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"Ma è davvero necessario?"


AndrasKun

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Spesso mi chiedo il perchè della necessità di fare coming out. A quanto pare per molti è un desiderio irrinunciabile, un segno di distinzione da mettere in evidenza, ma secondo me il dichiararsi gay contribuisce a creare quella cesura con  il resto del mondo, come se ci fosse il mondo "normale" e i gay.....questi esseri alieni che sorprendono genitori e amici quando manifestano il loro pianeta d'origine. Ma perchè solo i gay devono stupire? perchè la sessualità si deve vivere come un peso cosi grande da dover farsi sorreggere da altri? forse il mio è un discorso già fatto molte altre volte.....non sò....ma c'è chi il coming out non riesce proprio a farlo.

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Per non essere vigliacchi, soprattutto.

 

Per poter dire, a testa alta: "Mi hanno fatto una domanda e io non ho mentito"

"Non ho mentito perchè non ho nè paura, nè vergogna"

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Per non essere vigliacchi, soprattutto.

 

Per poter dire, a testa alta: "Mi hanno fatto una domanda e io non ho mentito"

"Non ho mentito perchè non ho nè paura, nè vergogna"

 

Quoto in pieno Almadel.

 

Lo ritengo necessario per la semplice ragione, aggiungerei, di essere sè stessi sempre e comunque, di non voler vivere nella vergogna, nella paura di essere scoperti, nell'imbarazzo.

E poi, per una questione politica: io esisto anche come FINOCCHIO, e non voglio che gli altri pensino che io non esista, e che possano stabilire le cose per me. Io la mia bella faccia ce la metto sempre, anche a costo di venire discriminato.

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Non ho mai parlato di libertà, ma di coraggio.

Forse nessuno è libero, certo qualcuno è coraggioso.

Nè ho parlato di schiavitù, ma di vergogna.

 

Dal Libro Terzo de "La Gaia Scianza" di Friedrich Nietzsche:

 

270: Che cosa dice la tua coscienza? Devi divenire quello che tu sei

 

273: Chi chiami cattivo? Chi mira soltanto a creare vergogna

 

274: Che cosa è per te la cosa più umana? Risparmiare vergogna a qualcuno.

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Non vorrei fare accostamenti esagerati o fuori luogo....io approvo in pieno quanto dite, come potrei non essere d'accordo? ma credo anche che il sentimento di dignità e di non doversi nascondere era proprio anche degli ebrei perseguitati.....eppure si nascondevano e negavano loro stessi....dei gay nella russia di stalin.....ma si nascondevano.....anche loro erano uomini con la stessa dignità di cui parlate, ma dovevano calpestarla quella dignità. Certo oggi in italia non si corrono più questi rischi, ma voi cosa avreste fatto in altre situazioni? avreste mantenuta alta la vostra dignità? oggi non ci sono più i lager .....ma ne sono rimasti altri di lager, ugualmente devastanti, quelli dove ti rinchiude la società, dove ci rinchiudiamo noi stessi.

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il coming out non dovrebbe mai essere una cosa forzata, ma una meta alla quale aspirare si, credo che sia importante. ovviamente c'e' una bella differenza tra chi fa coming out con gli amici o i genitori e chi va sbandierando la propria omosessualita' quasi fosse la cosa sulla quale gira il suo mondo, ma da li a dire che il coming e' inutile ....

sai che bella una vita nell'oscurita', una vita dove tu vai in iro con i tuoi amici  inneggiando alla quantita' di fica che c'era ieri in disco, oppure alle gambe della bionda che hai di fronte.... poi arrivi a casa e ti masturbi davanti alle foto di colin farrel... (va beh..). Una vita di sotterfugi, menzogne del tipo ''vivo con LA miA ragazzA , esco con unA tipA..... che triste.  se poi uno sceglie di essere una povera finocchia frustrata questa e' una liberissima scelta, ma che le ''velate'' adesso si mettano a criticare i modelli di chi dice ''basta me ne fotto della gente'' allora no, non sono d'accordo.

per ultimo, ma non meno importante c'e' l'aspetto della possibilita' vera di fare un eventuale coming out ... non tutti infatti hanno la fortuna di avere una famiglia e degli amici intelligenti.

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E non ne sono morti abbastanza?

Tra roghi cristiani, campi di lavoro inglesi e cubani, lager e gulag, lapidazioni islamiche e botte induiste; non sono bastati?

Qui e adesso possiamo "uscir fuori": non varrebbe la pena di farlo solo per il fatto che non rischiamo di essere perseguitati?

 

Parli di prigioni, ma sai già che sono quelle di cui tu stesso hai evocato intorno a te le sbarre; di cui tu stesso hai le chiavi.

 

Vedi? Io ti sto guardando da FUORI.

Non ti basta?

 

Abbi pazienza per una cosa.

Non c'è fretta di farlo da solo.

Aspetta una persona speciale, perchè non è bello andare in guerra senza nessuno al tuo fianco.

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Guest Morrigan

Ma perchè considerare il coming out una cosa necessaria? Non è necessario, nè da non fare, secondo me. L'importante è vivere la propria sessualità serenamente, possibilmente con accanto una persona che ci ama per quello che siamo. Se poi uno fa una domanda cretina del tipo "ma siete sorelle/fratelli????", e si sente così in diritto di farsi i cavoli tuoi, tu (un tu generico, ovviamente) sei liberissimo di sentirti in diritto di rispondere "no, lei/lui è la mia/o ragazza/o" senza curarti che il deficente che hai di fronte possa scandalizzarsi. Sono episodi che mettono a dura prova, e si è liberissimi di mentire o di dire la verità. L'importante è essere sicuri di se stessi e di stare bene con la propria sessualità.

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Che poeta che sei, Almadel... :look: :look: :asd:

 

Andras, non so cosa avrei fatto al tempo di ebrei o di internati, magari i miei strumenti culturali non sarebbero stati gli stessi.

 

So quello che ho fatto io: per troppi anni mi sono nascosto, ma alla fine ho deciso che la mia felicità non poteva essere sacrificata per quella altrui. Anche a costo di dispiacere qualcuno (nell'immediato, perchè col tempo ero sicuro che le cose sarebbero migliorate): che la mia dignità non era e non è inferiore a quella degli altri; che non potevo stare più in gabbia, parafrasando Alamdel (;)).

 

"...ho passato tanti anni in una gabbia d'oro, sì forse bellissimo, ma sempre in gabbia ero..."

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Ma perchè considerare il coming out una cosa necessaria? Non è necessario, nè da non fare, secondo me. L'importante è vivere la propria sessualità serenamente, possibilmente con accanto una persona che ci ama per quello che siamo. Se poi uno fa una domanda cretina del tipo "ma siete sorelle/fratelli????", e si sente così in diritto di farsi i cavoli tuoi, tu (un tu generico, ovviamente) sei liberissimo di sentirti in diritto di rispondere "no, lei/lui è la mia/o ragazza/o" senza curarti che il deficente che hai di fronte possa scandalizzarsi. Sono episodi che mettono a dura prova, e si è liberissimi di mentire o di dire la verità. L'importante è essere sicuri di se stessi e di stare bene con la propria sessualità.

 

E se te lo chiede tuo padre? Tua madre? Tuo fratello? Tua sorella?

Le persone cui vuoi più bene? Non credi che potrebbero sentirsi ferite del fatto che tu gli abbia nascosto una cosa così importante per te? Io gliel'ho detto anche per questo, per poter condividere con loro la mia gioia.

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Guest Morrigan

Beh....mia madre lo ha saputo per prima, perchè mi sentivo di dirglielo. Mia sorella me lo ha chiesto, e io ho detto la verità. Se mio padre, che cretino non è, me lo chiedesse, direi la verità anche a lui. Non buttiamola sul sentimentale, a volte ai genitori & famiglia fa comodo non sapere, non è detto che TUTTI ci rimangano male perchè non lo hanno saputo prima. Ovviamente ognuno parla in base alle esperienze che ha ed ha avuto, e proprio per questo non ho fatto un discorso personale ma generico, tenendo da conto entrambe le possibilità: dirlo o non dirlo. Il discorso ruota sempre intorno a quello: se ti senti di dirlo, perchè ti fa felice, perchè ti rende orgoglioso, perchè senti di salvaguardare la tua dignità e vari e disparati motivi, dillo. Se non te la senti, non dirlo. Ma affermare che rendere partecipe il mondo della propria omosessualità E' NECESSARIO, oddio, lo trovo assolutamente esagerato  :D

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non è detto che TUTTI ci rimangano male perchè non lo hanno saputo prima.

 

buffo, i miei ci rimarrebbero male TUTTI per averlo saputo!  :D a parte i familiari stretti e più intelligenti... cioè 2... quasi 3 su una decina. credo che lo volesse sapere solo mia sorella da parte mia. gli altri hanno "sopportato" la notizia e a volte nemmeno troppo bene.

 

come ogni cosa, non si può generalizzare...  :D

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Per non essere vigliacchi, soprattutto.

 

Per poter dire, a testa alta: "Mi hanno fatto una domanda e io non ho mentito"

"Non ho mentito perchè non ho nè paura, nè vergogna"

 

Quoto perfettamente u_u

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Il coming out non si fa per vendetta o per stupire le persone ma solo per sentirsi liberi, per pretendere di più.

Il nascondersi va contro di noi, non contro gli altri.

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  • 4 weeks later...

Alle persone cui ho rapporti umani lo dico perché per me è impensabile che in un'amicizia io nasconda una parte così importante del io essere.

 

Agli estranei lo dico - senza forzature - perchè voglio che il mondo cambi in meglio.

 

Credo fermamente che se TUTTI i gay nascosti volessero (potessero) dichiararsi, la nostra visibilità aumenterebbe a tal punto che la gente (e i politici) non potrebbero più ignorarci o bollarci impunemente. Basti vedere quante cose sono cambiate rispetto a vent'anni fa.

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Ognuno è libero di fare ciò che meglio crede della propria vita. Personalmente durante la mia adolescenza l'esigenza di fare coming-out è cresciuta sempre più. Ad un certo punto per me era qualcosa di indispensabile, la voglia di essere finalmente sincero con le persone che amo, di uscire da una vita di menzogne e di sotterfugi. Non capisco chi sostiene che i gay fanno coming-out per esibizionismo. Un eterosessuale non ha bisogno di dire a nessuno "sono etero", perchè viviamo in una società dove quello è il modello dominante, l'unico che genitori, società, scuola, religione ci propongono e ci propugnano. Invece la clandestinità a lungo andare diventa logorante e la necessità di dichiararsi al mondo diventa impellente.

Il coming-out è nel contempo un gesto d'amore e di sano egoismo. E per fortuna è così!

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Onestamente non credo sia una necessità mostrarsi a tutti dicendo ciò che ci piace. Ma credo sia difficile per un omosessuale, che pensa che la 'normalità' sia quella che vive, capire il perché ci si dovrebbe annunciare al mondo. La maggior parte ancora una volta vince e l'eterosessualità è interpretata come il giro antiorario che la terra compie attorno al proprio asse, e quindi come il giusto scorrere delle cose. Ma esiste un piccolo intoppo, un piccolo grumolino che fa vorticosamente cambiare lo scorrere delle cose: l'omosessualità. Credo sia per questo che bisogna che ci presentiamo al mondo per ciò che siamo.

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Ma credo sia difficile per un omosessuale, che pensa che la 'normalità' sia quella che vive, capire il perché ci si dovrebbe annunciare al mondo.

 

Ho la netta impressione che manchi un "non" da qualche parte.  :cry:

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Uno ad un certo punto sente la necessità di dirlo anche perchè altrimenti molto probabilmente lo scoprirebbero, o perchè così può giustificare dei suoi comportamenti che altrimenti non verrebbero compresi

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Ma credo sia difficile per un omosessuale, che pensa che la 'normalità' sia quella che vive, capire il perché ci si dovrebbe annunciare al mondo.

 

Io devo essere un omosessuale stranissimo, perchè io penso che l'omosessualità sia normale, ma capisco perfettamente perchè ho dovuto annunciarlo al mondo.

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Ma io mi sono solo attenuto all'argomento del topic: se fosse o meno necessario doversi annunciare al mondo. D'altronde, se uno pensa che la sua è normalità, perché allora dovrebbe ritenere giusto doverlo dire al mondo? La normalità non dovrebbe essere specificata, o sbaglio?

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Io mi sono dichiarato a mio fratello, perchè lui mi parlava di ragazze.

E' decisamente esibizionista su questo punto, ma non lo faceva per esibizionismo.

Non parlare del proprio orientamento è come non parlare del proprio lavoro, della propria famiglia, dei propri amici. Una cosa impensabile persino nel più superficiale dei rapporti.

 

Se io anche pensassi che la mia famiglia, il mio lavoro e i miei amici siano "normali" (e non lo penso), non vedo perchè dovrei tacerne; concordo in pieno con Rainbow.

 

Caro True_Vampire.

i tuoi amici ti parlano di ragazze? Sì? E perchè lo fanno, se è "normale"?

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Ribadisco che mi sono SOLAMENTE attenuto all'argomento del topic. Sono d'accordissimo con voi che è giusto dirlo, perché è parte di noi; siamo noi! E poi non ho detto che la normalità non debba venire discussa: "i tuoi amici ti parlano di ragazze? Sì? E perchè lo fanno, se è "normale"?".

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Non penso sia necessario sbandierarlo, ecco. Penso piuttosto che, se uno mi dicesse "Ti piacciono i maschi o le femmine?" risponderei semplicemente entrambi. O se mi chiedessero "Perché guardi quel ragazzo?" risponderei "Perché mi piace". Punto. Ma non credo che farò mai un coming out se non sarà strettamente necessario; non perché non voglio mostrarmi agli altri, bensì perché sarebbe inutile sbandierarlo. Diverso è il caso se qualcuno mi dicesse: "Guarda quant'è ricchione quello" e allora mi arrabbierei. Comunque, concludendo, a parer mio No. Non è necessario fare continui coming out.

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c'e' una differenza abissale tra chi sbandiera la propria omosessualita' andando magari per le vie del centro sculettando come una cretina e chi invece nasconde la propria omosessualita' come se fosse la piu' grave delle malattie infettive. anche questa volta mi ritrovo a dare ragione ad Almadel . come si fa a considerare il nostro amico tale quando abbiamo tacciuto circa una parte cosi' intima ed importante di noi? a me sa tanto di comodita' dire ''non mi sembra il caso di sbandierarlo '' oppure dire  a me piacciono tutti e due'' quando sai benissimo che non e' cosi'.

 

un conto e' essere onesti con le persone che si hanno in torno, un altro e' fingere per il quieto vivere .

 

se poi il motivo alla base del fatto di nascondersi e' particolarmete grave , allora caoiscoi e comprendo , ma il coming out deve essere comunque un obiettivo per qualunque gay, ci siamo nascosti per millenni, ora penso che ci siamo un po tutti rotti le palle.

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