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Pacs: il punto della situazione


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Non facciamoci illusioni. Se è vero, come è vero, che sono in corso "negoziati" stretti tra Vaticano e governo, possiamo dire addio a tutto, non solo al riconoscimento delle coppie di fatto. "Viva" l'Italia.da repubblica.itPacs, è scontro sul testo della leggePronta la Pollastrini-Bindi. Ma Rutelli frena, no di Mastelladi GIOVANNA CASADIOROMA - Dopo Mastella, anche Rutelli non apprezza "i Pacs all'italiana", benché la legge messa a punto dalle ministre Barbara Pollastrini e Rosy Bindi sia molto attenta a non urtare la sensibilità cattolica e il Vaticano. Non erano in Consiglio dei ministri (causa influenza) ieri, né il Guardasigilli e leader dell'Udeur, Clemente Mastella, né il vicepremier e presidente della Margherita, Francesco Rutelli. Ma il loro dissenso trapela attraverso dichiarazioni e portavoce. Duro Mastella che boccia integralmente il testo Pollastrini-Bindi: "Di certificazioni anagrafiche come prevede il disegno di legge non voglio sentir parlare, e nemmeno si possono equiparare coppie etero e omosessuali". Più cauto Rutelli, che frena e fa trapelare: "Questa legge scontenta tutti". A margine della riunione di governo, Pollastrini e Bindi discutono del testo ormai in dirittura d'arrivo (hanno previsto di portarlo al prossimo Consiglio, il 9 febbraio) con i ministri dell'Interno, Giuliano Amato e dell'Istruzione, Beppe Fioroni. Il cattolico Fioroni esprime le perplessità dei Popolari della Margherita: "Attenti con la "certificazione anagrafica congiunta" a non far rientrare i Pacs dalla finestra dopo averli fatti uscire dalla porta. Lavoriamoci ancora per un progetto condiviso". Amato si dice "molto preoccupato" del clima generale. Lo scontro nell'Unione si riaccende. Il traguardo delle unioni civili che appariva ormai vicino, dopo incontri e mediazioni, si allontana. Il ministro delle Pari opportunità Barbara Pollastrini ha confidato ai suoi collaboratori che se così vanno le cose, allora il problema è politico, perché contestare "l'articolo uno" della legge è metterne in discussione l'intero impianto. Spetterà quindi al premier Prodi sciogliere il nodo. In agenda Pollastrini e Bindi hanno una serie di incontri tecnico-politici a tappe forzate. Inoltre, le polemiche crescono sul ruolo che sta svolgendo il Vaticano. È giallo sulla visita di Rutelli al Papa (annunciata per giovedì scorso, ma smentita dal suo staff) e che comunque potrebbe svolgersi nei prossimi giorni. Il tam tam sulle pressioni del cardinale Ruini sui leader cattolici, e su Rutelli in particolare, si allarga. Roberto Villetti della "Rosa nel pugno" chiede "una smentita" sui rapporti Rutelli-Ruini. Dal canto loro, i teodem della Margherita - Paola Binetti, Emanuela Baio, Enzo Carra, Dante Mosella, Luigi Lusi, Luigi Bobba - fanno sapere che se il testo Pollastrini-Bindi non cambia, in Parlamento non lo voteranno. "La certificazione anagrafica non ci dovrà essere", precisa Baio. "La chiave è quella di partire dai diritti individuali, altrimenti si incorre in un riconoscimento delle coppie di fatto", chiosa Binetti. Un incontro tra i teodem e Alberto Gambino, consigliere politico di Rutelli, l'altra sera ha messo sul tavolo i dubbi degli ultrà cattolici e stabilito alcune linee guida, a cominciare dal criterio che "non devono esserci oneri per lo Stato" nel riconoscimento dei diritti dei conviventi. I toni si accendono. Il ministro della Famiglia Rosy Bindi smentisce di avere mai consegnato al segretario della Cei Betori il disegno di legge in anteprima: "La mia storia di credente parla da sola" e se "ascolto con rispetto e faccio tesoro delle parole della Chiesa", so "assumermi le mie responsabilità per il bene del paese" da laica. Il teodem Enzo Carra afferma che "non c'è stata nessuna condanna della Cei alla bozza". La Margherita con una nota liquida le ipotesi di pressioni del Vaticano su Rutelli come "fantascienza". Nel centrodestra si affilano le armi anti Pacs. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini rivendica: "Mi onoro di rappresenta chi è contro".

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Mother Fucker

Caro milziade,non è che noi giovani non vogliamo usciere allo scoperto,cosa tra l' altro falso perchè come ho potuto vedere già qui molti della mia età hanno fatto vari CO,ma il fatto sta che ancora e purtroppo in molti paesi e piccole città se sei gay vieni considerato come lo ''scemo del villaggio'' e non è cosi facile viverci come tale soprattutto quando si subiscono violenze fisiche non siamo stati tutti fortunati a nascere in una grande metropoli ocme Roma,che sicuramente anche se ancora unpò omofoba non può essere paragonata all' agroaversano e varie altre provincie.2) Non capisco una cosa,perchè se un gay va in discoteca o fa sesso èun nulla facente,se ci va un etero è solo un ragazzo che esce epr divertirsi,te lo dico,perchè èuna concezzione molto diffusa nel mondo gay e etero.3)Mi spieghi una cosa?oggi come maici sono tantissimi padri gay e ci sono tantisssimiragazzi ocme me che un pò alla volta escono allo scoperto?ah si certo la tua geerazione ha fatto un coming out totale.. :sisi:4)tu come icona puoi tenerti la carrà io preferisco tenermi madonna e non come icona gy,ma ocme mito personale quindi sei pregato di spiegare un pò meglio cosa vuoi dire con ''forse è perchè negli anni 70 non c era madonna''

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Riporto questo pezzo dal sito della Liff (Lega italiana famiglie di fatto): un'ulteriore dimostrazione dell'opportunismo politico di questa classe dirigente, capace di mentire senza pudore anche di fronte all'evidenza.***********GUARDA GUARDA, LE STRANE COPPIE DEL POLO Nel governo sono molti i conviventi, temporanei o no, tuttavia strenui avversari dei Pacs venerdì 30 settembre 2005 di L'Unitàdi Federica Fantozzi / RomaMentre infuria la tempesta sui Pacs - osteggiati da Lega, Udc e parte di Fi, scomunicati dal cardinal Ruini come rovina-famiglie, derubricati a contratti amministrativi da Rutelli - una lettrice scrive: «Certo i redditi dei parlamentari non hanno bisogno dei Pacs». Però i nostri eletti hanno già la possibilità di avvalersi dei relativi benefici: basta una semplice dichiarazione per estendere pensione e assistenza sanitaria al/la convivente. Categoria questa che in molti - per scelta o lungaggini nello scioglimento del rapporto precedente - sperimentano. Così capita che quando Pierferdinando Casini chiede «rispetto per il suo diritto di dire laicamente no» ai Pacs, gli replichi «con rispetto» il Dl Mantini: «Casini che conosce la condizione dei conviventi e dei padri di fatto comprenda che i valori si tutelano senza ipocrisie...». Il cattolicissimo presidente della Camera convive obtorto collo: pendente la sua richiesta alla Sacra Rota di annullamento del matrimonio con Roberta Lubich (sposata dopo l’annullamento delle precedenti nozze di lei) da cui ha avuto due figlie adolescenti, è legato all’imprenditrice Azzurra Caltagirone e padre della piccola Caterina. Il leader di Cl e “governatore” lombardo Roberto Formigoni che ritiene la posizione di Prodi sui Pacs «uno scivolone rivelatore di come l’Unione non voglia difendere la cellula fondamentale della società: la famiglia» 6 anni fa finiva sulla copertina di Novella 2000 accanto alla fidanzata Emanuela Talenti in lacrime. Il Celeste e l’altissima indossatrice facevano coppia nelle occasioni sociali, trascorrevano le vacanze insieme ed erano dati per nubendi dai rotocalchi rosa: invece non fu così.Nando Adornato, ex laico di sinistra convertito alla dottrina teo-con, ha precisato alla Stampa che lo inseriva tra gli «onorevoli conviventi» di essere «felicemente sposato da qualche anno». Negli scapigliati anni ‘70 invece, quando «la coppia simbolo erano Simone de Beauvoir e Sartre», preferiva la convivenza (da cui è nato un figlio oggi ventenne) rievocata in un’intervista a Maria Latella: «La coppia aperta che inferno».La Lega è paladina della famiglia tradizionale «impostata su riconosciuti valori e responsabilità» con qualche incongruenza. Passi il decennio di convivenza di Umberto Bossi divorziato prima di impalmare Manuela Marrone in seconde nozze. Ma sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Ruini del matrimonio celtico, con druido e altare a Odino e giuramento «sul fuoco che mi purifica», celebrato nel 1998 da Roberto Calderoli (oggi - che sollievo - regolarmente coniugato davanti a Dio). Calderoli che aborre le coppie di fatto in quanto «atto contro natura e primo passo verso la dissoluzione di una società fondata sui valori» e non pensava che «per un pugno di voti il centrosinistra potesse cadere così in basso», 7 anni fa scambiava i braccialetti (mica gli anelli) con la poetessa Sabina Negri in abito celtico di Gattinoni color Padania in autunno, nella villa del calciatore Vialli: un simpatico rito pagano officiato da Formentini. Nel ‘98 sempre con rito celtico Roberto Castelli, divorziato con un figlio, sposava a Pontida la giovane attivista Sara Fumagalli: nozze “regolarizzate” in comune quest’anno.Dall’esilio dorato di Bruxelles riemerge Franco Frattini per ritenere «non necessaria» l’introduzione dei Pacs in Italia: «La mia opinione come cittadino è che non ce n’è assolutamente bisogno, tenderei a escluderli. La Costituzione va bene così, la legge è una buona legge». Frattini, separato con una figlia, già fidanzato con un paio di teleconduttrici, è stato goliardicamente salutato da Berlusconi a Gubbio: «Attente ragazze, so che Franco è tornato single...». La nivea attrice Elisabetta Gardini, divorziata con un figlio, convive da anni con un regista, ma come portavoce azzurra ammonisce: «Con Prodi l’Italia imboccherebbe la deriva zapaterista anche sulle questioni eticamente sensibili». Dal sacrificio della convivenza non si è salvato neppure Silvio Berlusconi: ottenuto il divorzio dalla prima moglie Carla Dall’Oglio ha sposato l’attrice Veronica Lario dopo 6 anni di convivenza. Dei tre figli avuti con lei, la primogenita Barbara è nata prima del matrimonio. E dalla memoria storica rispunta il caso del Dc Alberto Michelini, strenuo custode della famiglia e caro all’Opus Dei. Il futuro deputato forzista visse un breve momento di imbarazzo quando, nel 1989, vennero resi inopinatamente noti i verbali dell’annullamento delle sue prime nozze. «L’uomo deve essere libero e non legarsi mai con alcun vincolo» confessava allora ai giudici della Sacra Rota (poi si risposò). Sua madre testimoniava: «Nostro figlio diceva sempre che non avrebbe mai sopportato una donna vicino per tutta la vita. Per questo con mio marito maturammo la convinzione che sposandosi faceva una buffonata». A diffondere i verbali fu un consigliere comunale missino, Tommaso Manzo, che così si giustificò: «Niente di personale, anche altri candidati Dc sono divorziati e risposati. Ma almeno non poggiano il proprio programma sulla difesa del matrimonio e della famiglia». http://www.liff.it/view.php?ID=75

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da gaynews.itGRILLINI. PACS. VATICANO DIMOSTRATE LE INDEBITE INTERFERENZE. Disegno di legge presentato alla CEI prima che al Parlamento e al popolo italiano sabato 03 febbraio 2007 , di La redazioneSe si dimostrassero vere le indiscrezioni trapelate alle agenzie di stampa e sui quotidiani di oggi, e come direbbe Oscar Wilde, non c'è nulla di più vero delle indiscrezioni, saremmo di fronte ad un fatto che definire grave è eufemistico.Il disegno di legge sulle unioni civili, prima ancora che al Governo, al Parlamento e al Popolo italiano sarebbe stato presentato alla Conferenza episcopale italiana.A quanto pare la CEI avrebbe posto un veto inappellabile alla registrazione anagrafica della coppia convivente e al riconoscimento delle coppie dello stesso sesso.Fin qui nulla di nuovo: conosciamo da tempo la feroce omofobia romano-cattolica e conosciamo pure l'altrettanto il crudele rifiuto al riconoscimento delle famiglie di fatto.La novità sta invece in questa contrattazione sotterranea con un disegno di legge presentato prima al vaticano che dallo Stato Sovrano, laico (o perlomeno presunto tale) e suoi organi competenti.Sembra che il disegno di legge governativo sarà varato nella seduta del 9 febbraio.Se l'articolo 1 risulterà modificato secondo i voleri e l'indicazione dei Vescovi italiani sarà inevitabile presentare una proposta di modifica costituzionale all'articolo 87 della Carta laddove si parla della presentazione alla Camere dei Disegni di legge governativi.L'articolo così modificato direbbe: “Il Presidente della Repubblica... autorizza la presentazione alla Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo di concerto con la Conferenza episcopale italiana”.On. Franco GrilliniDeputato UlivoPresidente onorario Arcigay

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spazioprofondo

Credo che l'opinione pubblica italiana nel suo insieme sia profondamente contaminata dall'idea cattolica riguardante il fine del matrimonio, anche a livello subconscio. Nel passato mi sono "divertito" sfogliando i vecchi manuali della morale cattolica stando ai quali lo scopo principale del matrimonio era la procreazione dei figli; mi chiedevo, ma l'amore, dove l'hanno intrugliato!?Ultimamente di questa grave mancanza se ne sono accorti anche al Vaticano, e nell'ultimo catechismo ho letto:" Il patto matrimoniale è... ordinato al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole...". Compare una modifica rivoluzionaria: sotto il termine "bene" è velato quell'amore che mancava! Aspettiamo ancora un altro millennio quando al primo posto metteranno "l'amore", avremo così il fondamento teologico per discutere con la chiesa sui pacs, conviventi etc. In breve, la mia previsione del accordo totale sui pacs: dobbiamo ancora aspettare per circa 2000 anni. :cry: :cry: :cry:

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ombra della notte

io non seguo molto la politica,però la feccenda dei pacs l'ho seguita abbastanza anche perchè ho studiato in civiltà francese al liceo le manifestazioni che hanno fatto i francesi...io credo che sia un vero squallore il fatto che le coppie di fatto(etero e non) non siano legalmente riconosciute!il cattolicesimo predica l'amore,ma se è l'amore che vogliono quale è la differenza se invece di amare un uomo amo una donna??l'importante è che amo l'altra persona,che la rispetto...ho sentito dire da una donna intervistata alla tv che secondo lei le coppie di fatto soprattutto se gay non sn famiglie...ma come si permette?!alle volte penso che se vogliamo i pacs dovremmo più che altro invocare il referendum e sperare che il papa non faccia come è accaduto per l'ultimo,cioè:se siete cattolici non andate a votare...esprimo in questo piccolo post tutta la mia indignazione,porgo una domanda avete mai fatto qualche petizione perchè nel caso voglio aggiungere la mia firma...un abbraccio a tutti ciao...

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articolo da La Stampa del 4 febbraio. Ho nerettato io le parti che ritengo più significative per l'articolo e le posizioni della chiesa...

PACS, L’INCONTRO BINDI-VESCOVI FA INFURIARE I LAICI DELL’UNIONE  Mussi: non mi pare che la Cei sia rappresentata alle Camere di GIACOMO GALEAZZIROMA Stretta finale per i pacs. In vista dell’approdo, venerdì, in Consiglio dei ministri del disegno di legge Bindi-Pollastrini, i cattolici e le gerarchie ecclesiastiche fanno muro, suscitando le proteste dell’ala più laica del centrosinistra. L’incontro tra il ministro della Famiglia e il segretario generale della Cei Betori ha scatenato a sinistra i sospetti di una «trattativa occulta con i vescovi, all’insaputa del Consiglio dei ministri e al di fuori da qualsiasi controllo parlamentare», come denuncia la Rosa nel Pugno. Rosy Bindi ribatte di non aver discusso la norma con le gerarchie ecclesiastiche, ma di aver prestato ascolto alle loro preoccupazioni. «Il Vaticano non è rappresentato in Parlamento - protesta il ministro diessino Fabio Mussi -. Lo Stato è laico e la legge la fanno le Camere. Bindi e Pollastrini stanno lavorando ad un testo condiviso». Ma il titolare dei Trasporti Alessandro Bianchi assicura: «Nel governo sui pacs litighiamo in famiglia ma poi riusciamo a trovare una soluzione». Un ottimismo condiviso dal ministro del Lavoro Cesare Damiano: «Anche sui pacs l’unità della coalizione avrà la meglio sulle divisioni interne». Luciana Sbarbati, segretario dei Repubblicani Europei denuncia «inaccettabili pressioni della chiesa». E mentre nell’opposizione il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi annuncia un testo sulle coppie di fatto «in grado di mettere d’accordo laici e credenti», i teodem dell’Unione cercano la mediazione fra la Chiesa e il governo. I «paletti irrinunciabili» posti dalla Santa Sede sono il no ad un nuovo contratto per le coppie sul modello francese e il no all’equiparazione fra famiglia tradizionale e unione di fatto. «Il certificato “ad hoc” e la dichiarazione congiunta sono la stessa cosa del contratto matrimoniale francese e dei pacs, quindi non vanno bene. Non può esserci un pubblico registro delle coppie di fatto: basta la segnalazione all’anagrafe comunale che due persone vivono allo stesso indirizzo - precisa l’ex presidente delle Acli Luigi Bobba, responsabile Welfare della Margherita e capofila dei teodem -. La nuove legge non deve andare oltre il riconoscimento di diritti individuali. Non alle unioni civili, ma ai singoli». Tanto più che, secondo i cattolici del centrosinistra, l’introduzione di un’altra forma di unione e di contratto matrimoniale «viola gli articoli 29, 30, 31 della Costituzione». Il Vaticano, inoltre, teme la «concorrenza sleale» al matrimonio configurata da un «catalogo di diritti così ampio» da equiparare convivenze e matrimonio. «A questo punto perché ci si dovrebbe sposare se si hanno tutti i diritti senza avere i vincoli e i doveri del matrimonio?» - puntualizza Bobba. Su reversibilità delle pensioni, successione, fiscalità bisogna andare con i piedi di piombo perché si rischia di annullare il “favore della famiglia” previsto dalla Costituzione». La Chiesa è disposta a riconoscere i «diritti individuali e quelli che nascono da uno stato di bisogno o da una dichiarazione volontaria di una persona nei confronti del convivente». Il no ecclesiale alle «para-famiglie» riguarda, invece, quei diritti che comportano oneri per lo Stato e incidono sui terzi (per esempio, le adozioni). Il fronte cattolico, dunque, si compatta attorno al no della Cei alla legge sulle coppie di fatto ritenendo sufficiente una modifica al codice civile. «I pacs scardinano la famiglia - afferma don Oreste Benzi, presidente dell’associazione Giovanni XXIII -. Il matrimonio fra gay profana un sacramento».
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da repubblica.itPACS: CASINI, "IO CONVIVENTE NON CHIEDO DIRITTI O DOVERI"Ho visto che l'altro giorno Villetti mi ha chiamato in causa? Ma cosa c'entro io? Per me la convivenza e' una questione di liberta'. Io non chiedo ne' diritti ne' doveri". Pier Ferdinando Casini torna sulla questione delle unioni di fatto, chiamando in causa il capogruppo della Rosa nel Pugno, Roberto Villetti, che l'altro ieri aveva detto in aula "Casini predica bene ma razzola male...".****Per la cronaca:Il difensore della "sacralità della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio" è divorziato dalla prima moglie, da cui ha avuto due figlie, e convive con Azzurra Caltagirone, da cui ha avuto una figlia quando era ancora sposato con la prima moglie...Questa sì che è coerenza con i "valori" della Chiesa che va sbandierando.Ci vuole inoltre una bella faccia di bronzo ad affermare che lui "non chiede né diritti né doveri" quando si hanno i soldi per pagare assicurazioni e polizze a favore del proprio convivente, nonché per intestargli beni mobili e immobili (stiamo parlanndo della figlia di Caltagirone!)... Vada a dirlo a due poveri disgraziati che non hanno le possibilità economiche per garantirseli con moneta sonante i diritti di cui sopra. Si vergognasse.

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Sbaglio o la Pollastrini e la Bindi avevano promesso una legge sui PACS entro il 31 gennaio 2007?Adesso che è uscita la storia del calcio e della violenza negli stadi, procrastineranno all'infinito le unioni di fatto? Berlusconi ha detto che i gay sono tutti di sinistra... ma se la sinistra mantiene così le proprie promesse, mi sa che i gay italiani diventeranno tutti astensionisti...

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Non Possumus dice l'Avvenire dal suo putrefatto Humus?Anche noi NON POSSUMUS transigere sul riconoscimento dei nostri diritti: pari dignità e diritti a coppie omosessuali ed eterosessuali, difesa contro la discriminazione.Non possiamo transigere su questo punto, e i nostri Non Possumus valgono più di quelli del "Passato", pardon "Avvenire", perchè vanno nel senso della Libertà, della Giustizia e dell'Uguaglianza. Mendacemente nominato "Avvenire", usa i tuoi "non possumus" come pannoloni geriatrici. Ne avrai bisogno.

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PRODI: SUI PACS NON PRENDO LEZIONI "La nostra democrazia ha bisogno di stimoli, non di lezioni" mercoledì 07 febbraio 2007 , di la Stampa di FABIO MARTINIROMA - Romano Prodi ha preferito dirlo con una frase spezzata in due, una lunga e complessa perifrasi. Ma i professionisti della politica che lo ascoltavano hanno avuto un sussulto sulla sedia e hanno capito. Erano quasi le 8 di sera, il vertice per ritrovare la pace in politica estera era appena iniziato con la relazione del presidente del Consiglio. Che si è tenuto al tema, tranne che nel passaggio finale del suo intervento: «La nostra democrazia ha bisogno di stimoli, non di lezioni. Credo di essere stato chiaro: sulle scelte internazionali, sui valori, sulle decisioni che toccano gli italiani, ascoltiamo, ci confrontiamo, ma alla fine siamo determinati a stabilire noi cosa fare». E proprio in fondo, la frase chiave: «Vale per le missioni di pace, vale per le scelte istituzionali, vale per le scelte che toccano i diritti della persona». Certo, non è scritto chiaro e tondo, ma l’allusione di Prodi è anche ad uno Stato estero chiamato Vaticano. Questo, almeno, è lo spirito col quale il presidente del Consiglio ha scritto il testo che poi ha letto davanti ai segretari e ai capigruppo della maggioranza. Un discorso costruito con sapienza, tutto centrato sull’orgoglio personale e nazionale, un discorso “alto” per tenere assieme le mille anime di una maggioranza sempre sull’orlo di una patologia schizofrenica. Un discorso che volutamente è culminato in quella frase che indirettamente ma chiaramente richiama la vicenda delle unioni civili. E d’altra parte nella labirintica trattativa su questa vicenda, due erano i soggetti che da tempo non emettevano segnali: il presidente del Consiglio e il vicepresidente Francesco Rutelli. Pubblicamente silenziosi entrambi e da lungo tempo. Ma nel vertice dedicato alla politica estera, Prodi ha deciso che era venuta l’ora di scoprirsi e ha lanciato il segnale che mancava: si tira dritto. I ripetuti, espliciti inviti a fermarsi lanciati dalla Conferenza episcopale hanno infastidito il presidente del Consiglio, in particolare l’ultimo, quel «non possumus» scandito da “Avvenire”. Nelle ultime 48 ore, con l’approssimarsi del Consiglio dei ministri di venerdì che dovrebbe “licenziare” il ddl governativo, su Prodi si sono scaricate pressioni fortissime da Oltretevere. Ma con due intensità diverse: la Cei, guidata dal Cardinale Camillo Ruini che oramai ha con Prodi una questione personale, ha detto chiaro e tondo che la legge non s’ha da fare; dal Vaticano si è lasciato intendere che invece si può e si deve discutere sul testo che il governo sta per battezzare. Quando lo farà? Questo è un piccolo mistero, ben custodito. Oggi si riunirà un Consiglio dei ministri straordinario, chiamato a varare le nuove norme contro la violenza negli stadi. Ma nell’ordine del giorno sono stati aggiunti altri provvedimenti che inizialmente erano previsti per il Cdm di venerdì prossimo. L’allungamento dell’ordine del giorno potrebbe favorire un “blitz” con l’inserimento dei Pacs? Oggi alle 17, Romano Prodi si presenterà con il “fuori sacco” sulle unioni civili? Ieri alla limatura del testo hanno lavorato fino a tarda notte i giuristi dei ministeri interessati e questa mattina il lavoro è destinato a riprendere. Giusto in tempo per il Cdm delle cinque della sera? Ieri notte nessuno era pronto a giurarci, ma neppure ad escluderlo. Tra l’altro l’anticipazione ad oggi di buona parte dell’ordine del giorno del Consiglio di venerdì, potrebbe indurre Prodi a cancellare il Cdm di dopodomani. In quel caso la bollente materia dei Pacs slitterebbe al Consiglio del 16 febbraio. Un rinvio che rischierebbe di ingarbugliare la matassa. Molto dipenderà da Francesco Rutelli. Sul leader della Margherita si sono scaricate tutte le aspettative della Cei e anche del Vaticano. Ma nelle ultime - incalzato dai Popolari della Margherita che lo accusano di sposare una linea “clericale” e consapevole che sposare la linea vaticana comprometterebbe quasi definitivamente il progetto del partito democratico - Rutelli ha trasmesso al ministro della Famiglia Rosy Bindi il suo appoggio alla “costruzione” di un testo coerente col programma dell’Unione e dunque privo di quelle “concessioni” in termini di diritti finanziariamente impegnativi assenti nel testo concordato prima delle elezioni.

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Guest equalmarriage
Sbaglio o la Pollastrini e la Bindi avevano promesso una legge sui PACS entro...
Qui i PACS non c'entrano nulla. Sono stati scartati dall'Unione oltre un anno fa.Si discute di eventuali diritti in più a singole persone che coabitano da anni.
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I VESCOVI ORDINANO E I LORO SERVI ESEGUONO. Vi allego un articolo di Repubblica.Unioni di fatto, Margherita spaccatascontro fra teo-dem e cattolici democraticiROMA - Margherita spaccata in due sulle coppie di fatto. Da una parte i Teodem, i cattolici oltranzisti che fanno riferimento al cardinale Ruini, che sparano a zero su ogni possibile legge sulle coppie di fatto. Dall'altra, in contemporanea, un documento firmato da 60 parlamentari, sempre del partito di Rutelli che chiedono alla Chiesa: "Non pressate il legislatore".No a 'parafamiglie', No a un decalogo di diritti simili a quelli familiari. I Teodem ribadiscono le loro ragioni di contrarietà ai Pacs, dicendo sì solo ad una serie di diritti delle persone che vivono in unioni di fatto. "Vogliamo più famiglia e meno Pacs" dice senza mezzi termini Paola Binetti. "Non vogliamo un istituto giuridico nuovo" aggiunge Enzo Carra, per il quale è questo "il punto dirimente". In una conferenza stampa alla Camera i Teodem della Margherita, Binetti e Carra, Emanuela Baio Dossi, Marco Calgaro, Luigi Bobba e Dorina Bianchi, rivendicano la loro posizione e auspicano un "testo sulle unioni civili che sia equilibrato". Carra osserva: "Con le famose sette righe del programma dell'Unione, si è fatto un passo avanti notevolissimo, ma non vorrei che sia venuto in mente a qualcuno di forzare".E la risposta arriva a stretto giro di posta non dalla sinistra radicale ma da altri cattolici sempre della Margherita. "Difendiamo la libertà della Chiesa e la sua missione - è scritto in un documento firmato da 60 parlamentari - che consiste nell'educare le coscienze e illuminarle, presentando ai giovani le ragioni che rendono ineguagliabilmente bella la scelta di un sacramento che esalta il dono di sè nella fedeltà e nell'amore responsabile tra uomo e donna. Chiediamo proprio nel rispetto di quella missione, che non si metta in dubbio la laicità delle istituzioni, e la nostra responsabilità di legislatori, cui tocca il compito di legiferare per tutti". Il gruppo riunisce ex del Ppi e prodiani e sostiene la necessità di una legge che regoli le unioni di fatto. Un documento che risponde sia alla visibilità delle posizioni dei cosiddetti teo-dem, che alle recenti e durissime prese di posizione delle gerarchie ecclesiastiche contro il ddl sulle unioni di fatto allo studio del governo.

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Qui i PACS non c'entrano nulla. Sono stati scartati dall'Unione oltre un anno fa.Si discute di eventuali diritti in più a singole persone che coabitano da anni.
Ok, non avrei dovuto usare l'acronimo PACS. Hai ragione.Ma il programma dell'Unione reca un paragrafo intitolato "unioni civili" e parla esplicitamente di "unione di fatto".Per l'ennesima volta, ecco il testo:L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti,prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delleunioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità diun'unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventiné il loro orientamento sessuale. Va consideratopiuttosto, quale criterio qualificante, il sistema direlazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà),la loro stabilità e volontarietà.
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Mastella ha confermato, come già si sapeva, che voterà contro. Per essere un Ministro di "Giustizia" (ma chi gli ha dato quella poltrona?) ha un concetto tutto personale di "giustizia". Per lui è sicuramente più "giusto" rimettere in circolazione, con un indulto che ha proposto e fatto approvare senza battere ciglio, ladri, spacciatori e assassini piuttosto che regolamentare centinaia di migliaia di convivenze che sfuggono a ogni norma e a ogni tutela.Un "Ministro" che antepone i diktat di uno Stato estero alla sua funzione di Ministro della Repubblica, dovrebbe essere subito sfiduciato e interdetto dai pubblici uffici (insieme con la ministra Bindi, se è vero che ha presentato il ddl alla CEI per "approvazione")...***da repubblica.itPresenti premier, vicepremier e alcuni ministri. Il presidente del Consigliovuole arrivare a un'intesa rapidissima, per rispettare la scadenza del 15 febbraioUnioni civili, vertice a Palazzo Chigiforse già domani il testo al CdmMastella: "Io voterò contro, ma prima si presenta il testo meglio è"E Fassino difende la proposta Bindi-Pollastrini: "Non vogliamo creare para-famiglie"ROMA - Minivertice di governo a Palazzo Chigi, per definire gli ultimi ritocchi al disegno di legge sulle unioni civili, che porta le firme dei ministri della Famiglia e delle Pari opportunità, Rosy Bindi e Barbara Pollastrini. E che, salvo sorprese last minute, dovrebbe essere approvato già nel Consiglio dei ministri di domani. Alla riunione, oltre alle due dirette interessate e al presidente del Consiglio Romano Prodi, partecipano i vicepremier Francesco Rutelli e Massimo D'Alema, e il ministro dell'Interno, Giuliano Amato. E poi il Guardasigilli Clemente Mastella: uno dei leader più contrari al provvedimento che regolarizza - anche se in modo molto blando - le unioni civili. Oggi il ministro ribadisce il suo no, ma aggiunge che la proposta di legge "prima si fa meglio è, per evitare ulteriori tensioni". In pratica, un via libera alla presentazione al Cdm. Il motivo della convocazione del vertice da parte del premier, infatti, è quello di stringere i tempi e arrivare già entro domani, prima della sua partenza per il viaggio ufficiale in India, a un accordo. In modo da convocare un Consiglio dei ministri e approvare il disegno di legge. Rispettando, in tal modo, anche il termine ultimo del 15 febbraio per la sua presentazione, stabilito nella mozione dell'Unione votata alla Camera. E intanto, su questo tema così spinoso (per gli equilibri interni della maggioranza, e per la fiera opposizione dei teodem della Margherita) oggi parla il segretario ds, Piero Fassino: "Non penso che rinviando a tempi migliori si risolvano i problemi", dichiara a "Radio Anche Io" su Radio Uno Rai. "Sono diritti che non mettono in discussione la famiglia come è regolata dalla Costituzione - spiega Fassino - e che permettono a chi ha scelto una convivenza di fatto a vivere in modo più solido la propria vita". E ancora: "Non inauguriamo una para-famiglia o una simil-famiglia, adottiamo un provvedimento il cui tema è riconoscere diritti alle persone che decidono di convivere. Credo che si possa arrivare ad un testo equilibrato da sottoporre al Parlamento". Vedremo se Prodi riuscirà nell'impresa. (8 febbraio 2007)

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Guest equalmarriage
...il programma dell'Unione reca un paragrafo intitolato "unioni civili" e parla esplicitamente di "unione di fatto".
Parla di "PERSONE che fanno parte di" unioni civili de facto. E' diverso.
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Fonte: corriere.itMa Mastella lascia l'incontro: «Stiamo lavorando, ma ribadisco il mio no»Pacs, vertice a Palazzo Chigi. Domani il testoUltimi ritocchi al decreto legge sulle unoni civili, che potrebbe essere vagliato venerdì mattina dal Consiglio dei ministriROMA - Il centrosinistra è alle prese con il nodo delle unioni civili e un vertice in corso a Palazzo Chigi dovrebbe servire a individuare una linea di condotta comune all'interno dell'esecutivo. Tuttavia le posizioni continuano ad essere distanti e dopo le polemiche scaturite in casa della Margherita, dove si è registrata una spaccatura tra la componente laica favorevole alla recolamentazione delle coppie di fatto e quella più teodem contraria all'istituzionalizzazione di quelle che definisce «parafamiglie», è il ministro della Giustizia e leader dell'Udeur, Clemente Mastella, a prendere posizione. Per confermare il suo no ad un provvedimento legislativo sui cosiddetti «pacs».«COLLABORO MA DICO NO» - «La mia collaborazione istituzionale - ha detto Mastella lasciando la sede del governo - è corretta e garantita, ma non è che io abbia cambiato opinione...». Il leader dell'Udeur ha ribadito il suo no, ricordano che la posizione del suo partito «è nota» «Si sta facendo comunque un lavoro sobrio - ha aggiunto - anche se restano ancora dei nodi che io però non posso contribuire a sciogliere. Visto che io continuo a esprimere il mio no».ULTIMI RITOCCHI - Nell'incontro in corso a Palazzo Chigi al quale partecipano, oltre al premier Romano Prodi, anche i vicepremier Francesco Rutelli e Massimo D'Alema, i ministri della Famiglia e delle Pari opportunità, Rosi Bindi e Barbara Pollastrini, il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, e - appunto - quello della Giustizia, Clemente Mastella, si starebbero apportando gli ultimi ritocchi al disegno di legge. Secondo quanto si apprende la riunione convocata dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, servirebbe a stringere i tempi e portare il provvedimento all'esame del Consiglio dei ministri che si potrebbe svolgere venerdì mattina. In questo modo il termine del 15 febbraio, sul quale si era realizzata l'intesa nella maggioranza, verrebbe rispettato.08 febbraio 2007

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Oltre al danno, pure la beffa... Sembra che la legge finirà per limitare anziché estendere certi diritti (alcuni dei quali già acquisiti).****da gaynews.itROSA NEL PUGNO. “ESISTE UNA VERA E PROPRIA URGENZA E EMERGENZA PACS” “Quattro o cinque mini-diritti” o è preferibile il nulla? giovedì 08 febbraio 2007 , di Andreas Martini Ne è convinta Chiara Lalli, del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni, e insieme a quest’ultima le tante associazioni che sostengono i Radicali Italiani. C’è l’urgenza di far comprendere all’opinione pubblica che il ddl Bindi Pollastrini, secondo le anticipazioni e le indiscrezioni della stampa, potrebbe limitare diritti già riconosciuti piuttosto che estenderne di nuovi; c’è l’emergenza di elaborare una strategia politica che consenta alla parte laica dell’Unione di intervenire in un dibattito che sembra ormai circoscritto ai Teodem ed alla Curia e che dia loro modo di proporre quelle modifiche atte a rendere il testo finale il più possibile adeguato alle aspettative dei diretti interessati, in particolare delle coppie gay. L’obiettivo è assai difficile da raggiungere se si considera che, a parte la Conferenza Episcopale Italiana, sono ben pochi quelli che hanno avuto modo di leggere la bozza del progetto di legge sulle coppie di fatto; infatti in questo clima oscurantista gli esclusi dal tavolo delle trattative si trovano costretti a dibattere su mere indiscrezioni. Poco male si potrebbe dire, poichè, come affermò Oscar Wilde, e come ci ricorda Franco Grillini, “non c’è nulla di più vero delle indiscrezioni”. Pur dovendosi basare su queste ultime, in particolare su quelle pubblicate da “Il Messaggero” dello scorso primo febbraio, il magistrato e consigliere presso la Corte d’Appello di Salerno, Bruno De Filippis, intervenuto telefonicamente alla conferenza stampa promossa ieri dai Radicali Italiani e dall’Associazione Luca Coscioni, ha elaborato una preziosa critica tecnica, e non politica, a quello che sarà, secondo l’eurodeputato Marco Cappato, il testo di una “legge fasulla”. Secondo il magistrato salernitano i limiti imposti dalla cultura e dalla morale cattolica hanno impedito ai redattori del testo di legge di “rispondere a quei principi di chiarezza e non contraddizione che si richiedono ad una legge”. Gi estensori, non per incapacità, ma perché costretti a dare una definizione delle coppie di fatto che non fosse nemmeno lontanamente paragonabile al modello tradizionale di famiglia, hanno prodotto un testo poco chiaro e quindi poco efficace: secondo il testo di legge, formerebbero una coppia di fatto “due persone, anche dello stesso sesso, legate da reciproci vincoli affettivi e che convivono stabilmente”. De Filippis si chiede a questo punto cosa si intenda per “stabile”, cosa sia un vincolo affettivo e cosa non lo sia. Sembra infatti paradossale che due persone legate da un vincolo di amicizia potranno accedere a questo nuovo istituto - che molto probabilmente non si chiamerà PaCS ma “DICO” (Diritti delle persone conviventi) – ma non vi potranno accedere quelle coppie nelle quali una delle due è in attesa di divorzio. Anzi, in quest’ultimo caso i soggetti coinvolti rischierebbero la reclusione da 1 a 3 anni ed una multa da 3 a 10mila euro. La poca chiarezza si riscontra anche negli articoli sul permesso di soggiorno per il partner extracomunitario, che rimanda alle norme comunitarie, e sulla reversibilità della pensione, il quale oltre che prevedere tempi molto lunghi per l’acquisizione del diritto (si parla di 10 o 15 anni) rinvia il tutto al riordino del sistema pensionistico. Si prevede quindi, in quest’ultimo caso, un diritto indefinibile ed indeterminabile. I pochi punti certi sono il diritto di “visitare ed accudire” il partner malato e quello che garantisce la possibilità di designare “l’altro suo rappresentante… in materia di salute; e, in caso di morte, per la donazione di organi, trattamento del corpo e funerali”. Sembra, allora, a Sergio Rovasio, segretario generale della gruppo parlamentare la Rosa nel Pugno, una legge che tuteli un “progetto di morte” e non una progetto di vita.Rita Bernardini, Segretaria di Radicali Italiani, riferendosi ad un lancio d’agenzia ha ricordato che “La senatrice della Margherita Paola Binetti ha dichiarato che le coppie di fatto non possono essere registrate. Entrambi i conviventi dovrebbero dichiarare unilateralmente di coabitare con un'altra persona. l'indirizzo della coppia dovrebbe essere quindi desunto solo dagli indirizzi uguali. E' una proposta - ha concluso Bernardini - che fa capire quale enorme distanza ci sia tra il Paese e gli ipocriti politici italiani''.Su queste basi, la legge si prevede sarà uno scempio e Chiara Lalli lascia aperto un dubbio che in molti, compreso chi scrive, continuano a porsi: accettare questi “4 o 5 mini-diritti” o è preferibile il nulla?

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[AGGIORNAMENTO]Pacs, intesa nella maggioranza - Blitz per bruciare il PonteficeL'accordo nella maggioranza sulle unioni civili è stato raggiunto. Tanto che un consiglio dei ministri straordinario si terrà nelle prossime ore, prima del viaggio in India del premier e dei ministri economici. Inizialmente si era parlato di una riunione del cdm venerdì 16 febbraio, ma poi una volta trovata l'intesa di massima tra le forze della coalizione - spiegano fonti della maggioranza - Prodi, Rutelli e Fassino hanno deciso l'accelerazione per evitare che ulteriori interferenze esterne potessero spingere i cattolici dell'Unione a tornare indietro. E il pensiero corre soprattutto al Vaticano e all'Angelus del Papa di domenica.A seguito del vertice di due ore a Palazzo Chigi, il disegno di legge è praticamente pronto. La quadra è stata trovata. Mancano solo gli ultimi dettagli. La svolta è arrivata dopo l'ok delle esecutivo della Margherita, che ha isolato le posizioni ultranziste dei Teodem.

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Sara' una schifezza di legge, questo e' sicuro. Ecco le prime indiscrezioni:La dichiarazione di convivenza all'anagrafe potrà essere resa in maniera non contestuale dai conviventi. Per la successione dell'immobile e per la tutela in materia di lavoro serviranno almeno 3 anni di convivenza; 9 anni per i diritti successori. Nulla di fatto per la reversibilità della pensione del convivente: il ddl rimanderebbe ad un riordino successivo dell'intera materia

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Vale a dire che se uno schiatta 8 anni 11 mesi e 30 giorni prima, l'altro si impicca? E le coppie che stanno insieme magari da 30 anni e hanno già 70 anni? I nove anni decorrono dal giorno della dichiarazione o valgono anche i 30 anni precedenti e documentabili?Vabbe', era solo per "provocare". Vedremo il testo della legge e poi giudicheremo l'entità del danno oltre che della beffa...aggiornamento:da repubblica.itPACS: CALDEROLI, CAVALLO DI TROIA PER MATRIMONI GAY'Eccoli uscire allo scoperto, con qualche manipolazione ma di fatto con questi pacs, su cui nel centrosinistra avrebbero raggiunto l'accordo, stanno sancendo una specie di matrimonio di serie B e stanno passando dalle coppie alle coppiette di fatto e quindi ai 'matrimonini'. Ci sarebbe solo da ridere se la cosa non fosse tragica, perche' in questo modo stanno distruggendo la famiglia, perche' questi pacs altro non sono il cavallo di Troia per consentire il matrimonio tra gay'. Lo afferma il sen.Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord.****Parla quello che nel 1998 si è sposato con "rito celtico", con tanto di druido e altare a Odino e giuramento «sul fuoco che mi purifica»!

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Approvato all'unanimità il ddl sullle unioni civili (assente Mastella).da repubblica.itCoppie di fatto, i contenuti del ddlsu "Diritti e doveri dei conviventi"ROMA - "Due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela in linea retta, adozione, affiliazione, tutela, curate o amministrazione di sostegno, sono titolari dei diritti e delle facoltà stabiliti dalla presente legge". Inizia così il ddl sui "Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi" in discussione al Consiglio dei ministri. La convivenza. Si legge nel testo che la convivenza "è provata dalle risultanze anagrafiche". La dichiarazione può avvenire contestualmente, ma nel caso ciò non avvenga "il convivente che l'ha resa ha l'onere di darne comunicazioni mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento all'altro convivente". Gli esclusi. Non possono accedere ai diritti regolati dalla legge i condannati per "omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra o sulla persona con la quale l'altra conviveva" o anche che "sia stata rinviata a giudizio" per lo stesso reato. Escluse anche le persone "legate da rapporti contrattuali, anche lavorativi, che comportino necessariamente l'abitare in comune". Ovviamente per una falsa dichiarazione di convenienza è prevista una pena: da uno a tre anni di carcere e una multa da 3 mila a 10 mila euro. La malattia. "Le strutture ospedaliere e di assistenza pubbliche e private regolano l'esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza nel caso di malattia o ricovero dell'altro convivente". Questo si legge nel capitolo "assistenza per malattia o ricovero" della legge sulle unioni di fatto. Secondo il testo in discussione al Cdm "ciascun convivente può designare l'altro suo rappresentante: a) in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere, al fine di concorrere alle decisioni in materia di salute, nei limiti previsti dalle disposizioni vigente; :D in caso di morte, per quanto riguarda la donazione degli organi, la modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie". Questa designazione "è effettuata mediante atto scritto e autografo. In caso di impossibilità di redigerlo viene formato un processo verbale alla presenza di tre testimoni, che lo sottoscrivono". Case popolari. Le Regioni "tengono conto della convivenza ai fini dell'assegnazione di alloggi di edilizia popolare o residenziale pubblica". In buona sostanza, le Regioni dovranno tener conto nelle graduatorie per le case popolari anche dei conviventi registrati. Contratto di affitto. "In caso di morte di uno dei conviventi che sia conduttore del contratto di locazione della comune abitazione, l'altro convivente può succedergli nel contratto, purché la convivenza perduri da almeno tre anni ovvero vi siano figli comuni". Questa disposizione, si legge ancora, "si applica anche nel caso di cessazione della convivenza nei confronti del convivente che intenda subentrare nel rapporto di locazione". Tutele sul lavoro. "La legge e i contratti collettivi disciplinano i trasferimenti e le assegnazioni di sede dei conviventi dipendenti pubblici e privati al fine di agevolare il mantenimento della comune residenza, prevedendo tra i requisiti per l'accesso al beneficio una durata almeno triennale della convivenza". Il ddl sulle unioni di fatto, specifica come "il convivente che abbia prestato attività lavorativa continuativa nell'impresa di cui sia titolare, l'altro convivente può chiedere, salvo che l'attività medesima si basi su di un diverso rapporto, il riconoscimento della partecipazione agli utili d'impresa, in proporzione all'apporto fornito". (8 febbraio 2007) Aggiornamento:Riconosciute coppie in essere. "Entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, può essere fornita la prova di una data di inizio della convivenza anteriore a quella delle certificazioni" registrate all'anagrafe. Nello stesso articolo, il 13, del ddl si specifica che la registrazione di una convivenza fa cessare "i diritti patrimoniali, successori o previdenziali e le agevolazioni previste" per i divorziati. Ovviamente gli stessi diritti riconosciuti dalla legge ai conviventi cessano se uno degli ex conviventi si sposa.

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Il Consiglio dei ministri approva i DicoCdm approva all'unanimità il disegno di legge sulle unioni di fatto."Ma non chiamiamoli più Pacs", suggerisce il ministro Bindi."Si chiameranno Dico", diritti e doveri dei conviventi.Mastella, Guardiasigilli, non partecipa: "Dico no al Ddl, ma continuo a sostenere il governo". Assente anche il ministro all'ambiente Pecoraro Scanio. Ferrero, ministro per la solidarietà, è perplesso: "Eccesso di anni per avere diritti".Ecco il contenuto del Ddl: la dichiarazione di convivenza all'anagrafe potrà essere resa in maniera non contestuale dai conviventi. Per la successione dell'immobile e per la tutela in materia di lavoro serviranno almeno 3 anni di convivenza; 9 anni per i diritti successori. Nulla di fatto per la reversibilità della pensione del convivente: il ddl rimanderebbe ad un riordino successivo dell'intera materia.

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Dico che 'sti DICO non mi dicono molto..... ma dopo il bassissimo livello del dibattito a cui abbiamo assistito, forse non potevamo attenderci molto di piu'...

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trikke_e_ballakke

Un DDl fatto molto ma molto al ribasso, speriamo che in parlamento qualcosa possa migliorare soprattutto per i troppi anni che devono trascorrere per avere alcuni diritti

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Precisamente cosa ci volevate di più, oltre alle perplessità per i "tempi lunghi"?Possiamo discutere di quello che manca?Ormai mi sono fatto un'idea chiara di "quello che c'è"...

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Il testo del ddl...***Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi (DICO) (Bozza del provvedimento)Art. 1(Ambito e modalità di applicazione)1. Due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela in linea retta entro il secondo grado, affinità in linea retta entro il secondo grado, adozione, affiliazione, tutela, curatela o amministrazione di sostegno, sono titolari dei diritti, dei doveri e delle facoltà stabiliti dalla presente legge.2. La convivenza di cui al comma 1 è provata dalle risultanze anagrafiche in conformità agli articoli 4, 13, comma 1 lettera :D, 21 e 33 del decreto del Presidente della repubblica 30 maggio 1989, n. 223, secondo le modalità stabilite nel medesimo decreto per l'iscrizione, il mutamento o la cancellazione. E' fatta salva la prova contraria sulla sussistenza degli elementi di cui al comma 1 e delle cause di esclusione di cui all'articolo 2. chiunque ne abbia interesse può fornire la prova che la convivenza è iniziata successivamente o è terminata in data diversa rispetto alle risultanze anagrafiche.3. relativamente alla convivenza di cui al comma 1, qualora la dichiarazione all'ufficio anagrafe di cui all'articolo 13 comma 1, lettera :D, del decreto del Presidente della repubblica 30 maggio 1989, n. 223, non sia resa contestualmente da entrambi i conviventi, il convivente che l'ha resa ha l'onere di darne comunicazione mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento all'altro convivente; la mancata comunicazione preclude la possibilità di utilizzare le risultanze anagrafiche a fini probatori ai sensi della presente legge.4. L'esercizio dei diritti e delle facoltà previsti dalla presente legge presuppone l'attualità della convivenza.5. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche all'anagrafe degli italiani residenti all'estero.6. Ai fini della presente legge i soggetti di cui al comma 1 sono definiti "conviventi".Art.2(Esclusioni)1. Le disposizioni della presente legge non si applicano alle persone:a) delle quali l'una sia stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra o sulla persona con la quale l'altra conviveva ai sensi dell'art. 1, comma 1, ovvero sulla base di analoga disciplina prevista da altri ordinamenti;:gha: delle quali l'una sia stata rinviata a giudizio, ovvero sottoposta a misura cautelare, per i reati di cui alla lettera a);c) legate da rapporti contrattuali, anche lavoratori, che comportino necessariamente l'abitare in comune.Art. 3(Sanzioni)1. Salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, chiunque, al fine di beneficiare delle disposizioni della presente legge, chiede l'iscrizione anagrafica in assenza di coabitazione ovvero dichiara falsamente di essere convivente ai sensi della presente legge, è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da euro 3000 a euro 10000.2. La falsa dichiarazione di cui al comma 1 produce la nullità degli atti conseguiti; i pagamenti eseguiti sono ripetibili ai sensi dell'articolo 2033 del codice civile.Art. 4(Assistenza per malattia o ricovero)1. Le strutture ospedaliere e di assistenza pubbliche e private disciplinano le modalità di esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza nel caso di malattia o ricovero dell'altro convivente.Art. 5(Decisioni in materia di salute e per il caso di morte)1. Ciascun convivente può designare l'altro quale suo rappresentante:a) in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere, al fine di concorrere alle decisioni in materia di salute, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti::D in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti.2. La designazione è effettuata mediante atto scritto e autografo; in caso di impossibilità a redigerlo, viene formato un processo verbale alla presenza di tre testimoni, che lo sottoscrivono.Art. 6(Permesso di soggiorno)1. allo straniero o all'apolide convivente con un cittadino italiano si applicano ai fini della concessione del permesso di soggiorno, le medesime regole previste per lo straniero o l'apolide convivente con un cittadino comunitario ai sensi dell'ordinamento del cittadino medesimo (in fase di rielaborazione).2. Ai fini dell'applicazione della presente legge, rileva e può essere oggetto di prova esclusivamente la presenza del cittadino straniero o apolide sul territorio nazionale conforme alla normativa interna in materia di soggiorno.Art. 7(Assegnazione di alloggi di edilizia pubblica)1. Le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano tengono conto della convivenza di cui all'articolo 1 ai fini dell'assegnazione di alloggi di edilizia popolare o residenziale pubblica.Art. 8(Successione nel contratto di locazione)1. In caso di morte di uno dei conviventi che sia conduttore nel contratto di locazione della comune abitazione, l'altro convivente può succedergli nel contratto, purché la convivenza perduri da almeno tre anni ovvero vi siano figli comuni.2. La disposizione di cui al comma 1 si applica anche nel caso di cessazione della convivenza nei confronti del convivente che intenda subentrare nel rapporto di locazione.Art. 9(Agevolazioni e tutela in materie di lavoro)1. La legge e i contratti collettivi disciplinano i trasferimenti e le assegnazioni di sede dei conviventi dipendenti pubblici e privati al fine di agevolare il mantenimento della comune residenza, prevedendo tra i requisiti per l'accesso al beneficio una durata almeno triennale della convivenza.2. Il convivente che abbia prestato attività lavorativa continuativa nell'impresa di cui sia titolare l'altro convivente può chiedere, salvo che l'attività medesima si basi su di un diverso rapporto, il riconoscimento della partecipazione agli utili dell'impresa, in proporzione dell'apporto finito.Art. 10(Trattamenti previdenziali e pensionistici)1. In sede di riordino della normativa previdenziale e pensionistica, la legge disciplina i trattamenti da attribuire al convivente, stabilendo un requisito di durata minima della convivenza, commisurando le prestazioni alla durata della medesima e tenendo conto delle condizioni economiche e patrimoniali del convivente superstite.Art. 11(Diritti successori)1. Trascorsi nove anni dall'inizio della convivenza, il convivente concorre alla successione legittima dell'altro convivente, secondo le disposizioni dei commi 2 e 3.2. Il convivente ha diritto a un terzo dell'eredità se alla successione concorre un solo figlio e ad un quarto se concorrono due o piu' figli. In caso di concorso con ascendenti legittimi o con fratelli e sorelle anche se unilaterali, ovvero con gli uni e con gli altri, al convivente è devoluta la metà dell'eredità.3. In mancanza di figli, di ascendenti, di fratelli o sorelle, al convivente si devolvono i due terzi dell'eredità, e in assenza di altri parenti entro il terzo grado in linea collaterale, l'intera eredità.4. Quando i beni ereditari di un convivente vengono devoluti, per testamento o per legge, all'altro convivente, l'aliquota sul valore complessivo netto dei beni prevista dall'articolo 2, comma 48, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, è stabilita nella misura del cinque per cento sul valore complessivo netto eccedente i 100.000 euro.Art. 12(Obbligo alimentare)1. Nell'ipotesi in cui uno dei conviventi versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento, l'altro convivente è tenuto a prestare gli alimenti oltre la cessazione della convivenza, purché perdurante da almeno tre anni, con precedenza sugli altri obbligati, per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza. L'obbligo di prestare gli alimenti cessa qualora l'avente diritto contragga matrimonio o inizi una nuova convivenza ai sensi dell'art. 1.Art. 13(disposizioni transitorie e finali)1. I conviventi sono titolari dei diritti e degli obblighi previsti da altre disposizioni vigenti per le situazioni di convivenza, salvi in ogni caso i presupposti e le modalità dalle stesse previste.2. Entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, può essere fornita la prova di una data di inizio della convivenza anteriore a quella delle certificazioni di cui all'articolo 1, comma 2. La disposizione di cui al presente comma non ha effetti relativamente ai diritti di cui all'articolo 10 della presente legge.3. Il termine di cui al comma 2 viene computato escludendo i periodi in cui per uno o per entrambi i conviventi sussistevano i legami di cui all'articolo 1, comma 1, e le cause di esclusione di cui all'articolo 2.4. In caso di scioglimento o di cessazione degli effetti civili nel matrimonio può essere fornita, entro tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza, da parte di ciascuno dei conviventi o, in caso di morte intervenuta di un convivente, da parte del superstite, la prova di una data di inizio della convivenza anteriore a quella della iscrizione di cui all'articolo 1, comma 2, comunque successiva al triennio di separazione calcolato a far tempo dall'avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale.5. I diritti patrimoniali, successori o previdenziali e le agevolazioni previsti dalle disposizioni vigenti a favore dell'ex coniuge cessano quando questi risulti convivente ai sensi della presente legge.6. I diritti patrimoniali, successori o previdenziali e le agevolazioni previsti dalla presente legge cessano qualora uno dei conviventi contragga matrimonio.Art. 14(Copertura finanziaria)1. All'onere derivante dall'articolo 11, pari ad euro 4 milioni e 600 mila per l'anno 2008 ed euro 5 milioni a decorrere dall'anno 2009 si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 20, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, iscritta all'U.P.B. dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze per l'anno 2007. Il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.

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Oh, adesso che ho letto tutto il testo, lo posso dire:Molto buono. :sisi:Temevo che non si parlasse di diritti di successione o di reversibilità pensionistica.I tempi sono molto lunghi: sia per la pensione, sia per l'eredità.Ovviamente, mancando il matrimonio, abbiamo potuto fare meglio.Non mi spiacerebbe che norme simili venissero estese anche al matrimonio civile: ci eviteremmo le mostruosità delle squinzie che si sposano il vegliardo per fregare ai figli l'eredità e sarebbe anche un risparmio ai fini previdenziali.Sembra che si sia trovata una soluzione per comprendere anche le coppie che convivono già da lungo tempo: non dovrebbe essere difficile presentare i contratti di locazione e farsi riconoscere questo "DICO".Io l'avrei fatto più "leggero": trovo angosciante l'idea stessa di "alimenti"Voi PRECISAMENTE di cosa vi lamentate?Ovvero: cos'altro avreste voluto trovarci dentro?

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Non si fa alcun cenno alle misure fiscali (riduzioni, benefici, ecc.). Ma potrei anche sbagliarmi.Per il resto, credevo peggio. Resta comunque da vedere come si potranno esercitare certi diritti. Più che garantirli, infatti, il ddl sembra ostacolarli.

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