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Poli- o pan-sessualità


thomas80

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Caro Hunter,

una definizione non è uno stereotipo.

Io sono gay, ma assomiglio assomiglio assai poco allo stereotipo gay.

Allo stesso modo sono Veneto (mi definisco Veneto), ma non c'entro davvero nulla con lo stereotipo nordorientale. 

Sfuggire agli stereotipi sia come identificazione che come categoria mentale per valutare le persone, è una cosa assai saggia.

Sfuggire alle definizioni lo è assai meno; anche perchè così facendo si rafforza uno stereotipo invece di combatterlo. Come? Se tutte le persone che non si riconoscono in una categoria non si definissero tali per paura dello steretipo (non mi definisco gay poerchè non sono una checca modaiola), vorrebbe dire che non sono sfuggito a questo, ma ne sono rimasto intrappolato e ho insieme contribuito a renderlo più vero.

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Guest Hunter

Capisco bene quello che dici e lo approvo, proprio perchè io stesso ho sempre temuto di definirmi gay perchè, vedendo i cosidetti "stereotipi", mi chiedevo se davvero facevo parte di loro, dal momento che, a parte l'orientamento sessuale, non ci trovavo assolutamente nulla in comune.

 

Di conseguenza, almeno da questo lato, sono cresciuto si senza stereotipi, ma anche senza modelli, e tra le due cose c'è una differenza abissale e probabilmente non è del tutto un bene. Il punto sta proprio nel capire la differenza fra definizione ed etichetta e talvolta è più semplice sfuggire allo stereotipo non definendosi, piuttosto che definirsi e dover poi dimostrare di essere comunque genuini. Non so se mi sono spiegato decentemente! :(

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Quanta verve mi sono perso con l'assenteismo!!!

Vorrei dare la mia opinione, anche se con tutti gli spunti presenti la vedo dura... Cerchero' di iniziare con ordine (illogico, ma con ordine)

Allora, Petrarca: trovo che la tua teoria sia un concentrato assoluto di splendido romanticismo, e nonostante la tua seconda spiegazione contorta non mi trovo comunque d'accordo, specialmente perche', a prescindere dalla monogamia assoluta che mi sembri esprimere, credo che il tuo discorso non elimini assolutamente le "etichette" (o targhe d'automobili), ma bensi le renda piu' forti ancora.

Tutto e' un'etichetta, o perlomeno ha un'etichetta.

Concordo con Almabel sul fattore definizioni e stereotipi, e mi e' piaciuto molto il modo in cui ha esposto il suo parere.

Hunter, credo ti sia spiegato benissimo, ma non penso che uno stereotipo possa in qualche modo essere un modello.

Inizio a pensare, ma non definirsi, non e' un definirsi?

Tutto lavoro inutile?

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Che terreno minato...

Ci sono l'Identità (quello che siamo), lo Stereotipo (quello che gli altri pensano che siamo) e il Modello (quello che vorremmo essere).

Cerchiamo di non confonderci, altrimenti non ne usciamo vivi :ass:

 

Per me è sbagliato rinunciare a definire la propria Identità per paura dello Stereotipo o per la difficoltà che facciamo nel trovare un Modello.

 

Per me la mancanza di un Modello, nel "nostro mondo" in cui non facciamo i conti con quello paterno, può essere un vantaggio per affermare la propria personalità; anche se nei momenti di debolezza può risultare difficile...

 

Caro React,

in genere "chi non vuole una definizione" è già evidentemente "qualcosa".

Se un ragazzo mi facesse questa affermazioni, mi sentirei autorizzato a provarci e a sconsigliarlo alle mie amiche.  :look:

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esatto react! non definirsi è un definirsi, è quello che cercavo di dire con l'esempio dei petali del fiore...ma che tu hai espresso mille volte meglio così...

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visto che i sessi umani sono solo due (magari qualche alieno ne ha tre o quattro... sai che divertimento!), mi sfugge la differenza tra il pansessuale e il bisessuale: se il pansessuale è quello che fa sesso con tutti (pan), allora fa sesso con persone di due sessi ed è un bisessuale... mi sono perso qualche dettaglio importante?

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Guest Hunter

Hunter, credo ti sia spiegato benissimo, ma non penso che uno stereotipo possa in qualche modo essere un modello.

Si, infatti non è quello che ho detto io.

 

Il fatto che uno stereotipo NON sia un modello, non implica che non ci siano persone che purtroppo lo interpretano come tale. Io ho rifiutato gli stereotipi ma non ho trovato identificazione nemmeno in un modello, di conseguenza mi sono dovuto "auto-forgiare" e ho dato sempre piu importanza all'essere piuttosto che al definire. Questo non solo con la mia sessualità ma in generale come persona. Come dice Almadel il forgiare la propria personalità da zero probabilmente è un bene perchè permette di tirare fuori i veri noi stessi, ma sono un pò incerto sul bilancio tra pregi e svantaggi..

 

Quello che ho detto io è che la difficoltà il più delle volte sta nel saper scindere la vera definizione dallo stereotipo e, per come sono fatto IO, spesso preferisco un atteggiamento di superiorità nei confronti dell'argomento, piuttosto che perdere tempo a definirmi davanti a qualcuno che quasi sicuramente mi confonderà con un qualche stereotipo che non mi appartiene. Insomma, io sono io e mi piacciono i maschi, che poi ci sia chi lo chiama gay o in qualche altro modo me ne importa molto relativamente! XD

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Non saprei perche' ora si usa la parola pansessuale, forse perche' bisessuale e' troppo definitiva... (pura ipotesi)

Almadel, ma sei u nfurbone!

Mi dovro' ricordare di questo fattore (dico lo sconsigliare alle amiche e farci un pensiero, non al tuo essere furbone)!

Hunter, beato te che non senti un bisogno di affiliazione! Io ho diciannove anni e ho fatto di tutto per dichiararmi gay e dimostrare che non sono solo questo, e non come molti credono che sia essere gay.

Non mi saprei mostrare al di sopra dell'argomento, mi insegni?

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Guest Hunter

No React e per quanto mi riguarda ho detto la mia ed esco dall'argomento dal momento che mi sorge il dubbio che si travisino le cose volontariamente. A me non interessa dichiararmi (la sessualità è mia e non devo renderne conto a nessuno sentendomi in dovere di enunciarla) e non lo farei nemmeno volendo perchè mi porterebbe soltanto problemi in più a quelli che ho gia, e mi bastano.

 

Purtroppo la mia vita non ruota unicamente al fatto di essere gay e se posso evitare una noia -giustamente, suppongo- la evito, ovviamente fino a quando questo comportamento non va a restringere i miei limiti e la mia libertà. Il mio atteggiamento di (talvolta forzata) superiorità è dovuto al fatto che preferisco impiegare le mie energie per lottare in altri campi in cui probabilmente sono piu necessarie, piuttosto che per far entrare in testa agli altri chi o cosa sono realmente.

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Io sono della generazione S 1956 (sfigati che si sono persi la rivoluzione sessuale e si sono ritrovati negli anni '80 fra yuppie rampanti) Mi ritengo un androgino bisessuale, e non certo perchè mi vergogni di essere gay! Io sono gay, ma non solo. 

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Forse dovrei cambiare avatar, perche' ho l'impressione che mi si risponda sempre come se fossi aggressivo! (risata)

Hunter, non so se ti ho travisato, non credo di averlo fatto, e scherzavo sul fattore insegnami, superiorita' e quant'altro.

Fai le tue scelte, non ti critico per questo.

Ne critico seriamente i "pansessuali".

E cosgrove, io credo nella bisessualita' anche se non sembra.

nella mia prossima vita saro' donna e bisessuale.

(scherzo.)

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Caro Hunter,

quando rivendichi una scelta bada che la tua sia davvero una scelta.

 

Vista da fuori sembra che tu non non sappia come affrontare la cosa con gli altri e che solo DOPO tu abbia trovato motivi che giustificano il tuo comportamento.

 

Non ci sono alternative tra il dichiararsi e il mentire.

Per motivi a me ignoti, ma reali, dal compagno di banco alla zia tutti ci fanno domande sulla nostra sessualità o sulla nostra affettività e non rispondere o "fare il superiore" coincide sempre con il dichiarare insieme la nostra omosessualità e la nostra vergogna.

 

Sono curiosissimo invece di sapere in quali altre questioni ti dedichi; sono stato a lungo un militante gay, ma spesso mi sono chiesto perchè non mi sono dedicato a impegni civili differenti e quale sarebbe stato l'esito.

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Almadel, non credo che essere gay sia un 'lavoro' a tempo pieno. Come te e come tutti nella vita ho anche altre cose a cui pensare e piuttosto che lottare per dichiararmi e farmi accettare dagli altri ho scelto di farlo per altre esigenze in cui prevedevo che i miei sforzi sarebbero stati più proficui. Desideri e situazioni riguardo le quali non mi dilungo perchè non mi pare la sede adatta in cui parlarne.

 

Le ragioni che giustificano il mio comportamento sono quelle che ho detto. Non ho mai avuto problemi ad accettare la mia natura. I problemi sono sorti unicamente nel momento in cui dovevano essere gli altri ad accettarla. Al contrario di come a te sembra, non mi sono mai vergognato di me stesso, anzi, come ho gia detto la mia paura era l'essere scambiato per qualcosa che non sono a causa dei pregiudizi e degli stereotipi che indubbiamente in molte parti d'Italia incidono più che in altre, e quando vivi in un posto dove appena fai un rutto lo sà tutto il vicinato è sempre meglio evitare rogne inutili.

 

Evidentemente sono io che mi esprimo male.. Non ho mai detto che se mi chiedono faccio finta di niente e non rispondo. Ho semplicemente spiegato che fino a non molto tempo fà non mi piaceva definirmi gay per timore che la gente mi associasse ad una checca isterica. Poi, il trovare amici più aperti e liberi da pregiudizi dettati dagli stereotipi, mi ha fatto realizzare che "è stupido negare il giusto nome alle 'cose' quant'anche si tratti dell'orientamento sessuale", come ho detto fin dal primo post.

 

In sostanza, il definirmi più o meno chiaramente dipende dalle persone con le quali ho a che fare. Per i miei genitori gay significa pedofilo o comunque malato, e so che non capirebbero mai, per cui, avendo gia altri "pesi" addosso preferisco evitare di aggiungermene altri. E' una cosa così strana?

 

L'atteggiamento di superiorità non voleva dire "ah io son superiore a tutto, non serve che mi definisca" ma significava solo che, siccome mi rode quando la gente si fa di me idee sbagliate e al contempo non mi piace entrare nei dettagli quando si parla del sottoscritto stando lì a spiegarmi, per ovviare al problema cerco di rispondere il minimo indispensabile per essere lasciato "in pace" ..d'altronde come dicevo anche nella presentazione sono un pò introverso e non amo esternare il mio modo di vivere certe cose e quello che provo. Forse molti lo troveranno stupido, se è così pazienza, ma per l'esperienza che ho io dire "mi piacciono i ragazzi" e dire "sono gay" sono due modi di identificarsi che vengono recepiti in modo leggermente diverso.

 

Forse dovrei cambiare avatar, perche' ho l'impressione che mi si risponda sempre come se fossi aggressivo! (risata)

Hunter, non so se ti ho travisato, non credo di averlo fatto, e scherzavo sul fattore insegnami, superiorita' e quant'altro.

 

React, non sembravi aggressivo, è che, letto in certi toni, più che una battuta quella frase può sembrare uno sfottò e in quei termini non era troppo simpatico! Dunque ti ho travisato un pò anch'io!

 

PS= scusate il romanzo!

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Sono d'accordo con Hunter, nel senso che l'orientamento sessuale non esaurisce l'identità di una persona, al contrario di quello che sembrano pensare certi attivisti sfegatati e i soliti omofobi. Tra l'esibizionismo a tutti i costi e il nascondersi cì'è, credo, una terza opzione che consiste nel rivelarsi se e quando è giusto,opportuno e ragionevole farlo.

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>Per motivi a me ignoti, ma reali, dal compagno di banco alla zia tutti ci fanno domande sulla >nostra sessualità o sulla nostra affettività e non rispondere o "fare il superiore" coincide >sempre con il dichiarare insieme la nostra omosessualità e la nostra vergogna.

 

Non generalizziamo. Esiste anche la riservatezza dietro la quale non c'è la vegogna di essere gay. Io condivido il pensiero di Hunter, mi sembra molto equilibrato e per certi aspetti saggio. 

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Ok, ora chiamatemi pazzo psicotico dalla mentalita' ristretta.

 

A prescindere che ognuno e' perfettamente libero di fare cio' che vuole e che non credo che ci sia un atteggiamento sbagliato, ma personalmente credo che "affrontare" i propri genitori rispetto alla questione della propria sessualita' sia in molti casi una dimostrazione di crescita. Nel senso, ok abbiamo gia' i nostri problemi e andare a cercarcene altri potrebbe essere un'idiozia, ma credo che affrontare la realta' per quale sia almeno con una ristretta cerchia di persone sia sintomo di correttezza, di fiducia e di -si lo credo davvero- coraggio.

 

Non dico che bisogni attaccare l'etichetta su ogni propria azione ne tantomeno con chiunque, ma che ci sono una serie di persone che non dovrebbero esserne all'oscuro. Certo la riservatezza e' un diritto, ma dobbiamo davvero essere riservati con tutti?

 

Non sono ne sarcastico, sbeffeggiante o iroso, sono solo perplesso.

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Visto che sono un "attivista sfegatato" (o almeno lo ero) un po' mi sento implicato malamente nelle parole di Cosgrove.

 

Nessuno ti chiede di essere il frocio del paese, Hunter.

La cosa che volevo dire è che solo dichiarandosi si cambia la mentalità della gente.

 

Se io sono riuscito a dichiararmi è stato perchè altri lo hanno fatto prima di me: è un impegno civile; in alcuni casi eroico, in altri meno, in alcuni casi è un martirio, in altri una banalità.

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credo che "affrontare" i propri genitori rispetto alla questione della propria sessualita' sia in molti casi una dimostrazione di crescita.

Indubbiamente lo sarebbe sopratutto di grande coraggio. E' che nei confronti di due genitori omofobi, prima di dimostrare di essere cresciuto tu, devi in qualche modo far crescere loro. A volte basta il semplice exploit, altre volte servono anni di discussioni estenuanti in cui in modo indiretto cerchi di fargli capire che il rispetto per le persone si misura con un metro differente da quello della sessualità. Per questo per ora io ho scelto i miei 'intimi' a prescindere dalla parentela.

 

Nessuno ti chiede di essere il frocio del paese, Hunter.

La cosa che volevo dire è che solo dichiarandosi si cambia la mentalità della gente.

Credo che sia io che chi sopra ha condiviso il mio pensiero, la pensiamo allo stesso modo tuo: è indubbio che solo lottando si ottiene qualcosa. Un mio amico si è dichiarato e adesso è libero di portarsi il ragazzo in casa. Dopo questo però io non posso più invitarlo in casa mia. Una situazione analoga sta verificandosi con un mio parente. E' che talvolta le cose sono più complicate di così (come se gia non lo fossero abbastanza) e la lotta non si limita solo a dover far accettare i propri gusti. Quello che io sto ribadendo è che la cosa sta nel riconoscere quando lottare è utile e quando invece è controproducente. Non incito a smettere di lottare per mantenere la riservatezza, anche perchè che ci piaccia o no sarà praticamente impossibile, dico solo che in quei casi è meglio adottare certi atteggiamenti meno diretti e più discreti invece che altri.

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>credo che "affrontare" i propri genitori rispetto alla questione della propria sessualita' sia in >molti casi una dimostrazione di crescita.

 

Non c'è dubbio che possa costituire un momento di crescita (come del resto molte altre esperienze nella vita non necessariamente legate ai gusti sessuali), ma non credo sia un passaggio obbligato, molto dipende dal rapporto che si ha coi propri genitori, dal proprio carattere, da quanta centralità e importanza si attribuisce alla sessualità nella nostra vita, eccetera eccetera, i fattori da considerare sono molti che non credo esista una risposta univoca e valida per tutti: c'è chi ha migliorato il rapporto coi propri genitori e chi invece l'ha peggiorato.

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  • 2 months later...
Guest Aleister

Rispondo dopo più di due mesi al topic iniziale.

 

da quando è tutto un brodo, un fritto misto, una grigliata incommestibile di qualcosa che non sai se è carne o pesce?

Capisco che in questo momento va di moda "scegliere di non scegliere", che essere unifornemente bisessuali è liberal-chic...

Ma decidere di non essere, non è solo un modo per farla franca?

 

Queste parole mi hanno un po' infastidito  :D

Io sono bisessuale.

Non sono definibile "né carne e né pesce" solo perché mi piacciono due cose invece che una.

Si capisce? Non è che non so decidermi, non è che "decido di non essere", "scelgo di non scegliere" o altre sciocchezze analoghe.

Io sento ben chiara e forte la mia bisessualità, a che discriminazione devo essere soggetto?

Non mi sarei mai aspettato che i gay, di per sé oggetto di discriminazioni, discriminassero a loro volta, o peggio disconoscessero la bisessualità.

Da quei discorsi sembra che in campo sessuale non mi piaccia niente, mentre è in realtà il contrario: mi piace tutto.

 

Che male faccio? Cosa c'è che fa tanto schifo? Da quello che ho letto  :D mi sento più accettato dagli etero che dagli omosessuali  :kiss:

 

Ah, per quanto riguarda chi lo fa per moda: c'è una bella differenza tra ESSERE bisex e DICHIARARSI tali.

Quindi che ci sia tale moda non significa che "i bisessuali sono tali per moda" giustificando quindi il disprezzo che talvolta sento derivarne.

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Egregio Aleister,non so se in questo forum io ne abbia già parlato; ma vorrei dirti per quale motivo la bisessualità è un argomento tanto spinoso quando si parli con un gay.Lo faccio con lo stesso intento con cui spiegherei a un gay perchè gli etero ce l'hanno con lui; non per giustificare le discriminazioni, intendiamoci.Fondamentalmente il gay cerca una coppia monogama e vede nella bisessualità una condizione in cui questa è impraticabile: vuoi per il tradimento, vuoi per la doppia vita, vuoi per una necessaria insoddisfazione.E' infatti vero che chi si interessa di altri maschi per soli fini sessuali, anzi apprezza nel bisessuale un qualche suo certo fascino "trasgressivo".L'altra cosa che irrita gli omosessuali è rivedere nel sedicente bisessuale una fase iniziale e superata del proprio percorso di auto-accettazione: moltissimi gay si sono definiti (o anche sono stati) bisessuali prima di decidersi gay.Rivedere nell'altro un proprio momento di confusione è irritante, perchè in genere in seguito ce se ne vergogna.Non ci sono molti rimedi a questo ostracismo, ogni ragazzo che si innamorerà di te vorrà che tu gli dica: "sei così meraviglioso che ho capito con te di essere gay, anzi che tu sei l'unico uomo della mia vita" Una frase un po' contraddittoria, ma in fondo...

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questo comportamento..questa paura..del tradimento..dell'isoddisfazione di fondo..non è espresso solo dai gay..anche dalle ragazze etero..dicimo che lo sto scoprendo..e lo capisco in un certo senso..diciamo che m trovo in una situazione abbastanza..come dire..strana..io stesso non riesco a capire bene da che parte sto..mi sono detto bisessuale per ora..ma la cosa può cambiare..e onestamente forse lo spererei..sarebbe più facile..credo che queste paure si possano affrontare..con sincerità..con dialogo..con fiducia..anche perchè..quando si è innamorati di una persona..e dico realmente innamorati..nn parlo solo di piacere o attrazione..si vuole con tutto il cuore lei e lei soltanto..e t può appagare completamente..non si sente per niente che manca qualcosa..assolutamente..(parlo per me almeno)..mi è capitato di sentirmi attratto da un ragazzo e una ragazza contemporaneamente..sono così diversi..e l'essere attratto da uno non esclude il fatto di essere attratto dall'altro..possono dare molto..e cose completamente diverse..sensazioni diverse...che per me non sono mutualmente esclusive..anzi..complementari..però non mi è mai capitato di innamorarmi di 2 persone contemporaneamente..credo sia molto difficile che accada..anche se non impossibile(ho cancellato questa parola in campo sentimentale..non esiste razionalita in questo "mondo"..)..sarebbe però una situazione tremenda da vivere..insoddisfacente..e abbastanza deprimente..detto questo sono convinto che davanti ai sentimenti tutto il resto passi in secondo piano..anche questi stupidi modi di definirsi..quando c'è amore..tutto il resto è superfluo..e con amore intendo anche rispetto e sincerità estrema..in questo caso..in queste situazioni..nulla si può sperare di costruire senza tantissima sincerità e fiducia..sarò un illuso probabilmente..però credo davvero che sia impossibile cercare logica e razionalità nei sentimenti..fanno parte dell'irrazionale..e come tale..tutto può accadere in questo campo..e mi tengo aperto ad ogni possibilità..voglio amare ed essere amato..voglio essere fedele e rispettoso..il mio modo di vivere la "bisessualità" non centra niente con l'avere una doppia vita..voglio che mi si conosca e mi si ami per quello che sono..però ripeto..posso capire tutte le ragioni espresse da te Almadel..sono buone ragioni..però credo che non si debba giudicare una persona in base alla categoria a cui dice di appartenere..o non fidarsi o evitarla..tranquillo so che non lo hai fatto..e che non era quello il succo del discorso..diciamo che lo integro io.. :)BUONE FESTE!

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Guest Aleister

Questa della doppia vita poi la devo capire.Tutta sta gente che associa bisessualità ad infedeltà non capisco su che basi lo faccia. Se sto con una ragazza sto con lei e basta, se sto con un ragazzo idem.La gelosia? Né più né meno che con un etero o con un omo. Non ne è giustificata un quantitativo maggiore, giacché pensare che la probabilità di un possibile tradimento raddoppi è sciocco. Chi non riesce a capire questa cosa così semplice evidentemente merita di bollire nel suo brodo.

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Caro Aleister,la gente che associa bisessualità a "doppia vita" lo evince dalle sue esperienze personali. I ragazzi che si sono dichiarati "bisessuali" con loro evidentemente avevano questo comportamento.Non serve un grande sforzo di empirismo per trovare che la maggior parte dei bisessuali sono ragazzi fidanzati con ragazze che cercano cose che una Lei non può dar loro. Oppure ragazzi che pur avendo un comportamento omosessuale, sperano un giorno di avere una famiglia "normale". La risposta più frequente però è la seguente: "Delle donne mi innamoro, ma mi piace fare sesso con gli uomini"; affermazione che, in genere, manda fuori di senno gli omosessuali. O anche un semplice "Con l'uno o l'altra comunque mi mancherebbe qualcosa" ha il medesimo effetto.Ovviamente ci sono anche ragazzi che se si innamorano di un ragazzo sono gay e se si innamorano di una ragazza sono etero e che si possono definire bisessuali solo quando non sono innamorati di nessuno (non ci si può continuare a considerare onnivori il giorno in cui ci si impegna a essere vegetariani). E ovviamente ci sono anche ragazzi che, all'interno di una coppia aperta, vengono accettati integralmente anche rispetto ad altre pulsioni e pur essendo impegnati con una ragazza hanno rapporti sessuali con i ragazzi (molte ragazze trovano meraviglioso stare con un bisessuale, esattamente come molti ragazzi pensano solo un gran bene del lesbismo delle loro compagne). Io stesso nei casi in cui sono stato con un ragazzo bisessuale non mi sentivo affatto in competizioni con eventuali sue amanti.Visto che sia la Fedeltà sia la Libertà sono due strade difficile da percorrere, il Bisessuale spesso esiste in quel cono d'ombra fatto di doppia vita e tradimenti e, ancora più spesso, viene a questo irrimediabilmente associato (soprattutto da chi non riesce a gestire fino in fondo queste due antitetiche virtù).

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Guest Aleister

Allora è evidente che il non conoscere altri bisessuali mi ha portato a pensare che tutti fossero come me, mentre a quanto mi dici non sarebbe proprio così :kiss: però continuo a pensare che ci vorrebbero un po' meno pregiudizi.

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sì lo penso anche io...e io in effetti di bisessuali non ne ho mai conosciuti...se ci sono certo non credo che si espongano come me o come te...o come pochi altri che ho visto sul sito...mi piacerebbe davvero conoscerne un pò...sapere come la pensano...per vedere se sono c'è qualcun altro che la pensa come me o sono l'unico...

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