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La profezia di Piero Calamandrei


Shamrock

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In un discorso del 1950, che ad alcuni sembrò pura fantapolitica, lo scrittore, politico e giurista Piero Calamandrei ipotizzò uno scenario che oggi, nel 2008, è più familiare che mai: la svalutazione della scuola pubblica e l'incentivo alle scuole private. La Repubblica oggi ne ha pubblicato un estratto.

 

" [...] la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico!Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito […]. "

 

 

 

 

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Esattamente ciò che ta accadendo ora, ci ha visto giusto questo qua (e pure con mezzo secolo di anticipo).

Bisogna lottare ed unire le forze ragazzi, mai come adesso il gioco vale la candela. Se passerà il decreto Gelmini saranno guai seri.

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la scuola privata in Italia è sempre stata privilegiata rispetto alla pubblica purtroppo. essendo comunque questa una previsione, è abbastanza generalizzata, ad esempio la mia esperienza in fatto di professori non è stata del tutto negativa, certo magari in una scuola privata ti trattano più "con i guanti" (mia sorella ha frequentato una scuola privata e posso fare il confronto), ma non è detto che i prof.siano per forza più preparati e nemmeno che la preparazione sia meno seria (certo quando sento parlare di 3 anni in 1 è difficile parlare di serietà ma non è sempre così).

per quanto riguarda il decreto gelmini, la privatizzazione delle università credo sia un'ipotesi abbastanza lontana nel tempo, se non impossibile. infatti in Italia non c'è nessun privato che voglia investire nell'università (incoraggiante, già) quindi anche volendo, non si potrebbe fare.

in europa praticamente tutte le università sono impostate più o meno come da noi (cioè sono pubbliche, anche se quasi sempre più ricche), l'America è praticamente l'unico paese in cui c'è una prevalenza di università private rispetto alle pubbliche, ma lì il sistema è completamente diverso dal nostro ed inattuabile in Italia.

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Vedi, in realtà esistono due motivi per cui un privato vorrebbe investire nelle università.

Il primo è per avere il ritorno della ricerca, brevetti che potrebbero tornare utili al privato stesso. E questo sappiamo tutti che è difficile, perchè in Italia nessuna azienda ha voglia di investire nell'innovazione (ed è anche per quello che l'industria italiana va un po' a rotoli).

Il secondo, è che gli studenti anche nelle università pubbliche, pagano delle tasse per iscriversi, e anche grosse tasse (io pago qualcosa come 1500 €, ma in altre università le tasse sono anche più alte). Un università con pochi fondi potrebbe decidere di privatizzarsi, e un privato che la compra potrebbe, dato che diventerebbe un'università privata, decidere di mettere le tasse come vuole. Sicuramente alzarle oltre gli 8.000 euro, che è quanto spende lo stato italiano per ogni studente (la media dei paesi europei è circa 11.000).

Senza contare che molte università sono in sedi prestigiose (tipo la mia è un antico palazzo, ed è a 100 metri dal colosseo, e a fianco alla chiesa di San Pietro in Vincoli, dove si trova il museo). Un privato che compra l'università comprerebbe anche queste sedi, a prezzi stracciati rispetto al loro vero valore, e un articolo della 133 specifica chiaramente che il privato in questione non ci pagherebbe nemmeno le tasse.

 

La grossa parte della differenza tra il sistema americano e il sistema europeo è il fatto che negli Usa la laurea non ha valore legale. Tu ti laurei al MIT? Sai che ti assumono ovunque. Ti laurei nell'università sfigata infrattata nelle Montagne Rocciose? Non ti assumono da nessuna parte.

Qui in Italia invece, se sei dottore, ingegnere o avvocato, non importa dove hai preso il pezzo di laurea, i concorsi li puoi fare comunque tutti. Insomma, è un po' come la Gelmini che per ottenere l'abilitazione si è fatta spostare la residenza a Reggio Calabria in maniera da fare l'esame lì, che è più facile.

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L'ultima idea che era uscita al riguardo di "privatizzazione" dell'università è, almeno nella mia Facoltà, quella legata alla possibilità di accedere a finanziamenti di aziende private, alle quali in cambio sarebbe concesso di tenere lezioni -se non addirittura corsi- condotti da docenti legati all'azienda stessa.

In pratica, una via di mezzo rispetto alla privatizzazione completa, una sorta di "pubblicità occulta" per l'azienda (esempio: si fa lezione di "tecnologie di trattamento dei materiali", si parla di torce al plasma e lo si fa con un docente dell'azienda Tekna che produce torce al plasma, è ovvio che luiqui parlerà delle torce prodotte dalla propria azienda e non delle altre).

Idea forse un pò limitante per la didattica, però se permettesse di incrementare un minimo le disponibilità (a livello di apparecchiature di laboratorio, strutture, ecc) dell'università, forse sarebbe da farci un pensierino.

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Si ma... se quest'azienda usasse questi spazi solo per pubblicizzare le sue torce al plasma, dipingendole come le migliori sul mercato, e magari sullo stesso mercato ci fossero torce di altre aziende oppure altre tecnologie che svolgono la stessa funzione (o migliore) alla metà del prezzo?

Già adesso in alcuni atenei (me lo diceva una ragazza che studia architettura a Bari) fanno pubblicità neanche troppo occulta verso alcuni tipi di cemento armato, prodotti casualmente da aziende vicine ai docenti. Così gli studenti, quando escono, sanno progettare solo con quelle cose, faranno progetti utilizzando quei materiali e le aziende in questione avranno guadagni assicurati per decenni. Però sul mercato potrebbero esistere materiali migliori a prezzi inferiori, oppure sistemi di progettazione più ecologici. Sistemi che però resterebbero sconosciuti a quelli che invece potrebbero sfruttarli per costruire palazzi di qualità migliore.

E' anche per quello che i privati è meglio che non entrino nelle università, anche se sarebbe comunque una privatizzazione "light" rispetto allo scenario che appare in seguito alla legge 133.  :rotfl:

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Sì sì, ma infatti è esattamente così, l'ho anche sperimentato sulla mia pelle (proprio per le torce al plasma).

 

Infatti è per quello che ho scritto che la didattica ne risentirebbe; purtroppo rientra tutto nel discorso "do ut des", ma, come hai scritto tu, preferisco ovviamente che si realizzi (in maniera "istituzionalizzata" e non più occulta come accade ora) questo scenario, piuttosto che quello avanzato dalla 133..

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"Un università con pochi fondi potrebbe decidere di privatizzarsi"

 

secondo me un'università con pochi fondi alzerebbe le tasse e basta, senza privatizzazioni.

anzi, le tasse si alzeranno sicuramente, non vedo altri modi per recuperare un deficit di fondi come quello che si verrà a formare entro il 2010 (già ora mia sorella per laurearsi a marzo dovrà pagare una tassa straordinaria che fino all'anno scorso non c'era).

 

comunque è proprio una vergogna..da me hanno tagliato alcuni laboratori da due anni.. e studio una materia che senza laboratorio è praticamente morta, inesistente.

 

il bello è che alle manifestazioni si trova un sacco di gente che ha votato per il nano alle elezioni... quando si dice "avere le idee chiare"....

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Le università non possono alzare le tasse oltre un tot, c'è una legge che fissa un tetto massimo per le tasse per studente che le università pubbliche non possono sforare, quindi non riuscirebbero comunque a riprendere abbastanza fondi.

Invece, se l'ateneo diventasse privato, potrebbe fissare un tetto per le tasse alto quanto vorrebbe...  :salut:

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