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Poli- o pan-sessualità


thomas80

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[modbreak=yrian]Questo topic è risultato dell'unione di due topic ridondanti. Segnalo inoltre i topic correlati: Quando e come vi siete scoperti omosessuali?, Omosessuali si nasce o si diventa?, “Guarire” l’omosessualità?, Omosessualità in natura, Omosessualità repressa, Identità omosessuale, Quanto l’omosessualità influenza la vostra vita?, Diventereste etero?, Bisessualità, Vi siete mai dichiarati bisessuali?, Etichette linguistiche omosessuali, Asessualità.[/modbreak]Riporto un articolo da L'espresso del 9 marzo 2006:Sesso senza confini - La chiamano generazione post-gay: nè omo, nè etero, nè bisex. Sono i teenager americani che flirtano allo stesso modo con maschi e femmine. E alla luce del sole - di Andrea Visconti<New York", che di recente ha dedicato il servizio di copertinaa questi ragazzi che amano definirsi "post-sessuali". Quella di Alair e dei suoi compagni di scuola non è normale sperimentazione adolescenziale, fatta in segreto e con un misto di curiosità e vergogna. Si tratta invece di un modo nuovo di porsi nei confronti della sessualità. E' un misto di esibizionismo e indifferenza che secondo molti di questi ragazzi è il risultato di quello che assorbono dai mass media: sono cresciuti fin da bambini con immagini in televisione di persone dello stesso sesso che si baciano o in atteggiamento intimo. Uno dei programmi televisivi più seguiti dagli adolescenti americani si chiama "O.C." e ha debuttato sulla Fox nell'agosto 2003. Una delle puntate più provocatorie, che Italia Uno ha trasmesso l'8 febbraio scorso in prima serata, è un bacio appassionato fra due ragazze sedicenni, la protagonista Marissa e la sua amica Alex. Sedute una accanta all'altra sul divano a guardare la televisione, finiscono per dare sfogo al loro desiderio con una pulsione sessuale che lascia lo spettatore a domandarsi se dal bacio passeranno a fare altro. Perfino dai cartoni animati dei Simpsoni giovanissimi imparano ad accettare con normalità il bacio fra due persone dello stesso sesso. In un recente episodio intitolato "A proposito di matrimonio", Patty, la sorella di Marge, si innamora di una professionista del golf di nome Veronica. Anche il cinema ha contribuito a diffondere fra gli adolescenti immagini di amore saffico fra giovanissime. Nel film inglese "My Summer of Love", uscito nel 2004, la quindicenne Mona s'innamora di una sua coetanea, Tamsin, e il suo amore viene ricambiato. Il film si ispirava a un romanzo di Helen Cross dallo stesso titolo, pubblicato dalla casa editrice Bloomsbury nel 2001. Influenzati da libri, tv e cartoni animati, gli adolescenti americani si lasciano andare a comportamenti che loro stessi definiscono con una serie di neologismi: "poli-sessuali", "bi-omosex", "etero-flessibili". Ma non si tratta di un fenomeno limitato ai licei più liberal di New York. I dati parlano chiaro: l'11 per cento delle ragazze americane fra i 15 e i 19 anni ammette di avere regolarmente contatti sessuali con persone dello stesso sesso. "Succede anche nella mia scuola", conferma la quindicenne Virginia, che studia in un liceo di Los Angeles: "Megah ha 15 anni e se la fa sia con i maschi che con le femmine. Ma a nessuno importa satabilire se è lesbica oppure se lo fa per posa. Sono fatti suoi e non mi pare che nessuno ce l'abbia con lei.". La diciasettenne Erin, di Washington, è una delle molte studentesse della capitale che non nasconde la sua attrazione sia per i maschi che per le femmine. Trish, a Chicago, racconta che questo fenomeno è abbastanza diffuso nella sua scuola vicino a  Lincoln Park, e Robert, a Miami, afferma che la "pan-sessualità", circola anche nelle grandi città della Florida. Nessuno di questi precoci teenager americani è alla ricerca di rigide categorie o definizioni. Nono sono gay, nè etero, nè bisex. Sono, come dicono loro, "whatever", una parola che raccoglie in sè il senso di totale accettazione e indifferenza rispetto alle scelte altrui, anche nel campo della sessualità. Non nascondono le loro azioni, anzi, sono comportamenti da esibire soprattutto durante i party in case private, quando tutto è permesso. Alair ritiene addirittura che sia "cool", faccia figo, essere indifferentemente fra le braccia di una ragazza o di un ragazzo. Di lei dice un compagno di scuola: "E' carina e fa quello che le pare, e questa caratteristica la rende ancora più attraente". Non sono ragazzi disadattati, nè teenager emarginati dai loro coetanei. Per niente. Questi nuovi giovanissimi americani sono intelligenti, vanno bene a scuola, vanno d'accordo con i genitori e fanno parte di una generazione che si definisce "post-gay", perchè ritengono che non sia la loro sessualità a definirli come persone. Il fenomeno è particolarmente diffuso fra le ragazze, ma con meno frequenza si verifica anche far i maschi, che si baciano e toccano fra di loro in modo provocatorio suscitando così l'interesse delle ragazze. Il sesso orale, per esempio, è diventato un rito di iniziazione sia per i ragazzi che per le ragazze, anche quando è fatto fra adolescenti dello stesso sesso. E' una pratica così diffusa che al liceo Harvard Westlake di Los Angeles il preside ha dovuto mettere qualcuno di guardia alle toilette, dopo le proteste di qualche mamma o papà venuto a sapere.Spesso i tolleranti genitori di questi adolescenti, anche molte madri cresciute in pieni anni di femminismo, fanno fatica a capire. Alla Stuyvesant High School, per esemio, la mamma di Alair non nasconde che preferirebbe che la figlia fosse lesbica oppure interessata solo ai maschi. Quello che la spiazza è la totale indifferenza della figlia rispetto al sesso del suo partner. "Non c'entra niente la bisessualità. Ognuno si sente a proprio agio nel fare quello che vuole", spiega Isabella, di 16 anni, che frequenta una scuola pubblica di Santa Barbara, in California:" Per i miei coetanei non è un tabù. Perfino i miei compagni di scuola più religiosi e conservatori non condannano chi si comporta così. Loro non lo fanno, ma se lo fanno gli altri alzano le spalle e dicono...Whatever". Fatti loro.>>[/i]1. Cosa ne pensate di questa nuova tendenza tutta americana?2. Come vi pare impostato l'articolo?

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LadyVanHelden

si meno paura...ma spero sia una tendenza che rimarrà solo tra i giovani o si rischia di cadere nello squallido e nel poco gusto

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L'articolo è carino' date='si, molto diretto ;O[/quote']

 

 

non intendevo questo, (dato che comq si trata di un articolo riportato e a firma di un professionista), ma se vi pare obiettivo e non di parte (io ho una impressione mia, of course, ma per ora non mi sbilancio..)

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Guest -NakedOnTheSand-

Una tendenza strana e molto intrigante. Mi affascina questo senzo di strafottenza nei confronti del sesso del partner, ma allo stesso tempo credo sia un pò utopica come cosa, e quindi ci credo poco. L'articolo è ben scritto sicuramente e non di parte. Mi pare abbastanza obbiettivo. Poi, non saprei.

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A parte l'articolo in se...(O_o), ma che tono da pseudo-liberal/bigotto...possibile che gli italiani non sappiano fare un articolo senza venarlo di questo sottile rimprovero di fondo? copiate da quello americano, per favore!

 

(nessuno che dica che statisticamente parlando su 580 MILIONI di americani questi gggggiovani saranno lo 0,0000002%..)

 

:rotfl:

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...in sottofondo vedo la volontà di fare della morale...

per esempio la velata critica ai media che mostrano delle scene di intimità omosessuale, in grado di deviare (fa intendere l'autore dell'articolo) i giovani americani verso comportamenti discutibili..

è un po come chi sostiene che legittimare l'unione civile omosessuale corrisponda a delegittimare il matrimonio e la famiglia.

Ciao.

Joel

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Ma che "fenomeno", che "tendenza"... Questo tipo di giornalismo che si spaccia per socio-scientifico e invece è cronaca rosa mi disgusta. Il "caso" non è un "caso": è una montatura di articolisti che mirano a ottenere un effetto scandalistico... per di più ipocritamente, perché traspare evidente la mentalità reazionaria.

 

Vorrei fare alcune considerazioni, per quel che ne so...

L'AMBIGUITA' sessuale (non bisessualità, né polisessualità) fa parte del regolare sviluppo dell'individuo, il quale in seguito generalmente si orienta verso l'eterosessualità, l'omosessualità o la bisessualità (o anche la transessualità, con problematiche connesse).

Il COMPORTAMENTO sessuale è un prodotto di fattori fisiologici e psicologici, quindi, come tale, può risentire della cultura in cui si sviluppa... Della cultura, però, NON della moda: la moda può anche aprirmi la mentalità, farmi dare qualche bacio trasgressivo, magari anche sperimentare sesso alternativo... ma alla fine la componente fisiologica avrà sempre da dire la sua a voce piuttosto alta e mi riporterà a una delle quattro condizioni di cui sopra.

Non facciamoci prendere dall'entusiasmo e dal gusto dell'intrigo. Ben vengano episodi come questo, che contribuiscono a modernizzare il concetto di sessualità, però state attenti: ammettere che si possa diventare bisessuali per moda (e quindi per scelta) significa far crollare tutta la storica impostazione della cultura GLBT, secondo cui - giustamente - (1) non siamo GLBT per scelta, (2) non c'è niente di male ad esserlo, (3) non possiamo "influenzare" gli altri e quindi non costituiamo un pericolo per loro.

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l'articolo è pessimo.

 

la "tendenza" non è per nulla strana. quasi cinque anni fa, quando frequentavo io una high school in USA, c'era già, così come l'ho ritrovata recentemente tra la "pavia bene". la promiscuità sessuale nell'adolescenza è del tutto legittima e il desiderio è sempre esistito. dovrei approfittarne di più...

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Si è liberi di far ciò che si vuole alla fine...anche se un comportamento del genere è un pò da battona per come la vedo io...

Si è liberi di andare con chi si vuole, ma che diamine non è che me ne faccio uno e poi vado con un altro così su due passi.

Magari la mia mentalità è un pò chiusa...

 

Per quanto riguarda l'articolo, concordo con Yrian. Alla fine si tratta di cronaca rosa, o per meglio dire ''La fiera dei cazzi degli altri''...

In fin dei conyi ribadisco, che ognuno è libero di far ciò che vuole...per giusto o sbagòliato che sia...

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Avevo letto l'articolo ed ero certo che, connettendomi qui, l'avrei rivisto... :rotfl:

 

Ridicolo. L'articolo, i personaggi di cui parla, quello che dicono, quello che fanno... Follia. :asd:

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Visto l'articolo ha suscitato in me un certo interesse, coglierei l'occasione per tornare a scrivere qualcosa su queste pagine (era da un pò che mio malgrado mi assentavo).

Che si tratti di cronaca rosa più che di un'indagine sociologica lo si capisce (anche se non è sempre facile delineare la differenza); però, al di la di quale potrebbe essere lo "scopo voluto" dell'articolista, si potrebbe intanto non scandalizzarcisi, e poi fare un uso arbitrario del contenuto del pezzo epurato da i commenti di partenza.

A me è il concetto di moda che non piace. Ma questo non significa che andrebbe fatto necessariamente l'opposto per muoversi in controtendenza e basta. Se si tratta di un comportamento esibizionistico, assume un significato, ma non è detto che una condotta tale non possa poggiare sulla convinzione che in fondo ogni forma di sessualità può essere interessante, e nulla vada escluso e discriminato se non lo si ha sperimentato. Io stesso mi mantengo molto eclettico e preferisco considerarmi pan-sessuale. Ho delle TENDENZE prevalenti, ok, ma non mi precludo e non discrimino.

Sui 3 punti elencati da qualcuno, credo che (1) è intanto importante non essere come ci vorrebbero, ma sforzarsi di sceglier di essere ciò che si è (ed essere coerenti a se stessi comporta in un percorso di scoperta, una probabile variazione di tendenze); (2) in effetti non c'è nulla di male ad essere GLBT, come non c'è nulla di male a considerarsi/essere "OUT" (fuori dalle categorizzazioni); (3) se potenzialmente si può influenzare il prossimo fornendo un esempio, allora ben vengano esempi non preconfezionati. La scelta finale è e rimane individuale.

E qui mi aggancio al discorso CONTESTO. Il contesto è importante perchè delinea i confini all'interno dei quali ci si può muovere senza arrivare a scornarsi col "normalone" o "la minore tolleranza della maggioranza". In un contesto reazionario, essere diversi è periscoloso oltre che difficile. In mezzo a dei libertini che praticano l'amore libero, è tutta un'altra musica!

La sessualità è una componente importante della vita di una persona, che però non deve essere elemento di discriminazione!

 

Per i giovani, non è male abbracciare più che altro una moda (o una filosofia) alla "volemose bene", piuttosto che assumere mentalità da branco che sappiamo a cosa portano! Quindi un applauso a "porcellini" e "porcelline", da parte mia ci sta! ;)

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A quanto pare dovrò modificare il mio nick in "Qualcuno"...

 

(1) Si è come si è, appunto.

In tempi non sospetti avevo scritto: http://www.gayforum.tv/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=1350&start=15

 

(2) Si può essere etero, gaylesbo o trans... Tutto il resto è bisessualità. Non si tratta di una catgorizzazione o di chissà quale pregiudizio. Semplicemente NON CI SONO ALTRE POSSIBILITA'!

Non mettiamoci sempre a fare gli attivisti indignati a tutti i costi: "polisessualità", "pansessualità", eccetera sono solo etichette provocatorie che non hanno alcun riscontro: è sempre bisessualità... magari provvisoria, magari deliberata... ma sempre bisessualità.

 

(3) Avevo scritto anche "ben vengano..." eccetera. Influenzare la mentalità non significa influenzare la sessualità. Un adolescente che mi veda baciare il mio ragazzo per strada di certo dovrà ragionarci su (e reagirà chissà come)... ma di certo, se è etero, non diventerà gay lui stesso solo a causa mia.

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Come si innervosisce yrian quando non viene specificato il suo nick. Daltronde non ho neppure fatto l'errore di attribuire il suo messaggio ad un altro utente, ne tantomeno ho dato una risposta d'impatto alla sua. Bah.. sarà qualcosa di latente...

 

Sul primo punto non mi sento d'aggiungere nulla; sul punto 2, IO ritengo che non esistano gay o etero al 100%, e che colle "etichettature a tutti costi" spesso si fan danni; sul terzo mi vien da dire che non ho sostenuto quanto poi affermato, e che la propria sessualità vada anche "ragionata" nella misura possibile (e gli esempi sono importanti).

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Mah, chi ci conosca entrambi riderebbe di gusto a sentir dire che tra i due quello che si innervosisce sono io.

 

Neppure io amo le etichette, ma GLBT (e ovviamente E) non sono etichette: sono banali categorie. Semplicemente non ce ne sono altre possibili (ce ne sarebbero, in realtà, ma non voglio nominarle): rifiutarle è un atto politico più che legittimo, ma non ha corrispettivi nella realtà.

 

Quanto al discorso sul terzo punto, così come quello confuso su "attribuire il messaggio a un altro utente" e "dare risposte d'impatto", ammetto di non averlo capito nemmeno rileggendo più volte. Non capendo la tesi non posso né condividerla né contrastarla.

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Beh magari io non mi irrigidisco perchè non mi viene riconosciuto il merito di un intervento, ma per cose di una certa serietà che non mi metto a ricordare... E non mi sembra di avere la coda di paglia...

 

Le categorie arrivano a comportare etichettature: sono due concetti indissociabili.

Le etichette servono poco a scoprirsi in fondo simili, ma invece molto a chi arriva a discriminare. Comportano una svalutazione di moltri altri aspetti della persona (per molti "il gay" è soltanto "il gay", e non altro..). E in aggiunta non bastano mai comunque a definire neanche un aspetto di una persona: credo lo sappia anche te, visto ti sei guardato dal citare le altre possibili "caselle"...

Che il rifiutarle (ma anche il metterle del tutto in secondo piano) significhi "essere sconnessi dalla realtà", questo è una TUA personale opinione.

 

Il terzo punto è semplicissimo: Non ho mai affermato che se mi faccio vedere da un adolescente mentre bacio un ragazzo, automaticamente questi diviene gay, MA che il percorso di scoperta della propria sessualità, non è cosa semplice e andrebbe ragionata. Degli esempi concreti possono aiutare in questo.

 

POI seguivano dei ragionamenti sul contesto infatti...

 

C'è altro?

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A parte il discorso "etichette" (che ormai mi sembra abbastanza approfondito e su cui ormai non faremmo che ripetere cose che abbiamo già detto), tutto il resto mi sfugge. Sinceramente stavolta faccio fatica a capire su cosa non siamo d'accordo. Una volta i tuoi ragionamenti erano più delineati.

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Non è fumoso il mio ragionamento, così come non diverge dal tuo se non in alcuni punti sui quali siamo tornati. Tant'è che avrei quasi scelto di quotarti per abbreviare una parte del discorso con il quale mi sono inserito. Poi visto l'argomento mi da interesse, ho voluto esprimermi a parole mie. Ma l'intento NON era contestatorio, bensì di fornire una più personale visione della sessualità.

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  • 5 months later...

Leggevo un articolo. Su "hot".

Mi ha mandato in crisi.

La generazione y (i nati dall'80 al 2mila) tende a non definirsi sessualmente, a essere - in special modo le ragazze - "poli o pansessuale".

Ora, va bene tutto, però... Sarò anche rimasto con la testa nella generazione precedente, ma una simile non-definizione di sè, non è spersonalizzante? voglio dire, io mi definisco gay, definisco i ragazzi che amano le ragazze etero e via dicendo... da quando è tutto un brodo, un fritto misto, una grigliata incommestibile di qualcosa che non sai se è carne o pesce?

Capisco che in questo momento va di moda "scegliere di non scegliere", che essere unifornemente bisessuali è liberal-chic...

Ma decidere di non essere, non è solo un modo per farla franca?

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probabilmente si.

Il rifiutare un etichetta, il definirsi non definendosi (perchè alla fine di questo si tratta) è, forse, un modo per farla franca, ma sopratutto con se stessi.

Quando una definizione che puo' calzare sulla nostra persona si dimostra, per noi, dolorosa (a causa anche della società) è molto piu' semplice non definirsi, non prendere coscienza.

Io lo vedo piu' come un comodo modo di fuggire da alcune problematiche, ma lo vedo anche come una scelta (perchè le definizioni per se stessi si scelgono) sbagliata, che a volte denuncia anche un problema di fondo.

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Problemi di fondo?

ti riferisci alla società omofobica o al fatto che nell'infanzia passiamo più tempo davanti alla tivù che non con (almeno) un genitore?

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per problema di fondo non intendevo nulla di esterno, ma il fatto che, solitamente (e questa convinzione mi viene da studi che ho fatto), quando qualcuno rifiuta di inserirsi in una categoria (qualunque essa sia, anche solo gente a cui piacciono/non piacciono le camelie) c'è la presenza di un disagio interiore, il piu' delle volte senza che se ne sia consci...

Poi, vuoi che derivi dalla società che non accetta, dalla televisione che bolle il cervello o anche, molto piu' semplicemente, dal fatto che il mondo cambia davanti a noi, e neanche tanto lentamente, il problema a livello psicologico rimane. Spesso non darsi una categoria, non inserircisi, signiofica anche non accettarsi pienamente.

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wow. è incredibile, credo sia la prima volta che mi trovo pienamente concorde con qualcuno che esprime la propria opinione.

Praticamente, fosse per me questo post potrebbe anche morire e mi sentirei comunque soddisfatto.

Incredibile.

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Ebbene... sappiate che io segnero' questo giorno sul calendario... Tre persone d'accordo su un topic di spunti e riflessioni è una cosa da festeggiare XD

 

(meglio finire qui l'OT, senno' mi sconocchiano ---> staccano testa  :D)

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Capisco che in questo momento va di moda "scegliere di non scegliere", che essere unifornemente bisessuali è liberal-chic...

Ma decidere di non essere, non è solo un modo per farla franca?

 

Non condivido molto questa analisi. Un bisessuale può amare un uomo o una donna. Perché dovrebbe per lui essere migliore definirsi gay o etero? Non comprendo il motivo.

Se poi qualche gay represso usa il termine bisessuale per nascondere a se stesso la propria omosessualità il discorso cambia, ma non si può dire che un bisessuale non compie delle scelte.

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concordo con tutti quanti....oramai chi ritiene di essere completamente omosessuale ma non vuole accettarlo dice di essere bisessuale che alcuni ritengono meno grave come cosa...quasi fose una brutta malattia...ma è ancor peggio non etichettarsi come dicevate... :P

 

[OT]ma io mi rendo conto di quello che scrivo? :P

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bside, non sto negando l'esistenza della bisessualità (seppur sono davvero poco i bisessuali che ritengo seriamente tali...), la differenza dal dire i "bisessuali non esistono" o "i bisessuali sono meno di quanti dicano di esserlo" è il punto. "che essere unifornemente bisessuali è liberal-chic": come possiamo essere tutti bisessuali? O meglio, come può una precisa generazione di vent'anni definirsi pressochè unifornemente bisessuale?

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