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Numero chiuso e ordine sparso


Bloodstar

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21 minutes ago, Saramandasama said:

Non ci potete andare? E gli sciacalli?

L'avete svuotata?

andarci ci andiamo, ogni tanto, previa autorizzazione dei pompieri;

c'è però il divieto di risiedervi

e cmq contro gli sciacalli ci sono cancellate belle alte tutt'intorno alla zona off limits

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4 hours ago, Iron84 said:

Consideri un numero basso di laureati un elemento su cui intervenire, bisogna aumentarli ma ne siamo sicuri?

Per quanto riguarda le facoltà umanistiche sia aumentare il numero di studenti sia diminuirlo sarebbe deleterio. Aumentare significa sovraffollare l'università e inflazionare il titolo, diminuire significa smantellare interi dipartimenti già ora semivuoti.

Il nodo della questione, secondo il mio modesto parere, sta nel razionalizzare la spesa (non ne auspico nemmeno un aumento, perchè è pura illusione) e nel trovare dei sistemi di selezione che non siano semplici riduzioni di numero.

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LocoEmotivo
1 hour ago, Bloodstar said:

Il nodo della questione, secondo il mio modesto parere, sta [...] nel trovare dei sistemi di selezione che non siano semplici riduzioni di numero.

Sapresti farmi un esempio, anche a titolo puramente indicativo? 

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39 minutes ago, LocoEmotivo said:

Sapresti farmi un esempio, anche a titolo puramente indicativo? 

In svizzera si era proposto (non so se si e' poi realizzato) che chi vuole fare medicina deve dapprima fare un anno di esperienza in ospedale per vedere sul campo che succede nella professione e cosi' alla fine la sceglie chi ha le attitudini vissute nella pratica per stare coi malati. Un problema e' che spesso gente che ha studiato medicina poi non lavora come medi o ma fa altre professioni.

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9 hours ago, Bloodstar said:

Io mi sto prendendo la triennale di Storia contemporanea alla Sapienza (una delle università più incasinate di Italia) proprio in questi mesi. 

Un altro storico, ti voglio bene ?

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11 hours ago, Simo.94 said:

Il problema è che il numero di ragazzi che non terminano il percorso iniziato è pericolosamente alto, e credo che ciò sia in parte correlato alla leggerezza che caratterizza la scelta della facoltà.

Yaaas. 

I ragazzi di oggi si iscrivono perché non c'hanno cazzi di far altro. O non possono. Conosco un sacco di ragazzi solo col diploma che hanno avuto "successo". Intendo che lavorano e riescono a mantenersi. Altri che hanno mollato l'uni che rimpiangono di averlo fatto, ma hanno detto sinceramente di aver scelto a caso la facoltà. 

Poi, i dati dell'iscrizione nelle uni italiane sono inutili. Parliamo di contenuto. L'istruzione è libera, e dev'essere garantita. Certo, ma l'università non è obbligatoria. Se non c'hai cazzi, fai altro. 

Fun fact: Io in quanto neo matricola, a fine 2015, ho passato l'estate a studiarmi il sito dell'università, a concorrere per borse di studio e così via. Entro, e ho iniziato giustamente a dare una mano ad altre matricole (non solo miei compagni del liceo). Ho aperto anche un gruppo FB per chi studiava la stessa lingua come prima scelta. Insomma, mi son dato da fare. In breve tempo ho ricevuto messaggi da gente del secondo o terzo anno che mi chiedevano aiuto con scadenze o istruzione su come fare qualcosa. Inaccettabile. Io aiuto tutti, però lasciatemi pensare che se arrivato al terzo anno tu non sappia come iscriverti agli esami o non sappia cercare nel sito qualcosa riferente al tuo corso di laurea mi lascia basito. La risposta comune della gente: <Scusami per il disturbo, ma non ho mai avuto voglia di star lì a cercare :)". Certo, girando un attimo sul loro profilo bastava per capire che questi iniziavano a fare festa il lunedì pome e finivano la domenica mattina. 

Finisco dicendo che: L'università non è obbligatoria, non devi essere un genio solitario e non devi per forza finire la triennale in 3 anni. Però un minimo di preparazione e di sacrificio ci va. 

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Sono favorevole e poi introdurrei anche un'altro importante filtro per la selezione dei futuri studenti in base al reddito. Se non puoi permettertelo dall'inizio è inutile che ci provi visto che quasi sicuramente poi abbandonerai a metà strada o finirai fuori corso!  Se si continuano a tagliare i fondi alle università allora anche anche i fondi per le borse di studi saranno di meno e quindi non vale la pena ammettere i "poveri". 

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Vabbe' sorgesana: la selezione non andrebbe fatta in base alla ricchezza degli studenti ma in base alla loro bravura o alla loro attitudine con la materia scelta.

Edited by marco7
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6 hours ago, Aarwangen said:

Un altro storico, ti voglio bene ?

Io a te non ne voglio, perchè sei un mio concorrente.

8 hours ago, LocoEmotivo said:

Sapresti farmi un esempio, anche a titolo puramente indicativo? 

Ti direi, innanzitutto, che sarebbe necessaria una selezione graduale, e sottolineo graduale, in itinere.  Alla fine di ogni anno accademico si dovrebbe andare a guardare la resa del singolo studente, tenendo conto della  media, del numero di esami e di quanto tempo ha impiegato a darli, e su questa base valutare la sua ammissione all'anno successivo e calcolare le tasse e le agevolazioni. Se tu in un anno non hai dato manco un esame, ad esempio. forse non è giusto che continui, se ne hai dati due prendendo voti bassi forse dovresti pagare più tasse o comunque avere una borsa di studio più grama etc. 

Allo studente meritevole, in quest'ottica, vanno poi offerte più possibilità, non (solo) in senso economico ma dal punto di vista didattico e accademico. Chi mantiene standard elevati dovrebbe poter accedere, ad esempio, a dei corsi "specialistici" che lo preparino ad entrare nel mondo della ricerca accademica, o in quello dell'insegnamento o in quello della pubblica amministrazione. Così si viene a creare anche una scrematura interna, che però non deve essere gestita in un'ottica di competizione ma, appunto, in un'ottica di possibilità offerta al singolo.

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16 hours ago, freedog said:

dettaglio: stai parlando di un corso umanistico.

per esperienza diretta (benchè col vecchio ordinamento), la frequenza a lettere non è così fondamentale: è MOLTO più dirimente sciropparsi BENE la bibliografia per l'esame!

@freedog

La mia osservazione non si incentrava tanto sul fatto che 4 frequentanti sono pochi rispetto a 30 iscritti, quanto al fatto che per esigenze di "razionalizzazione di spesa" ( da leggere : risparmio ) nelle scuole medie superiori è oramai moneta corrente il fatto che, se non stai a Firenze o Roma ( dove ci sono più o meno indirizzi di studio di ogni tipo ) ma a Perugia o Arezzo etc la tua scelta di 14nne che assolve ad un obbligo scolastico, può essere limitata

Non ne parla nessuno...perchè tanto riguarda indirizzi tecnici e/o professionali, quindi ritenuti di scarsa importanza ( non saprei dire se i corsi o gli alunni che ci vanno ) ma il fatto è che spesso uno si ritrova a fare un indirizzo aziendale perchè quello che avrebbe preferito fare -per carenza di domande- è soppresso per legge E' giusto? E' sbagliato? L'innesco nasce da una osservazione VERA, fra bocciature e abbandoni se si parte in pochi si rischierebbe di arrivare in pochissimi, ma è pur vero che parliamo di minorenni e di istruzione obbligatoria

Ovviamente lo stesso discorso non si può applicare all'università, gli Atenei sono Autonomi e quindi non si può "razionalizzare" la rete scolastica. Fissiamo arbitrariamente a 500 il numero ideale di iscritti ad un corso universitario, 30 iscritti sarebbero l'equivalente di 16 sedi universitarie ( non 2 o 3 ). Quindi noi da un lato respingiamo ipoteticamente in una facoltà di Torino 1500 studenti che vorrebbero fare psicologia per fare un corso di 500 e poi dall'altro consentiamo 16 corsi in una disciplina umanistica frequentati da sole 30 persone?

Se noi concentrassimo questi corsi, ovviamente sovvenzionando lo spostamento fuori regione degli interessati, potremmo sopprimere 15 dipartimenti, centinaia di impiegati amministrativi, centinaia di cattedre e forse avremmo le risorse per soddisfare la domanda dei 1500 studenti di Torino

Edited by Hinzelmann
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13 hours ago, Sorgesana said:

Sono favorevole e poi introdurrei anche un'altro importante filtro per la selezione dei futuri studenti in base al reddito. Se non puoi permettertelo dall'inizio è inutile che ci provi visto che quasi sicuramente poi abbandonerai a metà strada o finirai fuori corso!  Se si continuano a tagliare i fondi alle università allora anche anche i fondi per le borse di studi saranno di meno e quindi non vale la pena ammettere i "poveri". 

Queste sono altre maniche. Non sono direttamente le università che danno le borse, ma enti della regione. Attraverso l'università ci possono essere collaborazioni con gli enti con la quale ottenerle, certo. Però quei soldi sono gestiti tra lo studente e l'ente in forma a se stante. 

Es. Le mie diverse borse di studio, sia italiane che giapponesi, non mi son mai state rilasciate dall'uni italiana, e neanche da quella giappa, ma da enti regionali del Piemonte o di Ishikawa. 

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AndrejMolov89

Bisognerebbe introdurre il numero chiuso se non altro per filtrare un po' gli studenti. A prescindere di questi discorsi, il problema dell'istruzione italiana è sistemico, e bisognerebbe iniziare a mettere mano nei percorsi scolastici obbligatori (iniziando dai professionali). La percentuale di laureati sta diminuendo così come quella degli immatricolati perché è difficile sostenere il costo economico degli studi. Non c'è un reale diritto allo studio. Altra questione l'università non garantisce più un lavoro nelle pubbliche amministrazioni, quindi non c'è un gain dal frequentarla.
 

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On 6/17/2018 at 6:50 PM, AndrejMolov89 said:

l'università non garantisce più un lavoro nelle pubbliche amministrazioni,

il dettaglio che dal 1992 c'è il blocco della assunzioni nel pubblico impiego magari facilita questo stallo..

On 6/17/2018 at 1:51 AM, Sorgesana said:

Sono favorevole e poi introdurrei anche un'altro importante filtro per la selezione dei futuri studenti in base al reddito. Se non puoi permettertelo dall'inizio è inutile che ci provi visto che quasi sicuramente poi abbandonerai a metà strada o finirai fuori corso!

stai codificando la discriminazione per censo?

bene, continuiamo così, facciamoci del male...

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Ma scusa... adesso come funziona? Chi finisce fuoricorso o molla senza finire sono perlopiù persone con problemi personali di soldi, gravidanze premature o lavoratori-studenti che non lavorano per sfizio ma per necessità e se dalla ricerca e dall'università si continua a tagliare invece di spendere a profusione tanto vale dirlo esplicitamente e ammettere solo chi può permettersi l'intero corso di studio scelto senza intoppi (anzi questo permetterebbe pure di risparmiare perché per ogni studente fuoricorso le università ricevono meno fondi e gli studenti rimasti indietro non sono altro che spese da sostenere che non vengono ripagate dalle sole tasse universitarie perché si tratta di persone che si sommano alle matricole o a chi frequenta un corso per la prima volta, anche solo dal punto di vista logistico e delle aule).

Sveglia, ma avete idea di cosa sia il DSU (regionale, è importante sottolinearlo) oggi ?!

Edited by Sorgesana
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LocoEmotivo
1 hour ago, Sorgesana said:

Ma scusa... adesso come funziona? Chi finisce fuoricorso o molla senza finire

Se non sbaglio, adesso funziona che hai la possibilità di farcela anche se il tuo reddito non te lo permetterebbe.
Se non sbaglio, adesso funziona che puoi laurearti in tempo "gratis" (passatemi le virgolette, per carità).
Se non sbaglio, adesso funziona che un'espressione come:

1 hour ago, Sorgesana said:

Sveglia

dovresti lasciarla ai legafasciogrillini e alla loro propaganda.

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Certo il fuoricorso non porta soldi, però mi pare di capire non rappresenti un problema organizzativo, anzi è utile per tenere in vita i corsi dal secondo anno in poi quando servono studenti per fare numero

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5 hours ago, Sorgesana said:

Sveglia, ma avete idea di cosa sia il DSU (regionale, è importante sottolinearlo) oggi ?!

Quella cosa che ogni anno mi salassa di qualche decina di piotte.

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12 hours ago, Sorgesana said:

(...) per ogni studente fuoricorso le università ricevono meno fondi e gli studenti rimasti indietro non sono altro che spese da sostenere che non vengono ripagate dalle sole tasse universitarie perché si tratta di persone che si sommano alle matricole o a chi frequenta un corso per la prima volta, anche solo dal punto di vista logistico e delle aule

Grosse grasse risate; nessuno lo ammetterà mai, ma nei fatti un fuori corso pagante alla grande Università non crea alcun problema, in termini di flussi di cassa -non mi preoccuperei troppo della logistica o degli spazi in aula, per i corsi di laurea dove occorrono spazi c'è già il numero chiuso...se si tratta di partecipare ad una lezione di storia dell'arte va bene anche l'aula affollata...-. Poi non so come funzioni per i piccoli atenei, qui a Padova di denari ne girano tanti.

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