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[Film] Ratatouille


SaintJust

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Appena visto.

Che dire? è geniale, forse uno dei più bei pixar di sempre (ma io non amo moltissimo la pixar in generale).

Divertente, pieno di trovate geniali, finisce (ovviamente) bene ma non è buonista, la cura dei dettagli è al solito maniacale (ma qui lo sembra di più), i topi che squittiscono quando la scena è vista da un umano e che parlano quando è vista da uno di loro è montata in maniera semplicemente geniale... finalmente sento di aver speso 7 euro per uno spettacolo serale in maniera più che degna.

Insomma..

Da vedere.

Decisamente.

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pienamente d'accordo con la collega....

 

film dal ritmo più che buono, con trovate divertenti che movimentano una trama decisamente scontata alla fine, ma mai noiosa vuoi per la caratterizzazione dei personaggi vuoi per la splendida qualità delle animazioni e della ricostruzione degli ambienti.

 

decisamente il pixar che ci voleva dopo cars e chicken little, per tornare sui livelli di nemo e the incredibles.... :roll:

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Per me Ratatouille è uno dei migliori Pixar, se non IL miglior Pixar di sempre (anche se ammetto di dover tappare alcune falle).

L'idea di partenza è geniale, visto che i topi in cucina sono visti come il peggio del peggio, e la realizzazione è stata favolosa. Bellissimo il modo per richerare l'esperienza gustativa. E la cucina come metafora della vita.. aah, che goduria.

Per chi ama cucinare come me c'è ancora più gusto a guardarlo. Ammetto di essere una patita di film sull'argomento, ma questo supera decisamente tutte le mie aspettative.

 

Andate a vederlo tutti (io voglio già tornarci...)

 

Ah, e Chicken Little NON è della Pixar... che fai thomas, mi cadi sulle basi?

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Ratatouille: rinascere con semplicità.

Forse è destino che i topi siano di buon auspicio al mondo dell’animazione, così come Topolino, nel remoto 1928, rappresentò il primo personaggio animato vero e proprio e “Basil l’Invesigatopo” accompagnò la prima applicazione estensiva della computer grafica in un lungometraggio animato, così il piccolo Remi assicura la perfetta fusione tra animazione 2D e 3D animation. Altrettanto veritiero è il parere che, se dai tempi di Toy Story, i film realizzati dalla Pixar hanno sempre avuto scarsi legami con lo Studio Disney, che si limitava a finanziarli e sponsorizzarli, Ratatouille rappresenta il primo film in cui la più classica tradizione disneyana si sposa con la ormai assodata maestria dello Studio Pixar. Di sicuro tale cambiamento è anche dovuto alla recente acquisizione da parte della Disney dello Studio di Emeryville e della recente nomina a capo dello sviluppo creativo della Disney Animation di John Lasseter e fondatore della Pixar stessa, che aveva iniziato la sua carriera proprio nella casa del topo. La vicenda, liberamente ispirata ad un vecchio cortometraggio della Disney (“Il mio amico Beniamino” in cui il piccolo topo Amos incontrava Benjamin Franklin ispirando tutte le sue invenzioni), prende luogo a Parigi, ritratta fotorealisticamente con la cura dei più piccoli dettagli, ma con il rispetto per la magica atmosfera della città sin da quando, dopo una carrellata verticale che sale dalle fogne verso i tetti dei palazzi cittadini, si spalanca sullo schermo con le sue mille luci ( è da notare che Parigi è la prima metropoli europea rappresentata dalla major dopo Sidney ne “Alla Ricerca di Nemo”, il deserto californiano di “Cars” e Mostropoli in “Monsters & Co.”). L’atmosfera calda, dai colori marroni, bianchi e neri, riflette il messaggio del film in favore della tradizione e delle cose semplici e si sposa con un’illuminazione soffusa. Il personaggio protagonista è caratterizzato magnificamente, diviso dall’appartenenza alla sua famiglia d’origine e i suoi sogni di diventare uno chef, apparentemente proibiti ad un topo; il suo magnetismo è pari a quello di Paperino, per l’uguale capacità che ha il lettore di immedesimarsi nei suoi panni (o peli che dir si voglia). La vera protagonista del film è però la cucina: accuratissima infatti la rappresentazione dei diversi cibi (primo tra tutti il pane, venerato come solo in Francia si può fare e mostrato prima di tutti gli altri alimenti). Gli studi di culinaria e nelle cucine di tutto il mondo, nonché il corso accelerato di cucina a cui si è sottoposto il produttore Brad Lewis al French Laundry (uno dei più raffinati ristoranti del Napa Valley), sotto l’attento tutorato dello chef Thomas Keller, sono evidentissimi nella rappresentazione dei cibi. La stessa scelta delle inquadrature in primissimo piano (e che enfatizzano la scelta narrativa di assumere sempre “il punto di vista di un topo”) permette di rappresentare le pietanze con una perfezione e con un fotorealismo mai visti prima. Se l’animazione viene considerata come la fusione di diverse dimensioni che permettano la soddisfazione di diversi sensi, Ratatouille riesce quasi ad aggiungere quella del gusto, che viene addirittura rappresentato più volte nello schermo, tramite forme geometriche che “ballano” su uno sfondo nero. Tale fotorealismo viene controbilanciato dalle forme estremamente stilizzate degli umani: se infatti “Gli Incredibili” (unico altro film che il regista Brad Bird ha realizzato per la Pixar) si caratterizzavano, nella fase degli storyboard e del reel, per una grafica caratteristica dello studio Warner (basta confrontare il personaggio di Flash con il protagonista de “Il Gigante di Ferro”, Hogarth Hughes) in questo caso il recupero della più classica animazione disneyana, che quarantasei anni fa ha portato al successo un film come “La Carica dei 101”, è evidentissima. L’aspetto grafico complessivo è talmente elaborato ed evoluto, basti pensare che il numero di capelli presente nella testa dei protagonisti umani è pari a quello reale, da riuscire nello scopo più difficile per un film in computer grafica, quello di rendere invisibile l’apporto tecnologico. Sempre confrontando la pellicola con “Gli Incredibili” è interessante inoltre vedere l’evoluzione del personaggio femminile; Ellen Parr/Elasticgirl era una persona il cui super-potere di rendersi elastica, si rifletteva nella sua dote di adattabilità a tutte le circostanze e a tutte le persone e se l’invisibilità della figlia Violetta si armonizzava alla perfezione con il suo carattere introverso, ora in Colette vediamo un personaggio intrepido, che sa guidare in prima persona il rapporto con il protagonista Linguini e che denuncia il patriarcato e le regole maschiliste che vigono nel mondo della nouvelle cousine, diventando la prima donna in carriera di un film animato. Quanto a Linguini, terzo personaggio italiano dopo Luigi e Guido di “Cars”, il suo carattere timido ed insicuro si sposa benissimo con quello di Remi, desideroso di nuove scoperte culinarie e instancabile nel raggiungimento dei propri scopi. Interessante anche il legame del roditore con la sua famiglia, che non condivide le sue ispirazioni e dapprima lo relega ad un ruolo di pubblico servizio, ma che dopo ne rispetta i sogni ed è pronta a venire in aiuto del parente, superando antichi stereotipi. Molto interessante lo sviluppo dei personaggi secondari tra cui spiccano Gusteau, la cui magica presenza fa ritornare alla mente i Classici Disney, anche se con i dovuti cambiamenti e il critico Anton Ego, arricchito nella versione originale da una magistrale interpretazione di Peter O’Toole, chiave risolutiva del film e mezzo tramite il quale evitare un finale banale. Deliziosa e perfettamente adatta la colonna sonora di Michael Giacchino che rende ogni scena estremamente raffinata ed entusiasmante, elaborando lo stesso tema, la fantastica canzone “Le Festin”, in modi sempre diversi e sorprendenti. Quest’aura non viene mai interrotta da parolacce, flatulenze o eruttazioni, e la comicità è sempre di classe riuscendo a far ridere adulti e bambini negli stessi momenti. Per quanto riguarda la morale del film il messaggio contro le catene di produzione potrebbe sembrare un controsenso se detto da aziende globali come la Disney o la Pixar, ma il messaggio lanciato dal film è più indirizzato contro la sottomissione della qualità di un azienda ad un guadagno facile e alla banalizzazione del proprio operato. Ancora più importante per le due case di produzione è la frase ripetuta più volte nel corso del film: “Fin quando guardi il passato, come fai a guardare al futuro?”. Questa frase non può che essere di buon auspicio per il futuro e non può che far sperare per il meglio. Walt Disney disse che “tutto è iniziato con un topo”, sarebbe bello un domani poter aggiungere “e tutto è ricominciato con un topo”.

 

Andrea (DaveKawena82) Giglio.

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Dave, le tue recensioni sui film Disney sono sempre un piacere da leggere  :roll:

(sarebbe da affidarti una rubrica per commentarli tutti XD)

 

Spero che chi aveva ancora qualche dubbio se andarlo a vedere o no ora se lo sia chiarito  :P

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Per me Ratatouille è uno dei migliori Pixar, se non IL miglior Pixar di sempre (anche se ammetto di dover tappare alcune falle).

 

:roll:

cosa non hai visto della Pixar cosa?

;)

Sappi che entro le vacanze di Natale dovrai tappare 'ste falle (mi offro di darti una mano XD)

 

Ammetto di essere una patita di film sull'argomento

 

mi chiedevo se lo avresti pubblicamente ammesso... XD

 

Andate a vederlo tutti (io voglio già tornarci...)

 

io voglio andarci T____T

 

Ah, e Chicken Little NON è della Pixar... che fai thomas, mi cadi sulle basi?

 

amen  :love:

che mi fai leggere?  :P

*la Pixar e' uno dei punti fermi della mia vita*

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è più forte di me, non riesco a digerire la nouvelle vogue (si scrive cosi?) che da qualche anno a questa parte porta la Disney a preferire animalacci parlanti e... simpatici (?!) al posto dello stile e della sublimità dei vecchi classici... :roll:

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Ma in molti dei lavori Disney la fanno da padroni gli animali, e anche quando non sono i protagonisti sono sempre lì a fare da spalla... Cosa sarebbe Cenerentola senza i topolini?

Poi questo è un film Pixar... Anche se la Disney ha comprato la casa, non mette becco sulla produzione.

 

@Misato: Mi mancano Toy Story 2, Gli Incredibili e metà di A bug's life  :roll:

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  • 3 weeks later...

Ehm, insomma, vedere una cucina invasa da ratti, sebbene antropomorfi, che maneggiano il tuo cibo non mi sembra la miglior cosa auspicabile.

Voglio dire un conto è vedere Topolino e Minni che "tegamano" un conto un esercito di ratti al cui confronto "Willard ed i topi" è un film da oratorio.

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