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Pride Nazionale a Genova, e An chiede di vietarlo


sugar85

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http://www.gaynews.it/view.php?ID=79051

 

Genova ospiterà il Gay Pride del 2009. E non a caso, come ha spiegato il presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso: «Il capoluogo ligure è medaglia d´ora alla Resistenza, è stata capitale europea della cultura, è una città storicamente laica, abituata all´incontro fra popoli, culture, individualità differenti. Per questo fin d´ora invitiamo tutta Genova a partecipare alle iniziative e al corteo del Pride nazionale». Mancuso ha dato l´annuncio ricordando che «Arcigay, Agedo, Azione Trans, Famiglie Arcobaleno, ribadiscono la loro volontà di promuovere con forza i valori di dignità, parità e laicità che costituiscono i fondamenti della loro azione sociale. In questo contesto il Pride nazionale è la migliore occasione per sollecitare ed aiutare l´emersione della visibilità lgbt (acronimo che sta per lesbiche, gay, bisessuali e transgender, n.d.r. ) in tutto il paese. In questi anni il Pride ha percorso migliaia di chilometri toccando diverse città del nord, del centro e del sud Italia. Intendiamo mantenere questa felice intuizione sociale e politica che tra l´altro ha determinato un´impetuosa diffusione delle reti lgbt in tutta Italia».

 

«Non lo sapevo, ma sono contenta», spiega Marta Vincenzi. Secondo il sindaco, l´appuntamento del 13 giugno 2009 sarà «un fatto positivo, un momento di dibattito e crescita collettiva. Mi fa piacere che sia stata scelta Genova per questo appuntamento. Ogni città ha la sua specificità, e la nostra è proprio quella di essere un crocevia culturale. E´ questa la Genova che deve essere conosciuta nel mondo, una città dal respiro internazionale e democratico».

 

E subito partono le richieste di deroga alle garanzie costituzionali

 

http://www.gaynews.it/view.php?ID=79050

 

Genova. La politica genovese si infiamma subito alla notizia che il prossimo Gay Pride nazionale si terrà nel capoluogo ligure il 13 giugno del 2009. Il primo a prendere carta e penna è stato ieri pomeriggio il capogruppo di Alleanza nazionale in consiglio regionale, Gianni Plinio: «Ho subito scritto al sindaco Marta Vincenzi, chiedendole di vietare, di non autorizzare quella che, come abbiamo sempre visto altrove, è una carnevalata oscena farcita di ingiurie e offese nei confronti del Santo Padre e della Chiesa in genere. Fare il Gay Pride qui sarebbe una mortificazione per una città come Genova e si tratterebbe di una pesantissima provocazione nei confronti del nostro arcivescovo, Angelo Bagnasco, che, non dimentichiamolo, è il presidente della Cei». Un attacco completo, che inevitabilmente si protrarrà da qui fino al prossimo 14 giugno.

 

Dai toni completamente diversi e con motivazioni opposte le dichiarazioni del senatore del Pd Claudio Gustavino, che in ogni caso boccia l'idea lanciata ieri dalle associazioni italiane del mondo gay: «Questo tipo di manifestazione, a mio avviso, fa un torto a quelle persone che tanto si prodigano per avere riconosciuti diritti civili legati alla loro sessualità. Credo raramente nei momenti di piazza, perché non credo abbiano vera forza».

 

«In questo caso, poi - continua l'ex consigliere regionale della Margherita - tutto è una messa in mostra, in stile quasi circense, di qualcosa che invece necessita di ben altro tipo di atteggiamento. Servono veri passi avanti, una ridiscussione generale sui diritti e credo persino che questo stia avvenendo. La strada del Gay Pride, secondo me, alla fine è solo provocatoria, quasi studiata apposta per far sorgere reazioni che alla fine fanno male alla causa stessa. Non parlo di divieti e di autorizzazioni, ma so che non spenderei una parola affinché questa manifestazione venga fatta. È un carnevale grottesco e non ci vedo nulla di orgoglioso. Leggo solo una grande solitudine».

 

Sul fronte dell'Udc, anche il vicepresidente del consiglio regionale Rosario Monteleone - già segretario ligure della Margherita - punta il dito sul modello di manifestazione: «Non ho mai condiviso e non condivido oggi il fatto che si organizzino e si mettano in piazza manifestazioni di questo genere in qualsiasi parte d'Italia. A maggior ragione lo penso su Genova. Credo che mettere in piazza in maniera così plateale, così come viene fatto a ogni Gay Pride, la propria diversità sessuale non solo sia una provocazione, ma alla fine neppure serva a sostenere la causa».

 

«Tutto crea un Gay Pride - aggiunge Monteleone - tranne la comprensione da parte della gente delle istanze avanzate dagli organizzatori. Mi auguro che qusta manifestazione alla fine non si tenga a Genova e spero che ci sia un ripensamento. Genova, tra l'altro, ha bisogno di giornate completamente diverse per cercare ll proprio rilancio». Commenti soddisfatti dalla Sinistra Arcobaleno: «Genova dimostrerà ancora una volta la sua spinta democratica e multiculturale».

 

i cattoliciMonteleone (Udc): «Spero che alla fine non si faccia».

 

Gustavino (Pd): «Orgoglio? Poco»

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