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Discriminazione italiana


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La differenza tra un italiano e un terrone spiegata all’università

 

Scrivo per raccontare una vicenda successami oggi (15 aprile 2008).

Mi chiamo Elena, ho 23 anni, sono laureata in matematica all’università La Sapienza di Roma; sto frequentando la Specialistica in Ingegneria Matematica presso il Politecnico di Milano.

Oggi ero in aula, erano le 14:00 del pomeriggio, attendevo l’inizio della mia lezione, leggevo il giornale con i risultati (sconcertanti) delle elezioni di questi giorni; ed ecco che un ragazzo (mio coetaneo) sale sulla pedana della cattedra e davanti ad una platea di circa 30 persone (tutti uomini, la mia facoltà è a dominio maschile) sentenzia:

“Ragazzi, allora un attimo di attenzione; oggi vi spiegherò la differenza tra un italiano e un terrone”.

Io in silenzio sconcertata; la classe in tripudio.

Aspetto, mi dico di non partire prevenuta, di stare ad ascoltare, potrebbero essere le solite battute alle quali, oramai da due anni, non si scappa; che con leggerezza ti rivolgono e che con altrettanta leggerezza devi accettare (”Roma ladrona”, “Milano produce, Roma spreca”, “Milano capitale economica e morale d’Italia” ecc ecc.).

Il ragazzo persevera: “Dicevamo, il terrone, miei cari, è il tipico uomo bassottello, grassoccio e decisamente sporco.”

Dal fondo urla un voce d’uomo indistinta: “Olivastro, dimentichi olivastro.”

“Vero”, si scusa l’oratore, “Decisamente OLIVASTRO”.

Queste parole e il tono che sta assumendo la beffa cominciano a spaventarmi.

Non capisco il confine del gioco.

Uno di loro dice sottovoce ad un altro:”Oh, anche lui ha votato Lega vero?”

L’altro annuisce con fare fiero.

Continua il ragazzo alla cattedra: “Il terrone è caratterizzato da un atteggiamento tipicamente parassita ed è per questo, miei cari, che vi invito semplicemente a tracciare una linea sulle varie cartine dell’Italia. Una semplice linea di demarcazione”.

A questo punto schizza con il gesso uno stivale sulla lavagna e traccia con fare deciso una linea orizzontale all’altezza del Po’.

Ovazione. Urla e applausi.

Resto lì ancora incredula e mi balza alla mente la scena del film “La vita è bella”.

Benigni sulla cattedra con la fascia di sindaco in mezzo alle gambe e il suo beffardo sproloquio sulle caratteristiche della razza ariana.

Ricordo che, quando avevo visto “La vita è bella” per la prima volta, avevo immediatamente notato come Benigni mettesse l’accento sul fatto che certe idee, apparentemente bizzarre (come le superiorità fisiche della razza ariana), si erano diffuse in modo, potremmo dire, “proverbiale”, quasi come facessero parte di una cultura popolare, un modo di dire, un qualcosa di semplice che passa di bocca in bocca, una battuta scherzosa o un gioco tra amici, che alla fine diviene scontato, di dominio pubblico e indiscusso.

Ma è su questo tacito passaparola, quasi burlesco, che si sono fondate, successivamente, leggi e le loro tragiche conseguenze che segnarono un solco profondo e violento nel secolo scorso.

Torno a casa con la paura di aver assistito a una di questi simpatici “moti proverbiali”; porto sotto braccio il mio giornale che decreta milioni di voti alla Lega.

 

Tratto dal sito ufficiale di L'Espresso.

 

 

C'è da commentare l'inferiorità di certa gente?Forse non sanno che al di fuori dell'Italia quest'ultima è vista come un'unica cosa e che gli italiani in certi Paesi sono malvisti proprio come i rom da noi.Nord e sud,non c'è differenza.

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Leonardo86

Sono i soliti luoghi comuni idioti e razzisti sciorinati da gente con poche dote intellettive ed altrettanto poco buonsenso.

 

Tali discorsi seppur ignobili mezzo secolo fa erano quantomeno passabili in quanto la gente non poteva istruirsi ed ampliare il proprio pensiero rimanendo inoltre "confinata"nel proprio luogo natio o nella provincia di esso ma oggi non hanno più senso tali dichiarazioni dato che tutti per fortuna possono istruirsi e conoscere il mondo tramite la tecnologia e sinceramente non capisco come certe idee possano ancora circolare.

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Guest Nicstel

La sensazione che ho è che in un qual modo la gente del nord si senta minacciata da quella del sud..il fatto è che non capisco perchè!

Io sto in lombardia..e pur dispiacendomene mi rendo conto che di gente che disprezza il sud italia ce n'è tantissima...e quindi si aggregano x un odio comune...pensando forse che l'unione fa la forza..  :)

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Oddio non credevo che ci fosse gente così convinta... anche se alcuni titoli della Padania me lo facevano sospettare che qualcuno faceva sul serio...

vabbè prendiamola a ride che è meglio

 

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Oddio non credevo che ci fosse gente così convinta... anche se alcuni titoli della Padania me lo facevano sospettare che qualcuno faceva sul serio...

vabbè prendiamola a ride che è meglio

 

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La cosa che fa più pensare è che al sud non c'è razzismo verso quelli del nord,solo molto snobbismo.

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Ormai certe vicende non sono neanche più da commentare... è sempre la solita solfa.  :)

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La cosa che più mi preoccupa è che questi sono laureati o stanno per essere laureati!

Sono d'accordo che le facoltà di matematica sono occupate prevalentemente da uomini (d'altronde anche io sono un matematico e lo so), ma non credevo che ci fosse una tale aggressività, ma soprattutto una così grande percezione da parte loro del mondo esterno e di cosa accade al di fuori delle mura scolastiche.

Da come vedo io i la maggior parte dei matematici nella mia università sono molto chiusi in se stessi e vivono un po' nel loro mondo. Questa cosa mi ha davvero scioccato, perché davvero non mi aspettavo una tale intolleranza e aggressività da parte di studenti di matematica!

Dove finiremo.... :)

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Sono d'accordo che le facoltà di matematica sono occupate prevalentemente da uomini

 

per quel che ne so io, ingegneria matematica è a milano uno dei corsi con più ragazze (quante volte ho sentito i miei amici dire "ragazzi, al diavolo l'informatica, io vado a fare matematica!"  :) )

 

chiusa questa parentesi sulla popolazione femminile del politecnico...

Il fatto di essere laureati significa poco, di per se. "Laureato" non vuol dire necessariamente "intelligente" o "di mentalità aperta", come più e più volte i miei compagni di corso mi hanno saputo dimostrare

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non mi stupisco più di tanto: se dovrei mettere in conto anche l'odio e il razzismo tra persone di due squadre diverse, di città diverse, orientamento sessuale, razza, religione, ecc.... non dormirei la notte.

io vivo e lascio vivere, non sono tifoso di nessuna squadra, il calcio è un concetto che proprio non mi appartiene

tutta Italia ha una lunga storia artistica, un paesaggio bellissimo, isole e coste stupende, i turisti vengono qui per ammirare questo, non vanno solo a Milano per fare affari, ogni città è unica, se mi dicono che sono olivastro non mi offendo ho compassione per le loro menti.

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per quel che ne so io, ingegneria matematica è a milano uno dei corsi con più ragazze (quante volte ho sentito i miei amici dire "ragazzi, al diavolo l'informatica, io vado a fare matematica!"  :) )

 

Mah...i miei amici dicono invece sempre "se vuoi la figa, vai a fare psicologia o storia, in matematica vedrai solo poche e brutte racchie!"  :)

Ma visto che io non frequento il politecnico di Milano, non posso dire nulla. :D

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