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Immigrazione e sicurezza con Salvini


Rotwang

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On 6/5/2018 at 7:57 PM, Uncanny said:

Infatti è meglio per loro che se ne stiano nel paese d'origine. D'altronde nell'80% dei casi (dati UE) sono migranti economici - casualmente tutti giovani uomini belli nerboruti -  illusi (spesso dai trafficanti) che l'Europa sia l'El Dorado.

http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2016/02/19/news/morti_in_mare_da_settembre_2015_oltre_340_bambini_sono_annegati_nel_mediterraneo_orientale_in_media_2_al_giorno-133777024/amp

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8 hours ago, LocoEmotivo said:

Madonna.

Gli uomini sono l'89% dei richiedenti asilo in Italia.

https://openmigration.org/analisi/questione-di-genere-quante-sono-le-donne-tra-i-rifugiati-in-italia/

Che siano nella quasi totalità dei casi giovani e anche nerboruti è evidente.

Sono infatti per l'80% migranti economici di media ricchezza (per gli standard africani ovviamente) che non facevano mica la fame, illusi che l'Europa fosse l'El Dorado. Di media ricchezza perché una persona povera e che fa la fame come sono la maggioranza in Africa non se lo può permettere neanche lontanamente un cosiddetto "viaggio della speranza" per venire in Europa. 

Queste cose, ripeto, le dicono anche i governi africani. In molti casi si tratta di persone con un lavoro che decidono di lasciarlo illusi come detto di trovare l'El Dorado in Europa, in molti altri certamente di mancanza di opportunità, ma sicuramente non è gente che fa la fame. 

Riprendendo l'articolo riportato qualche post fa:

«Ne conosco molti che lo hanno lasciato [il lavoro] per partire. Sono vittime dei venditori di illusioni. Dobbiamo fermarli» ripete Sangafowa Coulibaly, ministro dell’Agricoltura. Certo, ammette, «anche la mancanza di opportunità è un problema»

Questi migranti sono vittime di un sistema che non beneficia né loro né i loro paesi d'origine né noi. Beneficia unicamente i trafficanti di uomini che su questo sistema hanno costruito il loro business. 

@andy94 Ovvio che ci siano anche donne e bambini, ma sono una minima parte del totale. 

Edited by Uncanny
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Una donna quando parte per venire in europa sa gia' che verra' violentata durante il viaggio di solito. Dve metterlo in conto.

si capisce che molte donne vengano fortemente disincentivate da questo.

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Hinzelmann

Fra i regolari le cose cambiano, l'Italia ha  da offrire solo lavori servili, quindi femminli

Comunque un fatto di cui nessuno parla è l'offerta di pace del leader etiopico, Ahmed, all'Eritrea

Ahmed è un Oromo, cioè fa parte di quel ceppo etnico assai più vasto in cui militavano i Galla, che furono alleati dell'Italia fascista e "beneficati" di annessione all'Eritrea. Per tale motivo tutti gli Oromo furono poi discriminati ed emarginati, vuoi dagli ahmara comunisti, vuoi dai tigrini nazionalisti e comunque se questo Ahmed rimarrà in vita il tempo sufficiente a trovare una intesa cogli Eritrei, potrebbe esserci una svolta

Gli Eritrei costituiscono nel 2018 il 25% degli immigrati sbarcati in Italia, anche perchè hanno forti speranze di ricevere protezione umanitaria essendo riconosciuto il fatto che il paese è in guerra ed il loro governo abbastanza folle

Fino al 2015 transitavano dall'Italia e finivano per chiedere asilo in paesi che offrivano loro migliori opportunità ( Germania Svizzera Svezia Danimarca ) non che siano molto nerboruti ( anzi l'africano orientale è esile anche se resistente alla fatica e coriaceo ) ma certo facevano una certa concorrenza ad Italiani Greci e Polacchi

Attualmente sono bloccati in Italia, se però vi fosse una svolta politica...magari la questione si potrebbe semplificare, magari i paesi del nord a fronte di una chiusura del rubinetto eritreo potrebbero prendersene qualcuno, noi non abbiamo certo bisogno di Eritrei per tenere bassi i salari italiani, ma nel nordeuropa magari a fronte di una chiusura del flusso sì

Insomma a volte bisogna essere un po' ottimisti

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1 hour ago, Hinzelmann said:

Gli Eritrei costituiscono nel 2018 il 25% degli immigrati sbarcati in Italia, anche perchè hanno forti speranze di ricevere protezione umanitaria essendo riconosciuto il fatto che il paese è in guerra ed il loro governo abbastanza folle

Non il 25%, il 16% (2208 su 13808). 

In ogni caso se fosse così sarebbe indubbiamente una notizia positiva, rispetto agli anni passati sarebbero decisamente aumentati i profughi rispetto ai migranti economici. 

Dubito di questo dato perché la nazionalità dichiarata al momento dello sbarco potrebbe essere benissimo falsa per avere più speranze di ottenere asilo. 

Ritengo più affidabile il dato delle richieste d'asilo per nazionalità, in cui gli eritrei da gennaio a fine aprile 2018 sono solo il 2,5%. 

Ovviamente c'è da considerare che questo dato copre tutto il mondo e non solo l'Africa, ma se si vanno a leggere i dati si nota che coloro che provengono da altri continenti sono molti meno rispetto a coloro che provengono dall'Africa, quindi non spiega una differenza così grande. 

In teoria un migrante deve richiedere asilo poco dopo l'identificazione (anche nel suo interesse), quindi non credo che il gap temporale fra le due cose giustifichi una tale differenza. 

Nel 2017 invece coloro che hanno dichiarato nazionalità eritrea al momento dello sbarco sono stati il 6% del totale, mentre i richiedenti asilo eritrei il 3,8%. Dati in questo caso molto più in linea. 

Non ho ben capito i motivi di una tale differenza fra le due differenze. 

Edited by Uncanny
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4 minutes ago, Uncanny said:

Non ho ben capito i motivi di una tale differenza fra le due differenze. 

Nel senso che  una parte non fa richiesta di asilo? 

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9 minutes ago, andy94 said:

Nel senso che  una parte non fa richiesta di asilo

Nel senso che quest'anno rispetto allo scorso ci sono stati in proporzione molti meno eritrei per richiesta d'asilo rispetto a quelli per nazionalità dichiarata al momento dello sbarco. Quest'anno rispettivamente 2,5% e 16%, l'anno scorso 3,8% e 6%. 

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Hinzelmann
35 minutes ago, Uncanny said:

Non il 25%, il 16% (2208 su 13808). 

E' pur sempre il secondo paese di provenienza, alcune fonti non contabilizzano la voce altri cioè coloro per i quali la nazionalità è spesso non ancora accertata ed alzano in proporzione la percentuale del Min Interni

Ciò che conta però è che è il secondo paese di provenienza

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Silverselfer
3 hours ago, Hinzelmann said:

Comunque un fatto di cui nessuno parla è l'offerta di pace del leader etiopico, Ahmed, all'Eritrea

Sì, e quel poco che se ne parla viene puntualmente travisato dal punto di vista europeo/occidentale. L'elezione di Abiy Ahmed è un fatto epocale e ci sarebbe tanto da dire al riguardo, ma quello che c'interessa è che svolga il suo ruolo da filtro per le rotte migratorie verso l'Europa. Bisogna ricordare la marea umana che preme sui confini Etiopi dal disastro tutto occidentale succeduto all'indipendenza del Sud Sudan ... nonché l'altra tragedia umana del tutto paragonabile a quella siriana che sta accadendo nello Yemen, il dirimpettaio etiope verso cui la maggioranza di quei migranti sarebbe diretta. 

Ecco, una cosa che il governo italiano potrebbe fare subito per >>aiutarli a casa loro<< è fermare la vendita di armi e munizioni verso i paesi e le forze non governative africane che causano disastri umanitari, ma ovviamente ci sarebbe qualcun'altro pronto a rimpiazzarci. 

Ok ... ho letto tutti i post e ci sarebbe da eccepire una certa intolleranza a sfondo razziale, mascherata come il solito da motivi d'integrazione culturale. Le stesse robe si sentivano anche negli USA a proposito degli immigrati italiani mafiosi eccetera ... 

Però non voglio sparare il solito pistolotto multiculturalista perché l'Africa è un continente enorme in cui razzismo e xenofobia sono all'ordine del giorno. 

xenofobia-in-sudafrica.jpg

L'uomo nella foto fu legato mani e piedi e poi bruciato vivo in una township sudafricana, colpevole di essere un clandestino proveniente dal Zimbabwe ... eravamo in piena crisi economica del 2008 e la rielezione del presidente Mugabe (Il Fidel Castro africano) aveva determinato il default economico che causò un'ondata migratoria dallo Zimbabwe verso il Sud Africa. 

L'Africa pullula di capi popolo anche più determinati di Salvini che fanno carriera politica invocando dei rimpatri che in Africa hanno il sapore dell'assurdo e spesso si risolvono con vere e proprie tragedie umane. La peggior cosa che potremmo fare, e che puntualmente facciamo, è aiutarli a casa loro dando i soldi ai Salvini d'Africa. 

Ora vi snocciolo un po' di numeri che vanno doverosamente presi con le pinze anche se provengono da fonti ufficiali ONU/2015 ... perché sono tutte cifre stimate su rapporti inviati dagli osservatori. La migrazione interna africana si aggira intorno ai  34 milioni d'individui, di cui solo il 3%  si muove verso l'esterno del continente.  Va segnalato anche il dato sull'immigrazione nel continente africano che si stima intorno ai 21 milioni d'individui, per lo più cinesi ... immaginiamoci se anche solo un terzo di questa cifra si riversasse in Europa, cosa potrebbe accadere ... 

Per aiutarli a casa loro dobbiamo anche imparare a comunicare  sapendo interpretare le parole che usiamo perché fuori dall'Europa acquisiscono significato e valori diversi. 

Tanto per cominciare, noi distinguiamo positivamente il colono o il colonizzatore dall'immigrato o migrante economico, ma nella maggior parte del mondo e anche in Africa viene sentito come un'accezione negativa --> predatore economico. Bisogna capire che da circa il 1500 a grosso modo la fine della seconda guerra mondiale, i paesi europei hanno riversato la peggior feccia della propria società in tutti i continenti e in particolare in Africa dove, invece, abbiamo deportato in massa almeno tre generazioni di forza lavoro. 

No, non la voglio buttare sul senso di colpa post coloniale, anche perché di post c'è assai poco. Lo dico perché è importante capire il punto di vista esterno all'Europa. Per esempio, il nostro welfare e ogni altra conquista democratica,  da quella parte del mondo coincide con delle date infauste  perché ce le siamo finanziate per lo più a spese delle colonie. Anche oggi, le nostre politiche agricole fanno diventare idrofobi i nostri interlocutori esteri perché sono sentite, anche a ragione, come misure protezionistiche a discapito dei loro prodotti ---> compriamo con moneta forte e ci proteggiamo dalle merci favorite dal cambio debole. 

Sensi di colpa a parte, non si può andargli a dire ---> ci rubate il lavoro ---> quando abbiamo costruito la nostra ricchezza pappandoci per secoli più del 50% delle materie prime mondiali a costo zero. L'approccio giusto è >>offrire<< la nostra collaborazione alla soluzione dei problemi comuni. 

Il problema migratorio è un problema nostro ma anche loro e la soluzione Turca o ai tempi Libica non portano a nulla di buono perché alimenta il Business dell'immigrazione . Dove c'è domanda, inevitabilmente si crea l'offerta ...  fermarli in Tunisia, Marocco o anche in Senegal arricchirebbe sicuramente qualcuno, che avrebbe dunque tutto l'interesse a non risolvere l'emergenza.

Se li vogliamo aiutare a casa loro, dobbiamo capire l'intreccio delle cause all'origine della >>mobilità umana<< in Africa ... non i >>movimenti migratori<< che sono un'altra cosa spesso causata da guerre, carestie o eventi straordinari.  Questa mobilità è del tutto connaturata alle tradizioni  africane. E' il modello culturale europeo che le ha sconvolte, introducendo il diritto di proprietà fino al tracciare i confini degli Stati Nazionali, usati per spartirsi dei territori ma che ai fini pratici non hanno mai coinvolto le tribù, le etnie o i clan famigliari ... almeno fino alla metà del secolo scorso, quando tra gli anni 60 e 90 la popolazione urbana è cresciuta del 325%  e le megalopoli hanno funzionato come dei frullatori di etnie.

Uno dei problemi derivanti dalla mobilità umana è l'identificazione ---> Il passaporto per esempio è un pezzo di carta di scarso valore. Pretendere d'identificare un africano solo da quello è quasi utopico. Si comprano al momento di entrare in un altro Stato e poi si rivendono quando si arriva dall'altra parte. 

Uno dei grandi problemi delle governance africane sono le varie definizioni teoriche di autoctonia usate per dirimere la questione della cittadinanza ---> i popoli dell'Africa sub Sahariana vivono da secoli in un continuo e reciproco scambio di opportunità, autoregolamentate dalle comunità locali. Le nuove esigenze amministrative devono invece usare un principio esclusivo per dividere tra dei cittadini la proprietà democratica dello Stato Centrale. 

Badate che sta roba non è stata facile da definire neanche in Europa e tutt'oggi non è che sia stata ancora chiarita in tutti gli Stati. Senza contare che è stata causa di guerre e tentati genocidi fino agli anni novanta e lo è tutt'ora in Ucraina e forse tornerà presto ad esserlo nell'Irlanda del nord. 

Poi c'è la questione francese che sta giocando sporco e non è una novità. La Francia è ancora un paese coloniale e quello che sta facendo con i rapporti bilaterali, destabilizza puntualmente gli equilibri tra gli Stati africani. Parigi rema contro ogni accordo panafricano e storicamente abbatte ogni tentativo democratico che questi paesi tentanto di realizzare. Non ultimo, sono più che banali teorie di complottismo quelle che vedono i francesi pilotare a distanza le ondate migratorie sulle nostre coste, al fine di tagliarci fuori dalla Libia. Un dato per tutti ---> l'Italia copriva il suo fabbisogno energetico importando il 70% del petrolio libico, oggi riesce ad accaparrarsene solo il 20%. 

Aiutarli a casa loro passa da un flusso preferenziale di manodopera che possa contare su una good governance tra noi e gli Stati africani. Se noi garantissimo ai raccoglitori di pomidoro o arance un viaggio di andata e ritorno, non li dovremmo trattenere 18 mesi in un CIE per identificarli su base di passaporti falsi e nel tentativo di rimpatriarli in paesi in cui non esistono dei registri dell'anagrafe certi. Inoltre sarebbe del tutto connaturato nella loro cultura una migrazione ciclica legata alle attività rurali. 

Qualcuno potrebbe eccepire che per farlo dovremmo prima far funzionare i Centri del Lavoro e sconfiggere il caporalato, ma allora non imputiamo solo agli Stati africani la colpa di una cattiva amministrazione. Forse non è un caso se la più grande bidonville d'Europa si trova in Calabria, la regione più povera d'Italia dove insiste una delle organizzazioni criminali più ricche e potenti del mondo. 

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LocoEmotivo
1 hour ago, Silverselfer said:

Ok ... ho letto tutti i post e ci sarebbe da eccepire una certa intolleranza a sfondo razziale, mascherata come il solito da motivi d'integrazione culturale.

Ma scherzi? Ma quando mai!

?

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5 hours ago, Silverselfer said:

Sì, e quel poco che se ne parla viene puntualmente travisato dal punto di vista europeo/occidentale. L'elezione di Abiy Ahmed è un fatto epocale e ci sarebbe tanto da dire al riguardo, ma quello che c'interessa è che svolga il suo ruolo da filtro per le rotte migratorie verso l'Europa. Bisogna ricordare la marea umana che preme sui confini Etiopi dal disastro tutto occidentale succeduto all'indipendenza del Sud Sudan ... nonché l'altra tragedia umana del tutto paragonabile a quella siriana che sta accadendo nello Yemen, il dirimpettaio etiope verso cui la maggioranza di quei migranti sarebbe diretta. 

Ecco, una cosa che il governo italiano potrebbe fare subito per >>aiutarli a casa loro<< è fermare la vendita di armi e munizioni verso i paesi e le forze non governative africane che causano disastri umanitari, ma ovviamente ci sarebbe qualcun'altro pronto a rimpiazzarci. 

Ok ... ho letto tutti i post e ci sarebbe da eccepire una certa intolleranza a sfondo razziale, mascherata come il solito da motivi d'integrazione culturale. Le stesse robe si sentivano anche negli USA a proposito degli immigrati italiani mafiosi eccetera ... 

Però non voglio sparare il solito pistolotto multiculturalista perché l'Africa è un continente enorme in cui razzismo e xenofobia sono all'ordine del giorno. 

xenofobia-in-sudafrica.jpg

L'uomo nella foto fu legato mani e piedi e poi bruciato vivo in una township sudafricana, colpevole di essere un clandestino proveniente dal Zimbabwe ... eravamo in piena crisi economica del 2008 e la rielezione del presidente Mugabe (Il Fidel Castro africano) aveva determinato il default economico che causò un'ondata migratoria dallo Zimbabwe verso il Sud Africa. 

L'Africa pullula di capi popolo anche più determinati di Salvini che fanno carriera politica invocando dei rimpatri che in Africa hanno il sapore dell'assurdo e spesso si risolvono con vere e proprie tragedie umane. La peggior cosa che potremmo fare, e che puntualmente facciamo, è aiutarli a casa loro dando i soldi ai Salvini d'Africa. 

Ora vi snocciolo un po' di numeri che vanno doverosamente presi con le pinze anche se provengono da fonti ufficiali ONU/2015 ... perché sono tutte cifre stimate su rapporti inviati dagli osservatori. La migrazione interna africana si aggira intorno ai  34 milioni d'individui, di cui solo il 3%  si muove verso l'esterno del continente.  Va segnalato anche il dato sull'immigrazione nel continente africano che si stima intorno ai 21 milioni d'individui, per lo più cinesi ... immaginiamoci se anche solo un terzo di questa cifra si riversasse in Europa, cosa potrebbe accadere ... 

Per aiutarli a casa loro dobbiamo anche imparare a comunicare  sapendo interpretare le parole che usiamo perché fuori dall'Europa acquisiscono significato e valori diversi. 

Tanto per cominciare, noi distinguiamo positivamente il colono o il colonizzatore dall'immigrato o migrante economico, ma nella maggior parte del mondo e anche in Africa viene sentito come un'accezione negativa --> predatore economico. Bisogna capire che da circa il 1500 a grosso modo la fine della seconda guerra mondiale, i paesi europei hanno riversato la peggior feccia della propria società in tutti i continenti e in particolare in Africa dove, invece, abbiamo deportato in massa almeno tre generazioni di forza lavoro. 

No, non la voglio buttare sul senso di colpa post coloniale, anche perché di post c'è assai poco. Lo dico perché è importante capire il punto di vista esterno all'Europa. Per esempio, il nostro welfare e ogni altra conquista democratica,  da quella parte del mondo coincide con delle date infauste  perché ce le siamo finanziate per lo più a spese delle colonie. Anche oggi, le nostre politiche agricole fanno diventare idrofobi i nostri interlocutori esteri perché sono sentite, anche a ragione, come misure protezionistiche a discapito dei loro prodotti ---> compriamo con moneta forte e ci proteggiamo dalle merci favorite dal cambio debole. 

Sensi di colpa a parte, non si può andargli a dire ---> ci rubate il lavoro ---> quando abbiamo costruito la nostra ricchezza pappandoci per secoli più del 50% delle materie prime mondiali a costo zero. L'approccio giusto è >>offrire<< la nostra collaborazione alla soluzione dei problemi comuni. 

Il problema migratorio è un problema nostro ma anche loro e la soluzione Turca o ai tempi Libica non portano a nulla di buono perché alimenta il Business dell'immigrazione . Dove c'è domanda, inevitabilmente si crea l'offerta ...  fermarli in Tunisia, Marocco o anche in Senegal arricchirebbe sicuramente qualcuno, che avrebbe dunque tutto l'interesse a non risolvere l'emergenza.

Se li vogliamo aiutare a casa loro, dobbiamo capire l'intreccio delle cause all'origine della >>mobilità umana<< in Africa ... non i >>movimenti migratori<< che sono un'altra cosa spesso causata da guerre, carestie o eventi straordinari.  Questa mobilità è del tutto connaturata alle tradizioni  africane. E' il modello culturale europeo che le ha sconvolte, introducendo il diritto di proprietà fino al tracciare i confini degli Stati Nazionali, usati per spartirsi dei territori ma che ai fini pratici non hanno mai coinvolto le tribù, le etnie o i clan famigliari ... almeno fino alla metà del secolo scorso, quando tra gli anni 60 e 90 la popolazione urbana è cresciuta del 325%  e le megalopoli hanno funzionato come dei frullatori di etnie.

Uno dei problemi derivanti dalla mobilità umana è l'identificazione ---> Il passaporto per esempio è un pezzo di carta di scarso valore. Pretendere d'identificare un africano solo da quello è quasi utopico. Si comprano al momento di entrare in un altro Stato e poi si rivendono quando si arriva dall'altra parte. 

Uno dei grandi problemi delle governance africane sono le varie definizioni teoriche di autoctonia usate per dirimere la questione della cittadinanza ---> i popoli dell'Africa sub Sahariana vivono da secoli in un continuo e reciproco scambio di opportunità, autoregolamentate dalle comunità locali. Le nuove esigenze amministrative devono invece usare un principio esclusivo per dividere tra dei cittadini la proprietà democratica dello Stato Centrale. 

Badate che sta roba non è stata facile da definire neanche in Europa e tutt'oggi non è che sia stata ancora chiarita in tutti gli Stati. Senza contare che è stata causa di guerre e tentati genocidi fino agli anni novanta e lo è tutt'ora in Ucraina e forse tornerà presto ad esserlo nell'Irlanda del nord. 

Poi c'è la questione francese che sta giocando sporco e non è una novità. La Francia è ancora un paese coloniale e quello che sta facendo con i rapporti bilaterali, destabilizza puntualmente gli equilibri tra gli Stati africani. Parigi rema contro ogni accordo panafricano e storicamente abbatte ogni tentativo democratico che questi paesi tentanto di realizzare. Non ultimo, sono più che banali teorie di complottismo quelle che vedono i francesi pilotare a distanza le ondate migratorie sulle nostre coste, al fine di tagliarci fuori dalla Libia. Un dato per tutti ---> l'Italia copriva il suo fabbisogno energetico importando il 70% del petrolio libico, oggi riesce ad accaparrarsene solo il 20%. 

Aiutarli a casa loro passa da un flusso preferenziale di manodopera che possa contare su una good governance tra noi e gli Stati africani. Se noi garantissimo ai raccoglitori di pomidoro o arance un viaggio di andata e ritorno, non li dovremmo trattenere 18 mesi in un CIE per identificarli su base di passaporti falsi e nel tentativo di rimpatriarli in paesi in cui non esistono dei registri dell'anagrafe certi. Inoltre sarebbe del tutto connaturato nella loro cultura una migrazione ciclica legata alle attività rurali. 

Qualcuno potrebbe eccepire che per farlo dovremmo prima far funzionare i Centri del Lavoro e sconfiggere il caporalato, ma allora non imputiamo solo agli Stati africani la colpa di una cattiva amministrazione. Forse non è un caso se la più grande bidonville d'Europa si trova in Calabria, la regione più povera d'Italia dove insiste una delle organizzazioni criminali più ricche e potenti del mondo. 

Condivido ogni parola!  Complimenti.

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6 hours ago, Silverselfer said:

'uomo nella foto fu legato mani e piedi e poi bruciato vivo in una township sudafricana, colpevole di essere un clandestino proveniente dal Zimbabwe ... eravamo in piena crisi economica del 2008 e la rielezione del presidente Mugabe (Il Fidel Castro africano) aveva determinato il default economico che causò un'ondata migratoria dallo Zimbabwe verso il Sud Africa. 

tra l'altro viene fatto in modo anche particolarmente atroce.. la pratica si chiama "necklacing" e consiste nel mettere uno pneumatico intorno al petto di qualcuno...bloccandoti le braccia in modo che non riesci a togliertelo.. riempire l'interno dello pneumatico di benzina e poi dare fuoco all'interno.. ci metti piu' tempo a morire rispetto a quando ti danno fuoco direttamente..

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Hinzelmann

Viviamo in un mondo sempre più spietato

Basti pensare al fatto che la Romania a inizio 2000 rappresentava quasi il 50% degli addetti in agricoltura in Europa

Oggi nel 2018 tipo lo 0,3% delle aziende agricole con sede in Romania controlla il 50% della terra coltivabile, multinazionali, banche, fondi pensione, assicurazioni hanno scommesso sull'aumento dei prezzi dei terreni pianificandone scrupolosamente la futura vendita ( si chiama land grabbing )

Al contempo la romania è diventata un serbatoio di braccianti agricoli per il resto d'Europa ( a cui si affiancano polacchi ) e si è creata la californizzazione dell'agricoltura mediterranea, termine con cui si indica la  la cd "immigrazione sostitutiva" cioè la competizione della sostituzione etnica fra braccianti agricoli

In una prima fase i Romeni hanno sostituito i Tunisini o i Marocchini, garantendo un approvvigionamento intraeuropeo di manodopera, mentre i negri venivano utilizzati a giornata spesso per i soli picchi lavorativi ( sarebbero i casi da voucher agricolo ) poi non so se l'ondata di profughi abbia alterato la situazione dal 2015 in poi, quel che è certo è che sono fenomni rapidissimi

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5 hours ago, Demò said:

Si la spagna faceva funzionare l'immigrazione stagionale, ma coi mitra spianati...e si trattava di zapatero non di franco

Ma queste sono balle, come la storia dei greci che sparano ai migranti, tutti falsi miti sull'immigrazione degli ultimi anni in Italia per dire che siamo gli unici a non farci rispettare dai "cattivi ne*ri".

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Hinzelmann

Ovviamente più si spostano ad ovest le basi di partenza, più riprenderanno quota le rotte verso la Spagna a detrimento di quelle italiane, oltre alla pressione sulla enclave di Ceuta e Melilla.

Ad ogni modo la Merkel quando ha dovuto inventarsi qualcosa per la rotta balcanica, ha nella sostanza copiato l'accordo che la Spagna ha stipulato con il Marocco, riproducendolo sul versante orientale con Erdogan, e l'Ungheria di Orban non ha fatto altro che copiare il muro spagnolo, quello che era considerato una sorta di "regime eccezionale" dettato dal fatto che si trattava di enclavi europee in terra d'Africa è quindi diventato di fatto il modello da seguire.

La differenza è che a Ceuta e Melilla occasionalmente si tenta lo sfondamento del muro ( non si sa quanto con la connivenza della polizia marocchina ) ed in quei casi si spara

Nel frattempo i Conservatori Danesi ( già noti per la direttiva sul sequestro dell'oro ai profughi ) starebbero studiando la possibilità, insieme agli Austriaci di individuare delle zone di detenzione in territori europei non particolarmente attraenti dove spedire gli immigrati da espellere

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A rileggerlo era pure peggio di Salvini. Abbiamo già avuto i fascisti razzisti al governo e non ce ne siamo neanche accorti? 

 "La sorveglianza dell'immigrazione clandestina attuata anche in mare rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il governo ha il dovere di perseguire".

Romano Prodi in riferimento al naufragio della Katër i Radës. 

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Naufragio_della_Katër_i_Radës

Edited by Uncanny
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Il Sole 24 Ore

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha negato l’autorizzazione alla nave Aquarius, con 629 migranti a bordo, di approdare in un porto italiano e ha chiesto alle autorità di Malta di accogliere l’imbarcazione in quanto quello della Valletta è «porto più sicuro». In base a quali regole il Viminale, in accordo con il ministero delle Infrastrutture, ha potuto prendere questa decisione?

La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (approvata nel 1982 e ratificata dall’Italia nel 1994) stabilisce all’articolo 19 che il passaggio di una nave nelle acque territoriali di uno Stato è permesso «fintanto che non arreca pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero». Il comma 2 precisa: tra le attività che potrebbero portare a considerare il passaggio non inoffensivo c’è anche «il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero».

Quindi se c’è il sospetto che la nave possa violare le leggi sull’immigrazione italiane, il diritto internazionale permette alle autorità italiane di impedire l’accesso della nave nelle acque territoriali. Inoltre, come ricostruisce un dossier dell’agenzia Agi, il Codice della navigazione stabilisce (all’articolo 83) che il ministero dei Trasporti possa vietare, «per motivi di ordine pubblico, il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale».

Ci sono poi le regole europee sulla gestione di migranti in mare. A febbraio è scaduta la missione Triton, sostituita dall’operazione Themis: la novità principale è il venire meno della clausola che obbligava di fatto qualunque imbarcazione a portare i naufraghi soccorsi in Italia. Con Themis gli interventi di salvataggio potranno trasportare i migranti in un porto greco, libico, spagnolo o proprio a Malta, l’isola che finora ha sempre limitato al massimo gli sbarchi nei suoi porti: in questo modo verrebbe applicata la legge del mare stabilita dalla convenzione di Amburgo in base alla quale i naufraghi debbono essere portati nel porto più vicino al punto di soccorso. 
Con l’operazione Triton, spiegò il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri «era stato chiaramente scritto che tutti gli sbarchi» dei migranti soccorsi «sarebbero dovuti avvenire in Italia. Con Themis torniamo al fatto che sono i Centri di coordinamento di soccorso marittimo (Mrcc) che devono decidere dove farlo. Quindi non sarà più nel 100% dei casi in Italia».

In base alla Convenzione di Amburgo tutti gli stati costieri del Mediterraneo sono tenuti a mantenere un servizio di Sar (programma di assistenza e salvataggio ) e le Sar dei vari stati devono coordinarsi tra di loro. Il Mar Mediterraneo è stato suddiviso tra i Paesi costieri nel corso della Conferenza Imo (International maritime organization) di Valencia del 1997. Secondo questa ripartizione, l’area di responsabilità italiana rappresenta circa un quinto dell’intero Mediterraneo; il governo maltese, responsabile di una zona vastissima, si è avvalso sinora della cooperazione dell’Italia per il pattugliamento della propria zona di responsabilità.

Nella prassi il centro di coordinamento regionale Sar maltese non risponde alle imbarcazioni che la contattano né interviene quando interpellato dal Centro di coordinamento regionale Sar italiana. La mancata risposta dell’autorità maltese, tuttavia, non esime la singola imbarcazione che ha avvistato il natante in panne dall'intervenire: a seguito della mancata risposta (o risposta negativa) della Sar maltese, l’imbarcazione chiederà l’intervento della Sar italiana che coordinerà l'intervento. Quindi, in caso di soccorso di migranti in mare, da parte di Ong o navi mercantili, e dopo aver attivato l’intervento della nostra Guardia Costiera bisogna stabilire il “place of safety”, il cosiddetto luogo sicuro. Per l’Italia, il “place of safety” è determinato dall’Autorità Sar in coordinamento con il ministero dell’Interno.

Edited by Rotwang
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7 hours ago, andy94 said:

Ti consiglio di leggere gli articoli prima di postarli

Ti consiglio di capirli gli articoli quando li leggi. 

C'è stato un blocco navale, viene sostenuto che a venire fossero migranti economici albanesi e non profughi (e in quel caso era molto probabile che fossero effettivamente profughi), c'è pure stato un naufragio con quasi un centinaio di morti in seguito allo speronamento di una nave da parte della marina italiana.

Insomma, finché non vedrò naufragi delle navi delle ONG causati dalla marina italiana, allora certamente la gestione di questo governo sarà stata migliore e più umana di quella tenuta ai tempi dal governo di centro-sinistra.  

Edited by Uncanny
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Ciò che Malta ha fatto è rivendicare una ampissima zona di assistenza e soccorso, senza assumersene le responsabilità

Alle spalle di tutto ciò c'è una annosa questione che riguarda le zone di interesse economico esclusivo dei paesi rivieraschi del Mediterraneo e dobbiamo supporre che la collaborazione offerta dall'Italia a Malta, nella SAR di sua spettanza, veda delle contropartite segrete in termini di esclusiva sui diritti di sfruttamento, in caso contrario saremmo veramente scemi...anche se, visto il trattamento riservato all'Italia in Libia da parte dei nostri alleati, il risultato finale non induce a ritenere accordi del genere in linea generale molto convenienti

Malta può essere una impuntatura di principio, ma non è la soluzione al problema : è chiaro che l'isola esploderebbe nel giro di 6 mesi, se fosse veramente costretta ad adempiere agli oneri della propria SAR e d'altronde proprio per questo si può ritenere che la SAR rivendicata da Malta sia più virtuale che reale, non costituendo un precedente per nessuna rivendicazione di sfruttamento economico, che potrebbe essere contestato da chiuque. Salvo il fatto che tutti questi discorsi valgono fino ad un certo punto, perchè anche accordi non contestati, possono essere semplicemente ignorati da paesi terzi che ci scavalcano.

Come dicevo, la chiave di svolta per Salvini rispetto a Minniti poteva essere la chiusura dei porti italiani, cosa che il governo Gentiloni non fece, nascondendo la questione dietro un conflitto di competenze ( Minniti vs Del Rio che in quanto ministro delle infrastrutture avrebbe avuto la competenza sui porti )

Ma alla chiusura dei porti italiani deve corrispondere l'obbligo di ricevere indietro le navi nei porti di partenza in Libia e Tunisia

Edited by Hinzelmann
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10 hours ago, Rotwang said:

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha negato l’autorizzazione alla nave Aquarius, con 629 migranti a bordo, di approdare in un porto italiano

non è proprio così cmq: la competenza per il rifiuto di accesso ai porti di imbarcazioni che abbiano effettuato soccorsi in mare (cosa che comporta tra l'altro la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo) è del ministro delle Infrastrutture. Insomma, è Toninelli a far chiudere i porti. Salvini ha ordinato e lui ha eseguito.:

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45 minutes ago, freedog said:

violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo

ma non è vero, la violazione c'è in mancanza di una valutazione sostanziale della situazione di ciascun migrante, quando vi sia necessità di prestare cure mediche, cibo e assistenza varia, tutte cose che il governo italiano ha provveduto a fornire inviando motovedette

del resto queste convenzioni dai nomi roboanti, nella pratica del diritto internazionale sono carta straccia: il diritto internazionale non è cogente, dipende dallo spontaneo adempimento dei singoli stati, al di là delle straordinarie dichiarazioni di principio. Al massimo arriva una condanna della corte europea dei diritti dell'uomo, ma siamo seri: alla convenzione aderisce pure  la Russia...

In tal senso malta, francia e spagna hanno chiuso i loro porti e nessuno ha rotto loro la manchia, a quanto pare solo noi siamo cattivi e/o delinquenti

la nave aquarius deve diventare una questione umanitaria nel senso che quei migranti devono restare lì sino a quando i nostri cari amici oltralpe non saranno costretti ad intervenire dietro pressione delle loro opinioni pubbliche (e ce ne vorrà)

in ogni caso visto che in questi giorni i libici stanno buttando a mare orde di gente, è bene mettere le cose in chiaro: che vogliano più soldi o siano spinti da forze terze, non si può accettare il ricatto

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Saramandasama
9 minutes ago, Demò said:

ma non è vero, la violazione c'è in mancanza di una valutazione sostanziale della situazione di ciascun migrante, quando vi sia necessità di prestare cure mediche, cibo e assistenza varia, tutte cose che il governo italiano ha provveduto a fornire inviando motovedette

del resto queste convenzioni dai nomi roboanti, nella pratica del diritto internazionale sono carta straccia: il diritto internazionale non è cogente, dipende dallo spontaneo adempimento dei singoli stati, al di là delle straordinarie dichiarazioni di principio. Al massimo arriva una condanna della corte europea dei diritti dell'uomo, ma siamo seri: alla convenzione aderisce pure  la Russia...

In tal senso malta, francia e spagna hanno chiuso i loro porti e nessuno ha rotto loro la manchia, a quanto pare solo noi siamo cattivi e/o delinquenti

la nave aquarius deve diventare una questione umanitaria nel senso che quei migranti devono restare lì sino a quando i nostri cari amici oltralpe non saranno costretti ad intervenire dietro pressione delle loro opinioni pubbliche (e ce ne vorrà)

in ogni caso visto che in questi giorni i libici stanno buttando a mare orde di gente, è bene mettere le cose in chiaro: che vogliano più soldi o siano spinti da forze terze, non si può accettare il ricatto

Ti rendi conto che sei un salviniano populista?

?

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