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ma, al di là di tutto, è normale?


parker

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Oggi ho difeso la normalità e la naturalità dell’omosessualità nella discussione con una mia amica( a cui piacciono le ragazze, quindi non un' omofoba pazza).

È da poco in verità che mi ero convinto della normalità dell’essere gay.

Ma il dubbio mi si è riacceso, anche se onestamente non ne avevo mai discusso, quindi si può dire che non c’era mai stata occasione di accenderlo( non che in quanto gay io questo sia un pensiero che mi cambi qualcosa nella vita-lo preciso).

Per “normalità” e “naturalità” non voglio intendere qualcosa di positivo e quindi giudicare negativo ciò che non lo è. Ma usando questi termini mi riferisco a qualcosa che è ovvio che sia come è; che non sia da reputare, se pur di nessuna problematica, un imprevisto.

Ovvio che se qualcuno mi dice che l’omosessualità è una malattia, a parte la parola che può ricordarne una, non gli do il più minimo credito e inorridisco( per non dire che mi incazzo). Ma non userei certo come difesa dire:” essere gay è perfettamente normale”.

Banalmente mi viene da considerare che il fine di una specie è la riproduzione, e che in un contesto logico l’individuo omosessuale mi sembra essere di troppo. Che poi in natura( questa volta intesa come”mondo animale”) si possano fare vari esempi di animali che lo sono, non centra nulla mi pare.

Forse nessuno si fa queste tare o forse nessuno pensa che sia normale essere gay, però va beh, se qualcuno a qualcosa da dire….

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io penso che essere omosessuale è normale, ma anche essere eterosessuale è normale, è solo uno stile di vita differenze, etero o omo fanno e vivono le cose allo stesso modo, naturalmente.

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Parker, è la domanda stessa che ti poni che non è originaria, perché implica un quadro di riferimento mentale/culturale già dato. E' quindi una domanda già subalterna. In questo post cerco di dire qualcosa di molto essenziale intorno a questo punto.

 

Ragioniamo storicamente. Il termine «natura», originariamente, significa la «qualità propria» di una cosa, la sua essenza, la caratterististica o l'insieme delle caratteristiche per cui essa è così e così. Così nell'Odissea, dove compare per la prima volta, physis indica la «qualità propria» di una pianta. Usato in senso generale e collettivo, «natura» è l'insieme delle cose, ciascuna dotata di una sua precisa, distinta essenza, di una sua qualità. In questo quadro la «natura» non è altro che il contenitore di tutte le cose, strutturate in questo o quel modo, che ci sono nel mondo. Sì, in questo mondo il «generare» ha un suo posto importante, essenziale, e tuttavia non è il modello in base al quale vengono giudicate «naturali» le cose, perché le cose, organizzate così e così, sono già «naturali».

 

In un secondo tempo, la natura dell'uomo viene rideterminata come la conformità dell'uomo alla natura esterna. Il riferimento al modello animale, contrariamente a quel che si può ingenuamente credere, ha svolto in questo quadro una funzione totalitaria, schiacciante e disastrosa. Ed è ovvio perché: perché gli animali sono, al contrario dell'uomo, essenzialmente riproduzione e generazione, sono cioè solo Specie, mentre l'uomo è Individuo, che intrattiene con la Specie un rapporto abbastanza drammatico. Il gatto che tu accarezzi è lo stesso gatto di Cleopatra: né l'uno né l'altro sono mai usciti dalla natura: sono solo «natura».

 

Se dunque tu ti domandi se l'omosessualità è «naturale», all'interno di questo quadro, ti stai in realtà solo domandando se l'omosessualità rappresenta la funzione della generazione e della riproduzione. La risposta non può che essere no. Ma - Platone, che si era posto 2500 anni fa l'interrogativo di dare a omosessuali ed eterosessuali ognuno il suo modello di vita, aveva già risposto assegnando agli omosessuali la funzione della generazione di idee e di opere. Modello troppo aristocratico e antidemocratico per essere oggi commerciabile? Ma cosa c'è di più antidemocratico e anzi totalitario del modello eterosessuale, per cui se generi sei «naturale», altrimenti no? E inoltre, gli eterosessuali che non generano non rappresentano più la funzione della riproduzione? - Ma possono generare. Anche gli omosessuali, con più sforzo o se utilizzano gli strumenti posti a disposizione della scienza. E se eterosessuali e omosessuali non possono generare, per impotentia coeundi, per sterilità, vecchiaia, o perchè non vogliono, sono fuori della Natura, sono innaturali? Insomma, tutto questo sciocchezzaio nasce dal confondere tra Specie e Individuo e dal dimenticare che tutti gli uomini e le donne sono già da millenni condannati (o eletti) a non essere più mere istanze intercambiabili della Specie, quindi per loro il modello di «naturale» inteso come «conforme alla Natura» non può funzionare, o almeno non può funzionare come per i gatti, e che ognuno di noi può creare la propria storia, giustificare la propria vita.

 

Ti riporto poi un estratto di un post, che ho trovato in un Forum, scritto da un ricercatore gay, biologo. Mi pare che meriti una riflessione.

 

«L'attrazione verso un sesso è un meccanismo neurologico profondo (indipendente dalla coscienza, cioè dalla corteccia cerebrale: infatti si genera nel giro limbico-ippocampale) e si completa nella vita fetale. L'attrazione verso un sesso o l'altro NEANCHE SA se l'organismo circostante è maschio o femmina: quello è compito dell'ipotalamo, che è sede della sessualità neurologica (sensibilissima agli ormoni sessuali) e che rimodella la pulsione di attrazione. Quindi: se l'attrazione verso un sesso dipendesse dalla coscienza/corteccia, i pesci non riuscirebbero ad accoppiarsi. L'ATTRAZIONE VERSO UN SESSO O L'ALTRO È UN TRATTO CONGENITO dell'organismo».

 

Cosa c'è di più «naturale» del «congenito»?

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Tutti i filosofi che interroghiamo dicono più o meno la stessa cosa: l'animale è senza linguaggio.

O più precisamente senza risposta, intendendo per risposta qualcosa che si distacca precisamente

e rigorosamente dalla mera reazione.

 

Gli uomini sono quei viventi che si sono dati la parola per parlare univocamente dell'animale e designare

in lui l'essere rimasto senza parole per rispondere. anche il gatto di Alice nel paese delle meraviglie, che

risponde, risponde sempre la stessa cosa...

 

La parola "animale" diventa quindi il mezzo identificativo della coscienza di sé: non si dà la parola "uomo"

al di là della relazione strutturale con la parola "animale".

 

Questo direi sia ineccepibile, ed è singolare che a questo punto l'uomo si sia messo a sacrificare degli

animali a Dio ( istituendo una similitudine Dio-uomo-animale e una sostituzione simbolica )

Tra Caino e Abele fu questione di animale...domato e sacrificato.

 

Sullo sfondo l'interrogazione di Bentham: " can they suffer? "

A cui segue un'altra risposta priva di incertezze: noi abbiamo esperienza della sofferenza degli

animali. L'animale non assomiglia all'uomo se non a misura della sua malattia.

 

Per questo di fronte allo sguardo dell'animale, nell'incrociarsi dei due sguardi, lo sguardo

del gatto è quello enigmatico e di fronte a quello sguardo, l'uomo è nudo.

 

A questo punto potremmo pure metterci a parlare della sessualità degli animali, che esiste

nella misura in cui c'è accoppiamento ( altra similitudine ) gli animali conoscono l'etero-narcisismo

nella predazione come nella seduzione rituale percepiscono ed esprimono "sè come un altro"

 

L'argomento è affascinante quanto un cane che abbassa la coda, dimostrandosi colpevole e

quindi forse mostrando addirittura un pudore animale...

 

E vogliamo riportare indietro il discorso al sacrificio animale?

Continuare a ragionare secondo quella struttura di pensiero, sostituendo un Dio

a cui sentiamo di non credere più, con un idolo darwinistico, deterministico ordinante

che svolga la stessa funzione normativa di Dio?

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scusate la pigrizia di non leggere i precedenti interventi, ma questa questione (non 'e certo la prima volta che ne parlo ) mi sta particolarmente a cuore.

partendo da presupposto che l'omosessualita' non possa considerarsi una malattia (fino a prova contraria) vorrei chiarire inanzitutto che TUTTO E' NATURALE.

l'infanticidio, la pedofilia, l'omicidio, il tradimento, la sodomia, etc etc... e tutte queste cose non riguardano SOLO l'essere umano ma TUTTI GLI ALTRI ANIMALI .

Quindi attenzione a parlare di ''normalita' o ''naturalita''' perche' ogni atteggiamento e' naturale per il semplice fatto che esiste.

noi pero' in quanto esseri umani, abbiamo la ''facolta' di schegliere quello che e' giusto e quello che non lo e'.

Abbiamo un etica PERSONALE  e delle regole UNIVERSALI .

a nessun padre verrebbe in mente di uccidere i figli non suoi dell'amante per fare in modo di avere una propria prole.... ma nei leoni questo comportamento e' perfettamnte NATURALE.

Questo dimostra che regole, leggi ed etica personale, sono cose distinte e non universali.

per quanto riguarda la riproduzione ti posso assicurare che il fine ultimo della vita umana non e' solo questo... tutti possiamo apportare qualcosa all'umanita'... pensiamo ai pittori, agli stilisti, ai famosi scenziati o poeti... molti erano e sono gay e tutti appotano cultura, conoscienza, filosofia... insomma anche noi nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa di importante per il mondo...Questo non toglie nulla ai notri colleghi eterosessuali, per carita'! se il mondo va avanti demograficamente e' grazie a loro! e da questo punto di vista il mondo non gira certo attorno a noi..ma ci sono molte altre cose che possiamo fare per apportare un contributo al mondo...se non siamo malati, non possiamo che essere ''normali''

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In statistica la "norma", detta anche "moda", è la caratteristica più presente in una distribuzione.

 

Se quindi poniamo che la maggior parte degli umani sia eterosessuale (ma chissà se lo è veramente, lo sapremo soltanto quando non ci saranno più culture omofobe che costringono molti gay o bisex ad inibirsi), la norma è essere eterosessuali... Però allora gli omosessuali sono una minoranza che fa comunque parte della "normalità"; non è dunque normale un quasiasi contesto dichiaratamente privo di omosessuali se non selezionato al riguardo, come un reggimento di soldati o una moschea di musulmani :D

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“Normale”-“Anormale”, “Naturale”-“Innaturale”, io penso solo che ci sia uno sbaglio di livello nel trattare questi termini, più che altro li rapporterei ad una dimensione di cultura.

Il normale o non normale, secondo me, non sono altro che visioni delle cose espresse da una determinata cultura, e solo all’interno di essa trovano riscontro.

Vi faccio un esempio pratico a cui ho assistito nel mio appartamento in Spagna dove ora mi trovo in erasmus, il figlio di 4 anni del mio coinquilino stava guardando la televisione, quando un momento vede una scena di due ragazzi che si baciano, allora, credo incuriosito, chiede al papà il perché quei due giovani si stessero baciando, al che il papà gli risponde semplicemente dicendogli che lo fanno perché si vogliono bene.

Ora mi viene da pensare che quel bambino crescendo riterrà il bacio tra due persone dello stesso sesso come qualcosa di assolutamente normale, non avendo motivo per considerarlo altrimenti, e la idea sarà rafforzata dal vedere ripetersi la stessa scena in circostanze diverse, come camminando per la strada.

Alla fine penso che la maggiore o minore esposizione degli individui ad immagini o quant’altro collegato al mondo gay, ma si potrebbe parlare di qualsiasi altro tema, e soprattutto l’inculturazione data sia ovviamente da questa esposizione ma anche dalle parole di chi ci sta vicino nel momento della crescita, nel mio esempio il padre, vanno a definire il limite soggettivo tra il normale e l’anormale.

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E' tenera la scena del padre che dice al figlio che i due ragazzi si baciano perchè si vogliono bene,

non presuppone nessuna spiegazione accademica sulla sessualità (sennò, tra l'altro, povero bambino...).

 

Io NORMALMENTE faccio la spesa il sabato ("eccheccefrega" starete pensando!),

a montecitorio NORMALMENTE i nostri rappresentanti ( :D)

non adempiono irreprensibilmente ai loro doveri,

è NORMALE fare controlli medici periodicamente;

è vero, tutti questi rappresentano i punti di massimo in una distribuzione statistica,

ma non in tutti i casi la NORMALITA' coincide con la "natura rerum".

Il comportamento eterossuale è il più COMUNE in natura,

permette la perpetuazione della specie, ma,

avrete già letto l'intervento molto bello di Isher,

l'uomo, in quanto individuo, deve poter realizzare la PROPRIA NATURA.

 

Se specifiche interazioni biologiche poi hanno fatto sì che i due ragazzi dell'esempio sopra si baciassero,

credo che sarebbe INNATURALE impedirglielo.

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Cosa  vuol dire "Normale"?

Norma statistica-comportamento più diffuso? -Allora no

Non patologico? allora sì

Funzionalità riproduttiva? Indirettamente...

Presenza in natura? Sì.

 

Diciamo che è una variante naturale, minoritaria e non patologica.

 

E' come il mancinismo: anche i mancini sono in minoranza e la loro non è una patologia

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FreeSpiritRis

...Banalmente mi viene da considerare che il fine di una specie è la riproduzione, e che in un contesto logico l’individuo omosessuale mi sembra essere di troppo. Che poi in natura( questa volta intesa come”mondo animale”) si possano fare vari esempi di animali che lo sono, non centra nulla mi pare.

 

Effettivamente siamo qui anche per riprodurci e quindi la "Normalità" sta proprio in questo... ma niente vieta di essere "Anormali" che non signifa essere un surrogato o qualcosa di sbagliato... essere diversi fà parte dell'essere uomini... 6 miliardi di persone... tutte uniche nello spirito.. che vuoi che sia una percentuale di "Diversi" ... "è normale" che ci sia pure questa diversità... e il cerchio si chiude  :D

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Vogliamo provare a cambiare registro, nel corso di questo topic, in modo da renderlo anche 'dinamico', e dirci:

 

1. la biologia

2. lo studio della Storia (vedi Grecia classica)

3. l'incidenza dei monoteismi

4. il crollo delle teorie della Psicoanalisi e Psichiatria otto/novecentesche

 

ci invitano fortemente:

 

A. ad abolire dal nostro vocabolario termini/concetti come «Normalità/anormalità» e «Naturalità/innaturalità».

 

Non serve a niente se inveiamo contro Ratzinger e la Binetti se poi non facciamo il vero, unico passo decisivo, che poi motiva la nostra opposizione a costoro.

 

B. a persuaderci che tutti i sintomi o momenti di disagio, in senso lato, dai quali possiamo essere colpiti, chi (purtroppo) fortemente, chi di tanto in tanto, chi più chi meno, dipendono esclusivamente dalle condizioni storiche/ambientali/culturali/politiche nelle quali gay e lesbiche si trovano a vivere. Non c'entra niente la psiche, c'entra molto e tanto la realtà esterna, con i suoi interdetti, le sue menomazioni ai nostri diritti, e via dicendo.

 

Risolviamo la "metafisica" in materialismo. Perché è una cattiva metafisica, falsa e insussistente: è solo la concrezione in astratto (fatta non da noi, ma dai negatori dell'omosessualità) di una serie di interdetti, negazioni, privazioni, criminalizzazioni, d'ordine tremendamente oggettivo.

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scusate, sono fuori milano.i vostri discorsi mi sono arrivati addosso come una piacevole valanga(anche se non lì ho letti tutti. E mi trovo anche un pò sollevato. grazie per aver risposto. il problema è che ora non posso rispondere come vorrei perchè non posso stare molto al computer. ci si sente presto, ciao

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  • 2 weeks later...

No, non è normale.

Non lo è.

E' una devianza della sessualità, è così!

Perchè nessuno ha il coraggio di dirlo?

Perchè tutti sono così ansiosi di rientrare nella schiera dei "sani", dei "normali"?

 

"L'automiglioramento è masturbazione. L'autodistruzione invece..."

 

Rivendico con orgoglio la mia devianza e inversione, la mia insana follia!

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No, non è normale.

Non lo è.

E' una devianza della sessualità, è così!

Perchè nessuno ha il coraggio di dirlo?

Perchè tutti sono così ansiosi di rientrare nella schiera dei "sani", dei "normali"?

 

"L'automiglioramento è masturbazione. L'autodistruzione invece..."

 

Rivendico con orgoglio la mia devianza e inversione, la mia insana follia!

 

 

Rivendicheresti con orgoglio la tua (presunta) devianza se non sentissi contestualmente il bisogno di nobilitarla elevandola a «follia». In tal modo anche tu la giustifichi - solo in modo diverso, molto Romanticismo tempestoso.

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E' evidente che mi sono espresso male. Ho sbagliato a usare le parole "rivendico" e "orgoglio", perchè ritengo che qualsiasi rivendicazione e orgoglio siano assolutamente inutili, se non dannosi.

Non rivendico nessuna superiorità della mia "follia", nessun vezzo romantico e tempestoso. Semplicemente mi sento infastidito da questo bisogno di considerare "normale" l'omosessualità.

E anche se non lo fosse? Abbiamo così bisogno di sentirci "integri", sani?

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Attenzione, la scienza non dà giudizi morali, dà solo dati. I giudizi morali li diamo noi. E nel darli non dovremmo preoccuparci del concetto di normalità, che è artificiale.

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Una cosa è essere sano, e avere stima per i matti, una cosa è essere matto (o essere considerato matto...) e stare rinchiuso in un manicomio. Gli omosessuali, se sono considerati malati, patiscono rifiuti o discriminazioni, insulti e decurtazioni di pretezione e di diritti - vivono male.

Non c'è bisogno di elevare la scienza a metro di comprensione del mondo per rendersi conto che certi individui sono matti. Nè c'è bisogno di fare l'apologia della normalità per desiderare strapparsi di dosso l'inferiorizzazione e le calunnie legate al principio che l'omosessualità è devianza della sessualità.

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Ma chi se ne importa dei soprusi e delle discriminazioni!

Il diritto e la protezione sono illusioni di sicurezza, la vita è violenta anche per gli eterosessuali.

Non m'importa che uno stato mi illuda di avermi CONFERITO (e bada ache non ignoro la teoria del giusnaturalismo) dei diritti, perchè è tutto solo menzogna, e gabbie dentro gabbie per addormentare ognuno.

L'unico diritto è quello che ci si conquista da soli, ogni altra cosa è ipocrisia.

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Ma chi se ne importa dei soprusi e delle discriminazioni!

Il diritto e la protezione sono illusioni di sicurezza, la vita è violenta anche per gli eterosessuali.

Non m'importa che uno stato mi illuda di avermi CONFERITO (e bada ache non ignoro la teoria del giusnaturalismo) dei diritti, perchè è tutto solo menzogna, e gabbie dentro gabbie per addormentare ognuno.

L'unico diritto è quello che ci si conquista da soli, ogni altra cosa è ipocrisia.

 

Se l'unico diritto è quello che si conquista da soli, è la lotta di tutti contro tutti, quindi la sopraffazione diventa diritto. E' necessario un "diritto" perché ci siano diritti.

Non te ne importa dei soprusi e discriminazioni? Sugli altri? Sei un solipsista. La cosa avrà dei vantaggi, non ne dubito.

 

Le sicurezze. Il marito di una mia amica, affetta da una sindrome che richiede varie cure, avrà un anno e otto mesi di permesso dal lavoro, retribuito, per assisterla.

Come vedi volo basso, per farti capire che tu voli "troppo" alto, e non vedi la realtà.

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Non sono un solipsista, sono capace di amare, e so cosa sono le responsabilità. Non sto su cime di astrazione, guardo semplicemente la realtà nuda e cruda. I diritti per coloro che amiamo li possiamo conquistare noi, ma qualsiasi presunzione che essi siano già lì, come dovuti e necessari, è sciocca e fallimentare.

Forse sarà anche la lotta di tutti contro tutti, ma necessariamente è così. Ogni diritto e ogni sopruso implicano una rinuncia e un beneficio. Il diritto è talvolta un illusione di non essere sopraffatti, talaltra un sopruso istituzionalizzato. La misura è assolutamente arbitraria. Non può funzionare nessuna società con un diritto, non funziona, non ha mai funzionato e non funzionerà mai. La realtà è una giungla.

Può sembrare un pensiero egoista, ma non ho nessun crimine da giustificare, nessuna ambizione per cui spianare la strada, e non disprezzo l'altruismo, anzi. Ma nemmeno la violenza.

Solo, desidero di non essere sopraffatto dagli eventi o dalle mie eventuali convinzioni.

Sono così tracotante?

Comunque mi pare che stiamo anzi, sto andando fuori strada...

E mi sta pure morendo di sete il gatto. Quindi concludo qui.

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I diritti per coloro che amiamo li possiamo conquistare noi, ma qualsiasi presunzione che essi siano già lì, come dovuti e necessari, è sciocca e fallimentare.

 

 

Mai pensato che i diritti siano lì belli e pronti e che non vadano strappati. Che siano dovuti, nel senso che lo sono proprio in quanto sono diritti, e non richieste di potere, ad esempio, lo penso profondamente.

 

Mi fermo qui perché non voglio avere il tuo gatto assetato sulla coscienza

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Tutti i filosofi che interroghiamo dicono più o meno la stessa cosa: l'animale è senza linguaggio.

O più precisamente senza risposta, intendendo per risposta qualcosa che si distacca precisamente

e rigorosamente dalla mera reazione.

 

Gli uomini sono quei viventi che si sono dati la parola per parlare univocamente dell'animale e designare

in lui l'essere rimasto senza parole per rispondere. anche il gatto di Alice nel paese delle meraviglie, che

risponde, risponde sempre la stessa cosa...

 

La parola "animale" diventa quindi il mezzo identificativo della coscienza di sé: non si dà la parola "uomo"

al di là della relazione strutturale con la parola "animale".

 

Questo direi sia ineccepibile, ed è singolare che a questo punto l'uomo si sia messo a sacrificare degli

animali a Dio ( istituendo una similitudine Dio-uomo-animale e una sostituzione simbolica )

Tra Caino e Abele fu questione di animale...domato e sacrificato.

 

Sullo sfondo l'interrogazione di Bentham: " can they suffer? "

A cui segue un'altra risposta priva di incertezze: noi abbiamo esperienza della sofferenza degli

animali. L'animale non assomiglia all'uomo se non a misura della sua malattia.

 

Per questo di fronte allo sguardo dell'animale, nell'incrociarsi dei due sguardi, lo sguardo

del gatto è quello enigmatico e di fronte a quello sguardo, l'uomo è nudo.

 

A questo punto potremmo pure metterci a parlare della sessualità degli animali, che esiste

nella misura in cui c'è accoppiamento ( altra similitudine ) gli animali conoscono l'etero-narcisismo

nella predazione come nella seduzione rituale percepiscono ed esprimono "sè come un altro"

 

L'argomento è affascinante quanto un cane che abbassa la coda, dimostrandosi colpevole e

quindi forse mostrando addirittura un pudore animale...

 

E vogliamo riportare indietro il discorso al sacrificio animale?

Continuare a ragionare secondo quella struttura di pensiero, sostituendo un Dio

a cui sentiamo di non credere più, con un idolo darwinistico, deterministico ordinante

che svolga la stessa funzione normativa di Dio?

 

 

 

Jacques Derrida "L'animale che dunque sono"

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Bravo, buone letture... :look: ma non dovevi citarmi interamente...

 

Il punto reale della discussione è da un lato, la nostra tendenza a riportare l'animalità alla stuttura normativa del sacrificio animale bibiblico, a ricercare cioè nella natura la norma o meglio una alternativa lettura della norma compatibile col/ comprensiva del nostro essere omosessuali ( questo potrebbe essere in effetti omocentrismo, come ha ipotizzato funeral, credo però per lui in un diverso significato rispetto al mio : per me il fare dell'omosessualità il centro di una ricostruzione nella norma ovvero nella stessa struttura di pensiero, che invece deve essere decostruita) OPPURE ( caso solo apparentemente inverso ) come wotan a concepire ogni struttura normativa come fonte di normalità e non di opportunità ( questi sono i diritti : opportunità ) e quindi contrapporvisi in modo antagonistico, ma sterile.

 

Il nostro essere minoranza non ci deve spingere nè al conformismo dei primi, nè all'antagonismo ( ma preferirei dire ribellismo, perchè un antagonista che cita Hobbes, ovvero il teorico della monarchia assoluta, a mio avviso è già un ribelle, si è scelto quel ruolo, quello che gli avrebbe affibbiato lo stesso Hobbes se avesse potuto parlarci di Wotan.... :look: )del secondo.

 

Solo in questo modo noi possiamo essere, nel nostro essere minoranza, propositivi ed al temèpo stesso capaci di lottare quando ve ni sia bisogno, beninteso.

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Nello stato di natura l'uomo sarebbe sopraffatto dagli altri animali, questo è un dato di fatto. Non ci sarebbe spazio per l'uomo più forte. L'uomo più forte ha due possibilità: soccombere agli animali o prostrarsi davanti agli uomini deboli ed abbassarsi a cooperare.

Ma questo non centra nulla con il'argomento del topic, oppure centra poco.

Perchè anche se essere omosessuali fosse la cosa più normale del mondo non è detto che sarebbe approvato dalla società. Il sesso è la cosa più normale del mondo, sia in natura che nella società moderna, ciò non toglie che esso sia stato trattato come un tabù per secoli e secoli e che la religione cattolica, sicuramente non riscontrabile in natura(poi dipende da cosa s'intende per natura) e quindi garante innaturale della naturalità, sia stata la promotrice di questa campagna per la repressione sessuale dell'uomo. La repressione sessuale serve sempre in tempi dove c'è bisogno di avere sudditi aggressivi, perchè le pulsioni sessuali represse(una delle poche cose in cui son daccordo con Freud) devono essere scaricate in maniera violenta. Il concetto di a-normalità è dunque stato utilizzato per ottimizzare le guerre(sono normali? sicuramente non sono naturali. La violenza sarà presente in natura ma non una violenza così organizzata e soprattutto che non sia finalizzata alla sopravvivenza). Se mi concedete che la normalità sia basata sul concetto di naturalità, cosa che non do per scontata, sarete dunque concordi con la mia affermazione di prima, che non tutto ciò che è normale è approvato dalla società e viceversa. Quindi non basta essere normali per sopravvivere nella società.

In caso contrario, se il concetto di normalità fosse arbitrario e determinato dall'etica corrente, nonchè scollegato dal concetto di naturalità(che comunque viene sempre richiamato da chi cerca di combattere il "dilagare" della "sodomia" e della "perversione" :look:) si può pensare di migliorare la situazione attuale cercando di far capire alle persone che l'amore è amore e che la sessualità è una parte di esso, estremamente complessa, impossibile da ingabbiare in schemi. Cercando di sostituire le immagini che da troppo tempo rappresentano falsamente il mondo gay con immagini diverse, perchè vedere due ragazzi che si abbracciano e si baciano e mettere in rilievo l'amore può aprire gli occhi alle persone. Ovvio che se si cerca di creare scandalo non ci si può lamentare di apparire come diversi e pericolosi.(Con ciò non metto in discussione che gli etero ritengano immorali comportamenti comuni a tutti, ma l'identificare i rapporti gay con questi ultimi è sbagliato e controproducente).

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Concordo con te, Hinzelmann. Non avevo letto la tua risposta quando ho scritto il post precedente, ma penso che tu abbia spiegato meglio la questione e con meno parole. Arrivando anche ad una conclusione propositiva.  :look:

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