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Platinette queer: «La normalizzazione gay è un orrore»


Rotwang

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davydenkovic90

Seguendo il ragionamento di platinette, allora anche il desiderio di una coppia etero di fare un figlio è puro egoismo.

Ma siamo ancora qua a discutere sulle parole di una drag di 62 anni, con problemi di peso, che va a urlare parolacce in tv? Il punto è che dovrebbe limitarsi a quello, alla sua area di competenza. Nessuno va a chiedere a valeria marini di parlare di politica... sicuramente avrà anche lei una visione stravolta del mondo, dal suo attico di piazza di Spagna non può che essere così, ma non credo che pretenda di generalizzarla o di dare lezioni.

La fama di platinette, comunque, nasce proprio dal contrasto tra l'immagine da circo e le cose che dice, apparentemente intelligenti o, almeno, espresse in italiano corretto. Quindi continua a fare questo... e, da brava troia di regime, cerca di veicolare concetti omofobi

 

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io mi ricordo di quando faceva il giudice ad amici di maria de filippi...

così acida non era , anzi era uno dei giudici più simpatici (a me, in realtà , sta abbastanza indifferente).

Comunque è una sua opinione, si può condividere o meno. A me suona strana la definizione di ''gay di destra'', non so proprio come si fa ad allearsi con un sistema che ti discrimina e ti vorrebbe nascosto nell'ombra come negli anni cinquanta. Forse, come si è detto, Platinette non teme questa fine perché ha sempre giocato con il travestimento e quindi, in un certo senso, si è sempre ''nascosta'' dietro una maschera. Vero gay non è mai stato.

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Di per se sono d'accordo che il desiderio genitoriale sia un desiderio egoistico che l'evoluzione ha dato agli animali tra cui l'uomo per far continuare le varie specie. 

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2 hours ago, davydenkovic90 said:

Seguendo il ragionamento di platinette, allora anche il desiderio di una coppia etero di fare un figlio è puro egoismo.

Ma Davy, certo che è così, certo che il desiderio di figliare è -anche- un atto egoistico...mi spiace non sentir mai nessun conservatore spiegare, con un minimo di capacità argomentativa, perché ritiene inappropriato il ricorso alla fecondazione assistita, alla maternità surrogata...

Comunque è come dici tu, le sue affermazioni sembrano più valide di quelle di altri perché espresse in un buon italiano.

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On 28/8/2017 at 10:11 AM, Olimpo said:

non so proprio come si fa ad allearsi con un sistema che ti discrimina e ti vorrebbe nascosto nell'ombra come negli anni cinquanta.

Questo non è vero, pensa a Dolce e Gabbana, fanno dichiarazioni ben peggiori di quelle di Platinette, non si travestono ma per essere dichiarati lo sono

Peraltro non credo si richieda più di vivere nel senso stretto del termine nell'ombra, si chiede semmai di essere "trasparenti", senza peso, consistenza; l'omosessualità deve essere una caratteristica irrilevante, da vivere - possibilmente - senza rompere le scatole agli altri, arrangiandosi al meglio delle possibilità di cui uno dispone

C'è semmai da dire, che se parliamo non di persone di "destra" in senso politico, ma di persone di "successo" in senso sociologico, spesso l'avere delle disponibilità che ti consentono svaghi e compensazioni e/o di sentirti importante per questo specifico aspetto, puoi percepirti non uguale agli etero ma almeno migliore dei gay "sfigati"

Poi, ripeto, a sensazione direi che questo specifico aspetto per Platinette non valga, perchè per quel poco che mi è dato di capire parliamo di una persona che è al fondo infelice e non si piace molto ( e neanche ha quadrato una vita privata felice o pacificata ) e quindi - personalmente - rispetto a dolece e Gabbana non infierirei.

Cioè l'impressione è che la sua collocazione in quel quadro sociologico e di valori, non sia stata e non sia del tutto pacifica

 

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On 28/8/2017 at 9:29 AM, davydenkovic90 said:

Nessuno va a chiedere a valeria marini di parlare di politica

sicuro?

è vero che il settore soubrette al botulino è già politicamente occupato dalla Moric :laugh::laugh:

epperò.. vai a sapere da qui alle elezioni..

può pure esse che ce la ritroviamo candidata o testimonial di qualche lista civetta assurdissima

Edited by freedog
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Recentemente ho letto il libro di Andrea Pini, Quando eravamo froci. Molti di voi sicuramente lo conosceranno. L'autore ha intervistato molti omosessuali maschi, che difendono - chi più, chi meno - le stesse posizioni di Platinette. L'idea che viene fuori, banalmente, è un "si stava meglio quando si stava peggio". Queste persone raccontano che quando non esistevano locali gay, o associazioni, quando fare coming out era impensabile, quando nemmeno si osava pensare di rivendicare i nostri diritti, alla fine si scopava di più, senza quelle inutili "ostentazioni". Rimediavi una fellatio dal militare etero con moglie e figli a casa, magari "rubata" in un vicolo del centro. Anche D&G la pensano più o meno così, anche Malgioglio et simili. Come a dire: se uno se ne sta lì, non fa troppo casino, non chiede leggi giuste, si fa gli affari suoi, alla fine la società è già abbastanza tollerante da consentirti di vivere tranquillamente. Oppure vivi come uno stereotipo vivente, che paradossalmente è rassicurante per gli e le etero medi che guardano i programmi con Platinette.

Però non metterei assolutamente sullo stesso piano queste persone con chi - magari altrettanto "attempato/a" - ritiene sì giusto e doveroso lottare per il matrimonio egualitario etc., ma pensa che in effetti ci sia un processo di "normalizzazione", nel senso di una omologazione della maggior parte della comunità gay a dinamiche che ci avrebbero fatto inorridire quando il movimento omosessuale italiano è nato, o anche il GLF dopo Stonewall. Tra queste dinamiche non c'è il voler avere figli, ma magari il guardare con disprezzo alla promiscuità degli altri, tanto per fare un esempio banale. Non ho sentito fare affermazioni simili in un centro sociale queer, ma da una elegante avvocata di Rete Lenford.

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12 hours ago, AnaisNin said:

L'idea che viene fuori, banalmente, è un "si stava meglio quando si stava peggio".

conosco molto bene -e da troppo tempo- sto discorso.

e ogni volta mi fa incazzare a bestia.

l'unica giustificazione 'razionale' che può avere chi se ne esce così è la nostalgia per la sua gioventù, ormai passata da un bel pezzo.

chè dietro a quel mondo sì rimpianto, tra scopate 'rubate', rischio di essere pesantemente corcati di botte da squadracce fascio-omofobe eccetera, c'era anche un essere / sentirsi inferiori che ho SEMPRE trovato inaccettabile

12 hours ago, AnaisNin said:

dinamiche che ci avrebbero fatto inorridire quando il movimento omosessuale italiano è nato, o anche il GLF dopo Stonewall. Tra queste dinamiche non c'è il voler avere figli, ma magari il guardare con disprezzo alla promiscuità degli altri, tanto per fare un esempio banale. Non ho sentito fare affermazioni simili in un centro sociale queer, ma da una elegante avvocata di Rete Lenford

ci siamo normalizzati?

ok, quindi?

si chiama EVOLUZIONE, è qsa di normale & fisiologico

come dico sempre, sono stracerto che se i 'pionieri' del movimento omorikkione (Mario Mieli, tanto per dirne uno) vedessero cosa siamo diventati, ci polverizzerebbero col napalm.

a me cmq le pudiche damine moraliste che bazzicano anche il forum -senza fare nomi, tanto si sa chi sono- fanno venire feroci attacchi di orchite.

ma vabbè, diciamo che nel mondo gayo c'è posto per tutti e che siamo tanto tolleranti da accettare anche loro. certo, li accettassimo coll'ascia bipenne sarebbe anche meglio, ma non si può aver tutto dalla vita!

Edited by freedog
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c'è da dire che la vera normalizzazione da evidenziare semmai è quella di questi artisti, nati graffianti e morti gattini, come platinette, littizzetto, cortellesi e ci metto anche cuccarini che hanno tutti (ovviamente in molti molto diversi) dimostrato una certa personalità agli inizi carriera. tutti, verso i 50 una volta fatti i soldi, si imborghesiscono e hanno timore di non venire più chiamati e cominciano a diventare innocui e sornioni al sistema come piace ai più.  veramente deprimente. 

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In realtà noi in Italia non abbiamo avuto un movimento omofilo "assimilazionista" in senso proprio come è accaduto in altri paesi, vuoi perchè l'omosessualità non era un reato, vuoi perchè se c'è un aspetto che le testimonianze pre-stonewall mettono abbastanza in luce è che eravamo già molto promiscui

Penna, Pasolini, Poli, Bellezza, Arbasino etc non erano certo puritani americani ( anzi erano molto promiscui ) ed il contesto in cui vivevano era quello "mediterraneo" in cui i gay andavano a caccia dei veri maschi, cioè gli etero poi diventati bisessuali. Il collezionismo di ragazzi era forse il modo in cui la maschilità si esprimeva in via privilegiata

Quindi l'idea di mettere in luce ciò che ci rende "simili" agli eterosessuali piuttosto che ciò che ci rende diversi, che è una dinamica tipica di ogni minoranza è rimasta inespressa o sottotraccia ( Arbasino ha disprezzato la pagliacciata leather di Mapplethorpe, suppongo pure Platinette ma aveva problemi con il concetto stesso di gay )

Al contempo mentre esistono studi americani che riportano la diffusione della sifilide fra i gay americani, tesimoniando quindi l'esplosione della promiscuità sessuale negli anni '70, niente del genere che io sappia esiste in Italia, non solo non c'è un cambiamento così definito ( certo c'è Mieli che PARLA di sesso, mentre prima si faceva e basta  ) ed anche l'esordio dell'AIDS in Italia non è così esplosivo ed è nei numeri inizialmente più una epidemia degli eroinomani

Applicare quindi all'Italia una chiave interpretativa americana rischia di essere fuorviante, certo anche in Italia gli anni '80 furono anni di "ripiegamento" ma più rispetto alle speranze di una generale "rivoluzione sociale" in cui forse la rivoluzione sessuale era racchiusa, ma anche compressa ( con spazi di autonomia ridotti ) Al contempo è negli anni '80 che il modello mediterraneo di omosessualità viene ad esaurirsi per la progressiva modernizzazione del paese

 

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16 hours ago, AnaisNin said:

quando nemmeno si osava pensare di rivendicare i nostri diritti, alla fine si scopava di più

non credo che si scopasse di più: però è vero che l'atteggiamento omertoso generale permetteva all'uomo socialmente etero, perché sposato con prole, la possibilità di cedere a una pulsione "momentanea" senza per questo sentirsi additato a vita come finocchio, e, specularmente, permetteva al frocio (non uso il termine gay perché gay ha un altro significato, il gay è l'omosessuale che vive consapevolmente i suoi diritti civili, o li rivendica) di coronare il suo sogno sessuale di andare con l'uomo etero, in un contesto peraltro di accettato o addirittura desiderato degrado di stampo intimamente masochistico

quello che viene sostanzialmente affermato è che andrebbe limitata la propria omosessualità unicamente alla sfera sessuale, ma questo creerebbe inevitabilmente una nevrosi a livello affettivo e sociale: rivendicare una situazione di coazione nevrotica come se fosse una posizione politica condivisibile è quanto mi sentirei di contestare a chi dice che "si stava meglio quando si stava peggio"

Edited by conrad65
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1 hour ago, conrad65 said:

rivendicare una situazione di coazione nevrotica come se fosse una posizione politica condivisibile è quanto mi sentirei di contestare a chi dice che "si stava meglio quando si stava peggio"

considerati virtualmente limonato duro

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18 hours ago, conrad65 said:

non credo che si scopasse di più

Non esistono ricerche in Italia, solo una comparazione dal 1995 in poi, però l'Italia è stata la meta del turismo omosessuale europeo dai tempi di Oscar Wilde fino agli anni della dolce vita, diversi omosessuali europei si trasferirono a vivere in Italia etc

La copertura non valeva solo per gli sposati, ma per gli adolescenti, coloro che limitavano le proprie attività omosessuali ad atti che non ne compromettevano la virilità e coloro che potevano derogare a tale regola se correva denaro o avevano giustificazioni economiche etc. Non dimentichiamoci che siamo parlando di un paese in cui in larghe zone la donna doveva arrivare vergine al matrimonio, al Sud i contatti fisici erano spesso limitati pure durante il fidanzamento ufficiale o ritualizzato etc

Certo -ragionevolmente- per un omosessuale che approfittava di questa situazione, ve n'erano tanti che si maceravano nella vergogna, nella repressione e facevano fatica a diventare omosessuali sessualmente attivi, questo però costituiva un incentivo ulteriore alla promiscuità di coloro che invece erano sbloccati e disponibili ad accettare le regole del sistema, potendo godere di ampie possibilità di incontri

Il problema però non è la rivendicazione dei diritti ( la comparazione 1995-2015 ci dice peraltro che da quando i gay rivendicano diritti c'è una lieve progressiva diminuizione della promiscuità ma non è così significativa ) Certo possiamo criticare ora Dolce e Gabbana che hanno trasformato la loro coppia in una sorta di marchio commerciale ( pur essendo pubblica ) ma Dolce e Gabbana sono gay moderni anche se non ci piacciono

Per le generazioni precedenti il prezzo da pagare era l'assenza della coppia gay, che è il presupposto per maturare la coscienza per poter chiedere i diritti. Se hai visto "Er moretto" ( mi pare se ne discusse tempo fa ) avrai visto che l'innamoramento di Pasolini per Ninetto Davoli non era una eccezione, ma che tipo di coppia era? Era una coppia gay-etero. Da qui lo stereotipo negativo che l'omosessuale è condannato alla solitudine, che nasce dal fatto che - privato di una identità positiva - questi non riesce a stabilire relazioni proficue di riconoscimento reciproco coi suoi simili

 

 

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Aggiungendo un elemento un elemento alla discussione, dalle interviste di Pini emerge che buona parte degli intervistati considera i locali gay - ormai la normalità per noi, ma una novità ai loro tempi - come dei "ghetti". Anche Mieli aveva questa stessa opinione, ma per ragioni completamente diverse (ragioni complementari alla sua utopia queer ante litteram e alla sua prospettiva anti-capitalistica). Per costoro i locali gay sono squallidi, in estrema sintesi, perché si perde il fascino dell'avventura, cioè la possibilità di andare pe' fratte - come diciamo a Roma - con gli etero. Andare con un uomo etero, e avere con lui un rapporto sessuale occasionale e nascosto, era considerato il modo più entusiasmante di vivere (vivere?) la propria omosessualità, andare con altri omosessuali era vista come una possibilità abbastanza deprimente, un ripiego.

Ovviamente è una mia interpretazione basata su testimonianze altrui, magari non per tutti era così. Però una cosa che mi ha colpita molto mentre leggevo, era la loro descrizione delle loro feste, in cui i virili maschi etero stavano da una parte, e i "froci" dall'altra, e poi i primi andavano a chiedergli di ballare, trattandoli come trattavano le ragazze, solo che con queste ultime non era così facile andare a concludere perché non erano ancora gli anni della rivoluzione sessuale. Una dinamica assolutamente eteronormativa, diremmo noi oggi. La dinamica di persone che non avevano a quell'epoca gli strumenti per capire che l'omosessualità non è qualcosa che debba essere "riscattata" in qualche modo, o scontata con una inevitabile condizione da outsider. Ma come avete notato voi Platinette è abbastanza giovane da averli questi strumenti.

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Bisogna prudentemente tenere distinti i fatti dalle opinioni

Una cosa è se io ti racconto cosa facevo nel 1994, altra cosa come io interpreto cosa facevo ( necessariamente lo farò con gli occhi di oggi )

La realtà è che già il far sesso "fra gay" era visto come una cosa insipida, "da lesbiche" ( da qui l'espressione orsi lesbici per riferirsi a due bear che fanno sesso fra di loro, che cito per tre motivi: il primo è che la sottocultura bear in Italia riproduce questa formula DOPO negli anni '90, il secondo è che in un'ottica maschile e maschilista perchè una cosa sia "scipita" si ricorre alla devalutazione femminile senza necessariamente esserlo e gli orsi non sono femminili, il terzo motivo è che Platinette come abbiamo detto è obeso non si piace e non identificandosi come bear non è mai potuto approdare al superamento di questa formula con il bear glamour o l'orgoglio bear )

Il complesso di questi tre motivi può reggere all'analogia con ciò che accadeva in passato e generalizzato a tutti i gay o larga parte di loro

Ovviamente una sala da ballo privata in cui stanno da una parte omosessuali e dall'altra eterocuriosi-bisessuali-non mi definisco-sposati-marchettari e minorenni, è già un locale gay con gli occhi di oggi, allo stesso modo lo scandalo dei berretti verdi: quel che emerse fu che a Castel Mella (come altrove) due omosessuali organizzavano festicciole tra amici proprio perché questo era l'unico modo in cui le persone omosessuali italiane potevano all'epoca socializzare, dato che in Italia (a differenza di quanto già accadeva all'estero) le autorità non permettevano l'apertura di luoghi di aggregazione gay, come bar gay. Lo spazio per la sessualità omosessuale era perciò interamente relegato a fugaci rapporti nei cinema o nei parchi, rigorosamente di notte. Molti dei partecipanti erano sposati, per mantenere una facciata di "normalità", e non potendo permettersi di vivere relazioni di coppia con persone del loro sesso facevano ricorso a incontri fuggevoli e anonimi, se necessario a pagamento. Infatti alle feste c'erano vecchi e giovani, e i vecchi qualche volta proponevano ai giovani prestazioni sessuali in cambio di denaro. I giovani "minorenni" dei giornali avevano un'età compresa tra i diciotto e i ventun anni (la maggiore età era infatti all'epoca ventun anni) e non erano obbligati alle prestazioni particolari: da poco era stata emanata la legge Merlin e i giudici la "riadattarono" per questo caso. Con i balletti verdi emerse per la prima volta, e finì sulle prima pagine dei giornali, l'universo omosessuale italiano, con effetti disastrosi per gli omosessuali (in gran maggioranza innocenti) implicati. Molti persero il lavoro, tre di loro si suicidarono, altri decisero di fuggire altrove dopo che il segreto, tenuto nascosto per evitare lo stigma sociale, era venuto a galla.

fonte:wikipedia

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La verità è che negli anni 70 essere gay o bisessuali voleva dire essere trasgressivi, dagli anni 90 non era più così nella maggioranza dei paesi civili del mondo, no ci siamo arrivati, legalmente almeno, 20 anni dopo mentre ci sono ancora persone come Platinette o Malgioglio per i quali avere una parrucca bionda o un ciuffo colorato è sinonimo di rottura.

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Leggevo due giorni fa ad opera di un queer bolognese l'ode al femminiello napoletano, condito di sugosi stereotipi nordisti (bellissimi perché erano ripresi in ottica positiva) che ti piacerebbero un sacco. Tipo: a Napoli la gente é povera quindi condivide il cibo quindi sono tutti buoni e aperti alla diversità. 

Quindi forse si c'é proprio una rivalutazione da sinistra di tutto quello che é male e limite allo sviluppo individuale, altro che Platinette, almeno lui é vecchio e problematico

 

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2 minutes ago, Demò said:

a Napoli la gente é povera quindi condivide il cibo quindi sono tutti buoni e aperti alla diversità. 

Molto pasoliniana come visione, assolutamente non condivisibile per me, che sono parecchio positivista su certe cose. Il mito positivo del buon contadino è una cagata pazzesca, la dignità della povertà non c'era neanche prima, ma era solo concepita in modo diverso, era la morale cristiana a farla sembrare dignitosa, costringeva ad accettarlo o perlomeno cercava. Questi intellettuali di sinistra nostalgici del mondo precapitalistico mi fanno vomitare, voglio scoparmeli tutti.

Edited by Rotwang
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Piú che altro anche i contadini rovigotti erano poveri, peró non avevano il frocio travestito

Peró questi studenti e ricercatori di psicologia, che sono queer, proprio non ci arrivano ai concetti di "documentazione/rigore"

16 minutes ago, Rotwang said:

voglio scoparmeli tutti.

A chi lo dici

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