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Il movimento anti-porno sta crescendo


Rotwang

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La Stampa

Una volta si diceva che l’amicizia vera e profonda non poteva essere tale se non ci si era mai visti nudi. Ora nei Paesi del Nord Europa sono diventati timidi. Negli spogliatoi delle scuole e nelle piscine municipali è in corso una guerra di valori. Lo chiamano neo puritanesimo. Eppure un anno fa è stata approvata una legge in Danimarca che stabilisce che è permesso andare senza vestiti «nei boschi e su qualsiasi spiaggia», purché non si dia fastidio ad altri. Disposizioni analoghe sono presenti in Norvegia e Svezia. Ma ormai di gente nuda se ne vede in giro poca. 

Vedersi nudi fa ancora parte dello spirito libero dei Paesi nordici? Secondo Jan T. Støckel, dell’Università della Danimarca del Sud, «non è un elemento innato nei popoli ex vichinghi. È anzi frutto di un processo storico che ha avuto un inizio e, adesso, forse anche una fine». Negli anni '20 nacque una cultura incentrata sul corpo sano, dove i tuffi nel mare gelido e le gite in mezzo alla natura erano di moda tra la borghesia nordica. Questa cultura, unita alle ideologie degli anni '60, ha avuto un impatto sul sistema scolastico. Gli alunni dovevano avere una relazione serena e sana con il proprio corpo. 

Accanto alle lezioni di ginnastica, quelle dedicate alla sessualità sono diventate obbligatorie in Svezia dal 1955, in Danimarca dal 1970 e in Norvegia nel 1974. I bambini piccoli, dopo le attività sportive, facevano la doccia insieme, e l’insegnante si cambiava con i ragazzi dello stesso sesso. 

Secondo la storica Rikke Andreassen, professoressa all’Università di Roskilde, «l’attuale timidezza è il prodotto delle tante immagini che si trovano su internet e negli spazi pubblicitari pubblici dove il nudo come messaggio erotico è quasi onnipresente. È troppo, l’individuo si copre come una sorta di difesa. Tanto che oggi il topless in spiaggia non esiste». Jan T. Støckel è d’accordo: «C’è un’abbondanza di immagini di corpi iper atletici, magri e sessualmente quasi aggressivi. In 40 anni siamo andati da un estremo a un altro. Negli anni '70 fare la doccia insieme a scuola era una gara a chi riusciva a essere il più naturale possibile». 

Ma ora non più. Presso il liceo norvegese di Gjøvik, cittadina 140 chilometri a Nord di Oslo, dopo delle precise richieste, di recente sono state costruite delle pareti che separano le docce femminili l’una dall’altra. «La pressione dei media sui giovani è troppo forte - racconta l’insegnante Tommy Hansen -. Si sentono a disagio». 

Con la legge che permette di andare senza abiti in spiaggia e nei boschi, si insiste sul fatto che la nudità non è necessariamente legata alla sessualità. Ma soprattutto le famiglie di cultura musulmana - sempre più presenti nella società scandinava - la pensano diversamente. Nelle zone con un alto tasso d’immigrati, gli insegnanti che preservano l’insegnamento di sport e sessualità, a volte si trovano senza alunni di origine musulmana. Assenti per volontà dei genitori. 

Nella principale piscina di Copenaghen, DGI -Byen, si dà ascolto a queste esigenze. Diverse volte alla settimana diventa off limits per maschi di qualsiasi età. Le finestre vengono coperte con teli scuri e scendono in acqua donne e bambine che, altrimenti, non avrebbero avuto la voglia o il permesso di nuotare in un ambiente pubblico. La gestione della struttura va fiera di questa scelta. «Così diamo a una gran parte degli abitanti locali l’opportunità di praticare sport». Non tutti i cambiamenti sono popolari. In Svezia, un servizio sul canale privato TV4 ha raccontato con disdegno di una scuola paritaria musulmana, alla periferia di Stoccolma, dove maschi e femmine sono separati anche sugli autobus. 

Ma invece di facilitare l’integrazione, non si finisce per mantenere donne e bambine relegate in una cultura arcaica e contraria alle norme scandinave? «La soluzione deve arrivare dall’interno delle realtà locali e non dall’alto - risponde Jan T. Støckel -. Senza grandi gesti simbolici. Siamo gente pragmatica». La globalizzazione dell’immagine, in pratica, sta alterando la cultura scandinava e, aggiunge la Andreassen, «uno dei compiti più importanti è preservare uno spazio per i bambini, affinché possano stare nudi insieme senza le nostre sovraimpostazioni e paure. Questo, volendo, è l’ultimo bastione per l’idea del corpo naturale, non sessualizzato».

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