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E.M.D.R.: funziona?


Giacmar

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Guarda, essendo l'EMDR all'interno del mondo che riguarda il mio lavoro, io mi son fatto un'idea .

L'idea è che funzioni, la motivazione mia, personale- non è invece nella reale efficacia della EMDR di per sè .

Io lavoro con l'ipnosi, e la scuola da cui derivo ha dei "credo" ben saldi sul meccanismo di azione della terapia. Tanti discorsi sull'uso della metafora, su guida e ricalco, tecniche varie.... Ebbene, nella mia esperienza io ho sempre trovato un 100% di successi, di risoluzioni incredibili di problemi che parevano incarcerati nel profondo, e quindi mi son chiesto : faccio miracoli io? Fanno anche miracoli i miei colleghi che conosco che hanno gli stessi risultati? Siamo davvero così bravi nello snocciolare metafore? (e allo stesso modo aggiungerei, è così fenomenale il ricondizionamento oculare usato nell'EMDR dato che ottiene buoni risultati?) .

O la guarigione sta in qualcos'altro?

A mio parere la soluzione è racchiusa nello stato di trance, che nell'EMDR è molto superficiale e nell'ipnosi più profonda, e fa attivare dei sistemi simili ad un pilota automatico che sistema quella partita di Tetris che non riusciamo a risolvere consciamente . Il mio obiettivo è comprendere se non siano tanto le fluenti metafore o i giochi di movimento oculare a guarire, bensì quella cosa molto più fisiologica che si viene a creare, ovvero la suddetta trance, che porta il cervello a far tutto da sè, unita a quel senso di consapevolezza di affidarsi totalmente a qualcuno che in quel momento ti comprende e ti vuole aiutare .

Tu sperimenta pure l'EMDR se ti dovesse capitare, l'importante è che tu ci creda realmente e che ti lasci andare nelle mani del terapeuta, sarai tu stesso a vederne i risultati  e a comprendere se sia la strada per te :-)

AH , importante: affidati SOLO E SOLTANTO ad uno psicoterapeuta, stai alla larga dai counselor, con la psiche non si va impreparati !

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L'ho provata diverse volte e spesso funziona, sta tutto nel come gestisci emozioni, mente e pensieri e se sei molto concentrato paradossalmente riesci a congelare ricordi o pensieri traumatici o negativi.

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7 minutes ago, Ghost77 said:

Io lavoro con l'ipnosi

Grazie! Ho provato l'ipnosi sette anni fa, in occasione di un concorso per il quale mi serviva la massima concentrazione: è stata fenomenale. Non si trattava di psicoterapia ipnotica, e l'ipnologo non era uno psicoterapeuta. Era unicamente un training di autoipnosi, che per varie ragioni non ho potuto approfondire. Spero ricapiti in futuro. Grazie per la tua interessantissima spiegazione ;)

8 minutes ago, Rotwang said:

L'ho provata diverse volte e spesso funziona, sta tutto nel come gestisci emozioni, mente e pensieri e se sei molto concentrato paradossalmente riesci a congelare ricordi o pensieri traumatici o negativi.

Grazie mille ^_^

Edited by Giacmar
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nella mia esperienza io ho sempre trovato un 100% di successi


Perdonami, ma gli aneddoti e le esperienze personali sono completamente irrilevanti per stabilire se un trattamento è efficace e funziona davvero. Per esempio, fattori come la regressione verso la media, il fatto che molti disturbi migliorino da soli col tempo, la possibilità che un paziente si sottoponga a trattamenti multipli, l'assenza di unità di misura oggettive dei risultati, l'effetto placebo, la fallibilità della memoria umana, ecc. rendono del tutto insignificante l'esperienza personale di uno o più individui. E l'insormontabile problema delle euristiche e dei bias, come le euristiche della rappresentatività (stereotipi), le euristiche dell'accessibilità (cosa ricordiamo meglio, cosa ci piace di più) e le euristiche della correzione di un dato iniziale (usare la conferma invece che la falsificazione), rende anche del tutto inaffidabili gli aneddoti stessi dal punto di vista della validazione di un trattamento.

Non entro nel merito del discorso, ma non posso non criticare l'uso dell'esperienza personale del medico (o di più medici) come argomentazione a sostegno di un trattamento.
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Ti do ragione ma non stiamo facendo una ricerca, io sto dicendo per primo che mi stupisco che il 100% dei miei pazienti guarisca in modo così drastico e la cosa mi fa porre le domande di cui sopra perché non credo di fare niente di così miracoloso.  Quando parlavo di esperienze mi riferisco a quelle personali, con pazienti che so seguire solo io e in quale frequenza di sedute. Non sono alla ricerca di una statistica, ma di che cosa possa accomunare queste persone o meglio quale sia il meccanismo che crea la risoluzione.  Mi chiedo quindi: se io al paziente in trance dicessi " blablablah" e se l'operatore emdr facesse muovere gli occhi del paziente a caso ma con un buon modo di fare, i risultati terapeutici si avrebbero lo stesso? 

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se l'operatore emdr facesse muovere gli occhi del paziente a caso ma con un buon modo di fare, i risultati terapeutici si avrebbero lo stesso? 


La ricerca ci dice che i movimenti oculari (e le varie alternative) sono irrilevanti nell'efficacia dell'EMDR: non è stata rilevata nessuna differenza nei risultati ottenuti da pazienti sottoposti a sedute di EMDR in cui gli venivano fatti tenere fermi gli occhi.

Il consenso attuale è che l'EMDR è più efficace di fare niente e (probabilmente) più efficace di parlare con un buon ascoltatore, ma non più efficace (o rapida) dei classici trattamenti basati sull'esposizione che vengono somministrati da decenni.

Lo psicologo Richard McNally della Harvard University ha ben sintetizzato la questione dicendo: "Ciò che efficace nell'EMDR non è nuovo, e ciò che è nuovo non è efficace".

P.S. Come tutti i trattamenti medici, l'efficacia si misura sui singoli disturbi e non in modo generico. Il loperamide funzionerà benissimo per la diarrea, ma è inutile prenderlo per il mal di testa. L'EMDR è efficace per il DPTS; per altri disturbi di tipo ansioso non è validato ma ci sono dei risultati preliminari incoraggianti e per altri disturbi non ci sono dati.
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Mannaggia al cellulare, vorrei scrivere di più ma riassumo. L'atto medico cura un sintomo organico, ma lo stato ansioso è una reazione che il più delle volte è fisiologica, e con la terapia lo risolvi perché sistemi qualcosa a monte. Se curassi solo il sintomo,questo si presenterebbe in altre forme.  Il limite è dato dal fatto che non si tratta di medicina in senso stretto in cui puoi effettuare degli studi, ma di disagi dell'animo, diversi l'uno dall'altro.  A grandi linee, spero pur con la limitatezza di quel poco che posso scrivere da smartphone si sia compreso che cosa intendo. 

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1 hour ago, Ghost77 said:

Il limite è dato dal fatto che non si tratta di medicina in senso stretto in cui puoi effettuare degli studi, ma di disagi dell'animo, diversi l'uno dall'altro. 

Per carità, se sei contrario all'approccio evidence-based alla psicologia clinica c'è poco da discutere. Gli studi si possono fare e si fanno in questo ambito, poi in Italia in questo campo siamo molto arretrati e abbiamo ancora una marea di psicologi che si affidano a certi vecchi e obsoleti impianti teorici e che usano argomentazioni fumose e non verificate come quella che porti tu qui per evitare di confrontarsi con criteri di efficacia. Peccato che poi, quando gli studi infine si fanno, risulta sempre che le loro idee non portino beneficio ai pazienti, ma solo al loro portafoglio.

Non posso che ribadire: l'EMDR è efficace per il DPTS; per altri disturbi di tipo ansioso non è validato ma ci sono dei risultati preliminari incoraggianti e per altri disturbi non ci sono dati.  Sembra che i movimenti oculari (e le alternative) siano irrilevanti quanto ai risultati ottenuti. Esistono alternative altrettanto efficaci.

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Al di là del discorso che stiamo affrontando, tutto bene?

Perdonami, sono abituato ad usare un altro registro con chi conosco personalmente e non riconosco qui il tuo . Sai, parlare di portafoglio, fumo e via andare e legarlo alla mia persona e alla mia professione non è quello che di norma mi aspetto, tanto più da una persona che penso un minimo mi conosca .

Ritornando in tema, ribadisco, se tu poni un approccio esclusivamente meccanicistico è come se comunicassimo in idiomi differenti . Per me il cervello non è una macchina senziente - o con l'illusione di esserlo -che governa il corpo, per cui non considero l'ansia un male del SNC bensì una reazione che affligge la coscienza in modo fisiologico .

Le ferite del corpo allo stesso modo fanno male ma il dolore non è da considerarsi come una malattia, bensì una reazione fisiologica del corpo a un trauma .

Il meccanicista cura l'ansia esclusivamente con il farmaco, considerando il tutto una mera macchina . Per me (non solo per me ovviamente) il farmaco è da usare nell'acuto per alleviare il sintomo, ma si deve lavorare in altre vie ed estrarre la lama, qualora ancora inserita nelle carni della psiche . 

Dato che l'approccio funziona, permettimi di chiedermi perchè funzioni e di pormi delle domande che in troppe scuole non vengono poste, per paura di intaccare quella validazione nazionale duramente conquistata . Se io vedo che i miei clienti risolvono dall'ansia all'agorafobia al disturbo post traumatico da stress utilizzando da parte mia una stessa "tecnica" voglio anche sapere il perchè (le scuole il perchè lo forniscono, ma non mi basta) .

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4 hours ago, paperino said:

approccio evidence-based alla psicologia clinica

in psicologia per definizione parliamo di sintomi clinici non misurabili (a meno che non siano dovuti a scompensi ormonali o in generale legati a problemi di natura organica, come può ad esempio essere la depressione) e spesso neanche evidenziati da anomalie comportamentali

dato che ci basiamo su una descrizione data dal paziente stesso del suo malessere, come è possibile in tal caso parlare di "evidenze" e "misurarle"? a meno che non consideriamo evidenza la descrizione che il paziente stesso dà del proprio miglioramento o peggioramento, ma questo in genere non piace agli oggettivisti e non li soddisfa

ciò detto, ci sono sicuramente delle pratiche psicologiche di dubbia efficacia e di grande inefficienza, come ad esempio la psicanalisi freudiana classica che ha un tasso di successo bassissimo, una probabilità di recidiva altissima e un'inefficienza (intesa come tempi medi di durata della cura e costi) imbarazzante

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  • 2 weeks later...
se tu poni un approccio esclusivamente meccanicistico


Nessun approccio meccanicistico, anzi. D'altra parte ho già in altre occasioni citato la terapia psicodinamica, che si rifà alle teorie della psicanalisi freudiana ed è validata come efficace dagli studi per una serie di disagi. Di certo non sono meccanicistici, così come non lo sono gli psicologi della REBT, ecc.

Questa contrapposizione che poni è inesistente. La validazione dell'efficacia di una terapia non implica una visione meccanicistica della psiche.

Per me (non solo per me ovviamente) il farmaco è da usare nell'acuto per alleviare il sintomo, ma si deve lavorare in altre vie [...]
Dato che l'approccio funziona


Direi che l'importanza di affiancare una psicoterapia alle terapie farmacologiche sia non solo ampiamente accettata, ma sia lo standard consigliato dalle attuali evidenze scientifiche. Poi teniamo presente che molti dei problemi per cui la gente cerca supporto psicologico non richiedono necessariamente farmaci.

Se io vedo che i miei clienti risolvono


È irrilevante cosa vedi tu o i tuoi colleghi. Per stabilire se c'è o no un'efficacia ci vuole uno studio strutturato, perché in assenza di meccanismi per limitare e/o controllare la lunga lista di bias a cui siamo soggetti rende le nostre impressioni totalmente inaffidabili da questo punto di vista.

Che poi non sto dicendo che il tuo indirizzo terapeutico sia sbagliato o inefficace (neanche so qual è di preciso), sto parlando in generale di come dovrebbe essere impostata una seria analisi di efficacia di tutti i trattamenti medici, compresi quelli psicologici. Tema su cui in Italia siamo arretrati in un modo spaventoso.
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Ma il nostro lavoro -medico e psicoterapico in generale - si basa sull'osservazione e sulle domande post osservazione . Ed è più che rilevante . Noi diamo già per scontato che l'efficacia ci sia, poichè ci fidiamo delle validazioni del Miur per quanto riguarda tutte le specializzazioni sul territorio . Non stiamo facendo ricerca, stiamo attuando una pratica che porta risultati .

La mia domanda è successiva : perchè abbiamo l'efficacia? Che cosa si modifica nella psiche?  

Non mi chiedo " l'efficacia c'è?" Su questo concordo, io non posso dimostrare l'efficacia di qualcosa di nuovo che mi invento io. su quel pugno di pazienti che vedrò in vita mia ; dato che però tutti rispondono bene alla terapia (già validata da altri) vorrei sapere perchè, e questo passaggio manca . Manca a me come manca in altre branche più fisiche, come la cardiologia .

Spesso e lo sai bene gli studi sono osservazionali : a un ECG che si presenta in un certo modo in un soggetto asintomatico ci sarà alta probabilità che nel corso della vita si svilupperà una cardiopatia .

Quale cardiopatia? boh, una cardiopatia .

Perchè l'ECG, a livello di fisiologia, si presenta in quel modo? Eh non si sa, ma è stata osservata una correlazione significativa tra alterazione ECG e cardiopatia a 10 anni di distanza .

E' legittimo chiedersi il perchè, caspita, non basta accontentarci di sapere che accade !

Non sto dicendo "oh, il mio metodo, da me creato, funziona perchè (conseguenza) IO noto dei risultati, che figo! " . Sto dicendo "il metodo funzionava prima che io ne venissi a conoscenza e ora che pratico ne ho osservato i risultati, voglio sapere perchè" . 

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On 11/3/2017 at 5:28 PM, Ghost77 said:

Perchè l'ECG, a livello di fisiologia, si presenta in quel modo? Eh non si sa, ma è stata osservata una correlazione significativa tra alterazione ECG e cardiopatia a 10 anni di distanza .

Io diffido sempre delle correlazioni provenienti da studi osservazionali, quando non hanno un chiaro razionale che le giustifichi. Uno studio randomizzato è altra questione perché lì non possono esserci in linea teorica confondimenti, ma in un'osservazionale le correlazioni sono spesso spurie, per questo sarebbe necessario avere il razionale prima della correlazione per poter fare inferenza causale.

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Io diffido sempre delle correlazioni provenienti da studi osservazionali, quando non hanno un chiaro razionale che le giustifichi. Uno studio randomizzato è altra questione perché lì non possono esserci in linea teorica confondimenti, ma in un'osservazionale le correlazioni sono spesso spurie, per questo sarebbe necessario avere il razionale prima della correlazione per poter fare inferenza causale.
Esatto, correlazione non implica causalità. Si veda questo generatore di correlazioni sciocche ma reali: http://www.tylervigen.com/
Lo sapevate che l'età di Miss America influenza la quantità di omicidi perpetrati col vapore o con oggetti caldi?

Il razionale non è strettamente necessario* (ci sono farmaci che funzionano benissimo da anni nonostante il loro meccanismo d'azione non sia ancora compreso), ma è chiaro, per esempio, che prima di inserire determinate alterazioni di un ECG tra i probabili fattori di rischio, non ci si è limitati a constatare una correlazione statistica, ma prima di accettarla si è proceduto con una lunga serie di studi per verificare la ripetibilità di tale correlazione, limitare bias dei ricercatori, discernere eventuali concause, verificare che partendo da determinate ipotesi si possa fare una previsione, valutare la sensibilità e la specificità dell'indicatore di rischio, ecc.

Lo stesso tipo di analisi scientifica si dovrebbe applicare ai trattamenti psicologici, per verificarne l'efficacia. Peccato che le scuole di pensiero che chiedevano a gran voce tale verifica siano state fortemente osteggiate dai colleghi all'inizio. Per fortuna, a distanza di anni ormai in tutto il mondo le terapie dimostrate efficaci si stanno diffondendo mentre le altre sono in via di estinzione; in Italia siete tremendamente arretrati anche in questo, ma col tempo evolveranno le cose anche qui.

* Chiaramente dire che il razionale non è necessario nulla toglie al fatto che vi debba essere una plausibilità scientifica di fondo; per esempio l'omeopatia non è plausibile quanto a principi proposti (e, infatti, fallisce in tutti i test di efficacia) e lo stesso varrebbe se proponessi di testare un farmaco che permette di volare perché interagisce con le cellule del corpo generando energia anti-gravitazionale.
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bo' ma come fate a sapere tutto di sta cosa? Capisco ghost che ci lavora, ma io per esempio non ne ho mai sentito parlare, pare che invece qui sul forum sia una realtà ben conosciuta

nella mia esperienza la psicologia, intesa come "una o due volte a settimana mi stendo su un lettino e parlo per un'ora ad un prezzo pari ad una visita specialistica" non serve davvero a nulla, al limite della truffa.

E non solo con riguardo a quello che è capitato a me, per circa tre anni, ma anche per quello che vedo capitare ad altri, da molto più tempo.

Anzi, ho la netta sensazione che da parte di certi professionisti ci sia una condiscendenza verso i pazienti che maschera la volontà di non perseguire una strategia mirata a realizzare una guarigione o comunque a cercare di aumentare il benessere della persona. Semplicemente la ricevi, stai ad ascoltare le solite boiate che ti racconta, te ne esci con alcune osservazioni del tutto irrilevanti e poi grazie, ci rivediamo

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Il problema della psicologia bel demo‘ e‘ che prima di andare da un qualsiasi terapeuta bisognerebbe essere in chiaro sulle varie terapie che i vari tipi di terapeuti offrono e scegliere il tipo di terapia che si seguira‘ con cognizione di causa.

questo purtroppo credo non accade quasi mai e si inizia semplicemente la terapia che quel terapueta ha imparato e sa fare senza aver scelto in precedenza il tipo di terapia che si desidera fare.

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si ma allora bisognerebbe sapere anche la percentuale di successo di ciascun metodo, bisognerebbe avere chiaro che metodi esistono, bisognerebbe essere indirizzati da un esperto...è davvero un altro mondo rispetto alla realtà

e rimane comunque sul piatto la questione dell'efficacia

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Si bisognerebbe informarsi prima e queste informazioni dovrebbero essere disponibili, cosa che ora non succede.

se hai un cancro decidi se operarlo, se fai la chemioterapia, se fai i raggi, se non ti curi parlando coi medici e decidendo con la loro consulenza.

in psicologia non succede. Piombi nello studio di uno psicologo e prendi semplicemente quel che lui offre.

spesso inoltre i pazienti quando iniziano una terapia non sono in grado di capire e decidere la terapia perche‘ molti pazienti iniziano ad andare dallo psicologo nel mezzo di una depressione, di attacchi di panico o di altre patologie che non ti permettono di decidere in tranquillita‘ e ragionando correttamente.

Edited by marco7
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48 minutes ago, Demò said:

"una o due volte a settimana mi stendo su un lettino e parlo per un'ora ad un prezzo pari ad una visita specialistica"

Quella è psicanalisi. Una mia cara amica la adora, ma perfino lei si rifiuta di considerarla una terapia quanto "un percorso di conoscenza di sé".

Se vuoi fare psicoterapia che serva a qualcosa devi provare degli altri indirizzi, come la cognitivo comportamentale.

Certo non mi sorprende l'antipatia che ogni tanto trovo qui sul forum per la psicologia, se tutti quanti pensate che la psicologia sia psicoanalisi :P

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23 minutes ago, FreakyFred said:

se tutti quanti pensate che la psicologia sia psicoanalisi :P

si, posso permettermi di dire una cosa sotto voce?

con tutte le psicologhe che posso trovare nel raggio di mezzo chilometro da casa mia, potranno anche dichiarare di seguire un metodo od un altro, ma l'idea di professionalità e competenza che possono dare è parecchio basso (sarò prevenuto ok...ma anche no)

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La psicologia tout-court non funziona su noi padovani.

Frequento studenti e studentesse di psicologia da quando sono ragazzino

e se avessi dei problemi oggi probabilmente andrei da un prete. :)

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1 hour ago, Almadel said:

e se avessi dei problemi oggi probabilmente andrei da un prete. :)

uno dei motivi per cui la chiesa cattolica ha combattuto la psicoanalisi è proprio perché le faceva concorrenza.

il confessionale contro il lettino dello psicanalista. alla fine hanno perso entrambi.

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Non confondiamo però le varie figure.  Andare dallo psicologo è diverso dal rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Entrambi colloquiano col paziente, ma la terapia in senso stretto c'è solo nel secondo caso ( nulla vieta al paziente di trovare giovamento con il semplice colloquio ma è un evento meno profondo, più legato al momento).  E lo psicanalista da lettino è uno psicoterapeuta che si è formato, per sua scelta, in psicanalisi. Lo psicoterapeuta a sua volta è uno specialista che si è formato per 4 anni post laurea che può essere psicologo o medico,come nel mio caso. Come suggerisce marco, al pari di un ortopedico che a priori propone le protesi e uno che preferisce conservare l'articolazione, anche le visioni nella psicoterapia sono diverse, ed ognuno deve trovare la sua. Il terapeuta deve saper rifiutare un paziente non compliante al modo in cui il paziente deve essere libero di cambiare . Che poi questo, a volte, non venga fatto è questione di etica professionale vacillante (attaccamento al portafoglio del cliente,o rifiuto nell'accettare che senza un'alleanza di coppia non si ottiene nulla).

Il metodo è poi solo un canovaccio, uno strumento nella borsa,ma è la persona che la attua che deve fare la differenza: l'applicazione cruda e nuda da sola non porta a nulla se non si è alleati. C'è il paziente che vuole farsi guidare,chi vuole restare al tuo fianco, chi viaggiare da solo con la sicurezza che in caso di necessità ci sei, ma alla base deve sentirti umanamente e non come mero tecnico che attua "cose" che non comprendi. 

Sarebbe interessante sentire non solo la mia campana però, ma quella di qualche laureato in psicologia: mi pare che ce ne siano parecchi e dato che sono stati chiamati in causa diverse volte in questa discussione avrebbero parecchio da raccontare ! 

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Puoi dirlo anche ad alta voce. In Italia si sfornano tantissimi psicologi, il relativo corso di laurea è gettonatissimo.

Detto ciò, ha ragione FreakyFred a parlare di psicanalisi, sulla base del tuo racconto; da evitare come la peste: utile solo a far gonfiare il portafoglio del presunto "professionista" di turno ed efficace tanto quanto parlare con un buon ascoltatore.

Parlando più in generale, nonostante il vostro bel paese sia pieno di scuole di specializzazione, solo una manciata di queste preparano dei validi psicoterapeuti. Dovendo dare un'indicazione, attualmente l'approccio con maggiori garanzie di successo in tempi relativamente brevi per i disturbi depressivi e d'ansia è ancora quello cognitivo-comportamentale (il cui declino sta iniziando, tuttavia).

Certo è chiaro che, anche nell'ambito delle psicoterapie validate, ci sono terapeuti più o meno bravi o incapaci. Oppure bravi per altri ma con cui non ci troviamo bene. Purtroppo, non c'è alternativa a cercare e provare.

È sempre opportuno discutere con il terapeuta di quanto prevede durerà il trattamento (approssimativamente), di come si sono risolti casi simili al proprio e a quale approccio psicterapeutico si rifà. Qualsiasi risposta vaga, ambigua o evitante è un campanello d'allarme: scappate a gambe levate!

Non fatevi svuotare il portafoglio: esistono ormai approcci ampiamente validati e la cui efficacia è dimostrata.

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davydenkovic90
10 hours ago, Almadel said:

La psicologia tout-court non funziona su noi padovani.

Frequento studenti e studentesse di psicologia da quando sono ragazzino

e se avessi dei problemi oggi probabilmente andrei da un prete. :)

Ahah, per me vale la stessa cosa. Ho un "team" di psicologhe che mi circonda da anni, e sto rivalutando i preti.

La psicanalisi (per come la usa la maggior parte della gente, cioè: "il fidanzato mi ha lasciata=>vado dallo psicologo") è cosa utile se uno ha davvero tantissimi soldi da buttar via, se uno è amante del fantasticare o teorizzare su di sé (ma non dell'agire o del prendere atto di determinate realtà scomode della vita) o se uno non ha amici con cui  fare sport o prendersi una birra in un pub la sera.

Per il resto, sono solo chiacchiere con cui certi problemi non si risolvono, in quanto molto spesso il percorso di analisi "piace" proprio quando il cliente riesce a strumentalizzare il terapeuta, affinché lo rincuori su cose che gli fa piacere sentirsi dire; cose che magari non corrispondono al vero e non aiutano, intanto perché sono solo teorie e se non tiri fuori qualcosa tu di concreto dopo, non succede niente, e poi perché sono teorie non su qualcosa di reale ma sul racconto parziale che tu fai al terapeuta. Intanto i mesi e gli anni passano, magari i problemi si risolvono da sé, e uno si illude che 10 anni di psicanalisi lo abbiano portato a un dato traguardo, quando invece magari sono stati altri eventi.

Della psicanalisi poi, forse, piace anche il fatto che sia un percorso "politicamente corretto", socialmente accettato, una situazione che i può tenere sotto controllo. Piace molto, ad esempio, ai genitori, mandare i figli dallo psicologo non appena manifestano un minimo problema (che ne so, qualche episodio di rabbia, una bocciatura a scuola... stupidaggini, insomma).  Fanno prima a contattare un luminare che non a rendersi conto che sono fasi della vita che vanno attraversate, e che la propria figlia/il proprio figlio supererà le proprie incertezze e  depressioni varie  grazie a una scopata con uno studente erasmus, e non certo con due anni di chiacchiere con una secchiona laureata in psicologia.

Con le mie amiche psicologhe spesso scherziamo su quando loro avranno uno studio e, mentre il paziente parla, loro staranno lì a scrivere la lista della spesa. Ci scherziamo, ma lo sappiamo (e anche loro lo sanno) che, se un giorno avranno uno studio, faranno proprio questo perché la pagnotta a casa devono portarla.

In realtà, nel percorso di formazione, loro  si occupano di cose molto interessanti e su molte cose sono competenti, ad esempio di bambini con difficoltà nell'apprendimento. Tempo fa una mia amica seguiva una ragazza (sopra i 30 anni) che mi presentò, un giorno. Mi disse che aveva pochissimi ragionamenti, cioè, ad esempio, non metteva le cose in frigo perché era convinta che il semplice atto di mettere le cose in frigo la facesse ingrassare. (Aveva fatto un "salto" logico... Il cucino troppo=>metto gli avanzi in frigo=>li mangio quando non dovrei=>ingrasso, per lei era diventato metto le cose in frigo=>ingrasso) quindi questa era capace di tenere il frigo vuoto a vita per non ingrassare.

P.S. Demò amo tutti i tuoi post.

Edited by davydenkovic90
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1 hour ago, davydenkovic90 said:

Tempo fa una mia amica seguiva una ragazza (sopra i 30 anni) che mi presentò, un giorno. Mi disse che aveva pochissimi ragionamenti, cioè, ad esempio, non metteva le cose in frigo perché era convinta che il semplice atto di mettere le cose in frigo la facesse ingrassare.

Le,tue amiche psicologhe hanno una vaga idea di cosa sia il segreto professionale ?

non e‘ certo presentare i pazienti agli amici e raccontare loro le problematiche dei pazienti. Roba da denuncia penale.

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Continuo a non capire come continuiate a mescolare psicoanalisi con psicologhe e psicoterapia.  Che cosa c'entra la psicanalisi con l'andare dallo psicologo? 

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