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solitudine correlata all'orientamento sessuale


Catilina

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solitudine correlata all'orientamento sessuale

Immagino che ancora oggi molte persone in occidente (Italia inclusa) si sentano socialmente ostracizzate sulla base del proprio orientamento (non etero) o identità di genere (se differente dal proprio sesso biologico). Mi riferisco all'ostracismo che si può ancora sperimentare in ambito familiare o sociale (se si appartiene a un contesto sociale ancora ristretto e retrogrado).  Tuttavia la secolarizzazione che ha così profondamente permeato la società occidentale ha in parte migliorato la situazione rispetto a un passato abbastanza recente. I social network forniscono oggi un primo supporto per trovare contatti grazie ai quali uscire dall'isolamento, unito all'associazionismo della comunità LGBT. Purtroppo però c'è un isolamento determinato più genericamente da handicap sociali che possiamo avere indipendentemente dal nostro orientamento o identià di genere.  In questi frangenti il supporto della rete è solo parziale e foriero di molti effetti collaterali negativi (nel web la virtualità rende i contatti umani troppo astratti per essere compensatori quanto nella vita reale, inoltre è molto più facile che si generino incomprensioni e screzzi spesso anche estremi).  In tal senso oserei dire che chi (come me) ha grossi handicap sociali si trova ad avere almeno delle opportunità in + qualora la  sua  condizione lo ponga nell'ambito della comunità LGBT. Io in tal senso ho la doppia sfortuna di essere un etero con forti handicap sociali. So già che molti qui mi biasimerebbero perché mi rammenterebbero che almeno sono esente dal rischio di essere ostracizzato in senso omofobo. Questo lo so bene, ma posso anche dire che se fossi stato omosessuale o bisessuale a quest'ora probabilmente avrei già avuto occasioni di uscire dall'isolamento sentimentale e sessuale, poiché avrei avuto l'opportunità di fruire delle risorse fornite da svariati siti a ciò finalizzati. Tutto sommato avrei avuto anche opportunità di uscire dall'isolamento affettivo sempre grazie all'associazionismo LGBT. A pensarci bene ci sono mie particolarità che mi farebbero ascrivere a delle minoranze discriminate, ma sono ambiti che in Italia non vedono ancora emergere oragnizzazioni di supporto efficienti come avviene in certi paesi. Ad esempio, il fatto di essere un agender mi potrebbe anche ascrivere alla fascia LGBT ; ma anche il mio autismo mi farebbe ascrivere in una fascia socialmente sottorappresentata.  La società italiana è strutturata in maniera tale da condannare a un isolamento molto arduo da scalfire quando si è fobici di sesso maschile ed etero. Questo perché il soggetto maschile nella società italiana deve esibire sicurezza per non essere socialmente isolato e deve inoltre mantenere un ruolo attivo anche nella ricerca di un partner (una donna timida non corre lo stesso rischio perché prima o poi ci penserà un uomo a tentare di approccirarla, lasciandole l'opzione di accettare o rifiutare).  Le rare volte in cui sono stato io ad essere approcciato infatti è stato  l caen parte di altri uomini, il che sarebbe stata un'opportunità solo  se non fossi stato un etero.  In conclusione vorrei pertanto confortare gli utenti LGBT che soffrono  per i loro handicap sociali, rammentando loro che di risorse per uscire dall'isolamento ne hanno sicuramente più di me. 

Edited by Catilina
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Il luogo comune dell'autistico è abbastanza difforme da come lo descrivi

L'autistico è visto ed interpretato come un individuo iper-analitico con forti problemi di interazione sociale e di empatia e quindi tende ad essere interpretato dagli altri come "iper-maschile"

Ovviamente questo è il luogo giusto in cui protestare contro questo luogo comune para-scientifico ( anche se alcuni gay come @Uncanny come avrai letto si attaccano anche a queste pseudo teorie  )

Io però non credo che la nostra società sia così permeata di maschilismo come la vedi tu, magari è più facile che questo maschilismo residuo si riversi totalmente su piccole minoranze discriminate o da queste sia ancora sofferto in modo più accentuato

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1 hour ago, Hinzelmann said:

Ovviamente questo è il luogo giusto in cui protestare contro questo luogo comune para-scientifico ( anche se alcuni gay come @Uncanny come avrai letto si attaccano anche a queste pseudo teorie  )

Ma quando mai! È ovvio che l'autismo sia un costrutto sociale, tranquillo. :D

Edited by Uncanny
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Non è ciò che ho scritto e lo sai bene, il costrutto sociale o l'immaginario collettivo è quello che vuole che il cervello analitico sia maschile

Laddove le due persone che scrivono su questo forum e sostengono di avere tratti neuroatipici di autismo, sono uno agender Catilina e l'altro sarebbe Freakyfred che magari analitico lo è pure...ma non così maschile

Tutto qui

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Era evidente ironia, suvvia.

Come rispondere se non così a chi mi attribuisce teorie a lui non congeniali dal nulla, considerando che non ho mai avuto modo di esprimermi sull'autismo in questo forum. 

Comunque il filone che vede l'autismo  come costrutto sociale esiste, come d'altronde esiste da decenni quello - di matrice postmodernista - che vede i disturbi mentali in genere come costrutti sociali perché frutto del mero arbitrio dei malvagi psichiatri patologizzatori. 

Edited by Uncanny
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Baron-Cohen ha fondato la sua teoria sul cervello maschile più analitico proprio sullo studio dell'autismo (praticamente assente nelle femmine)

Ha trovato anche la correlazione tra autismo ed esposizione al testosterone neonatale; il cervello degli autistici sarebbe quindi "super maschile".

(Anche se è noto che spesso gli autistici "non capiscano" l'identità di genere e molti - come Catilina -  si considerino agender.)

Trovo interessante che Catilina consideri la vita dei gay autistici più facile di quella degli etero autistici,

perché preferirebbe essere oggetto di interesse erotico esplicito.

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1 hour ago, Almadel said:

il cervello degli autistici sarebbe quindi "super maschile".

Sembra una rivisitazione moderna della teoria, molto diffusa tra la seconda metà dell'800  e la prima del 900 in Germania, ma che sostanzialmente richiamava il famoso mito aristofaneo platonico delle sfere maschili-maschili, femminili-femminili ed androgine. per cui l'omoerotismo è un eccesso, non un difetto di mascolinità, in virtù del quale si ripudia ogni contaminazione femminile  anche solo per soddisfazione fisico sessuale.

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queste dicerie sul cervello super-maschile degli autistici mi suonano strane e campate per aria, posso solo dire che fra le persone nello spettro autistico l'orientamento sessuale è variabile tanto quanto fra i neurotipici   

personalmente sento di avere una personalità assai poco maschile e risiede anche in questo il mio definirmi agender.  Fin da piccolo, inoltre, ho provato un senso di rigetto e repulsione per la mia anatomia maschile, ciò non significa però che mi sono mai identitificato col sesso femminile; nel senso che non ho mai provato il desiderio di possedere un'anatomia femminile (avere ad esempio un seno o un bacino largo).  Indubbiamente la mia personalità è molto più femminile che maschile (se si considera che femminile è inteso spesso come sinonimo di neutro; in quanto la mascolinità viene determinata da un'aggiunta di elementi quali l'aggressività e la competitività). Fin da bambino ho sentito la necessità d'identificarmi con figure umane inverosimili, androgine: prive cioè di attributi esplicitamente maschili e femminili. Il mio autismo mi ha sempre caratterizzato come individuo iperriflessivo e analitico; con grosse difficoltà ad interagire con gli altri in attività in varia misura emotive. 

Malgrado ciò il mio orientamento sessuale è sempre stato decisamente etero. Sicuramente il fatto di non essermi mai sentito d'identità maschile (ma anche femminile) deve aver contrbuito ad isolarmi dalle altre persone (di ambo i sessi e per ragioni difformi). Per rendere l'idea della mia condizione farò una metafora che a qualcuno farà sicuramente ridere: è come se avessi l'identità di una lesbica, intrappolata in un corpo maschile.         

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24 minutes ago, Catilina said:

il mio orientamento sessuale è sempre stato decisamente etero. Sicuramente il fatto di non essermi mai sentito d'identità maschile (ma anche femminile)

E' un po' difficile considerarti eteroclito, se non ti senti né maschile né femminile:

infatti eteroclisi ed omoclisi presuppongono che uno non solo abbia un certo sesso, ma che anche si senta appartenere a tale sesso ed inclini eroticamente all'altro (eteroclisi) ovvero al suo stesso (omoclisi).

29 minutes ago, Catilina said:

è come se avessi l'identità di una lesbica, intrappolata in un corpo maschile.         

L'identità lesbica sembrerebbe fare a pugni con un orientamento sessuale che affermi sia eteroclito.... ? 

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è un modo per far capire quanto outsider mi sia sempre sentito 

siccome l'orientamento sessuale e l'identità di genere vanno sempre distinti non si dovrebbe ogni volta provare a connetterli sulla base di stereotipi

è lo stesso stereotipo che vuole un omosessuale maschio necessariamente effemminato, o una lesbica necessariamente mascolina 

posso capire che a molti suoni strano il mio non sentirmi maschio ne femmina, se lo si associa al mio essere comunque etero 

però questo non deve autorizzare nessuno a mettere in discussione quello che so di me, perché nessun'altro può (purtroppo) conoscermi meglio

inoltre sono afflitto da 11/12 anni da una depressione persistente (che spesso mi fa meditare anche il suicidio), che mi ha portato a provare diverse piscoterapie con svariati psicologi, ai quali non ho esitato ad esporre anche tutte le mie incertezze sulla mia identità. Ma nessuno è mai stato in grado di dirmi alcunché di utile, figuriamoci gli altri!. .....     

Edited by Catilina
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11 hours ago, Catilina said:

In tal senso oserei dire che chi (come me) ha grossi handicap sociali si trova ad avere almeno delle opportunità in + qualora la  sua  condizione lo ponga nell'ambito della comunità LGBT. Io in tal senso ho la doppia sfortuna di essere un etero con forti handicap sociali. 

Sono d'accordo con te sul fatto che noi gay siamo mooolto avvantaggiati per quanto riguarda la vita sociale: sia il mio ragazzo che TUTTI i miei amici li ho conosciuti tramite un'app gay. Se fossi stato etero non so come avrei fatto, probabilmente sarei rimasto chiuso dentro casa in solitudine.

4 minutes ago, Catilina said:

posso capire che a molti suoni strano il mio non sentirmi maschio ne femmina, se lo si associa al mio essere comunque etero 

però questo non deve autorizzare nessuno a mettere in discussione quello che so di me, perché nessun'altro può conoscermi meglio

Non credo che Mario stesse cercando di negare la tua identità di genere o il tuo orientamento, faceva solo un'osservazione sul fatto che se una persona è agender (ne maschio ne femmina), se prova attrazione per le ragazze,  non può essere ne eterosessuale perché implicherebbe che sia un uomo, ne può definirsi omosessuale perché ciò implicherebbe che sia una donna.

Quindi non è sbagliato ciò che sei, assolutamente nessuno dice questo, solo che il termine "eterosessuale" magari non è quello che calza meglio in questa situazione, servirebbe un termine diverso.

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2 minutes ago, Abisso said:

Non credo che Mario stesse cercando di negare la tua identità di genere o il tuo orientamento, faceva solo un'osservazione sul fatto che se una persona è agender (ne maschio ne femmina), se prova attrazione per le ragazze,  non può essere ne eterosessuale perché implicherebbe che sia un uomo, ne può definirsi omosessuale perché ciò implicherebbe che sia una donna.

Quindi non è sbagliato ciò che sei, assolutamente nessuno dice questo, solo che il termine "eterosessuale" magari non è quello che calza meglio in questa situazione, servirebbe un termine diverso.

Infatti, la mia osservazione è strettamente semantica.

Se omosessuale significa atto sessuale tra due persone d'ugual sesso fisico, essendo Catilina maschio fisicamente a quanto almeno ho capito, quando egli facesse sesso con un maschio, ovviamente della specie umana, si potrebbe parlare di atto sessuale  oggettivamente o meglio fisicamente omoclito ovvero oggettivamente o meglio fisicamente eteroclito nel caso facesse  sesso  con una femmina.

Ma considerando la cosa soggettivamente o meglio psicologicamente, poiché egli dichiara di non essersi mai sentito né d'identità maschile né femminile, non si vede come l'eventuale sua attrazione sessuale per un maschio o per una femmina possa essere definita omoclita ovvero eteroclita:

fisicamente la diversità o l'identità sessuale ci sarebbe, ma psicologicamente no, per.... assenza di definizione d'una delle due parti.

Dovrebbesi a questo punto trovare una definizione per chi psicologicamente sia attratto da un maschio o da una femmina pur non sentendo sé né maschio né femmina.

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12 hours ago, Catilina said:

ma anche il mio autismo mi farebbe ascrivere in una fascia socialmente sottorappresentata.  La società italiana è strutturata in maniera tale da condannare a un isolamento molto arduo da scalfire quando si è fobici di sesso maschile ed etero. Questo perché il soggetto maschile nella società italiana deve esibire sicurezza

La fascia ND è certamente sottorappresentata non so se più o meno di quella gay (pensa a come deve stare la fascia ND+gay), ma c'è da dire che periodi di solitudine piuttosto forte possono essere attraversati da chiunque, per mille ragioni diverse anche del tutto fisiologiche (trasferimenti, migrazioni, problemi di lavoro, litigi, separazioni, cambiamento dei rapporti e delle frequentazioni, ecc). Il maggior problema è forse il modo in cui si reagisce a tali periodi, che varia da persona a persona, e fra l'altro indipendentemente alla categoria di appartenenza. Un Alto-Funzionamento potrebbe infatti essere del tutto indifferente alla cosa e buttarsi su un hobby o su un nuovo interesse assorbente, ma magari un altro ND potrebbe invece soffrirne e tenersi il malessere senza sapere cosa fare o temendo qualsiasi iniziativa. Ma lo stesso discorso si potrebbe fare per qualsiasi altro NT, o gay, o etero, o bisex, alcuni reagirebbero prendendo l'iniziativa di cercare nuove persone, altri invece chiudendosi ancora di più. e magari il tipo di reazione potrebbe variare anche per la stessa persona, a seconda del momento della sua vita in cui venga colta dalla sensazione di essere sola. Insomma la categoria di appartenenza conta meno di quello che pensi, soprattutto se stiamo parlando di adulti e non di ragazzini delle superiori che devono muoversi "in branco".

Fra gli interessi aspergeriani che hai ce ne può essere almeno uno che sia tecnicamente condivisibile con una comunità? Un mio ex era fissato coi treni, e, partecipando ad un forum su ferrovie e affini, si faceva dei gran bei giri in compagnia di altri appassionati.

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8 hours ago, Sampei said:

Fra gli interessi aspergeriani che hai ce ne può essere almeno uno che sia tecnicamente condivisibile con una comunità? Un mio ex era fissato coi treni, e, partecipando ad un forum su ferrovie e affini, si faceva dei gran bei giri in compagnia di altri appassionati.

nella vita d'interessi ne ho accumulati un'infinità e con modalità decisamente inusuali. Tanto che ho scritto un saggio autobiografico in cui evidenzio proprio la bizzarria dei miei interssi, purtroppo non sono ancora riuscito a trovare  un editore disponibile. Purtroppo non c'è mai stato fra i tanti miei interssi uno che mi abbia consentito di socializzare  e poterlo così condividere con altri. Nei social-network ad esempio mi capita facilmente d'imbattermi in tanti altri cultori del genere horror, ma al di la del fatto che online ci si ilimita a recensire i film e a consigliarsi reciprocamente su cosa vedere o non vedere, non si va molto oltre. Mi sarebe tanto piaciuto lavorare nel settore cinematografico come regista o almeno come sceneggiatore. Ho anche iniziato da tempo a scrivere racconti del terrore, ma la depressione che mi perseguita da tutti questi hanni mi ha rallentato moltissimo,      

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Il punto secondo me - ma è una constatazione banale - è che servirebbe un vostro associazionismo

Personalmente, ma credo sia una osservazione largamente condivisa da molti qui dentro al di là del discorso depressione e delle varie teorie su di voi, voi dovreste costituirvi come minoranza

Ciò a cui abbiamo assistito in questi anni è la presa di coscienza dell'esistenza di persone diverse, neuro atipiche, che si dice dovrebbero essere integrate ed accolte dalle istituzioni, ma un atteggiamento più o meno inclusivo ( speriamo sempre più inclusivo ) da parte delle istituzioni non basta, dovreste iniziare a costituire dei gruppi di auto-difesa o auto-coscienza. Il fatto di essere oggi meno osteggiati di quanto non lo furono i gay in passato, non esclude il fatto che dovete passare da una situazione in cui siete "oggetto di attenzioni-servizi-speculazioni-cure" ad una in cui diventate anche soggetti con delle richieste, delle esigenze, che solo voi potete condividere e rappresentare agli altri.

Giustamente magari ci dici che se tu fossi gay avresti maggiori chance di avere una tua socialità e forse anche delle relazioni affettivo-sessuali, la tua eterosessualità invece cozza con la tua diversità, perché nella nostra società l'eterosessuale deve a tutti i costi essere normale o normalizzato.  Suppongo che un genitore abituato a crescere un figlio "diverso" sia più incline ad accettare la sua omosessualità...se sei diverso in tante cose una in più alla fine cambia poco, però il problema forse non è tanto questo, quanto il fatto che genitori e parenti chiedono servizi e aiuti da parte dello stato ( ed è comprensibilissimo e giusto ) mentre voi dovete anche ricavarvi degli spazi di autonomia, neuro atipici gay e neuro atipici etero insieme

Poi ovviamente a partire da questo potete coltivare ognuno i propri interessi, fra di voi ed anche con gli altri

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davydenkovic90

Guarda che l'associazionismo mica è una bacchetta magica che risolve i problemi di ogni gay. Solo alcuni, poi, si rivolgono all'associazionismo, perché dipende se lo ritengono affine a sé come metodo, se amano i gruppi ecc. Io ,per esempio, ho fatto tutto da me, senza mai andare in associazione,  quando ci volevo andare era già troppo tardi e avevo già risolto gran parte dei miei problemi legati alla sessualità e ci sarei andato più per hobby che altro. Poi, non mi piace molto questo stile un po' vittimista di stare sempre a guardare cosa hanno gli altri o cosa fanno gli altri, puntando il dito su chi è stato più fortunato e magari ha dei privilegi per nascita o per varie ragioni. Ammesso anche che sia vero che i gay fanno vita più facile degli etero con altri problemi, a che giova introdurre il discorso? Avresti preferito nascere gay? Anche io volevo nascere Maria Sharapova, ma non è successo. 

Edited by davydenkovic90
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davydenkovic90
21 minutes ago, Catilina said:

prima di tutto avrei preferito nascere immune dalla depressione 

Be', non è una malattia incurabile.

Eviterei di puntare sulle relazioni amorose, sui rimorchi, gli approcci e quant'altro. Appassionarsi a questo triste mondo, che per i più è un immaginario da fiction di canale cinque, non lo trovo sano né produttivo, a meno che tu non voglia finire nel forum dei brutti ad appassionarti a teorie astruse...

Fossi in te lascerei perdere anche gli ambienti lgbt, che hanno ben altra funzione, quindi ti risolvono poco il problema, se non magari darti un piccolo sollievo dato dal vittimismo che metti in campo anche qui. Non sono gli unici ambienti inclusivi che esistono.

Cercherei di ripartire da altri rapporti, semplici conoscenze o attività quotidiane (lavoro, hobby, vecchi o nuovi) e poi, con molta calma, secondo me potresti anche avere relazioni inaspettate. Capisco che sia difficilissimo partire da zero, ma lo abbiamo fatto un po' tutti, a un certo punto e non c'è da vergognarsi.

Concludo dicendoti che la vita di un gay non è così facile in questo senso. Da quando ho fatto coming out, ad esempio, nessuno dei ragazzi che giocavano regolarmente a tennis con me ha più voluto incontrarmi. Gli ambienti sportivi sono super omofobi, purtroppo, e per i rari gay che giocano a sport con la palla, è dura ?

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3 hours ago, Catilina said:

prima di tutto avrei preferito nascere immune dalla depressione 

Come il buon @davydenkovic90 ha scritto, la depressione non è una malattia inguaribile; non è certo un raffreddore per cui va via nel giro di tre giorni e non esistono vaccini che ti rendono immune, come scrivi te, però non è incurabile, anzi, l'esatto opposto.

Sicuramente stare soli peggiora la situazione, devi trovare qualche hobby o attività che ti costringa a socializzare e stare insieme ad altra gente. Ti consiglio di partire da ciò che ti piace fare così da trovare poi un gruppo di persone simili a te, con i tuoi interessi.

Capisco che l'orientamento sessuale e la sessualità più in generale giochino un ruolo fondamentale nella nostra società, ma non per forza ne devi essere schiavo, non rifletterci troppo e agisci secondo quello che dice il tuo cuore.

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On 1/19/2019 at 5:27 PM, Catilina said:

inoltre sono afflitto da 11/12 anni da una depressione persistente (che spesso mi fa meditare anche il suicidio), che mi ha portato a provare diverse piscoterapie con svariati psicologi, ai quali non ho esitato ad esporre anche tutte le mie incertezze sulla mia identità. Ma nessuno è mai stato in grado di dirmi alcunché di utile, figuriamoci gli altri!. .....     

di questo mi dispiace molto.
certo il binomio asperger+depressione non deve essere facile da trattare, ma un paio di bravi professionisti che ti aiutino sostanzialmente te li meriteresti. Hai provato solo psicoterapie o anche psicofarmaci?
Se nessuno ti ha mai detto nulla di utile rispetto al tuo "problema" di identità di genere, mi viene il dubbio che tu abbia incontrato persone poco preparate. Per qualcosa di più approfondito e specifico ti consiglierei di andare da un sessuologo.
 

On 1/19/2019 at 11:29 AM, Hinzelmann said:

agender 

Parere personale, secondo me la comunità GLBT dovrebbe accogliere a braccia aperte gli agender, come anche i genderqueer e genderfluid.
E se proprio non è possibile, dovrebbe allearsi con la comunità asessuale, anche nell'ottica dell'intersezionalità, e la comunità asessuale dovrebbe accogliere al suo interno gli agender.
 

On 1/20/2019 at 8:57 AM, Hinzelmann said:

Il punto secondo me - ma è una constatazione banale - è che servirebbe un vostro associazionismo

Molto difficile. Nello spettro autistico, compresi gli Asperger, si trovano grosse difficoltà a socializzare, quindi risulta un po' utopistico esortarli a fare gruppo, a fare comunità.

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Mi pare di ricordare ( ma potrei sbagliare ) che però negli USA forse per la necessità forse di organizzarsi rispetto alle assicurazioni private, delle associazioni siano sorte.

Certo anche se fosse vero sarebbe un caso di "necessità che aguzza l'ingegno" più che il frutto di una iniziativa spontanea...ma a volte non tutto il male viene per nuocere

Quanto al fatto di includere o non includere le persone in gruppi, certamente si può anche distinguere la sfera diciamo degli "interessi" ( a prestazioni sanitarie pubbliche o private ) dalla sfera della socializzazione che potrebbe svolgersi altrove anche se in genere in Italia finisce che la prima viene gestita dalle famiglie

Generalmente l'associazionismo LGBT mi pare abbastanza inclusivo ed accogliente, non mi pare che vi siano chiusure verso le persone piuttosto dispute di tipo ideologico, ma nel complesso credo che se si parla di persone l'attitudine giusta ci potrebbe anche essere

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In Usa l'associazionismo e anche gli incontri di auto aiuto riescono meglio, ricordo diversi anni fa in chat beccai un ragazzo che da poco era entrato nei gruppi bisex... nel senso che proprio andava ad incontri ecc. solo per bisessuali, roba che da noi è ancora fantascienza.
Però non va sottovalutata la peculiarità di questo gruppo, già se ti vedi Asperger's Are Us per dire, il documentario, c'è la scena in cui i ragazzi hanno difficoltà a stare insieme nella stessa stanza, a vedersi con i genitori presenti in casa, e c'è il leader, che è anche quello più "compensato" passatemi il termine, che si fa carico di intervenire e usando l'ironia, diminuire le difficoltà a stare insieme che sono correlate al disturbo.

 

7 minutes ago, Hinzelmann said:

Generalmente l'associazionismo LGBT mi pare abbastanza inclusivo ed accogliente

Non voglio dire che non lo sia, per carità, secondo me le associazioni dovrebbero anche essere aperte a tutti gli alleati etero... però capisco che lui si dica etero (perché biologicamente maschio, ed attratto da donne) e quindi poco legittimato a frequentare un'arcigay, quando invece dal mio punto di vista già l'essere agender dovrebbe farlo rientrare sotto l'ombrello T, quindi di fatto dentro le ass LGBT, pur potendo anche continuare a definirsi etero se vuole.

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ti ringrazio della compresione Krad,  ovviamente non sono qui per farmi consigliare su come affrontare la mia depressione

in oltre un decennio ne ho tentate tante per uscirne: psicoterapie, farmaci, iniziative personali di vario tipo....tutto inutile

devo aggiungere che, se è vero che il mio isolamento socio-affettivo (unito alle frustrazioni sessuali) sia stata la causa scatenante della mia depressione; è anche vero che negli ultimi anni si è a ciò sommata anche l'esasperazione dovuta alla persistente disoccupazione: ho completato l'università nel 2011 e da allora ho trovato solo porte chiuse ovunque mi sia girato

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On 1/20/2019 at 2:51 AM, Catilina said:

Mi sarebe tanto piaciuto lavorare nel settore cinematografico come regista o almeno come sceneggiatore.

se hai difficoltà a relazionarti con gli altri, temo che quello di regista (che deve dirigere & coordinare il lavoro di un sacco di gente) non sia il ruolo più indicato per te.

forse come sceneggiatore (se trovi qualche gancio valido a cui sottoporre le tue idee) potresti avere delle chance; ma non ti credere sia un ambientino tutto rose & fiori!

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Non mi sono mai fatto illusioni di riuscire a intraprendere quella strada; in tutti questi anni ho cercato lavoro in ambiti assai più ordinari. La mia aspettativa di vita comunque non è rosea se resterò imprigionato in questo malessere psichico che si protrae ormai da circa 12 anni.    

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davydenkovic90
11 hours ago, Catilina said:

ti ringrazio della compresione Krad,  ovviamente non sono qui per farmi consigliare su come affrontare la mia depressione

in oltre un decennio ne ho tentate tante per uscirne: psicoterapie, farmaci, iniziative personali di vario tipo....tutto inutile

 isolamento socio-affettivo

 frustrazioni sessuali 

ho completato l'università nel 2011 e da allora ho trovato solo porte chiuse 

Catilina, ok che non sei qui per farti aiutare sulla depressione (non sarebbe la sede adatta) ma, come dico sempre in questi casi, non è sano fare un potpourrì di tutti i problemi, che mi sembra poi uno sfogo più che una vera volontà di parlarne e risolverli (E, ripeto, ci sta, vista la depressione e visto che finora non hai avuto grandi risultati, però non serve a niente)

Che i problemi siano tutti collegati può darsi, ma pensare di risolverli tutti insieme è assurdo. E' come risolvere un difficile esercizio di matematica, parti  dai dati e dalle cose certe e affronta una difficoltà alla volta. Come diceva sempre un mio professore e come si dice spesso in matematica e informatica: "divide et impera".

I farmaci sicuramente avranno dato il loro effetto, e se sei ancora nel pieno del problema, mi auguro tu non abbia smesso di prenderli. (Anche se, come già detto. non è questa la sede per parlare di questi argomenti).

Che siano 2 mesi o 12 anni, non cambia niente, se il problema è sempre lì e va affrontato sempre come se fosse il primo giorno.

Ti ripeto che a me sembra molto strano che tu cerchi qualche risposta dalla comunità lgbt. Molti gay sono depressi, ma sono depressi perché sono gay, cioè, perché sono isolati e non riescono a vivere bene una parte importante della propria vita (i rapporti sociali e affettivi) perché spesso isolati o in ambienti omofobi. La tua depressione è dovuta ad altro, e non so quanto riunirti con ragazzi gay possa servirti, se non nell'ottica del "tutto fa brodo"

Io ho fatto quella cosa di buttarmi in situazioni ignote almeno una volta nella vita (Forse più d'una), ma l'ultima volta l'ho fatto all'università, quando per un periodo m'ero convinto del fatto che la mia omosessualità nascesse da un disagio sociale e dal fatto di non avere molti amici maschi. Bene, ho preso e ho iniziato a mandare e-mail ovunque: centro sportivo universitario, centro linguistico, ecc. ecc. Mi sono presentato a tutte queste attività, le ho fatte, ho conosciuto un sacco di gente di tutti i tipi, ma mi sono scivolate addosso e non mi hanno dato nessun beneficio. La vera "epifania" l'ho avuta finalmente quando ho fissato un incontro per una passeggiata con un ragazzo gay, con cui subito mi sono trovato bene, "a casa", come a volte mi capita di dire. E da lì poi la cosa  decollata, mi sono accettato, dichiarato, sono uscito con altri ragazzi, sono stato al pride, ho preso un drink con Almadel e Claudia Salis in un pessimo locale romano, ecc. ecc.

Ecco, non vorrei che a te, nel frequentare ambienti lgbt, succedesse la stessa cosa che è capitata a me quando provavo a frequentare il CUS per provare a reprimere la mia sessualità. Credo che più che sentirti "a casa", ti darebbe solo modo di sfogare il tuo discorso de "i gay hanno più possibilità" e poi ti lascerebbe esattamente come prima. Mentre ecco, magari indirizzarti su cose un pochino più inerenti al tuo mondo e ai tuoi gusti (Vedi te cosa: circoli letterari, cineforum... sparo a caso) , dove a limite poter conoscere anche delle ragazze (Suvvia, sei laureato, non sarai Briatore o Cristiano Ronaldo e le donne non ti correranno dietro,  ma qualcosa di interessante da dire ce l'avrai)... perché, in definitiva. si capisce che quello che ti preme è questo. Poi, se non dovesse andare in porto la cosa, almeno hai aggiunto alla tua lista di esperienze una cosa in più.

In bocca al lupo. 

Edited by davydenkovic90
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14 hours ago, Krad77 said:

Però non va sottovalutata la peculiarità di questo gruppo

L'approccio italiano al problema - se non ho capito male - sconta il forte limite che tutte le iniziative che dovrebbero o potrebbero implicare nuove spese, sono rimesse agli enti locali ( regioni e prov autonome ) quindi stabilito che si sta prendendo coscienza del problema della neurodiversità-spettro autistico etc il rischio è che ci si areni ad un livello di campagne di sensibilizzazione fra Università e Confindustria per mancanza di finanziamenti.

Se ci si ferma qui - alla fase "sensibilizzazione" 2015-2018 - lo stato ci ha messo la miseria di 5 milioni e siamo ad un passo dalla stigmatizzazione del tema come "politically correct"

Ad ogni modo un associazionismo di base che talloni Regioni ed enti locali mi pare necessario

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