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Ignorare è l'arma migliore (per Buddha)


Rotwang

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Secondo un racconto, una volta un uomo si avvicinò a Buddha e, senza dire una parola, gli sputò in faccia. I suoi discepoli si arrabbiarono, tanto che quello più vicino, Ananda, disse a Buddha: 

«Dammi il permesso di dare a quest'uomo ciò che merita!»

Buddha si asciugò e rispose con calma ad Ananda: 

«No, io parlerò con lui».

E unendo i palmi delle mani in segno di riverenza, si rivolse all'uomo: 

«Grazie, con il tuo gesto mi hai permesso di vedere che la rabbia mi ha abbandonato. Ti sono estremamente grato. Il tuo gesto ha anche dimostrato che Ananda e gli altri discepoli possono essere ancora assaliti dalla rabbia. Grazie! Ti siamo molto grati!»

Ovviamente l'uomo non credette a ciò che udì. 

Dopo quest'episodio, in cui Buddha ignora il gesto malvagio del suo "nemico" e non vuole punirlo - anzi, lo ringrazia - l'uomo ne rimane così turbato e angosciato che passa la notte in bianco, perché non capisce la sua reazione e il giorno dopo torna da lui per scusarsi.

Un insegnamento che si può trarre da un'interpretazione semplice di questa parabola è che l'indifferenza spesso è l'arma migliore.

Questo modo di pensare insegna che è meglio ignorare un comportamento o una persona nocivi, evitandoci rancore e malessere, probabilmente irritando ancora di più l'altro, ma evitandoci di soffrire ulteriormente. Questo tipo di reazione, in psicologia, si chiama "accettazione radicale", illustrata dalla psicologa Marsha Linehan dell'Università di Washington e «significa accettare completamente qualcosa, senza giudicare. In pratica, molte delle cose che dicono o fanno gli altri ci danno fastidio perché non corrispondono alle nostre aspettative, in qualche modo rifiutiamo di accettare queste parole, atteggiamenti o comportamenti. Questo rifiuto è la fiamma che alimenta la frustrazione, il risentimento, l'odio e la tristezza. Quando si pratica l'accettazione radicale si assume semplicemente ciò che è accaduto, senza entrare in giudizi di valore. Assumendo una distanza psicologica si crea uno scudo intorno a noi, che ci offre la possibilità di reagire a questa situazione così da non esserne emotivamente danneggiati».

 

L'avete mai messo in pratica?

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mirtillamirtilla

"Io l'ho vista sai la vita degli illusi, con le loro dosi di avidità e superbia; che per combatterli ti giuro basta poco, devi interdirli con un po' di gentilezza" (Parole in circolo, Marco Mengoni)

A me piacciono un sacco queste parole pur non amando particolarmente tutta la produzione di Mengoni, perché secondo me racchiudono un insegnamento fondamentale e soprattutto utile, non so se si possa definire accettazione radicale ma so che funziona.

Io, nel mio piccolo, e per ciò in cui mi è possibile, cerco di mettere in pratica quello che scopro, ora, essere un insegnamento della filosofia buddista

Spiazza l'avversario, ma allo stesso tempo lo neutralizza, non sa più che controbattere

C'è da dire, però, che per così più gravi, non è giusto accettare e subire e ringraziare pure (mi riferisco a offese di rilevanza penale)

My 2 cents

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Il racconto - storia zen? - non penso riguardi l'indifferenza. Si può apparentemente ignorare qualcosa, fingere che non ci tocchi, ma esserne più o meno continuamente ossessionati, covando rancore e rabbia.

Ciò che fa qui Buddha è, appunto, accettare.

L'accettazione è qualcosa di diverso dall'indifferenza, ma anche dalla mera sopportazione. Buddha non sopporta l'affronto, lo accetta, lo fa suo, lo accoglie e ringrazia di averlo ricevuto.

Perché? Qualcuno potrebbe dire che è un debole, qualcun'altro dirà che è un illuminato (un Buddha, appunto). A me piace dire che è saggio.

Buddha, in questa storia, accetta l'affronto per quello che è veramente: non un'offesa, ma un'occasione d'oro. Grazie ad essa, può esaminare la progressione del suo lavoro interiore e quello dei suoi allievi. E per questo è grato a colui che ha offeso, accogliendone di buon grado il gesto, che si risolve, di fatto, in un insegnamento (per sé e gli altri).

Io penso che la storia ci dica questo, in pratica: la reazione che abbiamo di fronte a ciò che riteniamo affronti – se essa sarà, cioè, composta o meno, rancorosa o meno – dice a noi qualcosa del nostro contingente stato interiore e, più in generale, della nostra raggiunta maturità personale.

Proprio una simile capacità di vedere o meno, in questi affronti, dei doni attraverso cui migliorarci ed esaminare, nel contempo, il proprio livello di consapevolezza (dei propri pensieri, emozioni, desideri, obiettivi) è la base di tale saggezza.

Ovviamente, dovrà poi essere anche scevra di superbia!

PS. Il Maestro qui non è solo Buddha, ma anche chi ha sputato...

Edited by Layer
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Macché, Buddha sa benissimo come far rosicare le persone.

Anche Zerocalcare ammette che il modo migliore per rispondere ai troll è "ma chi te se incula?"

forma molto simile al classico "dont feed the troll".

Il gradino successivo del rosicamento è proprio quello predicato qui dal Buddha

dove "ringraziare per lo sputo" è simile al "porgi l'altra guancia" del suo collega ebreo.

Il masochismo è - da sempre - il modo più untuoso, repellente ed efficace per trattare coi bulli;

niente fa più schifo a un violento di qualcuno che lo ringrazia quando lo prende a calci.

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Mi dispiace deludere chi si sente attratto da queste versioni new age del buddhismo, ma la storia non fa parte dei canoni. Fu inventata da Osho nelle sue prediche e contraddice gli insegnamenti del Buddha. Certo, immagino che per qualcuno possa sembrare molto attraente, così come le decine di altre storie e citazioni inventate del Buddha o del Dalai Lama che girano in rete.

Aderite pure a questo insegnamento, se lo ritenete giusto, ma sappiate che non è buddhismo.

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E chi vuole diventare buddhista. :)

20 minutes ago, Almadel said:

masochismo

Nella storia non si fa cenno a un godimento nel ricevere l'offesa: si parla solo di accettazione.

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"Ringraziare" mi pare un po' più di una semplice "accettazione".

Digiuno, cilicio, castità, martirio e ringraziare per gli sputi:

tutto il masochismo profuma sempre di spiritualità.

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8 minutes ago, Layer said:

E chi vuole diventare buddhista.

Grazie, con il tuo gesto mi hai permesso di vedere che la rabbia mi ha abbandonato. Ti sono estremamente grato.

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10 minutes ago, Almadel said:

Digiuno, cilicio, castità, martirio e ringraziare per gli sputi:

tutto il masochismo profuma sempre di spiritualità.

E' proprio quello che Osho contestava alle religioni.

Ma era solito dire tutto e il contrario di tutto, diciamo che non era interessato alla correttezza delle fonti storiche, né ad avere una coerenza interna ai suoi insegnamenti.

Gli interessava solo abbindolare la gente per avere i suoi soldi oppure portarla a una reale crescita personale, seppur con l'inganno. Oppure, ancora, entrambe le cose. Chissà. :)

Edited by Layer
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Anche la mia catechista diceva che l'indifferenza è l'arma migliore.

Quello che mi viene da pensare però è che ignorando soltanto potremmo precluderci una qualche possibilità di miglioramento, per questo mi trovo d'accordo con la spiegazione di layer sull'accettazione.

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