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La Francia dice NO alle donazioni di sangue da parte dei gay


lux

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In Francia - patria dei PACS - arriva una "bella" notizia, la ministra della Sanità (Roselyne Bachelot) ha emanato un decreto che allunga l'età per le donazioni di sangue portandola dai 65 ai 70 anni.

Nello stesso decreto però aggiunge il divieto per i gay di diventare donatori, al che sono partite le polemiche. Il problema - secondo la ministra - pare sia dovuto al "periodo di latenza", che può essere anche di molti giorni, che passa dal momento in cui una persona viene a contatto col virus a quando questo comincia a circolare nel sangue (e quindi rilevabile da appositi esami).

 

Il motivo di tale decisione è dovuto a dei adti epidemiologici (ritenuti incontestabili) presentati alla ministra :  il contagio riguarda un numero compreso tra il 10 e il 18% dei gay, ma solo lo 0,2% degli etero.

 

La ministra infine ha dichiarato: "Non si tratta di un'opzione filosofica, ma di sicurezza - ha detto Roselyne Bachelot -; non posso far correre rischi ai malati, ma sono pronta a prendere in esame ogni cambiamento. Del resto, anche gli altri Paesi Ue sono su questa linea".

 

 

Fonte articolo per rielaborazione testo: gay.it

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umh. Beh, sinceramente non so cosa pensare. Se veramente lo fa per i malati, e quelle statistiche sono attendibili, allora beh, mi sembra una cosa ragionevole, da un verso. E' anche da tenere in considerazione, che il decreto è sempre a discrezione della comunità omosessuale, non lo scrivono mica sulla carta d'identità che uno è gay! Quindi si potrebbe benissimo dire una balla...diciamo che è una questione lasciata al giudizio degli omosessuali...almeno così è come la vedo io...non sbranatemi!  :gha:

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Tutto sommato trovo anche io non sia una scelta del tutto sbagliata. Il fatto è semplice: basta aprire un sito tipo me2 o simili per vedere quanta gente cerchi sesso (la stragrande maggoranza). Ora, sicuramente quasi tutti troveranno qualcuno e gli incroci di " questo si e' fatto quello che si e' fatto quell'altro" aumenteranno a dismisura; quanti di questi faranno sesso sicuro? Sentendo in giro, non moltissimi. Da qui alla diffusione di varie patologie il passo è breve.

Non dico che gli eterosessuali siano piu' santi, hanno gli stessi impulsi sessuali nostri. Solo che hanno un problema: le ragazze " non gliela danno" cosi' facilmente come puo' invece capitare tra due maschi, per cui loro malgrado fanno meno sesso e le patologie sono meno diffuse. Bisognerebbe che gli stessi omosessuali si responsabilizzassero a punto tale da far calare queste percentuali di contagio, cosi' da "categoria a rischio" magari diventeremmo "categoria sicura".

Ovvio, per l'errore di un gruppo alla fine ci rimettiamo anche noi, ma il pari diritto (allo stato attuale delle cose) vale la candela delle vite dei pazienti da trasfondere?

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in realtà l'omosessualità non vuol dire per forza sesso promiscuo o a rischio, non più dell'eterosessualità...quanti eterosessuali vanno coi viados o con prostitute, fanno sesso non protetto, e infettano le mogli? PER ME é UNA INACCETTABILE OFFESA; UNA CALUNNIA!

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la ministra si faccia consigliare da Gallo!

le statistiche sono tendenziose

ormai si parla di comportamenti a rischio

e non categorie,

tanto per sapere un etero che va a p......e

senza preservativo che periodo finestra ha, lo dichiara o na?

 

Una grande z...a sposatissima annoiatissima

che si fa il postino che fa,

con la finestra ,dico, la spolvera o la dichiara?

 

i tossici nascosti, ancora all'inizio del loro "percorso"

che fanno donano, la finestra la chiudono?

 

CARA MINISTRA LEI è SOLO OMOFOBA

OPERANDO COSì AUMENTA

IL RISCHIO PER I SUOI CONNAZIONALI

CHE DOVREBBERO DENUNCIARA ALL'OMS

 

e per i gay che tutto sbagliato non ctrovano

la cosa del tutto sbagliata

vorrei ricordare che qualcuno

ci reputa inadatti a fare i maestri

te la senti di dire, bhè in effetti tanto sbagliato

non è?

Siamo uguali agli altri la vogliamo finire

di dare spazio a ste cagate?

ormai di infezioni accidentali da trasfusioni

non se ne vedono da anni,

cos'è sono ricomparse proprio ora

forse la comunità gay sta alzando troppo

la voce e la testa (non tutti per carità)?

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ma se le statistiche avessero detto che una certa popolazione (rom, extracomunitari, ebrei ecc.) rappresentano un rischio per malattie è comunque giusto impedire loro di donare il sangue?

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Pensacisu, qualsiasi siano le nostre posizioni, vediamo di moderare il linguaggio riportandolo ad una discussione pacifica, dopotutto anche "cagate" ha sinonimi ben meno coloriti ma di identico o maggiore effetto, grazie.

 

Rispondendo, tra il discorso sui fare i maestri e il negare che tra gli omosessuali il sesso "tanto per" non sia diffuso solo perche' tu non lo fai, passa un abisso. Io pongo una riflessione... bisognerebbe responsabilizzarsi in modo da capovolgere i dati epidemiologici (prendendoli ovviamente per veri). Siamo uguali agi altri ma con maggiori mezzi per soddisfare i piaceri sessuali rispetto agi eterosessuali (non credo che le grandi z.....e annoiatissime sposatissime abbiano una diffusione sul territorio così ampia). E ciò fa la differenza in quanto a MTS.

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io non sono mai stato d'accordo con le donazione di sangue da parte dei gay perche', che lo si ammetta oppure no, l'incidenza di malattie veneree nei gay e' di gran lunga maggiore di quelle riscontrate negli etero... va anche detto pero' che l'etero difficilmente fa i test hiv quindi una grandissima parte e' inconsapevole di essere malata... insomma, mi riservo il diritto di non giudicare la ministra.

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Era successo un caso isolato del genere anche in Italia, non troppo tempo fa. Ad un ragazzo gay era stato impedito di donare il sangue. Io la trovo una cosa scandalosa. Va bene, le statistiche son quelle (ma poi, sono attendibili?), ma ci sono degli esami per sapere se il donatore è sano. Non bastano quelli?

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Come già detto da alcuni, tutto sta nel giudizio degli omosessuali: non abbiamo scritto sulla fronte "siamo gay". Per cui un decreto del genere non ha alcun valore, se non quello di una sorta di avvertimento, di riflessione?

Se fosse così, anche per gli eterosessuali deve essere la stessa cosa (dato che l'hiv non è l'unica malattia esistente).

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Un piccolo appunto... mi risulta, ma se sbaglio correggetemi, che in francia il sangue non si doni, ma si venda... e da qui gli scarsi problemi di "emergenza sangue" del paese. Considerazioni: a caval donato non si guarda in bocca, ma chi paga ha diritto ad acquistare ciò che vuole.

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A sentire certe considerazioni rabbrividisco.

 

I gay fanno sesso promiscuo; contraggono le malattie più degli etero; quanta gente cerca sesso e chissà quanti fanno sesso sicuro.

 

E' abominveole che dopo decenni passati a subire campagne pubblicitarie passate a stigmatizzare le cosiddette categorie a rischio, quelle che nelle pubblicità venivano cerchiate dagli aloni viola, siamo noi i primi a fare certi discorsi.

 

Ma dico: avete mai sentito parlare di comportamenti a rischio?

E' questo ciò che fa la differenza, non la categoria di appartenenza. Per la serie i neri puzzano e i rom sono ladri. Meno male che noi dovremmo essere i primi a non fare certi discorsi.

 

Il fatto è che il diffondersi delle malattie sessualmente trasmissibili è in aumento perchè:

1. non c'è informazione;

2. ci sono "categorie" che purtroppo si sentono al riparo.

 

Senza contare che lo stesso numero di casi accertati in ambito etero o in ambito omo assume una diversa percentuale nelle due "categorie".

Una cosa sono ad es. 100 casi su 1000 (10%), una cosa 100 casi su 10000 (1%). Ecco la differenza nelle statistiche. Ma il dato oggettivo dice che 100 casi in entrambe le ipotesi hanno avuto rapporti a rischio. 100 e 100, non 10% e 1%. Quindi 100 etero e 100 gay. Allora dov'è la differenza nelle abitudini sessuali?

 

Questi i motivi. Poi cercare sesso sui siti di incontri, le donne non la danno, ecc. sono tutti discorsi da persone non informate e con pregiudizi. Nonchè da bacchettoni.

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Ok, da non informato, con pregiudizi e bacchettone (santa pazienza), vi lascio (un VI generalista ma non rivolto a tutti) darvi rassicuranti pacche sulle spalle uccidendo quella cosa chiamata discussione ed esposizione di tutte le ipotesi, su cui poi trarre le conclusioni.

Ah,Rei_Kashino, esiste il quote, usalo pure, dato che quelle cose le ho dette io.

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ma se le statistiche avessero detto che una certa popolazione (rom, extracomunitari, ebrei ecc.) rappresentano un rischio per malattie è comunque giusto impedire loro di donare il sangue?

Si, se i dati sono oggettivi (statistica non significa "inventati", ci sono dati oggettivi e dati interpretati, bisogna appurare di che dati stiamo parlando). Se ci fossero dei dati incontestabili che dicono che il 30% della categoria X di persone fosse a rischio e se non si potesse escluderlo attraverso esami medici certi, sarei il primo a dire che quella categoria di persone non può donare sangue, perchè ci sarebbe il 30% di possibilità in più di creare problemi al ricevente.

 

Va bene, le statistiche son quelle (ma poi, sono attendibili?), ma ci sono degli esami per sapere se il donatore è sano. Non bastano quelli?

Ti rispondo citando una frase dell'articolo, poi se c'è qualcuno che ha studiato medicina o che ha esperienza in questo argomento, è ben accetto nello spiegare e correggere ciò che dico: cit. "...Il problema - secondo la ministra - pare sia dovuto al "periodo di latenza", che può essere anche di molti giorni, che passa dal momento in cui una persona viene a contatto col virus a quando questo comincia a circolare nel sangue (e quindi rilevabile da appositi esami) [...]"

 

Per la serie i neri puzzano e i rom sono ladri. Meno male che noi dovremmo essere i primi a non fare certi discorsi.

Mi viene in mente un esempio abbastanza eclatante in Italia: se si prendono i dati delle carceri italiane (dati oggettivi e non soggetti a formule o che altro) la percentuale dei detenuti stranieri ha superato il 46% nel 2005 con il 54% di presenze "italiane", ad oggi (settembre 2008) gli stranieri in carcere sono maggiori degli italiani. Se prendi i dati "oggettivamente" puoi dire che nelle carceri ci sono piu' extracomunitari che italiani o interpretandoli, dire che:

- gli extracomunitari delinquono maggiormente rispetto agli italiani (39mila detenuti stranieri su 3.438.542 sono molto di piu' che non 43mila su 59.834.321 italiani)

- vengono arrestati piu' spesso gli stranieri degli italiani (e quindi pensare che ci sia una sorta di "caccia allo straniero" da parte delle forze di giustizia)

L'unica considerazione che mi sento di fare è che non posso dire "gli extracomunitari sono persone violente o che non rispettano la legge", posso però aggiungere che ad un un piccolo (in proporzione al numero di italiani) aumento di extracomunitari (provenienti da fuori dell'UE-USA) in Italia è aumentato il tasso di criminalità, e che oltre il 50% dei detenuti è di origine extra UE/USA, quello è un fatto oggettivo, non è contestabile.

 

Tutto questo per dire cosa? Che per parlare di dati (o statistiche) bisogna prima trovarne le fonti e capire come sono stati raccolti e se e come sono stati elaborati, ieri sera ho provato a cercare le fonti ma non sono riuscito tutt'ora a trovarle.

 

Il fatto è che il diffondersi delle malattie sessualmente trasmissibili è in aumento perchè:

1. non c'è informazione;

2. ci sono "categorie" che purtroppo si sentono al riparo.

Sono assolutamente daccordo.

 

Senza contare che lo stesso numero di casi accertati in ambito etero o in ambito omo assume una diversa percentuale nelle due "categorie".

O qui sul Forum chi ha raccontato episodi di vita personale ha per lo più amici/conoscenti (gay) promoscui, oppure di fatto nella popolazione omosessuale ci sono più probabilità di avere rapporti sessuali (in percentuale, non in valori assoluti).

- ammettiamo che in Italia ci siano 100 abitanti, di cui 20 lgbt e 80 eterosessuali

- di questi 20 diciamo che 6 hanno una vita promiscua in ambienti propensi al rischio (dark, saune, etc), mentre 14 sono piu' tranquilli

- aggiungiamo che di questi 80 eterosessuali, 10 abbiano rapporti a rischio (prostituzione principalmente)

possiamo dire che:

-- il 30,0% degli omosessuali è molto più a rischio del 70% dei restanti omosessuali

-- il 12,5% degli eterosessuali è molto più a rischio del 87,5% degli eterosessuali

 

Chi è la "categoria" più a rischio? Non centrano i valori assoluti, il fatto che noi siamo numericamente di meno a mio parere non conta proprio nulla, conta in termini percentuali nella categoria, non nella globalità, se una categoria di persone è maggiormente esposta per N motivi a N rischi, io isolo (nelle donazioni di sangue) quella categoria, perchè nell'esempio di cui sopra, se un omosessuale dona il sangue ho il 30% di possibilità di avere problemi, se lo fa un eterosessuale ne ho il 12,5%.

 

A questo punto o rinneghiamo il fatto che gli omosessuali siano pià esposti a determinati rischi (gli etero hanno le prostitute, noi le discoteche, le dark, i parcheggi, le saune, etc...) oppure c'è semplicemente da dire:

- gli omosessuali sono più esposti a possibili rischi

- gli eterosessuali sono meno esposti a possibili rischi (minor occasioni ambientali)

- bisogna fare più informazione sia ad etero che ad omosessuali

 

 

Se io dovessi donare il sangue, lo farei se la legge me lo permette, se ci fosse una legge che me lo impedisce in quanto omosessuale (e quindi "a rischio"), dipende dalle motivazioni della legge; in questo caso la legge non mi pare che voglia discriminare, ma mi pare voglia tutelare (con ragionevoli motivazioni) i riceventi di una donazione di sangue.

 

Riferendomi a qualsiasi persona (e non solo quindi alla popolazione lgbt) uguaglianza di diritti non significa che tutti devono poter fare tutto negli stessi modi e misure (come libertà non significa poter fare qualsiasi cosa ci passi per la testa), significa che la possibilità di fare un qualcosa viene data a tutti fino al momento in cui non si limita/priva/intacca la libertà di altri e salvo poi tutte le eccezioni con le dovute motivazioni; poi (coi dati alla mano) possiamo criticare tutto quello che vogliamo, altrimenti sembra quasi che sia giusto "pretendere tutto a prescindere dalla situazione".

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E' un'annosa questione che avevamo discusso tempo fa in altro topic...

 

I dati epidemiologici sono un fattore che viene usato per una convenzione di tutela, che discrimina una categoria negando i diritti al singolo individuo, certamente in nome del ricevente, ma è un'arma a doppio taglio: così ci si preclude a priori una quantità di sangue sano, che però non può essere donato perché la persona appartiene a un gruppo.

 

Due ragioni valide in conflitto, che però secondo me dovrebbero cedere il passo alla verifica sul sangue del singolo individuo, per i diritti sia del donatore sia del ricevente.

 

Dopodiché, ogni individuo è civilmente responsabile delle omissioni o bugie che fa: nel momento in cui un questionario ti chiede se hai praticato comportamenti sessuali a rischio, anche se non ti chiede specificamente se sei omosessuale, rispondendo di no un omosessuale MENTE, per calcolo o anche soltanto per ignoranza, che comunque per la legge non è una giustificazione e non è un comportamento corretto, perché tra i comportamenti sessuali a rischio rientrano convenzionalmente i rapporti omo tra maschi, e quindi se io ne ho avuti anche con partner sicurissimi devo dichiarare che ho praticato comportamenti a rischio. Al limite, un gay che non ha mai avuto rapporti omosessuali in vita sua, può dichiarare benissimo di non aver praticato comportamenti a rischio e sarebbe la verità, se non sbaglio, quindi il sangue è sicuro anche secondo questo criterio troppo restrittivo.

 

Bisognerebbe allora battersi per l'esame sull'individuo, ponendo anche come criterio il periodo di latenza ma non chiudendo la porta tout court: se ad esempio voglio donare il sangue, dovrei essere in diritto di farlo scegliendo di astenermi dal sesso per 1-2 mesi, e la legge dovrebbe dare per scontato che dico la verità nel momento in cui mi presento per donare e mi analizzano il sangue: se il mio sangue risulta non infetto e io ho dichiarato che non faccio sesso da 2 mesi, il periodo di latenza è passato e il sangue è sicuro. Punto. Non dovrebbero discriminarmi soltanto perché faccio cose più a rischio.

 

Tenete conto che questa cosa del sangue è di enorme importanza sociale, a livello generale, perché questa convenzione finisce per mantenere la generale percezione degli omosessuali maschi come gente portatrice di malattie, per giunta d'incerta diagnosi visto il tempo di latenza, insomma come dei subdoli appestati... In queste condizioni, nessuna accettazione sarà mai completa, nessuna parificazione sarà mai effettiva.

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Partecipo a questa discussione anche se non sono direttamente coinvolta, in quanto lesbica. Io penso che non si debba rifiutare questa legge per principio, perchè "sarebbe l'ennesima discriminazione". Se i dati sono veramente quelli, in linea di principio non è insensato escludere dalla donazione i gay, se davvero hanno una percentuale di rischio tanto più alta degli etero, e se, soprattutto, in Francia non c'è carenza di sangue donato. E' sul piano pratico che mi sembra insensata: qui in Italia, prima di donare, ti fanno rispondere ad una serie di domande, tra le quali ti viene anche chiesto se hai comportamenti sessuali a rischio; uno risponde seguendo il suo senso etico. Ora, io dico: non l'avete scritto in faccia che siete gay, e nessuno può capirlo, a meno che non lo dichiariate. Rimane sempre una questione di fiducia nel senso morale delle persone che donano. Allora cosa aggiunge questa legge a quello che già c'era?

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Uno non può fare a meno di dire di essere gay?

Io sono sconcertato.. che cavolo vuol dire comportamenti a rischio? Eppoi gli ultimi dati che ho io dimostrano che sono molto di più gli etero con l'aids rispetto alle persone omosessuali.. medioevo!

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Jak, puoi postare i dati in tuo possesso? Io faccio lo stesso con quelli in mio, anzi inizio proprio io.

 

http://www.epicentro.iss.it/problemi/aids/2008.asp

 

Questo è il sito del Centro nazionale di Epidemiologia, piu' precisamente la pagina tratta i dati aggiornati al 2008 sull'HIV. Diamo un'occhiata ai dati OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nella tabella al di sotto della cartina europea. Europa occidentale, infetti: 40%  omosessuali maschi; 29%  rapporti eterosessuali .

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Bah. Io dono. Ho donato e donerò.

 

Mi sono consultato con lil dottore al momento della prima iscrizione e quando gli ho rivelato di essere gay ha detto che non c' era nessun problema. L' importante è che fossero protetti, in pratica che usi il preservativo. Trovo ingiusto che se non sono una persona promiscua non possa donare, quando vado a donare vado con la volontà di essere pienamente sincero e di rispondere alle domande che ti ritrovi sulla foglia di volta in volta solamente con la verità. Gli esami li faccio e sono sempre andati a buon fine. Ergo non capisco perchè, se fosse applicata una legge simile, io non possa donare.

 

Bisogna guardare ai singoli per le donazioni, non ai gruppi.

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spiace dirlo, ma hanno ragione i francesi

purtroppo troppi gay usano far sesso senza protezione

ci sono le saune, le dark room dove alcuni gay hanno anche decine di rapporti non protetti

se è vero che i gay rappresentano circa il 5-10% della popolazione

ma poi risulta che il 40% degli uomini infettati sia gay, rispetto al 29% etero

mi sembra evidente la pericolosità

ed è tutta colpa di quelli che non si sanno controllare e rovinano l'intera categoria

del resto ho visto thread anche in questo forum che incitano al bare-backing

e sono infastiditi dal preservativo

ma in che mondo vivono questi? pensano che la malattia capiti sempre e solo agli altri?

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Ok. I gay sono generalmente libertini. Io non sono libertino, io mi sottopongo agli esami, io risulto un donatore sano, io non ho rapporti promiscui neppure dopo le analisi, perchè non posso donare? Lo faccio eccome, il medico acconsente, io acconsento. Discorso chiuso per ora.

 

Che poi si debba fare ulteriore informazione sulle mts sono completamente d' accordo. Ma che i peccati degli altri mi rendano peccatore, mi pesa parecchio.  :D

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Cavolo, non vorrei essere il ministro della salute, anche se inconsapevole, non vorrei mai dare una tale dimostrazione di ignoranza e incapacità di ragionare al di fuori di schemi :D

 

A parte il fatto che quei dati vanno letti in relazione alla percentuale di omosessuali all'interno della popolazione complessiva :D

 

E davvero ridicolo associare i comportamenti a rischio a una determinata categoria di persone, come se gli eterosessuali fossero meno "libertini" degli omosessuali :D

 

Ma una bella domanda del tipo "Hai avuto rapporti a rischio negli ultimi sei mesi?" invece di "Hai avuto rapporti omosessuali negli ultimi mesi?" :ok: Eh no no, troppo sforzo per il cervello, dopo esplodono le sinapsi ai ministri  :D;)

 

Comunque, a parte aver offeso la loro intelligenza, il danno per di più l'hanno fatto a quelle persone che con una sacca di sangue in più sarebbero potute sopravvivere, più agli omosessuali.

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il problema è che la ministra ha ragione da un determinato punto di vista.

il cosiddetto "periodo finestra" dura tre mesi in genere,ovvero il tempo che ci vuole affinchè il contagio risulti visibile effettuando un test diagnostico noto come ELISA (in realtà credo si sia abbassato ad un mese e mezzo, ma non ho dati certi).

il test della PCR invece (al centro di non poche polemiche), ha un periodo finestra di 12 giorni, perchè rileva la presenza del retrovirus HIV direttamente nel nostro DNA. è ancora abbastanza costoso come test (credo non meno di un 150/200 euro) quindi è da escludere che possa essere fatto su ogni un donatore.

 

(spero di aver risposto alla domanda di lux e non so chi altro comunque in caso avessi altri dubbi posso anche provare a risponderti  :D)

 

la sua ragione si ferma qui. non ha senso discriminare nessuno perchè siamo tutti a rischio, e l'idea HIV=gay è roba da inizio anni '80.

 

ora parlo da donatrice di plasma, non da omosessuale. donare è un atto di solidarietà, anzi, di amore.

 

non si dona se la sera prima ci si è sbronzati.

non si risponde "si" quando ci chiedono se siamo a digiuno se prima ci siamo mangiati 4 cornetti alla nutella e un cappuccino con 8 bustine di zucchero.

non si dona se si è sottopeso o si ha la pressione bassa.

 

non si dovrebbe donare nemmeno se si assumono comportamenti sessuali a rischio. si farebbero molti danni cercando di fare del bene. sia che il donatore sia eterosessuale, che omosessuale. è lasciato al libero arbitrio, al buon senso e all'intelligenza di ognuno, perchè ovviamente nessuno fa domande con la macchina della verità prima della donazione.

chi dona sangue andrà ad aiutare pazienti leucemici, talassemici, anemici, che hanno subito grossi traumi o che subiranno lunghe e complicate operazioni.

 

sono patologie importanti, come il gesto che compiamo nell'aiutare chi ne soffre. non c'è eroismo nella donazione, solo e soltanto amore verso il prossimo. non ha senso donare se non si è in condizione di farlo.

 

quindi se ai gay piace tanto entrare nelle dark room, lo fanno a loro rischio e pericolo. non dovrebbero mettere in pericolo la vita già appesa ad un filo di un malato.

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Proprio per questo mi pare ingiusto vietarlo a tutti i gay. Sennò bisognerebbe vietarlo direttamente a tutti. Perchè tutti possono mentire durante l' esame che "testa" se puoi essere un donatore sano oppure no.  :D

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ci sono i gay che fanno sesso protetto e si controllano

e ci sono gli etero che hanno molti partner, non usano precauzioni, nè si fanno i test

 

ma, detto questo, se andiamo a percentuali di malattie sessuali

mentre i gay sono circa il 7% della popolazione

hanno un'incidenza sulle malattie sessuali ben maggiore

 

inutile nasconderci dietro un dito: molti gay frequentano le saune, le dark room

ed hanno decine di rapporti , a volte non protetti

e QUESTE persone non devono fare i donatori di sangue

dirò di più: alcuni di loro fanno i donatori per controllarsi

cioè vanno a far sesso promiscuo e poi vanno a donare il sangue per vedere se

si son beccati qualche malattia

questo è il colmo!

le autorità francesi non sono stupide ed han capito il rischio che si corre a raccogliere quel sangue

pertanto son d'accordo con loro 

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Comunque Dark o non dark,

prendendo spunto dal link fornito da GhostHunter77 del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, volevo farvi notare che i dati nazionali sono totalmente in controtendenza, al contrario dei luoghi comuni che sono sempre a senso unico. Vi si legge infatti:

 

"secondo i dati del Coa, riguardo alla modalità di trasmissione dell’infezione, il contagio diminuisce tra i tossicodipendenti (dal 47,9% del 1998 al 22,3% del 2008) mentre cresce la trasmissione per via sessuale. Per i rapporti omosessuali e bisessuali si passa dal 17,3% del 1997 al 23,7% del 2008; per i rapporti eterosessuali l’aumento è ancora più evidente, passando dal 25,3% nel 1998 al 44,4% nel 2008. Anche l’età media alla diagnosi è in crescita: per le donne è di 40 anni, per gli uomini di 43 anni."

 

Non sono dati assolutamente confortanti, ma significa che fra i nuovi casi di Sieropositività

il 6,4% in più sono dovuti a rapporti omosessuali non protetti

il 19,1% in più sono dovuti a rapporti eterosessuali non protetti

 

Credo che questo faccia riflettere sul concetto di "categoria a rischio" e "comportamento a rischio".

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Ortaggio. Se sono gay e voglio farmi i controlli a spese dello stato donando, lo faccio comunque. Mi basta mentire, come può fare l' etero, il trans o chiunque altro  :D

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Comunque Dark o non dark,

prendendo spunto dal link fornito da GhostHunter77 del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, volevo farvi notare che i dati nazionali sono totalmente in controtendenza, al contrario dei luoghi comuni che sono sempre a senso unico. Vi si legge infatti:

 

"secondo i dati del Coa, riguardo alla modalità di trasmissione dell’infezione, il contagio diminuisce tra i tossicodipendenti (dal 47,9% del 1998 al 22,3% del 2008) mentre cresce la trasmissione per via sessuale. Per i rapporti omosessuali e bisessuali si passa dal 17,3% del 1997 al 23,7% del 2008; per i rapporti eterosessuali l’aumento è ancora più evidente, passando dal 25,3% nel 1998 al 44,4% nel 2008. Anche l’età media alla diagnosi è in crescita: per le donne è di 40 anni, per gli uomini di 43 anni."

 

Non sono dati assolutamente confortanti, ma significa che fra i nuovi casi di Sieropositività

il 6,4% in più sono dovuti a rapporti omosessuali non protetti

il 19,1% in più sono dovuti a rapporti eterosessuali non protetti

 

Credo che questo faccia riflettere sul concetto di "categoria a rischio" e "comportamento a rischio".

 

 

Ma te stai a guardare i dati? Ma per favore, lo sanno tutti che i dati sono sbagliati! Piuttosto fatti spiegare come gira il mondo da fredortiz :D

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Ma te stai a guardare i dati? Ma per favore, lo sanno tutti che i dati sono sbagliati! Piuttosto fatti spiegare come gira il mondo da fredortiz :D

 

immagino che se tu avessi un figlio con bisogno di trasfusione

per prima cosa telefoneresti ad una sauna gay chiedendo volontari

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