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Giro di vite sullo streaming


Rotwang

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La Repubblica

 

Il mega sequestro di 152 siti di streaming illegale, di cinema o calcio, segnala l'ingresso in una fase di resa dei conti tra le autorità e la pirateria online, che adesso si manifesta soprattutto sotto forma di streaming, come indicano le stime di Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) e Fimi (Federazione industria musicale italiana). Non è solo questione di quantità di azioni giudiziarie in corso, ma di qualità delle misure repressive. "Quest'ultimo non è soltanto il più grande sequestro mai fatto in Italia, per numero di siti interessati in una singola ordinanza; ma è anche il banco di prova di un nuovo modo che le autorità stanno utilizzando per reprimere il fenomeno", spiega Fulvio Sarzana, avvocato specializzato in materia (e colui che ha dato per primo la notizia del sequestro, sul proprio sito).
"Adesso infatti le autorità mirano a incriminare i gestori dei siti - circa metà di quei 152 sono italiani - non solo per violazione del diritto d'autore; ma anche per reati tributari e di autoriciclaggio, in merito ai proventi pubblicitari di quei siti. Il che è un reato molto più pesante, che prevede fino a otto anni di galera", aggiunge.

Da semplici pirati a criminali di alto livello, da perseguire con tutta la forza delle leggi: è questo il salto di qualità giudiziario che potrebbe fare andare in crisi - per la prima volta davvero - il sistema della pirateria online. Finora il semplice sequestro dei siti non è bastato. AI gestori basta cambiare qualche lettera nel dominio o l'indirizzo IP per rendere il sito di nuovo accessibile a tutti. E il semplice sequestro via Dns (ancora spesso utilizzato dalle autorità) è facilmente aggirabile dagli utenti.

"Il fenomeno della pirateria relativa i contenuti audiovisivi è preoccupante e molto diffuso. La nostra sensazione è quella di una crescita del consumo pirata di contenuti, soprattutto televisivi", conferma Federico Bagnoli Rossi, presidente di Fapav. "Dalle rilevazioni Fapav sui titoli dei nostri Associati emerge come sei film su dieci siano disponibili illegalmente sul web entro il primo week end di programmazione nelle sale. Il 34% dei film è già disponibile online illegalmente addirittura il primo giorno di programmazione nelle sale. Ogni giorno in Italia ci sono 1.239.000 visioni illecite di contenuti audiovisivi".

"Per quanto riguarda i contenuti sportivi in live streaming, il fenomeno è difficile da stimare poiché la messa in onda in diretta rende complicata la quantificazione della violazione che si verifica appunto nell'arco di tempo in cui ha luogo l'evento, non lasciando traccia dello streaming illecito una volta terminato", aggiunge Bagnoli Rossi . "E' a nostro avviso però fondamentale che si intervenga con un blocco congiunto IP e DNS nei confronti di quei siti che violano massivamente il copyright, anche per i blocchi fatti da Agcom (l'Autorità garante delle comunicazioni)", continua. "Inoltre, è assolutamente necessario, che diventi prioritaria la questione relativa alla responsabilità degli intermediari affinché adempiano con diligenza agli obblighi derivanti dal loro incarico e ruolo".
 
La questione degli intermediari rimanda appunto a tutti quei network che tramite la pubblicità portano soldi ai gestori dei siti. "Le autorità, già con quest'ultimo sequestro, a quanto risulta dalla lettura dell'ordinanza, mirano a colpire i siti anche sul fronte economico, oltre che tecnico", dice Sarzana. Significa prendere di mira la catena di valore che fa arrivare soldi dalla pubblicità ai gestori, agendo sulle banche e sugli intermediari; per poi risalire così anche agli intermediari e colpirli con condanne più pesanti di quelle previste per la pirateria. Se gestire un sito pirata porterà più svantaggi che vantaggi ai gestori, il fenomeno tenderà a estinguersi.

Edited by Rotwang
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