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Titolo in prima pagina su Metro maschilista e retrogrado


Guest Dago

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Oggi un mio collega e’ arrivato in ufficio tutto arrabbiato.

 

Strano” - ho pensato, perche’ di solito sono io a farlo arrabbiare, e mi domandavo questa mattina chi mi aveva sottratto l’ingrato compito di alzargli la pressione.

 

Mi ha poi spiegato che il giornalino spazzatura distribuito gratuitamente in metropolitana aveva quest’articolo in prima pagina:

 

http://xs322.xs.to/xs322/07493/maschilismo.jpg

 

Ho deciso di segure il suo esempio, ed ho scritto la seguente lettera di protesta a lettere@metroitaly.it

 

 

“Salve,

 

sono rimasto davvero molto indignato dal titolo in prima pagina di oggi "Una donna su due fa sesso non sicuro" , e trovo abberrante il modo in cui si sostiene una tesi maschilista, vigliacca e accusatrice nei confronti delle donne.

 

Cosi' si scaricano tutte le responsabilita' dall'uomo, quando invece e' quest'ultimo ad avere un ruolo di forza e spesso anche di violenza, e le cronache lo testimoniano quasi quotidianamente.

 

Vergognatevi e abbiate la decenza di scusarvi innanzitutto con le vostre mogli, compagne, figlie  e poi pubblicamente con tutte le donne, magari con un titolo altrattanto eclatante.

 

Grazie.”

 

 

L'omofobia e' cugina prima del maschilismo, come quello mostrato nell'articolo.

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Forse è un tantino esagerato, visto e considerato che quello è solo il titolo, e che nelle prime righe dell'articolo si specifica, appunto, che le motivazioni sono da addurre alla scarsità di informazioni e alla mancanza di voce in capitolo all'interno della coppia...

Certo è che quelli di metro saranno felici d'aver scelto questo titolo, visto che in questo modo si è finiti innanzitutto col parlare del giornale, e poi col parlare dell'argomento.

In sostanza... sarà pure un brutto titolo, ma funziona.

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Capisco che vi sia l'esigenza di "sparare" il titolo, per vendere il prodotto e soprattutto su un giornale che

deve richiamare l'attenzione di un lettore distratto...

 

Tuttavia questa prassi oramai diffusissima anche sui quotidiani principali e più autorevoli ( Repubblica Corriere )

è deleteria, perchè molti poi l'articolo non lo leggono e il titolo per fare sensazionalismo rovescia la notizia,

mentre l'abilità del titolista dovrebbe consistere nell'esaltare la notizia...che è un fatto, una verità da raccontare,

rispetto al quale un giornalista dovrebbe avere obblighi deontologici.

 

La Repubblica che confina la notizia in "Tecnologia" quindi non la usa come richiamo è molto più corretta:

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/scienza_e_tecnologia/convegno-contraccettivi/convegno-contraccettivi/convegno-contraccettivi.html

 

Ma a sua volta nella cronaca non manca di spararle grosse quando le serve...

 

Il problema principale è che per fare sensazione, bisogna impressionare e per impressionare si finisce sempre per far leva

sulle paure e sui pregiudizi collettivi, consci o inconsci...non lo dico tanto in questo caso, ma in generale. In breve il

mercato dell'informazione inconsapevolmente finisce per creare un clima permanente di allarme sociale, di reazione

emotiva...

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il problema è che ormai è proprio così che funziona la comunicazione.. sarà per questo che non mi colpisce affatto... dubito tra l'altro che in un giornale come metro esista ancora la figura del titolista, ma non si può mai dire XD

Comunque il mercato dell'informazione, ormai, non crea inconsapevolmente un clima di allarme sociale, lo fa consapevolmente, perchè è quello che vende, perchè sparare sui titoli quelle due/tre parole che fanno leva sulle preoccupazioni sociali e culturali della popolazione vende. E pure tanto.

(l'esempio più lampante che mi viene sono i pirati della strada. Un pirata della strada italiano è un pirata della strada e basta, di qualunque altra etnia va specificato per bene nel titolo XD)

Quanto alla reazione emotiva quella è intrinseca in qualunque tipo di comunicazione... si fa leva sulla risposta emotiva delle persone per vendere quelunque cosa, dai salamini, ai giornali alla macchina.

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Sono anche io convinto che Metro non abbia un titolista.

 

Probabilmente è la stessa persona che ha scritto l'articolo che l'ha poi rovesciato nel titolo

per venderlo...e questo è però ancora più grave.

 

Ora, il mio non vuole essere un discorso moralistico.

 

So ad esempio che Libero di Feltri ha sottratto quote di mercato a Il Giornale,

strillando più forte...e ho dei dubbi sul fatto che un giornale di sinistra come il

Manifesto cerchi sovvenzioni per sopravvivere al mercato senza preoccuparsi

invece di vendere per sostenersi. Perchè impigrisce e impedisce l'effetto di dover

rimettersi in discussione ( vendere equivale a misurarsi per diffondersi )

 

Libero però comunica in forma aggressiva un contenuto esplicitamente destrorso.

Un maschilismo dichiarato, per rimanere in tema, lo troverei meno pericoloso.

C'è una idea dichiarata su cui si mobilita la reazione emotiva...magari trovi l'idea

raccapricciante e usi Libero per pulire la lettiera del gatto... :bah:

 

Mi preoccupa il conformismo del giornalismo alla Bruno Vespa fatto di "storie maledette"

o del Corriere e della Repubblica. Anche perchè questo fenomeno va di pari passo con

l'appiattimento culturale dei politici sui sondaggi d'opinione ( a loro volta influenzati da

questa sollecitazione continua dei mass media )

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Oggi la comunicazione funzioni cosi' ? Con questo, non significa che ci si debba assuefare o peggio smettere di indignarsi.

 

A me quel titolo ha urtato parecchio.

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ma proprio indignandoti e urtandoti ha fatto in modo che tu lo diffondessi XD

è qui il paradosso. Ovviamente non credo che sia stato voluto, ci vorrebbe una mente un tantino superiore alle menti a cui ci ha abituato metro (che, comunque, tra i giornali del genere è il meno peggio).

 

Se invece lo vedo dal mio punto di vista... intanto, come donna, non mi fa indignare il titolo in se, l'articolo neanche, come comunicatrice o presunta tale vorrei averlo io un riscontro del genere per un copy, qualunque esso sia.

A maggior ragione a me non colpisce affatto perchè, lavorativamente parlando, sono assuefatta a titoli o slogan o comunque a frasi stampate molto più dure a livello comunicativo ed emotivo di questa, e sono anche portata a vedere le cose in maniera decisamente diversa dalla persona media. Io non guardo un titolo di giornale o un cartellone normalmente, mi viene istintivo cercare delle motivazioni, delle razionalizzazioni che probabilmente neanche sono volute, ma che esistono nonostante la loro involontarietà.

 

Comunque sia oltre che il giornalista io metterei in campo la figura dell'impaginatore, spesso e volentieri a loro è relegato anche il compito di scegliere titoli in fase di impaginazione appunto.

La comunicazione massmediatica è ormai conforme a quel tipo di giornalismo alla bruno vespa... basti pensare anche ai programmi televisivi, ormai devono parlare dell'uccisione di tizio o caio, altrimenti restano indietro... e qui viene a formarsi un inevitabile circolo vizioso per cui bisogna urlarle sempre di più le notizie ecc ecc.

Un modo c'è per cercare di tornare ad un giornalismo come quello che noi qui ci potremmo auspicare... che tutti smettessero di comprare tutti quei giornali che usano questi mezzi per vendere...

e questo è utopico davvero.

 

Se con questo sistema io vendo, e tanto, e c'è gente che mi fa pubblicità gratuita andandone a parlare sui forum in internet, la prossima volta lo urlo ancora di più, sopratutto se sono un giornale a diffusione gratuita, a quel punto c'è chi lo prende anche solo per avere di che parlare e indignarsi ancora... alzo la tiratura, aumento il costo della pubblicità e va tutto bene. Che gli altri si lamentino pure.

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Non posso certo farmi ricattare dalla minaccia della pubblicita' gratuita che implicitamente farei solo perche' sto commentando il pessimo articolo di un giornaletto dato in mano a centinaia di migliaia di viaggiatori.

 

Mi fa piacere che tu veda le cose non come una persona media, ma ho come la sensazione che mediamente il lettore non sia piu' impressionabile ne' davanti a questo e ne' davanti a molti altri titoloni, perche' manca sempre di piu' un atteggiamento critico a cio' che viene proposto, come se la valanga di violenza verbale (e non) abbia ormai anastetizzato gli animi che non si scuotono piu' nemmeno con le cannonate.

 

Al di la' della "lezione" sulla modalita' oggi usata da scaltri editori  per vendere o farsi leggere di piu', io m'interrogherei sul perche' invece ci sia un atteggiamento d'indifferenza a  predominare su tutto, sul perche' in fondo si preferisce registrare asetticamente un modo di fare e di pensare piuttosto che prendersi 5 minuti di tempo a protestare, anche se la protesta cade nel vuoto, ma stai sicura sul fatto che io in futuro evitero' di prendere una copia di quel giornale perche', se sono solo un consumatore per loro, inaspettatamente credo di essere dotato di un minimo di capacita' critica e quando scelgo, lo faccio con i miei valori e miei principi, e non seguendo le loro strategie di marketing, perche' anch'io, lavorativamente parlando, conosco fin troppo bene certi mezzucci per prendere per il culo i consumatori.

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Sinceramente non sono indignato da questo articolo e dal suo titolo, non mi sembra che sostenga l'inferiorità della donna rispetto all'uomo.

 

Anzi, il fatto che tutte le volte che si vuole criticare una donna bisogna sentire in Eco "Eh gia, ma anche l'uomo..." mi sembra più un segnale di Femminismo diffuso all'interno della società

 

Che poi il maschilismo sia cugino dell'omofobia mi sembra un esagerazione

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Scusatemi, me la spiegate?

Dov'è il maschilismo?

 

Voi avreste messo: il 50% delle coppie etero fa sesso non sicuro?

(Sicuramente un titolo più comprensibile, a meno che le donne non facciano sesso da sole)

 

Poi magari si poteva anche dire che il 90% delle Lesbiche fa sesso non sicuro e che il 20% dei Gay fa sesso non sicuro.

Mmmm...

 

Ho capito giusto?

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Distinguiamo tra sensazionalismo nella stampa (su cui avete già detto tutto) e maschilismo.

 

Ha ragione Almadel, non c'è maschilismo in quel titolo.

 

Daghetto, tu ce lo hai visto perché sei una persona sensibile e attenta a queste cose,

ma paradossalmente così facendo ti lasci sfuggire che 20 anni fa un titolo del genere era inimaginabile,

perché la donna non era considerata Soggetto e titolare della propria sessualità.

Solo l'uomo lo era e poteva esserlo.

Ora non è più cosi, culturalmente e de facto.

 

Escludete poi che quel titolo (magari rozzamente, magari senza finezze mediatiche)

possa funzionare  come un messaggio inviato anche e proprio alle donne in modo da esortarle

a gestire in proprio il sesso sicuro? Ad avere loro una politica in merito?

 

Nell'articolino si parla di coito interrotto come contraccettivo - il contraccettivo per antonomasia

di fabbrica maschile.

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qui c'e' piu' o meno lo stesso articolo (da un altro quotidiano):

 

Contraccezione, gli italiani sfidano la sorte, il coito interrotto è il metodo preferito

 

Certo, si inizia parlando delle donne, ma qui si' che il messaggio diventa un invito al mondo femminile, piu' esposto  del mondo maschile rispetto alle conseguenze che un determinato comportamento puo' avere.

 

In piu', qui si pone l'accento sul fatto che l'ignoranza sulla contraccezione e' degli italiani, maschi e femmine, perche', se c'e' una donna "imprudente" che si fida solo del coito interrotto, c'e' accanto a lei un uomo altrettanto imprudente, e per di piu' egoista, che co-partecipa.

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Quindi «Metro» ha ripreso in forma semplificata e "sparata" una fonte seria. Ma questo

mostrerebbe che c'è proprio una strategia, da parte delle organizzazioni sanitarie,

di cominciare a rivolgersi alle donne, per renderle parte attiva nella campagna per il sesso

sicuro. Certo che poi conta molto anche il "modo" in cui si dicono le cose, come tu fai

notare. 

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Deve essere un terribile atto di maschilismo dire che le donne tendono a non fare sesso sicuro, senza però ricordare che lo stesso discorso vale per gli uomini :bah:

 

Io continuo a sostenere che questo è Femminismo  :)

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Si parlava penso di contraccezione....è vero che la vagina morde e non ci piace, ma resta il fatto che le donne possono rimanere

in cinta, non è che questa peculiarità gliela possiamo negare

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Per capire che si parlava di contraccezione basta leggere l'articolo in oggetto... Per le donne che fanno sesso "non sicuro" con un uomo, il primo rischio sanitario è quello di una gravidanza indesiderata.

 

Non è il titolo che è maschilista e retrogrado, lo è la realtà descritta nell'articolo.

 

Iin Italia per le giovanissime continua ad essere più facile abortire (anche senza che i genitori lo sappiano) che saper usare un qualunque efficace metodo anticoncezionale... Lo penso tutti i giorni quando vedo una mia allieva quindicenne che ha abortito poco tempo fa, all'insaputa dei genitori. E quell'incosciente che l'ha messa incinta l'estate scorsa forse non lo ha neanche saputo.

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Clara, ma quel titolo, secondo te, non  e' un modo per "sollevare" dalla responsabilita' anche quell'incosciente che poi non ha saputo nulla di quanto accaduto alla tua allieva?

 

Tanto i maschietti, a non mettersi il preservativo, cosa rischiano?

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Non vorrei ripetermi ma lo trovo un titolo abbastanza asettico rispetto alla realtà che descrive... Lo si può interpretare non come un'accusa alle donne e una giustificazione dell'irresponsabilità maschile, ma come una constatazione della mancanza di consapevolezza da parte di molte donne sui rischi che corrono. Su questo aspetto della consapevolezza direi che si sono fatti molti meno progressi di quelli che ci si sarebbe potuti aspettare qualche decina d'anni fa... ma qui entriamo in un discorso lungo e non più nel commento all'articolo.

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Premesso che fare sesso con una persona non significa amarla o anche solo avere un minimo interessa per la sua salute fisica o psicologica

 

Prima di tutto la donna è responsabile del suo stesso corpo, come imparano i bambini dopo la prima infanzia, poi il maschio se si sente responsabile verso la donna è sicuramente ammirevole, ma non è un obbligo

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Kropotkin,

 

nessuno è tenuto a capire che qui si sta discutendo di una notizia (il titolo del giornale Metro) e delle reazioni che ha suscitato.

 

Nessuno è tenuto a capire che gli esseri umani dovrebbero distinguersi dal resto del regno animale proprio perché dovrebbero saper valutare le eventuali conseguenze negative (per sé o per altri) delle proprie azioni e prevenire le conseguenze negative non è "ammirevole" ma semplicemente consigliabile per ridurre le sofferenze inutili dell'umanità nel suo complesso.

 

Nessuno è tenuto a capire che il legame tra maschilismo e omofobia è piuttosto evidente.

 

Quindi  il fatto che io trovi irritanti i tuoi interventi in questo topic dipende dai miei molti limiti. Ma quel che proprio non reggo è il tuo accenno al fatto che anche i bambini dell'asilo sanno che le donne sono responsabili del proprio corpo. Non so in quale isola felice tu viva. Forse non sai cosa significhi in certe città riuscire a trovare un ospedale pubblico dove si possa abortire. Forse non sai cosa significhi cercare di farsi prescrivere la pillola del giorno dopo. Forse non sai che in questo paese per le ragazze giovani è persino difficile acquistare anticoncezionali, per esempio se vivi in un paese e tutti vengono a sapere i fatti tuoi. Forse non conosci le difficoltà che si incontrano a fare educazione sessuale nelle scuole e quanto sia frustrante vedere poi le ragazzine che abortiscono.

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Kropotkin,

 

nessuno è tenuto a capire che qui si sta discutendo di una notizia (il titolo del giornale Metro) e delle reazioni che ha suscitato.

 

Errore mio, magari si può continuare una discussione più teorica in un altro topic

 

Nessuno è tenuto a capire che gli esseri umani dovrebbero distinguersi dal resto del regno animale proprio perché dovrebbero saper valutare le eventuali conseguenze negative (per sé o per altri) delle proprie azioni e prevenire le conseguenze negative non è "ammirevole" ma semplicemente consigliabile per ridurre le sofferenze inutili dell'umanità nel suo complesso.

 

Abbiamo una concezione diversa della natura umana.

Escludendo una persona alla ricerca dell'illuminazione (Consapevolmente o non) l'unica cosa che ci distingue dagli animali e che noi abbiamo la Ragione.

La Ragione permette fra la tante capacità che conferisce all'uomo di saper Prevedere la conseguenze delle proprie azioni, e di conseguenza una donna che ne faccia uso, è in grado di rendersi conto che rischia di rimanere in cinta e si suppone che essendo la diretta interessata sarà la prima a doversi preoccupare del sesso sicuro.

Se non aveva la ragione, faceva come gli animali, sfornava figli quando gli capitava e se non erano graditi o li mangiava o li abbandonava

L'uomo al contrario non è minimamente messo a rischio in un rapporto sessuale, quindi che cosa dovrebbe fregargliene della donna?

Forse tu confondi la Ragione con la Morale, quest'ultima si che potrebbe far pensare all'uomo "Ho povera donna! Non vorrei fargli avere un figlio indesiderato, meglio premunirsi"

Ma siccome la Razionalità serve per distinguerci dagli animali e per far sopravvivere la società, ha una precedenza non poco importante sulla morale.

Quindi come si può pretendere dall'uomo di fare il passo verso la moralità che lo porterebbe a una visione oltre la propria persona se nemmeno la donna usa la razionalità per agire in prevenzione di un disagio che la vedrebbe coinvolta in prima persona!

Se si vuole parlare delle qualità morali necessarie per andare oltre la nostra natura umana, allora scriverei cose ben diverse, ma non essere illuminati se per prima cosa non ci si rende conto delle responsabilità che abbiamo come esseri umani.

 

 

Nessuno è tenuto a capire che il legame tra maschilismo e omofobia è piuttosto evidente.

 

Sono sicuro che saprai illustrarmelo allora

 

Quindi  il fatto che io trovi irritanti i tuoi interventi in questo topic dipende dai miei molti limiti. Ma quel che proprio non reggo è il tuo accenno al fatto che anche i bambini dell'asilo sanno che le donne sono responsabili del proprio corpo. Non so in quale isola felice tu viva. Forse non sai cosa significhi in certe città riuscire a trovare un ospedale pubblico dove si possa abortire. Forse non sai cosa significhi cercare di farsi prescrivere la pillola del giorno dopo. Forse non sai che in questo paese per le ragazze giovani è persino difficile acquistare anticoncezionali, per esempio se vivi in un paese e tutti vengono a sapere i fatti tuoi. Forse non conosci le difficoltà che si incontrano a fare educazione sessuale nelle scuole e quanto sia frustrante vedere poi le ragazzine che abortiscono.

 

Io queste cose le conosco non preoccuparti, forse avrebbero bisogno di conoscerlo più donne (Possibilmente prima di scoprirlo sulla propria pelle e su quella di bambini portati in grembo)

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Kropotkin, se fai un giro sella sezione Amore, vedrai non pochi gay con la testa fra le nuvole

o comunque in evidente difficoltà a gestire quella piccola, ma non indifferente cosa, che

chiamiamo: sentimento.

 

Il sesso di per sè è già una pulsione istintiva, non razionale, ma mischiata all'aspetto sentimentale

in età adolescenziale, crea una miscela potenzialmente esplosiva.

 

Per loro fortuna i giovani gay ALMENO non possono veramente rimanere gravidi....

ma in generale aiuterebbe essere responsabili PER l'altro, invece che, come purtroppo

vediamo scritto in continuazione....e pure fra uomini...isterizzare il tutto, raccontandosi

poi di essere romantici

 

Hai bisogno veramente che qualcuno ti spieghi il nesso fra maschilismo e omofobia? :salut::D

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La Ragione permette fra la tante capacità che conferisce all'uomo di saper Prevedere la conseguenze delle proprie azioni, e di conseguenza una donna che ne faccia uso, è in grado di rendersi conto che rischia di rimanere in cinta e si suppone che essendo la diretta interessata sarà la prima a doversi preoccupare del sesso sicuro.

 

 

 

ma in generale aiuterebbe essere responsabili PER l'altro

 

A mio parere queste due asserzioni sono perfettamente conciliabili.

Quella di Hinzelmann è un necessario correttivo all'egocentrismo e all'irresponsabilità

che potrebbe prendere alcuni uomini, ma il prius è l'autoresponsabilizzazione, che è ineliminabile,

per tutti, ma a fortiori, in questo caso, è autoresponsabilizzazione della donna.

 

Il problema poi è che la mancanza di responsabilità negli uomini genera una sostanza morale

scadente - nelle donne, o ragazzette incinte di cui parla Clara, genera peggio, perché

sono per così dire proprietarie e titolari di un corpo

vivente che hanno, in alcuni casi, improvvidamente generato.

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Ehm, Isher, la mancanza di responsabilità negli uomini genera anche malattie sessualmente trasmissibili sia nell'irresponsabile che nei partner.

 

E le ragazzette incinte non hanno generato da sole...

 

Io queste cose le conosco non preoccuparti, forse avrebbero bisogno di conoscerlo più donne (Possibilmente prima di scoprirlo sulla propria pelle e su quella di bambini portati in grembo)

 

Kropotkin, forse io scrivo in modo incomprensibile, ma le cose da conoscere che citavo erano proprio l'impossibilità oggettiva che spesso incontrano le donne (da noi soprattutto le giovanissime, se ci spostiamo in altri paesi le donne in generale) per raggiungere sia le conoscenze che i mezzi per poter dare un'attuazione pratica alla propria responsabilità.

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Ma se uno non è responsabile per se stesso come può pretendere di essere responsabile per l'altro?

 

Certo, essere responsabili per l'altro sarebbe sicuramente di aiuto, ma questo non deve diventare un pretesto per deresponsabilizzare la donna del proprio corpo e fari ricadere la colpa sugli uomini

 

Mi dispiace, io proprio il collegamento fra omofobia e maschilismo proprio non lo vedo, anzi, penso che un VERO maschilista sarebbe per forza gay (Insomma, se reputi superiore l'uomo alla donna come puoi andare a letto con queste ultime???) e allo stesso modo una Femminista convinta dovrebbe essere lesbica

 

Kropotkin, forse io scrivo in modo incomprensibile, ma le cose da conoscere che citavo erano proprio l'impossibilità oggettiva che spesso incontrano le donne (da noi soprattutto le giovanissime, se ci spostiamo in altri paesi le donne in generale) per raggiungere sia le conoscenze che i mezzi per poter dare un'attuazione pratica alla propria responsabilità.

 

Ops! Ho frainteso io, colpa mia :salut:

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Kropotkin....

se parliamo di maschilismo, parliamo di quello storico, non di quello che tu teorizzi come VERO, ma declini poi al condizionale ( "sarebbe" )perchè sai che non è esistito. Quello appartiene al mondo delle tue idee, peraltro la maiuscola io la interpreterei maliziosamente come desiderio erotico :salut:

L'idea di superiorità lasciamola confinata al mondo delle sensazioni ed evitiamo di teorizzarla: so che ovviamente non è il tuo pensiero, ma pensa ad una certa estetica fascista, clamorosamente omosessuale...può piacere, ma solo come sensazione estetica, non come contenitore di una idea di superiorità virilistica, che si sposava poi tranquillamente col maschilismo ed il disprezzo per donne e omosessuali.

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Ehm, Isher, la mancanza di responsabilità negli uomini genera anche malattie sessualmente trasmissibili sia nell'irresponsabile che nei partner.

 

E le ragazzette incinte non hanno generato da sole...

 

Infatti!!!! In un rapporto sessuale la responsabilita' e il rispetto reciproco dovrebbero essere la base per affrontare con maturita' un'esperienza del genere.

 

Purtroppo viviamo in un paese bigotto, ignorante e che abbandona a loro stessi i propri figli, i quali affrontano con troppa incoscienza le prime esperienze sessuali (e purtroppo molti continuano in eta' adulta).

 

 

Beh, qualcuno non vede il nesso fra maschilismo e omofobia, qualcun altro non vede nemmeno che esiste l'omofobia..... ognuno e' libero di vivere coi paraocchi che preferisce....

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Ehm, Isher, la mancanza di responsabilità negli uomini genera anche malattie sessualmente trasmissibili sia nell'irresponsabile che nei partner.

 

 

D'accordo, ma io limitavo la mia considerazione al piano morale, comportamentale in senso lato.

 

E le ragazzette incinte non hanno generato da sole...

 

 

Ma qui c'è un problema. La donna rivendica da decenni la sua autonomia nel decidere cosa fare di una gravidanza, se interromperla o generare. Allora qui bisogna decidersi. O si è autonomi e titolari del proprio corpo (cosa ovvia) ivi compreso l'avvenuto concepimento, oppure, se l'uomo è a pieno titolo coautore, non può essere tirato fuori dal cilindro solo per addossargli una responsabilità negativa laddove non gli si riconosce anche una responsabilità positiva (mi viene in mente che in greco aitios significa sia «causa» sia «responsabile»): il che però dovrebbe condurre a modificare la posizione sull'assoluta autonomia e autodecisionalità della donna.

 

Peraltro ti ricordo che, non in Italia di certo, ma in altri Paesi d'Europa, la donna può rimanere incinta usando fecondazione artificiale, e gestire a tutti gli effetti da sola la propria gravidanza.

 

Inoltre una donna può tranquillamente "usare" un qualunque maschio inconsapevole allo scopo di rimanere incinta: quindi è necessario che sappia bene quali precauzioni prendere.

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Kropotkin....

se parliamo di maschilismo, parliamo di quello storico, non di quello che tu teorizzi come VERO, ma declini poi al condizionale ( "sarebbe" )perchè sai che non è esistito. Quello appartiene al mondo delle tue idee, peraltro la maiuscola io la interpreterei maliziosamente come desiderio erotico :salut:

L'idea di superiorità lasciamola confinata al mondo delle sensazioni ed evitiamo di teorizzarla: so che ovviamente non è il tuo pensiero, ma pensa ad una certa estetica fascista, clamorosamente omosessuale...può piacere, ma solo come sensazione estetica, non come contenitore di una idea di superiorità virilistica, che si sposava poi tranquillamente col maschilismo ed il disprezzo per donne e omosessuali.

 

 

Io il maschilismo non penso sia nemmeno considerabile un fenomeno storico, insomma, io avevo più in mente il maschilismo dell'antica grecia, non quello di stampo fascista, ma non penso che si possa dire che ci sono stati periodi maschilisti e altri no

 

Comunque ho capito cosa intendevi te con collegamento fra maschilismo è omofobia

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