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L'importanza della salute mentale


Rotwang

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Posto un articolo che parla della necessità di cure e percorsi per la salute mentale, ancora scarsi o isolati in una società postindustriale e postmoderna sempre più soggetta, ad esempio, a depressione.  

 

 

Il Positivismo

 

Laura Guarina

 

Cosa si cela dietro la paura?

La salute mentale è parte integrante del sistema di salute e benessere, come recita la definizione di salute nella Costituzione della World Health Organization (WHO): “La salute è uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale, e non solo l’assenza di malattia o infermità”. Il benessere psichico, come altri aspetti della salute, può essere minato da uno spettro di fattori socioeconomici di cui bisogna tener conto quando si pianificano strategie di prevenzione, trattamento e recupero. La salute mentale è e deve essere parte integrante del Sistema Sanitario e dei provvedimenti sociali, ma ha sempre ricevuto scarsa attenzione dai politici e dalla società in generale. I disturbi psichici non vengono considerati malattie alla pari delle altre, per diversi motivi, prevalentemente legati al modo in cui queste venivano trattate fino a pochi decenni addietro. Se pensiamo agli istituti psichiatrici e di infermità mentale, al timore che le persone affette spesso incutono sulla gente che non “comprende” certi comportamenti, anche pericolosi, non è difficile capire perché l’opinione pubblica cerchi di nascondere il più possibile ed ignorare i problemi di salute mentale. Si cerca di considerarle malattie di serie B. Eppure, le malattie mentali addossano ai Paesi di tutto il mondo un fardello enorme, che rappresenta un crescente ostacolo al loro sviluppo.

 

I costi diretti e quelli causati dalle mancate cure

Questo fardello non è solo da considerarsi in termini di salute, ma anche economici. Nel 2010, il costo globale delle malattie mentali era stimato essere di circa 2.5 trilioni di dollari; entro il 2030, le proiezioni mostrano un aumento del 240%. Nel 2010, il 54% dei costi erano a carico dei paesi a basso e medio reddito; entro il 2030, ci si aspetta che la percentuale raggiunga il 58%. La stragrande maggioranza –circa due terzi– di questi costi sono correlati solo indirettamente alla salute mentale, essendo questi attribuibili a malattie o invalidità che hanno come conseguenza la perdita di risorse (in diversi settori) ma che non coinvolgono costi diretti correlati alla malattia. Ciò include la mancanza di produttività dovuta alla disoccupazione, assenze da lavoro per malattia o mortalità prematura. Le persone affette da malattie mentali sono più soggette a problematiche di tipo fisico, ad esempio pazienti con schizofrenia o depressione maggiore hanno dal 40 al 60% di possibilità in più di morire prematuramente a causa di problemi fisici che spesso rimangono incurati (come cancro, malattie cardiovascolari, diabete ecc.). Da non sottovalutare è anche il suicidio, la seconda causa di morte tra i giovani di tutto il mondo. Inoltre, i disturbi psichiatrici spesso colpiscono pazienti già affetti da malattie gravi e difficili da affrontare, aumentando così la gravità delle loro condizioni di salute.

 

Povertà, crisi migratorie e salute mentale

Esistono evidenze in merito al fatto che le condizioni sociali associate alla povertà creino stress e facilitino le malattie mentali, e che l’instabilità lavorativa e i costi di salute associati a queste possano ridurre alcuni in povertà: questo circolo vizioso crea un vortice che conduce all’aumento di entrambi. Diversi studi recenti nei paesi ad alto reddito hanno trovato che il costo totale associato alle malattie mentali sia di 2.3-4.4% del prodotto interno lordo. La sproporzione tra la spesa pubblica totale per la salute e quella destinata alla salute mentale è spesso molto accentuata. Per esempio, le malattie mentali sono responsabili per il 23% del totale delle malattie in Inghilterra, ma ricevono solo il 13% delle spese del servizio sanitario nazionale. Secondo il WHO’s Mental Health Atlas 2014, i governi spendono in media il 3% del loro budget sulla salute per il benessere psichico, spaziando da meno dell’1% nei paesi a basso reddito al 5% di quelli ad alto reddito. La maggior parte dei paesi non è pronta a gestire questa sfida invisibile e spesso ignorata, che è amplificata dai crescenti conflitti e dalla crisi dei rifugiati nel Medio Oriente e in altre parti del mondo. Le comunità che vivono in questi contesti richiedono un maggior supporto psicosociale. Affrontare la necessità di un piano di salute mentale è critico in tempi di crisi e recupero, in aggiunta allo sviluppo sostenibile.

 

Un piano d’azione e spunti di riflessione

Nonostante il loro enorme peso sociale, le malattie mentali continuano ad essere trascinate nell’ombra da stigmi, pregiudizi, paura di perdere il lavoro, veder rovinata la propria posizione sociale, o semplicemente perché i servizi sanitari e sociali di supporto non sono disponibili o sono difficilmente raggiungibili dai pazienti e le loro famiglie. Di certo la sfida non è facile, ma c’è il bisogno di entrare in una nuova era in cui la salute mentale si muova dalla periferia al centro dei piani di salute globale.

 

Il Mental Health Action Plan 2013-2020 del WHO propone strategie e progetti intersettoriali in tema di salute mentale. Se implementati in modo adeguato, questi interventi rappresentano la scelta migliore per ogni paese, con ritorni significativi in termini di salute e guadagno economico. Il costo di depressione, ansia e altre malattie richiede una risposta concreta e multisettoriale che non solo apra gli occhi alla società e aumenti l’impegno politico su questo problema spesso sottostimato e stigmatizzato, ma metta anche in atto una serie di trattamenti e strategie preventive in grado di ridurre il suo grande –e sempre crescente– costo sociale, umano, ed economico.

 

Noi, che possiamo fare? In primis, parlarne. Iniziare a considerarle delle vere malattie e non solo capricci o mancanza di volontà o di autocontrollo. Cercare di essere più aperti verso questi temi e accettare di non poter eliminare una patologia solo non pensandoci o non parlandone. E informarci, sul sito della World Health Organization.

Edited by Rotwang
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Articolo molto interessante considerando quanta ignoranza , anche in questo sito , ci sia sull argomento questo la dice lunga

 

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Un problema e' che spesso chi ha problemi psichiatrici o psicologici non si accorge di averli o e' titubante ad andare dallo psicologo o psichiatra perche' teme uno stigma sociale o non vuole ammettere a se stesso di essere malato.

 

Bisognerebbe riuscire a far passare il messaggio che un terapeuta ti aiuta e che in generale stai meglio se vai dal terapeuta se sei malato.

Edited by marco7
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Posto un articolo che parla della necessità di cure e percorsi per la salute mentale, ancora scarsi o isolati in una società postindustriale e postmoderna sempre più soggetta, ad esempio, a depressione.  (...)

 

Noi, che possiamo fare? In primis, parlarne. Iniziare a considerarle delle vere malattie e non solo capricci o mancanza di volontà o di autocontrollo. Cercare di essere più aperti verso questi temi e accettare di non poter eliminare una patologia solo non pensandoci o non parlandone. E informarci, sul sito della World Health Organization.

 

Condivido appieno la necessità di parlare dei disturbi psichici, cercando tutti di "formarci" e "informarci" maggiormente; sfortunatamente le malattie psichiche son più difficili da diagnosticare dei disturbi fisici, anche perché la psichiatria e la psicologia (così come la intendiamo da metà Ottocento ad oggi) sono scienze molto più giovani della medicina.

 

La difficoltà della diagnosi, oltreché l'aggiornamento del novero dei disturbi, i disturbi che dopo qualche anno vengono riclassificati come sindromi, le malattie che diventano spie sintomatiche di spettri eccetera...fanno del disagio psichico un ginepraio in cui non è semplice districarsi nemmeno per gli addetti ai lavori; non dimentichiamo poi che, a differenza dei disturbi organici, per la malattia mentale si adottano cure molto differenti a seconda dell'approccio terapeutico scelto.

Ad esempio, io assumo benzodiazepine da anni, se fossi stato maggiormente determinato nel perseguire fin dall'inizio esclusivamente la psicoterapia forse il mio benessere generale ne avrebbe giovato...

Un problema e' che spesso chi ha problemi psichiatrici o psicologici non si accorge di averli o e' titubante ad andare dallo psicologo o psichiatra perche' teme uno stigma sociale o non vuole ammettere a se stesso di essere malato.

 

Bisognerebbe riuscire a far passare il messaggio che un terapeuta ti aiuta e che in generale stai meglio se vai dal terapeuta se sei malato.

 

Eh già...però, tu marco, sincero sincero, dovessi uscire con un ragazzo che si fa di xanax e va dallo psicologo due volte la settimana o con uno che non lo fa come ti comporteresti? Ché poi faccio un esempio volutamente parziale, parlo di esperienze sociali in senso lato.

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Per schopy: lo xanax e' un medicamento e come tale puoi paragonare uno che lo prende a un diabetico o simili ma non a un tossicodipendente.

 

E' chiaro che e' meglio avere un fidanzato sano che un fidanzato malato e avere il fidanzato che va dallo psicologo due volte la settimana o un fidanzato sieropositivo o che ha un'altra malattia a sto punto dovrebbe essere equivalente.

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dovessi uscire con un ragazzo che si fa di xanax e va dallo psicologo due volte la settimana o con uno che non lo fa come ti comporteresti? Ché poi faccio un esempio volutamente parziale, parlo di esperienze sociali in senso lato.

 

Io vado dalla psicologa, non due volte alla settimana, ma una o due volte ogni due o tre settimane, non prendo alcun psicofarmaco né ne ho mai presi, sono da internare? Mi sa che anche tu hai notevoli pregiudizi sulla psicologia e sull'andare da psicoterapeuti, che non sono psichiatri tesoro caro, che sono comunque un servizio per il cittadino, smettiamola di pensare che ci vadano i casi umani, ci va chiunque e giustamente.

Edited by Rotwang
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lecosechenondici

La politica dovrebbe fare qualcosa di immediato in questo senso. Ho la fortuna di studiare nell'UniTo e avere una psicologa gratuita. Non avrei i soldi per pagare un terapeuta privatamente e andare da uno psicologo della ASL non è molto facile. Soprattutto c'è scarsa informazione, la gente si tiene l'ansia finché non diventa insostenibile, perché andare da un professionista significa essere pazzi. Trovo vergognoso che i laureati in psicologia abbiano una percentuale di occupazione così bassa quando ci sarebbe tanto da fare sia in ambito clinico sia nella ricerca.

 

Probabilmente dovrò prendere dei farmaci, voglio vedere quanto appoggio avrò dal SSN in questo senso.

 

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In quasi 3 anni di forum ho ricevuto più diagnosi da alcuni utenti che dal mio medico di base credo.

Purtroppo i medici di base normalmente non fanno diagnosi per malattie psichiatriche o problemi psicologici. Sarebbe importante che ricevessero una formazione maggiore in questo ambito.

 

Si sa ad esempio che il 40-50% dei suicidi nel mese prima che si ammazzano vedono un medico che pero' non si accorge che qualcosa sul piano psicologico non va in quel paziente.

 

Anche i disturbi alimentari vengono spesso non diagnosticati dai medici di base.

Edited by marco7
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Io vado dalla psicologa, non due volte alla settimana, ma una o due volte ogni due o tre settimane, non prendo alcun psicofarmaco né ne ho mai presi, sono da internare? Mi sa che anche tu hai notevoli pregiudizi sulla psicologia e sull'andare da psicoterapeuti, che non sono psichiatri tesoro caro, che sono comunque un servizio per il cittadino, smettiamola di pensare che ci vadano i casi umani, ci va chiunque e giustamente.

 

Ma di quali pregiudizi parli rotwang? Io ponevo ad un utente che si dimostrava sensibile al tema una domanda scomoda, tutto qui; perché in effetti alle volte c'è la tentazione per il depresso, per l'ansioso di cercare di "far da sé" proprio per non incorrere, nemmeno lontanamente, in quello stigma sociale di cui si diceva in incipit. Se sono io il primo a fare coming out in fatto di disagio psicologico...insomma, non ti pare piuttosto scortese la tua replica?

Edited by schopy
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lecosechenondici

 

 

@lecosechenondici all'ASl si paga un ticket ma poi ogni volta che ci vai quasi sicuramente non devi pagare a visita.

Per i medicinali devi farti fare la ricetta dal medico al quale devi portare il piano terapeutico del tuo psichiatra... a meno

che non si trattino di psicofarmaci ma di erbe e cose di erboristeria, che se vai dallo psicologo quasi sicuramente saranno

quelle altrimenti andresti dallo psichiatra

Ma infatti la psicologa mi sta indirizzando a un centro di salute mentale perché è seria e competente.

Comunque sono d'accordo per le scuole. A mio avviso ci dovrebbe essere uno psicologo per scuola, con la possibilità di andarci anonimamente, parlandone solo con l'insegnante. Ovviamente psicologi, non life coach o cagate del genere.

 

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