento l'abbia lesa).

 

 

PS, rivolto all autore del topic: Ho letto una frase del tuo primo post che non mi è piaciuta (e cioè "tranne House e musica napoletana, che quello è soltanto rumore", forse non cosi' ma il senso è quello).

Ebbene, sai che anche il rumore è un suono? Solo perché a te qualcosa non piace, non vuol dire che tu debba denigrarlo. La musica è musica, punto. C'è a chi piace, c'è a chi non piace. Se non ti piace la musica House, benissimo! Non ascoltarla! Ma non puoi considerarla "rumore" solo perché a te non piace, perché se ti guardi intorno, gente che fa musica House o napoletana c'è, e pure tanta. Ciò vuol dire che piace, ma come potrebbe piacere un rumore?

Con questo non voglio generare inutile flame, o iniziare battibecchi che considero inutili, ma soltanto porre una precisazione su una cosa contraddittoria: se consideri le etichette inutili, allora non puoi pensare di etichettare la musica come "rumore".

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Inutile dire che non sono d'accordo per niente Hanzatsu. Innanzitutto sembri sostenere che le etichette servono a denigrare chi appartiene a categorie differenti... cazzate. Non è perché io mi etichetto lesbica che odio gli etero, o, se vogliamo rimanere nell'ambito della musica visto che di quello stavamo parlando, non è perché io NON mi etichetto metallara, che significa che i metallari mi stanno sul cazzo o tantomeno che li denigro.

 

Una etichetta che esprime una preferenza non è niente di male. Riassume in una parola un concetto che altrimenti sarebbe lunghissimo. Invece di dire che mi piacciono il gruppo X, Y, Z e FDHJKFSD dico che sono "metallara". Semplice semplice e comporta meno dispendio di fiato.

 

La gente che sostiene che le etichette non vadano usate sostiene praticamente che debbano esistere sette miliardi di definizioni: una per ogni persona al mondo perché due persone uguali non ce ne sono. Due persone, però, possono avere alcuni ELEMENTI in comune e non c'è niente di male ad usare una definizione per quello. Noi stessi ci accomuniamo per un aspetto, cioè che siamo gay. E' inutile dirlo? No. Perché se voglio parlare di come ho fatto coming out magari ho preferenza a parlarne con un altro gay, così come se ho voglia di parlare di musica, magari evito di parlarne con un discotecaro, col quale non faremmo altro che strapparci i capelli a vicenda perché non riusciamo a mettere d'accordo.

 

Spiacente se non volevi generare battibecchi che consideri inutili, ma non puoi esporre una posizione estremista del genere e pensare che nessuno dica niente in risposta. E sono sicura che delle definizioni le usi anche tu, solo che o non vuoi ammetterlo o non te ne rendi nemmeno conto. Di che colore hai i capelli?

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Inutile dire che non sono d'accordo per niente Hanzatsu. Innanzitutto sembri sostenere che le etichette servono a denigrare chi appartiene a categorie differenti... cazzate. Non è perché io mi etichetto lesbica che odio gli etero, o, se vogliamo rimanere nell'ambito della musica visto che di quello stavamo parlando, non è perché io NON mi etichetto metallara, che significa che i metallari mi stanno sul cazzo o tantomeno che li denigro.

 

Una etichetta che esprime una preferenza non è niente di male. Riassume in una parola un concetto che altrimenti sarebbe lunghissimo. Invece di dire che mi piacciono il gruppo X, Y, Z e FDHJKFSD dico che sono "metallara". Semplice semplice e comporta meno dispendio di fiato.

 

La gente che sostiene che le etichette non vadano usate sostiene praticamente che debbano esistere sette miliardi di definizioni: una per ogni persona al mondo perché due persone uguali non ce ne sono. Due persone, però, possono avere alcuni ELEMENTI in comune e non c'è niente di male ad usare una definizione per quello. Noi stessi ci accomuniamo per un aspetto, cioè che siamo gay. E' inutile dirlo? No. Perché se voglio parlare di come ho fatto coming out magari ho preferenza a parlarne con un altro gay, così come se ho voglia di parlare di musica, magari evito di parlarne con un discotecaro, col quale non faremmo altro che strapparci i capelli a vicenda perché non riusciamo a mettere d'accordo.

 

Spiacente se non volevi generare battibecchi che consideri inutili, ma non puoi esporre una posizione estremista del genere e pensare che nessuno dica niente in risposta. E sono sicura che delle definizioni le usi anche tu, solo che o non vuoi ammetterlo o non te ne rendi nemmeno conto. Di che colore hai i capelli?

 

No, non era quello il senso del mio post °°

Io ho semplicemente voluto far intendere che si sta arrivando inevitabilmente a voler insultare, denigrare, offendere, picchiare, et cetera, chi non fa parte della propria categoria.

Dimentichiamo gli ariani, forse? Lo sterminio degli ebrei, considerati "di rango inferiore"?

Se tu, Sweet, non denigri chi è di un parere diverso dal tuo, è una tua scelta, come quella di tanta altra gente presente in questo Forum, scommetto.

Ma non tutta la gente è cosi' ed, ahimé, su questo non si può proprio far nulla.

 

Inoltre, non ho detto che CATEGORICAMENTE le etichette vadano abolite: se noti nel mio precedente post ho affermato che:

Noi siamo uomini, siamo esseri umani, non abbiamo bisogno di ridicole etichette, che saranno anche comode per omologarci, ma che alla fine non servono a nulla, se non a contenere invano l'universo presente nella nostra mente.

Cioè, le etichette possono anche essere comode per tentare di darci un ordine, ma di sicuro questa non è una funzione biunivoca, ad esempio se io mi considerassi un "punk", non è detto che chi è "punk" sia come me, anche se anche l'altro è un "punk".

 

E' questo a cui alludevo: le etichette possono essere anche belle comode, ci permettono di accomunarci, ma alla fin fine... a che servono? Nasciamo dal nulla, ed inevitabilmente vi ritorneremo. A che pro allora prodigarci tanto per limitare noi stessi? Ovviamente questo è un discorso prettamente filosofico, non adatto alla vita di tutti i giorni.

Ammetto che le etichette possano agevolare le nostre relazioni inter-personali, ma gli uomini non hanno capito il loro senso, e ne abusano negativamente.

 

Il mio pensiero, in pratica, su questo argomento, è:

"Siamo noi, esseri umani. Siamo tutti nella stessa barca, non possiamo farci nulla. Perché invece di rimanere uniti dovremo dividerci?"

 

 

Comunque, io per "battibecco" intendo "generare flame", ed ovviamente sono ben contento di sentire un altro parere, anche e soprattutto se non è uguale al mio.

Non era mia intenzione fare la parte de "l'idiota di turno che spara boiate a raffica su tutti quanti gratuitamente", magari non ho utilizzato il campionario di parole esatto, e sono stato frainteso (forse).

Spero di essermi spiegato bene. =)

 

 

PS: Per rispondere alla tua domanda, ho i capelli castani ma il fatto che siano castani non mi fa né caldo né freddo. Potrebbero essere castani come biondi o blu, ma a me non importerebbe poi molto.

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Riprendendo una frase di Sweet..

 

Innanzitutto sembri sostenere che le etichette servono a denigrare chi appartiene a categorie differenti... cazzate.

 

Vogliamo parlare dei Naziskin che non fanno altro che incutere terrore a tutti?

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Non amo chi si etichetta 'punk' senza sapere la storia del punk (e lo dico da non-punk, se ho una qualsiasi definizione legata alla musica, è musical-geek o una cosa del genere xD), esattamente come non amo chi, da gay, non s'informa un minimo sulla storia del movimento.

Ma quanti che sono qui e si definiscono sia gay che, per fare un esempio, otaku, magari fanno gli snob con chi non conosce l'origine del termine giapponese ma non sanno neanche cosa sia Stonewall?

Quindi essenzialmente non mi pare giusto scagliarsi troppo contro chi dice di essere qualcosa ma non sa appieno cosa significhi. Tutti lo facciamo in qualche misura, per pigrizia o semplicemente per mancanza di tempo (insomma, io mi definisco artista nei miei giorni migliori, ma non è che io abbia studiato tutta la storia dell'arte perfettamente, anzi).

 

E' questo a cui alludevo: le etichette possono essere anche belle comode, ci permettono di accomunarci, ma alla fin fine... a che servono? Nasciamo dal nulla, ed inevitabilmente vi ritorneremo. A che pro allora prodigarci tanto per limitare noi stessi?

 

E' questo che non capisco del tuo discorso. Perchè un'etichetta sarebbe limitante? Io non mi comporto a seconda delle mie etichette. E' il contrario. A seconda di come mi comporto, mi etichetto. Se un qualche mio comportamento non è etichettabile, cercherò una definizione che ci si avvicina, e se qualcuno mi chiede di più allora spiego per bene.

Quindi, se cambia il mio comportamento, cambio etichetta. Semplice semplice, nessun obbligo, sono solo parole atte a descrivere in breve le nostre credenze, la nostra identità.

Altrimenti, la nostra identità non ammonta assolutamente a niente. Se tu preferisci pensare che nasciamo dal nulla e vi ritorneremo, e quindi nella tua vita vuoi essere solo nulla (ma non credo, no?), ne sei libero, ma per me non è assolutamente così.

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A che pro allora prodigarci tanto per limitare noi stessi?

Il problema e' alla base, ed e' questo, e' vedere l'etichetta come qualcosa di limitante, ma non lo e'. Non e' che se tu sei punk vuol dire che ti DEVI comportare per forza in un certo modo, ma descrive a grandi linee alcuni tratti della tua vita e delle tue preferenze.

Personalmente sono diffidente di chi non riesce a classificarsi in nessun modo perche' di solito sono le persone piu' noiose, banali e "normali" nel senso negativo del termine che conosco. Quelle che non si interessano di niente.

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però, riprendendo il discorso sulla musica e solo quello, dire "sono punk perché ascolto musica punk" è la stessa cosa che dire "sono emo perché ho il ciuffo".. cioè, è altrettanto ottuso se dire "sono punk" è sinonimo di dire "ascolto solo musica punk e tu, truzzo, ascolti musica di merda". infatti il problema quando chiedi a qualcuno che musica ascolta e questo ti risponde "di tutto.." è che non sai mai se in realtà non ascolta nulla perché non approfondisce (o, peggio, ascolta solo quello che passano su radio dj), o se ascolta davvero "di tutto" perché ha una mentalità abbastanza aperta.

cmq sono d'accordo sul discorso delle etichette che in certi casi sono necessarie, tipo dire "sono gay" non ha lo stesso valore di dire "sono punk" insomma.

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, esattamente come non amo chi, da gay, non s'informa un minimo sulla storia del movimento.

 

 

ecco, io invece questo odio non lo capisco.

non ho capito perché se sono gay devo avere per forza qualcosa a che fare con il "movimento" gay e/o con gli individui che ne fanno parte.

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Mercante di Luce

E' questo a cui alludevo: le etichette possono essere anche belle comode, ci permettono di accomunarci, ma alla fin fine... a che servono? Nasciamo dal nulla, ed inevitabilmente vi ritorneremo. A che pro allora prodigarci tanto per limitare noi stessi?

 

E' questo che non capisco del tuo discorso. Perchè un'etichetta sarebbe limitante? Io non mi comporto a seconda delle mie etichette. E' il contrario. A seconda di come mi comporto, mi etichetto. Se un qualche mio comportamento non è etichettabile, cercherò una definizione che ci si avvicina, e se qualcuno mi chiede di più allora spiego per bene.

Quindi, se cambia il mio comportamento, cambio etichetta. Semplice semplice, nessun obbligo, sono solo parole atte a descrivere in breve le nostre credenze, la nostra identità.

Altrimenti, la nostra identità non ammonta assolutamente a niente. Se tu preferisci pensare che nasciamo dal nulla e vi ritorneremo, e quindi nella tua vita vuoi essere solo nulla (ma non credo, no?), ne sei libero, ma per me non è assolutamente così.

 

Io credo che al giorno d'oggi sia proprio questo il problema, te (come me) puoi cambiarti etichetta (o addirittura nemmeno cercarla) da come ti senti, cosa ascolti, come la pensi mentre oggi si tende piuttosto a prendere a modello tale etichetta che va di moda e tentare di avvicinarcisi il più possibile, a mo' di asintoto.

Continuando col paragone matematico, se prima l'etichetta era in funzione della persona oggi sembra che sia la persona funzione d'un'etichetta.

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Secondo me non e' cambiato niente coi tempi, la distinzione che fai tu non e' tanto temporale, quanto di personalita'.

 

Ci sono le persone, in ogni epoca e generazione, come te/Ariel o chi per voi, che analizzano se stessi, cosa ascoltano, come si vestono e danno una definizione a questo modo di essere.

Ci sono poi le persone, in ogni epoca compresa la nostra, che prima scelgono "cosa vogliono essere" e poi fanno di tutto per avvicinarsi a quel modello. Non da ultima la persona che descrivevo qualche post piu' su.

Dipende tutto se mi permettete il neologismo dal grado di "pecoraggine" di una persona.

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