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la solitudine dei numeri primi


white

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l'avete letto la solitudine dei numeri primi di paolo giordano?

vincitore dell'ultimo premio strega?

io l'ho trovato ben fatto... magari parte  un pò lento... ma  poi alla fine esplode.

narra della vita di un ragazzo ed una ragazza che vengono paragonati a certi numeri primi che , contando,sono sempre  più rari e vengono sempre divisi da un numero.

ditemi le vostre impressioni

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Tu c'hai na fissa con i numeri... :asd:

 

vero, white lavora segretamente per una numbers station...

comunque io ho sentito parlare molto male del libro, però aggiungo che lo scrittore è carino!

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hahaha si guarda.. amo i numeri pazzamente.

beh io l'ho letto. si l'autore  è carino carino.. è un fisico.

 

il libro è molto bello . magari all'inizio non si capisce dove l'autore vuole andare a parare...

ma leggendo viene la voglia di proseguire... l'ho letto in  2 soli giorni..v4sz8i.jpg

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Guest Irish Dragon

I fisici dovrebbero fare i fisici, non gli scrittori (ed è una teoria che porto avanti già dai tempi della Troisi :asd: )

L'ho trovato un racconto freddo, non ho provato alcun senso di immedesimazione nei due protagonisti, come non mi è interessato immaginare un finale alternativo o posteriore a quanto raccontato nel libro, tant'è ho solo percepito la pesantezza della trama. Ci sono alcune parti che avrebbero meritato di essere approfondite, invece scorre tutto in maniera quasi noiosa e prevedibile, con l'aggravante che lo stile rimane banalmente analitico.

Pessimo, l'ho comprato e preso in considerazione perché ampiamente consigliato, invece è stata una delusione totale.

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I fisici dovrebbero fare i fisici, non gli scrittori

 

con un ragionamenti simile non sarebbe mai stato scritto alice nel paese delle meraviglie, carroll non era un fisico ma un matematico, ma il discorso non cambia...

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Guest Irish Dragon

Carroll non era solo un matematico e comunque, al di là dell'ironia, molto spesso penso che determinate carriere influiscano realmente sulla scrittura dal tale autore.

Lo stile di Giordano in La Solitudine dei Numeri Primi forse andrebbe bene per un noir, non per un libro che narra le vicende dolorose, dall'infanzia all'età adulta, di due ragazzi come tanti.

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I fisici dovrebbero fare i fisici, non gli scrittor

sai però se lui non fosse stato un fisico non avrebbe avuto quella conoscena tale della matematica , per rendere la storia simile ad una metafora numerica.

 

anche io sono contro quelli che scrivono a caso. perchè ormai in italia tutti scrivono. ma se lo si sa fare...

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  • 5 months later...
StellaDanzante

La prima volta che ne ho sentito parlare è stato guardando un intervista allo scrittore in TV, dove diceva "La solitudine dei numeri primi rappresenta la solitudine delle persone speciali" e lì ho detto" Ammazza, hai scoperto l'acqua calda!".

Per quanto riguarda le "metafore numerica" questa sui numeri primi è l'unica! Il resto sembra quasi una continua ostentazione delle sue conoscenze scientifiche..è stato per mettersi nei panni del ragazzo? Non saprei.. l'analisi era blanda.

I primi due capitoli mi avevano catturato tantissimo, ma il proseguimento è stato pessimo, i personaggi non hanno nulla di reale, mi ha delusa.

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  • 1 year later...

Non so quanto valga la pena riaprire questo topic ma son abbastanza inca**ata. Insomma, con tutta la pubblicità che avevan fatto a questo libro mi aspettavo molto di più di un racconto monotòno che "finisce come inizia". A questo punto era meglio leggersi i Malavoglia. Migliorerà più avanti, ci sarà un colpo di scena mi dicevo. Niente. Scorrevole si ma piatto più della pianura padana e scialbo come una crème fraiche prima della destinazione d'uso dolce o salata. Un libro che non lascia proprio niente. Solo la consapevolezza di aver sprecato 13 euro e soprattutto tempo. Che poi all'aeroporto mi sarei dilettata molto di più a contare le persone che entravano ed uscivano dal bagno. La dimostrazione che la buona pubblicità può far vendere la vaniglia ai zanzibaresi. Pù!

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Come ho già detto in altre sedi, la lettura di questo romanzo può tranquillamente interrompersi nel momento in cui viene spiegato il motivo del titolo e il come questo viene paragonato ai 2 protagonisti (circa a metà libro, forse prima).

 

Dopo di ciò non esiste motivo alcuno per continuare la lettura perchè non accade più nulla, trama e personaggi non evolvono, tutto resta com'è e il portare a termine il libro non aggiunge nulla di più

 

 

Nel complesso l'ho letto comunque con piacere, è ben scritto ed è piuttosto scorrevole... ma di certo non merita tutto questo clamore.

Se fosse stata opera di un autore straniero la Mondadori avrebbe comunque scelto di pubblicarlo?

 

Porsi il dubbio è lecito, la sensazione che si voglia pompare prodotti nostrani cresce sempre di più

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Beh ho letto il libro e devo dire è ben fatto, mi dispiace che non sia stata approfondita con più interesse la storia dell'amico gay di cui purtroppo non ricordo il nome  :look: Cosa più deludente, sicuramente il finale: sembrava che dopo tutto quello sforzo Giordano si fosse veramente rotto di cercare un finale decente al romando xD

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Mm può essere che l'amico gay si chiamasse Denis o Dennis? Non ricordo bene..

 

Cosa più deludente, sicuramente il finale: sembrava che dopo tutto quello sforzo Giordano si fosse veramente rotto di cercare un finale decente al romando xD

Sì, subito è stata la stessa identica cosa che ho pensato io.. Mi sembrava che tutto quello scritto da Giordano nelle pagine prima si annullasse di fronte a un (non) finale del genere. Però ripensandoci, è in linea con la trama e con la "solitudine" del titolo: Mattia e Alice non sono destinati a stare insieme (come forse il lettore spera sin dai primi eventi della storia), ma nemmeno a essere completamente felici con altre persone, e la relazione di Alice ne è un esempio.. C'è una frase che secondo me è emblematica dell'intera storia, quella che cita i numeri primi gemelli: "Lui e Alice erano così, come due primi gemelli, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero". Un lieto fine classico sarebbe stato forse quasi ridicolo, dopotutto. 

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Nono, ma io non volevo un finale classico, semplicemente quel finale non ha senso. Se leggi bene le righe, le parole, semplicemente non hanno senso e sembrano buttate lì così. Ci avrei trovato un senso se avessi capito cosa volesse dire l'autore dietro quelle ultime righe, ma secondo me non aveva niente da dire xD

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Ma infatti non si voleva un lieto fine di quel tipo... o almeno io non me l'aspettavo e non l'avrei gradito.

Però, di fatto, un finale non c'è.

Se il libro fosse finito qualche capitolo prima sarebbe stato lo stesso, così come lo si sarebbe potuto mandare avanti ad oltranza senza aggiungere di fatto nulla ai personaggi.

Per me il finale deve avere un suo perché, deve avere un suo momento, una ragione... e qui non ci sono.

 

P.S

In sti giorni dovrebbe uscire il film nei cinema.... sarei curioso di vederlo ma le produzioni italiane mi mettono sempre una tristezza infinita

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Ma infatti non si voleva un lieto fine di quel tipo... o almeno io non me l'aspettavo e non l'avrei gradito.

Però, di fatto, un finale non c'è.

Se il libro fosse finito qualche capitolo prima sarebbe stato lo stesso, così come lo si sarebbe potuto mandare avanti ad oltranza senza aggiungere di fatto nulla ai personaggi.

Per me il finale deve avere un suo perché, deve avere un suo momento, una ragione... e qui non ci sono.

 

P.S

In sti giorni dovrebbe uscire il film nei cinema.... sarei curioso di vederlo ma le produzioni italiane mi mettono sempre una tristezza infinita

Ahahahah infatti ho visto il trailer e non sembra nulla di che xD Ma speriamo di sbagliarci  :look:

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e non sembra nulla di che

 

secondo me faresti meglio a seguire l'istinto :look: , non ho letto il libro e non vedrò il film, ma sono sicuro che mi annoierebbero parecchio...

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Lessi il libro per dovere, dovevo scrivervi qualcosa sopra.

 

Da molto tempo non leggevo una porcheria simile. 1/10.

 

Va beh, spendo due parole.

E' stato presentato come il libro dell'ultimo decennio, il testo cui era demandato il compito di redimere, da solo, tutta una letteratura sonnolenta compassata dominante, sebbene già il titolo di letteratura sia eccessivo. Di questo, certo, l'autore non ha responsabilità, le trovate degli editori sono un caso a parte. L'insoddisfazione è scaturita alla lettura delle pagine, un artificio infantile, rudimentale, in nessun caso passibile della credibilità da parte del critico più sparuto e incompetente. Una psicologia spicciola, assolutoria, superficiale, costruita con mani inesperte, immessa nel flusso di una trama artefatta, lontana da un'ombra di verisimiglianza così come dal fascio luminoso dell'arte: insiste in un motivo perpetuamente presente una banalità sconcertante: lo sappiamo tutti che la vita non è facile, e allora? Non ha la forza per ergersi a vessillo letterario di qualcosa di bello, manca della formalità minima, della costruzione puntigliosa per potersi dire romanzo. Passa il tempo e ancora mi chiedo come certi scritti si pubblichino, con quale smisurata mediocrità abbiamo a che fare.

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Mike in the Breeze

Messi bene allora :lol:

Il libro l'ho trovato leggibile, non un capolavoro di sicuro, giusto carino.

E' bella l'idea da cui parte, molto psicologico :lol: più che matematico, però non lo sviluppa come si deve perché,

appunto, ha conoscenze di matematica ma zero, suppongo, di psicologia.

 

Ammetto di avere un debole per Paolo Giordano  :look: (sì, non l'ho ancora dimenticato), trovo che sia molto molto carino.

eye-paolo-giordano.jpg

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Io (con enorme ritardo) l'ho letto solo ultimamente. Si, anche io sono rimasto abbastanza deluso. Il libro di per se non è brutto, è scritto decentemente e i personaggi sono interessanti. Non mi ha dato neanche fastidio la monotonia generela, che credo sia stata una scelta consapevole dell'autore. Un discreto esordio, nel complesso. Il problema, come al solito, sta nell'enorme ed esuberante lavoro di marketing della Mondadori, che stanpa milioni di copie alla prima edizione, in modo che ogni libreria d'Italia abbia almeno due colonnine di libri impilati; cartelloni nelle vetrine, decine di interviste, presentazioni ecc. Senza contare il regalino dello Strega.

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  • 2 weeks later...

Io ho sentito dire che il libro è molto meglio del film, ma non avendo nè letto il libro nè visto il film non posso giudicare direttamente.

 

Premessa: da sempre penso che una qualsiasi trasposizione cinematografica di un libro debba seguire la lettura dello stesso e non precederla.

Semi-OT: nel caso di questo libro e del relativo film, trovo sia un obbligo morale giudicare quest'ultimo come un numero primo ed anche abbastanza pompato.

La Solitudine Dei Numeri Primi l'ho sempre considerato un romanzo inconsistente e forse capace di suscitare come unica domanda un "sì, d'accordo... Quindi?!", perché di fatto il finale non apporta un accidenti alla storia e la stessa sembra avere lo stesso piattume di una lista della spesa, nei personaggi e nell'intreccio; di suo, il film materializza questa sua inconsistenza in due ore e mezza di episodi staccati, scene pseudo emblematiche, omissioni e rimaneggiamenti vari, nonché fasi dove viene spontaneo chiedersi quale era il senso della tale sequenza (e neanche può venire in soccorso l'aver letto il libro, per il semplice fatto che magari è uno di quegli episodi sbucati dal nulla).

Nessuno pretende un finale felice da una storia del genere, però né il libro né il film riescono a smuovere dalla banalità quasi sconcertante nella quale si annega.

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La Solitudine Dei Numeri Primi l'ho sempre considerato un romanzo inconsistente e forse capace di suscitare come unica domanda un "sì, d'accordo... Quindi?!"

 

Nessuno pretende un finale felice da una storia del genere, però né il libro né il film riescono a smuovere dalla banalità quasi sconcertante nella quale si

annega.

 

Completamente d'accordo. Scioccante come certe banalità possano raggiungere le vette del successo ed il plauso della miglior critica. Una tale sopravvalutazione può essere figlia solo di una generale ubriacatura o, molto più verosimilmente, di una strategia pubblicitaria creata ad hoc e che dimostra quanto, oggi come non mai, la "buona" pubblicità valga più del prodotto.

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Faccio una piccola parentesi raccontando un retroscena da prender ovviamente con le pinze. Due annetti fa io e il mio ragazzo conoscemmo un ragazzo parecchio brillante e sopra le righe il quale nel raccontarci un po' la sua vita ci disse che tempo addietro conobbe un giovane e sconosciuto laureando in fisica, tale Paolo Giordano, novello in fatto di conoscenze ed un po' in fase "mosca bianca". I due si frequentarono come amici per un periodo, ed il Giordano si prese una cotta per lui, non ricambiata proprio perchè il narrante questa storia si rendeva conto che era un'infatuazione tipica del "primo che conosci e ti da' corda". Sempre il narrante per fargli capire che non sarebbe mai nato nulla gli disse "noi siamo come due numeri primi, non siamo destinati ad incontrarci". Il Giordano sparì, per poi spuntare con il suo libro dal famoso titolo. E costui ce l'ha un pò per il fatto che l'idea, il concetto da cui è partita la fama del Giordano, fosse sua.

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toraepantote

Sempre il narrante per fargli capire che non sarebbe mai nato nulla gli disse "noi siamo come due numeri primi, non siamo destinati ad incontrarci". Il Giordano sparì, per poi spuntare con il suo libro dal famoso titolo. E costui ce l'ha un pò per il fatto che l'idea, il concetto da cui è partita la fama del Giordano, fosse sua.

 

L'unica cosa interessante di tutto il libro... potrebbe non essere nemmeno sua!  :asd:

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