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La pornografia è male


Rotwang

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TPI

Mark Hay, giornalista di VICE, ha iniziato una ricerca per rispondere ad una domanda: una casa di produzione che si occupa di pornografia, potrebbe estendere il proprio campo e iniziare a produrre serie tv più convenzionali, magari su una piattaforma apposita come Netflix? La risposta è: forse.

Il punto di partenza da cui ha avuto origine il lavoro di Hay, è stata l’offerta fatta da xHamster alle sorelle Wachowski, ideatrici della nota serie Sense8 prodotta da Netflix. xHamster è uno dei siti porno più utilizzati al mondo, e la proposta fatta ad agosto alle registe era quella di acquisire i diritti della serie e di produrne una terza stagione, dopo che Netflix aveva deciso di cancellarla fra le proteste accesissime del web.

L’offerta non è stata accettata e Netflix ha deciso di produrre un finale di due ore per accontentare i fan, ma il tutto aveva incuriosito il giornalista di Vice, che ha intervistato il vice presidente di xHamster Alex Hawkins. “È da qualche tempo che la compagnia sta cercando di immergere un dito nelle acque calde delle serie televisive”, ha affermato Hawkins.

Lo scorso anno xHamster ha prodotto Sex Factors, un reality show in cui il vincitore aveva la possibilità di firmare un contratto con una delle maggiori agenzie produttrici di contenuti porno e in cui i partecipanti gareggiavano in sfide dal contenuto piuttosto esplicito.

Secondo Hawkins molti altri siti starebbero tentando di produrre film non prettamente porno, cioè al confine fra pornografia e cinema convenzionale.

Gli ostacoli per iniziative di questo tipo non mancano, a cominciare dal budget: ogni episodio di Sense8 è costato circa 9 milioni di dollari, una cifra che va ben al di là di quella spesa anche per il più sofisticato e ambizioso film porno. Senza contare che persino per realizzare Sex Factors ci sono voluti due anni, e che il reality è stato sonoramente bocciato dalla critica.

Tuttavia, sempre secondo la ricerca di Mark Hay, un eventuale nuovo tentativo in questo senso potrebbe essere avere risultati migliori. Come sostiene Mareike Jenner, che si occupa di studi di media e film e che è stata intervistata dal giornalista, uno spazio per queste compagnie all’interno dell’ambito dei digital media potrebbe facilmente essere trovato, proprio in virtù della loro navigata esperienza nei contenuti streaming.

Inoltre, bisogna considerare che lentamente i vari tabù sui contenuti sessualmente espliciti stanno scomparendo, e che molti spettatori quindi non avrebbero alcun problema a guardare show prodotti da siti porno.

“La decisione è: continuare a combattere sul proprio mercato tradizionale, o ampliarsi e crescere in termini di business?” dice Hawkins.

Si tratterebbe, secondo lo studioso di nuovi media Gerald Sim che si occupa di nuovi media, non di mettere i contenuti sul sito ufficiale, ma di aprire una nuova piattaforma e un nuovo brand, dai contenuti sessuali espliciti ma non pornografici.

L’unione tra qualità cinematografica e contenuti erotici, per quanto difficile da immaginare, potrebbe quindi benissimo avvenire in un futuro non troppo lontano e portare un’ondata di novità nell’industria delle serie televisive.

 

Con le nuove tecnologie e nuove piattaforme web, la pornografia si sta insinuando anche nelle serie tv, prossima direzione: Black Mirror 1x02.

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Me ne parlò un amico, ma non l'ho visto. Non mi pare però trattasse della pornografia, piuttosto della tecnologia e dell'intrattenimento (mi disse).

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10 minutes ago, Layer said:

Me ne parlò un amico, ma non l'ho visto. Non mi pare però trattasse della pornografia, piuttosto della tecnologia e dell'intrattenimento (mi disse).

C'entra anche la pornografia, che diventa opprimente come banner pubblicitario e d'intrattenimento.

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  • 1 month later...
  • 2 weeks later...

Corriere della Sera

I medici non hanno ancora ufficializzato le cause della sua morte, ma nessuno tra i conoscenti mette in dubbio che la celebre pornostar canadese August Ames, al secolo Mercedes Grabowski, si sia suicidata. Il corpo senza vita della 23enne è stato trovato nella sua casa di Camarillo, in California.

I media americani affermano che il sospetto suicidio sarebbe stato provocato da una recente polemica online che ha coinvolto l'attrice, protagonista di 270 pellicole a luci rosse. August, infatti, ha pubblicato un post su Twitter in cui dichiarava di essersi rifiutata di partecipare a delle riprese dopo aver appreso che il suo partner di scena in passato aveva girato film omosessuali. Secondo un pregiudizio diffuso tra tante interpreti femminili dell'industria hard, credeva che ciò l'avrebbe esposta a un rischio maggiore di contrarre l'HIV: «Non metto in pericolo il mio corpo - avrebbe dichiarato in un successivo tweet -. Non so cosa fanno nella loro vita privata».

Presto la 23enne è stata sommersa dalle critiche e dagli insulti. A iniziare sono stati i colleghi, sia maschi che femmine, che l'hanno accusata di omofobia: «È la donna più stupida che ho incontrato nei miei 15 anni nel settore - ha scritto un attore hard -. Puoi chiedere il preservativo, quindi non c'è assolutamente alcun motivo per discriminare». Sulla stessa scia un altro messaggio, che ora suona macabro: «Chiedi scusa o ingoia cianuro». August, che in passato aveva dichiarato di soffrire di depressione, ha tentato di giustificarsi, ma invano: «Non sono omofoba - ha scritto l'attrice -. Ci sono tante ragazze che non girano scene simili per tutelare la loro salute».

Appena la notizia del suo decesso è trapelata, numerosi fan hanno scritto messaggi di cordoglio sul web. I parenti e tanti colleghi sono rimasti scioccati: «Era la persona più gentile che abbia mai conosciuto e per me era tutto - ha dichiarato suo marito Kevin Moore alla rivista specializzata Adult Video News -. Per favore, vorremmo vivere come una questione privata questo momento difficile». La star del porno australiano Madison Missina ha tagliato corto: «Il bullismo all'interno dell'industria si è portato via un'altra vita».

Un'altra vittima del bullismo pornografico.

Edited by Rotwang
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  • 4 months later...

https://fightthenewdrug.org/nikki-benz-sues-porn-company-for-on-set-abuse/

L'attrice porno canadese Nikki Benz denuncia di essere stata abusata violentemente sul set di una scena per la casa di produzione pornografica Brazzers, dal regista Tony T. e dall'attore Ramon Nomar, ma ha dovuto dire che il tutto fosse consensuale per essere pagata comunque.

Edited by Rotwang
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  • 3 weeks later...

L'Huffington Post

Lei discetta di filosofia e di emancipazione dell'umanità dalle pagine di Micromega, tempio del pensiero critico diretto da Paolo Flores d'Arcais. Le Monde gli dedica la prima di copertina, perché è una éminence grise globale. Non stiamo parlando di due scrittori avanguardisti, ma di due pornostar: Valentina Nappi e Rocco Siffredi; che fra pornosofia e pornopop, indicano la strada verso il Sol dell'Avvenir a un'Itaglietta un tempo benpensante e ora gaudente.

Il porno è stato detabuizzato. Non più pratica onanistica e sordida per adolescenti e militari di leva, ma industria culturale raffinata per famiglie, con Eva Henger, altra eroina del proibito, che fa la soubrette a Striscia La Notizia. Anzi, il porno è di più; pornosofia, fase suprema della liberazione sessuale del '68: la fantasia sporcacciona al potere. Una trasformazione che è avvenuta grazie alle nuove tecnologie, che hanno cambiato il consumo del porno. Mentre Woody Allen chiedeva timido e tremebondo all'edicolante che gli nascondesse il giornaletto porno nel New York Times senza farsi vedere, ora, grazie alla libertà del web, il proibito è a portata di click. Anzi, è valore mondano: ché se la tua estetica sessuale non è quella dei porno, sei solo un represso e un bacchettone.

Nel nome della pornificazione dei gusti sessuali, ecco che la pratica di farsi filmini hard è il minimo, per essere al passo con i tempi. Il recente caso della ragazza suicida, dopo che il suo filmino è diventato virale, dovrebbe invece farci riflettere. Che il porno è tutto l'opposto di quello che promette: libertà ed emancipazione. È invece una nuova e più sottile fase di "pubblicizzazione" e "mediatizzazione" del privato, che ha favorito un aumento dell'alienazione e la distruzione del soggetto, incapace di creare desiderio, ma semplice attore di un immaginario prodotto dall'industria a luci rosse. Paradossalmente, le pratiche proibite della pornografia non legittimano, ma creano nuovi modelli. Il Web ha favorito questo fenomeno di esproprio del privato, perché non è più il Grande Fratello a doverci spiare, siamo noi che vomitiamo tutto su Facebook.

Si passa dalla sorveglianza esterna, all'autosorveglianza e servitù volontaria. E la pornografia rappresenta la tecnica di costruzione di modelli che appartenevano alla sfera più privata degli individui: il sesso. Dietro l'apparente patina di liberazione, operano sottili meccanismi biopolitici. La pornografia applica la razionalità formale, quantitativa e performativa del capitalismo al nostro desiderio, che dovrebbe essere magico, qualitativo e irrazionale. All'unicità dei contatti, sostituisce le performance tayloriste dei corpi: seni enormi e bionici, peni induriti dalla farmacologia, copule atletiche e sportive, protesi per avere labbra più efficienti per la suzione, glutei più sodi per la sodomizzazione. Le immagini della presunta liberazione sono in realtà espressione di una sessualità patriarcale, caratterizzata dalla sottomissione della donna, dalla volontà di potenza del maschio, che si ritorce contro se stessa: il maschio amante è il maschio performante e quantitativo dell'industria fordista.

A poco serve proporre "porno delle ragazze", perché è proprio nel primato dell'immagine l'essenza totalitaria e antiumanista della pornografia. Siamo passati dalle società antiche caratterizzate dalla ars amandi alle società biopolitiche della scientia sexualis, dice Michel Foucault; ora, siamo in una nuova fase, il sexual management. La pornografia è solo una parte della filiera: quelle in cui, all'unicità del desiderio, abbiamo sostituito la riproduzione iterativa e continuata delle immagini; dove non si fa più l'amore, ma ci si fa filmini perché il desiderio, non è più nei corpi - semplici strumenti di teknè - ma nell'imago.

Ovviamente, la coscienza dell'individuo è stata distrutta, e la gente vive nel terrore di essere poco performativa, atletica, magra e col seno troppo piccolo. Intorno a questo discorso, gravita una nuova economia: psicologi, sessuologi, nutrizionisti, palestre, costruttori di seni al silicone, alchimisti che promettono eterne gioventù e priapiche erezioni. Tutta l'industria culturale si pornifica. Ciao Darwin irradia immagini degne del porno. Le distinte signore della borghesia che passeggiano a San Babila si vestono come delle pornostar: labra-canotto, superzigomi e seni al silicone sono lo standard dell'estetica "perbene". Il medium, il web, non ha colpa. Ma non è neutro. Perché favorisce la spersonalizzazione di questi meccanismi di potere. Basta rivedersi la critica di Pasolini alla Tv, apparentemente democratica, ma più invasiva per la coscienza dello Strapaese dello stesso fascismo.

La verità banale e agghiacciante della storia della ragazza suicida è che, con buona probabilità, nessuno - vittima e carnefici -, alla fine, aveva coscienza dello schifo che si stava consumando. Era solo sexting, era solo un video virale. Allora, sono contro la pornografia, non perché voglia censurarla: è incensurabile. Ma, per lo meno, siamo seri: non c'è nessuna pornosofia o liberazione all'orizzonte. Solo nuovi strumenti di dominio delle coscienze che, come sempre, colpiranno più forte i più deboli.

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1 minute ago, Uncanny said:

Per me la pornografia alimenta gli Incel stragisti e sicuramente una frustrazione sessuale in chi è già disturbato. L'ISIS del resto faceva uso di massa del porno.

Edited by Rotwang
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2 minutes ago, Rotwang said:

Per me la pornografia alimenta gli Incel stragisti e sicuramente una frustrazione sessuale in chi è già disturbato. 

Al contrario il porno non li aiuta a sfogarsi? Sarebbero altrimenti ancora più repressi e quindi frustrati. 

Comunque la tizia parla di sparatorie nelle scuole in generale, non di quelle di incel che tra l'altro mi pare non si siano mai tenute all'interno di esse.

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5 hours ago, Uncanny said:

Al contrario il porno non li aiuta a sfogarsi? Sarebbero altrimenti ancora più repressi e quindi frustrati. 

Comunque la tizia parla di sparatorie nelle scuole in generale, non di quelle di incel che tra l'altro mi pare non si siano mai tenute all'interno di esse.

Sì invece, comunque il porno non aiuta a sfogare nessuno, è come una droga, ha un effetto ingannevole sui sensi e credi ti soddisfi, invece ne vuoi sempre di più fino a scoppiare e poi vuoi la realtà com'è nei porno = pornificazione delle immagini e della società.

Edited by Rotwang
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5 hours ago, Uncanny said:

Al contrario il porno non li aiuta a sfogarsi? Sarebbero altrimenti ancora più repressi e quindi frustrati. 

Applica ciò ai pedobear ?

Ma sono casi estremi eh. 

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mh non so io credo che tutto dipenda dalla sensibilità di una persona...un po' come l'approccio al sesso...nel senso che una persona normale, matura, capisce che rapporto avere nei confronti della sessualità e quindi anche della masturbazione e quindi anche del porno, perciò il porno per adulti consenzienti credo sia una cosa assolutamente lecita e normale! certo è che in un adolescente oppure in persone particolarmente sensibili e influenzabili può avere un effetto tutt'altro che ricreativo...

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L'Huffington Post

l boom degli utenti di contenuti pornografici online ha un impatto ambientale superiore a quello che avevano le vecchie videocassette. La colpa è di internet che rende la fruizione di video a luci rosse accessibile ad un numero mai immaginato prima di persone.

Al tema il magazine The Atlantic dedica un ampio servizio che mette in risalto i danni ambientali che derivano da un eccessivo traffico. Sotto la lente finisce la "carbon footprint", l'impronta di carbonio, ovvero il totale di gas serra prodotto durante le attività umane, come somma di tutte le emissioni di anidride carbonica. Se in via generale la "dematerializzazione" permessa da internet giova all'ambiente, la pornografia digitale rappresenta una negativa eccezione.

Secondo gli esperti il numero di persone che guarda video porno è talmente alto grazie alla diffusione di internet che l'impronta di carbonio è peggiore di quella riscontrata all'epoca di dvd e riviste per adulti. Al contrario, lo streaming musicale ha avuto conseguenze positive sull'ambiente grazie all'eliminazione di materiali come cd, confezioni di plastica e cellophane, scatole e carburante utilizzati per la spedizione. Un taglio che ha giovato una riduzione delle emissioni di diossido di carbonio almeno del 40%. Non così la pornografia.

A partire dal 2008, a fare la differenza è stata l'esplosione di siti definiti "tube" ovvero quelli che permettono di guardare video con le stesse modalità di YouTube. Secondo la sociologa Gail Dines il segreto del successo della pornografia online è dato dalla concentrazione delle cosiddette tre "A": affordability, accessibility e anonymity ovvero convenienza, accessibilità e anonimato. "Più il porno diventa anonimo, conveniente e accessibile, più la domanda aumenta".

Per la studiosa si tratta dello stesso principio che regola la diffusione di altre tecnologie come ad esempio i telefonini. Pur non esistendo numeri e quantificazioni precise, i dati forniti da Pornhub, attualmente il sito porno più visitato al mondo, possono essere un interessante paradigma. Nel 2013, spiega The Atlantic, il sito era stato visitato in un anno 14,7 miliardi di volte. Nel 2016 i miliardi erano quasi raddoppiati, arrivando a 23. In totale le ore passate dagli utenti online erano 4,59 miliardi. Cifre impressionanti, soprattutto perchè riferite ad uno solo dei tanti portali disponibili gratuitamente.
In altre parole, spiega il magazine, se le valutazioni degli esperti di pornografia dovessero essere esatte, la digitalizzazione del porno potrebbe aver accresciuto così tanto il numero di fruitori da provocare effetti disastrosi per l'ambiente.

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22 hours ago, Rotwang said:

Secondo gli esperti il numero di persone che guarda video porno è talmente alto grazie alla diffusione di internet che l'impronta di carbonio è peggiore di quella riscontrata all'epoca di dvd e riviste per adulti. Al contrario, lo streaming musicale ha avuto conseguenze positive sull'ambiente grazie all'eliminazione di materiali come cd, confezioni di plastica e cellophane, scatole e carburante utilizzati per la spedizione. Un taglio che ha giovato una riduzione delle emissioni di diossido di carbonio almeno del 40%. Non così la pornografia.

come è possibile che lo streaming porno crea più inquinamento (spiegazione: penso ai fazzoletti usati da formare una montagna :uhsi: ) rispetto allo streaming di musica? lol  

se si considera, poi, che tra i due streaming le conseguenze sull'ambiente sono state positive visto che tanto i cd musicali tanto i dvd porno sono scomparsi e via dicendo... 

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Se da una parte diventa sempre più assodato che la pornografia causa nei suoi fruitori più accaniti disagio e dipendenza, dall'altra inizia a uscire allo scoperto un numero crescente di ex pornostar che punta il dito contro l'industria del sesso accusandola di usare violenza e maltrattamenti verso chi sta davanti alla cinepresa. Le testimonianze a riguardo cominciano ad abbondare e dovrebbero suonare come un campanello d'allarme per le autorità e per chi passa ore e ore davanti ad un monitor alla ricerca dell'estasi che non arriverà mai. Dietro a certe immagini ovattate o a certi sguardi maliziosi e provocanti si nasconde spesso il dolore indicibile di chi è finito negli ingranaggi di un mondo crudele e spietato in cui regna solo legge del profitto. E come su di un grande plateau de fromages, questa industria è in grado di soddisfare anche i clienti più esigenti o quelli che stanchi e annoiati dalla «solita» pornografia vogliono la novità del momento. Ce n'è per tutti i gusti. Poco importa se gli «attori» sono adolescenti o devono subire qualsiasi genere di umiliazione. L'importante è divertirsi. Per potere usufruire di questa malsana forma di intrattenimento è sufficiente un clic e qualche euro. Il servizio è discretissimo, a domicilio e sempre disponibile, come d'altronde lo sono le donne virtuali di chi passa la sua vita sessuale davanti ad un computer, un tablet o uno smartphone.

Quella che segue è una raccolta di testimonianze di persone che hanno lavorato o lavorano nel business della pornografia. Esse svelano ciò che si nasconde dietro le apparenze di un mondo ammaliante: dolore, angoscia, umiliazioni, rabbia, frustrazioni e altri sentimenti tutt'altro che seducenti. Leggendo queste dichiarazioni scoprirete che sotto quelle maschere di creature perennemente affamate di sesso si celano persone (il più delle volte con un passato difficile) che per i motivi più vari hanno deciso di svendere il proprio corpo e la propria dignità a gente senza scrupoli che in cambio di denaro le spingono a compiere gli atti più avvilenti. Ricordatevene soprattutto quando vedrete alla TV o su internet certi individui che un sorriso rassicurante cercheranno di convincervi che quella di pornostar è una carriera affascinante e ricca di emozioni. Un'ultima considerazione: i media come mai non rendono pubblici gli orrori che si compiono dietro le porte degli studi dove si girano i film a luci rosse?

«Stiamo per fare un gioco. Siete pronti? Prima cominceremo con dello Xanax, e quindi inizieremo con dell'Ibuprofene, e forse con un po' di antidolorifici. Ad ogni modo, guardatemi morire». Così la pornostar Kacey Jordan in un doloroso video su YouTube in cui tenta il suicidio in diretta.

La pornostar Jenna Jameson: «La mia vita [...] non è dove avrei voluto che fosse [...]. Sono proprio nei guai [...]. Sono una tossica. É la prima volta che lo dico. Ero una tossica [...]. Sono stata per un mese senza lavorare. Guardavo le mie mani, e le punte delle dita erano sempre nere. Stavo tutto il tempo a stringere tra le mani accendini caldi e canne di metamfetamine».

Ecco il racconto della pornostar Jesse Jane mentre stava pubblicizzando il superalcolico Diosa Tequila: «Tutti hanno iniziato a bere alle sei del mattino. E le cose sono andate avanti giorno e notte. Quindi eravamo abbastanza ubriachi. C'era il mio party a CityWalk, e c'era così tanta gente che ci si muoveva appena. E quando siamo usciti all'una, c'erano file di persone tra l'edificio e i due blocchi successivi. "Venite e vederla"! É stata una cosa pazza, un'esplosione. Ero malata, come lo sono ora. Non ho potuto bere quella notte, e forse è stata la cosa migliore perché dovevo prendere un volo alle quattro di mattina».

La pornostar Mary Carey: «Quando sono sobria divento più ansiosa. Quando si è sobri, si è costretti ad affrontare la realtà. Io divento ansiosa con tutte le cose che devo fare. Quando ero con Tawny e bevevo ogni giorno, non combinavo molto. Mi svegliavo ed ero pronta a bere ancora. È un bel modo di sfuggire alla realtà. Quando sono ubriaca butto via i soldi. Quando sono sobria, non voglio sperperare i miei soldi».

L'ex pornostar Jenna Presley: «Sono stata torturata per sette anni. Ero triste e sola. Mi sono data alla droga e all'alcol, e ho tentato il suicidio. Sapevo che dovevo venirne fuori, ma non sapevo come».

L'ex pornostar Bibi Jones: «Voi ragazzi mi conoscete come una grandissima sgualdrina [...]. Ma penso di avere delle novità. Grosse novità. In questi ultimi due mesi sono stata straordinariamente infelice. Non sono in pace con me stessa. Ora ho bisogno di dare una svolta alla mia vita. E tutti sanno che il porno è una vita grama e che la famiglia è la cosa più importante; il mio lavoro ferisce molto la mia famiglia. Così lo sto facendo per loro e lo sto facendo per me. Spero che voi abbiate capito che sto uscendo dal business. Mi ero ripromessa di fare un sacco di cose, ed ero così eccitata e così felice come mai mi era accaduto, ma non è successo nulla, e io non posso più farlo».

L'ex pornostar Erin Moore: «Durante la mia carriera di pornostar sono stata disprezzata e trattata come un pezzo di immondizia più di quanto avrei mai potuto immaginare. Per questi registi non ero una donna, per loro non ero nulla. A volte, stare con i ragazzi era bello, ma talvolta era orribile. Ho avuto a che fare con uomini che volevano strangolarmi, che mi hanno schiaffeggiato, che mi hanno ridotto a tal punto da non poter più camminare, e questo accadeva anche dopo che gli avevo detto di fermarsi. Questa gente non ha alcun rispetto per le donne».

L'ex pornostar Bay Cameron: «Quando il tuo agente ti chiama e ti chiede se hai delle novità, e se confermi quel che si dice in giro a riguardo del tuo stato di salute, non è facile dirgli che hai scoperto di essere sieropositiva».

La pornostar Taylor Rain parla di come inserirsi la cocaina nel retto: «Devi spingere veramente forte. Spingi fino a fare un grande salto. A quel punto (la cocaina) finisce direttamente nella circolazione sanguinea».

L'ex pornostar Traci Lords racconta: «Sono cresciuta in una piccola città dell'Ohio, e quando avevo dieci anni sono stata stuprata da un liceale che aveva circa sedici anni. A partire da quel momento, un amico più vecchio di mia madre ha iniziato a molestarmi. E così tutta la mia infanzia è stata plasmata da queste esperienze sessuali molto traumatiche che alla fine mi hanno condotto sui viali di Hollywood e al mondo del porno».

La pornostar Melissa Lauren: «Odio tutte queste persone stupide e irresponsabili che fanno sesso con un estraneo senza preservativi e senza fare dei test. Odio tutte le malattie sessualmente trasmesse. Odio anche il fatto che la maggior parte di queste ragazze (le pornostar) siano delle fottute tossicodipendenti».

La prima esperienza sul set della pornostar Sierra Sinn: «La mia prima scena è stata una delle peggiori esperienze della mia vita. Fu una cosa spaventosa. Era una scena molto rude. Il mio agente non mi aveva anticipato nulla [...]. Feci tutto piangendo ed essi non si fermarono. Fu una cosa veramente violenta».

L'ex pornostar Demi Delia a riguardo dell'industria pornografica: «È una bomba a orologeria. Sta andando verso il peggio. Non ci si deve aspettare nessun miglioramento».

La pornostar Eva Angelina: «La mia vagina era gonfia in modo incredibile. E il giorno successivo sono stata ugualmente obbligata a lavorare per la Cherry Boxxx, il che ha peggiorato la mia situazione. Dopo tre scene mi sono sentita ancora più ferita. Per almeno sei mesi, non sono stata bene. La mia vagina è tornata normale solamente un paio di mesi fa. É proprio uno schifo».

L'ex pornostar Michelle Avanti: «Alcune delle mie esperienze sul set includono l'essere totalmente devastata da produttori che mi procuravano alcol e droghe. Sperimentai anche scene di sesso rude, ma quando dissi agli uomini di fermarsi, loro non lo fecero finché iniziai a piangere e rovinai la scena. Durante una delle scene ero veramente sbronza. I produttori se ne accorsero e mi dissero di fare una "doccia" pretendendo che orinassi su una ragazza, ma mi sbagliai e le defecai addosso. Fui così umiliata che volevo morire. Essi mi dissero che tutto andava bene, che la cosa sarebbe rimasta tra di noi. E invece è finito tutto sul web. Mi sono sentita totalmente degradata».

La pornostar Amber Lynn: «Ciò che mi accadde era che avevo uno stile di vita caratterizzato dal ricorso sempre più frequente alle droghe. Avevo molte persone attorno a me che sostenevano e incoraggiavano questo comportamento perché gli permetteva di continuare a fare soldi grazie a me».

La pornostar Kami Andrews: «Mi piacciono i soldi, il fascino. Mi piace essere riconosciuta per la strada. Mi piace essere famosa. Ciò che detesto è non essere in grado di gestire tutto questo schifo. Fare continuamente degli enteroclismi, digiunare, prendere tutte quelle pillole e quei lassativi che rovinano il tuo sistema interno».

La pornostar Ona Zee: «In Pornolandia ci sono delle leggi non scritte o un'agenda segreta, tanto che se dicessimo tutto ciò che sta realmente accadendo in questo posto, i fans se ne andrebbero».

L'ex pornostar Veronica Lain: «Tutte le ragazze che sono nel porno sono coinvolte anche nella prostituzione. Alcune hanno tentato di tenere la cosa segreta, ma in quanto pornostar si presume che esse siano sempre tenute a fare sesso in cambio di soldi sia sul set che nella vita privata. Ho fatto sesso a pagamento tra un film e l'altro per mettermi via un po' di soldi. Inoltre, ho usato il mio nome di pornostar come punto di vendita quando ho inserito annunci per i miei servizi di prostituzione a Los Angeles su riviste come "La Xpress"».

La pornostar Erica Campbell: «Nel mondo del porno ho visto molto dolore [...], tanta sofferenza. Molte ragazze smarrite entrano in questo business solo per avere un po' di soldi in più [...], per potersi pagare la scuola [...], per poter pagare la scuola ai loro figli perché sono ragazze-madri. "È solo per un periodo". Pensano di farlo solo per qualche tempo [...], solo alcuni video. Anch'io ho iniziato così. In realtà non finisce mai quando vorresti [...], il percorso continua [...], il buco diventa sempre più profondo [...], e la strada diventa sempre più oscura. Per la maggior parte del tempo le ragazze non se ne rendono conto. Un giorno vedi questa brillante ragazza che posa nuda [...], e il giorno successivo sta firmando un contratto con una società porno hardcore. Perduta. Spezzata. Sola».

L'ex pornostar Sal: «Stare nel porno gay era molto rischioso. A molti produttori e registi non piace usare i preservativi e nessuno nel porno gay fà test regolarmente. Ho anche conosciuto attori porno che alterano i loro test. Circa l'80% degli attori gay è sieropositivo. Io lavoravo per una star molto conosciuta che possedeva una propria agenzia. Lei e suo marito mi passavano cristalli di metamfetamine per farmi rimanere più magro. Mi dicevano che se non avessi fatto sesso con loro non mi avrebbero più fatto lavorare. Ero un schiavo. Ora capisco che ero oggetto di abusi come un minore».

La pornostar Mahlia Milian: «Il mio giorno peggiore è stato quando sono stata costretta ad usare una spugna per fare una scena che era già nel mio programma mensile, e che non avrei mai voluto fare. La spugna venne spinta così in alto che dovettero ricoverarmi all'ospedale perché mi ero presa un'infezione. Dovettero aprirmi per rimuovere la spugna. Non fui in grado di lavorare per alcune settimane, e l'agente si trattenne del denaro dal mio compenso per non perdere i soldi che non aveva guadagnato a causa del mio problema. Mi lasciò lì, malata e senza cibo».

L'ex pornostar danese Anita Remby: «Il mondo della pornografia mi ha dato solo debiti, malattie e persone che pensavano che potevo essere sfruttata come una prostituta».

L'ex pornostar Alexa Cruz: «Come tante star del porno ho perpetuato questa bugia. Una delle mie risposte preferite quando mi chiedevano cosa mi era piaciuto in quella scena particolare era la seguente: "Faccio solamente ciò che mi piace fare! Non lo farei mai se non mi piacesse"! Dicevo queste cose facendo un grande sorriso falso e una risata sciocca. Che bugia totale! Facevo ciò che dovevo per "lavorare" nel porno. Facevo ciò che mi aiutava a guadagnare la "fama" nell'industria a luci rosse».

«Sono Brenn Wyson, un ex pornostar gay. Cosa posso dire? Che ciò che accade dietro quelle porte chiuse è un continuo abuso sessuale con trasmissione di HIV e di tutta una serie di malattie veneree. Quelli che lavorano lì guadagnano un sacco di soldi e non vi diranno mai della loro pessima condotta e di come buttano la gente nell'immondizia. Come con le droghe o le iniezioni al pene, tutte cose contro la legge, ma che essi impongono ai loro attori [...]. Io so ciò che succede dietro quelle porte chiuse, ed è malato e malsicuro, e la tua vita è continuamente in pericolo. Spero di riuscire a dissuadere altre persone che sarebbero tentate di credere alla favola di quei diavoli che abitano nel palazzo del porno».

Linda Lovelace: «Quando risposi alle sue proposte dicendogli che non mi sarei lasciata coinvolgere in alcun modo nel giro della prostituzione e che sarei andata via (Chuck Traynor) mi riempì di botte iniziando ad abusare di me anche mentalmente. Divenni letteralmente sua prigioniera, e non mi era permesso di allontanarmi dalla sua vista; potevo usare il bagno solo se mi controllava da un buco nella porta. Di notte dormiva su di me e ascoltava le mie telefonate puntandomi contro la sua pistola [...]. Egli indebolì i miei legami con le altre persone e mi costrinse a sposarlo su consiglio del suo avvocato. La mia iniziazione alla prostituzione fu uno stupro di gruppo con cinque uomini [...]. Era la svolta della mia vita. Mi minacciò di spararmi se non avessi fatto ciò che voleva. Non avevo mai sperimentato il sesso anale e mi lacerò terribilmente. Essi mi trattarono come una bambola gonfiabile [...]. Non mi ero mai sentita così spaventata e umiliata nella mia vita. Mi sentii come la spazzatura. Presi parte ad atti sessuali a scopo pornografico contro la mia volontà per evitare di essere uccisa. Anche la mia famiglia venne minacciata».

L'ex pornostar Anita Cannibal: «Sono stata una star dell'industria cinematografica per adulti in molti Paesi e Stati [...], praticamente ovunque. Ho lavorato per la maggior parte di queste società, e nel 1998 ho scoperto di essere sieropositiva. Sì, lo ero, e ho avuto modo di conoscere attori e attrici che nessuno conosce - e che nessuno sa che sono sieropositivi, e che non rientrano nelle statistiche - uscire dalla porta come persone qualsiasi per non essere contate. Sì, in questo ambiente ci sono un sacco di segreti. Ci sono molte tragedie. Ci sono parecchie cose orribili».

L'ex pornostar Stephanie Swift: «La prima volta sono stata sessualmente abusata da mio nonno (da parte paterna), e la seconda volta dal mio attuale patrigno; così, la mia sessualità è stata incasinata fin dall'inizio. Ho creato un'altra personalità che era sotto il mio completo controllo e non aveva nulla a che fare con quel che accadeva o col dolore. L'industria del porno non è una vera realizzazione. È solo un senso di falsa compensazione. Esso nasconde tutto ciò che accade nella realtà».

L'ex pornostar Neesa: «La verità è che ho abbandonato il mio stile di vita per dare il meglio di me stessa. Odio la vita. Sono una sciagura. Un disastro. Ho tentato il suicidio molte volte [...]. Nessuno si preoccupa per un'ex pornostar o per un'ex spogliarellista».

La pornostar suicida, con disturbo bipolare e depressa August Ames: «Devo proteggere me stessa dalle malattie, non ho intenzione di fare scene con persone di cui non conosco lo stato di salute».

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  • 4 months later...

Non mi sembra che le tesi dell'articolo reggano bene @Saramandasama

Ad esempio vedere un nesso di casualita' tra l'aumento della pornografia consumata e la violenza sulle donne.

O dire che i bambini hanno video porno sul telefono che guardano a scuola perche' gli adulti fanno lo stesso sul lavoro. Che ne sanno i bambini se gli adulti guardano pornografia sul lavoro ?

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