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L'Italia di Renzi


Rotwang

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è il tassello necessario per far arrivare l'Alta Velocità in Calabria e permettere la creazione di uno snodo con due possibili rami, uno verso Palermo, l'altro verso Catania... vuol dire abbattere i costi di trasporto delle merci siciliane e dunque renderle più competitive in Europa

 

Nel frattempo è uscito il piano alta velocità decennale delle ferrovie che

sancisce l'abbandono definitivo della stazione sotterranea Forster, a Firenze

 

250 milioni spesi per nulla

 

163 alberi abbattuti

 

un cratere di 300 metri profondo 40 che resta in città

 

Una linea di tranvia progettata per collegare la stazione fantasma all'areoporto già in

fase di realizzazione

 

Un tunnel realizzato al 30% con cantieri la cui sola apertura costa 24 milioni l'anno

e ditte che avevano vinto i relativi appalti, i cui contratti sarebbero da annullare (

si valuta di trasformare il tunnel nel collegamento Rifredi Campo di Marte per saltare

SMNovella nel mezzo, cosa che però poteva tranquillamente farsi in superficie LOL )

 

Un inno al Governo del Fare...male

area_ex_macellibelfiore_08072015.jpg

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163 alberi abbattuti

 

Le solite polemiche pseudo-ambientaliste sugli alberi tagliati per opere pubbliche lasciano il tempo che trovano, un po' come quei babbei che si arrampicano su di essi a Milano ad ogni espansione della metropolitana, che lì è vitale, non capendo che gli alberi verranno ripiantati successivamente.

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Alberi abbattuti per un bel buco, come da foto, di cui

ora si dovrà decidere che fare...

 

Io piastrellerei tutto e ci farei il monumento al governo del fare

e all'elettore "sinistrato" ( specie antropologica dannosissima

perchè eredita  tutti i difetti degli elettori di sinistra, ma li somma

a quelli dell'elettorato di destra...)

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Le solite polemiche pseudo-ambientaliste sugli alberi tagliati per opere pubbliche lasciano il tempo che trovano, un po' come quei babbei che si arrampicano su di essi a Milano ad ogni espansione della metropolitana, che lì è vitale, non capendo che gli alberi verranno ripiantati successivamente.

C'è anche la TAV.

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C'è anche la TAV.

 

in merito alla Tav, laddove è stata completata:

 

"La Corte dei Conti francese ha evidenziato in più occasioni l'insostenibilità economica di questa infrastruttura e criticato i progetti di RFF finanziati dall'aumento del debito pubblico: a febbraio 2012 è stato evidenziato lo scarso successo delle "autostrade ferroviarie" (trasporto di camion interi su treno), mentre il 2 luglio 2012 nel rapporto su "Situazione e prospettive delle finanze pubbliche 2012",[22] la Corte ha ulteriormente aggravato il giudizio su molte molte nuove linee ferroviarie previste che "non sono sostenibili dal punto di vista del bilancio, della redditività finanziaria e socio-economica, né dal punto di vista ambientale", evidenziando nel caso specifico che l'importo di 7,7 miliardi di € previsto da RFF (e ripreso nei calcoli di stima della commission d'enquête) per la sola tratta francese della Lione-Torino è sottovalutato e sarà più probabilmente di 11-14 miliardi, anche perché non è stata condotta alcuna valutazione tecnico-economica da soggetti terzi e le previsioni di traffico e redditività dei proponenti sono aleatorie.

Alla luce di questi dati, l'11 luglio 2012 il ministro del bilancio francese Jérôme Cahuzac ha dichiarato che molte nuove linee in progetto sono messe in discussione, fra cui la Lione-Torino, rilevando "l'alto costo e il drastico calo dei traffici negli ultimi 20 anni".[80][81][82][83] Da parte sua il ministero dei trasporti ha replicato che la realizzazione del progetto, legato ad accordi internazionali, non è mai stata messa in discussione,[84] benché sia ritenuto necessario "un nuovo accordo che tenga conto dei finanziamenti disponibili, in particolare europei".[85]

Il 1º agosto 2012 la Corte dei Conti francese, in uno specifico rapporto al Governo sulla Torino-Lione (Référé 64174, reso pubblico il 5 novembre 2012)[86][87] ha ribadito le critiche il progetto, evidenziando che soluzioni alternative e meno costose - come il potenziamento della linea storica - non sono state approfondite in maniera adeguata, i costi sono fortemente aumentati, i traffici diminuiti e gli scenari mutati rispetto agli anni novanta. In generale si evidenzia che il bilancio socio economico, rispetto a febbraio 2011, va oggi rivisto fortemente al ribasso e risulta "negativo in tutti gli scenari ipotizzati", con valori che vanno da una perdita di 17 miliardi di euro ad una di 3.6 miliardi nel caso più ottimistico".

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_di_ferrovia_Torino-Lione

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  • 3 weeks later...

Corriere della Sera

 

Approvata la legge di bilancio 2017. Il premier Matteo Renzi si presenta in conferenza stampa e rivendica subito la chiusura di Equitalia. Tanto da specificare che i provvedimenti varati dal Consiglio dei Ministri sono due. La manovra finanziaria e un decreto che sopprime l’agenzia di riscossione. Il presidente introducendo la legge di bilancio spiega che la considera la «quarta manovra di questo governo». Il conteggio è fatto di tre leggi di stabilità e il provvedimento sugli 80 euro. «Mi piace pensare che a questo punto sia chiaro il disegno che viene fuori. L’idea che il governo si è fatto di questo Paese». Il passaggio successivo durante la conferenza è sul confronto tra il 2014, anno del suo arrivo a Palazzo Chigi, e oggi. La sintesi è:«L’Italia non va bene ma va meglio di prima». Renzi poi spiega che la filosofia della manovra risponde a «merito e bisogno» così come a «competitività ed equità». Una delle prime cifre riguarda il miliardo di euro per «le piccole e medie imprese che non riescono ad avere accesso al credito», aggiunge il premier.

 

Una manovra da 26,5 miliardi

La manovra nel suo complesso, come spiegato da Renzi, vale 26,5 miliardi di euro, un paio in più del previsto. Sul versante pensioni la decisione del governo fissa a quota 7 miliardi le risorse destinate nel triennio a «quattordicesima per le pensioni basse e per l’Ape (anticipo pensionistico) in pensione prima». Il presidente del Consiglio sottolinea l’intesa siglata con il «mondo dei pensionati e i sindacati». Sul fronte «equità e bisogno» Renzi cita anche il contributo specifico di 500 euro destinato ai comuni che accolgono i migranti. Nello stesso solco si inserisce lo student act su ricercatori, studenti e cosidetti cervelli in fuga. Un sostegno è previsto pure per le «scuole non statali, paritarie, che hanno insegnanti di sostegno e che hanno un numero rilevante di disabili». In tutto per la scuola e l’università sono a disposizione 1 miliardi di euro in più.

 

Cambia la riscossione

Tornando a Equitalia la scelta dell’esecutivo è spiegata da Renzi, ricordando che l’annuncio della chiusura dell’Agenzia guidata da Ernesto Ruffini risale a circa unn anno fa. Un annuncio, dunque, rispettato. «Altri 4 miliardi vengono da chiusura di Equitalia. Chi deve pagare deve pagare, ma si arriva a non pagare gli smisurati interessi e le more previsti dalla filosofia da cui Equitalia partiva», prosegue Renzi. In pratica le multe e le tasse dovute dovranno essere pagate ma dal conteggio finale verranno scorporati «gli interessi vessatori di questi anni». Per sgombrare il campo dall’idea di una sanatoria il premier puntualizza il dato sulle risorse recuperate dal fisco: «Questo governo contro l’evasione ha fatto 14,9 miliardi di euro, è il governo che ha fatto di più». Archiviare Equitalia per il titolare di Palazzo Chigi significa, «chiudere con quel modello lì, significa che quando non paghi una tassa ti arriva un sms (“se mi scordo”)». Il percorso di chiusura dell’agenzia richiederà 6 mesi.

 

Bonus ristrutturazione e canone Rai

La legge di bilancio 2017 conferma i bonus fiscali per le ristrutturazioni e li estende anche a categorie di interventi finora non previsti. In particolare il bonus viene allagato anche ai condomini e agli alberghi. Nella conferenza stampa a Palazzo Chigi viene inoltre ricordato che dal prossimo anno il canone per gli abbonati Rai scenderà a quota 90 euro. «Era prima a 113 euro, poi a 100 quest’anno e a 90 euro l’anno prossimo», dice Renzi.

 

Il ritocco al Fondo per la sanità

Come ventilato nelle ultime ore ci sono due miliardi in più per il fondo sanitario nazionale, di cui un miliardo andrà al piano vaccini, a un fondo per i farmaci oncologici innovativi e alla stabilizzazione dei precari, medici e infermieri. Un punto di merito che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, rivendica di avere «strappato». In dettaglio, il fondo passa da 111 a 113 miliardi, quando fino a stanotte i rumors parlavano di quota 112 miliardi. Il miliardo «extra» è vincolato per le Regioni all’attuazione del piano vaccini (186 milioni), alla stabilizzazione dei precari (300 milioni) e al fondo per i farmaci oncologici innovativi (500).

 

Rinnovo contratti nella Pa

Per quanto riguarda il balletto di cifre con Bruxelles, sul disavanzo 2017, alla fine il dato non andrà oltre il 2,3% del Pil. E la crescita del Pil resta fissata all’1%, a dispetto dei dissidi con l‘Ufficio parlamentare di Bilancio, che in un primo momento aveva specificato di non poter vidimare i dati dell’esecutivo. Chiarito il quadro di riferimento definitivo la manovra prevede molteplici interventi, come le risorse pari a «1,9 miliardi lordi sul pubblico impiego con il rinnovo dei contratti e la riorganizzazione del comparto delle forze armate e le nuove assunzioni». Nella legge di Bilancio è specificata, inoltre, la predisposizione della nuova versione della voluntary disclosure, ossia l’adesione volontaria per dichiarare i patrimoni all’estero da parte di chi non li ha finora denunciati. Le sanzioni restano inalterate e il gettito atteso è due miliardi di euro. «Una voce per me sottostimata, ma è un intervento che non ha alcun elemento nemmeno lontanamente assimilabile a un condono», spiega Renzi.

 

Tasse e investimenti pubblici

Alla voce investimenti il disegno del governo prevede un’iniezione di liquidità nel sistema, confidando in una ripresa dell’economia. A indicare gli importi e la tempistica dell’esecutivo è ancora Renzi: «Più 12 miliardi in tre anni (2 miliardi nel 2017) in investimenti pubblici. Poi 2 miliardi nel 2017, 4 miliardi nel 2018 e 6 miliardi di euro nel 2019». Nella legge di Bilancio ci saranno, tra l’altro, «600 milioni in più sulla famiglia, un segnale importante di attenzione». Il provvedimento stabilisce di intervenire sulle tasse, fissando la riduzione dell’Ires (Imposta sul reddito delle società) al 24%, rispetto al 27,5% precedente. Nel pacchetto anche la possibilità di accedere ad una tassazione (Iri) al 24%, anziché la tradizionale Irpef con le aliquote che arrivano fino al 43%, per le attività di piccoli e medi negozianti e per gli artigiani. E ancora azzeramento dell’Irpef agricola per imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti; esenzione totale dei contributi per gli agricoltori under 40 che aprono un’impresa agricola; azzeramento dei costi della garanzia bancaria a favore delle imprese agricole; misure a favore delle carni bovine e della filiera del grano. La misura più attesa è quella dell’azzeramento dell’Irpef che, in aggiunta alla cancellazione di Irap e Imu sui terreni già in vigore, porta il taglio delle tasse per l’agricoltura a 1,3 miliardi di euro in due anni.

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la manovra complessivamente mi sembra ben impostata, apprezzo particolarmente questi aspetti

 

 

 

Il provvedimento stabilisce di intervenire sulle tasse, fissando la riduzione dell’Ires (Imposta sul reddito delle società) al 24%, rispetto al 27,5% precedente. Nel pacchetto anche la possibilità di accedere ad una tassazione (Iri) al 24%, anziché la tradizionale Irpef con le aliquote che arrivano fino al 43%, per le attività di piccoli e medi negozianti e per gli artigiani. E ancora azzeramento dell’Irpef agricola per imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti; esenzione totale dei contributi per gli agricoltori under 40 che aprono un’impresa agricola

 

avrei anche apprezzato una limatura dell'IMU su negozi e capannoni industriali, ma forse non c'erano risorse sufficienti

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Beh no la manovra già così viola l'accordo informale Renzi UE

secondo cui la Commissione avrebbe dato una mano al governo

italiano rinviando l'esame a Dicembre ( cioè dopo il Referendum )

 

Il patto informale stretto nelle scorse settimane con il governo era di consentire una flessibilità fino al 2,2% nel rapporto tra deficit e Pil, anziché fino all'1,8 concordato lo scorso maggio. Circa 6,5 miliardi sottratti al risanamento dei conti contro i 10 inizialmente immaginati da Renzi e gli 8 effettivamente inseriti in Legge di Bilancio sabato scorso. Oltre non si va. E ci si arriva solo se Roma produrrà le prove sulle spese sostenute per migranti e sisma, documenti che in Europa nessuno ha ancora visto e sui quali la Ue nutre qualche dubbio visto che stima queste spese in non più di un miliardo e mezzo, non certo i 4,8 iscritti a bilancio nella manovra. Se il governo cambierà i numeri, tenendo il deficit al 2,2%, dunque, Bruxelles è disposta a tornare al piano A, quello sul quale aveva chiuso l'accordo con Padoan e Renzi: spostare a dicembre il giudizio sulla manovra per non interferire sul referendum, via libera al testo nonostante i dubbi sulle spese affrontate per le circostanze eccezionali e nuovo esame a maggio

 

http://www.repubblica.it/politica/2016/10/17/news/legge_bilancio_ue-149941283/?ref=HRER1-1

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La Stampa

 

Il governo mette l’acceleratore ai bonus per le ristrutturazioni energetiche. Lo sconto del 65% potrà così giungere al 75% della somma spesa se l’intervento riguarda il condominio intero. E in più sempre dall’anno prossimo arriva anche un «sismabonus», uno sconto per gli investimenti effettuati per ridurre il rischio sismico: parte dal 50% e può salire fino addirittura a quota 85% del costo sostenuto. In tutti questi casi, naturalmente, i lavori devono essere documentati con fatture e pagati in forma corretta. 

 

Il vecchio bonus 

Proroga secca di un anno per il «vecchio» bonus del 50% sulle ristrutturazioni di tipo tradizionale: chi rifarà scale, muri interni, solai e cancellate, potrà togliere dall’Irpef il 50% della somma spesa - entro un tetto massimo di 96.000 euro - nell’arco di dieci anni. Stesso discorso per chi acquisterà elettrodomestici di classe energetica A+. Non cambiano le modalità e i criteri di accesso. 

 

L’ecobonus stabilizzato  

Per l’ecobonus lo sconto del 65% verrà stabilizzato per i prossimi cinque anni, fino al 2021. Come in precedenza, i tetti massimi ammissibili di detrazione variano a seconda dell’intervento effettuato, dalla riqualificazione energetica ai pannelli solari, dalla domotica al riscaldamento e condizionamento. 

 

Sconti Eco condomini  

Potrebbero sortire effetti rivoluzionari le nuove regole «premianti», studiate per incentivare condomini interi - non solo, come finora, i proprietari di singoli appartamenti - a fare ristrutturazioni ecologiche. La prima è che la detrazione ora sale dal 65 al 70% se gli interventi riguardano gli «involucri» degli edifici: montando sull’intera struttura dell’edificio tende, infissi, pavimenti e pareti che evitano di sprecare energia, lo sconto sale al 70% dell’importo speso, purché gli interventi incidano su più del 25% della superficie disperdente lorda dell’intero immobile. Si può arrivare a uno sconto Irpef del 75% se dopo i lavori si può comprovare con certificazione il miglioramento della prestazione energetica. In questi casi c’è un tetto di spesa previsto pari a 40mila euro per appartamento. Saranno anche previsti controlli a campione, per contrastare ecoristrutturazioni «finte». Altra novità è la possibilità di cedere il credito fiscale maturato a tutti i potenziali beneficiari, intesi non più solo come imprese che effettuano i lavori ma anche a soggetti terzi. Questo significa che per esempio un’azienda può decidere di anticipare il costo dell’investimento per ristrutturare un condominio, e rifarsi delle spese incassando lo sconto fiscale cui avrebbero diritto i condomini, che magari possono non avere i soldi necessari ai lavori o non avere la capienza fiscale per godere della detrazione. 

 

Sisma bonus variabile  

Era stato annunciato, è arrivato. Parliamo del «Sismabonus», che parte dal 50% dei costi sostenuti (ma può salire fino all’85%) e che è stato finanziato fino al 2021. Lo sconto fiscale sarà riconosciuto sia per le abitazioni sia per le attività produttive entro una spesa massima di 96.000 euro, e potrà essere recuperato spalmandolo sulle dichiarazioni dei redditi dei cinque (e non dieci) anni successivi. I lavori che riceveranno il bonus sono tutti quelli effettuati per adeguare gli immobili alle norme antisismiche, comprese le spese di classificazione e verifica sismica. Lo sconto riguarderà anche seconde case e le attività produttive; potranno richiedere l’agevolazione anche coloro che hanno case che si trovano nella zona sismica 3, quella considerata a rischio moderato, oltre a quelle 1 e 2 definite «ad alta pericolosità», tagliando dunque fuori una parte modesta del territorio nazionale. Anche il «sismabonus» può salire a quota 70 e poi 80%, se gli interventi effettuati migliorano (rispettivamente, di uno o due livelli) la classe di rischio dell’immobile. Se poi gli interventi antisismici interessano l’intero condominio, la detrazione sale rispettivamente al 75 e all’85%. Sarà inoltre possibile cedere la detrazione sulle parti comuni dei condomini a soggetti terzi. 

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Pare -da una intervista di oggi al Corsera- che la finanziaria di Renzi

abbia convinto un Italiano a votare NO al referendum

 

Mario Monti

 

ne ho concluso che votare Sì al referendum significherebbe votare Sì al tenere gli italiani dipendenti da questo tipo di provvidenza dello Stato. Sarebbe un Sì a non mantenere con loro un rapporto da cittadini adulti o maturi nei confronti dello Stato. Da trent'anni mi occupo di metodi di governo, in particolare dell'economia. Quando ne ho avuto l'occasione ho cercato di migliorarli, in Europa e in Italia (...). Partendo da queste premesse, molto diverse da tante altre voci che si sono espresse per il No, a me risulta impossibile dare il mio voto a una Costituzione che contiene alcune cose positive e altre negative, ma che, per essere varata, sembra avere richiesto una ripresa in grande stile di quel metodo di governo che a mio giudizio è il vero responsabile dei mali più gravi dell'Italia: evasione fiscale, corruzione, altissimo debito pubblico

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Approvata la legge contro il caporalato.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-10-18/caporalato-approvate-nuove-norme-punito-anche-datore-lavoro-205359.shtml?uuid=AD1Sy1eB

http://www.corriere.it/economia/16_ottobre_18/ok-legge-contro-caporalato-pene-fino-8-anni-carcere-1cd8b59a-956f-11e6-8f55-24146b53eddf.shtml

http://www.repubblica.it/economia/2016/10/18/news/ddl_caporalato_diventa_legge-150058824/?rss

 

Pene fino ad 8 anni di carcere per chi commette il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro unita a multe fino a 2.000€ per singolo lavoratore reclutato.

Edited by Sbuffo
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L'Espresso

 

Un voto tira l’altro. E se in televisione, tutte le sere, va in onda Armageddon, il Giudizio universale, lo scontro tra il sì al referendum sulla riforma della Costituzione e il fronte del no, nei palazzi della politica si comincia a guardare al giorno dopo, il day after, la tappa successiva: una campagna elettorale lunga un anno, tutto il 2017.

 

«Il 25 marzo 2017, il giorno del vertice dei 27 paesi Ue a Roma, sarà la data spartiacque, cruciale, decisiva», ha detto Matteo Renzi alla Camera il 12 ottobre. Un nuovo passaggio del destino, dopo quello del 4 dicembre che assomiglia sempre di più, nei progetti del premier, alla prima tappa di una lunga corsa più che alla chiusura della partita. Per arrivare in volata al voto politico, a nuove elezioni. Da anticipare rispetto alla scadenza naturale della legislatura prevista per l’inizio del 2018.

 

Nessuno o quasi ne parla. Eppure l’idea che questo scenario sia possibile, anzi, probabile, sembra l’unica consapevolezza comune tra le due anime del Pd, il doppio partito che si combatte e dilania in Parlamento, in largo del Nazareno, nelle piazze e nei convegni. Il referendum del 4 dicembre, visto dall’interno del Pd, serve a dare le carte, vincenti e perdenti.

 

Poi i due fronti si organizzeranno di conseguenza, in vista del vero appuntamento che stabilirà la vita o la morte di un paio di generazioni politiche, il voto con il nuovo assetto istituzionale, in caso di vittoria del sì. O con un sistema politico senza più certezze, in caso di vittoria del no.

 

Chiedere a un renziano se nei calcoli del premier sia messo in conto il voto anticipato nel 2017 significa ottenere la stessa risposta che veniva data quando nel 2013 si domandava delle intenzioni di Renzi verso Enrico Letta: il governo sta lavorando, proseguirà... Eppure il calendario offre a Renzi un allineamento dei pianeti favorevole e irripetibile, un’occasione da non perdere.

 

Alla fine della primavera 2017 si voterà in Francia per il nuovo inquilino dell’Eliseo: l’attuale presidente François Hollande nei sondaggi è dato tra il 10 e il 13 per cento, in testa -almeno al primo turno - c’è Marine Le Pen. In autunno andrà al voto anche la Germania, con Angela Merkel in crescente difficoltà, nel suo partito e nell’elettorato. Con i due maggiori paesi dell’Unione europea in campagna elettorale sono sei mesi di instabilità politica assicurata: per Renzi uno spiraglio per inserirsi da protagonista nel grande gioco europeo, a patto di saperne approfittare. L’eventuale prevalenza del sì al referendum lo consacrerebbe agli occhi della comunità internazionale come uno degli ormai rari governanti in grado di chiedere un voto popolare sulle sue riforme e di vincerlo. Una successiva campagna elettorale lampo, con gli avversari del Movimento 5 Stelle e il centro-destra ancora in fase di riorganizzazione delle truppe, trasformerebbe Renzi nel premier più stabile d’Europa. Capace di riscrivere i rapporti di forza a Bruxelles quando si andrà a negoziare per riscrivere i trattati.

 

Con l’obiettivo di far diventare l’Italia renziana il pilastro della nuova Europa, con la Spagna dei governi all’italiana e l’Inghilterra ormai fuori. Senza la vittoria il 4 dicembre la macchina non si mette in movimento. Ma in caso opposto la tentazione di incassare tutta la posta con un clamoroso rilancio elettorale per Renzi diventerebbe irresistibile.

 

Anche l’altro Pd, quello della minoranza di Pier Luigi Bersani, lacerata tra mille convulsioni, tra il rischio dell’irrilevanza a restare dentro il Pd e quello dell’insignificanza elettorale a cercar fortuna fuori, mette nel conto che nei piani del premier ci siano le elezioni anticipate. L’ex segretario ne parla apertamente: «Se vince il no al referendum», ragiona Bersani, «le elezioni anticipate vengono cancellate dall’agenda: bisogna fare una legge elettorale per il Senato, che a quel punto resterebbe in vita con gli attuali poteri, e riscrivere l’Italicum. Se vince il sì, invece... Non venitemi però a raccontare storie. È un’illusione pensare che Renzi possa vincere il referendum e subito dopo le elezioni».

 

Le incognite sono tante, una in particolare: lo scioglimento anticipato del Parlamento passa dal Quirinale, non si indicono nuove elezioni se non è venuta meno la maggioranza parlamentare e Sergio Mattarella farà rispettare rigorosamente la norma costituzionale. C’è poi la sentenza della Consulta sull’Italicum, attesa per il dopo referendum. Il tam tam dice che i giudici costituzionali si preparano a eliminare la parte della legge elettorale che riguarda i capilista bloccati e le candidature multiple, con un intervento che non richiederebbe un nuovo passaggio in Parlamento. Una bocciatura in blocco della legge renderebbe invece impossibili le elezioni anticipate. Lo stop alle tentazioni di gloria di Renzi. Il 4 dicembre si voterà anche su questo.

Edited by Rotwang
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Renzi definisce "allucinante" il voto all'Unesco sulla risoluzione che non riconosce legami tra Israele e Gerusalemme Est

poi conclude dicendo che "ho chiesto di smetterla con queste posizioni, e se c'è da rompere su questo l'Unità europea, che si rompa pure"

non si sa chi abbia informato Renzi, visto che i 6 paesi che hanno votato contro erano Usa, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Estonia, Olanda

quindi l'unità europea su questo voto non c'è mai stata, e l'Italia avrebbe potuto tranquillamente schierarsi con la Germania e votare contro

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Renzi definisce "allucinante" il voto all'Unesco sulla risoluzione che non riconosce legami tra Israele e Gerusalemme Est

poi conclude dicendo che "ho chiesto di smetterla con queste posizioni, e se c'è da rompere su questo l'Unità europea, che si rompa pure"

non si sa chi abbia informato Renzi, visto che i 6 paesi che hanno votato contro erano Usa, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Estonia, Olanda

quindi l'unità europea su questo voto non c'è mai stata, e l'Italia avrebbe potuto tranquillamente schierarsi con la Germania e votare contro

concordo pienamente

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Trovo molto suggestiva questa ricostruzione dell'Espresso

in base a cui Renzi potrebbe diventare il Pilastro d'Europa

 

Più realisticamente io direi che ci restano 2 Finanziarie alla

scadenza del mandato di Draghi

 

Monti ci fa capire chiaramente che un altra finanaziaria è passata

invano ( anche se secondo me di questo dovremmo dare la colpa

ai nostri presidenti della repubblica che hanno avallato la prassi di

usare le finanziarie a fini elettorali...)

 

Ce ne restano 2, per far ripartire il paese

 

 

 

Renzi definisce "allucinante"

 

Va detto che poi è costretto a spiegare che la decisione italiana è andata "in automatico"

che lui lo ha saputo tardi ( una telefonata di Netanyahu ) che lui pensa sia una decisione

da cambiare....tutto ciò che segue è veramente allucinante

 

Insomma Renzi non sa di far parte del PD, crede di essere stato iscritto al PRI o al Partito Radicale

altrimenti saprebbe che la posizione del suo partito dell'internazionale socialista, del Vaticano e del

PPE e quindi in definitiva del Paese in cui vive, è diversa dalla sua

 

Ignora tutto ciò e decide che è cool dire che è una decisione allucinante fatta per un automatismo

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  • 3 weeks later...

Affaritaliani

Dopo la vittoria trumpiana negli States, gli umori già depressi dei piddini nazionali sembrano aver ricevuto il colpo ferale. L'ipotesi più probabile che corre e che fa tremare i polsi del premier, infatti, è che la coda lunga dell'antipolitica e del populismo, dopo aver toccato il paese più potente del mondo, possa condizionare anche il contesto nazionale, col voto sul referendum del prossimo 4 dicembre.

 

Ma nell'attesa del risultato delle urne, come già anticipato, ci si organizza per il dopo Referendum. Secondo quanto può riferire AffaritalianiGiuliano Pisapia – invitato alla Leopolda, ma poi assente – potrebbe essere in procinto di chiudere l'accordo con Renzi per la costruzione di una sponda di sinistra non dem e non antipremier che rechi soccorso alle urne, prima alle amministrative del 2017 e in seguito, se l'esperimento dovesse funzionare, alle politiche del 2018. In pratica, la replica a livello nazionale del modello SinistraxMilano, dove la discioglienda SEL è di supporto e di stimolo all’amministrazione del renziano Sala. Di certo, non una formazione di oppositori tenaci come vorrebbero invece Fratoianni&Co.

Il 5, 6 e 7 dicembre, infatti – o comunque in una data che si colloca immediatamente dopo il voto - dovrebbe essere lanciata a Milano quella che giornalisticamente chiameremo “La Cosa Rossa 2” (un primo tentativo, naufragato, era stato già avviato dagli stessi interpreti politici due anni fa, come aveva anticipato Affaritaliani ai tempi). Per ora le indiscrezioni riportano di grandi lavori in corso nella costruzione della macchina che vedrebbe coinvolti anche altri partner della sinistra collaborativa con l'attuale governo. 

Si era già parlato del contributo determinante del sindaco di Cagliari Massimo Zedda – uno dei principali interlocutori di Pisapia – e di altri sindaci sul territorio. E a proposito del primo cittadino sardo di SEL, la coalizione di centrosinistra, a livello locale, così come sta accadendo a Milano, sembra spaccata nelle divisioni intestine non solo sul progetto che tenderebbe una mano al governo Renzi in difficoltà, ma anche su un punto delicatissimo su cui anche Pisapia sta riflettendo: esporsi pubblicamente o meno sul Sì al referendum a ridosso dal voto. Ipotesi che provocherebbe parecchi mal di pancia a una nutrita area di sinistra che non accetterebbe un endorsement così marchiato verso la compagine politica del premier, e abbandonerebbe l'idea di partecipare alla nuova formazione pisapiana. 

Lui, intanto, l’avvocato, di ritorno dal viaggio in Africa, dovrebbe sciogliere il nodo del pronunciamento pubblico sul suo voto. Da una parte ci sono alcuni suoi consiglieri che lo “tirano per la giacchetta” affinché dica pubblicamente che vota Sì (perché che lo farà nel segreto dell’urna è sicuro) e faciliti quindi la creazione della Cosa Rossa 2. Dall’altra altri consiglieri lo tirano per la giacchetta perché non dica nulla, ed eviti così ulteriori spaccature a sinistra. Del resto, questi ultimi continuano a ricordargli che già in occasione delle Europee non dichiarò di votare Schultz al posto di Tsipras, quindi non sarebbe neanche una prima volta che nel segreto dell’urna si fa la politica. Di certo, Pisapia sta per tornare, e lo vorrebbe fare non in una posizione da antagonista. Addirittura c’è chi pensa che in caso di vittoria del No, nel caso il premier se la cavasse solo con un rimpasto di governo (e non il ricorso diretto alle urne), l’avvocato Pisapia sarebbe il ministro della Giustizia perfetto. Chissà che cosa ne pensa Orlando, che pure a Milano ha i suoi estimatori…

Edited by Rotwang
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Per renzi se trump alla fine lo ha salutato con un ciao significa che trump conosce l'italia.

 

Io penso piuttosto che trump ha capito che renzi non conosce l'inglese e ha voluto metterlo a suo agio.

Edited by marco7
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privateuniverse

Affaritaliani

 

Secondo quanto può riferire AffaritalianiGiuliano Pisapia – invitato alla Leopolda, ma poi assente – potrebbe essere in procinto di chiudere l'accordo con Renzi per la costruzione di una sponda di sinistra non dem e non antipremier che rechi soccorso alle urne, prima alle amministrative del 2017 e in seguito, se l'esperimento dovesse funzionare, alle politiche del 2018. In pratica, la replica a livello nazionale del modello SinistraxMilano, dove la discioglienda SEL è di supporto e di stimolo all’amministrazione del renziano Sala. Di certo, non una formazione di oppositori tenaci come vorrebbero invece Fratoianni&Co.

Il 5, 6 e 7 dicembre, infatti – o comunque in una data che si colloca immediatamente dopo il voto - dovrebbe essere lanciata a Milano quella che giornalisticamente chiameremo “La Cosa Rossa 2” (un primo tentativo, naufragato, era stato già avviato dagli stessi interpreti politici due anni fa, come aveva anticipato Affaritaliani ai tempi). Per ora le indiscrezioni riportano di grandi lavori in corso nella costruzione della macchina che vedrebbe coinvolti anche altri partner della sinistra collaborativa con l'attuale governo. 

 

Si era già parlato del contributo determinante del sindaco di Cagliari Massimo Zedda – uno dei principali interlocutori di Pisapia – e di altri sindaci sul territorio. E a proposito del primo cittadino sardo di SEL, la coalizione di centrosinistra, a livello locale, così come sta accadendo a Milano, sembra spaccata nelle divisioni intestine non solo sul progetto che tenderebbe una mano al governo Renzi in difficoltà, ma anche su un punto delicatissimo su cui anche Pisapia sta riflettendo: esporsi pubblicamente o meno sul Sì al referendum a ridosso dal voto. Ipotesi che provocherebbe parecchi mal di pancia a una nutrita area di sinistra che non accetterebbe un endorsement così marchiato verso la compagine politica del premier, e abbandonerebbe l'idea di partecipare alla nuova formazione pisapiana. 

 

Lui, intanto, l’avvocato, di ritorno dal viaggio in Africa, dovrebbe sciogliere il nodo del pronunciamento pubblico sul suo voto. Da una parte ci sono alcuni suoi consiglieri che lo “tirano per la giacchetta” affinché dica pubblicamente che vota Sì (perché che lo farà nel segreto dell’urna è sicuro) e faciliti quindi la creazione della Cosa Rossa 2. Dall’altra altri consiglieri lo tirano per la giacchetta perché non dica nulla, ed eviti così ulteriori spaccature a sinistra. Del resto, questi ultimi continuano a ricordargli che già in occasione delle Europee non dichiarò di votare Schultz al posto di Tsipras, quindi non sarebbe neanche una prima volta che nel segreto dell’urna si fa la politica. Di certo, Pisapia sta per tornare, e lo vorrebbe fare non in una posizione da antagonista. Addirittura c’è chi pensa che in caso di vittoria del No, nel caso il premier se la cavasse solo con un rimpasto di governo (e non il ricorso diretto alle urne), l’avvocato Pisapia sarebbe il ministro della Giustizia perfetto.

 

Renzi si prenda pure Pisapia.

 

Non lo seguirà nessuno; così come nessuno seguì gli scissionisti di SEL capitanati da Migliore.

 

I motivo è molto semplice: chi è di sinistra non approva Renzi e, in caso contrario, non ha motivo di militare in una replica in sedicesimo, e sfigata, del PD.

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Intanto notizie positive.   Aumenta il Pil: http://www.repubblic...zona-152034111/   Diminuisce il debito pubblico: http://www.repubblic...mbre-152038566/

 

la diminuzione del debito pubblico è solo una fluttuazione di cash flow, niente di strutturale: il debito da inizio anno è aumentato e nella finanziaria del 2017 è previsto in ulteriore aumento

la crescita è appena al di sotto della media europea, e questo accade nello scenario migliore possibile, con i tassi di interesse tenuti artificialmente bassi dal quantitative easing della BCE, che dovrebbe finire a Marzo 2017

se i tassi cominceranno a salire, cosa che già sta avvenendo dopo l'elezione di Trump, l'Italia si ritroverà entro l'Estate del 2017 in serie difficoltà, con uno scenario simile a quello che costrinse Berlusconi alle dimissioni

a quel punto i tedeschi potrebbero barattare la prosecuzione del QE da parte della BCE con una serie di riforme lacrime e sangue, mettendo sotto tutela l'Italia molto più di quanto non sia già in questo momento

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... con i tassi di interesse tenuti artificialmente bassi dal quantitative easing della BCE, che dovrebbe finire a Marzo 2017

se i tassi cominceranno a salire....

Non preoccuparti che il QE continuera' ancora per un bel po come pure i tassi che non saliranno.

 

Tra un po' (non ricordo quando) drqghi andra' in pensione e poi tutto dipende anche dal suo successore che non simsa chi sara'.

Edited by marco7
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Non preoccuparti che il QE continuera' ancora per un bel po come pure i tassi che non saliranno.

 

lo scenario è complicato perché i tassi negli Stati Uniti sono previsti in risalita: questo vuol dire che i capitali in cerca di rendimenti andranno verso le obbligazioni statunitensi

dunque in Europa, se si manterranno i tassi artificialmente bassi, l'unico compratore delle obbligazioni sovrane (in particolare di quelle con rating più basso) sarà la BCE, e questo vuol dire che la politica italiana si consegna mani e piedi ai "burocrati di Bruxelles" e alla Germania

la Germania in questo momento è contro il prolungamento del QE: potrebbe accettare che venga prolungato, ma vorrà delle contropartite

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No l'inflazione europea e' diversa da quella americana e da quella svizzera.

 

Tipicamente l'inflazione americana e' piu' alta rispetto alla germania e minore di quella italiana (nel passato). Per questo alla fine ci sono gli slittamenti del cambio di valuta negli anni con la lira che si svalutava e il franco svizzero che si rafforza.

 

Il franco svizzero su un periodo di 80 anni ha 2% di inflazione annuo, molto meno del dollaro che sara' sul 5% suppongo.

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Schauble medita l'offensiva giudiziaria contro Draghi....

 

Germania contro Draghi il Governo Merkel volta le spalle

al più prussiano degli Italiani

 

(...)

 

Per due volte nell’arco di un mese il presidente della Bce si è visto costretto a recarsi a Berlino per difendere le proprie scelte. Negli ultimi tempi, all’interno del governo di Angela Merkel e tra gli economisti tedeschi, si sono ingrossate le fila delle voci ostili a Mario Draghi. La materia del contendere riguarda la politica monetaria inaugurata negli ultimi anni sotto il segno del quantitative easing.

 

(...)

 

Per tutta risposta, da Berlino cominciano a partire gli attacchi a Draghi dalla stessa maggioranza di governo. Parlamentari della Csu lo definiscono un “falsario“, reo di stampare carta moneta e alimentare l’inflazione. Anche la Bundesbank, principale azionista di riferimento della Bce, si mette di traverso. La convivenza si fa sempre più difficile e cominciano a trapelare le prime indiscrezioni su presunti dissidi nel board dell’Eurotower. Da allora, esternazioni e critiche diventano una costante, puntuali a ogni giro di vite verso il basso dei tassi d’interesse

 

(...)

 

Ma il nemico numero uno di Mario Draghi è molto più in alto. Si chiama Wolfgang Schäuble. Sullo Spiegel esce la notizia che il ministro delle finanze di Angela Merkel starebbe pensando di procedere per vie legali contro il presidente della Bce e la sua “disinvolta” politica monetaria.

 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/17/germania-contro-draghi-il-governo-merkel-volta-le-spalle-al-piu-prussiano-degli-italiani-per-ragioni-politiche/3189311/

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la BCE apparentemente prosegue con l'idea di prolungare il QE oltre Marzo 2017

 

https://it.finance.yahoo.com/notizie/bce-resoconti-riunione-decider-dicembre-144202755.html

 

ma, tra le pieghe dell'articolo, emerge un altro scenario

 

 

Sebbene nelle attese la Bce dovrebbe prolungare il programma di acquisto asset da 80 miliardi al mese oltre il termine di marzo 2017, la netta risalita dei rendimenti e il rafforzamento del dollaro dopo le elezioni presidenziali Usa questo mese potrebbero complicare il dibattito.

La Bce probabilmente sarà preoccupata della risalita dei rendimenti, in particolare della periferia della zona euro, ma la discesa dell'euro contribuisce alla ripresa dell'inflazione e il rialzo dei prezzi dell'azionario suggerisce come gli investitori stianno scommettendo su una maggiore crescita economica.

 

se prosegue la risalita dei rendimenti delle obbligazioni USA, rafforzata anche dall'annuncio odierno della Yellen di un prossimo incremento dei tassi di interesse americani, forse addirittura a Dicembre,

 

https://it.finance.yahoo.com/notizie/fed-yellen-potrebbe-alzare-tassi-143651382.html

 

l'euro è destinato a deprezzarsi sul dollaro e l'inflazione aumenterà, con conseguente inevitabile incremento dei tassi anche in Europa

il mercato già sconta uno scenario simile e i rendimenti dei titoli pubblici italiani sono in forte tensione, con lo spread che oggi è arrivato a 180

 

https://it.finance.yahoo.com/notizie/lo-spread-tra-btp-e-bund-sale-180-134823830.html;_ylt=ArgSOWPdl_qt6tLsN9MCUkhC361G;_ylu=X3oDMTF0cmlsdXFkBG1pdANGaW5hbmNlIElUIGhvbWUgc3RyZWFtBHBvcwMzNwRzZWMDTWVkaWFCTGlzdE1peGVkTFBDQVRlbXA-;_ylg=X3oDMTBhbGdnY2JkBGxhbmcDaXQtSVQ-;_ylv=3

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Il Sole 24 Ore

 

«O si cambia o se vogliono galleggiare ne trovano altri, si resta con i soliti». Lo dice il premier Matteo Renzi parlando del referendum del 4 dicembre a RTL 102.5. «Ma se qualcuno vuole fare strani pasticci il giorno dopo li fa senza di me. Se i cittadini dicono di No e vogliono un sistema che è quello decrepito che non funziona, io non posso essere quello che si mette d'accordo con gli altri partiti per fare un governo di scopo o un governicchio. Il governo tecnico l'abbiamo avuto più volte e sono salite le tasse». 

 

Renzi: se volete vecchia politica inciuci, riprendetela

Un concetto ribadito nel corso della firma del “Patto per Cagliari”, in Sardegna. «La classe politica sfrutta il 4 dicembre per riprendersi il potere che aveva perso - ha attaccato - Vogliono tornare loro: se volete un sistema di galleggiamenti e inciuci, di rinvio dei problemi, va bene prendete quelli di prima. Amici come prima».

 

Se vince No non resto abbarbicato alla poltrona 
«Io non sono disposto a stare ai giochini della vecchia politica - ha continuato il premier parlando del referendum - io non ce la faccio a restare abbarbicato a una poltrona con il gusto di mantenere la poltrona. Io sto qui se posso cambiare le cose».
 
Il Cavaliere e Grillo accettino confronto
Renzi ha poi rinnovato la sfida al confronto con gli altri leader politici: «A quindici giorni dal voto, ribadisco che mi piacerebbe fare un confronto civile con Silvio Berlusconi e un confronto con Beppe Grillo, che sono i capi dei due partiti principali, insieme a quello che io rappresento» ha detto Renzi, spiegando che «possiamo farlo in radio, in tv: il problema non è dove farlo ma se accettano, ma mi piacerebbe un confronto civile, pacato». «Grillo dice che vuole che io mi confronti con uno più giovane: sono disposto a farlo con il figlio di Casaleggio» ha aggiunto.
 
Italicum cambierà comunque 
«Ormai mi sembra evidente che si fa comunque la legge elettorale nuova, in ogni caso» ha continuato il premier. «Non ci vedo niente di male nell'Italicum perché il ballottaggio mi sembra la cosa più giusta. In Parlamento uno vuole una cosa, uno l'altra, uno le preferenze, uno i collegi che sono una cosa meravigliosa. Ma sia che vinca il Sì, sia che vinca il No la legge va cambiata. Ormai è chiaro. E questo elimina anche il problema del combinato disposto con il referendum».
 
Manovra è buona, rinvio a marzo è consueto 
Parlando delle osservazioni UE sulla legge di bilancio, il premier ha spiegato che «il rinvio a marzo è ormai una consuetudine, è avvenuto anche nel 2016 e nel 2015. Spiace che la politica faccia polemica ma la procedura è sempre la stessa». Renzi ha spiegato che «noi siamo stati dentro i margini ma abbiamo anche liberato risorse per la sanità, per le aree terremotate e per le scuole perché la stabilità europea ci interessa meno della stabilità dei nostri figli, su questo non c'è discussione». E ha aggiunto: «il bilancio italiano è buono, permette di conciliare l'attenzione al debito con la crescita».
 
Rispetto Prodi, ma questa Europa non mi piace 
«Rispetto Prodi, se dice questo avrà i suoi motivi. Ma io non voglio prendere i voti degli euroscettici: noi vogliamo cambiare l'Europa. Noi siamo europeisti convinti per questo non ci piace questa Europa qui» ha detto poi il premier rispondendo - sempre a RTL 102.5 - all'invito di Romano Prodi a non esagerare nelle critiche all'Europa.
 
Rispetto Bersani e D'Alema, ma non è congresso 
Alle domande sulla minoranza PD Renzi risponde che «questo non è il congresso, ne parliamo il 5 dicembre». «Ho grande rispetto per il passato del mio partito, per Bersani, D'Alema - ha aggiunto il premier - ma vorrei evitare di parlare delle polemiche sulla vecchia classe dirigente che magari diventerà la nuova. Questa riforma riguarda il futuro dei miei figli».
Edited by Rotwang
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