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Le 10 domande di De Giorgi e Nardini a Aurelio Mancuso


Isher

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http://www.gay.it/channel/Attualita.html/26754/Le-nostre-10-domande-al-presidente-di-Arcigay.html

 

Che cosa ne pensate?

Si parla molto di questo attacco a Mancuso e molti pensano che De Giorgi miri a screditarlo

per suo personale interesse, delegittimarlo per puntare lui alla presidenza.

 

Lo stato comatoso delle rivendicazioni dei diritti gay sotto la presidenza mancuso è evidente.

Ma a me lo stile delle domande, e soprattutto delle cosiddette controrisposte alle risposte di Mancuso,

non è piaciuto.

 

Ho l'impressione che si vada allo sbando e che chi si prepara a farsi avanti non sia meglio dell'eventuale

sostituito

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"Molti pensano"? Guarda Isher che è sicuro...

De Giorgi mirava a entrare nel direttivo nazionale,

nonostante un patente conflitto di interessi:

gli hanno risposto picche e vuole affossare

ArciGay in in favore di "Certi Diritti".

Non te ne curare.

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gli hanno risposto picche e vuole affossare

ArciGay in in favore di "Certi Diritti".

 

Certi Diritti è l'unica associazione che, con la rete lenford, si sta battendo per il matrimonio.

Non mi spiacerebbe tanto se, finalmente, la più importante associazione italiana fosse una associazione che lotta per il matrimonio.

Cmq, scusate, De Giorgi non sposava la linea ultra-ultra-ultra-moderata del non chiedere l'eguaglianza, dei piccolissimi passi?

Boh io non ci capisco più niente.

Mi auguro che ArciGay, Certi Diritti, Mancuso, De Giorgi, ecc dedichino tutti quanti le energie alla causa più che ad altro.

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Ma De Giorgi non è certo di Certi Diritti  :love:

Inoltre certi diritti è una associazione radicale, che sta a sé, con la

storia e i valori radicali e la sua specifica piattaforma (Rete Lenford, costituzionalità

del diritto al matrimonio, campagna di Affermazione Civile, eccetera), tutte cose che

De Giorgi nemmeno sa dove stanno di casa...

 

Sì, io ho usato un tono cauteloso, ma come topic d'apertura mi sembrava giusto.

Inoltre, se devo essere sincero, sono abbastanza stanco e disgustato di quasi tutto, ma questa

è una esperienza personale.

 

Una domanda visibilmente faziosa nei confronti di Mancuso è quella relative alla sua candidatura

in Rifondazione Comunista. Giustamente Mancuso risponde che in quel caso si sarebbe dimesso

da Presidente dell'arcigay. Quanto alla nota rimborso spese, la risposta di Mancuso mi è sembrata esauriente.

In generale, le controrepliche di Nardini mi sono sembrate faziose.

 

Certi Diritti è l'unica associazione che, con la rete lenford, si sta battendo per il matrimonio.

Non mi spiacerebbe tanto se, finalmente, la più importante associazione italiana fosse una associazione che lotta per il matrimonio.

 

 

Quoto.

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Cmq, scusate, De Giorgi non sposava la linea ultra-ultra-ultra-moderata del non chiedere l'eguaglianza, dei piccolissimi passi?

proprio lui che a suo tempo si è tranquillamente pacsato  :love:

a me l'impressione che ha dato da tempo il De Giorgi è che essendo stato furbissimo a sfruttare la gayezza per averne un bel ritorno economico (dai 3 locali in Toscana, all'agenzia di viaggi, ai siti internet, e così via) ritiene che questa furbizia debba conferirgli automaticamente un ruolo importante all'interno del mondo omosessuale italiano, ma di reale interesse per il cambiamento delle cose ne ho visto pochino. Del resto, se i gay smettessero di essere "ghettizzati" le sue imprese andrebbero un po' in crisi  :asd:

 

per il resto, come ho detto anche a Oliari di GayLib poco tempo fa, cred che finché le varie associazioni gay continuano a fare ognuna la "primadonna" invece di fare una bella squadra in cui ognuna mette del suo per raggiungere l'Obiettivo comune, non avrano mai alcuna credibilità né agli occhi della gente né soprattutto agli occhi dei politici.

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finché le varie associazioni gay continuano a fare ognuna la "primadonna" invece di fare una bella squadra in cui ognuna mette del suo per raggiungere l'Obiettivo comune, non avrano mai alcuna credibilità né agli occhi della gente né soprattutto agli occhi dei politici.

 

Quoto, anche se si potrebbe dire anche dell'altro :-)

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Non è che De Giorgi sostenga "Certi Diritti" dalla prima ora,

semplicemente spera di avere da loro quella coperta politica

che ArciGay gli ha negato. Non so con che risultati.

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cred che finché le varie associazioni gay continuano a fare ognuna la "primadonna" invece di fare una bella squadra in cui ognuna mette del suo per raggiungere l'Obiettivo comune, non avrano mai alcuna credibilità né agli occhi della gente né soprattutto agli occhi dei politici.

 

o anche se smettessero di essere l'una contro l'altra

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L'unità per realizzarsi ha anche bisogno di una parvenza di linea politica comune.

Se Oliari non sottoscrive un documento politico in cui compaia la parola matrimonio

e sostiene al contempo i DiDorè, che conterrebbero addirittura una norna che sancisce

l'eterosessualità del matrimonio, diventa difficile trovare un accordo con Oliari.

 

Con tutta la buona volontà possibile non si possono mettere insieme due cose contrarie

e il divieto espresso sul matrimonio è una pregiudiziale insuperabile, per chi lo sostenga.

 

Se De Giorgi ritiene ancora oggi, come dichiarò a suo tempo, che i DiCo sono meglio dei PACS

il chè è una falsità, diventa difficile ragionarci.

 

Non solo manca quindi l'obiettivo comune, ma l'impressione e che per molti gli obiettivi siano

delle variabili dipendenti e delle subordinate rispetto a scelte che privilegiano altro.

 

Delle dieci domande rivolte a Mancuso, la terza mi pare quella più sostanziosa, perchè attiene

alla possibilità che Mancuso non goda più della fiducia degli associati. Mi pare evidente però che

lo statuto debba prevedere forme e modi per eventualmente verificarlo. Chiederlo al diretto

interessato mi pare inutile.

 

Le domande personali le trovo sgradevoli, anche perchè mi pare che in realtà Mancuso abbia

spiegato bene che riceve un compenso, che ha deciso di rifiutare candidature politiche, che

i rimborsi spese sono necessari non potendo detrarre dal compenso spese di trasferimento e

soggiorno etc etc.

 

Sono domande che attengono poi alla persona di Mancuso, più che al suo ruolo istituzionale

alla politica impressa all'associazione, alla sua organizzazione e funzionamento...

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L'attacco frontale sta favorendo Mancuso;

non ho mai letto così tanto sostegno ad ArciGay;

paragonarlo a un "Berlusconi dei gay"

con tanto di "dieci domande" è stato geniale.

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Lo traggo da Facebook:

 

Giustamente in questi giorni, il presidente di Arcigay Aurelio Mancuso ha provato a difendersi dai nostri articoli urlando al complotto contro Arcigay, ad un tentativo di delegittimarla alla vigilia del Gay Pride di Genova. Giustamente, ma dal suo punto di vista. Né dal punto di vista di Arcigay, né dal punto di vista dell’obiettività, ma solo dal suo personalissimo punto di vista: urlare al nemico esterno e mobilitarvi l’associazione contro è metodo da vecchio PCI, cultura della quale Mancuso è pienamente intriso.

 

Chi vi scrive, ha iniziato a militare dentro Arcigay all’età di vent’anni e lo ha fatto per 17 lunghissimi e straordinari anni. Prima nel circolo di Genova, poi in quello di Pisa, poi diventando presidente provinciale e quindi toscano di Arcigay. Quindi, in segreteria nazionale e pure tesoriere dell’associazione, carica da cui mi dimisi dopo soli quattro mesi per l’impossibilità materiale di gestire realmente quell’incarico. Sono ancora iscritto con la tessera numero 49: figuratevi voi che rapporto ho con la “mia” associazione. Penso sia un bellissimo cammino quello di Arcigay ed è con una punta di orgoglio che rifletto sul fatto che in Italia esiste, a differenza di altri paesi molto più avanzati, una associazione così radicata sul territorio, così ricca di tanti volontari.

 

Ho la patente quindi per poterne criticare la dirigenza, se permettete. Ce l’ho non solo come socio e come esponente della comunità lgbt italiana, ma anche proprio perché quell’associazione la conosco bene, molto bene, e mi ferisce vederla in questo stato.

 

Io non sono stato un grande sostenitore della presidenza di Sergio Lo Giudice, che seguì quella di Franco Grillini e precedette quella di Aurelio Mancuso. L’ho criticato anche aspramente in alcune occasioni, ma lo votai convinto in congresso e feci pure parte della sua segreteria nazionale. Oggi, la presidenza di Sergio Lo Giudice, così troppo ecumenica e poco decisa, pare un eden rispetto a quella di Aurelio Mancuso, presidente autoritario, poco democratico, sempre iroso, che mette gli uni contro gli altri, che ha aperto ripetutamente faide interne e ha condotto l’associazione a fare tragici errori negli ultimi 24 mesi.

 

Cito solo quattro episodi, tra i tanti che potrei raccontare.

Il primo: la vicenda della sua candidatura. Poco dopo un congresso che sanciva il "distinti e distanti" dalla politica di Arcigay, Mancuso tenta disperatamente di candidarsi nelle fila della sinistra radicale, per poi fare marcia indietro quando la sua associazione gli si rivolta contro. Ma nel frattempo, critica la candidatura di Paola Concia nelle file del PD, che poi –una volta eletta - si è rivelata essere una delle migliori scelte del leader democratico Walter Veltroni.

Il secondo: la vicenda del Gay Pride nazionale. Mancuso decide di convocare unilateralmente il gay pride nazionale a Genova, solo per oscurare la notizia che sta per uscire – importante e assai positiva – che il Mario Mieli ha “vinto” la candidatura di Roma come sede dell’Europride nel 2011. In sostanza, l’Italia non ha un gay pride nazionale importante nella capitale – come a Madrid, Parigi o Londra - solo perché lì Arcigay è debole e lì c’è il circolo “concorrente”, e cioè il Mario Mieli. Vi pare sensato?

Il terzo: la vicenda di Povia a Sanremo. Mancuso ha regalato a un artista mediocre una campagna pubblicitaria milionaria, solo perché dalle prime anticipazioni della sua canzone il testo sembrava essere decisamente omofobico. Certo, quel testo contiene diversi errori ed è diseducativo, ma da qui a montare una campagna di stampa contro – soprattutto dopo l’intervento di Benigni a Sanremo – è davvero eccessivo. Tanto più quando poi la tanto annunciata manifestazione di protesta convocata da Mancuso è stato un flop con un centinaio di partecipanti.

Il quarto: l’incontro delle associazioni gay nazionali con Fini di un mese fa, dove Mancuso ha arbitrariamente escluso le associazioni della minoranza delle minoranze - i transessuali - ed altre importanti e di rilievo nazionale come Certi Diritti o il Mario Mieli. Con grande ira di tanti.

 

Gay.it non ci sta a fare la figura di quello che vuole distruggere Arcigay nazionale. Perchè siamo stati e vogliamo continuare a essere in prima fila a sostenere il movimento: ed è proprio per questo, per difendere il movimento, che siamo stati i primi a criticare esplicitamente questa presidenza.

 

Gay.it, in questi anni, pur con posizioni a volte critiche, è stato al fianco del movimento in tutti i gay pride nazionali – Genova escluso -, di gran parte delle iniziative culturali del movimento, di alcune importanti iniziative no profit. Accusarlo di essere una macchina da soldi – peraltro con bilanci pubblici e pubblicati come tutte le società per azioni non quotate in borsa, che ci descrivono una realtà aziendale che guadagna (poco) solo da due anni - è come accusare Repubblica di volere banalmente solo il potere, e non accorgersi invece dell’enorme impatto in termini di informazione, cultura e servizi alla persona che il nostro gruppo da ogni anno a circa un milione di persone omosessuali nel nostro paese – tanti, all’incirca, sono gli utenti unici annuali del nostro network -.

 

Quando ci siamo permessi di aprire l’inchiesta sei mesi fa, l’abbiamo aperta non su una Arcigay qualunque, ma su quella gestita da Mancuso. Senza alcun obiettivo se non quello di aprire gli occhi della maggioranza dei suoi soci. Obiettivo sempre più vicino, dal momento che pare evidente che Mancuso abbia perso gran parte della sua maggioranza, tant’è che di fronte a questo ennesimo nostro scontro nessuno - se non qualche utente anonimo sui forum – si straccia le vesti per difendere il presidente nazionale.

 

Ci si dice: attaccate Mancuso per interessi personali. Ma quando mai! Nessuno di noi – me per primo – si sognerebbe di far carriera in Arcigay e candidarsi per una qualunque carica elettiva. E’ possibile in questo paese criticare qualcuno senza essere accusati di avere interessi personali o di voler fare guerre di potere? E’ possibile in questo paese ormai sempre più corrotto, pensare che ci sia ancora una parte d’Italia che le cose le fa solo perché – banalmente - "ci crede"?

 

Ci si dice: potevate aspettare la fine dei Gay Pride. Ma questa ennesima parte dell’inchiesta mica l’abbiamo aperta a caso: l’abbiamo aperta solo perché Mancuso ha deciso di fare l’ennesima forzatura, l’ennesimo errore, sbattendo fuori dalla segreteria nazionale un personaggio discutibile quanto volete come il presidente di Arcigay di Roma, Fabrizio Marrazzo, ma comunque un elemento di punta del movimento lgbt italiano, che alcuni risultati importanti nella capitale li ha portati a casa (ne cito solo quattro: la rinascita di Arcigay a Roma, la Gay Help Line, la Gay Street e un Gay Pride ogni anno sempre più partecipato). Con una forzatura senza precedenti, perché non ricordo nella storia di Arcigay un altro episodio di dimissioni forzate dalla segreteria nazionale. E tutto questo a tredici giorni dal Gay Pride di Genova, non in un momento qualunque.

 

Ci si dice, infine: così facendo intimidite col potere dei media il dibattito interno. Ma cosa dovremmo fare? Stare zitti? E alla vigilia dei congressi del PD - ad esempio - , di fronte alle decisioni che il partito di riferimento di Repubblica deve prendere, perché nessuno chiede a quel giornale di tacere e non provare invece a influire sul dibattito interno? Qui semmai accade il contrario. Non è una intimidazione quella di proibire – sì, proibire – a tutti i circoli politici e ricreativi di Arcigay ogni rapporto con Gay.it? Non è la stessa cosa di quella che Silvio Berlusconi, sempre più in guerra aperta con Repubblica, ha chiesto agli industriali di Confindustria di fare, togliendo ogni pubblicità da quel giornale? E non è invece un banale ma quanto mai scandaloso tentativo di comprare l’avversario quello che Mancuso ha fatto telefonandomi settimana scorsa e promettendomi un ricco contratto con una gioielliera calabrese che vuole investire sul mercato gay?

 

Insomma, noi diciamo la nostra. Non vedo cosa c’è di scandaloso. Alle critiche si risponde coi fatti, che non abbiamo visto, e con le risposte non evasive alle interviste, che non abbiamo letto. Assistiamo purtroppo a una lenta e inesorabile perdita di credibilità, centralità e autorevolezza della principale associazione gay italiana, tappata da un vertice autoritario e incapace. E se c’è un tappo dentro Arcigay, c’è un tappo in tutto il movimento lgbt e, alla fine, ne risentiamo tutte e tutti noi gay e lesbiche, nella nostra vita quotidiana. Non stiamo infatti parlando del gruppo pallavolisti gay di Viggiù, ma di Arcigay Nazionale.

 

E’ tutto questo che è in gioco, alla fine. Ed è per questo che non smetteremo di dire la nostra. Neppure di fronte alle intimidazioni ed ai tentativi (maldestri) di comprare il nostro pensiero. A distruggere Arcigay ci sta pensando assai degnamente il suo presidente, insomma. Non certo Gay.it

 

Alessio De Giorgi

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Mah Mancuso di scivoloni ne ha fatti parecchi. Non sò cosa ci sia dietro a queste polemiche ma di certo Mancuso ha dato buoni pretesti  :bua:

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  • 2 weeks later...

E' notizia di oggi che Arcigay avrebbe fatto ritirare tutte le copie di "clubbing" perchè era presente un'intervista di Alessio De Giorgi. Francamente la vicenda sta diventando ridicola

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E' notizia di oggi che Arcigay avrebbe fatto ritirare tutte le copie di "clubbing" perchè era presente un'intervista di Alessio De Giorgi. Francamente la vicenda sta diventando ridicola

 

Cose vecchie come il mondo...!

 

"Le solo persone che odiamo più dei romani sono quegli stronzi del fronte popolare giudeo!"

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La Commissione Pari Opportunità della Federazione della Stampa si schiera con Clubbing:

"Tra chi si impegna nella lotta per il rispetto dei diritti civili la libertà di critica va esercitata".

 

"La Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa, nella convinzione che tutte le idee devono trovare un loro spazio di diffusione e di confronto, é vicina a tutte le componenti ed ai movimenti della società italiana che combattono ogni discriminazione di genere, orientamento e nazionalità". Con queste parole la Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa prende posizione nella vicenda che ha visto protagonista il magazine Clubbing la cui distribuzione è stata vietata all'interno del Borgo del Tempo Perso, gestito direttamente da Cig Arcigay Milano. Il divieto, lo ricordiamo, era nato dal fatto che il numero di Clubbing in questione riportava un'intervista ad Alessio De Giorgi critica nei confronti del presidente nazionale di Arcigay Aurelio Mancuso.

 

«Anche per questo - conclude la Commissione Pari Opportunità dell'Fnsi - ricordiamo che, specialmente tra chi impegna intelligenze e forze nella lotta per il rispetto dei diritti civili, la libertà di critica deve essere sempre esercitata, come del resto quella di cronaca troppo spesso da più parti messa in discussione. Soprattutto se, rispettando le persone e le idee, ci si esprime attraverso organi di informazione liberamente diffusi».

La vicenda risale allo scorso 6 luglio quando una telefonata tra Paolo Ferigo, presidente di Arcigay Milano, e il direttore della rivista aveva comportato il ritiro delle copie del free magazine in distribuzione nel locale milanese, come in tantissimi altri locali d'Italia.

 

«L'ordine di ritrare la rivista è arrivato dopo che il presidente di Arcigay Milano ha sentito il presidente di Arcigay Nazionale Aurelio Mancuso» aveva raccontato Felix Cossolo, direttore di Clubbing spiegando la dinamica dei fatti. A Felix Cossolo e a tutti i collaboratori di Clubbing, subito dopo quello che è stato ritenuto un vero e proprio tentativo di censura, sono giunti messaggi di solidarietà da parte di altri media, siti e magazine lgbt italiani, oltre che da gruppi e associazioni.

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