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Vite Arcobaleno


RebisRebus

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Intervista molto valida, concordo su quasi tutto, comprendo lottare contro il binarismo di genere e ruoli, non scadendo però nelle teorie Queer e altre idee (il gender fluid ad esempio) nate esclusivamente per contestare e trasgredire una società monistica e repressiva sessualmente, che però ormai sta cessando di esistere (o è già cessata), almeno in Occidente

Edited by Rotwang
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ci sono persone che si considerano genderfluid.

so che questo dà fastidio agli attivisti anziani, e ai loro giovani adepti.

io non sono genderfluid, ma noi chi siamo per giudicare chi si considera di un'identità di genere diversa da M o F?

mi sembra come quando gli anziani del movimento criticavano i bisessuali...

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Capricorno57

 

 

ci sono persone che si considerano genderfluid .. .. noi chi siamo per giudicare chi si considera di un'identità di genere diversa da M o F?
 

Ma, per capire, esistono casi di persone che non dispongono di "attributi" M o F funzionali. 

Sono forse costoro a definirsi genderfluid?

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ehm...ok...l'intervista l'hai letta?

 

sembra che tu faccia confusione tra sesso biologico e identità di genere.

 

se uno ha un "sesso" intermedio, si dice intersessuale. non è una questione identitaria, ma fisica.

 

se una persona (magari con un corpo F , o magari con un corpo M), non si riconosce in un'identità di genere totalmente M o totalmente F, si usa "genderfluid".

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Capricorno57

 

 

l'intervista l'hai letta

 

Sì ma sono una zappa, abbi pazienza gentile Nath, ma trovo l'argomento piuttosto complesso. 

Grazie x la risposta e la condivisione della Tua intervista.

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comunque sono aperto a domande.

mi rendo conto che alcuni concetti sono complessi,e  quindi se vuoi chiedimi pure le definizioni

 

e grazie dell'interesse :)

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penso che ci siano due tipi di genderfluid:

un tipo di genderfluid non si identifica completamente in M o in F, ma si identifica in un terzo genere, o in un mix tra i generi, o in nessun genere, o in entrambi,

ma è un'identità stabile (sebbene non coincidente con il maschile o col femminile)

 

poi immagino che ci siano persone che nella vita hanno periodi in cui si riconoscono nel polo maschile, altri nel polo femminile

 

la domanda è: perchè queste persone infastidicono gli attivisti storici gay, e i loro adepti?

nel senso: se sono così, che disturbo arrecano?

c'è sempre un "cugino povero" da spazzare sotto al pavimento, per risultare credibile?

 

e così il gay si vergogna del bisex, il bisex del transessuale, il transessuale del transgender, il transgender del genderfluid, e l'etero di tutto il trenino prima citato...

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nel senso: se sono così, che disturbo arrecano?

 

Arrecano disturbo teorie che sfumano talmente tanto la sessualità da renderla qualcosa di intercambiabile e mutabile, la sessualità non muta, è innata e se si difendono teorie di questo tipo si dà adito agli omofobi che credono che da un orientamento sessuale si possa "guarire" data la sua intercambiabilità.

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secondo me è sbagliato impostare tutto come se fosse "teorico" e come se non ci fossero dei vissuti.

 

teorica puo' essere la spiegazione della tripartizione di orientamento sessuale, identità di genere, ruolo di genere.

 

ma se una persona ha un'identità di genere oscillante, dobbiamo metterla a tacere, perchè il suo vissuto può "ispirare" chi vorrebbe rieducare tutti ad essere etero e cisgender?

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concordo con rotwang. sfumare troppo i possibili orientamenti e generi serve solo a rendere la faccenda più oscura a chi non se ne è mai preoccupato, e, francamente, rende anche più facile ridicolizzare il tutto.

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io personalmente sono di identità di genere maschile e stabile,

ma non mi interessa screditare nè chi ha un'identità non binaria, nè chi ha un'identità variabile nel tempo

 

penso che il fatto che qualcuno ha un'identità variabile nel tempo sia una ferita aperta del mondo gay "tradizionale",

cosi' tanto che questo post NON citava assolutamente chi varia polarità di identità nel tempo,

ma è stato tirato in mezzo l'argomento

 

anche l'esistenza dei bisessuali potrebbe "ispirare" i riparatori, ma questo non significa che dobbiamo spazzare anche loro

sotto al tappeto

 

altrimenti l'attivismo per i diritti li garantirà solo a chi è gay al 100%, oppure , non so, ai trans e alle trans operati/e.

 

e ci sarà sempre diffidenza e disprezzo per persone che hanno orientamenti sessuali intermedi, e identità di genere intermedie

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Chi si arrocca queste posizioni non si dimostra meno fanatico delle Sentinelle in Piedi. Si nasce gay, etero, bisex, trans, uomo, donna, intersex, pansex, asex e quello che vuoi Nath, ma non venirmi a dire che esiste un "orientamento" che prevede di sentirsi come capita come il genderfluid, perché è una cagata pazzesca.

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io ho un'altra domanda dentro il mio cuor :

 

se l'argomento genderfluid NON era assolutamente toccato nell'intervista (non ho proprio neanche citato le persone che hanno identità di genere altalenante),

perché hai sentito l'esigenza di parlarne in questo topic?
e poi di insistere a parlarne anche quando ho chiarito che l'intervista non ne parla?

 

ferita aperta?

io semplicemente ti ho detto che non giudico i vissuti altrui.

 

anche perché visto che è una realtà di fatto che esistono persone così (non sono io così, ne ho amici così ma esistono),

cosa vorresti fare? sottoporli a terapie per fargli ottenere un'identità stabile?

Possiamo aprire un topic a parte? la questione genderfluid proprio non c'entra nulla con l'intervista

e non vorrei che chi ci leggesse (senza aver letto l'intervista) possa pensarlo

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io ho un'altra domanda dentro il mio cuor :

 

se l'argomento genderfluid NON era assolutamente toccato nell'intervista (non ho proprio neanche citato le persone che hanno identità di genere altalenante),

perché hai sentito l'esigenza di parlarne in questo topic?

e poi di insistere a parlarne anche quando ho chiarito che l'intervista non ne parla?

 

ferita aperta?

 

io semplicemente ti ho detto che non giudico i vissuti altrui.

 

anche perché visto che è una realtà di fatto che esistono persone così (non sono io così, ne ho amici così ma esistono),

cosa vorresti fare? sottoporli a terapie per fargli ottenere un'identità stabile?

 

Possiamo aprire un topic a parte? la questione genderfluid proprio non c'entra nulla con l'intervista

e non vorrei che chi ci leggesse (senza aver letto l'intervista) possa pensarlo

 

Veramente è lontanamente citato il genderfluid e ho detto di essere d'accordo su tutto tranne che su questo. Ferita aperta? Ma sei sempre così acido con tutti quelli che esprimono giudizi lontanamente diversi dal tuo? Siete i primi a lottare e denunciare le etichette, la vostra etichetta primaria è la non-etichetta, un nuovo nazismo. Io non giudico i vissuti altrui, giudico i termini. E dalla mia risposta hai aperto un nuovo dibattito polemico perché non sono te.

Edited by Rotwang
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si ma poi ho capito che tu intendi appunto un'altalenanza temporale, di cui non si parla nell'articolo

 

non sono ostile con chi ha idee diverse, ma siccome tutto questo discorso è fuoritema, proponevo di aprire un nuovo topic

 

è come se io aprissi un topic sui cinesi e alla fine si trasformasse in una polemica su quanto sono stronzi i canadesi.

a prescindere che io sia d'accordo...parliamone in un luogo apposito :)

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p.s.

 

la cosa che mi fa sorridere di te e che , come i reazionari, usi un "noi/voi"

 

una dicotomia che non ha senso. chi saremmo "noi"?

 

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L'intervista è bellissima, il contenuto è niente che di più completo ho potuto leggere su questo argomento sino ad ora.

La libertà di una persona di essere se stessa è così semplice quanto terribilmente costosa (soldi, vite umane, vita del pianeta stesso) per una società che, se tutti smettessimo di credere in cose che non esistono, crollerebbe come un castello di carte (la quale a mio avviso è). Ecco perchè certe istituzioni di enorme peso socio-culturale insistono ferocemente sulla non-libertà della persona di essere se stessa, a 360°.

Edited by Amodeus
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Leggendo le varie risposte al topic vi pongo un quesito: amate il prossimo vostro come voi stessi?

Amare/si e rispettare/si, e finirebbe in un istante il ciclo infinito distrattivo "cane mangia cane".

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so che questo dà fastidio agli attivisti anziani, e ai loro giovani adepti

 

Beh insomma, su questo ti devo correggere

 

Darà fastidio a Dall'Orto, che è del 1958 non avrebbe dato fastidio a Mieli

che era del 1952...solo che si è suicidato nel 1983, quindi non sappiamo cosa

direbbe lui nel 2015

 

La tua lettura "anagrafica" va smontata e contestualizzata alla storia lgbt

 

C'è stata una fase rivoluzionaria ( 1969-1984 ) in cui le cose che dici sarebbero

state apprezzate ed una successiva fase più identitaria ( anche se per certi versi sono

due tendenze compresenti in ogni fase storica, basti pensare al movimento queercore

di Bruce la Bruce, che si sviluppa negli anni '80 o alla queer theory post foucault già citata )

 

In particolare Dall'Orto lotta da una vita con i "non-mi-definisco" o con la tendenza

italiana degli omosessuali a non voler costruire una propria identità, quindi devi comprendere

che ha sviluppato una forma di idiosincrasia verso ogni forma o concetto di "fluidità"

 

Il problema è drammaticamente reale, non lo ridimensionerei a questione settaria

o di "adepti"

 

L'intervista è comunque interessante e valida, complimenti!

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premettendo che (devo ripeterlo sempre perché ogni due per tre mi scambiano per queer, genderfluid, genderqueer...)

io sono di identità stabile (sempre maschile) e binaria (sempre maschile),

e che al limite rifletto sul non binarismo dei RUOLI di genere (cosa diversa da identità di genere):

 

la persona genderqueer è una che si definisce di un terzo genere, nessun genere, entrambi i generi etc etc ,

ma non mi sembra che non si definisca. si definisce ALTRO rispetto a M o F, ma SI DEFINISCE

 

lo stesso è per la persona genderfluid, ovvero SI DEFINISCE come una persona dall'identità di genere cangiante nel tempo

 

diversi sono quei personaggi un po' picareschi (del mondo gay o del mondo lesbico) che non si definiscono transgender (piu che altro per transfobia

o perchè la loro idea di trans è il povero nato nel corpo sbagliato o addirittura il viados squattrinato e drogato),

ma, alludendo che portano anche una tematica di identità di genere (non ben definendo se è una tematica di ruolo o identità, in realtà),

preferiscono NON definirsi nè gay/lesb, nè T.
Penso che gli attivisti anziani odino questi personaggi, ma penso che cio' accada perchè sono comunque "figli" del mondo omosessuale,

ma si presentano in modo ambiguo in modo "cattedratico", giustificando la loro ambiguità di definizione alludendo a tizio o caio filosofo,

o con slogan tipo "dddefinirsi è mpo' come lllimitarsi"

 

ma questi personaggi non c'entrano, necessariamente, con chi è dichiaratamente genderqueer o genderfluid.

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Arrecano disturbo teorie che sfumano talmente tanto la sessualità da renderla qualcosa di intercambiabile e mutabile, la sessualità non muta, è innata e se si difendono teorie di questo tipo si dà adito agli omofobi che credono che da un orientamento sessuale si possa "guarire" data la sua intercambiabilità.

 

Su questo sono d'accordo con te. Ma non dobbiamo giustificarci di fronte alla società con la motivazione che siamo nati così. Cioè che siamo nati omosessuali. Quello che la società non ha ancora capito è che è giusto che un uomo ami un altro uomo indipendentemente dal fatto che sia nato gay o che lo sia diventato a 40 o 50 anni.

Sempre che io non lo violenti. LOL

 

Tutte queste teorie fanno fare un sacco di confusione. Bisognerebbe fare un dizionario apposito! LOL

Edited by ginko
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il problema di "nato o diventato" è fastidioso , perchè fa ragionamenti tipici della ricerca della causa di una malattie

 

comunque è un errore anche parlare di "teorie", perchè toglie oggettività a un dato oggettivo: i nostri vissuti

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