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Intelligenza: quanto incide sulle nostre capacità e sul nostro successo negli obiettivi?


lecosechenondici

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lecosechenondici

Non è facile dare una definizione di intelligenza. Eppure diamo quotidianamente una grande importanza a questa variabile e giudichiamo una persona intelligente o meno per i motivi più disparati. Poco tempo fa in chat un utente si rifiutò di scendere dal piedistallo perchè "ho fatto il test d'intelligenza e conosco le mie capacità". Questa affermazione mi ha fatto riflettere molto. Se sei intelligente sei migliore degli altri? In cosa si misura l'essere migliore degli altri? Perchè l'intelligenza deve essere il fattore più importante (o comunque il più rilevante) a detta di alcuni? 

Woodrow Wilson arrivò alla presidenza degli USA (otto anni) e vinse il nobel per la pace tuttavia non sarebbe risultato "intelligente" da un test del QI. Eppure alla presidenza non ci arriva il primo scemo che capita, bisogna comunque avere certe qualità. Che queste siano buone è da discutere, ma una persona che si laurea, consegue un dottorato, ottiene una vittoria schiacciante nella battaglia elettorale per la presidenza del New Jersey e poi per la presidenza degli USA è una persona che supera tanti obiettivi e raggiunge cariche che persone più intelligenti non raggiungono pur volendo. 

Perchè quindi si dà così tanta importanza all'intelligenza? Perchè si dovrebbe correlare alle capacità dell'individuo? Perchè dovrebbe esistere un'associazione che discrimina in base all'intelligenza (Mensa)?

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piú potente dell'intelligenza é la volontà!

conosco tanti caproni riusciti nella vita perchè lo volevano, e tanti intelligenti (nel modo comune d'intendere il termine) che pettinano le bambole perchè non si dedicano a nulla.

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davydenkovic90

l'intelligenza è coraggio lucidato con olio di gomito, dice Aldo Busi.

 

Questa definizione penso che racchiuda tutti i tipi di intelligenza, da quella di un tennista che vince un torneo a quella di uno scienziato che fa una grande scoperta.

Edited by davydenkovic90
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E' praticamente imponderabile, anche perchè cosa dovrebbe racchiudere "l'intelligenza"? E' una cosa talmente generale da essere nebulosa. Il QI in se per me vale quanto una prugna secca, la logica o i calcoli non è l'unica cosa che conta nella vita e alla prima occasione fuori dalla scuola ce ne rendiamo conto subito.

Essere intelligente potrebbe anche essere controproduttivo se ti porta ad un eccesso di analisi e logica non bilanciato da una dose di decisionismo o volontà.

Il caso del presidente Wilson è buono e penso ce ne possano essere innumerevoli; sportivi stupidi ma di successo, politici con importanti cariche che vivono di fumo, esimi studiosi o scrittori che al di la del successo, hanno enormi difficoltà a condurre una vita equilibrata a dispetto dei risultati raggiunti sul lavoro.

Il concetto di intelligenza dovrebbe essere definito solo per alcuni campi cerebrali, altrimenti va a perdere di significato se lo si può adattare a tutto.

E comunque come dice Battiato "potendo poi rinascere cambierei molte cose, un po' di leggerezza e di stupidità (in più)"

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Il segreto del successo non risiede nell'intelligenza, ma nell'abilità del trattare col prossimo.

Quel misto di carisma fatto a capacità di manipolazione discreta nonché di capacità di adattamento e di far propria l'esperienza nell'apprendere qualcosa.

 

L'intelligenza nuda e cruda conta quasi meno di zero per il raggiungimento di determinati traguardi, come ad esempio la carriera o il successo sociale.

 

Altrimenti non si spiegherebbe la quantità di encefalitici che raggiunge vette ogni dove :asd:

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Mah, non mi sembra che Alfano sia particolarmente intelligente, eppure è Ministro degli Esteri di una nazione di sessanta milioni di abitanti.

 

Per avere "successo" nella vita ("successo" in senso calvinista-capitalista di ascesa sociale con ottenimento di potere e denaro) l'intelligenza potrebbe essere anzi un ostacolo non indifferente.

 

Penso che per "avere successo" in senso calvinista-capitalista servano altre doti, o meglio, servono specifici comportamenti: per esempio la mancanza di scrupoli ("non me ne fotte che mia figlia fa la recita dell'asilo, passerò il tempo in ufficio per fatturare"; "non me ne fotte che Gerardo è mio amico, lo scavalco nel concorso interno dell'ospedale anche se lui ambiva a quella posizione per metter su famiglia"; "non me ne fotte se il capo mi umillia davanti a tutti, lo lecco bene così poi dopo potrò pretendere qualcosina in cambio" ecc ecc).


Naturalmente questo è il "successo" intenzionale, poi c'è anche il successo non intenzionale di quelli che "già si trovano lì" ed è qualcun altro che ne favorisce la scalata.

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Se con successo intendete "soldi" il modo migliore è ereditarli.

 

Essere intelligenti aiuta nello studio, ma dovete scegliere qualche facoltà utile.

 

Essere intelligenti aiuta anche se volete darvi alla politica, alla criminalità o alla carriera accademica,

ma in questo caso sono comunque più importanti altre doti sociali.

 

Come è già stato detto la volontà conta più dell'intelligenza

e più di tutto serve quella particolare specie di volontà detta "avidità":

le persone avide trovano sempre un modo per emergere.

 

Se con "successo" intendete invece "soddisfazione personale"

allora non credo che l'intelligenza abbia una qualche rilevanza:

non mi pare che i fruttivendoli siano più infelice dei ricercatori di matematica.

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lecosechenondici

E' praticamente imponderabile, anche perchè cosa dovrebbe racchiudere "l'intelligenza"? E' una cosa talmente generale da essere nebulosa. Il QI in se per me vale quanto una prugna secca, la logica o i calcoli non è l'unica cosa che conta nella vita e alla prima occasione fuori dalla scuola ce ne rendiamo conto subito.

Essere intelligente potrebbe anche essere controproduttivo se ti porta ad un eccesso di analisi e logica non bilanciato da una dose di decisionismo o volontà.

Il caso del presidente Wilson è buono e penso ce ne possano essere innumerevoli; sportivi stupidi ma di successo, politici con importanti cariche che vivono di fumo, esimi studiosi o scrittori che al di la del successo, hanno enormi difficoltà a condurre una vita equilibrata a dispetto dei risultati raggiunti sul lavoro.

Il concetto di intelligenza dovrebbe essere definito solo per alcuni campi cerebrali, altrimenti va a perdere di significato se lo si può adattare a tutto.

E comunque come dice Battiato "potendo poi rinascere cambierei molte cose, un po' di leggerezza e di stupidità (in più)"

In realtà la validità del test del QI dipende dal tipo di test e ce ne sono alcuni molto validi che tengono conto di diversi fattori. Il punto è che ci sono innumerevoli teorie sull'intelligenza, alcune più complete di altre, ma non c'è una definizione precisa. Ma quello che mi dà più fastidio è che la gente ritiene spesso l'intelligenza come discriminante tra chi è meglio o peggio. Ottengo 135 e sono migliore di te che hai ottenuto 98. Sticazzi, chi lo ha deciso?

 

Mah, non mi sembra che Alfano sia particolarmente intelligente, eppure è Ministro degli Esteri di una nazione di sessanta milioni di abitanti.

 

Per avere "successo" nella vita ("successo" in senso calvinista-capitalista di ascesa sociale con ottenimento di potere e denaro) l'intelligenza potrebbe essere anzi un ostacolo non indifferente.

 

Penso che per "avere successo" in senso calvinista-capitalista servano altre doti, o meglio, servono specifici comportamenti: per esempio la mancanza di scrupoli ("non me ne fotte che mia figlia fa la recita dell'asilo, passerò il tempo in ufficio per fatturare"; "non me ne fotte che Gerardo è mio amico, lo scavalco nel concorso interno dell'ospedale anche se lui ambiva a quella posizione per metter su famiglia"; "non me ne fotte se il capo mi umillia davanti a tutti, lo lecco bene così poi dopo potrò pretendere qualcosina in cambio" ecc ecc).

 

Naturalmente questo è il "successo" intenzionale, poi c'è anche il successo non intenzionale di quelli che "già si trovano lì" ed è qualcun altro che ne favorisce la scalata.

In realtà non intendevo così il successo. Intendevo più che altro realizzare gli obiettivi più ambiziosi che ci si pone (nel caso di uno può essere diventare l'erede di Alberto Angela, nel caso di un altro può essere trovare un lavoro stabile, avere tre figli ben educati e istruiti e diventare presidente di un'associazione che si occupa di moffette in difficoltà).

 

Alla fine credo che le risposte alle mie domande dipendono molto da cosa si intende per intelligenza. Secondo Stephen Ceci, per esempio, non esiste una singola intelligenza generale, quanto diverse abilità che dipendono solitamente più dalla nicchia ecologica che dal QI. Quindi per quanto il test di intelligenza possa essere affidabile la sua validità dipende da un'immensa quantità di fattori esterni all'individuo (es: contesto storico, contesto socio-culturale, disponibilità economica, esperienza).

 

Visto che non esiste una singola definizione per intelligenza credo sia inutile usare questo termine perchè è sempre indice di qualcosa di diverso. Credo sia anche inutile discriminare le persone per intelligenza. Che senso ha fare un'associazione di intelligentoni se lo stesso concetto di intelligenza non è ben definito?

 

Se con "successo" intendete invece "soddisfazione personale"

allora non credo che l'intelligenza abbia una qualche rilevanza:

non mi pare che i fruttivendoli siano più infelice dei ricercatori di matematica.

Perchè dare per scontato che il ricercatore sia più intelligente del fruttivendolo? Edited by lecosechenondici
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Woodrow Wilson arrivò alla presidenza degli USA (otto anni) e vinse il nobel per la pace tuttavia non sarebbe risultato "intelligente" da un test del QI. Eppure alla presidenza non ci arriva il primo scemo che capita

ok

allora spiegami Trump

o Bush jr

o Nixon

o Reagan

o Clinton (nel senso di Bill)

eccetera


 

 

Come è già stato detto la volontà conta più dell'intelligenza e più di tutto serve quella particolare specie di volontà detta "avidità": le persone avide trovano sempre un modo per emergere.

forse confondi l'ambizione con l'avidità...

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lecosechenondici

ok

allora spiegami Trump

o Bush jr

o Nixon

o Reagan

o Clinton (nel senso di Bill)

eccetera

Per quanto non li reputi positivi non credo siano i primi scemi che capitano. Se sono arrivati lì evidentemente qualche abilità particolarmente sviluppata la hanno. Mi potrebbe venire in mente, per esempio, una buona retorica usata in modo eticamente scorretto.

Un ipotetico collega di Trump potrebbe avere la stessa ambizione, le stesse idee e un QI più alto ma essere l'ultima ruota del carro del Partito Repubblicano. La mia intenzione era proprio quella di mettere in evidenza come QI alto non voglia dire granchè in fin dei conti.

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Il segreto del successo non risiede nell'intelligenza, ma nell'abilità del trattare col prossimo.

Quel misto di carisma fatto a capacità di manipolazione discreta nonché di capacità di adattamento e di far propria l'esperienza nell'apprendere qualcosa.

 

L'intelligenza nuda e cruda conta quasi meno di zero per il raggiungimento di determinati traguardi, come ad esempio la carriera o il successo sociale.

 

Altrimenti non si spiegherebbe la quantità di encefalitici che raggiunge vette ogni dove :asd:

 

Concordo al 100%! Le abilità sociali (parlo al plurale perché è necessario intercambiarle) sono l'elemento che consente all'intelligenza di sprigionarsi e di venire messa a frutto. L'intelligenza statica e troppo richiusa in sé stessa può divenire addirittura un arma a doppio taglio. Però sto parlando da UdS - Uomo della Strada, non sono un esperto di psicologia, parlo solo in base alla mia limitatata esperienza: magari qualche studio può confortarci in qualche modo (ma mo non me va di mettermi a cercare e spippolare, beccatevi l'opinione e basta).

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non mi pare che i fruttivendoli siano più infelice dei ricercatori di matematica

 

Diciamo che spesso le persone semplicemente cercano di "farsi star bene", di accettare la posizione in cui si trovano/ si sono trovati/ sono stati messi/ sono arrivati sotto proprie o altrui pressioni ecc.. da quì a dire che siano soddisfatti però ce ne passa. 

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Più che come definizione l'intelligenza viene usata per etichettare le persone in base a parametri soggettivi,decisi da altri che credono di essere intelligenti, ma non è detto che lo siano. Non lo stabilisce una laurea o meno, bisogna anche capire le esperienze non solo teoriche ma anche pratiche e la volontà del singolo. Le più grandi scoperte sono state fatte per sbaglio in modo casuale o grazie alla volontà di riuscire a scoprire o inventare qualcosa, come anche le più grandi costruzioni dell'antichità giunte fino a noi.

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A me stupisce che non consideriate la capacità di ''trattare con il prossimo'', di ''socializzare'', ecc. parte dell'intelligenza, o almeno di un tipo di intelligenza (visto che ormai si tende a parlare al plurale in tale ambito).

 

Idem la commistione tra etica-morale e l'intelligenza di un individuo nel giudicare la qualità (o la quantità) della stessa, che trovo molto relativa e difficile da usare senza giudizi troppo ''di parte''.

Edited by Layer
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Mi stupisce leggere così tanti post che commentano questa "intelligenza" che non è stata definita da nessuno. Come si fa a discutere su una cosa se non abbiamo nemmeno concordato cosa sia?

 

Sul pezzo, come sempre, @Layer, che introduce diversi spunti interessanti, basati sui risultati dei più recenti studi sul tema:

- Intelligenza come entità è un concetto obsoleto, oggi si parla di tipi di intelligenza;

- La difficoltà di classificare quanto si è intelligenti rispetto ad altri: come si comparano tipi di intelligenza diversa che portano entrambi ai risultati desiderati dai singoli individui?

 

Quest'ultimo punto si è ormai esteso agli animali in genere, una volta spesso classificati in specie ritenute più o meno intelligenti.

Per esempio i cani hanno una grande intelligenza sociale e, per esempio, se il padrone gli indica quello, tra due oggetti uguali, che contiene il premio con una mano, un piede, un bastone, appoggiandovi una pietra sopra, ecc., il cane è molto abile a interpretare questa comunicazione come un aiuto e spesso fa la scelta corretta.

Le scimmie, invece, di fronte allo stesso esperimento falliscono. Servono decine di ripetizioni perché imparino ad associare il dito puntato con il premio, ma se poi si modifica il segnale si riparte da capo, a differenza del cane. Non hanno questa abilità sociale con l'uomo.

 

Un altro esperimento prevedeva dei tubi tenuti in posizione verticale che portavano i premi inseriti dietro uno di quattro sportelli; il cane sceglieva uno sportello dietro cui sperava fosse caduto il premio. Finché i tubi erano perfettamente verticali, il cane andava sempre nello sportello direttamente sotto il punto da cui era stato lasciato cadere. Ma non appena si cambiava la disposizione dei tubi, in modo che il percorso non fosse più diretto allo sportello più vicino al punto di partenza i cani erano confusi: non riuscivano ad applicare il concetto di connessione e di seguire il percorso continuavano a cercare il premio nello sportello sotto il punto di inserimento del premio.

I corvi, invece, sono molto abili a comprendere le connessioni. L'esperimento analogo era fatto con dei fili al cui termine era legato il premio; il corvo doveva tirare il filo giusto per prendere il premio. Come per i cani, nessun problema quando la disposizione è semplice e basta tirare il filo più vicino alla noce. Però, anche aggiungendo difficoltà e intricando i fili i corvi dimostrano di saper ragionare in termini di "connessioni" ("questo è collegato a quello") e pescano comunque il filo giusto. Insomma i corvi riescono nell'esercizio molto molto meglio dei cani.

 

E quindi la domanda è: sono più intelligenti i cani o le scimmie o i corvi? Si può stilare una classifica? Ha senso farlo?

 

I recenti sviluppi sulla comprensione sono molto interessanti e corredati da esperimenti curiosi e un po' intriganti e, alla fine, propongono una nuova definizione di intelligenza, che a me piace molto. Consiglio a tutti di approfondire l'argomento. Tornerete in questo topic con una prospettiva diversa. :)

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davydenkovic90
basati sui risultati dei più recenti studi sul tema: - Intelligenza come entità è un concetto obsoleto, oggi si parla di tipi di intelligenza;

Mah, veramente non sono proprio così recenti...  che non esista un solo tipo d'intelligenza è una cosa ben nota in psicologia già da molti anni. Francesco Totti è molto più intelligente di tutti noi messi insieme, e non perché ha successo, ma perché è dotato di un'  intelligenza corporeo-cinestetica fuori dal comune

 

E' vero che sopravvive il pregiudizio, solo fra i più attempati, che "essere intelligente" significhi sostanzialmente saper rispondere alle domande che ti fa il professore a scuola. Stile "è intelligente ma non si applica". Cioè, saprebbe potenzialmente rispondere a tutte le domande, ma risponde solo ad alcune perché non apre il libro a casa e non impara le nozioni.

 

Io credo che questo c'entri molto poco con l'intelligenza, anche se forse è una forma di intelligenza applicarsi, affrontare un ostacolo e raggiungere un obiettivo... Ma mi è capitato di conoscere persone che avevano letto il mondo e preso lauree in lettere con 110 e lode che erano le persone meno intelligenti che avessi mai incontrato (e mi riferisco alla loro intelligenza interpersonale, emotiva, logico-deduttiva, e quant'altro). Ma questo non è difficile da capire perché l'università (non in tutte le facoltà, ma in molte purtroppo è così) prevede uno studio quantitativo più che qualitativo. E alla fine esci da lì con 110 e lode perché hai spappagallato cose inutili per 30 esami ma non hai un minimo di senso critico o capacità di ragionare, sia sulla materia stessa che hai studiato sia in altri ambiti della vita.

Edited by davydenkovic90
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Se sei intelligente sei migliore degli altri? In cosa si misura l'essere migliore degli altri? Perchè l'intelligenza deve essere il fattore più importante (o comunque il più rilevante) a detta di alcuni?  [...] Perchè quindi si dà così tanta importanza all'intelligenza? Perchè si dovrebbe correlare alle capacità dell'individuo? Perchè dovrebbe esistere un'associazione che discrimina in base all'intelligenza (Mensa)? 

Mi sembra di sentire quelle persone che fanno la domanda "Le dimensioni quanto contano ?" e che si aspettano la risposta "Le dimensioni non contano, l'importante è come lo si usa".

Ma forse mi sto sbagliando.

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https://it.m.wikipedia.org/wiki/Intelligenza

 

In ambito scolastico si viene spesso additati come intelligenti se si ha buona memoria unita con una buona capacita' per i numeri.

 

L'intelligenza logica senza memoria porta a poco come la memoria senza capire un po' le cose.

 

Questo per l'intelligenza in ambito formativo. La vita poi riserva molte sorprese del tipo che chi fa una buona carriera professionale spesso non era tra i migliori a scuola.

 

Per ricollegarmi al discorso di oscuro: circa 30 anni fa lessi un libro divulgativo di informatica in cui si citava una legge particolare che recita circa:

 

la ram dei computer e i genitali maschili hanno una cosa in comune: tutti dicono che le dimensioni non sono importanti ma in cuor suo nessuno ci credo.

 

In modo simile si dice che la memoria non ha molto a che fare con l'intelligenza ma invece la memoria conta eccome.

Edited by marco7
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che non esista un solo tipo d'intelligenza è una cosa ben nota in psicologia già da molti anni.

Ho l'impressione però, leggendo il tuo post, che tu faccia riferimento a una fantasiosa teoria degli anni '80 sui tipi di intelligenza che non è scientifica né accettata come tale.

 

Gli studi cui accennavo sull'intelligenza degli animali sono relativamente recenti e stanno portando a rifinire la definizione di intelligenza in senso più ampio.

 

Comunque, le risposte a questa discussione sono sconfortanti, in generale, quindi mi fermo qui.

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Comunque, le risposte a questa discussione sono sconfortanti, in generale, quindi mi fermo qui.

E vabbè, dai, perdonaci. È tutta colpa dell'era della post-verità e di Gardner.

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La nostra società è così complessa che per forza di cose, onde creare caos, abbiamo bisogno di incasellare le persone, che ci piaccia o no, o che sia volontario oppure no.

 

Penso sia una questione antropologica in tante società soprattutto in quelle più '' evolute '' che non sono fluide e non lo saranno mai . Anche in paesi meno '' evoluti '' si notano questi incasellamenti, ma di meno, proprio perché il livello di caos sociale è minore.

 

Tutto si misura e si concretizza in un numero, in una categoria , in un genere ed è un fatto imprescindibile contrariamente c'è il caos. 

 

Sicuramente mi sbaglio, ma noto ad esempio in una società come quella Americana, dove ad esempio per accedere a certi tipi di Università per aprirsi futuri migliori occorre essere intelligenti, studiosi, ricchi oppure talentuosi in sport e quindi di primo acchito escludendo una buona fetta di popolazione, ma al contempo è quella che però consente al venditore ambulante di diventare una persona di successo, premiando molto di più il talento, cosa che viene poco ad esempio in Italia, dove se tu ti trovi in quella categoria (volendo o non volendo) starai quasi certo sempre in quella categoria (non è un assoluto ma poco ci manca)

Edited by Andy42
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Giustamente "nessuno si ritiene stupido".

Basterebbe accettare che ci siano persone più intelligenti di noi.

Anche perchè il fatto che ci siano non implica assolutamente che possano minare il nostro orgoglio,anzi,in questo ambiente sociale(sopratutto italiano) sono tutt'altro che invidiabili

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Il QI non misura la "intelligenza". Ma diciamo che posso riconoscere che vi sia una correlazione fra le due cose e andare avanti comunque nel discorso. 

Dunque... parlando da persona che ha sia un QI molto alto (essì, sono stato anche membro Mensa) che, a detta di chi mi circonda, un' "intelligenza" intesa in senso classico parecchio sopra la media, posso dire che nella vita è un grosso vantaggio. C'è gente che dice che chi è intelligente soffre e quindi l'intelligenza fa soffrire, ma non credo affatto che questa cosa sia vera, l'intelligenza è nettamente un vantaggio nella vita, come è un vantaggio la bellezza, come è un vantaggio la buona salute, o il carisma o la forza di carattere eccetera. Essere molto intelligente mi ha permesso di superare agevolmente e rapidamente ostacoli che altri non riescono neanche ad avvicinare. In un certo senso a volte mi sento in debito per avere avuto questo dono, e anche piuttosto sotto pressione perché ho sempre paura di poterlo sprecare. Quindi l'intelligenza aiuta, e parecchio, c'è ben poco da discutere a riguardo.

Semmai è vero però che l'intelligenza, quando è particolarmente elevata, può venire insieme a dei difetti personali che possono causare sofferenza e fallimenti (forse le due cose sono correlate e hanno una causa comune... per esempio io soffro di disturbo bipolare e sono in sospetto di morbo di Asperger); in quel caso l'intelligenza non serve a molto. L'intelligenza è un indubbio vantaggio, ma per andare avanti nella vita bisogna innanzitutto avere carattere, se non c'è quello probabilmente fallirai in ogni obbiettivo. Se ci sono dei particolari difetti caratteriali, comunque, non disperiamo: le pasticche antidepressive servono a quello :asd:

Edited by FreakyFred
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