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Elezioni politiche italiane del 2018: chi votate?


Rotwang

Elezioni 2018: chi votate?  

96 members have voted

  1. 1. Chi votate?

    • Partito Democratico
      23
    • Movimento 5 Stelle
      18
    • Forza Italia
      2
    • Lega dei Popoli
      2
    • Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale
      6
    • Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista
      3
    • Sinistra Italiana
      6
    • Alternativa Popolare
      0
    • Campo Progressista
      2
    • Possibile
      3
    • Unione di Centro
      0
    • Scelta Civica
      2
    • Movimento Nazionale per la Sovranità
      0
    • Direzione Italia
      0
    • Rifondazione Comunista
      0
    • Radicali Italiani
      8
    • Partito Socialista Italiano
      0
    • Partiti regionalista/autonomista/indipendentista locale (inserire il nome)
      0
    • Altri (inserire il nome)
      3
    • Non voto/Scheda bianca o nulla
      18

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  • Poll closed on 04/01/18 at 09:59 PM

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Ci vorrà poco, ma Occhetto riesce ad essere meno sensato di D'Alema, visto che "quella sinistra" di cui parla è la Sinistra in cui milita lui :lol:

a meno che Occhetto non intenda attribuire la colpa a D'Alema della propria militanza in SEL e Sinistra Italiana

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Occhetto oramai è solo più un pensatore libero che di fatto non fa più politica attiva, non è parlamentare e nemmeno ha incarichi di partito all'interno di Sinistra Italiana.

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Il punto è che Occhetto neanche si è mai iscritto al PD, seguì Mussi Salvi ed i primi scissionisti quando D'Alema nel PD ci stava ed appoggiava la candidatura di Veltroni.

Ora che D'Alema e Bersani di fatto uscendo dal PD vanno esattamente dove lui già sta o nei pressi, invece di criticarli per il ritardo o l'errore originario ai tempi della Segreteria Fassino etc non trova di meglio che dire  'ste fregnacce ( evidentemente memore dello sgambetto che D'Alema gli fece nel 1994 )

Occhetto è un pensatore "libero" come D'Alema, nel senso che entrambi non ricoprono incarichi ufficiali, ma il pensiero di Occhetto da decenni si è separato dalla realtà, non che prima fosse un genio io l'ho conosciuto personalmente e mi fece una pessima impressione già nel 1995, lui più che fare politica fa "reducismo"  il ché a distanza di 24 anni risulta un po' patetico

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Ma lui dice una cosa diversa, Sel era un partito diverso dal Pd ma alle ultime elezioni si è presentato in coalizione con il Pd, anche Pisapia ora sta facendo una cosa diversa dal Pd ma aperto ad un dialogo con il Pd, D'Alema con la sua creatura Mdp invece ha come unico orizzonte politico distruggere Renzi e il Pd volendo fare qualcosa che si contrappone al Pd e che pensa a un centrosinistra senza Pd, una cosa totalmente insensata come dice giustamente Occhetto.

D'Alema è sempre stato buono solo a far fuori leader di sinistra, altro non ha mai fatto.

Edited by Sbuffo
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D'Alema sicuramente ha fatto fuori Occhetto, ma è stato Renzi il "rottamatore" ad aver costruito tutta la sua ascesa politica all'insegna del far fuori D'Alema quindi trovo un po' strano che chi lo ha attaccato gli rimproveri il fatto di difendersi e/o reagire.

Il puto politico è che inizialmente il rottamato era uno ( D'Alema ) poi è diventato mezzo partito...

Ciò detto è di buon senso ritenere che i fuoriusciti della prima ora, coloro che mai aderirono al PD ( Mussi Salvi Occhetto o della seconda Civati ) abbiano titolo per rimproverare a D'Alema il fatto di essersi mosso in ritardo e quindi ancorché motivati da risentimento personale, muovano delle critiche politiche "sensate"

Mentre una critica politica insensata, qualunque sia il motivo personale che la anima, resta insensata

Quanto a Pisapia...è del tutto evidente che sta in una posizione molto difficile, premesso che nessuno è in grado di dire quanto politicamente valga in termini elettorali e quindi se abbia il peso di evitare le larghe intese con un proprio movimento, il suo peso politico sarà destinato a crescere se raccoglierà altri fuoriusciti del PD ( Lettiani, Prodiani e Ulivisti, Tabacciani ) da aggiungere al suo nome

Sarebbe stato logico pensare che questo lo motivasse ad appoggiare il Rosatellum, che pur essendo una legge brutta approvata in malo modo etc. va in questa direzione, ciò che in realtà abbiamo visto è che Pisapia ha fatto l'esatto contrario, probabilmente per raccogliere gli scontenti del PD etc Al contempo in Sicilia dove avrebbe avuto un senso staccarsi da Renzi sceglie una discutibile alleanza coi centristi, predestinata peraltro alla sconfitta secondo ogni sondaggio

Tutto ciò desta sconcerto e porta la gente a pensare che sia una banderuola alla mercè del vento

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1 hour ago, marco7 said:

Hinzelmann votera’ alfano.

dopo sta cosa,

starà per partì una rogatoria internazionale per una denuncia per diffamazione aggravata...

-ricordete che è un avvocato, prima de fà ste battutazze..-

Edited by freedog
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Non so come si possa votare M5S visto quel che hanno fatto con le unioni civili e le prese di posizione antiscientifiche ... 

Tra gli altri basta scegliere il meno peggio, secondo coscienza! :)

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Renzi parte dall'idea di allearsi con AP (Alfano) i Radicali i Verdi e Pisapia...Pisapia è attualmente dato allo 0,9%  i Verdi ed i Radicali neanche vengono sondati  ( stanno nel calderone della voce Altri : limbo mediatico da cui usciranno solo alla vigilia del voto xD )

Faccio notare che 3 partiti su 4 sarebbero addirittura sotto la soglia dell'1% di validità del voto per la coalizione, cioè senza voler offendere nessuno sarebbero partiti che "aspirano" a diventare delle liste civetta ( come Rinascimento Italiano di Sgarbi o gli animalisti della Brambilla o i Pensionati etc ) Attualmente neanche lo sono...

Con la differenza che il Centrodestra oltre a queste ha 3 partiti rilevanti che possono raccogliere voti, il Centrosinistra di Renzi ha solo Alfano al 2,2%

Edited by Hinzelmann
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4 hours ago, Hinzelmann said:

Renzi parte dall'idea di allearsi con ... i Radicali

attenzione perché i radicali sono piccoli ma litigiosissimi: conviene puntualizzare che i radicali con cui si vorrebbe alleare Renzi sono i Radicali Italiani (Bonino, Cappato e Magi) mentre il nucleo storico radicale, quello per intenderci che segue l'ortodossia pannelliana (con relativa scomunica alla Bonino) e che è rappresentato dal Partito Radicale transnazionale, è oggi guidato da Maurizio Turco ed è fortemente critico nei confronti dell'internazionalismo della Bonino (e del suo essere stata cooptata con modalità "opache" nel gruppo dirigente della OSF - Open Society Foundation di George Soros)

qui alcuni dettagli sui rapporti tra Bonino e OSF e sui finanziamenti che le associazioni legate alla "galassia Bonino" hanno incassato (per un'agenda politica sostanzialmente eterodiretta dalla OSF, comunque diversa dalle priorità radicali e solo in parte sovrapponibile)

http://www.radicalparty.org/it/content/precisazioni-sui-rapporti-e-i-finanziamenti-delle-fondazioni-di-george-soros

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Non intendevo penalizzare una parte dei Radicali rispetto agli altri, semplificavo

Comunque il concetto è che se si fa una legge che favorisce le coalizioni e poi si ritiene di coalizzarsi con una parte dei radicali, una parte degli ambientalisti ( sicuramente degli ambientalisti potrebbero correggermi come sui radicali anche sul variegato arcipelago dei verdi ) una parte di "cattolici" ( le virgolette le metto perchè poi una parte di questi cattolici sarebbero massoni...tipo Verdini ) e Pisapia che non si sa chi porta oltre se stesso

Beh...ma poi vogliamo dare la colpa alla legge elettorale se una coalizione del genere non funziona?

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  • 2 weeks later...

Termometro Politico

Arriva scortato dal suo autista, con l'aria sconsolata di chi sa che i tempi del "sogno padano" sono andati. Nessun cenno ai giornalisti, accorsi nella sede leghista di via Bellerio. Nessuna dichiarazione rilasciata. Umberto Bossi partecipa alla riunione del Consiglio federale del Carroccio. L'occasione è quella prescelta per tirare le somme dei due referendum svoltisi in Lombardia e Veneto. Consultazioni, quelle nelle due Regioni, entrambe un trionfo per la causa autonomista. Ed è Matteo Salvini, il segretario leghista in pectore, a chiudere il discorso sull'autonomia veneta e lombarda: "Se ne occuperanno Maroni e Zaia, la Lega resta fuori".

Il leader leghista si sveste quindi degli abiti autonomisti, della felpa lombardo-veneta, derubricando come questione regionale il problema dei referendum. Il leader della Lega ora si lancia nella sfida nazionale. "Nel Consiglio federale siamo tutti allineati su un simbolo elettorale unico per tutta Italia, senza Nord". La notizia è un fulmine a ciel sereno per la minoranza padanista del movimento. Umberto Bossi non ci sta. Il vecchio leader però non parla. Al suo posto, a parlare è Gianni Fava, lo sconfitto proprio da Salvini allo scorso Congresso federale. "Io sicuramente non sono d'accordo per quanto ne so, nemmeno Umberto Bossi lo è. La Lega è nata e resta il sindacato del Nord, non mi vergogno della mia storia".

La frattura interna è evidente, ed era latente da tempo. Tuttavia, le redini del movimento sono saldamente di Matteo Salvini che si prepara dunque a varare il passaggio a quella che i cronisti avevano chiamato a suo tempo "Lega nazionale". Una versione nostrana del Front National, dunque, mettendo da una parte le radici etno-regionaliste.

Sembra lontanissimo il tempo delle folle di Pontida acclamanti l'indipendenza della Padania. Matteo Salvini, togliendo la parola "Nord" dal simbolo, concretizza ancora di più quella trasformazione che aveva preparato ancora tempo fa con la nascita delle liste per il Sud di "Noi con Salvini". Non che fossero state un successo, queste ultime, con risultati ben poco eclatanti. Una mezza sconfitta, un progetto scaduto pure nella farsa. 

Salvini, a discapito dei detrattori interni, sembra però lanciato e la Lega a livello nazionale rimane a percentuali elevate. Nell'ultimo sondaggio di Termometro il Carroccio è saldamente il primo partito del centrodestra (14,3%).

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L'Huffington Post

Gli Stati Uniti d'Europa sono la stella polare, il sogno da realizzare. Le elezioni di marzo, l'appuntamento da non mancare, un passaggio cruciale per chi intende portare dentro le istituzioni rappresentative, le istanze federaliste, le battaglie, e leggi, di civiltà che hanno il nome di Ius soli, del fine vita, di nuovi diritti sociali e di cittadinanza, dell'antiproibizionismo. Chiamatela "lista di scopo" o, ancor meglio, "Lista Spinelli", in onore di colui che ha incarnato lo spirito europeista, il "sognatore" che, in tempi lontani ma quanto mai attuali, aveva affermato che "l'Europa non si costruisce per destino, ma perché la vogliamo". La due giorni dell'Ergife sull'Europa che si vorrebbe ma che non c'è, non doveva chiudersi con la sottoscrizione di un patto elettorale, tuttavia per le personalità presenti, per una visione condivisa, per impegni assunti su temi strategici, non è una forzatura retroscenista affermare che una "tenda comune" è stata alzata a Roma.

Spetterà al Congresso dei Radicali italiani, apertosi sempre all'Ergife, decidere se e come essere presenti alle elezioni di primavera 2018, ed Emma Bonino annuncia "sorprese" e rimanda alle conclusioni delle assise, l'1 novembre, ma certo è che l'intervento impegnato di Giuliano Pisapia, la video-benedizione di Romano Prodi, così come la partecipazione ai lavori do Enrico Letta, danno la cifra di una direzione di marcia comune, oltre il Pd ma non contro il partito di Matteo Renzi. L'Europa come necessità, una "barca disastrata, ma guai ad abbandonarla in tempi di sovranismi nazionalisti", avverte, tra gli applausi, Emma Bonino nel suo intervento conclusivo. L'Europa come necessità vitale, da costruire fuori e dentro gli Stati che la compongono. Una Europa solidale, inclusiva, che faccia del Mediterraneo il suo nuovo baricentro geopolitico. Lo riafferma con forza Romano Prodi nel suo vide-intervento: quello dell'ex premier, il padre dell'Ulivo, è molto più di un saluto formale o una lezione di geopolitica: i suoi sono elementi di un programma politico (ed elettorale) che non risparmia critiche verso la politica estera dell'Italia, "poco asseverativa", rimarca il Professore, in particolare sulla Libia dove invece di puntare su un uomo, il premier al-Serraj, l'Italia avrebbe fatto meglio a facilitare un negoziato che mettesse assieme, dice Prodi, "le varie tribù" libiche.

"Lo scontro oggi è tra sovranismo e democrazia", avverte Pisapia indicando alcuni punti programmatici su cui provare a stringere una intesa: l'Europa dei cittadini, annota il leader di Campo Progressista, "è quella che fa eleggere ai cittadini il presidente del Parlamento europeo", è l'Europa che dà "più potere all'Europarlamento rispetto alla Commissione europea"; è una Europa che "dia risorse e poteri d'intervento ad una Commissione sull'occupazione". E già oggi, sottolinea ancora Pisapia, per quanto deficitaria, l'Europa, con la sua Corte di Giustizia, ha fatto sì che in Italia venisse finalmente istituito il reato di tortura, e grazie alle istanze di giustizia europee che si è fatta luce sulla "democrazia assassinata" a Bolzaneto, nei giorni del G8.

Parlare di Europa non è parlare d'altro rispetto alla scadenza elettorale, al contrario è definire una visione, articolare un programma, sapendo che nessuna delle grandi questioni del nostro tempo, dall'immigrazione alla lotta al terrorismo, dalla battaglia sul clima a quella per la crescita, possono avere soluzione fuori da una Europa rafforzata nelle sue istituzioni sovranazionali. Una Europa politica, nel senso più alto e nobile del termine. Lo argomenta con la consueta passione Emma Bonino.

"L'Europa che non c'è – afferma l'ex ministra degli Esteri – è il frutto della politica degli Stati membri", e se c'è una istituzione contro cui battersi è il "Consiglio europeo", il luogo dei veti incrociati, il regno dei "frenatori". L'Europa patria comune da contrapporre all'Europa delle patrie, piccole grandi, vecchie e nuove. C'è un mondo, in Italia, che ha compreso il senso di questa sfida epocale: il mondo dei federalisti, dell'associazionismo laico e cattolico, delle ong e associazioni umanitarie, una società civile organizzata che ha sperimentato nella campagna "Ero straniero-L'Umanità che fa bene", l'importanza di un agire comune. Per una legge d'iniziativa popolare ma, chissà, anche per un'avventura" elettorale. La "lista Spinelli" non è un miraggio.

Edited by Rotwang
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23 hours ago, Sbuffo said:

Martedì sera alle 21.30 su La7 a Dimartedì da Floris ci sarà il confronto tra Matteo Renzi e Luigi di Maio (meglio conosciuto come giggino o' ripetente).:sisi:

http://www.repubblica.it/politica/2017/11/04/news/renzi_di_maio_confronto_su_la7-180209730/

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Non mi sembra molto democratico apostrofare Di Maio in quel modo. Ad ogni modo seguirò il confronto.

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A Napoli lo conoscono così per via dei suoi insuccessi scolastici, per amore di chiarezza era giusto specificarlo.:sisi:

Cmq era per scherzare e non credo nemmeno sia il caso di scomodare la democrazia per un appellativo su un forum.:asd:

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9 minutes ago, Sbuffo said:

A Napoli lo conoscono così per via dei suoi insuccessi scolastici, per amore di chiarezza era giusto specificarlo.:sisi:

Cmq era per scherzare e non credo nemmeno sia il caso di scomodare la democrazia per un appellativo su un forum.:asd:

Non è detto che una persona con voti scolastici bassi sia mediocre in campo professionale. Le contestazioni si fanno in ambito politico, non personale.

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ma se voglio, posso successivamente cambiare il mio voto?

ora sono incerto tra un partito e la scheda nulla

come funziona questa votazione?  

                             8)

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Di Maio scappa dal confronto tv con Renzi :rotfl:, evidentemente ha paura e sa di non poter reggere un confronto tv con Renzi, è proprio un "personaggetto". :asd: :bah:

http://www.repubblica.it/politica/2017/11/06/news/di_maio_cancella_il_confronto_tv_con_renzi_e_fuori_dai_giochi_-180386554/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1

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Edited by Sbuffo
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5 hours ago, Sbuffo said:

Di Maio scappa dal confronto tv con Renzi :rotfl:, evidentemente ha paura e sa di non poter reggere un confronto tv con Renzi, è proprio un "personaggetto". :asd: :bah:

No, non ha accettato perchè ormai il Pd è un partito del 10-15% e non è più centrale nella vita politica italiana...

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Vabbè ma quella è una stronzata visto che il Pd in Sicilia non è mai stato forte, anche alle scorse regionali pur avendo vinto il Pd prese percentuali non particolarmente dissimili, quindi non ha alcun senso proiettarlo come dato nazionale.

La spiegazione è  semplicemente che Di Maio non vale nulla come leader politico e in un confronto con Renzi ne sarebbe uscito con le ossa rotte, quindi ha preferito scappare.

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Diciamo anche che nel 2013 alle politiche prese di più in Sicilia, di quanto non ebbe nel 2012

Comunque non è una sconfitta così clamorosa come dicono, io vedo invece messo molto male Alfano

Un Alfano sotto al 5% che non elegge nessuno in Sicilia, nell'anno elettorale,  è un partito che non farà neanche il 3% a livello nazionale

Questo mi pare si possa supporre.

Considerate che l'UDC che neanche quasi esiste più, in  Sicilia prende ben altri voti

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4 hours ago, Fabius81 said:

No, non ha accettato perchè ormai il Pd è un partito del 10-15% e non è più centrale nella vita politica italiana...

Mi sono perso qualcosa o il Partito Democratico è alla guida del Paese?

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In mattinata Renzi ha incontrato i Radicali italiani di Emma Bonino e Riccardo Magi e il promotore di Forza Europa Benedetto Della Vedova, che in questi mesi hanno aperto uno spiraglio per una alleanza con i democratici. Un incontro definito "utile e proficuo" dal coordinatore dem Lorenzo Guerini.

Renzi ha lanciato un appello al centro, a Emma Bonino, ai Radicali, agli alfaniani"Non devono essere risucchiati da Berlusconi".  Ma anche, senza citarli, ai voti liberal democratici che si erano ritrovati in Scelta civica con Mario Monti e ora non vogliono passare a Forza Italia. ( fonte Repubblica )

Si delinea lo schieramento verso il centro: Radicali Italiani - AP di Alfano - Forza Europa -Scelta Civica

Più incerta l'apertura a Sinistra che richiede come pre-condizione il NO ad abiure e la disponibilità a "miglioramenti" ( Renzi sostiene che già così il CSX è primo )

Non è dato di capire come possa realizzarsi un accordo solo tecnico sui collegi uninominali, visto che la legge elettorale non consente il voto disgiunto suppongo si tratti di una formula per coprire una eventuale pseudo-alleanza di mera opportunità estesa da Pisapia che pone una pregiudiziale contro AP - oggi respinta da Renzi- a Bersani - che chiede una autocritica definita da Renzi, abiura

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