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Cosa ne pensate di chi dice che il coming out è un dovere?


Kubilend91

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Qualche tempo fa, prima che iniziasse il suo tour, Tiziano Ferro in un'intervista rilasciata a vanity far dichiarò che per lui il coming out è un dovere verso se stessi e verso il mondo, un obbligo... qualcosa dalla quale una persona gay o bisex non dovrebbe o meglio potrebbe scappare... Che lui vedrebbe come un codardo una persona che non dichiara ciò che è, ma soprattutto non riuscirebbe a vivere una storia con una persona così...

Non è l'unico nel mondo dei media a vederla così, anche Cecchi Paone ed altri si dichiarano di quella corrente di pensiero...

Voi cosa ne pensate? Secondo voi il coming out è davvero un'azione di dovere? una cosa che si debba fare a tutti i costi, altrimenti si è codardi, fasulli?

Secondo me la vita e l'intimità di una persona non sono cose così semplici da dire, occorre tempo, analisi interiore e tante altre cose prima di un passo cosi importante... 

E secondo voi...? 

Edited by Kubilend91
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Più che un dovere, forse il coming out è una necessità, un'esigenza in qualche modo fisiologica. Sono d'accordo con @Almadel sul fatto che sia un atto di amore verso se stessi. Non credo che qualcuno faccia coming out per "aiutare il mondo". La responsabilità sociale, semmai, interviene dopo il c.o.

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1 hour ago, Almadel said:

E' un atto d'amore verso sé stessi

This!

Si può fare CO a patto di sentirne davvero il bisogno, per essere onesti con noi stessi e le persone che fanno parte della nostra vita. Con ciò non intendo volerlo dire a chiunque capiti, per esempio ritengo giusto che solo una parte della mia famiglia lo sappia, e che alcuni miei coetanei non ne siano a conoscenza: se è mancata l'occasione di discuterne oppure se non ritengo ci sia sufficiente confidenza, di certo non sono obbligato a farlo.

Il CO non è assolutamente un dovere o un obbligo, menchemeno si è codardi a non farlo! Le motivazioni che spingono a tale gesto (o la sua assenza) sono tante quante le persone che possono fare questa scelta e proprio come dici tu ci vuole tempo, un tempo diverso per ognuno di noi, per arrivare ad essere sereni della propria sessualità e farne quindi partecipi gli altri.

Edited by Duma
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il coming out non è un dovere , solo se viene chiesto o esce fuori in un discorso  è una cosa di cui parlare :D

ciòè dirlo a chiunque è un poco stupid ayay 

Ma comunque è solo una opinione non ho mai dovuto fare nessun Coming out con nessuno di importante 

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È un atto d'amore verso sè stessi, ma non certo un dovere.

Se il coming out può in qualche modo compromettere la tua vita e non te la senti di farlo in quella situazione non sei certo obbligato.

 

Devi in qualche modo sentirti "al sicuro" per poterlo fare, secondo me.

Edited by High
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ha ragione, è un atto dovuto dichiarare al mondo di esserci e di non rinchiudersi "nella discrezione" dei propri "fatti privati", perché nessun etero lo fa. 

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12 hours ago, High said:

Se il coming out può in qualche modo compromettere la tua vita e non te la senti di farlo in quella situazione non sei certo obbligato.

 

allora:

caso concreto -e conosco gente così-

mettiamo che sei un prete e che hai una storia clandestina con un collega da quando eravate insieme in seminario.

Tutti ufficiosamente sanno di voi, tanto che vi hanno mandato nella stessa parrocchia, e perfino le pie becchine hanno intuito che ci sia qsa tra voi..

Epperò continuate a vomitare insulti sui gay ogni giorno, salvo poi accoccolarvi (ed altro) insieme ogni notte.

 

Un bel giorno, la tua dolce metà decide che è stufo di vivere nell'ipocrisia e strilla ai 4 venti "sò frocio e me ne vanto!!";

tu che fai?

fingi di non conoscerlo, anzi rinneghi la vostra storia perchè hai paura di perdere il posto "fisso" che hai ora 

o te ne freghi dello scandalo e lo slinguazzi davanti a tutti,

rendendo pubblico quello che tutti sanno già da decenni?

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14 hours ago, Kubilend91 said:

Voi cosa ne pensate? Secondo voi il coming out è davvero un'azione di dovere? una cosa che si debba fare a tutti i costi, altrimenti si è codardi, fasulli?

I doveri sono stabiliti dalle leggi e non mi risulta che ci siano leggi che impongano di dichiarare le proprie preferenze in materia sessuale.

Certo ci sono anche i doveri etici, ma le regole morali ormai sono così varie, che praticamente si può giustificare tutto ed il contrario di tutto.

Rimane il giudizio d'opportunità intorno ai comportamenti legalmente leciti e moralmente incerti:

ma tale giudizio dipende strettamente dalla condizione sociale, psicologica, intellettuale di ciascuno e per tanto, se è difficile giudicare che cosa sia opportuno che facciamo noi sé stessi, è impossibile ed anche arrogante giudicare che cosa sia opportuo che facciano gli altri.

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Senza tanti giri di parole penso che è una persona che rompe le scatole. Posso capire che ci sono vari motivi per dirlo che forse io non comprendo, ma molte persone che lo dicono lo fanno perchè ormai hanno fatto coming out e si sono tolti il pensiero, poi non ti sanno nemmeno argomentare ti dicono solo che sei codardo e basta, cosa completamente inutile a farti cambiare idea.

Inoltre se uno dice che non è importante l'orientamento sessuale e poi dice che per dichiarare al mondo di esserci deve fare coming out è un controsenso, direi piuttosto che per dichiarare di esserci devi semplicemente essere te stesso... se sei una persona riservata e preferisci non fare coming out pubblicamente allora tutto a posto perchè stai facendo quello che vuoi, invece se ti reprimi allora hai bisogno di un coming out. Questo è un discorso individualista, delle implicazioni sulla società e le responsabilità sociali parlatene voi  che io non avrei molto di interessante da dire.

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Bisogna chiarire oggi come oggi la valenza del coming out "storico" in paragone a uno più "naturalistico". 

Un tempo il concetto del CO era dire all'amica di turno o amico "senti, troviamoci, TI DEVO PARLARE." Bum. Pesantezza, quasi un'ammissione di una colpevolezza "spero non cambi nulla tra di noi buuuh buuuh" "ma no non ti preoccupare per me resti sempre lo stesso" . Orribile . L'outer si mette in uno stato inferiore, in un turbinio di pianti abbracci e robe alla Dawson's Creek.

 

CO naturalistico : "cosa fai domani sera?" "vado a cena col mio compagno da amici" . 

E se non hai un compagno, beh semplicemente non menti "mi vedo con uno"- "vado a una serata carina dell'arcigay" e via dicendo . 

 

Senza quell'atto confessorio dal retaggio molto cattolico in attesa di un'assoluzione .

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18 minutes ago, Davis said:

se sei una persona riservata e preferisci non fare coming out pubblicamente allora tutto a posto perchè stai facendo quello che vuoi, invece se ti reprimi allora hai bisogno di un coming out.

aspetta:

un conto è essere riservati e non voler far sapere i q tuoi all'universo mondo (e quello ci può stare: non tutti abbiamo lo stesso carattere),

ben altro è NEGARE l'evidenza e fingersi etero (vedi matrimoni di copertura) e/o superomofobi .

con simili esemplari di merde umane ero, sono & sarò SEMPRE ferocemente spietato

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Certo freedog, se neghi l'evidenza non sei te stesso. Comunque sarei arrabbiato allo stesso modo tuo con persone che con questo comportamento possono far del male ad altri, ma se non fanno gli omofobi e in sintesi non fanno del male a nessuno sono affari loro, certo hanno un problema che gli auguro di togliersi. Sì, quelli che fanno matrimoni di copertura, che negano di stare con il proprio compagno e che insultano i gay sono delle enormi teste di ... però alla fine essere spietati non porta a nulla perchè questi sono schiavi delle loro paure, è più che altro gente che ha problemi e andrebbe aiutata... capisco che ti girano ma accanirsi su queste persone ti rovina solo il fegato non porta a nulla di buono.

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3 hours ago, Mario1944 said:

I doveri sono stabiliti dalle leggi e non mi risulta che ci siano leggi che impongano di dichiarare le proprie preferenze in materia sessuale.

Certo ci sono anche i doveri etici, ma le regole morali ormai sono così varie, che praticamente si può giustificare tutto ed il contrario di tutto.

Rimane il giudizio d'opportunità intorno ai comportamenti legalmente leciti e moralmente incerti:

ma tale giudizio dipende strettamente dalla condizione sociale, psicologica, intellettuale di ciascuno e per tanto, se è difficile giudicare che cosa sia opportuno che facciamo noi sé stessi, è impossibile ed anche arrogante giudicare che cosa sia opportuo che facciano gli altri.

Quoto dalla prima all'ultima parola. Aggiungo solo che non è vero che gli etero non fanno coming out. Lo fanno eccome ma con chi paia a loro. Una volta la chiamavano "dichiarazione"  (non dei redditi) vero Mario? Se poi peraltro la "dichiarazione" fosse stata -diciamo- un po' troppo esplicita, magari, all'interno di determinati "gruppi sociali",  volava anche qualche sonoro ceffone che l'interessato si incassava "bona gratia" con un grado di mutismo, rassegnazione e rinuncia inversamente proporzionali alla propria intraprendenza.

Nulla di cui preoccuparsi naturalmente entro certi limiti. Ché  ceffoni più o meno metaforici volano comunque anche oggi e per di più a sproposito ma, se voi foste stati degli eterosessuali alla maniera del Signore di Bushu di tanizakiana memoria, avreste fatto coming out per quel vostro personale, specifico modo di essere etero? 

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20 hours ago, Kubilend91 said:

Voi cosa ne pensate? Secondo voi il coming out è davvero un'azione di dovere? una cosa che si debba fare a tutti i costi, altrimenti si è codardi, fasulli?

Probabilmente loro dicono così perchè sono personaggi pubblici, anche se non è che lo spiegano molto bene

Quanto al fidanzamento è più facilmente intuibile: se io mi fidanzo con una velata ad un ristorante ci posso andare se lui non è paranoico, un Tiziano Ferro o un Cecchi Paone forse no, per il timore indotto ma verosimile di paparazzate, la relazione rischia di essere molto più condizionata 

Quanto al CO è meno facilmente intuibile, più che di obbligo nei confronti del "mondo" ( che mi pare eccessivo ) direi nei confronti del proprio pubblico ( gay ed etero )

Comunque credo sia possibile immaginare dei casi in cui il CO diventi anche doveroso per ognuno di noi ( un fidanzato aggredito etc )

Sono casi magari non generalizzabili

 

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8 hours ago, Ghost77 said:

CO naturalistico : "cosa fai domani sera?" "vado a cena col mio compagno da amici" .

E se non hai un compagno, beh semplicemente non menti "mi vedo con uno"- "vado a una serata carina dell'arcigay" e via dicendo . 

Senza quell'atto confessorio dal retaggio molto cattolico in attesa di un'assoluzione .

A parte l'uso un po' singolare di "naturalistico", ma forse intendi dire "con naturalezza", sono perfettamente d'accordo, anche se ovviamente questo non implica che il giudizio di opportunità del candidato a rivelarsi sia favorevole alla rivelazione.

 

 

8 hours ago, freedog said:

ben altro è NEGARE l'evidenza e fingersi etero (vedi matrimoni di copertura) e/o superomofobi .

Be' per il matrimonio di convenienza, soprattutto un tempo, ci può stare il giudizio d'opportunità, se non altro in relazione a necessità familiari o sociali:

necessità d'un erede per continuare il nome familiare ecc.

Ma certamente sulla SUPERomofobia (ed anche su quella non super.....)  hai pienamente ragione, sempre che ovviamente non si tratti di vera omofobia con conseguente masochistico odio di sé stessi....

 

 

6 hours ago, agis said:

Aggiungo solo che non è vero che gli etero non fanno coming out. Lo fanno eccome ma con chi paia a loro. Una volta la chiamavano "dichiarazione"  (non dei redditi) vero Mario?

 

Si', sì:

anche loro sono sempre stati  e sono ancora, seppure con meno formalità, "dichiaratori":

la differenza stava e sta ancora nell'entità del pericolo.....

 

Edited by Mario1944
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1 hour ago, Mario1944 said:

A parte l'uso un po' singolare di "naturalistico", ma forse intendi dire "con naturalezza"

Ciao Mario, in realtà intendevo proprio "naturalistico", aggettivo che ho preso in prestito da un'espressione che esula il contesto di cui stiamo discutendo ma che uso a lavoro, ovvero quello di "ipnosi naturalistica" ovvero una metodica comunicativa che attinge dal mondo naturale, dalla fisiologia . Un CO che è quindi fisiologico inteso come una conseguenza naturale di una comunicazione che si sta effettuando con un'altra persona, da contrapporsi a quel teatro che è il CO classico .

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Capricorno57
12 hours ago, Ghost77 said:

atto confessorio dal retaggio molto cattolico in attesa di un'assoluzione

Non ho mai vissuto i miei CO "all'antica" come una confessione, ma come una chiara dichiarazione di intenti. Come una informazione vera e attuale, non una richiesta di parere. Sarà che iniziai a fare CO da grande e da indipendente in tutti i sensi, dall'età di 32 in poi e col ragazzo dell'epoca già accomodato a casa mia? In pratica 3 mesi dopo la consensuale separazione da mia moglie.    

Come fa un CO, tanti CO diretti meditati e calcolati, a passare di moda?     

A oggi trovo ben più faticoso di allora "convincere" le persone che le motociclette non mi interessano e non mi divertono più... 

 

Edited by Capricorno57
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11 hours ago, Mario1944 said:

Si', sì:

anche loro sono sempre stati  e sono ancora, seppure con meno formalità, "dichiaratori":

la differenza stava e sta ancora nell'entità del pericolo.....

 

Agreed again Mario. Poi naturalmente il discorso è complesso perché, in effetti, questa da me auspicatissima maggior libertà dei giovani d'oggi di ogni tipo di tendenza può  venire anche con dei prezzi da pagare di cui non mi sento tutt'ora  in grado di giudicare l'entità. Sono argomenti che ho già trattato altrove in maniera piuttosto complessa con amici di diverse nazionalità. Uno di loro ci ha purtroppo lasciati l'anno scorso. Ma son cose che capitano.

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Non è un dovere come non è un dovere diventare attivisti e cose del genere.

L'unico dovere e non tollerare o avallare comportamenti omofobi. Non esiste la regola dell'omosessuale esiste però l'etica e ci sono alcuni punti dove per forza di cose è necessario essere più solleciti.

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11 minutes ago, Iron84 said:

Non è un dovere come non è un dovere diventare attivisti e cose del genere.

L'unico dovere e non tollerare o avallare comportamenti omofobi. Non esiste la regola dell'omosessuale esiste però l'etica e ci sono alcuni punti dove per forza di cose è necessario essere più solleciti.

Sono complessivamente d'accordo Iron. L'unico punto è che - scusami il bisticcio - su quei punti dove per forza di cose è necessario essere più solleciti coltiverei ancora la presunzione di poterlo essere per pura via di coerenza (gnoseo)logica con certe premesse senza neppur bisogno di interporre morali, etiche o moralismi che rimangono pur sempre ex-post di imperativi la cui validità non può, a mio avviso, esser mai data per assunta/definitiva. Secondo te/me/noi tutti qual è la genesi dell'etica/morale? :sorriso:

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Capricorno57
41 minutes ago, agis said:

maggior libertà dei giovani d'oggi

anche dei vecchi, secondo me; anch'essi godono del clima favorevole, se vogliono / possono.. 

anche dal punto di vista CO, il quale non ha indicazioni d'età (se non minima)

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Agreed Edo. Io comunque feci coming out con mamma a 15 anni nel 75 quando non era poi così ovvio e, tecnicamente, con papà manco oggi che ne ho 57. Poi ho fatto coming out con molti che ho giudicato ne fossero all'altezza tra cui particolarmente gradito il fratellino "etero" ma né come una confessione né come una dichiarazione d'intenti direi quanto piuttosto per una presa di coscienza di un livello di strutturazione mentale che non è da tutti e, per essere maggiormente preciso, quel livello da cui si individua che omofobia, eteronormatività ecc. non sono purtroppo altro che epifenomeni di un problema generale che è una sessuofobia di fondo che ancor oggi mi incaponisco a sperare e credere per svariate esperienze storiche non sia veramente hard coded nella nostra specie. Perché altrimenti, in caso contrario caro, il timore che, come specie, potremmo non durare su questo pianeta manco un decimo di quanto durarono le trilobiti è purtroppo vivo e potenzialmente argomentabile.

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Capricorno57

beh @agis complimenti x la carriera di outer ; quindi, tralasciando le trilobiti e gli scenari futuristici, hai fatto  CO con chi e per i motivi che ritenevi / ritieni idonei al Tuo benessere, grazie a una strutturazione mentale ed una contingenza favorevole o addomesticabile che, certamente, non è "da tutti" individuare, inserirsi, manipolare perfino. 

Se fosse "da tutti" non si spiegherebbe come, del 2 o 3 % di omosessuali stimati dalle statistiche, se ne manifestino nella vita "normale" al massimo un decimo, contando nel decimo pure i colleghi e le colleghe dell'Arcigay.  

 

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davydenkovic90

Non sono d'accordo con Tiziano Ferro, prima di tutto perché sono dell'idea che la sessualità non vada dichiarata come se fosse un bene prezioso da dichiarare alla dogana, e poi perché credo che, più che dichiararsi, la cosa davvero importante sia sentirsi liberi e non costretti a simulare/dissimulare. Credo che i casi in cui un ragazzo gay possa realmente far male a se stesso non siano quelli in cui sceglie di non far coming out, per i più disparati motivi, ma quelli in cui, per paura di essere scoperto, rinuncia alla propria vita sentimentale o sessuale oppure finge di essere attratto da ragazze o avere relazioni eterosessuali.

Uno che non rientra nei casi seguenti e che, tuttavia, non riesce a fare coming out con determinate persone, non merita di essere dipinto con certe parole, né emarginato. Va capito e, se possibile, aiutato. 

Tiziano ferro è diventato uno di quei classici gay snob italiani privilegiati e omologati dal successo e che, nonostante il loro coming out, rimangono su posizioni omofobe, si schierano sempre dalla parte del più forte e non hanno alcuna sensibilità o interesse verso la comunità lgbt.. potrei fare altri esempi: roberto bolle, gianna nannini o dolce e gabbana. Farebbero meglio a limitarsi a cantare/ballare/disegnare vestiti orrendi per tamarri invece che sparare certe idiozie nelle interviste.

Edited by davydenkovic90
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2 hours ago, Capricorno57 said:

beh @agis complimenti x la carriera di outer ; quindi, tralasciando le trilobiti e gli scenari futuristici, hai fatto  CO con chi e per i motivi che ritenevi / ritieni idonei al Tuo benessere, grazie a una strutturazione mentale ed una contingenza favorevole o addomesticabile che, certamente, non è "da tutti" individuare, inserirsi, manipolare perfino. 

Se fosse "da tutti" non si spiegherebbe come, del 2 o 3 % di omosessuali stimati dalle statistiche, se ne manifestino nella vita "normale" al massimo un decimo, contando nel decimo pure i colleghi e le colleghe dell'Arcigay.  

 

Beh, una volta tanto, mettendo insieme varie possibili tipologie ma anche solo considerando la componente "G" mi sentirei leggermente più ottimista rispetto a questo 2-3% Edo. Ma le cifre variano a seconda delle statistiche e la cosa è forse secondaria. Naturalmente, a voler prendere ancora per buone le stats del rapporto Kinsey, sperando che non sia troppo démodé ed attualmente non offenda nessuno, un 37% dei maschi sessualmente maturi dichiaravano  uno o più rapporti omogenitali ed un 11 e qualcosa %  una bisessualità 50/50. Circa poi una serie di miei vissuti personali relativi ad una sessualità che potremmo definire esplorativa di cui parlavo un paio d'anni fa  con un collega spagnolo di Hinzie, lui mi diede per acquisito che loro davano per rara la sessualità  tra fratelli ma per molto comune quella tra cugini indifferentemente da preferenze ed orientamenti, Cosa ne pensiate voi non lo so. Relata refero. E comunque mi dispiace Edo ma mantengo che una società che oltre a ciò che tu dici e di cui ti lamenti lascia in un non detto ed in un non dicibile questo e ben altro, al destino delle trilobiti dovrebbe pensarci un po' più spesso. Vedendo le cose in termini complessivi tu/voi tutti di questo tipo di atteggiamento complessivamente sessuofobico nella nostra specie che ragioni vi siete dati? :sorriso:

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2 hours ago, Arrhenius said:

nessuno dice mai un cazzo contro Dolce e Gabbana o Renato Zero

a ste latitudini veramente risulta l'esatto contrario...

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Che poi un personaggio delle spettacolo volente o nolente deve fare coming out, non è possibile mantenere il segreto salvo diventare parodia di se stessi come la Nannini.

 

Quindi poco moralismo

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