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Consigliere dell'UDC si dimette "Emarginato perché gay"


Cosgrove

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Alberto Villa lascia l'UDC

23/10/2008 - Ufficio stampa Arcigay

Arcigay: Solidarietà ad Alberto Villa

Il politico genovese si dimette dal Consiglio nazionale UDC e dal partito dopo il coming out

 

Esprimiamo ad Alberto Villa, ex-consigliere nazionale dell’UDC, che ha oggi deciso di dimettersi da quel partito, vista l’emarginazione subita dopo la dichiarazione pubblica della sua omosessualità, la piu fraterna nostra solidarietà.

 

Solo in Italia accade che dirigenti politici locali e nazionali, quando finalmente decidono di abbattere il muro dell’ipocrisia rispetto al proprio orientamento sessuale, siano nei fatti costretti a rinunciare ad un impegno politico che per quanto riguardava Villa era assai intenso nella sua città e nella sua regione.

 

Alberto ha espresso la volontà di impegnarsi nei prossimi mesi nell’organizzazione del Pride nazionale LGBT di Genova previsto nel mese di giugno 2009.

 

Noi speriamo che questa sua nuova esperienza e la solidarietà della comunità LGBT genovese e italiana riescano a lenire una profonda delusione rispetto ad una politica che nel nostro paese continua a essere distante e discriminatoria nei confronti delle persone LGBT.

 

L’Italia sarà un paese migliore quando le migliaia di politici omosessuali velati avranno il coraggio di seguire l’esempio di Villa e di rendersi visibili.

 

Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay

 

***

 

Da Corriere della Sera - 23.10.08 di Erika Dellacasa

Consigliere gay dell'Udc fa outing poi lascia il partito: mi hanno emarginato

 

A Genova Lettera di Villa a Casini: estromesso perché ho appoggiato il

Gay Pride. La replica dei centristi: non è in linea con noi

 

 

GENOVA — «Estromesso e emarginato» dopo aver dichiarato di essere d'accordo sullo svolgimento del Gay Pride a Genova e aver esternato la propria omosessualità: Alberto Villa, 38 anni, ha dato le dimissioni da consigliere nazionale dell'Udc e dal partito.

 

Lo ha scritto in una lettera a Buttiglione, Casini e Cesa. Villa ricorda il suo lungo impegno: «Ho partecipato alla fondazione del partito, ho collaborato per anni con il segretario regionale Rosario Monteleone e ho sostenuto lealmente la linea di Casini». Ma, scrive, «dopo aver ritenuto di dichiarare con sincerità» di essere «omosessuale, cattolico e moderato», le cose sono cambiate, Villa è stato «emarginato » e oggi non si sente più rappresentato nelle sue posizioni «politiche e ideali».

 

Tutto è iniziato a settembre quando le diverse organizzazioni gay hanno annunciato di aver scelto Genova come sede della manifestazione nazionale dell'orgoglio omosessuale indicando anche una data, il 13 giugno. Lo stesso giorno della processione del Corpus Domini, una delle ricorrenze religiose più importanti della città. Se davanti al Gay Pride il cardinale di Genova e presidente della Cei Angelo Bagnasco aveva avuto da Gerusalemme parole di cauto equilibrio, riconoscendo «la libertà di manifestare» ma invocando «il rispetto di tutti», per la Curia la data era stata da subito un problema.

 

E le polemiche sono presto divampate in città. «Ho visto — spiega Villa — reazioni veramente stravaganti anche nel mio partito. Come se a Genova dovessero arrivare orde di pazze seminude con le piume, ho sentito parlare di oscenità e di carnevalate. E ho deciso di intervenire. Che io sia omosessuale ritengo che lo sapessero tutti, ma fino ad allora era un fatto mio. Ho fatto outing per chiedere un dibattito nel partito. Invece ho ricevuto un attacco inaudito dal segretario regionale Monteleone che ha perfino dichiarato di non sapere bene chi fossi: io gli ho organizzato la campagna elettorale ». Monteleone aveva preso subito le distanze dall'appoggio di Villa al Gay Pride: «Parla a titolo personale» aveva chiosato. E ieri, alla notizia dell'abbandono, ha commentato: «Non ho emarginato nessuno e la sua omosessualità non è un problema. Ma ha esposto posizioni sulla famiglia e sui gay in netto contrasto con la linea dell'Udc. Si è isolato da solo».

 

Villa si aspettava un intervento romano: «Invece, intorno a me si è fatto il vuoto. Sono diventato invisibile. Ci sono dei silenzi molto rumorosi. Mi hanno messo nella condizione di andarmene e allora va bene, me ne vado. Però voglio dire che io sono cattolico, credo nella famiglia, ma penso anche che si possa quanto meno discutere del riconoscimento dei diritti delle coppie — non dico delle famiglie — omosessuali o delle coppie di fatto eterosessuali. Così come avevo chiesto di discutere sul problema dell'adozione da parte dei gay, non dico che sia la cosa giusta da fare ma solo che se ne può parlare. Invece no, nell'Udc non se ne può parlare». Tuttavia Villa misura le parole: «Discriminato no, non lo sono stato: discriminazione è una parola pesante e va usata con cautela. Mi hanno avvolto nel silenzio. Quello che mi è successo è la dimostrazione di quanto fa paura il Gay Pride. E di quanto fa paura spiacere alla Curia».

 

La mia solidarietà ad Alberto Villa.Ma che ci faceva nell'UDC?

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Doveva aspettarselo... in politica il calcolo delle convenienze gioca un ruolo determinante e un consigliere gay per un partito come l'UDC è un fianco scoperto a critiche di incoerenza, così come un'arma nelle mani degli avversari che potrebbero sfruttare il fattore omofobia per allontanare voti dal suo partito.

 

Non escludo che ci possa essere omofobia nei suoi compagni di partito, ma sarei più propenso a leggere il loro comportamento come come puro cinismo.

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Non dovrebbe meravigliare il fatto che le persone GLBT si possano trovare in tutti i partiti del panorama politico italiano, a destra come a sinistra e pure al centro. Conosco personalmente persone omosessuali che militano tra le file dell'UDC.

La maggior parte di queste sono nascoste, servirebbe da parte loro un po' più di coraggio, porterebbero alla nostra società un messaggio importante.

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Credo che Villa fosse con l'UDC proprio per iniziare un dialogo, con una parte della politica particolarmente avversa alla comunità gay. Ha cercato di portare una luce in un partito completamente al buio, provando a confrontare le sue opinioni con gli ex-colleghi di partito prima di fare outing, e cercando un punto d'incontro. Purtroppo essendo solo, il buio è riuscito ad allontare quel barlume di speranza. Spero che questa situazione ci insegni a non commettere certi errori, ma che comunque portino polemiche e critiche da più parti, in modo da restringere l'ombra dell'UDC.

Solidarità ad Alberto Villa.

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Non dovrebbe meravigliare il fatto che le persone GLBT si possano trovare in tutti i partiti del panorama politico italiano, a destra come a sinistra e pure al centro. Conosco personalmente persone omosessuali che militano tra le file dell'UDC.

La maggior parte di queste sono nascoste, servirebbe da parte loro un po' più di coraggio, porterebbero alla nostra società un messaggio importante.

 

Non è che mi meraviglia, anzi.. Temo però che più che aprire la mente all'interno del loro partito lo facciano solo per squallida convenienza politica.

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sinceramente daal' UDC non mi sarei aspettato nulla di meno... scomunque sia ora di sicuro Alberto Villa sarà animato dal giusto fervore nell' organizzare gli eventi genovesi LGBT... vedremo

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E' l'eterna speranza e illusione di tanti: conciliazione, compromesso, dialogo, rispetto... e intanto si consumano storie di vite rovinate,

che queste denunce poi non riabiliteranno perché si tratta di cose rinviabili alla soggettività: emarginato, trascurato, boicottato, abbandonato sono situazioni che chiunque può rinfacciare alla vittima, diranno che lui "si è sentito" così, insomma che è una sua percezione, un suo problema, non un fatto.

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Concordo con Roby.È stato molto coraggioso ma era prevedibile che lo avrebbero emarginato.Se era tra i Verdi magari non accadeva.Forse lo sapeva e quindi la cosa ha ancora più valore.

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