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in che occasione siete usciti dalla vostra comfort zone?


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Ciao,

 

sono curioso di sapere quando, come e in che occasione siete usciti dalla vostra comfort zone per fare qualcosa che, magari, avevate sempre voluto fare, ma vi mancava il coraggio in un modo o nell'altro. A che età avete imparato a "buttarvi" nelle situazioni, seguire il vostro istinto e, semplicemente, fare ciò che vi fa star bene?

O forse non siete ancora arrivati al punto di dire "lo faccio e basta perchè mi va di farlo/provare"?

 

Può essere qualcosa di piccolo o qualcosa di più importante.

 

Un esempio:

io ho sempre voluto iscrivermi in palestra, ma mi sentivo in imbarazzo nel trovarmi circondato da tanta gente fisicamente "perfetta" o quasi, mentre io mi vedevo inadeguato alla situazione. Un giorno, anni fa, mi sono iscritto senza pensarci più.

Purtroppo ho mollato dopo poco a causa di altri impegni e per la distanza della palestra.

Ora vorrei iscrivermi nuovamente, ma mi sento bloccato come la prima volta: in questo caso non sono riuscito del tutto ad uscire dalla mia comfort zone  :)

 

 

 

 

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Quando ho conosciuto il primo ragazzo gay, che equivaleva a colpire con un piccone il vetro di una parete che mi teneva chiuso al sicuro . E meno male, quanto ricambio d'aria c'è stato !

 

Poi per il resto ho fatto tante e varie cose, ma mai così innovative dal pensare di uscire dalla zona di comfort ( o solamente magari è la zona di comfort ad essere molto plastica) ! 

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Quando ho deciso di partire per un'esperienza di volontariato in Brasile.

A darmi il coraggio è stata la voglia assoluta di cambiamento, e tornassi indietro la rifarei.

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Dipende da quale confort zone, comunque le cose migliori e peggiori sono capitate quando ho deciso di muovere il mio sederino e smetterla di rimuginare sulla sfiga globale. Non sono ancora guarito, credo durerà tutta la vita.

 

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Quando ho detto di voler mollare definitamente l'università per voler fare il bartender.

 

Quando ho incontrato il primo uomo conosciuto in chat.

 

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davydenkovic90

L'avrò fatto milioni di volte, come è giusto che sia e come ognuno dovrebbe fare in molte situazioni della propria vita.

L'unica "uscita" degna di nota e a cui penso più delle altre è stata la prima volta che ho deciso di uscire con un ragazzo.

Prima di quel giorno la mia comfort zone consisteva nel rimanere confinato negli ambienti etero dove ero costretto a stare [liceali e, poi, universitari, per i primissimi tempi] non rivelando a nessuno il mio orientamento o i miei desideri, e vivendo, in privato, avventure sessuali con ragazzi semplicemente per sperimentare. A quel punto non avevo ancora capito fino in fondo di essere gay, non mi ero mai innamorato di un ragazzo in particolare (neanche di una ragazza), andavo a letto solitamente con uomini più grandi e in modo molto distaccato... pensavo che fosse una fase e che dovevo esplorare sul campo per capire meglio e poi sarebbe finita. Ero anche molto asociale e pensavo più che altro a studiare, avevo i miei obiettivi e  non ero aperto a conoscere nuove persone o a mettermi in discussione.

 

Un giorno trovai questo ragazzo molto intelligente e molto estroverso, un po' sopra le righe, tipo Yukio_ :uhsi:,  con cui parlavo volentieri. Per me era una cosa molto strana, all'epoca, uscire con un ragazzo gay solo per farci due chiacchiere e per conoscerlo senza alcun riferimento o allusioe al sesso. Ricordo che ero indeciso se dare buca o meno, per costringermi ad andarci presi un appuntamento, non ricordo se prima o dopo, con una collega di università.

All'epoca ero molto atletico e anche carino, credo, quindi feci su di lui un'ottima impressione... provò anche un approccio fisico, iniziò a toccarmi una vena che avevo sul collo. A me lui piaceva anche, non era per niente brutto, anzi... ma mi mostrai molto freddo, ero bloccato da qualcosa e sentivo che lui non era la persona giusta con cui lasciarmi andare. Non ricordo, è passato tanto tempo e si tratta di decisioni prese sul momento, non posso tornare indietro e capire il perché di certe mie reazioni. Ricordo che, nel salutarlo, mi chiese se poteva baciarmi e io gli dissi "ma no, ti insegno a dare una stretta di mano" (dato che gioco a tennis, sono un esperto di fenomenologia delle strette di mano, e volevo sfoggiare questa cosa... )  ---- Inciso: nel salutare, sono una frana. Una volta salutai un ragazzo dicendogli "Grazie di tutto", e lui la intese come "ok, non voglio uscire più con te" -----

Uscimmo anche una seconda volta col tizio che mi accarezzava il collo, provò altri approcci, tentò di capire cosa stessi pensando in quei momenti.... alla fine scambiò il mio distacco per disinteresse verso di lui, pensava che lo stessi prendendo in giro e che non fossi interessato, forse in minima parte era vero, la prese male, io anche, e smettemmo di sentirci di comune accordo. Tornò a scrivermi mesi dopo, ma non ci siamo mai più incontrati.

E' strano come adesso mi senta così tanto riconoscente nei suoi confronti e non possa neanche dirglielo perché non so che fine abbia fatto... la cosa bella fu che, dopo la breve esperienza con quel ragazzo, subito ne seguirono delle altre, abbandonai velocemente certe fisime e blocchi, come se all'improvviso avessi aperto un rubinetto, da cui poi sono uscite fuori tantissime altre situazioni ed esperienze inimmaginabili fino a poco tempo prima. 

Poi naturalmente le persone davvero importanti sono state quelle che sono venute dopo, ma a questo ragazzo devo l'essere riuscito, in qualche modo, a farmi schiodare da casa e farmi uscire con lui per fare qualcosa di completamente nuovo per me.

 

 

Per alleggerire: un'altra divertente uscita dalla comfort zone l'ho fatta quando ho scoperto che potevo andare a fare jogging anche d'inverno, vestendomi adeguatamente. Finché facevo tennis regolarmente non avevo problemi ma, una volta smesso, un inverno ingrassai tantissimo perché non facevo attività fisica. L'inverno dopo capii che, anche se era freddo, dovevo comunque uscire e correre come se fosse Maggio. Una volta ho corso pure durante una nevicata...

 

Baci stellari.

Edited by davydenkovic90
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Ma cosa intendi ? Fare una cosa ma non averne il coraggio o voglia , o fare una cosa senza pensarci di impeto ?

 

Fare qualcosa che non si è mai avuto il coraggio di fare nonostante ci sarebbe piaciuto/ci piacerebbe. Oppure un episodo/situazione in cui avete fatto qualcosa che volevate fare da tempo, ma che, per paura, avevate sempre rimandato.

 

Es. Vorrei tanto fare un'esperienza di lavoro in un Paese all'altra parte del mondo, ma ho paura di fare quel passo in più perchè, che so, ho paura del distacco dalle persone che amo, non mi credo all'altezza, ho paura dello shock culturale ecc. (Oppure se ci siete riusciti e vi siete lanciati nell'esperienza)

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Ogni volta che salto gli allenamenti per fare altro.

Ogni volta che dico ciò che penso fregandomene delle conseguenze.

Ogni volta che incontro un uomo di quasi 20anni più grande di me.

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Intorno ai 12 anni, quando uscì da solo per una scampagnata in bici fuori paese.

14 anni circa, quando in totale libertà scelsi che liceo frequentare, e tutto ciò che ne conseguì negli anni (viaggi in autobus per raggiungere la scuola, autostop con sconosciuti per tornare a casa nelle uscita anticipate, nnargiate - ''marinate'' - di classe, uscite con i compagni in ore notturne, ecc.).

A 18 anni, quando presi la patente e mi feci l'estate andando al mare da solo o con amici.

A 19 anni, quando decisi di studiare fuori dalla mia regione e in una città più grande di quelle a cui ero solitamente abituato, e tutto ciò che ne conseguì (un mese in ostello con tutto il via vai di stranieri che conobbi, nuove amicizie, vita in solitaria [sempre benedetta], studentato, lezioni universitarie, tesi, iscrizione in palestra, ecc.).

Nello stesso periodo, la malattia di mia madre, che ha segnato praticamente la storia della mia famiglia.

A 21 anni, quando installai la mia prima app d'incontri (Bender, poi divenuta Wapo) per cercare sesso.

A 24 anni, decidendo di iscrivermi al Gay-Forum.it e partecipare ai raduni.

Edited by Layer
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Ogni volta che salto gli allenamenti per fare altro.

Ogni volta che dico ciò che penso fregandomene delle conseguenze.

Ogni volta che incontro un uomo di quasi 20anni più grande di me.

Pensa quanto ti rompo i coglioni io che sono comfortman

 

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